La scuola inizia il 14 settembre. Anche senza banchi singoli. Azzolina: “Basta toni apocalittici”

da La Tecnica della Scuola

La scuola riaprirà il 14 settembre. Anche senza banchi monoposto. Lo ha fatto intendere la Ministra Azzolina nel corso dell’ormai consueto appuntamento su La7, ospite della trasmissione InOnda.

“Non spaventiamo le famiglie”

Al centro del dibattito i banchi monoposto, ormai il tormentone dell’estate 2020. Più volte incalzata sulla possibilità di avere i banchi monoposto in tempo per l’avvio dell’anno scolastico, Azzolina ha prima risposto: “perchè questo catastrofismo? Basta con questi toni apocalittici. Così si spaventano le famiglie. In questo Paese non si è investito sugli arredi scolastici. Questo Governo lo sta facendo dopo anni di tagli alle scuola, che è stata violentata“.

Il giornalista in studio Parenzo, ha però insistito sulla possibilità concreta di avere i banchi singoli per il 14 settembre, data indicata dal Ministero per l’avvio delle lezioni. Considerando la proroga del bando europeo affidata al Commissario Domenico Arcuri, che ha deciso di spostare i termini di cinque giorni, è lecito chiedersi se i banchi singoli arriveranno in tempo per il 14 settembre? La Ministra Azzolina ha risposto: “La scuola inizierà il 14 settembre in presenza. Quante altre volte dobbiamo dirlo?
L’ottimismo della Ministra lascia intendere chiaramente che la scuola inizierà il 14 settembre in presenza. Banchi monoposto o meno. E’ pur vero che non c’è mai stato obbligo a comprare questa tipologia di banchi. Però le scuole che intendono avvalersi dei banchi monoposto ovviamente sperano che tutto vada secondo i piani.

La domanda, a questo punto diventa automatica: se, per ipotesi, qualcosa dovesse andare storto nel cronoprogramma per le consegne dei banchi singoli, che banchi utilizzeranno gli alunni? Si potrà attuare il distanziamento in tutte le scuole italiane con i banchi classici già in possesso degli istituti?

Banchi monoposto: tempi strettissimi

Come ricordava il giornalista Parenzo, ieri in Commissione Cultura, Domenico Arcuri ha spiegato: “Le consegne delle offerte sono prorogate di 5 giorni, ovvero il bando anziché scadere il 30 luglio scade il 5 agosto. La firma del contratto con l’aggiudicatario o gli aggiudicatari, slittata dal 7 al 12 agosto e i tempi di consegna dal 31 agosto all’8 settembre, con un margine massimo di ritardo nelle consegne che passa dal 7 al 12 settembre, con le relative pesanti penali“.

Ciò significa che le consegne sono previste con un margine di appena due giorni dall’inizio della scuola in presenza. Un tempo obiettivamente piuttosto ridotto per un’operazione che coinvolge tutto il territorio nazionale.

Erasmus+, un report sull’impatto qualitativo per lo staff della scuola in mobilità

da La Tecnica della Scuola

Il 29 luglio abbiamo dato notizia dell’aumento di partecipazione alla formazione Erasmus+ da parte di insegnanti e personale della scuola in genere.

In proposito, Erasmus+ ha pubblicato il report dal titolo “L’impatto qualitativo della mobilità dello staff nei progetti KA101 – Istruzione scolastica“.

Cos’è l’azione KA101

L’azione chiave 101 del programma Erasmus+, mobilità individuale per l’apprendimento, abbreviata in KA101, è nata per offrire opportunità di formazione all’estero di tutto il personale scolastico, che può scegliere un’esperienza di apprendimento legata alla propria attività professionale.

I percorsi di apprendimento sono finalizzati alla partecipazione a corsi strutturati e ad eventi formativi, ad attività di job-shadowing, ovvero periodi di osservazione in un istituto partner di un altro paese, oppure la mobilità può prevedere un periodo di insegnamento o formazione in un istituto partner europeo.

Cosa ha studiato il report

Il report si è concentrato sull’impatto qualitativo delle esperienze vissute da docenti, formatori, dirigenti, amministrativi che hanno ritenuto importante e fondamentale realizzare un percorso di apprendimento in un altro paese.

L’indagine si è concentrata soprattutto sull’analisi dei Participant Report, compilati dal personale che ha lavorato in job shadowing.

I circa 12.000 questionari on line analizzati si riferiscono ai 624  progetti KA101 e KA104 finanziati dal 2015 al 2018.

