Azzolina scrive agli studenti: “Lasciarvi a casa è una sconfitta. Riapriremo le scuole”

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

“Lasciarvi a casa è una sconfitta, cari ragazzi, riapriremo le scuole”. Questo è quanto scrive la ministra per l’Istruzione Lucia Azzolina in una lettera aperta agli studenti pubblicata dalla Stampa.

Azzolina dice: “Non dovete essere voi a pagare il prezzo più alto di questa emergenza. Le scuole sono un ambiente controllato, ci sono regole severe che vengono rispettate con attenzione anche grazie agli studenti. Le scuole devono stare aperte. Una loro chiusura prolungata rischia di impattare negativamente e a lungo termine sulla formazione, sulla capacita’ di apprendimento, sui livelli di istruzione. Sull’emotività dei ragazzi”.

Perché, aggiunge Azzolina, “a scuola, e non è retorica, si costruisce il futuro, un futuro che cammina sulle vostre gambe”. 

“Se alla vostra età mi avessero detto ‘Lucia, da domani non si va più a scuola, si studia da casa’, l’avrei presa male. Probabilmente anche  io avrei scritto al Ministro dell’Istruzione. E per questo sento il  dovere di rispondervi direttamente. Viviamo giorni in cui servono pazienza e responsabilità: siamo dentro una pandemia che è tornata a colpirci con forza. Ma dobbiamo fare delle scelte, come comunità”. 

E ancora: “Ho avuto un confronto pochi  giorni fa con il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza. Non posso che condividere le parole che mi sono sentita ripetere: ‘Le scuole sono un ambiente controllato, ci sono regole severe che vengono rispettate con attenzione anche grazie agli studenti. Le scuole devono stare aperte. Una loro chiusura prolungata rischia di impattare negativamente e a lungo termine sulla formazione, sulla capacità di apprendimento, sui livelli di istruzione. Sull’emotività dei ragazzi’”, conclude.

Iscrizioni scuola 2021/22, dal 31 maggio al 30 giugno scelta delle attività alternative all’insegnamento di Religione

da OrizzonteScuola

Di redazione

E’ stata pubblicata la nota ministeriale n. 20651 del 12 novembre 2020 con le indicazioni operative per le iscrizioni al nuovo anno scolastico 2021/2022.

Le iscrizioni saranno online per tutte le classi prime della scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado statale. L’adesione alla procedura d’iscrizione online è facoltativa per le scuole paritarie. L’iscrizione si effettua, invece, in modalità cartacea per la scuola dell’infanzia.

Ci sarà tempo dalle 8:00 del 4 gennaio 2021 alle 20:00 del 25 gennaio 2021 per inoltrare la domanda. Ma ci si potrà registrare sul portale dedicato (www.istruzione.it/iscrizionionline/) già a partire dalle ore 9:00 del 19 dicembre 2020. Chi è possesso di un’identità digitale (SPID) potrà accedere al servizio utilizzando le credenziali del proprio gestore e senza effettuare ulteriori registrazioni.

Tra il 31 maggio e il 30 giugno 2021, coloro che hanno scelto di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, manifestano le preferenze rispetto alle diverse tipologie di attività secondo le modalità previste, ovvero:

  • attività didattiche e formative;
  • attività di studio e/o di ricerca individuale con assistenza di personale docente;
  • libera attività di studio e/o di ricerca individuale senza assistenza di personale docente (per studenti delle istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di secondo grado);
  • non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica.

Le istituzioni scolastiche paritarie che non aderiscono al sistema di iscrizioni online raccolgono le opzioni degli interessati adoperando il modello ALLEGATO da compilare dal 31 maggio al 30 giugno

Legge di Bilancio varata dal governo: 117,8 milioni di euro nel 2021 per ampliare l’offerta formativa

da OrizzonteScuola

Di redazione

E’ arrivata nel pomeriggio l’approvazione in Consiglio dei ministri della legge di Bilancio 2021. La manovra da 38 miliardi sarà legge entro il 31 dicembre. Alcune novità per la scuola.

