Gps 2022, tra errori e malfunzionamenti, i sindacati chiedono urgentemente verifiche

da La Tecnica della Scuola

Di Sara Adorno

Continuano le polemiche dei docenti sulle graduatorie provinciali delle supplenze. Tra il malcontento generale e le segnalazioni di errori, i sindacati hanno deciso di passare alle azioni legali.

Dopo la richiesta di accesso agli atti della Gilda degli Insegnanti e la verifica del funzionamento dell’algoritmo da parte dello Snals, intervengono anche Cisl e Uil.

Cisl Scuola: chiediamo il ripristino in presenza delle procedure di nomina

La Cisl Scuola ha dichiarato: “Siamo in attesa che l’Amministrazione disponga la convocazione del tavolo, che la CISL Scuola ritiene debba avere carattere permanente, per un monitoraggio costante in tutto l’arco di tempo interessato alle nomine. Crediamo sia questo il modo più opportuno per affrontare e risolvere i problemi, avendo già sperimentato in precedenti occasioni l’inefficacia pratica di una richiesta di accesso agli algoritmi che comporta tempi di attesa incompatibili con l’urgenza di problemi su cui occorre intervenire immediatamente. Per quanto ci riguarda, qualora si rivelasse impraticabile la possibilità di applicare al sistema i necessari correttivi, siamo pronti a chiedere il ripristino della gestione in presenza delle operazioni di conferimento delle supplenze”.

D’Aprile (Uil): “Ci faremo carico di difendere gratuitamente tutti gli iscritti ingiustamente penalizzati”

“Sono numerose le segnalazioni da parte di tutte le nostre strutture territoriali – afferma il segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile – di errori evidenti, che abbiamo più volte segnalato e denunciato nei mesi scorsi, nel conferimento degli incarichi. Situazioni talmente al limite che hanno indotto alcuni ambiti territoriali a bloccare e rifare le nomine”.

“Cosa ancor più grave – commenta D’Aprile – l’assegnazione agli alunni diversamente abili di insegnanti di sostegno non specializzati pur in presenza di docenti specializzati, che precedono in graduatoria e che ad oggi si trovano ancora senza incarico”.

“Lo avevamo denunciato per tempo – aggiunge D’Aprile – ora il nostro ufficio legale ha inviato al Ministero dell’Istruzione un’istanza di accesso agli atti al fine di esercitare il diritto di accesso al software e, dunque, all’algoritmo, che ha gestito la procedura informatizzata delle nomine da GPS per l’anno scolastico 2022/23. Ci faremo carico di difendere gratuitamente tutti gli iscritti ingiustamente penalizzati” dalla procedura informatizzata e anche le famiglie degli alunni diversamente abili che ci stanno segnalando situazioni di disagio e ci chiedono assistenza e supporto”.

Pnrr, per le azioni che coinvolgono gli animatori digitali, 2mila euro a scuola

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Il ministero dell’Istruzione ha emanato il decreto di riparto dei fondi del Pnrr anche in relazione alla formazione degli insegnanti sui temi e le pratiche di didattica digitale integrata.

A quali linee di investimento fanno riferimento tali fondi?

  • Alla 2.1 “Didattica digitale integrata e formazione alla transizione digitale per il personale scolastico”;
  • e alla 3.2 “Scuola 4.0: scuole innovative, cablaggio, nuovi ambienti di apprendimento e laboratori” nell’ambito della Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università – del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU“.

Gli animatori digitali

In particolare per la linea di investimento dedicata alla formazione del personale scolastico, l’articolo 2 del decreto prevede delle azioni di coinvolgimento degli animatori digitali: a questo fine a ciascuna istituzione scolastica statale – leggiamo sull’articolo 2 del decreto – è assegnata la somma di euro 2.000,00 (duemila/00) per l’attuazione delle azioni di cui al comma 1 finalizzate alla formazione del personale scolastico alla transizione digitale e al coinvolgimento della comunità scolastica, per garantire il raggiungimento dei target e dei milestones dell’investimento 2.1 “Didattica digitale integrata e formazione alla transizione digitale per il personale scolastico” di cui alla Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU.

Un provvedimento che va a ripartire risorse già pianificate a monte, sulla base di attività di coordinamento definite dal decreto ministeriale 291/2021 che dispone una serie di percorsi di formazione organizzati nelle modalità più disparate (on-line, in presenza, miste, corsi di perfezionamento, master, mobilità formative nazionali e internazionali, mentoring/coaching e altro) che fanno capo ai cosiddetti poli formativi responsabili della gestione dei percorsi.

Bullismo e cyberbullismo: ne è vittima 1 adolescente su 5. L’aspetto fisico è il bersaglio preferito dai bulli

da Tuttoscuola

Il ritorno a scuola non vuol dire solo riabbracciare prof e compagni di classe. Per molti studenti, significa anche tornare a fare i conti con il bullismo. Solo considerando gli ultimi mesi dello scorso anno scolastico, infatti, ben 1 alunno su 5 racconta di aver subìto almeno una delle tante forme di prevaricazione in cui si concretizza il fenomeno. A segnalarlo è l’Osservatorio “Bullismo e Cyberbullismo”, condotto da Skuola.net in collaborazione con Citroën Italia, intervistando 3.000 ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 19 anni nell’ambito del progetto “RispettAMI”. L’obiettivo della ricerca è proprio quello di tracciare un bilancio del fenomeno al termine del primo anno di ritorno sistematico alla presenza in classe, essendo proprio la scuola l’ambiente dove è più frequente che abbiano origine il bullismo e il cyberbullismo.

Purtroppo, anche solo considerando un periodo relativamente breve come l’ultimo trimestre di lezioni, il 13% degli adolescenti intervistati ha “denunciato” di essere stato vittima di episodi occasionali, mentre per il 7% si è trattato di vessazioni sistematiche. Ma, sin qui, abbiamo parlato di dati generali. Perché ci sono matrici di bullismo molto più frequenti di altre. Quali sono? Quelle che si concentrano soprattutto su tre grandi macro-aree: l’aspetto, l’identità sessuale, l’etnia o l’origine.

Il cosiddetto “body shaming” – che punta a sottolineare, a scopo denigratorio, i difetti fisici o, peggio ancora, eventuali disabilità – è in assoluto la più sfruttata dai bulli. Al secondo posto di questa poco onorevole classifica troviamo, poi, l’orientamento sessuale. In terza posizione, i pregiudizi di natura razzista.

Non solo. Il bullismo, per alcune “categorie” di Zedders, diventa ancora più pressante e presente nella quotidianità. Dal punto di vista anagrafico, a finire nel mirino dei bulli sono in particolare preadolescenti e giovani adolescenti: nella fascia d’età 11-16 anni, mediamente il 22% del campione ne è stato vittima negli ultimi mesi; dopodiché, man mano che si cresce, per fortuna i numeri iniziano a scendere. Ma, a volte, è il “genere” che può fare grande differenza, nel bene e nel male. Le femmine, ad esempio, sono molto più esposte al “body shaming” rispetto ai maschi: circa 1 ragazza su 3 è stata recentemente colpita da questo tipo di attacchi, mentre tra i ragazzi la frequenza scende a 1 su 6. Ancora peggiore, se possibile, è la condizione di quei giovani che non si riconoscono nel tradizionale binomio di genere maschio-femmina. Le ragazze e i ragazzi che si definiscono “non binari”, infatti, sono i più vessati in assoluto. Sotto ogni punto di vista: addirittura 4 su 10 sono stati vittime di bullismo proprio per il loro orientamento sessuale, oltre un terzo (35%) è stato come minimo preso in giro per l’aspetto fisico. Gettando le basi per un’adolescenza davvero complicata.

