Studente si fa male durante didattica a distanza. E’ infortunio?

da OrizzonteScuola

Di Francesco Rutigliano

La Didattica a Distanza lascia ampi dubbi su cosa succederebbe per un eventuale infortunio che potrebbe verificarsi sia per il docente che per lo studente durante la Didattica a Distanza (DaD). Gli infortuni costituiscono eventi ad alto grado di probabilità, nella scuola come in ogni altra comunità lavorativa organizzata. I fattori di rischio, riconducibili a circostanze fortuite, ad insidie, a deficienze strutturali rappresentano elementi costitutivi dell’infortunio.

È il caso di chiedersi se nella didattica a distanza gli obblighi dell’amministrazione scolastica per i pericoli cui vanno incontro gli alunni-utenti sono gli stessi forniti per il servizio in presenza. Sarebbe opportuno chiarire se l’assicurazione INAIL, sia per i docenti che per gli studenti, possa essere o meno estesa all’attività didattica a distanza.

Come del resto sarebbe opportuno chiarire se le polizze assicurative integrative per la responsabilità civile e per gli infortuni degli studenti, che prevedono la copertura solo per ogni infortunio che possa verificarsi durante l’orario scolastico e, comunque, durante l’orario in cui sia autorizzato l’accesso e la permanenza presso i plessi scolastici, oltre al cosiddetto rischio in itinere (tragitto casa -scuola e viceversa), alle visite scolastiche e ai viaggi d’istruzione, possano coprire anche eventuali infortuni verificatisi durante lo svolgimento della stessa Didattica a Distanza. È correlata al caso la c.d. culpa in vigilando? Quale sarebbe la responsabilità del docente in tal caso?

Per le attività in presenza il tutto è ben regolato. Ma per quelle a distanza come bisogna comportarsi? Per il docente, la normativa sulla scuola prevede che “il personale docente assicura comunque le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione“ al quale si presume applicabile il decreto legislativo 81/2008. Sul punto i vuoti da colmare sono tanti. Specie dopo che il nuovo DPCM del 24 ottobre ha stabilito il 75% della DaD per le scuole superiori. Sarebbe necessaria una profonda riflessione su questi temi per regolamentare il tutto.

Riguardo al tema, ed in particolar modo dello studente, è necessario evidenziare che la giurisprudenza (Cass. SS.UU. civ. n. 9346/2002; n.9906/2010; n. 19158/2012) ha precisato che all’atto della iscrizione ed ammissione dell’alunno a scuola si realizza “l’instaurazione di un vincolo negoziale, in virtù del quale, nell’ambito delle obbligazioni assunte dall’istituto, deve ritenersi sicuramente inclusa quella di vigilare anche sulla sicurezza e sull’incolumità dell’allievo nel tempo in cui fruisce della prestazione scolastica in tutte le sue espressioni, anche al fine di evitare che l’allievo procuri danno a se stesso”.

La citata sentenza n. 9346/2002, componendo un indirizzo interpretativo prima oscillante, ha anche affermato che nel caso di danno arrecato dall’allievo a sé stesso appare più corretto ricondurre la responsabilità dell’istituto scolastico e dell’insegnante non tanto nell’ambito della responsabilità extracontrattuale, con conseguente onere per il danneggiato di fornire la prova di tutti gli elementi costitutivi del fatto illecito di cui all’art. 2043 c.c. quanto nell’ambito della responsabilità contrattuale, con conseguente applicazione del regime probatorio desumibile dall’art. 1218 c.c. Sicchè, mentre l’alunno danneggiato deve provare esclusivamente che l’evento dannoso si è verificato nel corso dello svolgimento del rapporto, sulla scuola incombe invece l’onere di dimostrare che l’evento è stato determinato da causa non imputabile né alla scuola, né all’insegnante (Cass. N. 361272014 e n. 3695/2016), non potendo questo onere probatorio essere aggravato fino al punto di porre a carico del danneggiato l’onere di allegare le modalità del comportamento inadempiente.

Nel caso specifico della DaD bisogna capire e chiarire se l’arco temporale di estensione degli obblighi di vigilanza e cautela è da applicarsi, anche, dal momento in cui ha avuto inizio l’affidamento del giovane con la DaD. Pertanto, laddove uno studente dovesse arrecare danno a sé stesso durante la DaD, è configurabile un infortunio?

La giurisprudenza che statuisce la responsabilità in capo all’amministrazione per infortuni occorsi agli alunni in caso di alunno che arreca danno a sé stesso, è estendibile, è applicabile anche agli infortuni nel corso della DaD?

A riguardo un punto di riferimento cui si potrebbe prendere come riferimento è quello che si desume dal fatto che, a seguito del graduale processo di rinnovamento che ha coinvolto il mondo della didattica, anche l’ambito di applicazione della tutela antinfortunistica rivolta agli alunni delle istituzioni scolastiche si è ampliato fino a ricomprendere nuove forme di esperienze formative attuate con l’ausilio di macchine elettriche o elettroniche (videoterminali, computer, strumenti di laboratorio ecc).

Tra le più significative tappe di questo percorso di attualizzazione della tutela degli alunni contro gli infortuni, si segnala la Circolare dell’INAIL 17 novembre 2004 n. 79, la quale fa seguito, in particolare, alle novità introdotte dalla riforma della scuola dell’infanzia e del primo ciclo dell’istruzione (d.lgs. n. 59/2004).

La circolare ha per oggetto i criteri per la trattazione dei casi di infortunio nell’ambito delle lezioni di alfabetizzazione informatica e lingua straniera a favore degli alunni di scuole pubbliche e private – lezioni diventate obbligatorie per gli alunni della scuola primaria e della scuola media per effetto della citata riforma.

