Ritorno in classe, l’affondo di Speranza: “Basta polemiche, non è solo un problema di Azzolina, ma riguarda tutti noi”

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

Domani, lunedì 14 settembre, si ritorna in classe. Un appuntamento importante a cui il governo sta lavorando alacremente da mesi.

“Abbiamo lavorato con Regioni, Province e  Comuni a partire dal documento sulla gestione dei casi Covid, approvato all’unanimità. Abbiamo fatto più che negli altri Paesi  europei. Nessuno pensa che la situazione sia perfetta, non abbiamo la  bacchetta magica e i problemi della scuola italiana non nascono col
Covid. Ma ci sono risorse senza precedenti, stiamo provando a  investire sul personale scolastico e sulle attrezzature, forniremo 11 milioni di mascherine al giorno a tutti gratuitamente”.

Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un’intervista a La Repubblica, alla vigilia della riapertura dell’anno scolastico.

Il responsabile della Sanità dice che “è statistico che ci siano” casi covid a scuola, per questo “serve un grande sforzo da parte di tutti.  Numeri alla mano oggi l’Italia sta un po’ meglio di altri Paesi  europei. Dobbiamo recuperare lo spirito unitario che a marzo e aprile  ci ha permesso di piegare la curva. Dentro questo sforzo le misure del governo e delle Regioni sono una parte, ma serve il contributo di  tutti: medici, pediatri, presidi, insegnanti, studenti, genitori. È  una sfida che riguarda l’Italia, non un problema della Azzolina su cui fare campagna elettorale”.

Serviranno i tamponi, ce ne saranno abbastanza? “Abbiamo rafforzato di molto la nostra capacità di fare test e miglioreremo ancora – evidenzia Speranza – L’obiettivo che ci siamo dati è non lasciare soli presidi e insegnanti, rinsaldare il legame che si era perso tra le scuole e il Servizio sanitario nazionale. Se ci saranno casi Covid, saranno le Asl a intervenire e decidere come procedere. È un processo nuovo, dovremo imparare a gestire questi casi, per questo dico che servono nervi saldi”.

E sulla misurazione della temperatura, precisa: “come ha spiegato il Comitato tecnico scientifico, la febbre va misurata a casa perché il tragitto fino a scuola è già occasione di incontri. Pensi solo ai mezzi pubblici. E per evitare assembramenti fuori dagli istituti scolastici”. Poi: “stiamo valutando” sull’abbassare la quarantena a 10 giorni, “ascolteremo prima il Cts e ci confronteremo anche con gli altri Paesi europei”.

Rientro in classe per 8,3 milioni di studenti. I dati del MI

da La Tecnica della Scuola

Sono oltre 8,3 milioni le studentesse e gli studenti che rientrano quest’anno tra i banchi: 7.507.484 negli istituti statali, ai quali si aggiungono i circa 860 mila delle paritarie. Si tratta dei primi dati elaborati sul nuovo anno scolastico, il 2020/2021.

In particolare, con la ripartenza di domani e la riapertura nella maggior parte delle regioni, oltre 5,6 milioni di alunne e alunni riprenderanno le lezioni nel sistema scolastico italiano.

Quest’anno, le studentesse e gli studenti delle scuole statali saranno distribuiti in 369.048 classi. Di questi, 876.232 sono iscritti alla Scuola dell’infanzia, 2.384.026 alla Primaria, 1.612.116 alla Secondaria di primo grado, 2.635.110 alla Secondaria di secondo grado.

Si registra un leggero calo degli alunni: lo scorso anno erano 7.599.259. Sempre nella scuola statale, studentesse e studenti con disabilità aumentano dai 259.757 di un anno fa ai 268.671 di quest’anno. Di questi, 19.907 frequenteranno la Scuola dell’infanzia, 100.434 la Primaria, 70.431 la Secondaria di primo grado, 77.899 la Secondaria di secondo grado.

Nelle Secondarie di II grado statali, 1.327.443 ragazze e ragazzi frequenteranno un indirizzo liceale, 830.860 un Istituto tecnico, 476.807 un Istituto professionale.

DATI DEL MINISTERO

Rientro a scuola con il rebus supplenze: in molti casi il caos rimane

da La Tecnica della Scuola

Dopo le parole della Minsitra dell’Istruzione Azzolina anche il premier Conte augura un buon inizio di anno scolastico. Tuttavia, la riapertura delle scuole presenta in diversi casi un grosso rebus: le supplenze.

Se in molti casi le assegnazioni per le supplenze da Gps e Gae si stanno ultimando senza grosse criticità, non si può nascondere che in altri casi le cose non stiano andando per il verso giusto.

Piemonte: problemi grossi a Torino

Abbiamo già riferito del caso piemontese: mentre Alessandria, Asti e Biella stanno proseguendo le nomine in presenza nel rispetto delle norme sul distanziamento, al momento sembra con risultati positivi, per Cuneo si è predisposto un form di scelta delle sedi appoggiato sul sito di un IIS della provincia e non ci sono problemi di tenuta informatica. Per Vercelli si sta proseguendo con una modalità di scelta on-line con restituzione delle preferenze via mail, per Novara e Verbania si attendendo maggiori istruzioni visto che il form che era stato previsto non ha funzionato. Ma il problema più difficile è Torino, dove, alla fine, si è scelto di svolgere le convocazioni online martedì 15 settembre, attraverso il sistema Cisco Webex, a causa dei problemi del server dell’Usp.