“Anche al fine di ridurre le diseguaglianze e di favorire l’ottimale fruizione del diritto all’istruzione, anche per i privi di mezzi, il fondo di cui all’articolo 1 della legge 18 dicembre 1997. n. 440, è incrementato di 117,8 milioni di euro nell’anno 2021, di 106,9 milioni di euro nell’anno 2023, di 7,3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 e di 3,4 milioni per l’anno 2026.
Le risorse del Fondo  vanno per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi anche al fine di ridurre le diseguaglianze e di favorire l’ottimale fruizione del diritto all’istruzione, anche per i privi di mezzi”, si legge nel testo della manovra.

E ancora: “Al fine di potenziare le azioni per l’innovazione didattica e digitale nelle scuole attraverso le azioni di coinvolgimento degli animatori digitali in ciascuna istituzione scolastica, il fondo di cui all’articolo 1, comma 62, secondo periodo, della legge 13 luglio 2015, n. 107 è incrementato di euro 8.184.000,00 annui a decorrere dall’anno 2021.
Per le finalità di cui all’articolo 234 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, è autorizzata l’ulteriore spesa di euro 12 milioni per l’anno 2021.

Viene inoltre previsto un fondo per l’incremento del trasporto scolastico.

Assegno unico figli

Da luglio 2021, all’assegno unico per i figli under 21 vengono destinati 3 miliardi nel 2021 e poi 5,5 miliardi dal 2022. “Per le famiglie, dal 1 luglio 2021 entra in vigore l’assegno unico e universale per tutti i figli. Per il 2021 incrementiamo il fondo di 3 miliardi, e dal 2022 di 5.5 miliardi. Sono inoltre confermati nel 2021 l’assegno di natalità, il bonus asilo nido e il bonus Mamma Domani. Come avevo anticipato, non ci sarà alcuna soluzione di continuità tra queste misure, oggi vigenti, e l’assegno”, spiega Elena Bonetti ministro per la famiglia.

“La Sanità, con l’aumento della dotazione del Fondo Sanitario nazionale, l’indennità per medici e infermieri, il fondo per l’acquisto dei vaccini, il potenziamento delle diagnosi con tamponi antigenici rapidi, le risorse aggiuntive per l’edilizia universitaria, i contratti di formazione specialistica per i medici specializzandi e le assunzioni di personale sanitario resta una priorità centrale, così come la scuola, l’università, la ricerca, la cultura”, commenta il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

Concorso straordinario, le prove già svolte saranno corrette?

da La Tecnica della Scuola

Il Dpcm del 3 novembre 2020 ha sospeso “lo svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private”.

Fino al 3 dicembre prossimo (scadenza di vigenza del Dpcm) sono state dunque sospese anche le prove del concorso straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado.

Tali prove saranno comunque ricalendarizzate.

Per quanto riguarda le prove già svolte, il Ministero ha fatto sapere che oltre il 60% dei candidati ha già svolto le prove e che avvierà la correzione in remoto degli scritti già effettuati. Al momento non sono però ancora note le tempistiche delle operazioni.

Si rischia l’annullamento dell’intera procedura?

La sospensione di un concorso, già fortemente contestato, fa nascere dubbi e perplessità, non tanto sullo stop, ritenuto sacrosanto (e tardivo) da molti, quanto sul nuovo scenario che si potrebbe configurare. Non è infatti escluso che una parte di insegnanti, tra i quali anche coloro che non hanno potuto sostenere le precedenti prove a causa di Covid o quarantene (ricordiamo, in proposito, che non è prevista alcuna prova suppletiva), approfittando della sospensione decisa dall’ultimo Dpcm, possano chiedere l’annullamento del concorso, invocando disparità di trattamento.

Uil Scuola Puglia: no al contratto sulla DDI, ma la didattica a distanza è altra cosa

da La Tecnica della Scuola

Con un documento approvato all’unanimità dall’esecutivo regionale, la Uil Scuola della Puglia chiede al presidente della Regione di “valutare la chiusura totale di tutti gl’istituti scolastici pugliesi, al fine di salvaguardare la salute dei lavoratori della scuola, degli alunni e, conseguentemente, delle famiglie”.

Il sindacato di Pino Turi sostiene che questa è una soluzione obbligata dal momento che nella regione si sta assistendo ad un incremento di casi positivi.

Il sindacato pugliese esprime anche “un giudizio decisamente negativo sulla Didattica Digitale Integrata, un’invenzione scriteriata, avallata, tra l’altro, da un Contratto Nazionale Integrativo che la Uil Scuola non ha sottoscritto, con il solo fine di tutelare tutti i lavoratori della comunità educante, contratto che benché sottoscritto da due sindacati su cinque (il terzo sottoscrittore non è firmatario del contratto nazionale), non offre le garanzie necessarie a chi la mette in atto e a quanti ne sono i destinatari”.