L’INAIL precisa che questi momenti formativi, attuati con l’ausilio di macchine elettriche (videoterminali, computer, strumenti di laboratorio ecc) rientrano nelle esercitazioni pratiche intese come applicazione sistematica costante e cioè non occasionale diretta all’apprendimento. Come tali, le descritte attività sono ricompresse tra quelle coperte dall’assicurazione antinfortunistica obbligatoria, ai sensi e per gli effetti della normativa su richiamata. Ne consegue che gli studenti sono assicurati per i sinistri che accadano nel corso delle esperienze tecnico-scientifiche; per quelli che si verifichino nel corso delle esperienze di lavoro; per gli infortuni che avvengano nel corso delle esercitazioni pratiche che ricomprendono anche le lezioni di alfabetizzazione informatica e di lingua straniera, svolte con l’ausilio di macchine elettriche.

Orbene, prendendo spunto da quanto innanzi si potrebbe ipotizzare che l’infortunio occorso nella DaD, essendo un’attività scolastica materiale che in qualche modo è rischiosa, atteso che è correlata all’utilizzo di macchine elettriche o elettroniche (videoterminali, computer, ecc.) potrebbe farsi rientrare tale infortunio nell’ambito del principio indicato dall’INAIL, nonché nell’ambito del principio più volte statuito dalla Suprema Corte, secondo cui “tutte le responsabilità per infortuni occorsi agli alunni, quindi anche quella per danno arrecato dall’alunno a sé stesso (c.d. autolesione), fanno capo all’amministrazione scolastica e non al docente o in genere al personale scolastico”. In ogni caso, sarebbe auspicabile che il Governo affrontasse e regolamentasse la problematica dell’infortunio dello studente nel corso della DaD, atteso che l’argomento non è sorretto da specifica normativa.

“Do you CodeWeek?” a scuola con l’équipe

da OrizzonteScuola

Di redazione

La CodeWeek, settimana europea dedicata alla programmazione, quest’anno si è svolta dal 10 al 25 di ottobre, ed è stata densa di eventi straordinari che hanno offerto a tutti l’opportunità di sperimentare la programmazione in modo divertente, intuitivo e immediato.

L’iniziativa CodeWeekEU è stata lanciata nel 2013 e già con l’edizione del 2014 ha segnato un punto di svolta, coinvolgendo circa 150,000 persone distribuite in 39 paesi.

L’Italia si è sempre distinta per il numero di eventi e di partecipanti, che nelle edizioni più recenti hanno superato il milione, grazie alla straordinaria collaborazione tra organizzazioni di volontari, scuole, università e istituzioni.

Nell’ottica dell’apprendimento permanente, il pensiero computazionale offre a tutti, soprattutto alle giovani generazioni, l’opportunità di sviluppare le competenze di problem solving per affrontare situazioni nuove e inedite. É oggi una competenza irrinunciabile che permette di acquisire un metodo di ragionamento e di risoluzione dei problemi, da applicare efficacemente anche al di fuori dell’informatica in senso stretto.

Il coding rappresenta quindi la quarta abilità di base, al pari del leggere, scrivere e far di conto, e deve essere appresa ed esercitata fin dai primi anni di scuola dell’infanzia e della primaria, così come previsto dai Traguardi delle indicazioni nazionali del 2012 e dal DM 741 e 742 del 2017.

Avendo il ruolo di fornire supporto e accompagnamento alle scuole per la diffusione e la promozione del Piano Nazionale Scuola Digitale, l’Équipe Formativa Territoriale non poteva sottrarsi dall’impegno di sostenere questa iniziativa in maniera incisiva.

In occasione della CodeWeek 2020, su tutto il territorio nazionale, le Équipe regionali hanno organizzato attività di alfabetizzazione e di divulgazione in video conferenza per coinvolgere attivamente docenti e alunni di ogni ordine di scuola.

In qualità di esperti nella didattica innovativa, le Équipe hanno idealmente affiancato i docenti nella didattica in classe, con l’obiettivo di fornire agli alunni strumenti semplici, divertenti e facilmente accessibili per permettere loro di familiarizzare con i concetti base dell’informatica.

Adottando nuove modalità didattiche, in questa fase delicata di attività formative a distanza, l’intento dell’iniziativa è stato quello di incoraggiare gli studenti all’utilizzo efficace di strumenti di comunicazione sincrona per aprirsi a nuovi spazi e occasioni di apprendimento al di fuori delle pareti della classe.

Nell’arco della settimana i docenti dell’Equipe siciliana hanno offerto alle classi partecipanti, un ventaglio di proposte per un primo approccio alla programmazione con dei laboratori interattivi online, fruibili in remoto attraverso la lavagna multimediale e gli strumenti BYOD che, nello stesso tempo, hanno rappresentato un modo per ripensare le attività didattiche in modalità mista.

Gli eventi della durata di un’ora, si sono susseguiti ogni giorno, dal 19 al 23 ottobre, con due incontri giornalieri, in collegamento diretto con le classi.

L’iniziativa, dal titolo “Do you CodeWeek?”, ha coinvolto più di 500 classi delle scuole siciliane, travolte da una ventata di innovazione e tecnologia, che le ha viste protagoniste in diversi scenari narrativi.

Il kick-off della settimana è stato un incontro pomeridiano rivolto ai docenti sulla dimensione europea del pensiero computazionale e sulle opportunità di sviluppo professionale e di collaborazione nei partenariati digitali europei.

I successivi eventi sono stati svolti in orario scolastico con attività di coding e storytelling per i bambini della scuola dell’infanzia e attività unplugged attraverso la PixelArt e di animazione con Scratch per le classi della scuola primaria.

Ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado, invece, sono stati dedicati i laboratori di simulazione con i kit Arduino e Spike di LEGO Education.

Ricordando il famoso gioco americano “Monty Hall” gli studenti del secondo ciclo si sono cimentati in giochi matematici di simulazione su un foglio elettronico con funzioni di base come random, cicli condizionati e cicli interattivi o, hanno utilizzato Arduino, nella realizzazione di un prototipo di gestione automatizzata delle operazioni di ingresso in un negozio, permettendo il rispetto delle norme di emergenza COVID-19.

E ancora, attraverso le metodologie del learning by doing, della didattica laboratoriale e dello storytelling, gli studenti hanno sviluppato le conoscenze delle dimensioni, della prospettiva e del movimento degli oggetti, in funzione del tempo, nello scenario narrativo di un’affascinante storia di fantascienza.

I workshop sono stati ritenuti efficaci dal punto di vista didattico dai docenti coinvolti e hanno ottenuto l’apprezzamento degli alunni che si auspicano di poter partecipare a eventi simili anche in futuro.

Il pensiero computazionale merita di essere coltivato e applicato in modo interdisciplinare perché definisce i prerequisiti metacognitivi che predispongono lo studente allo sviluppo del pensiero critico e riflessivo come base per il ragionamento applicabile in altri contesti in cui è necessario adottare processi creativi e risolutivi originali.

Le grandi innovazioni avvengono nel momento in cui la gente non ha paura di fare qualcosa di diverso dal solito” George Cantor

Il sito della CodeWeek

Le proposte delle Équipe Formative Territoriali

Per tenersi aggiornati con le proposte delle attività dell’Équipe Formativa Territoriale Sicilia è possibile consultare sito https://www.eftsicilia.it/

L’Équipe Formativa Territoriale Sicilia

Didattica a distanza, ATA in quarantena con sorveglianza attiva o isolamento fiduciario

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Ministero ha emanato una nota di accompagnamento all’ipotesi di contratto sulla didattica a distanza sottoscritto da alcuni sindacati. In essa indicazioni sulle modalità di attuazione della didattica integrata per il personale della scuola

Per quanto riguarda gli ATA, il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, il Dsga possono erogare per il periodi di quarantena prestazione lavorativa in modalità agile. Gli assistenti tecnici in quarantena svolgono, supporto remoto alle attività didattiche.

Per le qualifiche di  di cuoco, guardarobiere, infermiere, collaboratore scolastico e collaboratore scolastico addetto all’azienda agraria, in ragione della specificità delle relative mansioni, che si espletano esclusivamente in presenza a scuola, si deve ritenere che, in caso di quarantena disposta dalla competente autorità sanitaria, la prestazione lavorativa non possa essere resa in modalità agile e pertanto, solo ove strettamente ed effettivamente necessario a garantire l’ordinaria attività scolastica, i dirigenti scolastici applicano la normativa vigente in materia di sostituzione del personale assente.

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Didattica a distanza, cosa deve fare il docente in quarantena con sorveglianza attiva o isolamento fiduciario

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Ministero ha emanato una nota di accompagnamento all’ipotesi di contratto sulla didattica a distanza sottoscritto da alcuni sindacati. In essa indicazioni sulle modalità di attuazione della didattica integrata per il personale della scuola

Per il personale docente collocato quarantena sorveglianza attiva le ordinario prestazioni lavorative, nel caso specifico della professione docente, si sostanziano nelle attività di Didattica digitale integrata, al fine di garantire – in assenza di un effettivo stato di malattia certificata – la realizzazione in concreto del diritto allo studio a vantaggio di tutti gli allievi.

Se la classe è in quarantena

Se l’intera classe del docente sarà stata posta in quarantena con sorveglianza attiva, al pari del docente stesso, il dirigente scolastico dispone che per quella classe le attività didattiche siano svolte in modalità di DDI, sia per il docente a sua volta in quarantena, sia – eventualmente – per tutti i docenti che di quella classe siano contitolari, anche se non posti in quarantena. Questi ultimi potranno, infatti, svolgere la DDI da scuola, utilizzando devices e connettività dell’Istituto, come nei casi in cui la quarantena riguardi solo gli alunni delle classi.

Il docente in quarantena, pertanto, svolgerà ordinariamente attività di docenza in DDI a vantaggio della classe o delle classi poste a loro volta in quarantena.

Se la classe non è in quarantena

Qualora, invece, le classi del docente posto in quarantena non siano a loro volta nella stessa condizione, il docente posto in quarantena potrà svolgere attività di DDI, innanzitutto ogni qual volta sia prevista, da orario settimanale, la copresenza con altro docente della classe. La presenza nelle classi di titolarità del personale posto in quarantena potrà essere altresì garantita facendo ricorso a personale dell’organico dell’autonomia in servizio presso l’istituzione scolastica, individuando la necessità di garantire l’attività didattica come priorità temporanea rispetto allo svolgimento di altre eventuali attività non connesse all’insegnamento curricolare.

Docenti di sostegno

Per quanto attiene la circostanza dei docenti di sostegno, contitolari a pieno titolo delle classi in cui prestano servizio, si ritiene che la particolarità della loro funzione inclusiva per l’alunno con disabilità, in via ordinaria, debba essere considerata prioritaria rispetto alla necessità di gestione generalizzata del gruppo classe. I Dirigenti scolastici, pertanto, potranno disporre il loro impiego in funzioni di supporto al docente in quarantena esclusivamente a orario settimanale invariato e nelle classi di cui siano effettivamente contitolari, sempre che non vi siano particolari condizioni ostative, legate alla necessità di gestione esclusiva degli alunni con disabilità loro affidati.