Partono di più le donne

Innanzitutto è emerso che il ‘partecipante tipo’ alla mobilità KA1 è di sesso femminile, ha un’età media 50 anni, frequenta un corso strutturato di durata media di 7/8 giorni; inoltre, che la meta solitamente è un paese anglofono, i bisogni formativi si concentrano sull’apprendimento linguistico ma anche metodologico, oltre al rafforzamento e all’acquisizione di competenze professionali.

Si parte per migliorare la conoscenza della lingua, ma non solo

La formazione all’estero produce quasi sempre un miglioramento della conoscenza della lingua straniera e in particolare rafforza le competenze legate agli aspetti metodologici.

Tra le principoali motivazioni che portano il personale a partire c’è quella legata all’impiego delle competenze acquisite all’interno della classe e con i colleghi, quindi emerge la volotà di diffondere e condividere i risultati. Altre motivazioni: desiderio di conoscere buone pratiche e creazione di una rete di contatti personali e professionali.

Edilizia scolastica, ecco il decreto per la ripartizione di 30 milioni di euro

da La Tecnica della Scuola

Il Ministero dell’Istruzione informa che la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha firmato il provvedimento per la ripartizione di 30 milioni di euro in più stanziati con il decreto Rilancio per l’edilizia scolastica.

“Con queste risorse – spiega Azzolina – gli Enti locali potranno effettuare interventi urgenti di edilizia scolastica, nonché adattare gli ambienti e le aule didattiche per il contenimento del contagio relativo al Covid-19 per l’avvio del nuovo anno scolastico 2020-21. Sull’edilizia stiamo correndo e continuando a sbloccare fondi e interventi. Nei giorni scorsi ho firmato, infatti, anche un altro importante decreto per l’assegnazione di 320 milioni nell’ambito della programmazione triennale nazionale per l’edilizia scolastica che consentiranno i lavori in ulteriori 211 scuole”.

30 milioni di euro del decreto Rilancio vanno ad incrementare il Fondo unico per l’edilizia scolastica per l’anno 2020 e sono distribuiti tra tutte le Province e le Città metropolitane e poi tra i Comuni con un numero di studenti pari o superiore a 10.000. La ripartizione è avvenuta sulla base del numero di studenti presenti sul territorio.

Le erogazioni saranno disposte direttamente dalla Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale del Ministero dell’Istruzione in favore degli Enti locali beneficiari.

La ripartizione economica suddivisa per Province, Città metropolitane e Comuni (CLICCA QUI)

Rientro a scuola il 14 settembre, ecco l’ordinanza registrata alla Corte dei conti

da La Tecnica della Scuola

L’annunciata Ordinanza ministeriale (O.M. 69 del 23 luglio 2020) riguardante la riapertura delle scuole è stata ora registrata alla Corte dei conti.

L’Ordinanza, all’art. 1, prevede che le lezioni dell’anno scolastico 2020/2021 nell’intero territorio nazionale possono (quindi non devono) avere inizio a decorrere dal giorno 14 settembre 2020 per le scuole dell’infanzia, del primo ciclo e del secondo ciclo di istruzione, appartenenti al sistema nazionale di istruzione, ivi compresi i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti.

Quindi, rispetto alla certezza dell’avvio delle lezioni il 14 settembre, ora si prostetta la possibilità che le scuole riaprano in data diversa. Infatti, nelle premesse leggiamo che “la maggioranza delle Regioni, come risulta dal verbale della Conferenza Stato Regioni del 9 luglio 2020, ha espresso l’avviso favorevole e che l’intesa non è stata raggiunta, non per l’avviso contrario di alcune Regioni ma in ragione delle loro perplessità connesse con le consultazioni elettorali“.

L’Ordinanza conferma la competenza delle Regioni ad adottare le restanti determinazioni in materia di calendario scolastico, fermo restando che sono assegnati allo svolgimento delle lezioni almeno duecento giorni.

In merito alle attività di integrazione e recupero degli apprendimenti relativi all’anno scolastico 2019/2020, disciplinate dall’ordinanza ministeriale del 16 maggio 2020, n. 11, queste si svolgeranno a decorrere dal 1° settembre 2020.

Il banco singolo è consigliato dal Comitato Tecnico Scientifico per il distanziamento. Azzolina all’attacco

da La Tecnica della Scuola

Il banco singolo non è un’invenzione del Ministero ma è stato consigliato dal Comitato Tecnico Scientifico.

Altro post di precisazione della Ministra Azzolina che risponde ad un articolo de La Repubblica. La Ministra torna su alcuni punti già noti da settimane, ma si sofferma su alcune questioni sollevate dall’articolo dell’economista Boeri.

