Nota 27 settembre 2024, AOODGOSV 39343

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la formazione del personale scolastico e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori generali/Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali
Ai Dirigenti scolastici/Coordinatori didattici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado e dei CPIA
e p.c. Al Capo di Gabinetto
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Al Capo Dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale

Oggetto: Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) – indicazioni operative in merito ai documenti strategici delle istituzioni scolastiche (Rapporto di autovalutazione, Piano di miglioramento, Piano triennale dell’offerta formativa)

Docenti neaossunti a.s. 2024/25, l’ambiente Indire non è ancora aperto: come sarà l’anno di formazione e prova?

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

“L’ambiente online Neoassunti a.s. 2024/2025 non è ancora aperto. Daremo comunicazione della nuova apertura attraverso i nostri canali istituzionali e social”: è quanto scrive l’Indire sulla piattaforma dedicata ai docenti neoassunti.

Con molta probabilità si dovrà attendere il mese di novembre per l’apertura del sito. Si è anche in attesa della nota concernente l’anno di formazione e prova per i neoassunti nell’a.s. 2024/2025.

Come sarà l’anno di prova?

Vediamo quali sono i riferimenti normativi che dovrebbero anche quest’anno regolare lo svolgimento dell’anno di formazione e prova per i docenti neoassunti.

Modello per la formazione

Il Decreto del Ministro dell’Istruzione del 16 agosto 2022, n. 226 disciplina il percorso di formazione e di prova del personale docente ed educativo, nonché le modalità di svolgimento del test finale, le procedure e i criteri di valutazione del personale docente in periodo di prova.

Percorso formativo

Il percorso formativo è articolato in 4 distinte fasi:

  1. incontri propedeutici e di restituzione finale – 6 ore complessive massime
  2. laboratori formativi/visite a scuole innovative – 12 ore
  3. peer to peer ed osservazione in classe – 12 ore
  4. formazione on line – 20 ore.

Il percorso ha una durata di 50 ore di impegno complessivo, che si espletano attraverso le attività formative sincrone volte alla valorizzazione di una didattica laboratoriale; l’osservazione reciproca dell’azione docente, supportata anche da mirata strumentazione operativa; la rielaborazione delle competenze professionali guidata da specifiche sezioni di contenuti e strumenti che saranno forniti da INDIRE nell’ambiente on line.

Dovrebbe essere riproposto anche quest’anno il visiting a scuole innovative, attività che finora è stata limitata a circa il 10% dei docenti.

Valutazione del periodo di formazione e prova

L’art.13 del DM 226/2022 stabilisce le procedure per la valutazione del percorso di formazione e fissa le scadenze temporali in cui queste dovranno svolgersi.

Dirigente scolastico e del Tutor compileranno le schede che entreranno a far parte del materiale sottoposto al Comitato di valutazione.

Nello specifico, il Comitato di valutazione, convocato dal Dirigente scolastico, compie la verifica delle competenze didattiche pratiche del docente in prova, traduzione delle conoscenze teoriche disciplinari e metodologiche secondo quanto riportato nel Piano di sviluppo professionale, per l’espressione del parere sul superamento del percorso di formazione e periodo annuale di prova in servizio attraverso il colloquio, nell’ambito del quale è svolto il test finale, che consiste, ai sensi dell’articolo 13, comma 3 del Decreto, “nella discussione e valutazione delle risultanze della documentazione contenuta nell’istruttoria formulata dal tutor accogliente e nella relazione del dirigente scolastico, con espresso riferimento all’acquisizione delle relative competenze, a seguito di osservazione effettuata durante il percorso di formazione e periodo annuale di prova”.

Il colloquio e il test finale

Il docente lo sostiene innanzi al Comitato. Il colloquio prende avvio dalla presentazione delle attività di insegnamento e formazione e della relativa documentazione contenuta nel portfolio professionale e nelle suddette schede, già in possesso del Dirigente scolastico e trasmessi preliminarmente (almeno cinque giorni prima della data fissata per il colloquio) allo stesso Comitato.