Nel caso in cui il docente di sostegno sia posto in quarantena, si ritiene di poter individuare, proprio nel principio della contitolarità sulla classe di tutti i docenti, la misura più idonea per garantire il diritto allo studio dell’alunno con disabilità, cui deve essere di norma consentita la frequenza delle lezioni in presenza. Nella scuola primaria, in particolare, si potrà prevedere che il docente di sostegno posto in quarantena svolga le attività didattiche, opportunamente condivise e programmate in sede di programmazione settimanale, a favore dell’intero gruppo classe, potendosi temporaneamente attribuire la speciale presa in carico dell’alunno con disabilità al docente di posto comune della classe.

Nomina supplente

In ultima analisi, solo qualora sia stata esperita ogni attività di reperimento di risorse interne all’istituzione scolastica, a seguito della quale non sia possibile in alcun modo provvedere alla sostituzione in classe del docente in quarantena con altro personale già in servizio, il dirigente scolastico, ponendo particolare attenzione alla peculiare situazione della scuola dell’infanzia, potrà ricorrere alla nomina di personale supplente anche solo per le ore strettamente necessarie al completamento della copertura del servizio settimanale, fermo restando che in nessun caso si potrà disporre la vigilanza della classe interamente in presenza, nel corso di attività didattiche erogate dal docente in quarantena, servendosi del personale collaboratore scolastico o di personale esterno, operante per l’assistenza specialistica per l’autonomia e la comunicazione, o a vario titolo presente a scuola.

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Studenti superiori in dad, docenti fanno lezione da scuola pure se pc e internet stentano: dolcetto o scherzetto?

da La Tecnica della Scuola

Da martedì 27 ottobre i docenti delle scuole superiori dovranno recarsi a scuola per collegarsi con tutti gli studenti invece forzatamente a casa: è l’insolito scenario che si verrà a creare dopo che il Governo, con il Dpcm del 24 ottobre, a seguito dell’innalzamento di contagi da Covid-19, ha chiesto alle scuole, previo confronto con gli enti locali e le autorità sanitarie, di procedere fino al 24 novembre anche con il 100% di didattica a distanza.

Nel volgere di pochissime ore, i dirigenti scolastici hanno convocato gli organi collegiali e, laddove la dad è stata adottata in modo totale, anche per evitare complicate “formule” che avrebbero comunque permesso di svolgere in aula non più di 8 ore su 32, tra poche ore scatterà l’insolita organizzazione: gli studenti collegati dalle loro dimore, i loro docenti collegati da scuola. Uno scenario che non piace ad alcuni sindacati, i quali rivendicano l’indispensabilità della presenza degli alunni per pretendere che i docenti siano in classe.

La nota parla chiaro

Chi aveva pensato che tale logica poteva essere figlia di un vezzo o di un’impuntatura di qualche preside considerato troppo “zelante”, è stato presto smentito: con la nota 1934 del MI, prodotta nella serata del 26 ottobre a firma del capo dipartimento Marco Bruschi, da Viale Trastevere hanno sottolineato che anche durante la dad “le istituzioni scolastiche continuano ad essere aperte, e in presenza, nell’istituzione scolastica, opera il personale docente e ATA, salvo i casi previsti al paragrafo 2 (personale docente e ATA in quarantena con sorveglianza attiva o in isolamento domiciliare fiduciario, ndr)”.

Sempre la nota di chiarimento del ministero dell’Istruzione spiega che “la dirigenza scolastica comunque, in caso di necessità, può adottare particolari e differenti disposizioni organizzative”.

I casi particolari

Questo significa che le scuole, con motivate spiegazioni, potrebbero comunque chiedere ai docenti di non recarsi a scuola. Si tratta di una circostanza che si potrebbe venire a determinare, ad esempio, nel caso in cui la scuola non dovesse detenere una banda adeguata per la connessione.

Oppure non sia nelle condizioni di mettere a disposizione di decine di insegnanti, in contemporanea, dei computer o device funzionanti, non troppo obsoleti e corredati di telecamera. Una circostanza che nelle scuole italiane, anche nel 2020, non si può dare affatto per scontata.

Il paradosso

Fatto sta che a molti docenti l’imposizione di andare a scuola e trovarsi a condurre una didattica in condizioni tecnologiche tutt’altro che ottimali è sembrato un paradosso: non sarebbe meglio, hanno domandato, rimanere, come gli studenti, a casa e condurre le lezioni da lì, magari lasciando la possibilità di recarsi a scuola solo a coloro che hanno problemi notevoli con la gestione casalinga delle tecnologie oppure sono impegnati con gli alunni con disabilità che preferiscono stare a scuola?

Il problema non è da poco, perchè ancora in diversi istituti superiori gli schermi interattivi e la fibra non sono stati montati.

Il caso dell’agrario di Roma

All’Ansa, la preside dell’istituto agrario Sereni di Roma, che conta circa 850 studenti e più sedi, ha detto che “la fibra non arriva in nessun plesso, quindi la portabilità è scarsa rispetto alla quantità alunni. Finora abbiamo attuato un 50% di didattica a distanza. Da domani passeremo al 75%, privilegiando in presenza le prime classi”.

Alla luce di questo disagio, comunque “la maggioranza degli insegnanti si connetterà da casa. Il problema della connessione internet molto scarsa nelle scuole fuori dal Grande raccordo anulare è noto a tutti, avrebbero dovuto pensarci da tempo a sistemare. Noi possiamo fare fino a un certo punto”, ha sottolineto la dirigente scolastica.

La prof scrive ad Azzolina: scuola allo sfascio

Sui social sta riscuotendo successo una lettera della professoressa Valentina Romano, del liceo Scientifico Paolo Giovio di Como, pubblicata su “quicomo” e indirizzata alla ministra Lucia Azzolina.