Banchi singoli per settembre: la risposta della Ministra

L’economista Boeri si chiede “se ci sono basi scientifiche” su cui poggiare la convinzione che il banco singolo aiuta a garantire il distanziamento tra gli studenti. Lo fa in modo volutamente beffardo, lasciando intendere che non ve ne sia alcuna“, scrive la Ministra.

Ma la risposta è semplicemente contenuta nel documento del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute, allegato alle Linee guida. L’utilizzo del banco singolo è formalmente consigliato dal nostro Cts come misura di distanziamento“, prosegue Azzolina.

Inoltre, la Ministra aggiunge che “il banco singolo aiuta il dirigente scolastico ad organizzare lo spazio per garantire il distanziamento e, in molti casi, a lasciare unito il gruppo classe. È anche abbastanza intuitivo, per la verità. Ma, ripeto, è indicazione precisa, nero su bianco, del Cts”.

Poi torna sul duplice aspetto legato ai banchi monoposto: “Aggiungo che si tratta di una misura che oltre a dare una risposta sul piano dell’emergenza epidemiologica rappresenta un investimento strutturale: rinnovare gli arredi scolastici in scuole che hanno dotazioni vecchie di 40 anni dimostra che, al contrario di quanto scritto da Boeri, finalmente gli studenti non sono trattati come burattini ma sono al centro dell’azione dell’amministrazione e della politica“, prosegue Azzolina.

“Non è stato imposto nulla”

Sempre a proposito dei banchi a rotelle, la Ministra ribadisce che non è stato imposto nulla, ma che il Ministero “ha chiesto, scuola per scuola, se vi fosse necessità di banchi monoposto. E, nel caso, di giustificarla. Questo sarebbe un imperativo?

Inoltre, “il Ministero ha indicato alle istituzioni scolastiche diverse misure per garantire il distanziamento. Una delle quali è rappresentata dal rinnovo degli arredi. Molte scuole ne hanno fatto richiesta, a dimostrazione del fatto che si tratta di una misura utile“.

Infine, Azzolina risponde a Boeri sul numero di rischieste di banchi singoli: “sul totale delle richieste, circa una scuola secondaria su quattro ha chiesto il banco innovativo invece di quello tradizionale. Per esigenze didattiche. Se Boeri avesse piacere potrei accompagnarlo personalmente in una delle tante scuole italiane in cui quei modelli di banco sono già utilizzati da anni e con grande soddisfazione di studenti e docenti”.

Ritorno in classe, ci saranno più supplenti? Gilda: “Solo due o tre per scuola”. C’è anche l’incognita Gps

da La Tecnica della Scuola

Circa un miliardo per assumere a tempo determinato 50 mila lavoratori, circa 40 mila docenti e 10 mila ATA. E’ la dotazione organica annunciata anche dal Ministro Gualtieri e che è stata illustrata alle organizzazioni sindacali dal Ministero dell’Istruzione. Peccato che questo organico aggiuntivo non basterà.

Come verrà distribuito l’organico aggiuntivo

Il Ministero ha spiegato infatti che le risorse del fondo che consente di incrementare gli organici saranno assegnate agli Uffici Scolastici Regionali che potranno attivare, per l’anno scolastico 2020/2021 ulteriori incarichi temporanei di insegnanti e ATA.
Il MI preciserà che verrà data priorità alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo, con particolare riferimento alla scuola primaria.

Ma quali sono i criteri che porteranno i supplenti aggiuntivi nelle scuole? Le risorse economiche, dice ancora il MI, saranno ripartite tra gli Uffici Scolastici Regionali con decreto del Ministro dell’Istruzione, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sulla base di due criteri:

  • il numero degli alunni presenti sul territorio
  • – le richieste avanzate dagli Uffici scolastici regionali che stanno vagliando le esigenze delle scuole.

Gilda: “Solo 2 o 3 supplenti per scuola”

Questa è l’idea del Ministero. Nella pratica, ciò si tradurrà con ogni probabilità in un altro modo: la regione Lombardia, ad esempio, richiederà 6 mila posti aggiuntivi per ipotesi. Peccato che quel numero di supplenti non arriverà così facilmente.

I posti aggiuntivi sono davvero pochi per tutti. Ne è convinta anche la Gilda: “Posto che il costo medio lordo di un docente ammonta a circa €40.000, suddiviso per le 8200 sedi di direzione abbiamo la possibilità di assumere per un anno 2 o 3 persone per ogni istituzione scolastica da distribuire su un numero di plessi che arriva a 42.000“.