Nella sua formulazione, il test verterà sulle risultanze della documentazione contenuta nell’istruttoria compiuta dal tutor accogliente e nella relazione del Dirigente scolastico, e riguarderà espressamente la verifica dell’acquisizione delle relative competenze, a seguito di osservazione effettuata durante il percorso formativo.

Il test finale concorre, insieme con il colloquio, alla valutazione del percorso di formazione del docente in anno di prova.

Ripetizione del periodo di formazione e prova

L’art. 14, comma 3, del D.M. n. 226/2022 dispone che i docenti, per i quali i Dirigenti Scolastici abbiano emesso provvedimento motivato di ripetizione del periodo di formazione e di prova, a seguito di mancato superamento del test finale e di valutazione negativa, debbano ripetere il periodo di formazione e di prova.

Nel corso del secondo periodo di formazione e di prova, l’art. 14, comma 4, del D.M. cit., prevede che “è obbligatoriamente disposta una verifica, affidata a un dirigente tecnico, per l’assunzione di ogni utile elemento di valutazione dell’idoneità del docente”.

Valditara convoca i sindacati il 2 ottobre per esaminare l’avvio del nuovo anno scolastico. Tanti i temi sul tavolo

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Si svolgerà mercoledì 2 ottobre alle ore 11, un incontro tra i sindacati e il ministero dell’Istruzione e del Merito. Il ministro Valditara ha convocato le sigle per un esame della situazione in avvio del nuovo anno scolastico. Incontro che era stato richiesto dagli stessi sindacati, come aveva comunicato la Cisl Scuola lo scorso 19 settembre.

Tra le richieste, e quindi tra gli argomenti sul tavolo, un riepilogo dettagliato delle assunzioni effettuate, a tempo indeterminato e determinato, sia per il personale docente, con particolare riguardo alle nomine degli idonei del concorso 2020, sia del personale ATA e del personale educativo, ma anche un quadro preciso delle disponibilità residue, da confrontare con lo stato delle diverse graduatorie, onde poter disporre di tutti gli elementi conoscitivi utili rispetto al confronto da avviare sulle procedure di reclutamento nel quadro indicato dal PNRR.

Altri temi che potrebbero essere trattati, la tempistica per l’avvio del rinnovo del CCNL, la card docenti, la formazione dei docenti e del personale Ata o la questione dei compensi per tutor e orientatori, oltre a quella dei criteri per lo svolgimento delle riunioni collegiali in modalità on line.

Questo il commento della segretaria generale della Cisl Scuola Ivana Barbacci: “Bene la convocazione dell’incontro, e che allo stesso sia presente direttamente il Ministro, data la natura delle questioni che intendiamo affrontare e che non si possono certo limitare solo a un passaggio meramente informativo, per quanto importante e necessarioCiò che occorre è l’apertura di un confronto che investe anche alcuni grandi temi di natura legislativa: dalle risorse per il rinnovo del contratto 2022/24, alla vigilia della prossima legge di bilancio, ai temi del reclutamento e degli organici. Ma poi ci sono tavoli da aprire su aspetti attuativi dei contratti attualmente in vigore, sia quello di comparto che quello di Area per la dirigenza: bisogna farlo al più presto perché legati ad aspetti importanti nella gestione del rapporto di lavoro di tutto il personale, docenti, ATA, dirigenti. Insomma – conclude – sulle criticità che segnano l’avvio del nuovo anno scolastico non basta avere qualche elemento in più per illustrarle, ciò che conta veramente è affrontarle e risolverle. Per noi l’incontro del 2 ottobre deve segnare l’avvio di un percorso, non certo la conclusione”.

Metodo Montessori alla secondaria di primo grado: via libera della Camera

da Tuttoscuola

Metodo Montessori anche alla scuola secondaria di primo grado: la Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo a un Disegno di Legge che rivede la disciplina relativa alla valutazione degli studenti e rafforza la tutela dell’autorevolezza del personale scolastico. Tra le novità più significative, emerge l’introduzione di indirizzi scolastici differenziati, con l’estensione del metodo Montessori anche alle scuole secondarie di primo grado.