Lombardia: è il caos. Bussetti ha provato ad imporre le vecchie graduatorie

Ad avere i problemi più seri sembra essere la regione Lombardia: pochissimi giorni fa si ipotizzava che per la riapertura delle scuole del 14 settembre sarebbero mancati all’appello circa 30 mila supplenti, di cui la metà solo per il sostegno. Numeri che al momento non sappiamo se saranno confermati ma che denotano la sofferenza di un po’ tutti gli Uffici Scolastici nell’andare incontro al nuovo sistema digitalizzato delle supplenze, compresi i tantissimi errori che dalle prime pubblicazioni delle graduatorie provinciali hanno caratterizzato la novità ministeriale. Novità che ha messo in ginocchio gli Uffici tanto che l’ex Ministro Marco Bussetti, oggi all’Ufficio Scolastico di Milano, aveva pensato di “ribellarsi” e iniziare a chiamare i supplenti tramite le vecchie graduatorie cartacee. C’è stato un passo indietro di Bussetti, spiega La Repubblica, sostenuto dalla direttrice generale dell’Ufficio scolastico provinciale, che ha spiegato: “il decreto parla chiaro, bisogna procedere con le nomine via Gps”.

Tuttavia, la “forzatura” di Bussetti ha lasciato comunque inevase migliaia di domande ricevute dal sistema informatico motivo per cui il 14 settembre, mancheranno ancora tantissimi docenti in cattedra in Lombardia.

A Napoli problemi con i modelli da inviare

Anche a Napoli non mancano criticità: come segnala la FGU-Gilda, “a poche ore dallo scadere dei termini della procedura on line predisposta dall’UAT di Napoli, le indicazioni fornite per la compilazione del modello da inviare sono a dir poco incomprensibili e contraddittorie“.

Ad esempio, “nel foglio Excel che i docenti devono utilizzare per indicare le preferenze delle sedi  non compaiono i menu a tendina di cui si parla nelle istruzioni, o per lo meno compaiono solo a chi possiede la versione aggiornata di Excel.”

Ancora: “se da un lato si dice che bisogna presentare una sola domanda con un solo codice fiscale, pochi righi sotto si precisa che si possono presentare più domande per più classi di concorso. Se da una parte si dice che il foglio va firmato, dall’altra si dice che il file Excel non può essere modificato. Come si fa a firmare un foglio senza poterlo stampare e scannerizzare in PDF? L’ufficio ritiene, forse, che tutti i lavoratori della scuola siano in possesso di firma digitale?“, si chiede il sindacato.

La Fgu Gilda sottolinea anche un altro aspetto: “riguarda le graduatorie dalle quali si dovrebbero effettuare le nomine, l’UAT di Napoli non ha pubblicato le GAE ripulite per il 2020-21“. Ma ancora più problematico risulta il risultato delle graduatorie provinciali: “le GPS che sono state ripubblicate quasi uguali, ciò significa che dei numerosissimi reclami presentati solo pochi sono stati accolti“.

Chi andrà in cattedra il 14 settembre?

Bisogna senza dubbio dare le proporzioni giuste ai problemi che riguardano questo ritorno a scuola.

Tuttavia, in molti si aspettavano una ripresa più serena e decisamente più chiara, specie per quanto riguarda i docenti che dovranno lavorare ogni giorno con gli alunni. Resta infatti la domanda: se gli Uffici scolastici avranno bisogno di altri giorni per concludere le operazioni di nomina dei supplenti, chi salirà in cattedra davanti agli studenti?

Rientro a scuola, Conte ringrazia i docenti. Bel gesto, ma servono subito sostegno pratico e stipendi più alti

da La Tecnica della Scuola

Ha parlato anche di problemi che ci saranno, di docenti e personale il premier Giuseppe Conte nel messaggio di presentazione del nuovo anno scolastico, alla vigilia dell’inizio delle lezioni in un alto numero di regioni.

Nell’inviare “un saluto agli insegnanti”, Conte ha speso parole di ringraziamento: “avete fatto uno sforzo straordinario in questi mesi di lockdown continuando a fare lezione con la didattica a distanza, non era affatto facile eppure avete svolto un grandissimo lavoro e per questo vi siamo grati”.Poi il premier si è rivolto ad amministrativi, tecnici e ausiliari, oltre che ai presidi. “Grazie anche ai dirigenti e tutto il personale della scuola: in questi mesi estivi non vi siete fermati un attimo, avete lavorato tantissimo per essere pronti per la riapertura. Saremo con tutti voi, saremo al vostro fianco e continueremo a esserlo nei prossimi giorni e mesi”, ha concluso il presidente del Consiglio.

Il personale ha apprezzato

Il personale sicuramente avrà apprezzato. Un capo del governo che si rivolge a loro più volte in pochi giorni non è così consueto: Conte lo aveva fatto anche in occasione della conferenza stampa di Palazzo Chigi di mercoledì scorso, quando ha detto che “non lasceremo mai soli i nostri presidi, i nostri docenti”.

E qui sta il punto. Perchè il personale della scuola riprenderà le lezioni tra molte difficoltà. In certi casi (tra ritardi di consegne di banco e altro, più il mancato supporto degli enti locali) non è stato fatto il massimo perchè queste si riducessero di numero.

è stato lasciato a lungo al suo destino. Anche nel periodo primaverile del lockdown, per fare un esempio, vi sono molti insegnanti, ad iniziare dai precari, che si sono dovuti reinventare la professione in splendida solitudine. Diversi istituti, infatti, non hanno fornito loro indicazioni, coordinate pedagogiche, strumentazioni, piattaforme per la didattica in modalità sincrona.