Se consideriamo che si prevede di “assegnare la maggior parte del personale alla scuola dell’infanzia e alla primaria laddove la situazione è inevitabilmente più difficile, vista la necessità di un rapporto docenti-alunni più ridotto rispetto agli altri ordini scolastici“, prosegue il sindacato, che quindi osserva come “non resterà quasi nulla per le grandi scuole superiori delle grandi città che sin da ora si stanno organizzando per la didattica a distanza. L’assegnazione di personale è addirittura di molto inferiore a quella che, in assenza di emergenza, fu prevista nel 2015 con l’istituzione dell’organico potenziato“.

I nuovi supplenti dalle nuove GPS? “Mission impossible”

Altro aspetto senza dubbio critico è dato dalla provenienza di questi lavoratori: per i docenti, da dove si pescherà?

Verosimilmente, si attingerebbe dalle nuove graduatorie provinciali e di istituto, le cui domande di inserimento scadono il 6 agosto.

Anche qui però le perplessità sono lecite: dato e considerato l’enorme difficoltà che stanno avendo gli aspiranti ad inserire la domanda, non è difficile pensare ad una proroga delle domande oltre il 6 agosto.

Quindi, ipotizzando una chiusura delle domande a cavallo con il ferragosto, le nuove graduatorie saranno pronte in poche settimane, per l’avvio delle lezioni dal 14 settembre? Gli elementi farebbero propendere ad un autunno caldissimo pieno di problemi di cattedre vuote.

Considerando anche che, nonostante le 80 mila assunzioni in ruolo chieste da Azzolina al MEF, queste saranno più che dimezzate nella pratica.

Rientro in classe, il Ministero smentisce lezioni da 45 minuti ma conferma: alle superiori può tornare la DaD

da La Tecnica della Scuola

Nelle Linee guida per la Didattica Digitale Integrata non sono previste lezioni da 45 minuti e nemmeno classi separate in due gruppi: sono delle ipotesi già superate. Lo sottolinea il ministero smentendo in questo modo le affermazioni di Repubblica, che parla di documento contenente indicazioni di lezioni “da 45 minuti” e che “in caso di lockdown alle superiori” sarebbero “garantite almeno 20 ore” settimanali.

Il Ministero: sono bozze vecchie

A detta del ministero dell’Istruzione, questi dati erano inclusi in “bozze che risultavano superate già nella giornata di ieri e contengono anche ragionamenti infondati”.

“Nel testo, che sarà inviato oggi al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione per il necessario parere, non è previsto infatti, come riportato ad esempio da ‘la Repubblica’, che le lezioni siano di 45 minuti”, sostengono dal MI.

Saranno, eventualmente, le singole scuole, attraverso gli organi collegiali, a stabilire la riduzione dell’unità orario di lezione, ovviamente motivandola e prevedendo il piano di recupero dei minuti persi.

Le indicazioni, continua il ministero replicando a Repubblica, non riguardano poi solo “le scuole medie”,  ma “tutti gli ordini di scuola, specificando cosa fare in caso di nuova chiusura, per ogni fascia di età”.

Il ritorno della DaD alle superiori

Per “le secondarie di secondo grado, le indicazioni valgono anche per la ripresa di settembre. Qui la Didattica Digitale potrà essere integrata, come ampiamente spiegato in queste settimane, con quella in presenza”.

Sempre alle superiori, da Viale Trastevere si precisa che “risulta infondato il ragionamento secondo cui, sempre in base all’articolo, “tendenzialmente si formeranno” due gruppi per classe e “il primo sarà 5-6 giorni a scuola mentre l’altro 5-6 giorni a casa”.

Per il dicastero dell’Istruzione è solo “un esempio estremizzato, derivante da una lettura distorta del documento, che non trova fondamento nelle Linee stesse e che le famiglie potrebbero facilmente scambiare, impropriamente, per una indicazione data dal Ministero”.

E se torna il lockdown…

Lo stesso ministero dell’Istruzione ha comunque confermato, implicitamente e come già indicato nelle Linee Guida pubblicate lo scorso 26 giugno, la possibilità che alle superiori possano svolgersi attività didattiche digitali sincrone e asincrone.

Inoltre, la Didattica Digitale Integrata potrà essere adottata in modalità complementare a quella in presenza anche nelle istituzioni scolastiche di qualsiasi grado, qualora si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti.

Precari di nuovo allo sbaraglio?

