A settembre più docenti e Ata per le classi aggiuntive, è scritto nelle nuove Linee Guida modificate dalle Regioni

da La Tecnica della Scuola

Sulle Linee Guida per il ritorno a scuola a settembre, la cui approvazione continua ad essere rimandata, il ministero dell’Istruzione sarebbe venuto incontro alle richieste delle Regioni su almeno due punti: l’incremento di organico, quindi più docenti e Ata, da utilizzare negli spazi aggiuntivi che si verranno a creare; lo stanziamento di fondi per la manutenzione e adeguamento strutturale delle scuole.

Servono “ulteriori incrementi di organico”

A seguito delle pressioni dei governatori, per la riapertura delle scuole a settembre l’amministrazione centrale ha avviato “un apposito monitoraggio” al fine di “valutare ogni possibile intervento, su specifiche situazioni, prevedendo, ove strettamente necessario, anche ai fini del rispetto delle misure sanitarie contenute nei documenti del CTS” e di una serie di “strumenti indispensabili per garantire la riapertura delle scuole, ulteriori incrementi di organico, aggiuntivi, di personale scolastico per le istituzioni scolastiche statali”.

La richiesta è stata anche recepita nella “nuova versione” dello schema di ‘Piano Scuola 2020-2021’, inviato il 25 giugno dal ministero dell’Istruzione per la Conferenza unificata Stato-Regioni che si terrà verrà venerdì 26 giugno.

Il piano da attuare scuola per scuola

Il documento conferma inoltre – come “elementi di riflessione” e “spunti per le azioni di monitoraggio e programmazione” – che “in ogni scuola è necessario prevedere attività di funzionale organizzazione degli spazi esterni e interni, per evitare raggruppamenti o assembramenti e garantire ingressi, uscite, deflussi e distanziamenti adeguati in ogni fase della giornata scolastica, per alunni, famiglie, personale scolastico e non scolastico“, tenendo a riferimento costante “l’esigenza che l’arrivo a scuola degli alunni possa essere differito e scaglionato in maniera da evitare assembramenti nelle aree esterne e nei deflussi verso l’interno, nel rispetto delle ordinarie mansioni di accoglienza e di vigilanza attribuite al personale ausiliario”.

Per quanto la ripartenza della scuola a settembre, nel nuovo ‘Piano scuola 2020-2021’, sempre nell’ottica di “migliorare e valorizzare eventuali spazi già presenti” negli edifici scolastici o di crearne di supplementari, per gli Enti locali ci sarà una “pubblicazione di un apposito avviso, a valere su fondi Pon, per un ammontare pari a 330 milioni di euro, fermo restando l’impiego di ulteriori risorse, resesi necessarie, che dovessero essere reperite con successivi provvedimenti”. È una delle novità della “nuova versione” dello schema di inviato oggi dal Ministero dell’Istruzione per la Conferenza unificata Stato-Regioni che si terrà domani.

“Le singole istituzioni scolastiche potranno riorganizzare, migliorare e valorizzare eventuali spazi già presenti a scuola attraverso interventi di manutenzione ordinaria o di ‘edilizia leggera’ finalizzata alla manutenzione straordinaria, in accordo con gli Enti locali, creando spazi supplementari in aree all’aperto interne alla pertinenza scolastica, ove presenti e limitatamente ai periodi in cui le condizioni climatiche lo consentano”.

Bonaccini: testo migliorato

Secondo il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, “siamo ad un passo dalla condivisione delle linee guida per la riapertura delle scuole, un testo che già oggi grazie al contributo propositivo delle Regioni e alla collaborazione istituzionale con il ministero risulta nettamente migliorato rispetto alle prime bozze. Abbiamo però chiesto – in Conferenza Stato-Regioni – un rinvio di 24 ore che consenta un approfondimento dell’ultimo testo” del ‘Piano scuola 2020-2021’”.

Servono più soldi e occhio ai trasporti

“Già oggi però – ha spiegato Bonaccini – abbiamo posto tre questioni politiche pregiudiziali. Prima di tutto la necessità ulteriori risorse, rispetto a quelle a cui si fa riferimento nel documento. Al riguardo, infatti, al di là dei fondi per l’edilizia scolastica, comunque insufficienti, occorrono risorse aggiuntive finalizzate alla riapertura delle scuole. Poi il nodo ‘personale’. Bisogna prevedere ulteriori risorse di organico docente e Ata. Serve uno stanziamento per garantire il recupero dei tagli operati sui posti comuni dei docenti sull’organico 20-21, nonché un aumento temporaneo dei contingenti”.

“Infine – ha concluso Bonaccini – abbiamo lanciato un allarme sulla questione trasporti che va affrontata con urgenza, anche in un tavolo separato, guardando sia al lato economico che a quello organizzativo”.