La categoria, inoltre, continua a percepire stipendi che risultano tra i più bassi dell’area Ocse e dello stesso vecchio Continente, almeno tra i Paesi più avanzati.

L’accordo andato a vuoto

Le parole di Conte, quindi, diventano importanti, perché vanno a battere su un punto che duole. E creano aspettative.

Per avere un senso e un seguito, quindi, è bene che siano supportate da fatti concreti. Da investimenti per ammodernare le scuole, dove gli insegnanti troppo spesso operano in contesti logori e vetusti; per ridare linfa agli stipendi, a cui lo stesso premier Giuseppe Conte meno di un anno e mezzo fa, con Marco Bussetti (Lega) ministro, aveva dato il là per assumere i precari e portare aumenti a tre cifre. Di quell’accordo si sono perse le tracce: due leggi di Stabilità e altrettanti ministri non sono bastati per vedere assorbite decine di migliaia di precari storici. E nemmeno per vedere approvato lo straccio di un aumento. Nè a tre, né a due cifre.

Ecco perché docenti e personale Ata, che durante la chiusura forzata di tre mesi in percentuale plebiscitaria non si sono sottratti al loro dovere, ora chiedono a Conte di non fermarsi qui. Il tempo delle promesse è scaduto.

Rientro a scuola: la normalità “differente” e la necessità di gestire il vissuto emotivo degli studenti

da La Tecnica della Scuola

Dopo l’avvio ufficiale del nuovo anno scolastico di lunedì 14 settembre, a poco a poco tutte le scuole d’Italia riapriranno i cancelli e per il 24 settembre tutti gli alunni dovranno far ritorno in classe.

Nonostante le tante polemiche, a volte utili, a volte inutili e pretestuose, l’obiettivo è tuttavia unico e condiviso: tornare a scuola e tornare in sicurezza. E non  solo per riprendere le normali attività didattiche ma per recuperare quella fondamentale relazione in presenza insegnante/ alunni, bruscamente interrottasi lo scorso marzo e il cui venir meno è pesato incredibilmente a tutti, docenti, alunni e famiglie.

A scuola si tornerà finalmente alla normalità? Difficile immaginarlo perché, in realtà, nella migliore delle ipotesi, quella che ci troveremo ad affrontare quest’anno sarà una nuova normalità, una normalità “differente”.

Ci aspetta una scuola senza contatto fisico, senza strette di mano,  abbracci o baci, priva di quei significativi gesti di comunicazione cosiddetta “gentile”, di quei gesti di accoglienza, di empatia, capaci di rendere migliori le nostre giornate. Questi gesti mancheranno a tutti, docenti ed alunni.

La gestione del vissuto emotivo: un obiettivo prioritario

In aggiunta, tutti gli studenti, chi più chi meno, portano i sintomi di un malessere psicologico generato dall’esperienza del lockdown e del distanziamento sociale, un malessere che va gestito ed elaborato per garantire la loro serenità futura attraverso un adeguato supporto al rientro in classe. La gestione del vissuto emotivo diventa allora un obiettivo prioritario soprattutto nei primi mesi.

Come riaccogliere in classe i bambini e i ragazzi?  Come aiutarli a gestire le loro emozioni in questa inusuale esperienza cui l’emergenza sanitaria li ha costretti con la perdita traumatica dei  punti di riferimento fino a ieri comuni? Alcuni di loro hanno vissuto anche momenti difficili,  di malattia o ricovero ospedaliero di familiari, quando non addirittura di perdita di persone care; spesso anche di incertezza economica, di precarietà sociale.

Con percentuali più elevate ovviamente nei territori maggiormente colpiti dalla pandemia.

Le proposte del Centro per la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento (CQIA) dell’Università degli studi di Bergamo

Non a caso, proprio dalla Lombardia arriva un contributo ben articolato. Il Centro per la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento (CQIA) dell’Università degli studi di Bergamo ha infatti inteso sin dall’inizio della pandemia offrire adeguato supporto  psicologico, pedagogico e didattico  ai docenti, mediante l’offerta di consulenza gratuita on line  alle scuole sin dallo scorso maggio ma anche attraverso l’organizzazione, dal mese di settembre, di una serie di corsi specifici e gratuiti per gli insegnanti dei diversi ordini e gradi scolastici sul tema “Tornare a scuola dopo il Covid-19: riflessioni e suggerimenti”.

Momenti di formazione da cui far scaturire percorsi per accompagnare le scuole, in particolare, nei primi mesi dalla riapertura.
Il corso Tornare a scuola dopo il Covid-19: itinerari per la rielaborazione psicologica delle esperienze vissute, è ad esempio,pensato per accompagnare i docenti a prefigurare spazi e modi, adeguati alle diverse fasce d’età per dare significato sia alla sospensione delle attività didattiche in presenza  che al ritorno a scuola.
Narrazioni e metafore per crescere e apprendere dall’emergenza COVID19, invece, propone testimonianze e lavoro personale sul vissuto soggettivo connesso al periodo di emergenza, nonché l’elaborazione in gruppo di strumenti narrativi da utilizzare come strumenti pedagogici e didattici in classe.

Ma l’offerta formativa riguarda anche altre tematiche come la gestione dei processi inclusivi, il potenziamento delle abilità di studio degli alunni BES o la progettazione delle attività motorie e sportive al tempo del Covid.