Fa notare l’Anief – che il 29 luglio ha partecipato all’incontro tecnico in videoconferenza con la Direzione generale del MI – che però questo avverrà senza che “minimamente o in via del tutto residuale il personale docente precario” sia stato “adeguatamente formato e dotato delle idonee attrezzature se non in via residuale rispetto agli alunni e solo ove il fabbisogno da questi espresso sia completamente soddisfatto”.

E il numero dei precari, mai come quest’anno, sarà davvero molto alto. Alcuni sindacati e politici hanno stimato in non meno di 200 mila i contratti a termine da sottoscrivere.

“Purtroppo, in questa occasione si ritroveranno a farne le spese i nostri studenti che – secondo il sindacato – non avranno docenti dotati di dispositivi adeguati per le esigenze della didattica a distanza. Inoltre, laddove lo fossero perché sarà consentito loro di utilizzare il proprio computer o tablet, modalità che nelle Linee Guida del Ministero dell’Istruzione è chiamata BYOD (Bring Your Own Device), questo potrà causare problemi legati alla condivisione dell’ambiente didattico con quello privato con gravi ricadute in ambito di privacy e di sicurezza della rete scolastica”.

Didattica a distanza: in arrivo le linee guida. Le precisazioni del MI

da Tuttoscuola

Le linee guida per la didattica a distanza sono in arrivo. Lo scorso 28 luglio, infatti, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha fatto inviare ai sindacati 10 pagine di Linee guida per la didattica digitale integrata. Gli uffici del Dipartimento, attraverso la direttrice per gli ordinamenti scolastici Maria Palermo, si sono infatti tutelati costruendo il perimetro entro il quale si svolgerà, in tutti i cicli scolastici, la DaD. Repubblica.it ne ha visionato la bozza svelandone i dettagli, ma il Ministero dell’Istruzione invita comunque a fare attenzione: “No lezioni di 45 minuti e nessuna indicazione su gruppi che si alternano di settimana in settimana tra lezioni in presenza e DaD”.

Ricordiamo infatti che, se nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado abbiamo salutato la DaD con la chiusura di questo anno scolastico (a meno che non si verifichi un nuovo lockdown), la ritroveremo invece nella secondaria di secondo grado anche per il nuovo anno scolastico, in partenza dal prossimo 14 settembre. Il Piano Scuola diffuso infatti alla fine dello scorso giugno parla infatti di didattica a distanza complementare a quella in presenza solo per le scuole superiori.

Ma se la DaD è stata più o meno improvvisata lo scorso marzo per via dell’emergenza, ora viene completamente regolamentata. Con le linee guida in arrivo si prova infatti a dare norme attraverso le quali i dirigenti scolastici potranno costruire gli orari degli insegnanti e scegliere di “compattare”, per esempio, due materie diverse nel corso della lezione. Il MI chiederebbe agli istituti di dotarsi di un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. Partirà una rilevazione per comprendere qual è la “dotazione device” degli studenti e, questa volta, “in via residuale”, un computer potrà essere dato anche ai docenti precari. Per gli studenti più fragili si possono immaginare “percorsi di istruzione domiciliare”. E la formazione dei docenti si rinnova prevedendo corsi di Informatica e metodologie all’avanguardia.

I voti avranno lo stesso valore di quelli in presenza e gli studenti potranno essere interrogati “in sincrono” dalla docente in aula. Agli alunni che non potranno seguire la lezione in presenza dovrà essere garantita “una combinazione adeguata di attività in modalità sincrona e asincrona”.

Se dovesse mai esserci un nuovo lockdown, la DaD diventerà l’unica possibilità di apprendimento. Previste in questo caso le quote orarie minime di lezione a distanza da erogare: “almeno 20 ore di attività sincrona settimanale” per ogni gruppo alle scuole superiori, “almeno 15 ore” per le primarie e “almeno 10 ore” per le prime classi delle stesse elementari. Anche l’infanzia avrà una quota online, seppur limitata a videochiamate e videoconferenze.

