Graduatorie ad esaurimento: domande entro il 3 luglio per scioglimento della riserva e altri titoli

da La Tecnica della Scuola

Con D.M. n. 36 del 23 giugno 2020 il M.I. ha fornito indicazioni in merito alle procedure di scioglimento delle riserve e di inserimento dei titoli di specializzazione sul sostegno e di didattica differenziata degli aspiranti presenti nelle Graduatorie ad esaurimento.

In particolare, dal 24 giugno al 3 luglio le domande di inclusione a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento, di aggiornamento dei titoli di riserva, di inclusione negli elenchi del sostegno o negli elenchi relativi ai metodi didattici differenziati devono essere rivolte alla sede territoriale dell’Ufficio scolastico regionale che ha gestito la relativa domanda per il triennio 2019/22.

Per farlo, dovranno utilizzare esclusivamente l’apposita istanza disponibile sul sito internet del Ministero al percorso “Argomenti e Servizi > Reclutamento e servizio del personale scolastico > Graduatorie a esaurimento > Aggiornamento graduatorie ad esaurimento aa.ss.2019-2021”.

In proposito si fa presente che il 3 luglio è il termine entro il quale:

  • i docenti già iscritti con riserva nelle graduatorie ad esaurimento, in attesa del conseguimento del titolo, devono conseguire l’abilitazione ai fini dello scioglimento della riserva per l’anno scolastico 2020/21
  • ii docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento devono possedere i requisiti per beneficiare della riserva dei posti . Ai fini dell’assunzione sui posti riservati, i candidati interessati devono dichiarare di essere iscritti nelle liste del collocamento obbligatorio alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda
  •  i docenti già iscritti nelle graduatorie ad esaurimento devono conseguire il titolo di specializzazione sul sostegno. Entro lo stesso termine possono essere dichiarati i titoli di specializzazione all’insegnamento relativi ai metodi didattici differenziati ai fini dell’inclusione nei relativi elenchi.

Il Covid aumenta i rischi storici degli edifici scolastici

da La Tecnica della Scuola

Nelle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2008 (NTC-2008) è stato dedicato un capitolo alle costruzioni esistenti (anche quelle non strategiche né di particolare rilevanza), nel quale sono indicati i casi in cui la valutazione della sicurezza è obbligatoria (gravi errori di progetto o costruzione, cambio destinazione d’uso, interventi che interagiscano con la struttura) e quelli in cui è obbligatorio l’adeguamento (sopraelevazioni, ampliamenti, variazione di classe, interventi strutturali).

A tal riguardo per rendere più sicuri gli edifici scolastici il dirigente scolastico è tenuto a:

  • richiedere periodicamente (almeno una volta all’anno) all’Ente proprietario di effettuare le ispezioni e i controlli periodici e di fornirne riscontro formale alla scuola, ai sensi dell’art. 18 c. 3 del D.lgs. 81/08
  • segnalare prontamente all’Ente Proprietario la presenza di anomalie riscontrabili a seguito di un evento (ad es. caduta di intonaco dai soffitti ) o riscontro visivo (ad es. la presenza d’infiltrazioni d’acqua che potrebbero rendere critiche le resistenze dei controsoffitti o dei solai) per i necessari interventi, sempre in riferimento all’art. 18 c. 3 del D.lgs. 81/08
  • valutare il rischio in base all’esito dei predetti riscontri da parte dell’Ente Proprietario e in base alla presenza di eventuali anomalie.
  • nel caso si rendessero evidenti segnali di pericolo concreto e attuale di danno agli alunni e personale adottare opportuni provvedimenti di delimitazione o chiusura degli spazi a rischio

Oggi con la presenza del Coronavirus questi provvedimenti diventano ancor più necessari in quanto il rischio biologico potrebbe intrecciarsi con quello strutturale, aumentando il pericolo infortunio per tutti i lavoratori della scuola.

Privacy, diffusione dei dati nelle graduatorie di istituto nella relazione annuale del Garante

da La Tecnica della Scuola

Il 23 giugno l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha presentato la Relazione sull’attività svolta nel 2019.

Come ogni anno, la Relazione illustra i diversi fronti sui quali è stato impegnato il Collegio dell’Autorità nel corso dell’anno di proroga del suo mandato, caratterizzato in questi ultimi mesi dall’impatto determinato dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19 su tutti i settori della vita nazionale.