Il contributo di Unicef alla Didattica a distanza

Unicef mette invece a disposizione delle scuole una sezione dedicata alla Didattica a distanza, ricca di proposte educative  che si rivolgono agli alunni dai 3 ai 19 anni, ma anche a docenti e genitori: dai rischi e pericoli della rete, alle attività artistiche e di storytelling, alle lezioni su Agenda 2030 realizzate dall’Ufficio Scuola di Unicef Italia. Tra le sue proposte, i  coinvolgenti  Videolab di Elena Baboni per bambini dai 3 ai 6 anni con attività  pratiche su colori, forme ed emozioni.

L’appello della psicoterapeuta Ornella Piccini su sito Costruire la salute

Importanti e delicati spunti di riflessione sul tema del disagio emotivo derivato dalla percezione del “corpo come veicolo di contagio”e preziosi suggerimenti per poter essere “testimoni soccorrevoli dell’altro” offre infine l’appello ai docenti lanciato dalla psicoterapeuta Ornella Piccini sul sito costruirelasalute.it  (Appello di una psicoterapeuta alle e agli insegnanti: come accogliere gli alunni in questo difficile rientro ).

L’’invito è quello di offrire agli alunni “risposte il più adeguate possibili, visto che le migliori ci sono negate” e farsi “strumento prezioso al servizio di questi bambini” attraverso: la comunicazione con gli occhi nonostante la mascherina, la narrazione dell’esperienza emotiva, l’aiuto a comprendere ciò che accade intorno a noi, la vicinanza dei cuori come ricetta per diminuire la distanza del corpo.

Dalla comunità eTwinning risorse e idee per l’inizio dell’anno scolastico

da La Tecnica della Scuola

La comunità delle scuole europee eTwinning, che conta 825.805 insegnanti, 209.461 scuole, 108.559 progetti in 44 paesi d’Europa, ad oggi la più grande rete virtuale del continente, in prossimità dell’inizio del nuovo anno scolastico, in piena pandemia, propone risorse, idee e materiali per tutti i docenti.

Le risorse

In particolare, l’Unità nazionale italiana eTwinning Indire mette a disposizione su www.etwinning.it  le risorse sulla didattica a distanza prodotte dai docenti della community  durante i mesi di lockdown, oltre alla registrazione di una serie di webinar che hanno visto coinvolti esperti della didattica di livello nazionale e internazionale.

L’obiettivo è fornire idee, strumenti e consigli ai docenti per affrontare al meglio il nuovo anno scolastico, documentando e rendendo disponibili le buone pratiche realizzate attraverso il confronto e lo scambio di quelle più efficaci, create e condivise tra i tanti docenti che utilizzano la piattaforma come luogo di incontro virtuale, come strumento di crescita e come base di lavoro multidisciplinare e interculturale.

L’iniziativa viene incontro alla grande richiesta di informazioni e strumenti di supporto arrivata a eTwinning dopo la chiusura delle scuole, con un boom di visualizzazioni dei contenuti dei canali di supporto (+430% per oltre 230mila visualizzazioni sul sito) e una crescita di oltre il 300% nelle iscrizioni alla piattaforma solo nel mese di marzo 2020, raggiungendo il record di tremila docenti che si sono iscritti in un solo mese.

I contenuti

I contenuti proposti dalla community vanno da l’ebook scaricabile gratuitamente alla raccolta di webinar, alla documentazione delle esperienze progettuali fino ad una serie di tutoriale, creati dal gruppo eTwinning “Sos didattica a distanza”.

L’ebook contiene oltre 30 schede di attività didattiche, utilizzabili da diverse tipologie di allievi, su più livelli e spendibili in più contesti, già testate dai docenti del gruppo DAD in seno alla community. I materiali proposti sono per tutti i gradi di scuola, puntano alla qualità e sono nati dall’esperienza di tutti coloro che hanno utilizzato eTwinning, e in particolare l’area di lavoro TwinSpace, per poter continuare in pieno lockdown ad interagire e dialogare con bambini e bambine, tra docenti. Ciascuna sezione, in base al tipo di scuola, è introdotta da contenuti pedagogici che sono quelli che hanno animato le autrici e gli autori del manuale.

La raccolta di webinar, 11 per l’esattezza, offre un panorama quanto mai ampio per docenti di ogni scuola per poter avere a disposizione materiale per il proprio aggiornamento e autoformazione. Si va dall’esplorazione didattico – pedagogica dell’apprendimento in rete alla trattazione del tema della paura e anche alla didattica a distanza per il sostegno. Tra i relatori gli esperti della onlus Telefono Azzurro, quelli del team Erickson, Dario Ianes dell’Università di Bolzano e docenti esperti già membri della community internazionale. Sono tutti materiali flessibili e utilizzabili ad hoc, che danno possono dare agli insegnanti la spinta necessaria per affrontare il nuovo anno.

La pagina dedicata alle esperienze di progetto è forse la più ricca, con proposte che ciascun docente può andare a conoscere e utilizzare in base all’età dei propri apprendenti, alla disciplina e quindi ai contenuti e alle necessità legate alla propria programmazione. Ogni risorsa è interattiva e multimediale ed è utilizzabile senza alcun vincolo. In molti casi, va rilevato come valore aggiunto, si tratta di progetti internazionali a cui hanno aderito altre scuole europee, quindi da tenere in conto per successive progettazioni in ambito mobilità e scambi, virtuali e reali.

Infine per chi volesse partecipare ed entrare in contatto con gli esperti e gli ambasciatori eTwinning ci si può iscrivere al gruppo di lavoro in qualsiasi momento attraverso il sito https://etwinning.indire.it/sos-didattica-a-distanza/#gruppo.