E, come se non bastasse, all’orizzonte si affacciano, soprattutto nell’ambito digitale, nuove forme di vessazione che, più o meno sottilmente, possono avere un impatto negativo sulla psiche di chi le subisce. Una di queste è il cosiddetto “orbiting”, ovvero la pratica che vede una sorta di controllo esterno sui propri canali social da parte di un ex partner – senza alcuna comunicazione diretta ma limitandosi a commentare o lasciare reactions – dopo la conclusione della relazione sentimentale: pur essendo un comportamento codificato solo di recente, ne è già stata vittima il 35% dei giovani coinvolti nella ricerca. Provocando conseguenze da tenere sotto osservazione, in particolare turbamento (in quasi 3 casi su 10), rabbia (per 1 su 4) e tristezza (per 1 su 5). Meno della metà (42%) sostiene invece di non esserne stata in alcun modo “toccata”. Anche qui, nemmeno a dirlo, le “categorie” più colpite sono le ragazze e i “non binary”. A loro, ad ogni modo, è andata comunque meglio rispetto a quanti devono subire un’intromissione ancora più invasiva nella sfera privata, che si concretizza nella circolazione sul web – senza il proprio consenso – di materiali intimi, spesso estorti, da parte di un partner. Stiamo parlando del cosiddetto “non consensual sharing”, una delle manifestazioni più fastidiose del più ampio “revenge porn”: seppur ancora adolescente, ci si è imbattuto almeno una volta il 14% degli intervistati (1 su 7). Un dato che praticamente raddoppia tra coloro che si riconoscono in identità di genere non binarie: al 27% di loro è capitato almeno una volta nella vita di subire questa “aggressione” della propria intimità.

La pandemia non ci ha riconsegnato versioni migliori di noi stessi, come molti auspicavano. I nostri adolescenti continuano a essere piagati dal bullismo che sì, è sempre esistito, ma che attraverso la dimensione digitale, in cui noi tutti siamo immersi, riesce a essere ancora più “efficace”. La scuola, luogo dove nascono tante relazioni tra pari, è sicuramente uno degli ambienti in cui è più probabile che nascano questi fenomeni. Ma è lo stesso in cui possono essere debellati, purché studenti e docenti ricevano una costante formazione in tal senso”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.

Ma l’Osservatorio “Bullismo e Cyberbullismo” è solo il primo passo del progetto “RispettAMI”, ideato da Citroën Italia e coordinato da Skuola.net. Un’iniziativa concreta, per promuovere attivamente, nelle scuole e fra gli studenti, la cultura del rispetto come strumento di contrasto ai fenomeni devianti connessi al bullismo. Uno dei passaggi chiave è proprio il back to school 2022: si parte con un progetto pilota che coinvolgerà circa 500 studenti delle Scuole Secondarie di II grado che, una volta “debullizzate” le loro classi, successivamente diventeranno ambassador di una campagna di comunicazione contro bullismo e cyberbullismo, online e “sul campo”, che prevede di raggiungere almeno mezzo milione di adolescenti su Skuola.net e sui rispettivi canali social.

Infatti, in ogni classe coinvolta verranno nominati degli studenti referenti per il contrasto al bullismo, che avranno il compito di coadiuvare i propri docenti nel costante monitoraggio del fenomeno, applicando il protocollo ideato da “MaBasta” (Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti), una onlus fondata dagli studenti per aiutare i loro pari a combattere le prevaricazioni tra coetanei, attraverso il coinvolgimento dell’intero gruppo classe – docenti inclusi – con il supporto di giovani peer educator.

Può apparire inconsueto che un marchio automobilistico si rivolga direttamente ai giovani studenti, ma noi di Citroën Italia lo abbiamo voluto fare: abbiamo voluto essere coerenti con i nostri valori, di un Brand vicino alle persone e, ancor di più, di un Brand che guarda alle persone come fonte di ispirazione per i propri progetti; inoltre, in questo particolare momento storico in cui abbiamo lanciato Citroën AMI-100% ëlectric, veicolo che può essere guidato a partire dai 14 anni, il mondo dei più giovani è diventato a noi ancora più caro. Mi fa piacere infine sottolineare che Citroën AMI, malgrado al momento del lancio commerciale abbia ricevuto critiche per il design eccentrico, anticonformista e, direi, rivoluzionario, oggi è un successo culturale (come amo sempre dichiarare) e commerciale, essendo al primo posto nelle vendite della sua categoria”, così Marco Antonini, Brand Manager di Citroën Italia.

Reclutamento per i posti di sostegno: la nuova procedura

da Tuttoscuola

Il Ministero dell’Istruzione ha illustrato alle organizzazioni sindacali, convocate per l’informativa, le caratteristiche della nuova procedura di reclutamento per i posti di sostegno. A darne notizia sul proprio sito è Flc Cgil. Riportiamo di seguito la procedura frutto di una misura introdotta nella Legge di Bilancio 2021 (L 178/2020 art. 1 c. 980), su emendamento di Vittoria Casa (M5S).

Reclutamento per i posti di sostegno. Il concorso 

Sarà nazionale ma articolato su base regionale. Potrà essere utilizzato per assegnare i posti di sostegno dei diversi ordini e gradi di scuola che residuano in caso di esaurimento di tutte le altre graduatorie utilizzabili ai fini delle assunzioni a tempo indeterminato (tra cui GAE e graduatorie dei concorsi). Per la scuola secondaria questa procedura potrà restare in piedi fino al 31 dicembre 2025.

Reclutamento per i posti di sostegno. Chi potrà partecipare

I docenti in possesso della specializzazione sul relativo grado. Chi ha conseguito il titolo estero potrà partecipare a pieno titolo se ha ottenuto il riconoscimento. Per chi è in attesa di riconoscimento è prevista la possibilità di partecipare con riserva, per cui l’individuazione può avvenire dopo il riconoscimento.

Reclutamento per i posti di sostegno. Come partecipare e quando

Sarà emanato un apposito decreto dal ministero che definirà il bando e i tempi per presentare l’istanza. Già ora sappiamo che si potrà fare domanda per una sola regione e per tutti i posti per cui si ha il titolo. La graduatoria verrà aggiornata ogni due anni.

Reclutamento per i posti di sostegno. Graduatoria per titoli

I partecipanti saranno inseriti in una graduatoria regionale per titoli. Per la valutazione dei titoli si fa riferimento alla tabella A/7 allegata allordinanza ministeriale 112 del 2022. Inoltre sono acquisiti i titoli eventualmente presentati in occasione della costituzione delle graduatorie provinciali per le supplenze e validati.

Reclutamento per i posti di sostegno. Assegnazione incarico a tempo determinato

I docenti collocati in posizione utile saranno individuati e, con procedura informatizzata, assegnati ad una scuola dove otterranno un contratto di supplenza annuale (31 agosto). E’ previsto che i docenti svolgano il percorso di formazione e prova con test finale  previsto dal decreto ministeriale 226/2022. Chi supera positivamente il percorso sarà ammesso alla prova disciplinare di idoneità con una commissione esterna (sul modello della prova prevista per i docenti da GPS 1 fascia).

Reclutamento per i posti di sostegno. Assunzione a tempo indeterminato

I docenti che supereranno l’anno di formazione e prova e la prova disciplinare saranno assunti a tempo indeterminato a decorrere dal 1° settembre dellanno scolastico successivo a quello dellincarico e confermati in ruolo nella medesima scuola in cui hanno prestato servizio a tempo determinato.

Chi non supera il percorso di formazione e periodo annuale di prova può ripeterlo una volta (articolo 1, comma 119, della legge 13 luglio 2015, n. 107), secondo le modalità previste dallarticolo 14, comma 3 e seguenti, del DM 226 del 2022.

Chi rinvia il percorso di formazione e periodo annuale di prova per giustificati motivi mantiene il contratto a tempo determinato nellistituzione scolastica in cui ha svolto lincarico e reitera il percorso.

Chi non supera la prova disciplinare decade dalla procedura e non viene assunto a tempo indeterminato. In questo caso si viene esclusi dalla graduatoria non vi si può accedere più neanche in diversa regione. Il servizio prestato viene valutato quale incarico a tempo determinato.