Nuove Classi Montessori: Cosa Cambia

Grazie alla riforma approvata, le scuole del primo ciclo potranno istituire classi di scuola secondaria di primo grado che adotteranno il metodo Montessori. Questa iniziativa si basa sull’esperienza di una sperimentazione triennale avviata dal Ministero dell’Istruzione nel 2021, mirata a valutare l’efficacia di questo approccio educativo.

Requisiti per le Scuole

Per garantire l’alta qualità dell’insegnamento Montessori, la riforma stabilisce requisiti specifici. È necessario che le scuole abbiano già un ciclo completo di scuola primaria Montessori, un tempo scuola prolungato e servizi di refezione scolastica. Inoltre, le istituzioni dovranno essere dotate di laboratori e ambienti adeguati per le attività didattiche, ricevendo anche quote di organico aggiuntive per supportare questo modello educativo innovativo.

Formazione dei Docenti

Un altro aspetto cruciale della riforma è la formazione e specializzazione del personale docente. Sono previsti corsi specifici di differenziazione didattica per i docenti che opereranno nelle classi Montessori della scuola secondaria di primo grado. Al termine di questi corsi, i docenti specializzati saranno inseriti in elenchi appositi, che verranno utilizzati per l’assegnazione di contratti a tempo indeterminato e determinato nelle nuove classi.

Nuovo concorso docenti PNRR, bando atteso tra ottobre e novembre. Tutto quello che c’è da sapere

da Tuttoscuola

Tra fine ottobre e novembre 2024, è atteso il bando per il nuovo concorso docenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), volto all’assunzione di circa 20.000 docenti, sia per posti comuni che di sostegno. Il nuovo concorso docenti PNRR, reso più selettivo dal decreto 71 del 2024, prevede che solo tre volte il numero dei posti disponibili accederà alla prova orale, con un punteggio minimo richiesto di 70 su 100.

Concorso docenti PNRR: Requisiti di Partecipazione

Per iscriversi al concorso docenti PNRR, gli aspiranti devono soddisfare alcuni requisiti fondamentali. Oltre alla laurea specifica per la classe di concorso, i candidati devono possedere:

  • Abilitazione all’insegnamento per la classe specifica.
  • Almeno tre anni di servizio nelle scuole statali negli ultimi cinque anni, di cui almeno uno nella classe di concorso per cui si partecipa.
  • 24 CFU (Crediti Formativi Universitari) conseguiti entro il 31 ottobre 2022.
  • Almeno 60 CFU o 30 CFU previsti dal percorso universitario.

Novità per i Docenti ITP

Per i docenti di Istituto Tecnico Professionale (ITP), è previsto che possano partecipare al concorso con il solo diploma fino al 31 dicembre 2024. Questa scadenza segna la conclusione della fase transitoria stabilita dal decreto 36 del 2022. A partire dal 2025, però, anche gli ITP dovranno possedere una laurea.

Concorso docenti PNRR: Requisiti per il Sostegno

Per i posti di sostegno, oltre al titolo di studio specifico, è necessaria la specializzazione, fondamentale per garantire un adeguato supporto agli studenti con bisogni educativi speciali.

Concorso docenti PNRR: Struttura delle Prove

Il concorso prevede una struttura simile a quella del primo bando. I candidati dovranno affrontare una prova scritta computer-based, composta da 50 quesiti a risposta multipla, seguita da un colloquio orale. Durante quest’ultimo, si discuteranno argomenti specifici e si svolgerà una lezione simulata, il cui tema sarà estratto 24 ore prima della prova.