Il 2019 ha peraltro rappresentato per l’Autorità un anno particolarmente impegnativo ai fini del progressivo adeguamento al Regolamento Ue da parte dei soggetti pubblici e privati per i quali sono oggi previste nuove responsabilità.

Tra i tanti interventi promossi dal Garante, molti hanno riguardato le istituzioni scolastiche e in particolare la corretta gestione dei dati personali.

Il Garante ha infatti ricevuto numerosi reclami e segnalazioni aventi a oggetto la diffusione, sul sito web istituzionale di alcuni istituti scolastici, di graduatorie d’istituto relative al personale docente o al personale Ata, contenenti anche informazioni relative all’indirizzo di residenza, al numero di telefono fisso o di cellulare, all’indirizzo e-mail del personale nonché (a seguito degli approfondimenti effettuati) all’indicazione dei titoli di preferenza del personale scolastico e ai dati relativi alla salute dei docenti, contrariamente a quanto previsto dal Codice che ne vieta esplicitamente la diffusione.

In seguito all’intervento dell’Autorità, gli istituti scolastici hanno prontamente rimosso tali dati dal sito istituzionale.

Graduatorie di docenti e dati personali relativi a docenti sono stati diffusi anche da alcuni uffici scolastici regionali.

In tutte le ipotesi richiamate, il Garante ha proceduto alla notifica di violazione ai sensi dell’art. 166 del Codice con conseguente avvio del procedimento per l’adozione di provvedimenti correttivi/sanzionatori.

La diffusione di dati personali è stata inoltre oggetto di verifiche, effettuate dal Garante e culminate con la notifica della violazione ai sensi del richiamato art. 166 del Codice, in relazione a reclami riguardanti ipotesi di diffusione di dati personali, anche relativi alla salute, riguardanti studenti, nonché la diffusione di informazioni concernenti le valutazioni intermedie di candidati a una procedura selettiva bandita da un’università.

Ritorno in classe, dalle lezioni il sabato alla didattica mista: le scuole decideranno in autonomia

da La Tecnica della Scuola

Sono giorni decisivi per il piano di riapertura scuole: dopo le indicazioni contenute nella bozza delle linee guida del Ministero, si attende prima il parere dei sindacati e poi l’accordo definitivo con le Regioni.

L’autonomia delle scuole

Uno dei punti fondamentali del testo in questione, riguarda il richiamo all’autonomia e flessibilità organizzativa delle scuole. Vediamo cosa si prevede, ammesso questo sia l’indirizzo definitivo.

L’autonomia scolastica, in questo senso, varrà per organizzare l’attività didattica in modo personalizzato dal punto di vista degli spazi e delle modalità.

Si parte con una riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento e l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o diverse classi o addirittura di diversi anni di corso. A questo si assocerebbe una frequenza scolastica in turni differenziati.

Un aspetto molto importante è la possibilità, per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado, di implementare una didattica mista, ossia che preveda lezioni in presenza integrate a lezioni online.

L’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari e l’estensione del tempo scuola al sabato, nel caso in cui si sia adottato in passato il modello della settimana corta.

In questo caso, però, è necessaria una delibera da parte degli organi collegiali.

A proposito di spazi, le scuole potranno quindi prevedere nuovi spazi alternativi per svolgere le lezioni in sicurezza: che siano palestre o altri spazi esterni agli edifici scolastici non cambia molto. Ma è chiaro che, in questo caso, l’autonomia dei singoli istituti potrebbe diventare un punto delicato, specie se si dovesse scegliere di andare in cinema o teatri dismessi. In tali circostanze, sarebbe necessario un serrato dialogo con gli Enti locali.

Già i presidi, però, fanno sapere di non essere molto soddisfati dell’orientamento, dato che mancherebbero indicazioni certe ma soprattutto risorse per attuare queste misure.

Ritorno a scuola, Azzolina: ‘Supporto ai dirigenti scolastici e risorse’

da Tuttoscuola

“Ai dirigenti scolastici chiedo collaborazione e garantisco tutto il sostegno necessario, nessuna volontà di scaricare su di loro le responsabilità”. E’ quanto dichiarato, secondo quanto riportato dall’AGI, dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina  nella riunione in corso con i sindacati e con gli Uffici scolastici regionali in vista della presentazione domani delle Linee guida per la riapertura delle scuole.