Riapertura scuole, rinviata al 26 giugno la Conferenza Stato-Regioni

da La Tecnica della Scuola

Secondo quanto riporta l’ANSA, l’attesa Conferenza Stato-Regioni per la discussione delle Linee guida per il ritorno a scuola a settembre, prevista per il pomeriggio di oggi, 25 giugno, è stata rimandata a domani, 26 giugno. L’incontro dovrebbe svolgersi alle 14:30.

Oggi non si è dunque parlato del punto del rientro a scuola, rinviando la discussione a domani.

Dopo le polemiche di questi giorni sulle modalità del rientro in aula, il Ministero – da quanto si apprende – il Ministero dell’Istruzione ha consegnato questa mattina a Regioni ed Enti locali il
testo sulle Linee guida per settembre. Il documento raccoglierebbe anche le ultime sollecitazioni inviate ieri da Regioni, Province e Comuni.

Come infatti abbiamo già anticipato, le Regioni hanno chiesto soldi e garanzie, ritenendo irricevibili le linee guida proposte dal Ministero.

Per Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della stessa Conferenza delle Regioni “le linee guida che erano state presentate per noi non erano ricevibili. Abbiamo fatto delle controproposte che mi auguro il Ministero possa recepire e ho trovato grande disponibilità del ministro Azzolina”.

Più critico Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia. “Sulla scuola il Governo mi lascia perplesso: non prende decisioni, non si assume le responsabilità costituzionali del compito, si limita nell’incertezza ad un confronto con le Regioni”.

Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, sembra comunque ottimista. “Il confronto continuo con le Regioni, le cui richieste sono sempre legittime, ha portato a mediazioni costruttive senza dover usare l’accetta”, ha detto Boccia in diretta ad Agorà su Raitre.

Riapertura scuole, Cittadinanzattiva: autonomia scolastica ridotta al “fai da te”

da La Tecnica della Scuola

“Autonomia scolastica ridotta a “fai da te”, terzo settore visto come “riempitivo”, fascia 0-3 anni del tutto dimenticata. È quello che vediamo nella bozza di linee guida per la riapertura delle scuole, che oggi il Ministero dell’Istruzione discuterà con le Regioni in Conferenza unificata. Una bozza di Piano che desta in noi sconcerto e preoccupazione”.

Così si è espressa Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva, in merito alla riavvio dell’a.s. 2020/2021.

“Il documento, pur riaffermando alcuni principi importanti come l’autonomia scolastica, il coinvolgimento del territorio, la corresponsabilità educativa, li declina in modo approssimativo e riduzionistico. L’autonomia scolastica è ridotta ad una sorta di “fai da te”. Occorrerebbe potenziarla invece con risorse ad hoc, riconoscendo che le scuole non hanno tutte gli stessi mezzi e potenzialità e i territori, soprattutto nelle aree interne del paese, hanno caratteristiche molto differenti; occorre potenziare il cosiddetto personale dell’autonomia in modo differenziato o acquisire nuove risorse umane, a seconda delle necessità specifiche”.

Cittadinanzattiva si esprime anche in merito al coinvolgimento del territorio e si dichiara favorevole ai Patti territoriali di comunità, non solo per la fase emergenziale, “ma a condizione che ciò significhi allargamento delle opportunità, rafforzamento del ruolo della comunità educante, non sostituzione o arretramento delle funzioni a cui la scuola è chiamata a rispondere. Il terzo settore non sembra, invece, chiamato a svolgere un ruolo di sussidiarietà inteso come ampliamento e arricchimento dell’offerta formativa quanto ad assolvere ad una funzione di riempitivo, un po’ sorvegliante, un po’ intrattenitore con responsabilità pari a quelle dei docenti“.

Infine, Cittadinanzattiva  rileva anche un grande assente nel documento: la fascia dei bambini 0-3 che dal 2015 fa parte a tutti gli effetti del sistema di istruzione. “Ignorati. Per questa fascia di età la ripresa si prospetta ancora più problematica anche perché rischia da una parte di far esplodere l’offerta del privato e dall’altra di avere una ricaduta ancor più pesante sulla famiglia e sulle donne in particolare”.

