Concorso dirigenti tecnici, decreto Ministero ripartizione dei 59 posti

da Orizzontescuola

di redazione

Con decreto numero 3 del 14 maggio 2020, il Ministero dell’istruzione rende nota la ripartizione dei posti destinati ai 59 nuovi dirigenti tecnici.

Gli incarichi sono ripartiti tra il Dipartimento per il sistema educativo di
istruzione e formazione e gli Uffici Scolastici Regionali. La ripartizione tra gli USR tiene conto del numero di dirigenti tecnici di ruolo o a tempo determinato in servizio alla data di emanazione del presente decreto, del numero di istituzioni scolastiche presenti in ciascuna regione e della necessità di assicurare a ciascun USR almeno due dirigenti tecnici.

Gli incarichi sono conferiti mediante procedura di selezione comparativa dei curricula, previa pubblicazione, sul sito istituzionale del Ministero dell’istruzione e degli Uffici Scolastici Regionali, di appositi avvisi.

Gli avvisi rendono noti i criteri e le modalità di selezione adottati per la valutazione comparativa, tenuto conto delle specifiche esigenze riscontrate dal Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione e da ciascun USR.

Le procedure di selezione sono avviate entro i cinque giorni successivi alla data di pubblicazione del presente decreto.

Tabella posti

Decreto MI

Maturità, iniziano lavori per la costituzione dei tavoli regionali previsti dall’Intesa

da Orizzontescuola

di redazione

Il Protocollo sulla sicurezza per lo svolgimento degli Esami di Stato di II grado del 19 maggio, tra Ministero dell’istruzione e sindacati, prevede la costituzione di tavoli regionali.

Nell’Intesa si legge infatti che in ogni Ufficio scolastico regionale verrà istituito un Tavolo di lavoro permanente per un coordinamento tra Tavolo permanente nazionale e istituzioni scolastiche.

Ieri il Ministero ha fornito le prime indicazioni agli Usr con l’elenco dei referenti regionali della Protezione Civile da contattare per l’organizzazione dei tavoli sopraddetti.

Seguiranno degli incontri con la Croce rossa italiana organizzati con le Regioni. La formazione avverrà online su piattaforma apposita della Croce rossa.

Valutazione alunni: stop al voto numerico alla primaria

da La Tecnica della Scuola

L’emendamento della senatrice Vanna Iori al decreto scuola è stato approvato poco fa nella Commissione Cultura del Senato anche se con una modifica importante rispetto alla formulazione iniziale.
Il risultato è che, a partire dal prossimo anno, nella scuola primaria non si useranno più i voti numerici.
Viene così mandata in soffitta la norma introdotta nel 2008 all’epoca della ministra Maria Stella Gelmini.
Si torna al documento di valutazione già previsto dalla legge 517 del 1977.
Molte associazioni professionali e di genitori avevano chiesto che almeno per quest’anno si potesse consentire alle scuole primarie di non usare il voto per il secondo quadrimestre.
Tenuto però conto dei tempi di approvazione del provvedimento, si sarebbe corso il rischio di mettere in difficoltà le scuole che, a questo punto dell’anno, avrebbero dovuto rivedere i criteri di valutazione e non solo.
Aspettiamo di conoscere il testo dell’emendamento approvato per un commento più completo.

La rivoluzione digitale forzata provocata dal Covid-19

da La Tecnica della Scuola

Il covid 19 ci ha fatto assistere ad una rivoluzione digitale “forzata” che ha cambiato in poco tempo l’esperienza di docenti, studenti e genitori. In poco tempo si è dovuto ripensare ad un nuovo approccio della didattica e dell’apprendimento in uno scenario completamente nuovo.

Nuovi strumenti, sconosciuti ai più, usati in fretta e furia da oltre 6 milioni di studenti (fonte MIUR) in una forma di didattica denominata “a distanza” ma che in realtà è diventata un misto tra lezioni on line, studio autonomo fatto dagli studenti (una sorta di compiti del weekend ma rinforzati), letture e video.