Reclutamento per i posti di sostegno. La prova disciplinare

Consiste in un colloquio di idoneità che verifica, in relazione ai programmi vigenti dei concorsi ordinari relativi ai posti di sostegno, il possesso e corretto esercizio, in relazione allesperienza maturata dal docente e validata dal positivo superamento del percorso di formazione e periodo annuale di prova, delle conoscenze e competenze finalizzate a una progettazione educativa individualizzata. Verifica la capacità di elaborare una progettazione educativa che rispetti ritmi e stili di apprendimento ed esigenze di ciascun alunno. Verifica la capacità di elaborare, in stretta collaborazione con gli altri membri del consiglio di classe, interventi equilibrati fra apprendimento e socializzazione e la piena valorizzazione delle capacità e delle potenzialità possedute dal soggetto in formazione. La prova valuta, altresì, la capacità di comprensione e conversazione in lingua inglese almeno al livello B2 del quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue.

Reclutamento per i posti di sostegno. Sedi e orario di svolgimento della prova

Saranno comunicati dagli Uffici Scolastici Regionali almeno dieci giorni prima della data di svolgimento, tramite avviso pubblicato nei rispettivi albi e siti internet.

Reclutamento per i posti di sostegno. Quadri di riferimento per la valutazione della prova disciplinare

Sono quelli redatti dalla Commissione nazionale costituita con decreto del Ministro 5 maggio 2022, n. 109, per la valutazione della prova di cui allarticolo 8, comma 1, lettera b), del decreto del Ministro 30 luglio 2021, n. 242.

Alunni stranieri: 800mila nelle scuole statali, due terzi al Nord

da Tuttoscuola

Alunni stranieri: i dati riportati nel Focus “Principali dati della scuola – Avvio anno scolastico 2022-2023”, elaborati dall’Ufficio statistica del Ministero dell’Istruzione, consentono molte valutazioni sull’andamento del nostro sistema d’istruzione, tra cui la presenza di alunni con cittadinanza non italiana presenti sul territorio.

Complessivamente nelle scuole statali gli alunni stranieri sfiorano le 800 mila unità (esattamente 795.560) e rappresentano il 10,9% dei 7.286.151 alunni che quest’anno siedono sui banchi. Circa due terzi di quegli alunni stranieri si trovano nelle regioni settentrionali, mentre nelle regioni meridionali la loro presenza non va oltre il 3,7%.

Nelle scuole dell’infanzia, dove i bambini stranieri sono oltre 103mila, pari al 12,6% degli 823mila iscritti, la Lombardia ne registra il numero più elevato (22.795), ma è l’Emilia-Romagna la regione con la percentuale più elevata (27,4%), seguita dal Veneto con il 23,9%.

Nella scuola primaria gli alunni con cittadinanza non italiana superano le 300mila unità e sono il 13,3% dei due milioni e 261 mila presenti. Sempre l’Emilia-Romagna ha la percentuale più alta di alunni stranieri in questo settore (22,1%), seguita dalla Lombardia con il 21% e dalla Liguria con il 19,3%. Ma anche nella scuola primaria come nella scuola dell’infanzia è la Lombardia ad avere il maggior numero di scolari iscritti: 82.097.

Sono quasi 185mila gli alunni stranieri presenti nelle scuole secondarie di I grado, pari a circa il 12% del milione e 557mila iscritti. In Lombardia gli alunni stranieri di questo settore sfiorano le 50mila unità, ma ancora una volta è l’Emilia-Romagna a registrare la percentuale più elevata di presenze (19,2%).

Infine, nella secondaria di II grado gli studenti stranieri sono oltre 206mila su 2 milioni 646 mila (7,8%). Molti di loro, se fosse stato approvato lo jus scholae, ieri avrebbero potuto votare nelle elezioni politiche come i loro compagni di classe diventati maggiorenni.

In Lombardia sono circa 48mila gli alunni stranieri, ma è sempre l’Emilia-Romagna a registrare la percentuale più alta, 12,8%.

La Sardegna è la regione con la percentuale più bassa di alunni stranieri presenti (2,9%), seguita dalla Campania (3,2%), dalla Puglia (3,6%) e dalla Sicilia (3,9%).

Leggere: forte! Ad alta voce fa crescere l’intelligenza

“LEGGERE: FORTE!”: LA LETTURA AD ALTA VOCE DA PARTE DEGLI INSEGNANTI MIGLIORA LA MOTRICITÀ E L’ICV  (INDICE DI COMPRENSIONE VERBALE) 

LO RIVELANO I DATI DOPO TRE ANNI DELLA POLITICA EDUCATIVA DI REGIONE TOSCANA

I bambini e le bambine del nido aumentano fino al 29,7% la capacità di controllare la motricità globale, la coordinazione e le abilità manipolatorie; nella scuola dell’infanzia la capacità di risolvere problemi interni a situazioni sociali cresce dell’82%; per gli alunni e le alunne della scuola primaria l’Indice di Comprensione Verbale (ICV), ovvero la capacità di formulare e di utilizzare i concetti verbali, migliora del 14,3%.

Sono i risultati – presentati nel convegno online di giovedì 29 settembre – di tre anni di attività di “Leggere: forte! Ad alta voce fa crescere l’intelligenza”, politica educativa della Regione Toscana, realizzata in collaborazione con l’Università degli studi di Perugia, che cura il coordinamento scientifico, Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana e Cepell (Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura).

L’analisi sugli esiti del triennio sono state condotte dal gruppo di ricerca guidato da Federico Batini, docente dell’Università degli studi di Perugia e responsabile scientifico di “Leggere: forte!”.

“Leggere: Forte!” ha introdotto nelle scuole toscane un tempo quotidiano dedicato alla lettura ad alta voce da parte delle educatrici e degli educatori, delle insegnanti e degli insegnanti per le alunne e gli alunni di tutte le scuole di ogni ordine e grado, a partire dai servizi educativi per la prima infanzia.

Una politica educativa che, attraverso una pratica semplice e potente sviluppa le competenze cognitive di base dei bambini e dei ragazzi, potenzia le loro capacità intellettive, le loro abilità relazionali ed emotive, nonché il pensiero critico, favorendo così un rendimento scolastico positivo e lo sviluppo delle competenze della vita cosiddette “life skills“. In sintesi: l’esposizione all’ascolto della lettura ad alta voce favorisce il successo scolastico.

Il campione coinvolto nella misurazione degli effetti nell’arco dei tre anni è stato composto da circa 2.019 bambini/e della fascia 0-3 anni, circa 740 bambini/e della fascia 3-6 anni e circa 2.588 bambini/e della scuola primaria (oltre a 1.613 studenti delle secondarie di I e II grado).

La misurazione dell’impatto dell’ascolto della lettura è stato effettuato tramite la somministrazione di test specifici a bambini/e e studenti/studentesse a cui è stato letto, nonché a gruppi di controllo costituiti da bambine e bambini con le medesime caratteristiche dei primi, con la sola differenza della non esposizione alla lettura.

Il confronto degli esiti dei test (13.340) effettuati sui due gruppi, prima e dopo il periodo di lettura, ha fornito l’indicazione dell’impatto netto dell’ascolto della lettura.

Le dimensioni indagate nella fascia 0-6 sono state: fine-motricità (manipolazione oggetti, presa e risposta all’informazione tattile); grosso-motricità (postura, movimento dinamico, equilibrio); dominio cognitivo, memoria, velocità di elaborazione, linguaggio recettivosviluppo linguistico e comprensione del testo narrativo. Per la dimensione emotiva invece l’orientamento prosociale e la comprensione delle emozioni.