Le proposte di Cittadinanzattiva

Per queste ragioni, l’Associazione si augura che, in sede di Conferenza unificata e anche attraverso l’interlocuzione della Rete di Reti con il Presidente del Consiglio (Iniziativa EducAzioni – i 5 passi per ripartire), si possa arrivare a:

  • una ridefinizione puntuale del Piano Scuole entro pochi giorni in modo da attuare l’implementazione a partire dal mese di luglio;
  • prevedere un ampliamento degli stanziamenti complessivi sulla scuola da 1 miliardo e 400 milioni stanziati fino a questo momento ad almeno tre miliardi per la ripartenza. Ci sembra che la scuola meriti un investimento almeno pari a quello della nostra compagnia di bandiera;
  • mettere a punto un piano di investimento e sviluppo sulle scuole e sul sistema 0-6 per l’utilizzo dei fondi europei a partire dal 2021;
  • un piano operativo di concerto con gli altri ministeri di riferimento, per trovare sedi per i seggi elettorali al di fuori delle strutture scolastiche per la prossima tornata elettorale di settembre.

bozza del ‘Piano Scuola 2020-2021’

Ritorno a scuola: il calcolo ‘fai da te’ per conoscere il numero massimo di alunni per classe

da Tuttoscuola

È possibile calcolare il numero massimo di alunni che un’aula può contenere per rispettare il distanziamento richiesto dalle misure sanitarie? Dopo il servizio di Tuttoscuola “La misura dell’aula, l’incognita che condiziona il Piano Scuola”, ce l’hanno richiesto alcuni lettori ai quali cerchiamo di fornire alcune indicazioni.

Per calcolare la capienza massima di alunni per aula, consentita dalle misure sanitarie, abbiamo preso a riferimento il decalogo di proposte che la Conferenza delle Regioni aveva inviato al ministero nei giorni scorsi in funzione della definizione del Piano Scuola.

Nel primo punto di quelle proposte viene indicato in 2 metri quadrati lo spazio individuale per studente, ulteriormente precisato (in riferimento al DM 18/12/1975) in 1,80 mq/alunno per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado, e in 1,90 mq/alunno per gli istituti di secondaria di II grado. Viene precisato anche che la distanza interpersonale tra il docente e i banchi prossimi alla cattedra dovrà essere di almeno 2 metri.

Assumendo provvisoriamente per validi quei parametri, in attesa di eventuali conferme o modifiche (se ci saranno) nel testo del Piano definitivo, è possibile utilizzare questa semplice formula in un foglio di calcolo, tipo Excel:

a = distanza interpersonale tra cattedra e banchi: 10 mq
b = area lorda dell’aula (lunghezza x larghezza)
c = area utilmente occupata dagli alunni (b-a)
d = spazio individuale 1,80 – 1,90 mq/alunno
e = numero massimo di alunni

L’unica incognita per conoscere la capienza massima dell’aula, cioè il numero di alunni (e) che possono essere ospitati, è la superficie dell’aula (b), utilizzando il parametro dello specifico settore (d). Questa la formula: e = (b-a)/d, dove b-a è l’area occupata dagli alunni (c).

Primo esempio: aula di scuola secondaria di I grado con queste dimensioni: larghezza m. 5,6, lunghezza 6,8, pari a mq 38,08 lordi, cioè 28,8 mq utili (detratti i 10 mq di rispetto (a). A 1,80 mq per alunno, la capienza massima è pari a 15,6, arrotondati a 16 alunni.

Secondo esempioaula di scuola secondaria di II grado: larghezza m. 5 e lunghezza m. 8, pari a 40 mq lordi, cioè 30 mq utili per gli alunni (detratti i 10 mq di rispetto (a). A 1,90 mq per studente, la capienza massima è pari a 15,8 arrotondato a 16 alunni.

La misura delle aule, l’incognita che condiziona il Piano Scuola

da Tuttoscuola

Dimensioni delle aule. Elemento centrale della disputa intorno alla bozza del Piano Scuola 2020-2021 e forse anche al Piano definitivo atteso in queste ore è la dimensione delle 370 mila aule che accolgono i 7 milioni e 600 mila alunni delle scuole statali.

Mediamente accolgono 20-21 alunni ciascuna, ma non si sa in quanti spazi effettivi. Qualcuno ha detto che il 40% di quelle aule non è adeguato ad accogliere gli alunni nel dovuto distanziamento, a causa della ridotta superficie. Si tratta di stime empiriche che potrebbero essere distanti dalla realtà per difetto o per eccesso.

In effetti i dati dell’edilizia scolastica pubblicati sul portale del Ministero dell’istruzione sono ricchi di dettagli sugli edifici e consentono valutazioni e considerazioni molto interessanti. Riportano anche i dati complessivi di superficie interna ed esterna di ciascun edificio scolastico, nonché il loro volume: dati riportati sinteticamente anche dal documento del CTS  del 28 maggio scorso. Ma non dicono nulla sul numero delle aule presenti nell’edificio e le loro singole superfici.