In questo contesto si è inserito l’EDU Day 2020, l’evento che ogni anno Microsoft dedica al mondo della scuola e dell’Università. Una edizione 2020 svolta completamente in digitale, ovviamente, che ha visto l’alternarsi di vari interventi da parte di importanti rappresentanti delle Istituzioni e del mondo dell’Istruzione per raccontare le sfide affrontate in questo periodo unico e cogliere quali possono essere le opportunità di crescita.

Il protocollo di Intesa tra Miur e Microsoft ha contribuito all’innovazione del sistema scolastico dimostrato anche in questo periodo di emergenza sanitaria in cui istituzioni e colosso americano hanno collaborato insieme per fornire le piattaforme in cloud utilizzate per la continuità didattica.

Microsoft ha annunciato ulteriori investimenti nel nostro Paese proprio per alimentare la ricerca e per sviluppare le competenze digitali degli studenti, utili per affrontare le sfide nel mondo del lavoro.

Commentando i dati durante l’evento, il CEO Satya Nadella ha affermato che “abbiamo visto due anni di trasformazione digitale concentrati in due mesi”. Una considerazione che vale tanto per l’ambito professionale con il passaggio allo smartworking quanto per la scuola.

Durante l’evento sono stati presentati, inoltre, i risultati di “Emotion Revolution: Emozioni e Didattica a Distanza durante l’emergenza Covid-19”, una ricerca qualitativa di Microsoft Italia, realizzata in collaborazione con PerLAB e Wattajob, che ha avuto l’obiettivo di scattare una prima fotografia degli effetti emotivi dell’emergenza Coronavirus nel mondo della scuola, tra gli insegnanti e gli studenti e che si propone di monitorarne l’evoluzione fino alla fine dell’anno scolastico. I dati fanno emergere considerazioni molto interessanti. I docenti hanno percepito un clima sostanzialmente positivo e un generale buon grado di soddisfazione della nuova modalità didattica.

Le prime tre emozioni provate dai docenti sono: interesse, determinazione e speranza, mentre ansia, stanchezza e insicurezza sono i tratti del mood negativo.

Circa il 71% degli insegnanti ha dichiarato di aver avuto un significativo miglioramento del rapporto con la tecnologia pur nell’incertezza di quella che potrebbe essere l’organizzazione scolastica futura.
Tra i maggiori vantaggi che gli studenti hanno avuto da questa nuova situazione è lo sviluppo delle competenze digitali e la maggior autonomia nell’apprendimento.
Sarà importante non disperdere questo know how.
Durante l’incontro è emerso inoltre che più del 70% degli atenei italiani sta erogando i propri corsi in modalità e-learning, completamente digitale, affidandosi agli strumenti di Teams.
“La tecnologia di ha permesso di accorciare le distanze” ha affermato nel suo intervento la ministra Azzolina, precisando che “Dobbiamo impegnarci a trasformare questo momento di difficoltà in un’opportunità per il futuro”.

Ultimo giorno di scuola in classe, il Comitato tecnico scientifico blocca tutto

da La Tecnica della Scuola

Il Comitato Tecnico Scientifico, secondo quanto apprende l’Ansa, ha deliberato negativamente sulla possibilità di riaprire le scuole per l’ultimo giorno dell’anno scolastico.

Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Agostino Miozzo, avrebbe spiegato che ieri pomeriggio tutti i componenti del Comitato hanno deliberato negativamente sulla possibilità di trascorrere l’ultimo giorno dell’anno scolastico in classe.

Il presidente Miozzo – sempre a quanto apprende l’ANSA – avrebbe spiegato che il Comitato ha deliberato all’unanimità l’impossibilita di concludere l’anno scolastico a scuola perché sarebbe complicato gestire il distanziamento tra giovani e giovanissimi in un periodo in cui il contagio ancora esiste.

Ci saranno problemi – è emerso poi nel corso dell’incontro avvenuto con il ministero dell’Istruzione e i sindacati – per mettere insieme le richieste dei sindacati con le decisioni che dovranno essere assunte per il rientro in classe a settembre.

I sindacati hanno denunciato che, secondo dati in loro possesso, si dovranno formare classi troppo numerose, spesso con 29-32 alunni; hanno chiesto che le responsabilità non siano in capo ai dirigenti scolastici ed hanno evidenziato che il protocollo per il rientro a settembre non potrà essere chiuso in modo celere come è stato per la maturità.