“In questi mesi hanno dato un grande contributo- continua la Ministra -, immaginare una ricetta unica e centralizzata sarebbe irrispettoso verso di loro e nei confronti dei territori. Diamo un pacchetto di soluzioni e tutte le risorse che servono e accompagniamo le scuole una per una, fino alla ripresa di settembre”.

Piano scuola: ‘Follia. Se continua così a settembre dovremo occupare le scuole’

da Tuttoscuola

“Il documento dice l’esatto contrario di quello che chiediamo. In questo modo il governo punta a scrollarsi di dosso ogni responsabilità facendo ricadere tutto sui presidi, ma non si rende conto che farà un danno enorme ai nostri ragazzi”. E’ il commento alla bozza di linee guida sul ritorno a scuola a settembre di  Costanza Margiotta, portavoce del comitato di genitori ‘Priorità alla Scuola’ che, domani, protesterà in 60 piazze d’Italia. E la sua non è l’unica voce contraria alle linee guida che stanno circolando in queste ore. Come lei sono contrari anche presidi e sindacati. Tanto che molti minacciano di occupare le scuole a settembre.

“Imponendo turni, riducendo la didattica, prevedendo l’esternalizzazione di alcuni servizi e mettendo nello stesso gruppo alunni di prima e quinta elementare si perde ogni continuità nella programmazione didattica – continua Margiotta -.” Il prezzo più grande sarà pagato dai ragazzi: “Gli studenti si ritroveranno con grosse lacune e le diseguaglianze aumenteranno – aggiunge Margiotta e provoca -. Per non parlare del fatto che non è specificata alcuna indicazione sui protocolli sanitari da rispettare. La nostra diventerà una manifestazione contro le linee guida e, se le cose non cambieranno, a settembre non porteremo i ragazzi nelle scuole, finirà che dovremo occuparle”.

Non meno preoccupati sono i presidi sui quali sembra pesare ogni decisione in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico: “Ognuno di noi dovrà cimentarsi in un gioco degli incastri ridisegnando spazi, composizione delle classi, turnazione dei ragazzi e degli insegnanti – afferma Alessandro Artini dell’Associazione nazionale presidi -. I nostri istituti non sono adeguati ad affrontare da soli questa situazione, mancano gli spazi e mancano i docenti. Nella bozza delle linee guida si parla di un miliardo destinato al personale, ma più che ai docenti si fa riferimento agli Ata. Certo si tratta di un aiuto indispensabile, ma certo non si può pretendere che un custode passi un’ora intera a sorvegliare una classe in attesa che arrivi l’insegnante impegnato in un’altra lezione. Questa è follia”.

“La prima impressione è che manca del tutto la premessa più importante, che è quella degli investimenti – osserva Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil -. I soldi ci sarebbero, dai fondi strutturali senza vincoli già da adesso, alle risorse del Recovery fund a quelle del Mes. Il punto è che è questo il momento di decidere dove dirottarle e la scuola non può essere dimenticata. Per far ripartire a pieno ritmo gli istituti tra personale, interventi di edilizia e dispositivi di sicurezza, occorrerebbero almeno 2,9 miliardi di euro in più”.

Critico nei confronti della bozza di Piano Scuola anche  Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile Scuola della Lega:  Con il piano per la ripresa delle attività didattiche a settembre – dichiara il Senatore – il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina partorisce il classico topolino.
Due sole certezze nelle indicazioni che saranno fornite alle scuole dopo il passaggio in Conferenza Unificata: il ministro si appiattisce totalmente sulle posizioni del Comitato tecnico scientifico istituito presso il ministero della Salute, senza assumersi alcuna responsabilità decisionale; la soluzione dei problemi relativi alla capienza delle aule, agli interventi di edilizia “leggera” e alla gestione del trasporto scolastico viene scaricata su Tavoli regionali e conferenze di servizio, cioè su Regioni, enti locali, uffici scolastici regionali e scuole. Il tutto a due mesi dalla riapertura! Senza contare che, col ritardo accumulato, Province e Comuni saranno destinatari (se va bene) a luglio inoltrato dei fondi PON per gli interventi di edilizia leggera richiesti dalle scuole…”.