NIDO: lo strumento di rilevazione utilizzato è stata la scala Bayley-III (Bayley Scales of Infant and Toddler Development – Third Edition) – Scala Motoria (MOT). La scala motoria si propone di valutare il controllo della motricità globale, della coordinazione e delle abilità manipolatorie ed è suddivisa in due sottoscale: (1) Fine-motricità (esamina la manipolazione di oggetti, la presa e la risposta all’informazione tattile); (2) Grosso-motricità (valuta la postura, il movimento dinamico, l’equilibrio e la pianificazione grosso-motoria). Sulla misurazione della motricità i dati parlano chiaro: i bambini sottoposti alla lettura ad alta voce aumentano le loro abilità motorie del 29,7% rispetto al loro punto di partenza.

INFANZIA: è stata usata la prova di Completamento di Storie sull’Orientamento Prosociale che consiste in quattro brevi scenari illustrati, o storie, che descrivono situazioni tipiche della vita quotidiana di bambine e bambini in età prescolare. Ciascuna di esse riguarda i seguenti comportamenti prosociali: (1) confortare, (2) far fare la pace, (3) condividere beni, (4) aiutare. Un miglioramento significativo emerge anche in quest’area, connessa alla capacità di risolvere problemi interni a situazioni sociali, attivando risorse cognitive, di problem solving, ed emotive connesse alla capacità di assumere il punto vista dell’altro. L’incremento che emerge in questo test risulta pari all’82%.

Per la fascia scolare invece sono state sondate la capacità di leggere e di comprendere il significato di testi di vario tipo; la capacità di formulare e di utilizzare i concetti verbali e le abilità cognitive come pianificazione, attenzione, simultaneità e successione, attraverso la scala WISC-IV (Wechsler Intelligence Scale for Children 4° edizione) – ICV (Indice di comprensione verbale)

SCUOLA PRIMARIA. L’Indice di Comprensione Verbale (ICV) misura le capacità del soggetto di formulare e di utilizzare i concetti verbali, cioè la capacità di ascoltare una richiesta, di recuperare informazioni precedentemente apprese, di pensare e di esprimere verbalmente la risposta. I dati relativi alle scuole primarie risultano evidenti: bambine e bambini sottoposti alla lettura ad alta voce aumentano le capacità connesse a questo indice fino al 14,3%, rispetto al loro punto di partenza. Per questa misurazione lo staff di ricerca ha utilizzato tre sub-test: Somiglianze, Vocabolario e Comprensione e due test supplementari: Informazione e Ragionamento con le Parole. Risulta rilevante sottolineare come un incremento significativo per il gruppo sottoposto all’attività di lettura ad alta voce sia stato rilevato non solo nell’ICV globale ma anche in alcune sottoscale specifiche come ad esempio Somiglianze, Vocabolario, Comprensione ed Informazione.

“Leggere forte è un progetto importante, un valore aggiunto che semina futuro e che intendiamo continuare a sostenere – ha spiegato l’assessora all’istruzione Alessandra Nardini, nel suo intervento di saluto – Quattro anni fa, quando la Regione Toscana decise di investire su di esso, fece una scelta lungimirante. Questa azione ha coinvolto tutto il sistema 0-6 e le scuole di ogni ordine e grado, ed è diventata una vera e propria politica educativa, finalizzata a favorire il successo formativo nella vita delle bambine e dei bambini e delle studentesse e degli studenti toscani tramite gli effetti che la pratica dell’ascolto della lettura ad alta voce produce: favorisce lo sviluppo delle funzioni cognitive fondamentali, facilita lo sviluppo delle capacità di riconoscere le proprie ed altrui emozioni, facilita lo sviluppo di abilità relazionali, incrementa notevolmente il numero di parole conosciute, aiuta nella costruzione della propria identità, favorisce lo sviluppo del pensiero critico”.

“Voglio sottolineare anche un altro aspetto che mi sta particolarmente a cuore – prosegue l’assessora – Leggere Forte è una politica di democrazia cognitiva: tutte le bambine e tutti i bambini, le ragazze e i ragazzi che frequentano un nido o che vanno a scuola possono beneficiare degli effetti dell’ascolto della lettura ad alta voce, non solo coloro che provengono da contesti familiari in cui si è già abituati alla pratica della lettura. La finalità principale è sicuramente il contrasto della dispersione o, per dirla in positivo, la promozione del successo scolastico, ma questa è anche una politica di promozione della lettura: le bambine e i bambini a cui si legge abitualmente diventano a loro volta grandi lettrici e grandi lettori”.

“I risultati che abbiamo presentato” commenta il prof. Federico Batini “hanno, indubbiamente, una rilevanza scientifica. Contribuiscono a incrementare e chiarire le tipologie di effetti prodotti dalla lettura ad alta voce, a comprendere che questi effetti si possono produrre in tutto il percorso scolare e ad assegnare uno statuto speciale alla didattica della lettura ad alta voce di un adulto per i più piccoli o i più giovani nell’intero sistema educativo e di istruzione. Più importante di questa è, tuttavia, una rilevanza che definirei di tipo civile. Abbiamo potuto osservare dal nido e dai servizi per la prima infanzia sino alle scuole secondarie di secondo grado guadagni importanti di tipo linguistico, sulle abilità di comprensione, sulle abilità cognitive di base, sulla capacità di riconoscere e gestire le emozioni, sulla disposizione nei confronti degli altri e persino nelle abilità motorie. Questo tipo di vantaggi migliorano il percorso scolastico e la vita tout court, sono, come ho avuto modo di dire altre volte… un contributo forse decisivo in direzione di una democrazia cognitiva. Le sezioni e i gruppi classe che hanno aderito a Leggere: forte!, specie quando i loro insegnanti hanno seguito il metodo di lettura ad alta voce proposto (improntato alla quotidianità della pratica, all’intensità delle sessioni di lettura, alla progressività di tempi e testi, alla bibliovarietà delle scelte, alla centratura sugli studenti, al coinvolgimento di tutti gli insegnanti, all’utilizzo di pratiche di socializzazione aperte e rispettose) hanno mostrato crescite sorprendenti in tutte queste dimensioni, ancora più sorprendenti se confrontati con quelle dei loro coetanei che non hanno potuto giovarsi della lettura quotidiana di un adulto. Questi dati ci parlano di una Toscana migliore declinata al futuro, ci parlano della possibilità per un numero sempre maggiore di bambine e bambini, di ragazzi e ragazze di raggiungere il successo formativo. Questi dati ci impegnano, noi adulti per primi, a proseguire con impegno perché sia possibile costruire quel futuro che oggi abbiamo cominciato a intravedere.”

Per l’Ufficio scolastico regionale è intervenuto Roberto Curtolo che ha sottolineato come l’Usr “è fortemente convinto di questo progetto”. “Col passare del tempo – ha aggiunto – ha preso sempre più campo proprio perché abbiamo verificato la notevole forza e incidenza sulla formazione sui giovanissimi, che vuol dire investire sul futuro. È un progetto che aiuta concretamente a contrastare la povertà educativa, a prevenire la dispersione, e favorisce il successo scolastico. Ora il nostro obiettivo è diffonderlo ulteriormente ed estendere le azioni di supporto agli insegnanti che decidono di aderire in tutto il territorio regionale. L’Ufficio scolastico regionale presterà un’attenzione sempre maggiore perché Leggere Forte contribuisce al superamento dei divari, soprattutto nelle fasi successive dell’obbligo scolastico”.

Nota 29 settembre 2022, AOODGSIP 3101

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico
Ufficio II

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali
Al Dipartimento istruzione – Provincia Autonoma di Trento
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia di Bolzano
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca – Bolzano
All’Intendenza Scolastica per le Località Ladine – Bolzano
Alla Sovrintendenza agli studi per la Regione Valle d’Aosta
e, p. c. Ai Dirigenti delle Istituzioni scolastiche del primo ciclo d’istruzione statali e paritarie

OGGETTO: Avvio della quarta edizione dell’iniziativa “Il Censimento permanente sui banchi di scuola” per scuole Primarie e Secondarie di I grado a.s. 2022-23.