Bocciata, dunque, l’idea della vice ministra dell’Istruzione, Anna Ascani, che domenica scorsa, su La Repubblica, aveva avanzato questa possibilità: “Vorrei dare la possibilità agli studenti delle ultime classi dei singoli cicli, la quinta elementare, la terza media, le quinte superiori, di potersi incontrare a scuola, se possibile anche nella loro aula, per celebrare l’ultimo giorno dell’Anno Scolastico 2019-2020. In sicurezza, a piccoli gruppi. Se proprio non si potrà dare il via libera per un incontro a scuola, immaginiamo allora un museo: l’ultima visita di istruzione nell’anno in cui gite e mostre sono saltate per l’emergenza. I comuni, rappresentati dall’Anci, la pensano come me”.

Anna Ascani

@AnnaAscani

Il ha detto che l’ non si può fare “in classe”. Ed io su @repubblica avevo detto “almeno all’aperto si può”. Lavoriamo per permetterlo quindi all’aperto, in sicurezza. Non si può negare a bambini e ragazzi delle classi terminali questa possibilità.

102 utenti ne stanno parlando

Una proposta simile l’abbiamo già riportata su questa testata e riguarda l’appello dei genitori sardi al Governatore Solinas per far incontrare per l’ultima volta gli alunni di quinta primaria con le loro maestre.

Ultimo giorno di scuola in classe, l’intervento di Maddalena Gissi (Cisl Scuola)

“Mi attengo alle indicazioni delle autorità sanitaria che in questo periodo di pandemia hanno guidato il Paese in modo scrupoloso e per il bene di tutti. Le emozioni e la gioia troveranno in altri momenti e in altre sedi la giusta collocazione. Dispiace non aver avuto la scuola come punto di aggregazione ma le responsabilità istituzionali ci devono accompagnare sempre, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà. Invitare famiglie e studenti ad una grande festa lo si può fare, ma non nelle scuole. Valutino i sindaci quale luogo è più opportuno e di chi sarà la responsabilità per la definizione delle misure anticontagio”. Così la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi.

Maturità 2020, indicazioni per la sostituzione dei componenti delle commissioni

da La Tecnica della Scuola

Le regole per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo dell’a.s. 2019/2020 per gli studenti del secondo ciclo di istruzione sono contenute nella O.M. n. 10 del 16 maggio 2020.

Quest’anno, a causa dell’emergenza Covid-19, l’esame sarà svolto in modalità semplificata con il solo colloquio a partire dal 17 giugno.

Anche la composizione delle commissioni d’esame è diversa dagli altri anni: infatti, le commissioni d’esame sono costituite da due sottocommissioni, costituite ciascuna da sei commissari appartenenti all’istituzione scolastica sede di esame, con presidente esterno unico per le due sottocommissioni. I commissari sono designati dai competenti consigli di classe.

Quindi, commissari interni, presidente esterno.

Quali obblighi per presidente e commissari

Ai sensi dell’art. 12 della O.M., la partecipazione ai lavori delle commissioni dell’esame di Stato da parte del presidente e dei commissari rientra tra gli obblighi inerenti allo svolgimento delle funzioni proprie dei dirigenti scolastici e del personale docente della scuola.

Non è consentito ai componenti le commissioni di rifiutare l’incarico o di lasciarlo, salvo nei casi di legittimo impedimento per motivi che devono essere documentati e accertati.

Sostituzione dei componenti delle commissioni

Le sostituzioni di componenti le commissioni, che si rendano necessarie per assicurare la piena operatività delle commissioni stesse sin dall’insediamento e dalla riunione preliminare, sono disposte dal dirigente scolastico nel caso dei componenti, dall’USR nel caso dei presidenti.

In proposito, la O.M. ribadisce che il personale utilizzabile per le sostituzioni, con esclusione del personale con rapporto di lavoro di supplenza breve e saltuaria, deve rimanere a disposizione dell’istituzione scolastica di servizio fino al 30 giugno 2020.