Bozza Piano Scuola, Gelmini: ‘Poche certezze, tanta confusione’

da Tuttoscuola

Le linee guida relative al ritorno a scuola del prossimo settembre ancora non sono ufficiali, ma iniziano ad attirare critiche.  “Al netto del dato positivo della reintroduzione tra le materie di studio dell’educazione civica – presentato in pompa magna dal ministro Azzolina, ma frutto di una legge approvata dal Parlamento più di un anno fa -, l’avvio del nuovo anno scolastico, previsto per metà settembre, sarà all’insegna del caos e dell’approssimazione”, dichiara per esempio Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

“Quasi tutto – continua Gelmini -, a quanto si apprende dalle bozze del Piano-Scuola 2020-2021 in circolazione, sarà demandato a decisioni successive, che verranno prese dagli enti locali, dai governatori, dai singoli istituti. Poche certezze, tanta confusione”.

Critica nei confronti della bozza di piano scuola anche Valentina Aprea, deputata di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Istruzione del movimento azzurro: “Proviamo inquietudine e rabbia per le anticipazioni fornite dai comunicati della Ministra Azzolina e dalla stampa sulla riapertura delle scuole a settembre. Siamo stati facili profeti quando abbiamo anticipato nelle aule parlamentari che il Governo si avviava a scaricare sui Sindaci e sui Dirigenti scolastici le tante e molteplici responsabilità legate alla ripresa delle lezioni nel mese di settembre”.

“Quello che preoccupa Forza Italia – spiega ancora Aprea – non è certo il fatto che ci sia una valorizzazione delle forme di flessibilità derivanti dall’autonomia scolastica, anche perché proprio noi abbiamo per primi indicato come via maestra una nuova organizzazione delle attività didattiche molto più improntate al modello dei Campus che non a quello delle caserme (rigidità di spazi, di orari, lezioni frontali e assegnazione dei docenti ai gruppi classe).  Quello che ci inquieta è che queste indicazioni arrivino fuori tempo massimo – a fine giugno per i primi di settembre – e senza i necessari finanziamenti per operare gli stravolgimenti di natura didattica e organizzativa che vengono richiamati nel documento ministeriale. Innanzitutto, ricercare altre strutture o spazi, al di fuori degli edifici scolastici per tutti gli alunni per i quali non saranno sufficienti gli spazi tradizionali, richiede che i dirigenti scolastici abbiano a disposizione risorse cospicue per convenzioni, protocolli e assicurazioni”.

“Così pure, se si dovesse fare ancora ricorso alla didattica a distanza per lezioni a giorni alterni degli studenti delle scuole superiori, occorrerà verificare se esistono le condizioni sia di connettività che di possesso di strumenti tecnologici individuali per non creare nuove disuguaglianze. Ma anche in questo caso, occorrono finanziamenti certi per non incorrere nei limiti dell’uso della DAD, già denunciati nel periodo del lockdown”.

“Restano poi tutte le responsabilità legate alle misure di prevenzione e sicurezza, a cominciare dall’adeguamento degli spazi interni ed esterni degli edifici scolastici, fino alle modalità di presenza-distanza degli alunni negli ambienti scolastici. Responsabilità ripartite tra i Sindaci e, ancora una volta, tra i Dirigenti scolastici, che pur in presenza di piani operativi adeguati non avrebbero, a questo punto, né il tempo, né le risorse per attuarli. Forza Italia chiamerà il Governo a rispondere sulle inadempienze denunciate e soprattutto sulla carenza di finanziamenti destinati al settore scuola, visto che il Decreto Rilancio attribuisce solo 400 milioni entro dicembre al Ministero dell’Istruzione.
Il Presidente Conte – conclude Aprea – modifichi la sua Agenda e metta al primo posto il buon funzionamento delle scuole da settembre e preveda in tempi rapidi azioni più forti e finanziamenti più cospicui o si pentirà presto di non averlo fatto”.

Rientro in classe: in attesa delle linee guida le Regioni si muovono in ordine sparso

da Tuttoscuola

C’è chi vuole sottoporre tutti ai test sierologici, studenti compresi, chi solo il personale scolastico. Poi c’è chi vuole il medico a scuola e chi no. In attesa delle linee guida per il ritorno a scuola a settembre attese domani in Conferenza Unificata, e di cui già circolano bozze, le Regioni iniziano ad attrezzarsi in autonomia.