“Dolcetto o scherzetto? Ho pensato ad una bufala, ministra, sul serio”, scrive la prof.
“Perché tutti ci dicono che è meglio starsene a casa e a noi professori – che in Italia vantiamo il primato di essere i più anziani d’Europa – ci vien detto che no, da lunedì dobbiamo uscire per andare sul posto di lavoro”.

“Una volta lì – prosegue Giovio -, trotterelleremo mascherati da un’aula all’altra della scuola cambiando ogni ora postazione, sputazzeremo su una tastiera su cui hanno sputazzato prima di noi altri colleghi, faremo lezione in aule in cui la temperatura non è proprio tropicale, la connessione non proprio velocissima, l’acustica non proprio da studio di registrazione, e passeremo le ore buche tutti insieme in sala professori sorseggiando vin brulé e ricordando i vecchi tempi… Di quando la Didattica a Distanza non c’era, ma c’era solo la Didattica in presenza, che era rimasta l’unica cosa bella dell’insegnamento in una scuola completamente allo sfascio”, conclude la professoressa lombarda.

Docenti in quarantena: possono svolgere attività di didattica a distanza

da La Tecnica della Scuola

I docenti posti in quarantena possono svolgere la propria attività didattica a distanza. Lo chiarisce una nota del Ministero dell’Istruzione diffusa nel pomeriggio del 26 ottobre.

Fino all’eventuale manifestarsi dei sintomi della malattia, riporta la nota ministeriale, benché il periodo di quarantena sia equiparato, come si è visto, al ricovero ospedaliero, il lavoratore non è da ritenersi incapace temporaneamente al lavoro ed è dunque in grado di espletare la propria attività professionale in forme diverse.

Il Ministero, infatti, ha emanato una nota di accompagnamento all’ipotesi di contratto sulla didattica a distanza sottoscritto da alcuni sindacati.

LA NOTA DEL MINISTERO

La nota pone attenzione alla condizione del personale docente collocato in QSA in seguito a formale provvedimento dell’autorità sanitaria, o posto in isolamento fiduciario, nei casi in cui siano stati rilevati, nelle sezioni o nelle classi, casi di bambini, alunni o studenti positivi al virus COVID-19.

Infatti, le ordinarie prestazioni lavorative, nel caso specifico della professione docente, si sostanziano nelle attività di Didattica digitale integrata, al fine di garantire – in assenza di un effettivo stato di malattia certificata – la realizzazione in concreto del diritto allo studio a vantaggio di tutti gli allievi.

Per il docente, ricorda il Ministero, l’eventuale prestazione lavorativa a distanza è da correlarsi alla condizione della classe o delle classi di cui il docente medesimo è titolare e alle possibilità organizzative delle istituzioni scolastiche, da verificare, da parte del dirigente scolastico, in riferimento alle situazioni effettive, con la possibilità di completare l’orario di servizio in attività di potenziamento o di supporto alla didattica.

Cosa succede se la classe è in quarantena

Ecco perchè se l’intera classe del docente sarà stata posta in quarantena con sorveglianza attiva, al pari del docente stesso, il dirigente scolastico dispone che per quella classe le attività didattiche siano svolte in modalità di didattica digitale integrata sia per il docente a sua volta in quarantena, sia – eventualmente – per tutti i docenti che di quella classe siano contitolari, anche se non posti in quarantena. Questi ultimi potranno, infatti, svolgere la DDI da scuola, utilizzando devices e connettività dell’Istituto, come nei casi in cui la quarantena riguardi solo gli alunni delle classi.

Il docente in quarantena, pertanto, svolgerà la propria attività in didattica digitale integrata.

Cosa succede se la classe non è in quarantena

Qualora, invece, le classi del docente posto in quarantena non siano a loro volta nella stessa condizione, il docente posto in quarantena potrà svolgere attività di DDI, innanzitutto ogni qual volta sia prevista, da orario settimanale, la copresenza con altro docente della classe.

La presenza nelle classi di titolarità del personale posto in quarantena potrà essere altresì garantita facendo ricorso a personale dell’organico dell’autonomia in servizio presso l’istituzione scolastica, individuando la necessità di garantire l’attività didattica come priorità temporanea rispetto allo svolgimento di altre eventuali attività non connesse all’insegnamento curricolare.

Per quanto riguarda invece i docenti di sostegno, contitolari a pieno titolo delle classi in cui prestano servizio, si ritiene che la particolarità della loro funzione inclusiva per l’alunno con disabilità, in via ordinaria, debba essere considerata prioritaria rispetto alla necessità di gestione generalizzata del gruppo classe.

I Dirigenti scolastici, pertanto, potranno disporre il loro impiego in funzioni di supporto al docente in quarantena esclusivamente a orario settimanale invariato e nelle classi di cui siano effettivamente contitolari, sempre che non vi siano particolari condizioni ostative, legate alla necessità di gestione esclusiva degli alunni con disabilità loro affidati.

Global Teacher Award 2020, per la prima volta vince l’Italia con il prof Daniele Manni. Azzolina: orgogliosa

da La Tecnica della Scuola

Il prof. Daniele Manni, docente di imprenditorialità e informatica all’Istituto “Galilei-Costa-Scarambone” di Lecce, è il primo docente italiano a vincere il prestigioso ed internazionale “Global Teacher Award”. A dare la notizia in anteprima è stata, il 26 ottobre, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Il 22 novembre la premiazione in India

“Sono orgogliosa di informarvi – ha detto Azzolina – che il prof. Daniele Manni, docente di imprenditorialità e informatica all’Istituto “Galilei-Costa-Scarambone” di Lecce, è il primo docente italiano a vincere il prestigioso ed internazionale “Global Teacher Award””.