In caso di sostituzione di un componente la commissione, questo è l’ordine di priorità da rispettare:

a) individuazione e nomina di docente della medesima disciplina o in possesso di relativa abilitazione o in subordine titolo di studio, in servizio presso l’istituzione scolastica sede d’esame;

b) individuazione e nomina di docente di disciplina affine o in possesso di relativa abilitazione o in subordine titolo di studio, in servizio presso l’istituzione scolastica sede d’esame;

c) individuazione e nomina di docente della medesima disciplina o in possesso di relativa abilitazione o in subordine titolo di studio, cui affidare incarico di supplenza per la durata degli esami di Stato;

d) individuazione e nomina di docente di disciplina affine o in possesso di relativa abilitazione o in subordine titolo di studio, cui affidare incarico di supplenza per la durata degli esami di Stato;

e) nel solo caso in cui non sia possibile individuare i docenti di cui alle precedenti lettere, individuazione e nomina di docente di altra disciplina, secondo il seguente ordine di priorità:

  1. docente del consiglio di classe corrispondente alla sottocommissione;
  2. docente in servizio presso l’Istituzione scolastica sede d’esame;
  3. docente cui affidare incarico di supplenza per la durata degli esami di Stato.

Assenza durante il colloquio

Se durante l’espletamento del colloquio, uno dei commissari dovesse assentarsi per non più di un giorno, sono interrotte tutte le operazioni d’esame relative al giorno stesso. In ogni altro caso di assenza, il commissario assente è tempestivamente sostituito per la restante durata delle operazioni d’esame.

Qualora si assenti il presidente, sempre per un tempo non superiore a un giorno, possono effettuarsi le operazioni che non richiedono la presenza dell’intera commissione. In luogo del presidente, deve essere presente in commissione il suo sostituto.

L’assenza temporanea dei componenti della commissione deve riferirsi a casi di legittimo impedimento documentati e accertati.

Su precari accordo inadeguato, poche risorse per il rientro a scuola in sicurezza. Sindacati proclamano stato di agitazione

da Tuttoscuola

Mentre è in corso in Senato l’esame del Decreto scuola che, tra i suoi obiettivi, ha l’immissione in ruolo di 32.000 docenti precari con almeno 36 mesi di servizio, i cinque maggiori sindacati del settore, FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL E GILDA UNAMS, fanno sapere di essere insoddisfatti delle mediazioni politiche raggiunte fra i gruppi di maggioranza. Hanno quindi inviato ai ministeri competenti una richiesta di svolgimento del tentativo di conciliazione, sancendo formalmente lo stato di agitazione della categoria.

Gli esiti dell’incontro notturno di maggioranza hanno definito un quadro che ora deve passare il vaglio parlamentare, ma dai sindacati arriva un giudizio di totale insoddisfazione.

“Le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto accordi, con due governi e tre ministri, proprio su questa materia – si legge nel comunicato unitario – e responsabilmente hanno condiviso le linee guida su cui aprire un dibattito serio e costruttivo per riaprire le scuole a settembre. Un impegno volto ad individuare soluzioni praticabili, come nell’accordo sottoscritto qualche giorno fa per lo svolgimento degli esami di Stato. Stiamo parlando di docenti e personale ATA che saranno pochi rispetto all’organico necessario per affrontare la riapertura, che impone fra l’altro l’adozione di misure organizzative di cui ogni giorno emergono anticipazioni più o meno fondate”.

“L’unica certezza – dicono ancora i sindacati – è che Il prossimo anno scolastico si presenta con un numero di precari mai visto prima, oltre 200 mila. In questo contesto, che impone di guardare con estrema attenzione alla chiusura di questo anno scolastico e alla ripresa del prossimo, l’intesa di maggioranza decide di chiudere gli occhi di fronte alla realtà e rinviare le azioni nel tempo; con un accordo tutto teso a salvaguardare ruoli e rapporti politici nella maggioranza, si stravolge l’intero percorso fin qui compiuto con un lavoro durato oltre un anno.
L’esigenza, da tutti avvertita e fortemente rivendicata dai sindacati, di mettere in ruolo al primo settembre almeno una parte dei precari, che hanno permesso per anni e anni di fare funzionare la scuola, è stata alla base del confronto, volto a costruire anche attraverso il superamento della precarietà troppo diffusa un progetto di sviluppo del sistema scolastico che oggi deve in più affrontare i temi collegati all’uscita da un’emergenza senza precedenti”.