Non è certamente una colpa o un’omissione, ma oggi quel dato, incrociato con il numero di alunni ospitati in ogni classe, ci darebbe automaticamente la misura della fattibilità di organizzazione del servizio e del fabbisogno effettivo di nuovi spazi o, in alternativa, di personale aggiunto per gestire i necessari sdoppiamenti.

Da tempo incombeva questa incognita e tuttora la si valuta a spanne. Basterebbero questi tre dati per ognuno dei 40.160 edifici scolastici in uso: n° aule utilizzate e altri spazi utilizzabili, loro superficie singola, n° alunni accolti in ciascuna aula.

In un solo giorno quei dati (in molti casi già presenti) potrebbero essere raccolti e trasmessi, fornendo un quadro attendibile della situazione e dell’eventuale fabbisogno di nuovi spazi e di personale aggiuntivo. Non è mai troppo tardi. Perché non farlo subito?

Piano scuola, FLC CGIL: ‘Forte preoccupazione per enorme carico di responsabilità scaricato su autonomie scolastiche’

da Tuttoscuola

Si è svolto mercoledì 24 giugno 2020 l’incontro di presentazione del Piano per la ripartenza a settembre alle organizzazioni sindacali e agli uffici scolastici regionali. Erano presenti all’incontro i sindacati rappresentativi del personale della scuola e della dirigenza del settore “Istruzione e Ricerca”, i direttori generali di tutti gli uffici scolastici regionali, i Capi Dipartimento e l’Ufficio di Gabinetto del Ministro.

Secondo quanto riporta la FLC CGIL, in apertura dell’incontro la Ministra Azzolina ha sottolineato che il piano rappresenta una cornice all’interno della quale ogni territorio dovrà costruire le misure necessarie a garantire la ripresa in sicurezza dell’attività didattica in ciascuna scuola di quel territorio In questo senso, ha proseguito la Ministra, andrà valorizzata l’autonomia delle istituzioni scolastiche nella ricerca delle soluzioni organizzative più idonee a far fronte alle problematiche che in ogni istituzione scolastica emergeranno e che potranno ricevere in modo mirato le risorse necessarie. Ha inoltre confermato, anche per la ripartenza, l’attivazione di un Protocollo della sicurezza ai livelli nazionale, regionale e di scuola, in analogia con il protocollo attivato per l’esame di stato che ha dato apprezzabili risultati.

Nel suo intervento, il segretario generale della FLC CGIL Francesco Sinopoli ha espresso la forte preoccupazione del sindacato, che è anche quella espressa dalle istituzioni scolastiche, per l’enorme carico di responsabilità scaricato sulle autonomie scolastiche da un piano nazionale privo di una prospettiva di lungo periodo e predisposto a risorse invariate, che consentirà di realizzare soluzioni solo in quelle realtà in cui il contesto territoriale lo consente, replicando, anzi aumentando, le differenze già evidenziate nella fase del lockdown.

Per Sinopoli, un piano per la ripartenza che guardi esclusivamente al mese di settembre rischia di smarrire la consapevolezza che la scuola ha bisogno di un intervento pluriennale con investimenti mirati a colmare i vuoti finora determinatisi rispetto anche ai sistemi scolastici più avanzati: estensione dell’obbligo da 3 a 18 anni, potenziamento delle zone a maggiore rischio educativo, ripristino del tempo pieno nella scuola di base e del tempo prolungato nella scuola del primo ciclo, ripristino del tempo laboratoriale e dei tagli disciplinari nella secondaria di secondo grado, riduzione degli alunni per classe, rispetto rigoroso del limite di 20 alunni per classe in presenza di alunni con disabilità, fine del precariato attraverso la stabilizzazione immediata del personale docente e ATA, in particolare dei facenti funzioni DSGA, con importanti requisiti di servizio, ed emanazione di bando ogni due anni con cadenza regolare, edilizia moderna secondo i parametri varati dal MIUR nel 2013.

Al termine degli interventi la Ministra Azzolina ha ribadito l’impegno del Ministero dell’Istruzione a considerare le esigenze che emergeranno dalle diverse realtà territoriali sulla base dell’apposita rilevazione predisposta dal Ministero dell’Istruzione. In quanto alle ripetute richieste sottolineate dalla FLC CGIL per quel che riguarda il potenziamento dell’organico e i finanziamenti aggiuntivi abbiamo registrato alcune aperture circa l’attribuzione di posti aggiuntivi soprattutto per l’organico ATA. Le risorse stanziate dal DL “Rilancio”, di oltre 1 miliardo, potranno essere destinate per far fronte a tutte le esigenze che emergeranno senza escludere la loro eventuale implementazione.

Decreto Ministeriale 26 giugno 2020, AOOGABMI 39

Ministero dell’Istruzione

Adozione del Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021.