Il 22 novembre, in India, avrà luogo la cerimonia di consegna del riconoscimento.

Manni già sul podio in passato

“Già a settembre il prof. Manni è stato sul podio degli “Innovation and Entrepreneurship Teaching Excellence Awards”, arrivando 3°”.

“Da anni – continua Azzolina – al “Galilei-Costa-Scarambone” le studentesse e gli studenti vengono aiutati ad ideare micro e piccole imprese innovative che lanciano sul mercato nuovi prodotti e servizi”.

“Complimenti dunque al prof. Manni, alla dirigente scolastica Addolorata Mazzotta e a tutto l’Istituto per il prezioso lavoro portato avanti e i traguardi raggiunti”, conclude la ministra dell’Istruzione.

Conte sulla DaD: contiamo di farla solo per qualche settimana

da La Tecnica della Scuola

Giuseppe Conte torna a parlare di DaD. Sul proprio profilo Facebook, infatti, oggi il Presidente del Consiglio è intervenuto alla cerimonia in onore di Willy Monteiro, il ragazzino brutalmente assassinato a calci e pugni lo scorso 6 settembre, e a conclusione del suo intervento si è allacciato alle questioni scuola.

Commentando le scelte del nuovo Dpcm in riferimento al vincolo per le scuole secondarie di secondo grado di implementare ulteriormente e con un carico maggiore (fino ad almeno il 75%) la didattica a distanza, Conte si è detto rammaricato.

Non avrebbe voluto sottrarre ai ragazzi il fondamentale strumento formativo della relazione sociale, e spiega: “Siete voi stessi testimoni di tutti gli sforzi che abbiamo fatto. Abbiamo lavorato tanto per la didattica in presenza ma oggi dobbiamo integrare in questo percorso la didattica a distanza, perché la curva del contagio è diventata veramente preoccupante, ma confidiamo di farlo solo per qualche settimana, il tempo di riportare la curva epidemiologica sotto controllo.”

Anagrafe studenti, aggiornamento dei dati entro il 30 ottobre

da La Tecnica della Scuola

Anche quest’anno il MI ha richiesto alle scuole di aggiornare l’Anagrafe Nazionale Studenti per le scuole di ogni ordine e grado, statali e paritarie, compresi i percorsi di primo e secondo livello.

Innanzitutto le scuole dovranno consolidare i dati dell’a.s.2019/2020: la completezza e correttezza di tali dati va verificata tramite il cruscotto riepilogativo “Cruscotto di consolidamento” dove sono prospettate le frequenze e gli esiti presenti sul SIDI.

Una volta effettuato il consolidamento, si può procedere a trasmettere i dati di frequenza per l’anno scolastico in corso 2020-21.

Per farlo, è necessario utilizzare le funzioni SIDI in “Alunni”-“Gestione alunni “-“Avvio anno scolastico”.

L’aggiornamento dell’anagrafe andrà effettuato entro il 30 ottobre.

NOTA MI 2308 DEL 15 SETTEMBRE 2020

Scuola e Parlamento, al via progetti e concorsi per l’a.s. 2020/21

da La Tecnica della Scuola

Anche quest’anno Senato della Repubblica, Camera dei Deputati e Ministero dell’Istruzione rinnovano la reciproca collaborazione per diffondere fra le studentesse e gli studenti i valori e i contenuti della Costituzione italiana. Un impegno comune che viene rilanciato anche alla luce del nuovo insegnamento dell’Educazione civica.

In tale ottica, il MI propone progetti e bandi di concorso per le scuole, disponibili sulla piattaforma www.cittadinanzaecostituzione.it.

Alla luce dell’emergenza sanitaria, alcuni concorsi lanciati nell’anno scolastico 2019/2020 sono stati prorogati per l’anno 2020/2021, per consentire alle istituzioni scolastiche partecipanti di completare gli elaborati. Per tutte le altre scuole sarà possibile aderire ai nuovi bandi di concorso.

Un giorno in Senato

I progetto si rivolge alle classi del terzo e quarto anno delle secondarie di II grado e consentirà alle ragazze e ai ragazzi coinvolti di entrare in contatto con i meccanismi del procedimento legislativo nelle sue diverse fasi, dalla presentazione di un disegno di legge alla sua approvazione. Termine di scadenza per il caricamento degli elaborati: 16 dicembre 2020.

Vorrei una legge che…

Rivolto alle classi quinte delle scuole primarie, il progetto, promosso dal Senato e dal Ministero dell’Istruzione, si propone di far cogliere alle giovanissime e ai giovanissimi l’importanza delle leggi e del confronto democratico, avvicinando anche i più piccoli alle Istituzioni e promuovendone il senso civico. Termine di scadenza per il caricamento degli elaborati: 27 gennaio 2021.

Parlawiki – Costruisci il vocabolario della democrazia

La Camera dei Deputati invita studentesse e studenti delle classi quinte delle primarie e alle scuole secondarie di I grado a produrre un elaborato originale volto a descrivere il concetto di democrazia e di attività parlamentare, alla luce delle norme costituzionali. Termine di scadenza per il caricamento degli elaborati: 12 gennaio 2021.

Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione

Il concorso è rivolto alle scuole secondarie di II grado. Nuovo termine di scadenza per completare i progetti: 29 gennaio 2021.

Senato&Ambiente

Il concorso, rivolto agli ultimi tre anni delle secondarie di II grado, e con cui il Senato intende impegnare gli studenti sui temi della tutela e della sostenibilità ambientale, è prorogato per l’anno scolastico 2020/2021 esclusivamente per le scuole in gara che avrebbero dovuto consegnare l’elaborato conclusivo entro il 12 marzo 2020. Nuovo termine di scadenza per completare i progetti: 28 gennaio 2021.