“Servono risorse, serve confronto sindacale, serve rispetto per gli accordi. Si procede, invece, con atteggiamenti predeterminati e di contrasto. Non è questo il modo migliore per favorire una ripartenza del sistema scolastico sorretta da forti elementi di condivisione e collaborazione. La richiesta di conciliazione che oggi abbiamo inviato al ministero vuole essere un richiamo alla realtà per una politica governativa che ne appare spesso disancorata, affidata a narrazioni improntate a un forzato ottimismo. I problemi della scuola – conclude il comunicato unitario dei sindacati – erano tanti e urgenti già prima che irrompesse l’emergenza della pandemia: progettare un ritorno alla didattica in presenza, di cui tutti avvertiamo impellente bisogno, significa oggi mettere in campo uno sforzo straordinario, fatto di investimenti, ma anche di rispetto e valorizzazione delle energie professionali di cui la scuola dispone, mettendo le istituzioni scolastiche in condizione di esprimersi e di operare al meglio”.

L’adozione dei libri di testo e l’Ordinanza cerchiobottista

da Tuttoscuola

Dopo la pubblicazione delle ordinanze sulla valutazione, sull’esame del primo ciclo e su quello della maturità – molto ricche di deroghe rispetto all’ordinario, fino a far intravedere a qualcuno rischi di forzature costituzionali – ci si attendeva anche per l’ordinanza sull’adozione dei libri di testo qualche sorpresa o qualche deroga coraggiosa e sorprendente.

Il DL sulla scuola, all’art. 2 prevede che “Con una o più ordinanze del Ministro dell’istruzione, …, per l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020/2021, sono adottate, anche in deroga alle disposizioni vigenti, misure volte: …(omissis)… all’eventuale conferma, al verificarsi della condizione di cui al comma 4 dell’articolo 1, per l’anno scolastico 2020/2021, dei libri di testo adottati per il corrente anno scolastico, in deroga a quanto previsto agli articoli 151, comma 1, e 188, comma 1, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297”.

E l’OM n. 17 per l’adozione dei libri di testo per il prossimo anno scolastico quali deroghe ha introdotto? Ha seguito la linea, in qualche passaggio alternativa e spregiudicata, delle tre precedenti ordinanze?

Con una soluzione equidistante l’OM consente sia di adottare nuovi testi, sia di confermare le adozioni dei precedenti anni: un colpo al cerchio e un colpo alla botte.

“1. Entro l’11 giugno 2020 i Collegi dei Docenti delle istituzioni scolastiche statali e paritarie, sentiti i consigli di interclasse e di classe, possono deliberare per l’anno scolastico 2020/2021 nuove scelte riguardanti le adozioni dei libri di testo …..

  1. Entro l’11 giugno 2020 i Collegi dei Docenti delle istituzioni scolastiche statali e paritarie, qualora per motivi legati all’emergenza epidemiologica da COVID-19 non si siano verificate le condizioni per procedere a nuove scelte adozionali, sentiti i consigli di interclasse e di classe, possono deliberare per l’anno scolastico 2020/2021 la conferma dei libri di testo già adottati per l’anno scolastico 2019/2020”.

Può sembrare una soluzione semplice, ma invece l’OM potrebbe complicare la vita delle istituzioni scolastiche anche per il ritardo di emanazione, meno sollecita delle altre tre pubblicate qualche giorno prima del 18 maggio, termine ultimo di possibile ripresa delle lezioni in presenza.

Più facile sarebbe stato ordinare soltanto la conferma, mentre invece la possibilità (tutta virtuale) di adottare nuovi testi metterà le scuole in difficoltà per consultare nuovi testi (eventualmente per via telematica).