Distrofia muscolare facio-scapolo omerale

Distrofia muscolare facio-scapolo omerale: i pazienti chiedono di essere ascoltati
SuperAbile INAIL del 28/09/2022

Il 29 settembre a Roma il convegno organizzato da Fshd Italia per sensibilizzare cittadinanza e istituzioni sulle difficoltà di vivere con una malattia fortemente invalidante. La vicepresidente, Caterina Dietrich: “Sono disabile, non fatemi sentire handicappata”

ROMA. “Io sono indiscutibilmente disabile ma, emotivamente e mentalmente, non mi sento handicappata”, Caterina Dietrich è la vicepresidente di Fshd Italia, l’Associazione distrofia muscolare facio-scapolo omerale, una patologia rara, genetica e degenerativa, che attualmente non ha ancora una cura. “Purtroppo, però, divento handicappata ogni volta che voglio fare qualcosa e non posso farla, non perché non ne sarei in grado, ma perché l’ambiente esterno non me lo permette” prosegue. Ci sono difficoltà di tutti i tipi: barriere architettoniche negli uffici pubblici, mancanza di scivoli sui marciapiedi, cinema e teatri senza ascensori o montascale, l’ascensore della metropolitana perennemente fuori servizio, quasi totale impossibilità di trovare una spiaggia attrezzata. “I problemi pratici sono parecchi – commenta la vicepresidente – ma forse la cosa peggiore è che tutto ciò mi fa sentire come non contemplata”. Il problema investe anche l’aspetto sanitario. “Per chi come me rientra nella categoria dei pazienti complessi, il prendersi cura di sé è davvero complicato – sottolinea –. Anche per fare semplici visite di controllo, che non rientrano nell’elenco di quelle legate alla patologia, è necessario individuare strutture fornite di attrezzature idonee per chi è in sedia a rotelle. Provate solo a immaginare come potrei fare una mammografia se, per farla, devo appoggiarmi a un’apparecchiatura che non scende al di sotto di un metro e 30 centimetri. Chi ha la Fshd come me dovrebbe, quantomeno, vedersi garantire con continuità i cicli di fisioterapia, l’assistenza domiciliare per il mantenimento dell’autonomia e il supporto psicologico”.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla distrofia muscolare facio-scapolo omerale e aprire un dibattito con le istituzioni pubbliche e sanitarie regionali e comunali, Fshd Italia ha organizzato il convegno “Fshd, alla ricerca di un percorso”, previsto per il prossimo 29 settembre 2022 presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio di Roma (può essere seguito anche in diretta Facebook) e organizzato in collaborazione con il Policlinico Gemelli di Roma. “La distrofia muscolare facio-scapolo-omerale è una malattia rara, progressiva e invalidante, attualmente senza una cura, che vede l’individuo perdere con l’età la propria autonomia motoria: oltre il 20% dei pazienti perde la capacità deambulatoria e può presentare compromissione dei muscoli respiratori – spiega Enzo Ricci, responsabile scientifico di Fshd Italia –. Ma anche gli individui affetti da forme meno aggressive devono fronteggiare la progressiva riduzione dell’autonomia, il dolore, la fatica l’isolamento sociale, incontrando difficoltà nell’adempiere alla loro attività lavorativa e nell’esercizio delle comuni attività della vita quotidiana”. Dal suo punto di osservazione all’interno del Policlinico Gemelli e come membro attivo dell’associazione, Ricci ha modo di osservare i numerosi bisogni delle persone con Fshd, tra cui la presenza di centri di riferimento per la diagnosi e la presa in carico dei pazienti attraverso percorsi assistenziali definiti, la continuità assistenziale per i pazienti che abbiano superato l’età pediatrica, l’attuazione di un percorso riabilitativo volto al mantenimento della funzione dei muscoli non ancora colpiti dalla malattia, l’assistenza dei pazienti con grave disabilità e l’assistenza dei pazienti in età geriatrica.

“Questo appuntamento rappresenta un’occasione per riflettere e costruire percorsi di accoglienza e presa in carico delle persone con disabilità in ospedale – commenta la presidente della commissione Cultura, Politiche giovanili e lavoro di Roma Capitale, Erica Battaglia –. Speriamo che questa finestra di dialogo permetta soluzioni innovative, ma anche un nuovo approccio per quelle politiche socio-sanitarie che diventano essenziali quando la degenza finisce. Conoscendo l’associazione, so per certo che interrogherà specialisti e politici per la disseminazione di una sensibilità che ritengo importante”. Risponde a distanza la presidente di Fshd Italia: “Abbiamo ben chiaro di cosa avremmo bisogno, ma ci interessa sapere se e come le istituzioni intendono garantire il rispetto dei nostri diritti, perché la ricerca scientifica sta facendo passi da gigante ma, al momento, nessuno è ancora in grado di stabilire quando le terapie potranno ritenersi efficaci”.

Dal metaverso un aiuto per i bimbi autistici

Dal metaverso un aiuto per i bimbi autistici. A Messina il centro d’eccellenza
Vita del 28/09/2022

La Sicilia sperimenta un modello virtuoso di assistenza gratuita per le famiglie con bambini autistici. «La tecnologia che importeremo dal metaverso permetterà di riabilitare più bambini alla volta, ognuno immerso nello stesso scenario in cui un ruolo nevralgico avrà la creazione dell’avatar digitale del bambino stesso», spiega Antonio Cerasa, neuroscienziato dell’IRIB-CNR di Messina. «Useremo la realtà virtuale anche con i genitori»

MESSINA. L’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (IRIB CNR) si dedica da anni a progetti sperimentali che, utilizzando le più moderne tecnologie, possano aiutare i bambini colpiti da questo disturbo e sostenere i loro genitori nell’impegnativa assistenza quotidiana ai figli. «La tecnologia che importeremo dal metaverso permetterà di riabilitare più bambini alla volta, ognuno immerso nello stesso scenario in cui un ruolo nevralgico avrà la creazione dell’avatar digitale del bambino», racconta Antonio Cerasa, neuroscienziato e ricercatore dell’Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica IRIB-CNR di Messina e autore di “Neuroscienze traslazionali. Dalla conoscenza del neurone alle applicazioni per la salute” (Carocci editore), in cui spiega le potenziali applicazioni in casi di autismo, disturbi del comportamento alimentare e riabilitazioni dopo un ictus. «Useremo la realtà virtuale anche con i genitori. La mission del nostro istituto è proprio quello di estendere in tutta la Sicilia il modello virtuoso di assistenza gratuita per le famiglie con bambini affetti da autismo basato su tecnologie innovative».

Cerasa, perché dal metaverso arriverà un aiuto per supportare le persone autistiche?
Al momento attuale per riabilitare e potenziare uno dei principali deficit dei bambini/ragazzi autistici come le abilità sociali, abbiamo a disposizione solo terapie comportamentali che hanno, in alcuni casi, una bassa efficacia. Il motivo è legato alla grande variabilità clinica con cui si possono presentare i sintomi dello spettro autistico e soprattutto anche alle limitate potenzialità intrinseche ad un trattamento comportamentale. I sistemi di realtà immersiva possono permettere di superare questi limiti fornendo al bambino nuovi scenari visivi dove apprendere nuove strategie di comportamento. Ma questi sistemi sono pensati per lavorare su un bambino alla volta. La tecnologia che importeremo dal metaverso permetterà, invece, di riabilitare più bambini alla volta, ognuno immerso nello stesso scenario in cui un ruolo nevralgico avrà la creazione dell’avatar digitale del bambino. Cosi come oggi si riabilitano alcuni funzioni cognitive grazie all’uso dei robot, anche l’utilizzo degli avatar permetterà ai bambini di essere guidati nel recupero di funzioni comportamentali grazie ad una figura meno complessa del volto di un terapeuta adulto con cui poter interagire.