Non tutte le anticipazioni fornite dal quotidiano saranno presenti nelle linee guida definitive. Il Ministero ha infatti comunicato che la bozza visionata da Repubblica.it è stata superata già nella stessa giornata di ieri, 29 luglio: “Nel testo che sarà inviato oggi al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione per il necessario parere – leggiamo infatti nella nota MI -, non è previsto infatti, come riportato ad esempio da ‘la Repubblica’, che le lezioni siano di 45 minuti. Nell’articolo, si sostiene inoltre che ‘non ci sono indicazioni per le scuole medie’. Le Linee guida contengono invece indicazioni, come è giusto che sia, per tutti gli ordini di scuola, specificando cosa fare in caso di nuova chiusura, per ogni fascia di età. Mentre per le secondarie di secondo grado, le indicazioni valgono anche per la ripresa di settembre. Qui la Didattica Digitale potrà essere integrata, come ampiamente spiegato in queste settimane, con quella in presenza. Tuttavia risulta infondato il ragionamento secondo cui, sempre in base all’articolo, ‘tendenzialmente si formeranno’ due gruppi per classe e ‘il primo sarà 5-6 giorni a scuola mentre l’altro 5-6 giorni a casa’. Un esempio estremizzato, derivante da una lettura distorta del documento, che non trova fondamento nelle Linee stesse e che le famiglie potrebbero facilmente scambiare, impropriamente, per una indicazione data dal Ministero”.

Allo studio il primo localizzatore di persone con autismo

Allo studio il primo localizzatore di persone con autismo, per evitare il rischio di scomparse

Disabili.com del 30/07/2020

Fondazione Vodafone sta studiando con il team di Cervelli Ribelli un dispositivo elettronico indossabile in grado di segnalare la scomparsa improvvisa di persone nello spettro autistico ed aiutare a rintracciarle.

La tecnologia viene in aiuto delle persone con disabilità, ed in particolare delle famiglie di persone autistiche. E’ allo studio, infatti, un innovativo progetto per realizzare il primo localizzatore per le persone con autismo che si perdono. A lanciarlo e sostenerlo, Fondazione Vodafone e il network “Cervelli Ribelli”, il cui presidente è il giornalista Gianluca Nicoletti. I primi prototipi del dispositivo saranno presentati a settembre, prima di sperimentare sul campo il dispositivo.

Come ben sanno i familiari di persone con autismo, e come confermato dai numeri della cronaca, capita spesso che le persone non neurotipiche si allontanino e si perdano, talvolta anche con grandissime difficoltà ad essere rintracciate. Ricorderete forse il recente caso di Daniele Potenzoni, scomparso a Roma del 10 giugno 2015 e mai più ritrovato.

Da questa esigenze è partita l’idea, quindi, di sondare le esigenze delle famiglie e iniziare a studiare uno strumento che consenta alla persona autistica di godere di uscite all’aria aperta senza il rischio di incidenti. L’idea era quella di arrivare a produrre un dispositivo tecnologico in grado di segnalare tempestivamente la scomparsa di persone autistiche e il loro veloce rintracciamento.

Il progetto ha previsto due fasi, coinvolgendo un team di esperti medici, psicologi, educatori, designer ed informatici: nella prima parte si è proceduto a studiare i numerosi casi di scomparsa di persone con disturbi dello spettro autistico, e a raccogliere alcune informazioni presso le famiglie attraverso un questionario. A questa prima fase è seguita poi la parte tecnologica, con lo studio delle componenti da utilizzarsi, e il coinvolgimento, nel progetto, dei designer e ingegneri del laboratorio di stampa 3d del Politecnico di Milano per arrivare alla definizione di prototipi indossabili, in grado di tenere conto delle attitudini e dei diversi livelli di autonomia, consapevolezza e capacità cognitive delle persone autistiche.

A settembre verranno presentati i primi prototipi a cui seguirà una fase di sperimentazione sul campo per perfezionare il prodotto, che potrà peraltro essere utilizzato anche in contesti di condizioni differenti dall’autismo, contribuendo ad una maggiore serenità di familiari di persone anche con altre patologie, come l’Alzheimer.

Rinvio incontro del 30 luglio su protocollo sicurezza

Dott.    Luigi Fiorentino

            Capo di gabinetto del Ministero dell’Istruzione

Dott.    Giovanna Boda

            Capo Dipartimento Risorse Umane

Oggetto: rinvio incontro del 30 luglio su protocollo sicurezza

Le scriventi OO.SS. confermano le ragioni che le hanno indotte a richiedere il rinvio dell’incontro previsto per la giornata di oggi, 30 luglio, avente per oggetto la sottoscrizione del protocollo di sicurezza. È infatti indispensabile, per un suo proficuo svolgimento, poter disporre di un quadro di riferimento complessivamente più definito su diversi aspetti da prendere in considerazione, a partire dalla effettiva disponibilità di risorse su cui far conto per far fronte efficacemente all’attuazione delle misure indispensabili per la ripresa in sicurezza delle attività scolastiche in presenza, anche alla luce di quanto emerso nell’informativa avente ad oggetto la bozza di O.M. concernente le “misure per la ripresa dell’attività didattica in presenza nell’anno scolastico 2020/2021”. In particolare, sottolineano come il monitoraggio del fabbisogno delle varie istituzioni sia ancora in fase di definizione, mentre è rimessa a un futuro Decreto Interministeriale del Ministro dell’Istruzione, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, la distribuzione delle risorse finanziarie di cui al D.L.34/2020. Parimenti importante è conoscere l’entità delle risorse che, come anticipato dalla Ministra, saranno stanziate con il “decreto agosto” e destinate alle scuole al fine di assicurare una regolare attività didattica.