Fare scuola insieme: il documento dei sindacati per un ritorno in sicurezza alle attività in presenza

da Tuttoscuola

La chiusura prolungata delle scuole è una ferita per tutto il paese. Nonostante l’impegno profuso dai docenti con grande senso civico, il ricorso obbligato ed esclusivo alla didattica a distanza si rivela una condizione innaturale, nella quale si accentuano squilibri e disuguaglianze e viene meno la dimensione indispensabile delle relazioni sociali dirette, essenziali e fondative di una comunità educante. Questa la ragione fondamentale per cui è necessario che la scuola riapra quanto prima le sue porte a milioni di alunne e alunni, di studenti e studentesse: non solo ne hanno diritto, ma ne esprimono un bisogno insopprimibile. Non basta tuttavia riaprire gli edifici, se non si mette la scuola in condizione di svolgere la funzione che la Costituzione le assegna. Non quella di una semplice custodia, ma quella di istruire, educare, formare cittadini liberi e responsabili, in un ambiente democratico. Ne parla un documento realizzato da Cisl Scuola, FLC CGIL, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, “Fare scuola insieme”. Ne riportiamo di seguito i punti fondamentali.
Se per svolgere efficacemente questi compiti lo stare insieme a scuola è condizione necessaria, lo è altrettanto lo stare insieme che deve unire scuola e società. Se manca questo legame, viene meno la possibilità di un’interazione tra scuola, famiglia, comunità sociale perché possano agire in termini di corresponsabilità e mutuo supporto.
Sul piano politico, ciò significa porre istruzione e formazione come temi cui assegnare centralità: in questo senso l’emergenza che stiamo vivendo può segnare un momento di accresciuta consapevolezza e di svolta, mettendo in risalto il grande bisogno di educazione e istruzione come condizione per superare le disuguaglianze; elevando le grandi energie che la scuola sa esprimere; trovando soluzione ai disagi e alle difficoltà con cui si misura a causa di annosi ritardi e insufficienze nelle scelte di politica scolastica.
Per la scuola l’esperienza condotta in questi mesi può rivelarsi utile per ripartire non certo con un semplice ritorno ad una condizione precedente, ma per rinnovarsi e crescere facendo tesoro di conoscenze nel frattempo acquisite, affrontando con più consapevolezza ed efficacia strumenti e linguaggi avanzati, promuovendone un uso più critico e consapevole, in funzione di nuovi modelli di sviluppo economico e sociali ecocompatibili. Inoltre, va colta l’opportunità di valorizzare modalità per molti aspetti inedite e diverse di lavorare, di cui si sono sperimentate in modo diffuso praticabilità e livelli di efficacia.
RIAPRIRE IN SICUREZZA
Riaprire le scuole non è operazione semplice in presenza delle regole e dei vincoli imposti dalla necessità di prevenire i rischi di contagio, alla cui scrupolosa osservanza è chiamata una platea vastissima di soggetti, ma che soprattutto richiedono opportune soluzioni organizzative e il supporto di adeguate risorse economiche e professionali. È doveroso garantire la massima tutela della salute al personale scolastico, ad alunne e alunni, alle loro famiglie e di riflesso all’intera collettività. Alla convivenza nei locali scolastici di oltre dieci milioni di persone si aggiunge l’impatto che si produce per l’enorme flusso di movimenti che la frequenza scolastica implica necessariamente. Da qui l’esigenza che la ripresa delle attività sia preparata fin da ora mettendo a punto soluzioni adeguate, tecnicamente ineccepibili ed esteticamente rilevanti con la massima tempestività. Perché abbiano la massima efficacia, oltre agli apporti di elevata competenza di cui avvalersi nella fase di elaborazione serve favorire il massimo coinvolgimento del personale della scuola che può dare un contributo di esperienza e conoscenza e sarà comunque chiamato a darne pratica e concreta attuazione.
CIÒ CHE SERVE SUBITO
Per reggere l’impegno richiesto dal rispetto delle misure anticontagio e dai conseguenti adattamenti di tipo organizzativo, dovendosi comunque prevedere una consistente riduzione degli affollamenti nelle aule, rivedendo profondamente le consuete modalità operative, sarà comunque necessario far leva su una forte sinergia fra scuola, famiglie, territorio, anche attraverso accordi con i livelli istituzionali e convenzioni con enti, associazioni e con gli enti locali per ampliare gli spazi della didattica in presenza anche fuori dai tradizionali edifici scolastici.
Servono ingenti e immediati investimenti sulle strutture e sul personale perché vi siano:
  • spazi adeguati e sicuri, anche in termini di presidi sanitari stabili
  • potenziamento delle risorse professionali: più docenti per gestire gruppi classe meno affollati, più collaboratori per le accresciute esigenze di pulizia, igiene, vigilanza
  • risorse per la formazione di tutto il personale
  • stabilità del lavoro per garantire la continuità didattica e un’efficace gestione degli uffici di segreteria
  • insegnanti specializzati per agire efficacemente su disabilità e fragilità educativa
  • efficace supporto alle innovazioni metodologico-didattiche aggiornando e rinnovando i processi amministrativi e gestionali
Più che negli anni precedenti, si pone l’esigenza di assicurare un ordinato avvio dell’anno scolastico: ciò significa avere al 1° di settembre tutto il personale docente, ATA e dirigente pronto ad assumere servizio in modo certo e stabile. La precarietà del lavoro ha raggiunto nel tempo dimensioni troppo estese, che le difficoltà del momento rendono del tutto insostenibili. Va colta invece l’occasione per valorizzare opportunamente la consistente esperienza professionale maturata nel tempo, che può rivelarsi risorsa preziosa su cui puntare, dando stabilità al lavoro e certezza di risorse alle istituzioni scolastiche. Non è il momento degli arroccamenti e delle dispute ideologiche, è il momento del coraggio, della responsabilità e del buon senso.