Nel 2013, grazie al progetto “Primapietra”, IRIB CNR ha avviato un primo percorso per la costruzione sul territorio siciliano di uno spazio pensato per fondere le più moderne tecniche di trattamento clinico, in età precoce, dei bambini con autismo, utilizzando le potenzialità della robotica. Di cosa si tratta?
Grazie alle idee dell’Ing Giovanni Pioggia, sono nati molti progetti di ricerca finanziati sia a livello nazionale che regionale per migliorare e assistere le famiglie con bambini affetti da autismo. L’ultimo dei progetti si chiama InterPares ed è stato finanziato dal comune di Messina per permettere alle famiglie, non solo di avere trattamenti per i loro figli all’avanguardia (Tablet, Realtà Virtuale, Realtà Aumentata, Robot) ma anche una assistenza continua in remoto da casa (TeleRiabilitazione), a cui si è aggiunto anche con un progetto di inserimento sociale e lavorativo. Il tutto ovviamente gratuito per le famiglie

Le sperimentazioni non si limitano solo ai bambini ma coinvolgono anche i genitori. Ci spiega? 
Il servizio di assistenza e trattamento per le famiglie con autismo offerte gratuitamente dal nostro Istituto va oltre e si occupa anche del benessere psicofisico dei genitori. E’ stato da poco intrapreso un nuovo trial clinico per dimostrare l’efficacia delle tecniche di mindfulness per ridurre il carico di stress emotivo nei genitori dei bambini con autismo. Inoltre abbiamo da poco pubblicato una serie di studi che dimostrano come il trattamento dei disturbi cognitivi e comportamentali dei bambini con autismo può avvenire anche educando i genitori a mettere in campo una serie di strategie per migliorare i comportamenti dei loro figli anche a casa. Questo è possibile grazie al servizio di tele-assistenza in dote presso il nostro istituto, dove una serie di psicologhe monitora a distanza l’andamento dei comportamenti dei bambini tramite il racconto e il confronto con i genitori.

Ma la mission del Cnr-Irib non si ferma a Messina…
Grazie ad alcuni progetti di ricerca finanziati dalla Regione Sicilia, le psicologhe e ricercatrici dell’Istituto sono impegnate nel coordinamento di altri centri per l’autismo nelle zone di Catania, Trapani e Marsala, con lo scopo di estendere anche in altre città il modello virtuoso di ricerca per le famiglie. Parallelamente sta lavorando per incoraggiare una a cultura dell’accoglienza, dell’integrazione e la possibilità di effettuare esperienze lavorative coordinando l’organizzazione di una rete di strutture, negozi e luoghi pubblici Autism Friendly, nei villaggi Ganzirri e Torre Faro di Messina.

Volete creare un modello virtuoso in Sicilia, quindi…
La mission del nostro istituto è proprio quello di estendere in tutto il territorio regionale il modello virtuoso di assistenza gratuita per le famiglie con bambini affetti da autismo basato su tecnologie innovative. Anche nelle zone di Trapani e Marsala, grazie a convenzioni a livello regionali e con le ASP locali, alcune famiglie vengono oggi seguite con gli stessi strumenti e metodiche innovative presenti nella nostra città di Messina. Città in cui abbiamo anche avviato, all’interno del progetto InterPares, anche un innovativo protocollo di re-inserimento sociale caratterizzato da negozi Autism-Friendly in cui i ragazzi con autismo, tramite un app scaricata sul cellulare potranno avere un aiuto digitale nel compiere mansioni di vita quotidiana (come fare la spesa) in completa indipendenza. Lo scopo finale della psicologia applicata alla salute, infatti, non è solo quello di curare la singola disabilità, ma anche di estendere la cura a tutta la persona e alla sua quotidianità e benessere.
 
Il rapporto tra medicina e tecnologia è sempre stato affascinante ma complesso. Nel suo nuovo libro “Neuroscienze traslazionali. Dalla conoscenza del neurone alle applicazioni per la salute” vengono presentati i settori più innovativi in cui le neuroscienze potranno aiutare i clinici. Quali sono?
In primis, l’introduzione dei modelli matematici nella previsione del comportamento umano. Fenomeni come la morte per schiacciamento durante concerti a seguito di un effetto gregge innescato da un evento esterno, non potranno mai più verificarsi se venissero adottati i modelli matematici di previsione del comportamento umano. Allo stesso modo i modelli psicofisici su cui si basa il lavoro di quegli animali chiamati superorganismi (formiche, api) ci permetterà di migliorare in maniera esponenziale le nostre capacità decisionali. Ricordiamo infatti che l’essere umano, pur autodefinendosi come la specie più intelligenti, se posto davanti a decisioni semplice, adotta processi cognitivi estremamente poveri e superficiali (per una più approfondita analisi di questo fenomeno si consiglia di leggere il libro dello psicologo premio nobel per l’economia Daniel Kahneman). Le api o le formiche. invece, poste di fronte ad una decisione da prendere adottano pedissequamente leggi della psicofisica che ne determinano il funzionamento non come singoli individui operanti, ma come uno sciame o un esercito di persone, in cui ogni piccolo compito viene condiviso equamente seguendo una perfetta catena di montaggio. Se queste leggi venissero applicate all’essere umano in campo pratico non assisteremmo più a fenomeni degradanti come il crollo del ponte Morandi. Per questo motivo le neuroscienze traslazionali sono oggi una nuova branca fondamentale in tanti settori medici, economici e sociali. Perché possono fornire strumenti per migliorare lo stato e la salute dell’essere umano.

Cambiando tema: i ricercatori in neuroscienze stanno affrontando la malattia di Alzheimer con nuove sperimentazioni sui farmaci e con sempre più efficaci strategie di diagnosi precoce. Il metaverso sarà utile anche per rallentare la progressione di questa malattia neurodegenerativa per la quale non esiste una terapia nelle fasi più avanzate?
Al momento le sfide da vincere sull’Alzheimer riguardano la diagnosi precoce per contrastare (grazie ai farmaci di ultima generazione) la veloce e terribile progressione della malattia. La perdita delle principali funzioni cognitive in fase intermedia e avanzata non permette di ipotizzare l’utilizzo di un sistema complesso di realtà immersiva come quello presente nella piattaforma del metaverso. Per la riabilitazione comportamentale in questa patologia sono già presenti metodi meno tecnologici come la musicoterapia, la danzaterapia, la cooking therapy, la doll therapy che hanno un efficace effetto nel ridurre le pesanti complicazioni comportamentali legate alla malattia.

di Sabina Pignataro

Scuola, aumentano gli studenti diversamente abili: sono oltre 300mila

da Il Sole 24 Ore

Report diffuso dal ministero dell’Istruzione, cresciuto anche il numero dei docenti, passato dall’8,6% nel 2001/02 al 20,3% nel 2020/21

di Redazione Scuola

Crescono gli alunni con disabilità nelle scuole italiane: la percentuale degli alunni con disabilità sul totale dei frequentanti è salita dall’1,9% dell’anno scolastico 2004/2005 al 3,6% del 2020/2021. Il numero di alunni con disabilità è passato da circa 167.000 unità ad oltre 304.000 unità a fronte di una diminuzione, registrata sullo stesso periodo, degli alunni complessivamente frequentanti le scuole italiane (-6%). Per disabilità si intende intellettiva, motoria, uditiva, visiva e altro tipo di disabilità, in cui sono inclusi problemi psichiatrici precoci, disturbi specifici di apprendimento certificati in comorbilità con altri disturbi e sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

Il report

I dati, riportati in un report dal ministero dell’Istruzione, riguardano gli alunni frequentanti le scuole italiane di ogni grado di istruzione; statali, paritarie e non paritarie iscritte in albo. Con il crescere degli alunni con disabilità negli anni, aumenta anche il numero di docenti per il sostegno. L’ammontare di questi docenti è passato dall’8,6% nel 2001/2002 al 20,3% nel 2020/2021.