Nota 26 settembre 2024, AOODGFIESD 4778

Ministero dell’ i struzione e del merito
Dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale
Direzione generale per l’edilizia scolastica , le risorse e il supporto alle istituzioni scolastiche

Ai Dirigenti scolastici delle scuole secondarie di primo grado
Ai Docenti delle scuole secondarie di I grado per il tramite delle Istituzioni scolastiche di riferimento
Ai Direttori generali e ai Dirigenti preposti degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
e, p.c. Alla Presidenza del Consiglio dei ministri Dipartimento della Protezione Civile protezionecivile@pec.governo.it
Al Capo Dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale

OGGETTO: “Giornata internazionale per la riduzione del rischio dei disastri naturali”. Campagna nazionale “Io non rischio – buone pratiche di protezione civile”.

Nota 26 settembre 2024, 2024_AOODGSIP 2859

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione Generale per lo studente, l’inclusione, l’orientamento e il contrasto alla dispersione scolastica

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia di Bolzano Bolzano
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia di Trento Trento
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca Bolzano
All’Intendenza Scolastica per la Scuola località Ladine Bolzano
Alla Sovrintendenza degli Studi per la Regione Valle D’Aosta
Aosta
p.c. Ai Referenti per la Legalità degli Uffici Scolastici Regionali

OGGETTO: IV edizione Giornata della lotta alla contraffazione per gli studenti – 25 ottobre 2024

Outdoor Learning

Educazione e Neuroscienze: Il Potenziamento Cognitivo Attraverso l’Outdoor Learning

di Bruno Lorenzo Castrovinci

L’apprendimento è un processo complesso e dinamico, influenzato da numerosi fattori che spaziano dall’esperienza sensoriale alle emozioni. Le neuroscienze moderne hanno dimostrato che il cervello umano si adatta e cresce attraverso la plasticità neurale, e che le esperienze sensoriali e fisiche arricchiscono l’apprendimento. Studi recenti mostrano che stimoli multisensoriali – come l’apprendimento all’aria aperta – attivano aree cerebrali legate alla memoria e alla motivazione, potenziando le connessioni sinaptiche che rafforzano il consolidamento della memoria a lungo termine.

Il progetto “Un libro sotto l’ombrellone”, ideato per gli studenti dell’ITT Ettore Majorana di Milazzo e dell’IC Lipari “S. Lucia”, va oltre la semplice lettura, utilizzando l’outdoor education per combinare apprendimento cognitivo e immersione nel mondo reale. Attraverso questo approccio, gli studenti non sono semplici lettori passivi, ma diventano esploratori attivi, trasformando le pagine di un libro in un’esperienza vissuta e multisensoriale. Il progetto sfrutta le recenti scoperte neuroscientifiche per massimizzare il potenziale cognitivo degli studenti, combinando l’apprendimento con attività che stimolano l’attenzione e la motivazione.

 

Descrizione del Progetto: “Un libro sotto l’ombrellone”

Il cuore di questo progetto è rappresentato dall’incontro tra la lettura del romanzo Agata del Vento di Francesca Maccani e un’esperienza immersiva di outdoor education sull’isola di Lipari, lo stesso luogo in cui si svolgono le vicende narrate nel romanzo. Il progetto coinvolge circa 300 studenti dell’ITT Ettore Majorana di Milazzo e un centinaio di ragazzi della scuola secondaria di primo grado dell’IC “S. Lucia” di Lipari, in una giornata dedicata all’esplorazione, alla narrazione e alla scoperta del territorio, creando un legame tra letteratura e realtà.

L’obiettivo principale del progetto è duplice: da un lato, si cerca di mantenere viva la connessione con l’apprendimento durante la pausa estiva, contrastando il fenomeno del decadimento cognitivo estivo, che vede molti studenti perdere parte delle competenze acquisite durante l’anno scolastico a causa della mancanza di stimoli educativi durante i mesi estivi. Dall’altro, si punta a rafforzare il legame tra la cultura e il territorio, permettendo agli studenti di vivere un’esperienza unica, in cui le storie lette si intrecciano con i luoghi reali che hanno ispirato l’autrice.