Ritorno a scuola, Conte: ‘Grazie a insegnanti, dirigenti, studenti e famiglie. Saremo al vostro fianco’

da Tuttoscuola

Domani si torna a scuola in gran parte d’Italia. Il messaggio del premier Conte a studenti, genitori, insegnanti, dirigenti scolastici e personale per l’avvio di questo nuovo anno scolastico.

“Lunedì si torna a scuola – esordisce il Premier -. Rivolgo un saluto a tutti voi, ragazzi, insegnanti, dirigenti, personale scolastico. Sarà un momento di intensa emozione, così almeno è stato per me ogni primo giorno di scuola. E’ un emozione che vivrò anche io da capo di un Governo che nei mesi scorsi ha lavorato per un ritorno in classe in sicurezza, ma anche da padre di un figlio che si accinge anche lui a tonare a scuola”.

La scuola è il cuore pulsante del nostro Paese. E’ un luogo di accoglienza particolarmente prezioso, accoglie i ragazzi, li stimola, li accompagna nei processi di crescita personale e culturale. Nella scuola si concentrano tutti i progetti di un futuro migliore”, ha detto Conte.

Questo rientro in classe è davvero importante. Ci saranno difficoltà, disagi, soprattutto all’inizio. Voi dovrete fare la vostra parte, rispettare le regole di cautela che ci consentiranno di tutelare la vostra salute e quella delle persona che amate”.

“Un saluto anche agli insegnanti. Avete fatto uno sforzo straordinario in questi mesi di lockdown continuando a fare lezione con la didattica a distanza. Vi siamo grati Ringrazio le famiglie, le mamme e i papà che hanno fatto tanti sacrifici. Ringrazio anche i dirigenti scolastici. In questi mesi estivi non vi siete fermati un attimo, avete fatto il massimo per essere pronti per la riapertura e per accogliere degnamente tutti i nostri ragazzi”.

“Saremo con tutti voi – conclude Conte -, saremo al vostro fianco e continueremo ad esserlo nei prossimi giorni e nei prossimi mesi”.

Intervento del Presidente della Repubblica (14.9.2020)

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’inaugurazione dell’anno scolastico 2020/2021

Vo’ (Padova), 14/09/2020

Rivolgo un saluto molto cordiale a tutti i presenti e a coloro che ci seguono da lontano.

Alla Presidente Alberti Casellati. Alla Ministra dell’istruzione, che ringrazio per il suo intervento e per il suo impegno. Al Presidente della Regione Veneto. Al Sindaco di Vò, al Preside della bella scuola che ci ospita e ci accoglie, ai Sindaci degli altri Comuni di riferimento di questo Istituto, Lozzo Atestino e Cinto Euganeo.

Il saluto più grande e affettuoso va alle scolare e agli scolari, alle studentesse e agli studenti di ogni parte d’Italia, insieme ai loro insegnanti.

Un ringraziamento alla Rai e a tutti coloro che si sono adoperati per questa occasione così allegra e così significativa. Ad Andrea Delogu e a Flavio Insinna che ci hanno condotto con tanto garbo e simpatia. Agli artisti a agli sportivi che ci hanno accompagnato.

Oggi è un giorno importante!

L’inaugurazione dell’anno scolastico, mai come in questa occasione, ha il valore e il significato di una ripartenza per l’intera società.

Lo avvertono i ragazzi, lo comprendono gli adulti e le istituzioni. Ci troviamo di fronte a una sfida decisiva.

Ripartire da Vò Euganeo, dà ancor più il senso di come questa sfida riguardi l’intero Paese.

Così come qui a Vò, dopo l’angoscia e le chiusure, è ripresa a pieno ritmo la vita, così la riapertura delle scuole esprime la piena ripresa della vita dell’Italia.

È stata dolorosa la decisione di chiudere le scuole. Necessaria ma dolorosa.

La scuola ha nella sua natura il carattere di apertura, di socialità, di dialogo tra persone, fianco a fianco.

Avete sofferto, ragazzi – e abbiamo sofferto tutti, per gli impedimenti e per le limitazioni. La scuola è specchio della società, e ne riflette le difficoltà, ne riflette le aspettative.

Ecco perché questi giorni, in cui le scuole riaprono e si popolano nuovamente dei loro studenti e insegnanti, sono giorni di speranza.

Mentre prepariamo il domani, sentiamo il bisogno di ricordare chi è stato colpito dalla malattia, le tante vite spezzate e il dolore patito da molti.

Non dimenticheremo. E cercheremo di trarre insegnamento dagli eventi eccezionali e drammatici che hanno coinvolto tutti i Continenti, e che ci tengono ancora impegnati, richiedendoci responsabilità e prudenza.

La chiusura delle scuole, e tante altre rinunce – che ci sono costate molto sul piano sociale, economico, affettivo – hanno contribuito a salvare vite umane e a evitare più gravi angosce e dolori. Le misure di precauzione sono diventate una prova che il popolo italiano ha saputo affrontare, come in altri momenti difficili della sua storia.

La scuola serve anche a questo: a formare cittadini consapevoli, a sconfiggere l’ignoranza con la conoscenza, a frenare le paure con la cultura, a condividere le responsabilità.

 La scuola, la cultura, il confronto continuo sono anche antidoti al virus della violenza e dell’intolleranza, che può infettare anch’esso la comunità se viene ridotta l’attenzione.

Siamo sconvolti per la morte di Willy, pestato con crudeltà per aver difeso un amico contro la violenza. Il suo volto sorridente resterà come un’icona di amicizia e di solidarietà, che richiama i compiti educativi e formativi della scuola e dell’intera nostra comunità.