“La Uil Scuola – sottolinea l’esecutivo regionale – ritiene che nel CCNI non siano acclarati i fondamenti culturali, normativi, pedagogici e metodologici della DDI, sottolineando l’impossibilità di porre in essere una lezione con la divisione della classe, parte in presenza e parte a distanza, e che non sia possibile continuare a considerare gli alunni portatori di BES soggetti avulsi dal sistema di integrazione nel gruppo classe”.

“Ben altra cosa – prosegue il sindacato – è la Didattica a Distanza, quale misura alternativa ed emergenziale rispetto a quella in presenza, sulla quale invece si sarebbe dovuto contrattare”.

All’esecutivo regionale è intervenuto anche il Segretario Generale Pino Turi che ha messo in evidenza come si sia assistito in questa fase “ad un braccio di ferro tra il presidente Emiliano e la ministra Azzolina, con inevitabili incursioni e ripercussioni sull’autonomia scolastica, anche da parte della magistratura amministrativa, operando così la trasformazione dell’istruzione da funzione primaria ed essenziale dello Stato in servizio a domanda individualizzata, identificando in tal modo la scuola come un vaso di coccio tra vasi di ferro”.

“Se è vero che per gli adolescenti la chiusura prolungata delle scuole rischia di avere conseguenze psicologiche molto serie – conclude il sindacato – è altresì vero che non si può sacrificare l’altro diritto altrettanto garantito costituzionalmente, come quello alla salute dei docenti, compresi i docenti di scuola dell’infanzia, nonché del personale ATA e dirigente”.

Covid, ritorno a scuola per tutti il prima possibile, Azzolina sta con Miozzo (Cts)

da La Tecnica della Scuola

Le considerazioni del coordinatore del Cts Agostino Miozzo circa la necessità che i ragazzi tornino a scuola quanto prima, come abbiamo già raccontato, sono state rilanciate dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che sui suoi profili social riporta il brano dell’esperto:

“Come Cts abbiamo raccomandato di prevedere un ritorno alla scuola in presenza prima possibile per tutti i ragazzi, senza distinzione.”

La ragione pratica

Motivazioni molto ben argomentate, quelle di Miozzo, che afferma:

“La DaD è uno strumento di eccezionale utilità da utilizzare in situazioni di vera emergenza e soprattutto per periodi limitati. La chiusura delle scuole senza divieto di spostamento comporta la possibilità reale che i ragazzi nel tempo libero dalla scuola si incontrino nei locali pubblici, nei centri commerciali, nelle case private dove si ritrovano a gruppi senza alcun controllo o mediazione.”

La ragione pedagogica

Una ragione fortemente pratica cui le fa da controcanto l’argomentazione pedagogica: “La scuola è comunque un ambiente protetto, controllato, dove insegnanti e personale obbligano i ragazzi al rispetto di severe regole comportamentali e dove oltre l’obbligo c’è il momento educativo, pedagogico; dove il tuo insegnante ti rende consapevole del momento, partecipa ai suoi ragazzi le proprie percezioni, condivide emozioni e indicazioni utili a comprendere come loro possono essere un pericolo per i loro cari, genitori o nonni che siano.”

Questi i principali passaggi condivisi dalla Ministra Azzolina, a ribadire il concetto più volte espresso, anche nell’appuntamento di domenica con gli Stati Generali del M5S: la scuola resti aperta o sia comunque l’ultima a chiudere.

Commissione UE: sull’istruzione l’Italia resta tra le peggiori

da La Tecnica della Scuola

La Relazione di monitoraggio del settore dell’istruzione e delle formazione 2020 della Commissione europea fa emergere diversi aspetti, alcuni poco incoraggianti, sul sistema scolastico italiano.

Ad esempio il tasso di abbandono scolastico nel nostro paese, pur essendo in calo, resta tra i più alti dell’Unione Europea, in particolare al sud e tra i giovani nati all’estero. Il tasso in Italia si staglia sul 10,2 % superando la soglia europea di riferimento del 10%. La percentuale a sua volta varia notevolmente tra le regioni, con un 16,7% al sud, quasi il doppio rispetto al 9,6% del nord-est.