Test sierologici in Campania e Lazio: non sono esclusi gli studenti

In questa direzione si sono attivate Campania e Lazio. Quest’ultimo ha annunciato nei giorni scorsi la campagna “Scuola sicura” che prevede 100mila test sierologici al personale scolastico «per garantire tranquillità alle famiglie e permettere un avvio sereno del nuovo anno scolastico». Test rapidi e tamponi al personale docente e non docente sono stati annunciati anche dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in vista della riapertura delle scuole a settembre, ma anche per lo svolgimento dell’esame di maturità a giugno e luglio. E non solo. Il Lazio non esclude neppure la possibilità di test agli studenti. «Adesso ci stiamo concentrando sul corpo docente e personale amministrativo. Per gli studenti prenderemo in seria considerazione l’ipotesi se sussisteranno i presupposti e qualora ci sia disponibilità: faremo tutto ciò che va fatto per ripartire in sicurezza» ha detto l’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, parlando dei test sierologici.

Un medico in scuola in Emilia Romagna

Ogni scuola dell’Emilia-Romagna, invece, dovrà nominare un medico competente, in vista della ripresa dell’anno scolastico 2020-2021. È l’indicazione contenuta in una lettera a tutti i presidi della regione da parte del direttore dell’ufficio scolastico, Stefano Versari.

Fondi decreto Rilancio per le scuole: le procedure per l’affidamento delle risorse

da Tuttoscuola

Ammontano a 331 milioni di euro i fondi di cui scuole possono usufruire entro il prossimo 30 settembre. È quanto è stato stanziato dal Decreto Rilancio e definito nella nota pubblicata lo scorso 29 maggio. Ma quali sono le procedure che le scuole devono seguire per l’affidamento delle risorse? Cerchiamo di capirlo oggi in questa nuova parte dello speciale di Tuttoscuola, “A scuola in sicurezza”.

Ricordiamo che la nota dello scorso 29 maggio fornisce indicazioni relative a:

– Procedure per l’affidamento di appalti, ai sensi del D.Lgs. 50/2016 (I.IV.I);
– Interventi riguardanti l’edificio scolastico e rapporti con gli Enti Locali (I.IV.II);
– Procedure per l’affidamento di incarichi individuali, ai sensi dell’art. 7, comma 6, del D.Lgs. 165/2001 (I.IV.III).

Procedure per l’affidamento di appalti, ai sensi del D.Lgs. 50/2016

In merito alle procedure di selezione dei soggetti privati cui affidare l’esecuzione degli interventi occorre fare riferimento alla normativa generale in materia di contratti pubblici. In ragione del valore dei finanziamenti che saranno erogati a ciascuna scuola, in particolare, si dovranno tenere in considerazione le norme che disciplinano gli affidamenti di importo inferiore alla soglia di rilevanza comunitaria (pari a € 5.350.000,00 per gli appalti di lavori e per le concessioni e a € 139.000,00 per gli appalti pubblici di servizi e forniture). Più nello specifico, fermo il rispetto degli ordinari obblighi di acquisto in via centralizzata, si può stimare che gli affidamenti andranno a ricadere, in via generale e meramente indicativa, nelle seguenti tipologie di procedure:

a) per appalti di importo inferiore a € 40.000,00, affidamento diretto anche senza previa consultazione di due o più operatori economici (art. 36, comma 2, lett. a) del D.Lgs. 50/2016);
b) per appalti di importo pari o superiore a € 40.000,00 e inferiore a € 150.000,00 per i lavori, o a € 139.000,00 per le forniture e i servizi, affidamento diretto previa valutazione di tre preventivi, ove esistenti, per i lavori, e, per i servizi e le forniture, di almeno cinque operatori economici individuati sulla base di indagini di mercato o tramite elenchi di operatori economici, nel rispetto di un criterio di rotazione degli inviti (art. 36, comma 2, lett. b) del D.Lgs. 50/2016).

Nei casi di estrema urgenza si potrà ricorrere alla procedura negoziata senza bando, strumento che consente di affidare in via diretta, anche per le procedure di importo pari o superiore a € 40.000,00.