Durante l’estate, agli studenti è stata proposta la lettura del romanzo Agata del Vento, che ha stimolato la loro curiosità e interesse verso i temi trattati e i paesaggi descritti. La lettura non è stata presentata come un compito scolastico, ma come un’avventura da vivere, un modo per tenere attivo il pensiero critico e la riflessione anche fuori dal contesto scolastico. Il progetto culmina con una visita all’isola di Lipari, dove gli studenti possono esplorare i luoghi descritti nel romanzo, mettendo in relazione il mondo immaginato attraverso la lettura con la realtà tangibile.

La traversata in nave da Milazzo a Lipari rappresenta un momento significativo all’interno del progetto: durante il viaggio, gli studenti hanno l’opportunità di incontrare l’autrice, Francesca Maccani, che li guida attraverso una riflessione sui temi principali del romanzo. Questo incontro arricchisce ulteriormente l’esperienza di lettura, offrendo agli studenti la possibilità di fare domande, confrontarsi direttamente con l’autrice e approfondire la comprensione dei personaggi, dei luoghi e delle vicende narrate. Il dialogo con l’autrice consente loro di scoprire i retroscena della scrittura, le motivazioni che hanno ispirato il romanzo e il modo in cui la natura e i paesaggi dell’isola di Lipari hanno influenzato la narrazione.

Una volta giunti a Lipari, l’esperienza diventa ancora più intensa. Gli studenti esplorano fisicamente i luoghi descritti nel romanzo, camminano lungo i sentieri che prima avevano solo immaginato attraverso le pagine del libro, osservano i paesaggi vulcanici e marini dell’isola, respirano l’aria salmastra e sentono il vento che caratterizza la natura stessa del luogo. Questa immersione totale nei luoghi narrativi consente loro di vivere il romanzo in prima persona, trasformando la lettura in un’esperienza multisensoriale e profondamente educativa.

Ogni paesaggio, ogni angolo dell’isola diventa un punto di collegamento tra il mondo della letteratura e quello reale, permettendo agli studenti di riflettere su tematiche importanti come il legame con la terra, la scoperta di sé e la costruzione dell’identità, che sono centrali sia nella narrazione del romanzo che nell’esperienza vissuta sull’isola.

 

Il Decadimento Cognitivo Estivo: Una Sfida da Affrontare

Il decadimento cognitivo estivo è un problema diffuso e ben documentato, specialmente nei paesi anglosassoni. Durante i lunghi mesi di pausa estiva, gli studenti tendono a perdere parte delle competenze acquisite, in particolare nelle aree della lettura e della matematica. Questo declino è più marcato tra gli studenti provenienti da contesti socio-economici svantaggiati, per i quali l’accesso a risorse educative estive è limitato.

Il progetto “Un libro sotto l’ombrellone” si propone di combattere questo fenomeno, mantenendo attive le capacità cognitive degli studenti anche durante l’estate. La lettura di Agata del Vento rappresenta un esercizio costante per il cervello, che aiuta a preservare e consolidare le abilità linguistiche e cognitive acquisite durante l’anno scolastico. Ma ciò che rende questo progetto unico è l’integrazione dell’outdoor education, che aggiunge una dimensione esperienziale e sensoriale alla lettura, rafforzando il legame tra conoscenza teorica e realtà pratica.

 

Outdoor Education: Imparare Attraverso il Contatto con la Natura

L’outdoor education, elemento centrale del progetto, si basa su un approccio pedagogico che favorisce l’apprendimento attraverso l’interazione con l’ambiente naturale. Questo metodo è stato sperimentato con successo nei paesi scandinavi, dove l’idea di apprendere all’aperto è ormai parte integrante del sistema educativo. La natura diventa un’aula a cielo aperto, dove ogni elemento del paesaggio può trasformarsi in uno stimolo per la riflessione, la scoperta e la crescita personale.