In coerenza con questi valori occorre spiegare il massimo impegno per contrastare chi pratica una violenza vile e brutale che più volte si è manifestata anche nei giorni scorsi per contrastare chi la predica o la eccita nei social.

So bene, cari studenti, che la scuola vi è mancata quando, ai primi del marzo scorso, le sue porte sono state chiuse e avete avvertito quanto valesse l’incontro quotidiano con i vostri insegnanti, la vicinanza dei vostri compagni, quanto la convivenza fosse fattore di crescita e fondamentale strumento di socialità. Quel che è accaduto è stato come una lezione di vita che vi ha fatto comprendere, in modo chiaro, come la scuola sia indispensabile allo sviluppo personale di ciascuno di voi.

Mesi duri per tutti, ma a subire le conseguenze più pesanti del lockdown sono stati gli studenti con disabilità. Per tanti di loro le rinunce hanno avuto un costo altissimo, a volte non sopportabile. E di queste sofferenze si son fatte carico le famiglie. Nella ripartenza della scuola l’attenzione a questi studenti deve essere inderogabile, a cominciare dall’assegnazione degli insegnanti di sostegno.

          Mi sono giunte – in quei giorni difficili – tante lettere, tanti messaggi. Ne vorrei citare soltanto alcune. Gli alunni di una quinta elementare di Genova mi hanno scritto: “Non sapevamo che la libertà fosse anche sulla strada verso la scuola”.

La scuola è davvero un cammino di libertà, verso la conoscenza, verso la piena cittadinanza. Questa strada è piena di valori e di opportunità, che non sempre riconosciamo subito. Ma quando qualcuno o qualcosa ce li manifesta, allora si compie un salto nella crescita. Mi ha scritto un’altra ragazza, di terza media, di Amelia: “Questo tsunami che si è abbattuto su di noi ad un tratto ci ha reso vulnerabili e fragili, ma nello stesso tempo grandi e responsabili”.

Anche dalle esperienze più negative si possono ricavare lezioni. Ad esempio, la didattica a distanza è stata una grande sfida, a cui non eravamo preparati, ma che ci ha fornito strumenti utili per il futuro. In generale, l’uso delle tecnologie digitali ha fatto compiere a tutta la nostra comunità dei progressi che ora possono aiutare il lavoro e migliorare i modelli sociali. I giovani sono più avanti nella conoscenza e nella pratica dei mezzi informatici, e quanto è stato sperimentato a scuola allarga ulteriormente le possibilità di incontro, di confronto, di studio.

Nulla potrà mai sostituire il contatto tra le persone, il tenersi per mano. Tuttavia questa diffusione dello strumento digitale rappresenta un’opportunità che non va dismessa, ma coltivata e inclusa nella didattica e nei percorsi formativi.

Se si è data continuità alla didattica pur in condizioni di inedita difficoltà, questo è stato possibile grazie alla dedizione, all’impegno, al forte senso della missione educativa degli insegnanti. Li ringraziamo per quel che hanno fatto. Ringraziamo molto anche chi ha seguito negli studi i bambini ricoverati nei reparti pediatrici degli ospedali, a Padova come in altre parti d’Italia.

Il lockdown ci ha mostrato anche che hanno sofferto pesanti esclusioni i ragazzi senza computer a casa, quelli che erano privi di spazi sufficienti, coloro che già vivevano una condizione di marginalità. Dobbiamo evitare che il divario digitale diventi una frattura incolmabile. Per fortuna l’iniziativa di tanti insegnanti, l’impegno dei compagni di classe, l’azione positiva di associazioni di volontariato ha evitato, in molte circostanze, ingiuste emarginazioni, riuscendo a fornire i mezzi necessari alla connessione. E’ questa una frontiera nuova della lotta all’abbandono scolastico, e alla marginalità sociale, che resta un obiettivo esigente per la scuola.

Questo periodo ha sottolineato, con grande evidenza, l’urgenza e l’assoluta necessità di disporre della banda larga ovunque nel nostro Paese.        

Quello che sta per iniziare non sarà un anno scolastico come gli altri. Vi sono diversi problemi, in via di soluzione, che causano difficoltà. Così come in tanti altri Paesi, in Europa e altrove.

Riaprire la scuola, adottando le indispensabili prescrizioni di carattere sanitario, non è impresa facile. È stato necessario adeguare, in brevissimo tempo, strutture concepite per l’incontro, per il dialogo ravvicinato, a misure di distanziamento che ci appaiono quasi innaturali. E questo sforzo è ancora in atto.

Abbiamo avuto esempi straordinari di collaborazione, di lavoro in comune. Desidero rivolgere un sentito ringraziamento a tutti coloro che, in ruoli diversi e con differenti responsabilità, si sono adoperati affinché l’anno scolastico potesse cominciare, assicurando a ogni bambina e bambino, a ogni ragazza e ragazzo, il bene fondamentale dell’istruzione.

In particolare, esprimo riconoscenza ai dirigenti scolastici, a tutti gli insegnanti e al personale ausiliario, che con loro hanno strettamente collaborato per riorganizzare le scuole in sicurezza e garantire una didattica la più possibile ordinata. Molti di loro hanno limitato le ferie, o vi hanno addirittura rinunciato. Hanno interpretato al meglio il significato dell’autonomia scolastica, quella appunto che partecipa con creatività alla progettualità della scuola, muovendo dalle sue articolazioni e diversità.

I nostri insegnanti sono chiamati ancora a un lavoro prezioso, che richiederà coraggio e iniziativa. Sappiamo di poter contare sulla loro passione umana e civile, che hanno continuato a esprimere, pur di fronte a incomprensioni e a problemi non risolti.