‘La Scuola in Tivù – Istruzione degli adulti’: Ministero dell’Istruzione e Rai aprono una nuova ‘aula’ in televisione

da Tuttoscuola

Ministero dell’Istruzione e Rai aprono in tv una nuova “aula”, dedicata agli iscritti ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA). Un progetto nato per non lasciare indietro nessuno.

Dallo scorso lunedì 25 maggio ha preso il via “La Scuola in Tivù – Istruzione degli adulti”. La trasmissione andrà in onda su Rai Scuola (canale 146) dal lunedì al venerdì alle 11.00 e, in replica, alle 16.00 e alle 21.00. Un percorso didattico di 30 puntate organizzato su quattro assi culturali (dei linguaggi, matematico, storico-sociale e scientifico-tecnologico): 22 lezioni, una per ciascuna delle competenze previste dai percorsi di istruzione per gli adulti di primo livello, più altre 8 di approfondimento.

Le 30 puntate sono rivolte agli adulti iscritti ai CPIA che sono quasi 230mila, di cui più di 13mila i detenuti che studiano nelle sezioni carcerarie. In particolare, le lezioni sono destinate agli iscritti ai percorsi di primo livello.

La Scuola in Tivù  Istruzione degli adulti” va ad aggiungersi alla programmazione speciale messa in campo dal Ministero dell’Istruzione e dalla Rai in occasione della sospensione delle lezioni a scuola a seguito dell’emergenza sanitaria. Ogni giorno, su diversi canali televisivi, viene proposta un’offerta dedicata alle diverse fasce d’età: dai più piccoli fino agli studenti che devono affrontare gli Esami di Stato del secondo ciclo.

A tenere le video-lezioni per gli adulti sono docenti dei 130 CPIA presenti in Italia. Insegnanti che conoscono bene gli studenti e le loro necessità.

Il programma della prima settimana prevede lezioni per interagire oralmente in maniera efficace e collaborativa; leggere, comprendere e interpretare testi scritti di vario tipo (asse dei linguaggi); operare con i numeri interi e razionali (asse matematico); orientarsi nella complessità del presente (asse storico-sociale) e osservare, analizzare e descrivere fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale (asse scientifico-tecnologico).

Il link al video di lancio:

https://www.facebook.com/MIsocialFB/videos/936941940063248/?epa=SEARCH_BOX

Nota 27 maggio 2020, AOODGSIP 1667

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico Ufficio quarto

Alle Istituzioni scolastiche statali LORO E MAIL
Alle Istituzioni scolastiche paritarie LORO E MAIL
e, p.c. : Agli Uffici Scolastici Regionali LORO E MAIL

Oggetto: Avvio delle attività di formazione e-Learning per la presentazione dei progetti relativi ai bandi per l’acquisto di sussidi didattici e/o tecnologie assistive per alunni e studenti con disabilità a.s. 2019/2020 – D.Dip n. 1795 del 2019 – Art. 7, comma 3 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 63.

Decreto Dipartimentale 27 maggio 2020, AOODPIT 637

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione

Procedura straordinaria per titoli ed esami per l’immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno. Rinvio termini delle istanze