Le scriventi OO. SS. ribadiscono peraltro la necessità di ulteriori interventi di modifica della normativa vigente su aspetti che attengono la funzionalità delle scuole (supplenze, risoluzione contratti del personale assunto in base al DL 34/2020), da agevolare quanto più possibile nella presente emergenza, mentre ritengono che gli aspetti relativi alle prestazioni di lavoro rese nelle modalità a distanza attengano a disciplina di natura contrattuale e debbano pertanto essere affrontati in tale ambito.

In attesa di una nuova convocazione che soddisfi le condizioni sopra indicate, ritenendole la base per consentire una ripresa per tutti delle attività scolastiche in presenza garantendo a tal fine le indispensabili condizioni di sicurezza, si porgono distinti saluti. 

Roma, 30 luglio 2020

Flc  CGIL Francesco SinopoliCISL  SCUOLA Maddalena GissiUIL Scuola Rua Giuseppe TuriSNALS  Confsal Elvira SerafiniGILDA Unams Rino Di Meglio

Copertura dei posti di Direttore SGA

SCUOLA: L’ANQUAP INCONTRA LA MINISTRA AZZOLINA, AFFRONTARE PROBLEMA COPERTURA DIRETTORI SGA

ROMA, 30 LUG – Questa mattina una delegazione dell’Anquap formata dal Presidente Germani, dai Vice Presidenti Ferrari e Simonetti, dal Coordinatore della Consulta Stalteri, ha incontrato al Dicastero di Viale Trastevere la Ministra dell’Istruzione On.le Lucia Azzolina.Nel corso dell’incontro è stato presentato alla Ministra uno specifico documento contenente alcune tematiche sul funzionamento delle scuole.La Ministra ha sottolineato quanto sia complesso modificare situazioni stratificate nel tempo e ottenere specifici finanziamenti. Ha manifestato attenzione e interesse sui contenuti del documento e dichiarato il suo impegno per risolvere alcune urgenze, come quella afferente la copertura dei posti di Direttore SGA.Nel corso del confronto sono intervenuti anche i Vice Presidenti Ferrari e Simonetti e il collega Stalteri, sottolineando alcune criticità reali che stanno interessando le scuole sotto il profilo organizzativo, amministrativo e contabile.I collaboratori del Ministro hanno sottolineato come la recente O.M. sulle graduatorie provinciale delle supplenze (GPS) e sulle graduatorie di istituto, abbia costituito un’importante semplificazione da un punto di vista procedurale e di conseguimento dei risultati: non più carta ma solo digitale.In fase di esame delle domande che scadranno il 6 agosto gli ambiti territoriali (e le scuole coinvolte), avranno in automatico il punteggio rispetto alle dichiarazioni rese. A conclusione dell’incontro il Presidente Germani ha ringraziato la Ministra per la disponibilità al dialogo e al confronto.L’Anquap è l’Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche che opera prevalentemente nel settore istruzione e raccoglie per lo più le adesioni dei Direttori SGA e degli Assistenti Amministrativi che lavorano nelle Scuole.  

Consiglio di Stato accoglie appello abilitati Romania

ABILITATI IN ROMANIA. IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE DEFINITIVAMENTE L’APPELLO : LA ABILITAZIONE ALL’INSEGNAMENTO IN ROMANIA E IL TITOLO DI STUDIO CONSEGUITO IN ITALIA NON NECESSITA DI MUTUO RICONOSCIMENTO . IL MIUR HA VIOLATO L’ART.45 TFUE E L’ART.13 DELLA DIR. EUROPEA N°36/2005

Di particolare importanza la pronuncia della Sesta Sezione del Consiglio di Stato n. 4825 del 9 luglio 2020 di accoglimento dell’appello patrocinato dall’Avv. Maurizio Danza del Foro di Roma, a favore di 500 abilitati all’insegnamento in Romania.