Il valore della scuola è stato compreso e vissuto, con grande senso del dovere, da tutti i soggetti coinvolti. Negli anni passati sembrava che si aprissero crepe nell’alleanza educativa tra le famiglie e le scuole. Ora la reazione all’epidemia e la riapertura delle scuole hanno trovato in prima fila tanti genitori impegnati e collaborativi. Lo fanno per i loro figli, certamente, ma tutti hanno compreso che le esigenze comuni hanno bisogno di un impegno solidale, insieme.

È tutto questo che rende la scuola una comunità.

L’articolo 34 della Costituzione esordisce con le parole “La scuola è aperta a tutti”, a significare che la scuola, inclusiva e democratica, deve accogliere i bambini e i ragazzi senza discriminazioni, ma anche che ogni cittadino deve sentirsi partecipe e impegnato nei confronti della scuola.

Alla riapertura guarda in questi giorni tutto il Paese.

A questo impegno è chiamata la Repubblica, in tutte le sue istituzioni statali, sono chiamate le Regioni, sono chiamati i Comuni: ciascuno ha una parte da svolgere di sua competenza.

L’emergenza sanitaria ha posto in evidenza problemi e fragilità per troppo tempo trascurati. Vale per il nostro sistema di istruzione come per tanti altri settori. La ripartenza del Paese ci offre però anche un’occasione per compiere un salto di qualità.

Il ritorno a scuola non significa ritorno al passato.

La scuola è, al contrario, un formidabile strumento di innovazione. La nostra partecipazione al programma Next Generation della Unione Europea è una straordinaria opportunità che non possiamo perdere. Un’occasione anche per un vero rilancio della scuola italiana.

Dobbiamo investire nella scuola, a partire da un’adeguata programmazione del reclutamento del personale, da alcuni anni carente. Dobbiamo fare in modo che i migliori laureati abbiano come obiettivo l’insegnamento. Professione di valore e gratificante, che deve riscuotere il dovuto riconoscimento sociale.

La riapertura avverrà inevitabilmente con carattere di gradualità ma con l’obiettivo, irrinunciabile, di assicurare la piena realizzazione del diritto allo studio, ivi compreso il tempo pieno che, per molti alunni e tante famiglie, è strumento di eguaglianza e garanzia di opportunità.

Occorre mantenere un adeguato livello di precauzione finché non cesserà la grande pericolosità del virus. Il diritto allo studio dovrà procedere di pari passo con il diritto alla salute.

Tutti siamo responsabili, e dobbiamo sentirci tali nei confronti degli altri. Una prova di responsabilità è richiesta anche a voi, cari ragazzi, e sono certo che ne sarete all’altezza. Dai comportamenti di ciascuno dipende la sicurezza collettiva; quella dei vostri genitori, dei vostri nonni.

Non c’è una responsabilità superiore che consenta di fare a meno di quella di ciascuno di noi.

Dobbiamo andare avanti sapendo che sui sacrifici di oggi costruiamo il futuro.

Conosco i ritardi e le difficoltà e so bene che vi saranno inevitabili polemiche. So anche che, in atto, vi sono risorse limitate.

Ma un Paese non può dividersi sull’esigenza di sostenere e promuovere la sua scuola.

Oggi la riapertura della scuola è una prova per la Repubblica.

Per tutti. Nessuno escluso.

Auguri per l’anno scolastico!

Nota 14 settembre 2020, AOODGCASIS 2299

Ministero dell’Istruzione
Responsabile per la transizione al digitale

E, p.c. Alle istituzioni scolastiche ed educative statali
LORO E-MAIL

Al Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali DPPR.segreteria@istruzione.it
AgID Agenzia per l’Italia Digitale protocollo@pec.agid.gov.it

Oggetto: Istruzioni per la compilazione della Dichiarazione di Accessibilità per i siti web delle Istituzioni scolastiche, in conformità con quanto previsto dalle “Linee guida sull’accessibilità degli strumenti informatici” emanate da AgID

Decreto Dipartimentale 14 settembre 2020, AOODPIT 1130

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione

Graduatoria Concorso nazionale: “Facciamo 17 goal. Trasformare il nostro mondo : l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile – IV edizione A.S. 2019-2020

Tutti a Scuola 2020

A Vo’ l’inaugurazione del nuovo anno scolastico con il Presidente Sergio Mattarella e la Ministra Lucia Azzolina

Intervento del Presidente della Repubblica (14.9.2020)


È stata la Scuola primaria ‘Guido Negri’ di Vo’ (Padova) ad ospitare ‘Tutti a Scuola’, l’annuale cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico che si è tenuta questo pomeriggio. 

Alcune delegazioni di studentesse e studenti, in rappresentanza delle scuole di tutta Italia, hanno celebrato insieme al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alla Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, il ritorno fra i banchi.

La cerimonia è stata trasmessa in diretta su Rai Uno, dalle 16.30 alle 18.30, nel corso della trasmissione condotta da Flavio Insinna e da Andrea Delogu. Sul palco, oltre a studentesse e studenti, sono saliti anche alcune personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport, fra cui l’attore Alessio Boni, il commissario tecnico della Nazionale Roberto Mancini, le campionesse di nuoto Simona Quadarella e Benedetta Pilato. E ancora: il soprano Katia Ricciarelli, la cantautrice Levante, il cantautore Leo Gassmann e il gruppo Il Volo.

Hanno presenziato alla cerimonia il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Segretario d’Aula Francesco Scoma – in rappresentanza del Presidente della Camera Roberto Fico -, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà e la Vice Ministra dell’Istruzione Anna Ascani.