“Testimoni dei diritti”

Rivolto ai primi due anni delle secondarie di I grado, il concorso è prorogato per l’anno scolastico 2020/2021, esclusivamente per le scuole già in gara che avrebbero dovuto consegnare l’elaborato conclusivo entro il 15 aprile 2020. Nuovo termine di scadenza per completare i progetti: 10 dicembre 2020.

Giornata di formazione a Montecitorio

Rivolto agli ultimi due anni della secondaria di II grado, il progetto ha l’obiettivo di far vivere direttamente agli studenti l’esperienza di due giornate di lavoro alla Camera, attraverso l’incontro con le Commissioni parlamentari e i deputati eletti nel territorio di appartenenza della scuola. La conclusione del progetto per l’anno scolastico 2019/2020 viene prorogata al 2020/2021. A causa dell’emergenza sanitaria, le giornate di formazione saranno svolte per il momento nella modalità a distanza.

Didattica a distanza, Conte agli studenti: ‘Non è stata una decisione facile’

da Tuttoscuola

“Queste regole di cautela ci rendono ahimè distanti ma siamo tutti vicini nel contrastare la violenza. Anche voi studenti, per buona parte abbraccerete la logica della didattica a distanza. Credetemi, è stata una decisione non facile”. Lo ha dichiarato, secondo quanto riporta Ansa.it, il premier Giuseppe Conte intervenendo in video conferenza alla cerimonia in onore di Willy Monteiro, presso presso l’Istituto Tecnico Industriale Statale “Michele Maria Milano” di Polistena (Rc).

“Abbiamo lavorato tanto per questa didattica in presenza – ha continuato il Premier -, oggi dobbiamo integrare la DaD perché la curva del contagio è diventata davvero molto preoccupante ma contiamo di farlo solo per qualche settimana, il tempo per riportare la curva sotto controllo”.

“Non c’è nulla che ci faccia crescere meglio di un’autentica relazione interpersonale. Dobbiamo confrontarci, dobbiamo alimentare il confronto delle idee, un confronto anche aspro ma sempre rispettoso dell’opinione altrui. E saremo un Paese migliore”, ha concluso Conte.

DaD ‘almeno’ al 75% per le scuole superiori, i presidi attaccano: ‘Lesa l’autonomia scolastica’

da Tuttoscuola

Nel testo definitivo del dpcm è chiaro: la DaD deve essere attuata “almeno al 75%” alle superiori, lasciando intendere quindi che la percentuale potrà essere superiore. Un compromesso che consente ai presidenti delle regioni che chiedevano di arrivare fino al 100% di poter ampliare il ricorso alla DaD e alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina di resistere, salvaguardando gli studenti più grandi dal rimanere sempre a casa e ottenendo che almeno i più piccoli possano continuare ad andare in classe. Ma i Dirigenti scolastici non ci stanno. Antonello Giannelli, presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi) attacca: “Così si lede l’autonomia della scuola”.

Gli istituti superiori avranno un giorno di tempo, ovvero oggi, per adeguare la nuova percentuale di didattica a distanza. E non è escluso che i singoli presidi possano fare una scelta di campo ben chiara: dedicare l’intero 25% della didattica in presenza alle prime e alle quinte. Resta intanto invariata la didattica al primo ciclo, dalle materne alle medie, che sarà totalmente in presenza. Vengono modulati ulteriormente gli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9, come avviene oggi. A tenere banco sono ovviamente le scuole superiori: gli studenti, restando a casa, “alleggeriranno il trasporto pubblico”, ha detto il premier illustrando il Dpcm.

Giannelli però rivendica il ruolo dei presidi, oltre alle diverse situazioni a seconda dei territori: “Non si può imporre alle scuole qualcosa che sono i dirigenti di istituto a dover decidere. L’autonomia scolastica è in pieno vigore ed è tutelata dalla Costituzione, e serve a far sì che ogni scuola offra un’offerta formativa calibrata sulle diverse esigenze del territorio. Imporre vincoli nazionali e regionali contravviene al principio legale – aggiunge – perché quello che si decide in una grande città non va bene per i piccoli centri, le periferie o i centri rurali. Pensiamo poi ai ragazzi che frequentano istituti tecnici: il 50% di loro frequenta laboratori e se si dovesse avverare una didattica superiore al 75% il contenuto del loro diploma si svilirà”, aggiunge Giannelli che ribadisce per l’ennesima volta: “La scuola, anche secondo l’Iss, non è un veicolo di diffusione del contagio. I trasporti non ce la fanno? Compriamo più bus. Le Asl non ce la fanno a fare tracciamenti? Rinforziamole. Le scuole aperte, ricordo, sono garanzia di monitoraggio”.

Gissi (Cisl), situazione di guerra e incapacità politica

da Tuttoscuola

Sulle bozze del nuovo DPCM che circolavano da alcuni giorni, la segretaria generale della CISL-Scuola in un’intervista all’Ansa ha usato toni duri, senza risparmio di colpi.

La scuola nelle mani della politica rischia di essere dilaniata e devastata e con lei il futuro dei nostri ragazzi. In una situazione “bellica”, come quella che stiamo vivendo, mi sarei aspettata una procedura super partes in grado di realizzare da subito e in modo inderogabile le indicazioni delle autorità sanitarie”.

Il suo non è tanto un attacco alla ministra Azzolina quanto, piuttosto, una dura critica al sistema istituzionale del nostro Paese, prigioniero di una grande bagarre di interpretazione delle numerose delibere del CTS, dove “ogni soggetto difende le proprie prerogative e si rigira in un groviglio di giustificazioni”.