Più frequente l’abbandono tra i maschi col 15% rispetto all’11% delle femmine. Tra i 18 e i 24 anni per i ragazzi nati all’estero il tasso è il triplo di quelli nati in Italia (32% contro 11%), sempre oltre la media UE (del 22%). La spesa per l’istruzione in Italia rimane tra le più basse in Europa.

Tecnologia

Il nostro paese rimane indietro anche per il web. Quasi la totalità delle scuole (95%) possiede un collegamento Internet, ma solo il 27% ha una connessione ad alta velocità, di parecchio al di sotto della media europea (47%). L’età media avanzata dei docenti e le loro scarse competenze digitali emergono rispetto al resto dell’UE, così come la percentuale di docenti che si sentono ben preparati alla digitalizzazione. Al tempo stesso però il 43% dei dirigenti scolastici segnala un accesso insufficiente a internet.

Flc Cgil Sicilia: partono le assemblee su didattica, sicurezza, ata e pensioni

da La Tecnica della Scuola

La Flc Cgil Sicilia incontrerà, a partire da domani, 17 novembre, i lavoratori del mondo della scuola. I temi delle assemblee riguarderanno: il contratto integrativo sulla didattica digitale integrata e l’intesa politica che prevede altresì la consultazione dei lavoratori; il rinnovo del contratto nazionale del lavoro; la sicurezza nella scuola al tempo del covid19; le problematiche che riguardano i lavoratori Ata; le novità del sistema pensionistico alla luce della nota operativa 36103 del 13 novembre del 2020 pubblicata dal Ministero dell’Istruzione per il personale della scuola che dal 1° settembre 2021 sarà collocato in pensione.

Tutte le assemblee sindacali si terranno in videoconferenza e vedranno la partecipazione dei vertici nazionali della Flc Cgil, oltre che dei segretari generali delle rispettive province.

“In questi mesi – dichiara il segretario regionale Adriano Rizza – è stato fatto un grande lavoro da tutti i lavoratori del mondo della scuola, dai dirigenti, ai docenti al personale Ata delle 831 scuole siciliane per garantire agli studenti un avvio regolare delle attività didattiche in presenza. Purtroppo la seconda fase della pandemia, che gli esperti avevano più volte annunciato, avrebbe meritato maggiore attenzione da parte delle forze politiche. Così non è stato e a pagare ancora una volta le conseguenze saranno gli studenti e i lavoratori”.

“A seguito della prima ondata del covid19 – aggiunge – l’Italia è il Paese che ha mantenuto più a lungo le scuole chiuse e con la seconda ondata siamo il primo Paese europeo a chiuderne una buona parte. Il sovrapporsi di norme come Dpcm e ordinanze regionali e comunali ha creato una grande confusione che ha disorientato studenti e personale scolastico, ma soprattutto le famiglie che vivono con grande apprensione questo momento così complicato”.

“I diritti all’istruzione e alla salute – conclude Rizza – rappresentano per noi un binomio inscindibile. Ma per fare questo bisogna tornare a investire in questi due settori fondamentali del pubblico impiego. Settori che negli ultimi anni sono stati considerati come il bancomat per risanare una crisi economica sicuramente non causata né dai medici né dai nostri docenti”.

Se l’insegnamento digitale privilegia la lezione frontale

da Tuttoscuola

La seconda ondata della pandemia sta costringendo 288.507 docenti statali delle scuole del primo e del secondo ciclo ad operare in remoto con i loro alunni costretti a casa. La situazione è aggiornata con l’estensione della DaD alla Toscana in zona rossa, alla Calabria e alla Basilicata che, come la Campania, hanno vietato la didattica in presenza in tutte le scuole. Rispetto alla primavera scorsa, quando la pandemia prese alla sprovvista migliaia di insegnanti (soprattutto del primo ciclo) non adeguatamente preparati all’insegnamento in digitale, oggi la loro condizione è indubbiamente migliorata.

Probabilmente la competenza digitale dovrà essere rafforzata ed essere utilizzata in modo aperto e flessibile, come hanno suggerito, in proposito, i commentatori europei a margine del nuovo report sugli indicatori chiave dell’istruzione.