‘Tutti a Scuola’ è ormai un appuntamento tradizionale per salutare il ritorno tra i banchi. Una festa che quest’anno assume un significato ancora più particolare dopo la sospensione delle attività in presenza per l’emergenza sanitaria.

Hanno animato la cerimonia gli alunni degli istituti che sono stati selezionati nell’ambito del concorso annuale del Ministero dell’Istruzione per aver realizzato i migliori percorsi didattici sui temi dell’educazione, della legalità, dell’integrazione e della lotta ai fenomeni di bullismo. È un inno alla speranza ‘Amuchina song’, il brano composto dalle studentesse e dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Borgonovo Val Titole e Zian Piacentino (PC).  ‘Voci nella Storia’, dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo ‘John Dewey’ di San Martino in Pensilis (CB), è il progetto pensato per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico dei paesi arbëreshë d’Italia. L’Inno alla Gioia di Ludwing van Beethoven è stato rielaborato dagli alunni dell’Istituto Omnicomprensivo di Città Sant’Angelo (PE) in una originale versione per arpa.Gli studenti dell’Istituto Comprensivo ‘Fogazzaro’ di Noventa Vicentino (VI), dell’Istituto Comprensivo ‘De Amicis’ di Catania e dell’Istituto Comprensivo di Montecastrilli (TR), in collaborazione con l’Associazione Europa InCanto, sono stati invece protagonisti con l’Inno d’Italia DAD. Mentre la classe III B del Liceo classico ‘Luca Signorelli’ di Cortona (AR) ha recitato il monologo ‘No bullismo’. Le musiche sono state eseguite dall’orchestra composta dai migliori allievi dei Conservatori di Musica d’Italia diretta dal Maestro Leonardo De Amicis.

Alle ragazze e ai ragazzi presenti è stato distribuito uno zainetto con materiale informativo realizzato con la collaborazione di diverse istituzioni. Tra questi, anche un volantino informativo sull’uso sicuro di Internet, realizzato nell’ambito del progetto Safer Internet Centre – Generazioni Connesse, iniziativa coordinata dal Ministero dell’Istruzione. A Vo’ era poi presente il truck della campagna “Una vita da social”, realizzata in collaborazione con la Polizia Postale.

La cerimonia ‘Tutti a Scuola’ è stata seguita anche sui canali social del Ministero dell’Istruzione con l’hashtag #TuttiAScuola.


Sarà la Scuola primaria ‘Guido Negri’ di Vo’ (Padova) ad ospitare ‘Tutti a Scuola’, l’annuale cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico che si terrà lunedì 14 settembre 2020, a partire dalle 16.30.

Alcune delegazioni di studentesse e studenti, in rappresentanza delle scuole di tutta Italia, celebreranno insieme al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alla Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, il ritorno fra i banchi.   
    
La cerimonia sarà trasmessa in diretta su Rai Uno, dalle 16.30 alle 18.30, nel corso della trasmissione condotta da Flavio Insinna e da Andrea Delogu. Sul palco, oltre a studentesse e studenti, saliranno anche alcune personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport, fra cui l’attore Alessio Boni, il commissario tecnico della Nazionale Roberto Mancini, le campionesse di nuoto Simona Quadarella e Benedetta Pilato. E ancora: il soprano Katia Ricciarelli, la cantautrice Levante, il cantautore Leo Gassmann e il gruppo Il Volo.   

Presenzieranno alla cerimonia il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Segretario d’Aula Francesco Scoma – in rappresentanza del Presidente della Camera Roberto Fico -, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà e la Vice Ministra dell’Istruzione Anna Ascani.   

‘Tutti a Scuola’ è ormai un appuntamento tradizionale per salutare il ritorno tra i banchi. Una festa che quest’anno assume un significato ancora più particolare dopo la sospensione delle attività in presenza per l’emergenza sanitaria. 
    
Ad animare la cerimonia saranno gli alunni degli istituti che sono stati selezionati nell’ambito del concorso annuale del Ministero dell’Istruzione per aver realizzato i migliori percorsi didattici sui temi dell’educazione, della legalità, dell’integrazione e della lotta ai fenomeni di bullismo. È un inno alla speranza ‘Amuchina song’, il brano composto dalle studentesse e dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Borgonovo Val Titole e Zian Piacentino (PC).  ‘Voci nella Storia’, dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo ‘John Dewey’ di San Martino in Pensilis (CB), è il progetto pensato per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico dei paesi arbëreshë d’Italia. L’Inno alla Gioia di Ludwing van Beethoven è stato rielaborato dagli alunni dell’Istituto Omnicomprensivo di Città Sant’Angelo (PE) in una originale versione per arpa.Gli studenti dell’Istituto Comprensivo ‘Fogazzaro’ diNoventa Vicentino (VI), dell’Istituto Comprensivo ‘De Amicis’ di Catania e dell’Istituto Comprensivo di Montecastrilli (TR), in collaborazione con l’Associazione Europa InCanto, saranno invece protagonisti con l’Inno d’Italia DAD. Mentre la classe III B del Liceo classico ‘Luca Signorelli’ di Cortona (AR) reciterà il monologo ‘No bullismo’. Le musiche saranno eseguite dall’orchestra composta dai migliori allievi dei Conservatori di Musica d’Italia diretta dal Maestro Leonardo De Amicis.  

La cerimonia ‘Tutti a Scuola’ potrà essere seguita anche sui canali social del Ministero dell’Istruzione con l’hashtag #TuttiAScuola.