In particolare l’appello era stato presentato per la riforma della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio per l’annullamento dell’ avviso MIUR n. 5636/2019 , dei decreti di rigetto delle istanze dei ricorrenti finalizzate al riconoscimento della abilitazione conseguita in Romania nella parte in cui il MIUR assumeva che i titoli denominati  “Nivel I e Nivel II” conseguiti dai cittadini italiani in Romania, non soddisfacevano i requisiti giuridici per il riconoscimento della qualifica professionale di docente ai sensi della Direttiva 2005/36/CE .

Con tale appello la difesa aveva impugnato altresì i decreti di depennamento e di avvio del procedimento di esclusione dei ricorrenti dalle procedure concorsuali riservate di cui al D.D.G. n.85/2018, disposti dagli Uffici Scolastici Regionali sulla base dell’avviso n 5636 del 2 aprile 2019.

Contrariamente a quanto disposto dal TAR Lazio sez III BIS con la sentenza n°11774/2019, il Collegio della Sez.VI del Consiglio di Stato con sentenza n.4825 del 9 luglio 2020-pubblicata in data 29 luglio) ha accolto l’appello dell’AVV. MAURIZIO DANZA, confermando sostanzialmente l’orientamento già intrapreso, e stigmatizzando il corto circuito logico del MIUR , “ derivante dalla impostazione seguita dal Ministero che, accedendo alla posizione valevole per lo stato romeno, ha escluso la rilevanza della formazione in Italia ai fini dell’abilitazione all’insegnamento in quella nazione, fondamentalmente si finiva per escludere la rilevanza delle lauree italiane nell’ambito del territorio”.

Secondo il Consiglio di Stato,  il MIUR ha palesemente disatteso altresì le norme della Direttiva Europea n°36/2005 avendo l’obbligo di riconoscere in modo automatico i titoli di formazione previsti da tale direttivae rilasciati in un altro Stato membro al termine di formazioni in parte concomitanti,sulla base di un principio già espresso dalla Corte di Giustizia europea ” (CGUE, III , 6 dicembre 2018 , n. 675), residuando solo il potere di verificare “la durata complessiva, il livello e la qualità delle formazioni a tempo parziale non siano inferiori a quelli delle formazioni continue a tempo pieno.

Va condivisa pienamente la motivazione della sentenza di appellocosì  l’Avv. Maurizio Danza Docente di Diritto del Lavoro presso Universitas Mercatorum, nella parte in cui nel riconoscere la tutela del diritto alla piena mobilità delle professioni in ambito europeo, haritenuto che il MIUR abbia violato l’art.13 della Direttiva Europea n°36/2005, atteso che “ a fronte della sussistenza in capo all’odierno appellante sia del titolo di studio richiesto, la laurea conseguita in Italia (ex sé rilevante, senza necessità di mutuo riconoscimento reciproco), sia della qualificazione abilitante all’insegnamento, conseguita presso un paese europeo, i presupposti per il contestato diniego non possono fondarsi sull’automatismo indicato dal Ministero che dovrà invece pronunciarsi in termini concreti, tramite la verifica della formazione conseguita, come sopra ricordato.

Linee guida Didattica Digitale Integrata: bozze già superate

Con riferimento ad articoli di stampa relativi alle Linee guida per la Didattica Digitale Integrata, il Ministero precisa che questi sono basati su bozze che risultavano superate già nella giornata di ieri e contengono anche ragionamenti infondati. Nel testo, che sarà inviato oggi al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione per il necessario parere, non è previsto infatti, come riportato ad esempio da ‘la Repubblica’, che le lezioni siano di 45 minuti. 

Nell’articolo, si sostiene inoltre che “non ci sono indicazioni per le scuole medie”. Le Linee guida contengono invece indicazioni, come è giusto che sia, per tutti gli ordini di scuola, specificando cosa fare in caso di nuova chiusura, per ogni fascia di età. Mentre per le secondarie di secondo grado, le indicazioni valgono anche per la ripresa di settembre. Qui la Didattica Digitale potrà essere integrata, come ampiamente spiegato in queste settimane, con quella in presenza. Tuttavia risulta infondato il ragionamento secondo cui, sempre in base all’articolo, “tendenzialmente si formeranno” due gruppi per classe e “il primo sarà 5-6 giorni a scuola mentre l’altro 5-6 giorni a casa”. Un esempio estremizzato, derivante da una lettura distorta del documento, che non trova fondamento nelle Linee stesse e che le famiglie potrebbero facilmente scambiare, impropriamente, per una indicazione data dal Ministero.