Con riferimento al non facile rapporto con il Ministero, la Gissi precisa che “Alle nostre rimostranze e in frugali incontri, le dichiarazioni sono state all’insegna del ‘abbiamo tutto sotto controllo’”.

La sindacalista elenca in modo impietoso gli impegni e gli annunci degli ultimi mesi:

“Prima ci hanno detto che era tutto pronto grazie al cruscotto che avrebbe determinato le misure per il distanziamento in ogni aula, poi c’è stata la moda del centimetro più o meno per costruire nuovi spazi e poi ancora è arrivata l’interpretazione del metro tra le rime buccali in attesa dei banchi monouso, dei quali non sappiamo più nulla. Per ultimo, ed era uno degli argomenti che da maggio si discuteva, la mobilità territoriale che risente dei ritardi negli investimenti come hanno denunciato in ogni riunione gli EELL”.

La Gissi esprime tutta la sua delusione per la mancanza di un DPCM e di un provvedimento economico straordinario dedicati esclusivamente alla scuola con due livelli di programmazione: uno per garantire la presenza in classe con il potenziamento delle infrastrutture materiali e immateriali e un altro per “la gestione calibrata con attività da remoto che doveva prevedere un grande potenziamento dei devices e della copertura di rete e ancora una volta il personale per garantire sia la presenza in classe che la Didattica digitale integrata”, afferma la Gissi che forse per una dimenticanza non cita la formazione su questo fronte del personale in servizio, che certamente considera fondamentale.

La Gissi conclude con amarezza e sconforto: “Direi che bisogna dire basta e in modo definitivo. Non si affronta una vera e propria situazione di guerra con la baionetta e all’arma bianca, gli eroi del Risorgimento avrebbero fatto di meglio sicuramente”.

I tanti fronti di guerra di Lucia Azzolina

da Tuttoscuola

Bisogna riconoscere che la ministra Lucia Azzolina si è trovata a combattere contemporaneamente su tanti fronti: quello politico, non solo con l’opposizione ma anche all’interno del governo e del suo stesso gruppo parlamentare, che non sempre sono stati solidali con le sue scelte; quello sindacale, o almeno dei cinque sindacati più rappresentativi, su vari fronti tra cui il concorso straordinario per i docenti precari, che le hanno chiesto congiuntamente e insistentemente di rinviare, cosa che lei non ha fatto; quello mediatico, che l’ha vista bersaglio di attenzioni e di imitazioni e parodie non sempre, anzi quasi mai benevole.

Nel complesso Azzolina si è mostrata resiliente, per usare un aggettivo oggi di uso corrente: diventata ministro quasi per caso, dopo le inopinate dimissioni di Lorenzo Fioramonti, si è circondata di uno staff di fiducia e ha corretto la linea del suo predecessore in più punti: sui concorsi ha ribadito la fedeltà alla norma costituzionale che li prevede come via ordinaria di accesso alla pubbliche amministrazioni; sull’educazione civica, che Fioramonti avrebbe voluto centrata sulla dimensione ecologica-ambientalista, ha posto l’accento sull’analoga importanza di quella digitale e di quella giuridico-costituzionale e valoriale; sulle parodie si è divertita; sulla assillante campagna anti banchi a rotelle ha tenuto ferma l’intenzione di eliminare finalmente quelli vecchi, che “hanno sotto il chewingum di tuo nonno”; sulla didattica in presenza, dopo un’iniziale esitazione, ha preso posizione apertamente per la priorità di questa modalità di insegnamento e apprendimento, recuperando almeno su questo un filo di dialogo con i sindacati.

In questi ultimi giorni e ore però il Covid-19 ha accelerato e ha reso inevitabile il ricorso a misure di restrizione degli spostamenti e delle occasioni di aggregazione, tra le quali c’è inevitabilmente anche la presenza fisica degli alunni nelle aule scolastiche. Il nuovo Dpcm del Governo prevede di trasferire online almeno il 75% della didattica nelle scuole secondarie superiori. Alcune Regioni adottano la DDI al 100% alle superiori, e si preparano (è il caso della Lombardia, la più colpita dal virus) ad avviarla anche negli altri livelli di scuola. Azzolina fa sapere di non essere d’accordo, e cita i dati dell’Istituto Superiore di Sanità che danno i contagi nelle scuole addirittura in diminuzione, ma le Regioni, costrette a scegliere tra misure restrittive che colpiscono l’economia (con le conseguenze che si sono viste a Napoli, verosimilmente spinte dalla criminalità organizzata, che “lavora” soprattutto di notte e quindi è contraria ai “coprifuoco” notturni) e misure che riducono la presenza a scuola tendono a scegliere le seconde.

E’ comprensibile la difesa della didattica in presenza finché si può, ma nel frattempo è doveroso preparare al meglio (e non sporadicamente e in maniera non strutturata e massiva, come avvenuto) le condizioni affinché le scuole possano svolgere al livello più alto possibile il loro fondamentale ruolo anche nell’emergenza, e quindi a distanza: connessioni e dotazioni tecnologiche dove mancano, una qualificata formazione dei docenti. Sarebbe saggio che il Ministero di Lucia Azzolina ne prendesse atto (chi le ha consigliato di farlo mesi fa non è stato ascoltato), e accelerasse la transizione alla didattica digitale integrata (DDI) cominciando da subito.

Decreto Ministeriale 27 ottobre 2020, AOOGABMI 151

Ministero dell’Istruzione

Decreto di destinazione di quota parte delle risorse del Piano nazionale per la scuola digitale per assicurare la connettività per l’accesso alla didattica digitale integrata da parte degli studenti meno abbienti