Si riportano, pertanto, a seguire le principali fasi che, ai sensi di quanto previsto dalla normativa vigente, le istituzioni scolastiche dovranno di regola seguire:

a) ricorso a Convenzioni quadro stipulate da Consip S.p.A., ai sensi di quanto previsto dall’art. 1, comma 449, della Legge 27 dicembre 2006, n. 296;
b) in subordine, qualora la Convenzione quadro non sia attiva, oppure, pur essendo attiva, non sia idonea per carenza di caratteristiche essenziali (in quest’ultimo caso, l’Istituzione dovrà adottare un provvedimento motivato, ai sensi dell’art. 1, comma 510, della Legge n. 208/2015):

b.1) ricorso, in via prioritaria, agli Accordi quadro stipulati da Consip o al Sistema dinamico di acquisizione realizzato e gestito da Consip (SDA.PA.), ai sensi dell’art. 1, comma 583 della Legge n. 160/2019;
b.2) in caso di carenza o di inidoneità degli strumenti di cui al punto sub (b.1), possibilità di scegliere se ricorrere, alternativamente a:

(i) Me.PA.;
(ii) procedure di affidamento in forma associata, mediante la costituzione di reti di scuole o l’adesione a reti già esistenti;
(iii) procedure di affidamento in via autonoma. Si ricorda, in merito, che per alcune categorie merceologiche sussistono obblighi di acquisto in via centralizzata differenti rispetto a quanto sopra. Per i servizi e beni informatici e di connettività, ad esempio, è previsto che:

– fermi restando gli obblighi di acquisizione centralizzata previsti per i beni e servizi dalla normativa vigente (ossia Convenzione quadro), sussiste l’obbligo di approvvigionarsi esclusivamente tramite gli strumenti di acquisto e di negoziazione messi a disposizione da Consip S.p.A. (Accordi quadro Consip, Me.PA., Sistema Dinamico di Acquisizione) o da altro soggetto aggregatore (art. 1, comma 512, Legge n. 208/2015);
– è possibile procedere ad approvvigionamenti senza il ricorso ai suddetti strumenti esclusivamente a seguito di apposita determina motivata resa dal Dirigente Scolastico, qualora il bene o il servizio non sia disponibile o idoneo al soddisfacimento dello specifico fabbisogno dell’amministrazione ovvero in casi di necessità ed urgenza comunque funzionali ad assicurare la continuità della gestione amministrativa.

Gli approvvigionamenti effettuati con tali modalità sono comunicati all’ANAC e all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) (art. 1, comma 516, Legge n. 208/2015).

In via generale, si rinvia per approfondimenti al Quaderno n. 1 “Istruzioni di carattere generale relative all’applicazione del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 50/2016)” e alla relativa appendice, disponibili sul sito internet del Ministero. Si raccomanda di tenere in considerazione i vari aggiornamenti normativi, nonché le prassi ANAC e gli orientamenti giurisprudenziali, anche in ragione della particolare mutevolezza del quadro regolatorio in materia di acquisti nell’attuale contesto emergenziale. In ogni caso, al fine di dare alle istituzioni scolastiche il massimo supporto, la Direzione Generale per le risorse umane, finanziarie ed i contratti, mediante il servizio di Help Desk amministrativocontabile e, ove necessario, con ulteriori note esplicative, continuerà a garantire, soprattutto in questa delicata fase emergenziale, un aggiornamento costante delle evoluzioni normative in materia e la risposta a quesiti di carattere amministrativo-contabile sulle procedure in corso di espletamento.

Interventi riguardanti l’edificio scolastico e rapporti con gli Enti Locali

Nella definizione degli interventi da eseguire, le scuole dovranno, come di consueto, tenere conto di quanto previsto dell’art. 3 della Legge 11 gennaio 1996, n. 23, che incardina in capo agli Enti Locali competenze afferenti alla manutenzione degli edifici scolastici e ad altri profili connessi (ad es., impianti, arredi, ecc..).

Procedure per l’affidamento di incarichi individuali, ai sensi dell’art. 7, comma 6, del D.Lgs. 165/2001

Nei casi in cui le istituzioni, nel perseguimento delle finalità di cui al comma 2, dell’art. 231 del Decreto rilancio, abbiano necessità di affidare incarichi individuali, dovranno rispettare quanto previsto dall’art. 7, comma 6, del D.Lgs. 165/2001 e dalla ulteriore normativa di settore.