Nel paragrafo dedicato all’innovazione digitale nell’insegnamento, dall’eloquente titolo “Il limitato progresso dell’innovazione digitale nell’insegnamento è in parte legato all’età media avanzata e alle scarse competenze digitali del corpo docente”, si osserva che nel 2018 (prima della pandemia) il 68 % dei docenti ha riferito di aver partecipato, nel corso di quell’anno, a corsi di formazione continua sulle TIC per l’insegnamento, un netto aumento rispetto al 2013 (15 punti percentuali), e solo il 16,6 %, riteneva di averne forte necessità, un valore al di sotto della media UE-22 del 18 % (OCSE, 2019). Tuttavia – continua il commento – sebbene la percentuale di docenti che spesso o sempre consentono agli studenti di utilizzare le TIC per progetti e lavori in classe sia aumentata dal 30 % del 2013 al 46,6 % del 2018, solo il 35 % ha riferito di essersene servito per l’insegnamento nella maggior parte o nella totalità delle lezioni nel 2018, rispetto al 72 % in Finlandia e al 49 % in Portogallo.

Inoltre i docenti tendono a utilizzare le TIC principalmente per consultare fonti di informazione (33 %) e contenuti legati ai libri di testo (34 %), in linea con un modello di insegnamento frontale, mentre solo una minoranza usa risorse didattiche interattive, programmi pratici o giochi didattici.

La scarsa familiarità con le tecnologie digitali più innovative per l’insegnamento potrebbe riflettere la composizione per età del personale docente e la necessità di rafforzare la formazione continua sulle TIC per gli insegnanti più anziani”.

Bambine e bambini con disabilità

Bambine e bambini con disabilità tra gioco e discriminazione: il seminario

Il gioco aiuta a crescere ed imparare, stimola la curiosità, innesca esperienze, rasserena, insegna a stare con gli altri. Per i bambini e le bambine il gioco è un bisogno essenziale e quindi un diritto. Ma anche nel gioco possono riproporsi fattori discriminanti: come contrastarli? E come invece incentivare e potenziare gli elementi di crescita e inclusione?

L’occasione di riflessione e coinvolgimento, per rispondere a queste domande ed affrontare un problema che riguarda tutti, sarà il seminario “Bambine e bambini con disabilità: combattere la discriminazione nel gioco, un manifesto per agire subito”.

Si tratta del secondo appuntamento di un ciclo di eventi online proposti dalla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH) nell’ambito del progetto “Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica. Azioni e strumenti innovativi per riconoscere e contrastare le discriminazioni multiple”, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Il seminario, che si svolgerà a distanza il prossimo giovedì 19 novembre (ore 10-11), si pone come primo passo verso un obiettivo ambizioso: elaborare un manifesto d’azione per combattere la discriminazione nei confronti dei bambini e delle bambine con disabilità. Un manifesto che parte dalla pratica naturale e tipica fra i più piccoli, ma che spesso viene compressa da pregiudizio, prassi e discriminazioni: il gioco.

Per partecipare al seminario di giovedì 19 novembre è sufficiente collegarsi in videoconferenza prima delle ore 10 cliccando sul relativo collegamento “iscrizione” presente alla pagina

https://www.fishonlus.it/progetti/multidiscriminazione/azioni/?v=2#seminari

Dalla stessa pagina sarà possibile scaricare il programma dettagliato dell’evento.

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap

Efficientamento energetico e manutenzione straordinaria

Al via l’assegnazione agli Enti locali di 855 milioni di euro per il finanziamento di interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico delle scuole secondarie di secondo grado. Il decreto già firmato dalla Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è stato controfirmato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Gli Enti Locali, nella giornata di domani, riceveranno la comunicazione con gli importi disponibili per gli interventi. In tutto sono 104 gli Enti finanziati con questo stanziamento.

Gli Enti Locali dovranno presentare al Ministero dell’Istruzione, entro il prossimo 17 novembre, gli elenchi degli interventi da finanziare, indicandone anche l’ordine di priorità (nei limiti delle risorse disponibili). Potranno farlo tramite un applicativo accessibile dalla pagina dedicata del portale dell’edilizia scolastica del Ministero (https://www.istruzione.it/edilizia_scolastica/fin-province-citta-metropolitane.shtml).

Per accompagnarli nella predisposizione della documentazione, il Ministero dell’Istruzione ha previsto una serie di webinar a partire da lunedì 12 ottobre.