Nel caso del progetto “Un libro sotto l’ombrellone”, l’isola di Lipari, con i suoi paesaggi vulcanici e le sue bellezze naturali, non è solo lo scenario del romanzo Agata del Vento, ma anche un luogo di apprendimento attivo. Gli studenti camminano nei luoghi descritti nel libro, trasformando la lettura in un’esperienza concreta. Questo tipo di apprendimento non solo stimola la memoria, ma aiuta anche a sviluppare il pensiero critico e la creatività, poiché gli studenti sono chiamati a riflettere sul rapporto tra la narrazione e il mondo reale.

 

Il Rallentamento Intenzionale: La Pedagogia della Lumaca

Il progetto si ispira anche alla “Pedagogia della Lumaca” di Gianfranco Zavalloni, un approccio che promuove il rallentamento dei ritmi educativi per consentire una riflessione più profonda e consapevole. In un mondo in cui tutto scorre velocemente, la lentezza diventa un valore educativo, un modo per permettere agli studenti di assimilare meglio le informazioni e di vivere l’apprendimento in modo più autentico e significativo.

L’outdoor education incarna perfettamente questa filosofia. Gli studenti non sono costretti a correre contro il tempo per apprendere, ma possono esplorare con calma i luoghi, osservare i dettagli e riflettere su ciò che vedono. Questo rallentamento intenzionale favorisce un apprendimento più profondo e duraturo, che non si esaurisce con la fine della giornata, ma continua a risuonare nelle menti degli studenti anche dopo che l’esperienza è terminata.

 

Il Legame Storico e Culturale tra Milazzo e le Isole Eolie

Un altro elemento centrale del progetto è la riscoperta del legame storico e culturale tra Milazzo e le Isole Eolie. Da secoli, le Eolie rappresentano un crocevia di rotte marittime e scambi culturali, e l’isola di Lipari, in particolare, è un luogo ricco di storia, tradizioni e bellezze naturali. Il progetto “Un libro sotto l’ombrellone” offre agli studenti l’opportunità di riscoprire questo legame, esplorando l’isola e i suoi paesaggi.

Le Isole Eolie, riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, sono anche un esempio di come l’uomo possa convivere con un ambiente naturale fragile e prezioso. Attraverso l’esperienza diretta sull’isola, gli studenti sviluppano una maggiore consapevolezza ambientale e una responsabilità nei confronti della preservazione di questi luoghi unici.

 

Conclusioni: Un Nuovo Modello di Apprendimento

“Un libro sotto l’ombrellone” rappresenta un modello innovativo di apprendimento che combina la lettura, l’esplorazione del territorio e l’educazione esperienziale. Il progetto non solo contrasta il decadimento cognitivo estivo, ma arricchisce gli studenti con esperienze multisensoriali che stimolano la mente, il corpo e le emozioni.

Attraverso l’integrazione di outdoor education, neuroscienze e pedagogie innovative come la Pedagogia della Lumaca, questo progetto dimostra come l’apprendimento possa essere trasformato in un’esperienza immersiva e significativa. Gli studenti non si limitano a leggere un libro, ma lo vivono, esplorando i luoghi che lo ispirano e costruendo un legame profondo con la cultura e la natura del loro territorio.