Docenti

Lo studio riporta anche la dotazione organica dei docenti, che nell’anno scolastico 2020/2021, risulta complessivamente pari a 907.929 unità; di questi 184.405 sono docenti per il sostegno e 723.524 docenti su posto comune. Entrando del dettaglio della tipologia di contratto, nell’anno scolastico 2020/2021 dei 184.405 docenti per il sostegno, 80.672 hanno un contratto a tempo indeterminato e 103.733 un contratto a tempo determinato. La quota di insegnanti per il sostegno a tempo indeterminato sul totale dei docenti per il sostegno è pari al 43,7%; nell’anno scolastico 2001/2002 il rapporto si attestava sul 60,8%.

Le disabilità

Facendo riferimento alle tipologie di disabilità, nel 2020/2021 il 96,8% del numero complessivo di alunni certificati ha disabilità psicofisica; nello specifico il 69,5% presenta una disabilità intellettiva, il 2,8% una disabilità motoria e il 24,5% ha un altro tipo di disabilità. L’1,3% presenta una disabilità visiva e l’1,9% una disabilità uditiva. Gli alunni con disabilità visiva presentano una percentuale più elevata della media, pari all’1,9%, nella scuola secondaria di II grado, per gli alunni con disabilità uditiva le percentuali più elevate sono riportate dalla scuola secondaria di II grado, con il 2,3%, e dalla scuola dell’infanzia con il 2,1% .

Legge 104

Elevata per tutti i gradi di istruzione è la percentuale riportata dagli alunni con disabilità psicofisica, superiore per tutti i gradi di istruzione al 95% del numero complessivo degli alunni certificati ai sensi della legge 104/1992. Tra questi molto alta è la percentuale di alunni con disabilità intellettiva, che per la scuola primaria e secondaria di I grado è superiore al 70%. Per quel che riguarda la disabilità motoria le percentuali più elevate sono presenti alla scuola dell’infanzia, pari al 3,8%, e alla scuola secondaria di II grado, con il 3,4%. Nelle scuole statali la percentuale degli alunni con disabilità intellettiva sul totale degli alunni con disabilità è più elevata (70,4%) rispetto a quella registrata nelle scuole non statali (54,3%). Relativamente alla disabilità visiva, uditiva, motoria e altro tipo di disabilità si evidenziano percentuali più elevate nella scuola a gestione non statale. La percentuale di alunni stranieri con disabilità sul totale degli alunni certificati ai sensi della Legge104 è pari al 14,3% nel 2020/2021; una percentuale che appare elevata se confrontata con la percentuale degli alunni stranieri che frequentano in rapporto al totale degli alunni, pari al 10,3%.

PNRR, via libera alla seconda rata da 21 miliardi. UE soddisfatta anche per le riforme in ambito scolastico

da OrizzonteScuola

Di redazione

La Commissione europea ha dato il via libera alla seconda rata di finanziamenti per l’Italia da 21 miliardi di euro dal Recovery fund

Da Bruxelles è arrivata la valutazione preliminare positiva della richiesta avanzata da Roma a fine giugno, che certifica il raggiungimento dei 45 obiettivi previsti nel PNRR per il primo semestre del 2022.

Dopo l’ufficializzazione della valutazione positiva preliminare da parte della Commissione europea, per l’esborso della seconda rata serviranno circa due mesi.

È infatti necessario il via libera finale del Comitato economico e finanziario – il braccio tecnico del Consiglio dei ministri Ue delle Finanze (Ecofin) -, passaggio che richiede un massimo di quattro settimane. Entro un altro mese dal parere tecnico, Bruxelles erogherà all’Italia la rata di 21 miliardi di euro.

Nel primo semestre dell’anno sono state realizzate importanti riforme come quella che introduce la nuova sanità territoriale, il completamento della riforma della pubblica amministrazione, le norme in materia di appalti pubblici e le riforme per il sistema dell’istruzione. Tra gli investimenti, sono stati assegnati i fondi per le riqualificazioni e valorizzazione dei territori, per il rilancio dei borghi e del patrimonio culturale tra cui parchi e giardini storici, per il miglioramento dell’efficienza energetica di cinema, teatri e musei.

Altre risorse hanno supportato nuovi progetti di connessione digitale e nel campo della ricerca, per la strategia nazionale dell’economia circolare e per il programma nazionale per la gestione dei rifiuti, oltre a segnare passi avanti per la creazione di una filiera di produzione dell’idrogeno.

Il Governo è poi al lavoro sui 55 traguardi e obiettivi da conseguire entro fine anno e che daranno diritto a richiedere a Bruxelles la terza rata di finanziamenti, pari a ulteriori 19 miliardi di euro.

L’azione del Governo punta a realizzare in anticipo rispetto alla scadenza del 31 dicembre 2022, 29 obiettivi entro la fine del mese di ottobre. Si tratta di oltre il 50% degli interventi, sui quali la Commissione europea eserciterà la sua valutazione.

Tra le misure già realizzate ci sono la riforma delle commissioni tributarie, quella degli istituti tecnici e professionali, mentre si sta completando quella volta a garantire la piena capacità gestionale per i servizi idrici integrati; inoltre sono stati approvati i piani di investimento per la rigenerazione urbana nelle città metropolitane, gli interventi per la bonifica dei siti orfani, l’istituzione del fondo per l’housing universitario, l’istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e nuove risorse per la transizione digitale dei Comuni.

Ecco il sito del Pnrr per l’istruzione con un portale unico che consentirà al mondo scuola di trovare dati, avvisi pubblici, informazioni.

Istruzione e Ricerca: stanzia complessivamente 31,9 miliardi di euro, di cui 17 per la scuola (30,9 miliardi dal Dispositivo RRF e 1 dal Fondo) con l’obiettivo di rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico.

PNNR [PDF]

Le risorse destinate all’istruzione sono pari a 17,59 miliardi di euro (comprensive dei progetti “in essere”), con 11 linee di investimento, 6 destinate alle infrastrutture e 5 alle competenze. I beneficiari delle risorse stanziate per l’istruzione, che saranno assegnati attraverso avvisi pubblici, sono le scuole, gli Its e gli enti locali proprietari degli edifici per quanto riguarda gli interventi di edilizia scolastica..

Gps 2022, troppi errori nel software: i sindacati fanno richiesta di accesso agli atti

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Continuano a tenere banco gli errori dell’algoritmo che gestisce le Gps 2022. I motivi del dissenso sono numerosi: un considerevole numero di docenti hanno denunciato di essere stati scavalcati in graduatoria, altri la presenza di posti vacanti che però al sistema informatico risultano occupati, poi ci sono cattedre di sostegno assegnate non di rado a docenti non specializzati, ma anche precari in testa alle graduatorie costretti a lasciare la loro provincia mentre alcuni supplenti senza esperienza, assunti con le Mad, risultano collocati comodamente sotto casa. I sindacati, dopo le lamentele dei giorni scorsi, hanno deciso di passare alle azioni legali. Anche perchè diversi precari, che a vario titolo si sono sentiti danneggiati da questo algoritmo di gestione delle graduatorie, hanno presentato ricorso: ora, l’ipotesi è che nel sistema informatico, nel software di gestione, possano essere presenti dei bug, che accomunano gli errori. L’amministrazione continua a negare la presenza di errori del sistema, ma ora i sindacati vogliono vederci chiaro.

La richiesta della Gilda

Il 27 settembre, la Gilda degli Insegnanti, attraverso lo studio legale Bonetti, ha presentato al ministero dell’Istruzione una richiesta di accesso agli atti per conoscere il software che gestisce le graduatorie provinciali.

“Gli errori commessi dall’algoritmo nell’assegnazione delle supplenze – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – ledono diritti di graduatoria, facendo sì che in molti casi chi ha punteggi più elevati finisca per prendere supplenze e sedi più disagiate. Inoltre, la procedura vìola il diritto al completamento di cattedra che, a quanto pare, non è contemplato nell’algoritmo”.

“Nonostante le continue e numerose richieste di tavoli per esaminare le criticità, già evidenziate negli anni precedenti, il ministero, dopo aver promesso disponibilità, ha opposto un muro di silenzio. Appena ci verrà consegnato l’algoritmo – ha concluso Di Meglio – procederemo alla sua analisi per identificarne i difetti”.

La richiesta dello Snals

Anche lo Snals Confsal ha chiesto la verifica del funzionamento dell’algoritmo. Elvira Serafini, leader del sindacato autonomo, ha fatto sapere di avere presentato al ministero dell’Istruzione “istanza di accesso agli atti per conoscere il funzionamento dell’algoritmo che, negli esiti di assegnazione degli incarichi annuali, non sembra corrispondente al rispetto della procedura prevista dall’O.M.60”.

“Grandissime difficoltà, infatti, nelle province per i ritardi, le correzioni e il rifacimento che continuano a creare instabilità e avvicendamenti sui posti di lavoro – dice ancora Serafini -. Abbiamo più volte segnalato al Ministero le criticità che venivano evidenziate dalle nostre strutture territoriali.  Abbiamo più volte chiesto tavoli di confronto che ad oggi non ci sono stati”.

“Formulare istanze “al buio“, senza conoscere il quadro delle disponibilità, impedisce la correttezza e il rispetto della procedura prevista dall’ordinanza di conferimento delle supplenze . Non può una macchina bypassare una norma, le operazioni di inizio anno necessitano di tempo per la verifica ed il consolidamento di posizioni giuridiche derivanti da assegnazioni provvisorie, nomine in ruolo, incarichi e supplenze”.

Il problema, conclude Serafini, è che “la fretta non è sinonimo di efficienza. Gli alunni hanno il diritto di avere insegnanti titolati nelle loro classi. Una volta verificato il funzionamento dell’algoritmo, lo SNALS-Confsal si riserva ogni ulteriore azione a tutela dei diritti e degli interessi dei propri iscritti e di tutto il personale della scuola”.

Carta docente a.s. 2022/23, cosa si può acquistare con il bonus

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Per accedere al bonus dei 500 euro previsti per l’anno scolastico in corso e agli importi dei buoni non validati relativi allo scorso anno si utilizza lo SPID, che consente di entrare nella piattaforma e di consultare la composizione del proprio borsellino elettronico attraverso la specifica funzione di “storico portafoglio”.

Come richiedere lo Spid

Come abbiamo già comunicato, il portale sarà attivo dalle ore 15 di oggi, 27 settembre.

VAI ALLA PIATTAFORMA

Cosa di può acquistare

I 500 euro per i docenti si possono spendere in diversi modi:

  • libri e testi, anche in formato digitale, pubblicazioni e riviste comunque utili all’aggiornamento professionale;
  • hardware e software (sono esclusi smartphone, fotocamere, videocamere, videoproiettori, memorie USB, stampanti e toner cartucce);
  • iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;
  • iscrizione a corsi di specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale;
  • titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
  • titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
  • iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione, di cui articolo 1, comma 124, della legge n. 107 del 2015.

Permessi studio (150 ore): quando presentare domanda per il 2023

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Di norma è il 15 novembre di ogni anno la scadenza per presentare domanda per l’anno solare successivo per i permessi per il diritto allo studio (150 ore). Tuttavia, alcuni Uffici scolastici potrebbero stabilire termini differenti. Per questo è consigliabile consultare il sito dell’USR competente, che spesso pubblica anche il modello di domanda che è necessario utilizzare.

Oltre alla scadenza, sono i singoli contratti integrativi regionali a stabilire anche le modalità di fruizione dei permessi e i criteri di priorità nell’accoglimento delle istanze, quindi anche in questo caso è opportuno visionare il C.I.R. di riferimento anche per quanto riguarda i corsi per i quali è ammessa la presentazione della domanda.

Validità della domanda

La domanda, valevole per il periodo 1° gennaio – 31 dicembre 2023, può essere presentata da tutti i lavoratori della scuola, compreso il personale supplente, per il quale ovviamente i permessi saranno rapportati alla durata dell’incarico.

Normalmente, per il personale assunto dopo il 15 novembre con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno o fino al 31 agosto, è prevista la possibilità di produrre domanda entro il 5° giorno dalla nomina e comunque entro e non oltre il 10 dicembre del corrente anno.

Fruizione dei permessi per il 2022

Il 31 dicembre 2022 è il termine ultimo per fruire dei permessi studio chi ha ottenuto l’autorizzazione per l’anno 2022. Per il 2023 dunque è necessario presentare nuovamente domanda, entro il 15 novembre.

Pareri ARAN

L’ARAN, in più occasioni, ha fornito indicazioni in merito alla corretta applicazione della normativa che regola la fruizione dei permessi per il diritto allo studio.

Ne riportiamo di seguito alcuni.

Tempo di percorrenza per raggiungere la sede delle lezioni

Nell’ambito dei permessi per diritto allo studio, pari a 150 ore individuali per ciascun anno, può essere ricompreso anche il tempo di percorrenza necessario per raggiungere la sede delle lezioni?

In base alla formulazione della disciplina contenuta all’art. 3 del D.P.R. n. 395/1988, cui il CCNL del comparto Scuola fa rinvio, si ritiene che nel computo del monte ore dei permessi studio debba essere incluso il tempo di percorrenza necessario per recarsi nel luogo di svolgimento delle lezioni.

Infatti ciò che rileva, al fine della quantificazione dei permessi, è l’arco temporale in cui il dipendente deve assentarsi dal luogo di lavoro per partecipare alle lezioni o ai corsi. Pertanto, ad esempio, nel caso del dipendente che intenda frequentare due ore di lezione presso l’Università di appartenenza, in concomitanza con l’orario di lavoro, dovrà fruire non solo delle due ore di permesso, ma a queste dovrà ricomprendere anche il tempo utilizzato per raggiungere la sede di svolgimento delle lezioni. Infatti le ore di permesso fruite devono corrispondere all’intera durata dell’assenza e le stesse dovranno essere decurtate dal monte-ore annuo a disposizione del dipendente.

Peraltro, sulla rilevanza dell’elemento della necessaria collocazione delle lezioni nell’ambito dell’orario di lavoro, si è espressa anche la Corte di Cassazione – Sezione Lavoro (sentenza n. 10344 del 22 aprile 2008), secondo la quale i permessi in questione possono essere utilizzati “soltanto per frequentare i corsi indicati dalla clausola contrattuale in orari coincidenti con quelli di servizio e non per le necessità connesse all’esigenza di preparazione degli esami, ovvero per le altre attività complementari (come ad esempio i colloqui con i docenti o il disbrigo di pratiche di segreteria).”

Studenti fuori corso

I permessi per il diritto allo studio possono essere concessi agli studenti fuori corso?

I permessi per diritto allo studio possono essere attribuiti anche agli studenti fuori corso, purché siano rispettate le priorità prescritte dalla disciplina dell’art. 13 del CCNL del 16 maggio 2001.

Frequenza di corsi serali

I permessi per diritto allo studio possono essere richiesti per la frequenza di corsi serali?

In proposito, occorre precisare che i permessi per motivi di studio devono essere fruiti solo per assentarsi dal lavoro per la frequenza dei corsi nei giorni e nelle ore durante le quali il dipendente dovrebbe rendere la sua ordinaria prestazione lavorativa. Pertanto, nell’ipotesi di un corso di studi in orario serale, il dipendente potrà usufruire dei permessi di studio solo qualora la sua prestazione lavorativa viene svolta secondo un’articolazione oraria che coincida con lo svolgimento del corso.

In caso contrario oppure nei casi in cui le lezioni sono effettuate al di fuori dell’orario di lavoro, il dipendente non ha alcun titolo a fruire dei permessi in esame, la cui finalità è quella di consentire la frequenza di corsi solo qualora lo svolgimento degli stessi coincida con l’orario di lavoro del dipendente interessato.