E. Mujčić, La buona condotta

Elvira Mujčić, in cerca di giustizia

di Antonio Stanca

   Lo scorso Maggio nella “Universale Economica” della Feltrinelli è comparsa una nuova edizione de La buona condotta, romanzo della scrittrice Elvira Mujčić. Nata nel 1980 in un piccolo paese della Serbia, a causa della guerra nei Balcani era fuggita con la famiglia prima in Bosnia, poi in Croazia ed infine in Italia dove tuttora, a Roma, vive e lavora come scrittrice e traduttrice. Ha quarantaquattro anni e dell’anno scorso è stata, presso Crocetti Editore-IF- Idee Editoriali Feltrinelli, la prima edizione di questo romanzo. Poco più che ventenne era la Mujčić quando ha cominciato a dedicarsi alla narrativa, era stato dopo la laurea in Lingue e letterature straniere conseguita a ventiquattro anni. Era il periodo della sua giovinezza, sarebbe stato anche quello dei suoi studi, dell’inizio della sua attività letteraria che della guerra dei Balcani avrebbe soprattutto detto. L’aveva vista da bambina, si era spaventata, era fuggita, ne sarebbe stata una delle migliori testimoni. Farà anche opera di traduzione, di teatro, farà conoscere in Italia importanti autori dell’Est europeo. Ma nota diventerà per la sua tendenza a rappresentare quelle condizioni di disagio morale, spirituale che la guerra balcanica ha comportato, per aver fatto dei problemi dell’anima i motivi principali della sua scrittura, gli argomenti centrali delle sue storie. Erano state tante e così gravi le circostanze occorse nella Jugoslavia di quegli anni che non le si poteva tacere, non si poteva trascurare il segno che avevano lasciato nel ricordo, nel pensiero di chi le aveva vissute. Erano diventate il simbolo di un’umanità che si era persa e non aveva saputo ritrovarsi. Di anime in pena avrebbe scritto la Mujčić, delle loro vicende durante una guerra che non avrebbero voluto, che non avevano capito e che non per questo era diventata meno crudele, aveva provocato danni minori. Era durata anni, c’erano stati morti, disastri e di quei tempi, di quelle terre e soprattutto di quelle anime scriverà la Mujčić. Loro era stato il danno maggiore, scoraggiate, disorientate, private di ogni riferimento si erano viste, costrette erano state a rinunciare ad ogni certezza, ad esporsi a pericoli di ogni genere, ad abbandonare persone e cose senza sapere come sarebbe finita. Così succede ne La buona condotta, dove in un paesino del Kosovo di allora, di quello diventato indipendente, si sta votando per eleggere il sindaco e nonostante la maggioranza degli elettori sia albanese vince il candidato serbo Miroslav, che, però, non piace a Belgrado perché poco sicuro di sé, poco capace di muoversi tra due etnie così diverse e contrarie. Miroslav preferisce le buone maniere agli scontri compresi quelli verbali e Belgrado invia sul posto perché lo sostituisca Nebojša, un ex detenuto in cerca di riabilitazione. Poi c’è Ludmila, la donna ancora giovane e bella che vorrebbe legare con qualcuno ma non ci riesce perché non ispira fiducia, è imprevedibile, strana, malata e quasi pazza è considerata. Sa tutto di tutti, custodisce il passato di ognuno e sa predire il futuro ma non è tenuta in considerazione. Tra parenti, amici e vicini saranno tanti i personaggi del romanzo, saranno tutti gli abitanti del paese e altri di paesi vicini. Ognuno con la storia sua se non della sua casa, della sua famiglia e tutte la scrittrice saprà combinare, sistemare in modo che sembri naturale il loro svolgimento. L’idea dell’opera era venuta alla Mujčić da un fatto di cronaca ma poi era riuscita a far sembrare tutto come realmente accaduto. Le riesce facile scrivere della sua gente, dei suoi posti, della loro vita, della loro storia. E altrettanto facile diventa la sua lettura, ci si appassiona. Sono tante, tantissime le situazioni attraverso le quali conduce, generalmente sono di quelle che si verificano in tempi difficili anche se a lei importa il modo col quale vengono vissute, la sofferenza, il dolore che le accompagna e sembra non volerle mai lasciare. Pure quella di Miroslav, il sindaco eletto e subito sostituito, era diventata per lui una pena. Ovunque si sentiva in pericolo, si vedeva spiato, accusato, non c’era famiglia, casa, non c’era nessuno che lo volesse aiutare, difendere. Finito, perso si sentiva. Era questa la sua pena e gli era toccata solo perché incerto nel prendere posizione, debole nello spirito si era mostrato. Era stato battuto da Nebojša che si presentava deciso, sicuro nonostante i gravi precedenti della sua vita. Ma non sarà sempre così, non si vivrà sempre di falso, di menzogna, giungerà pure il tempo della verità, della giustizia, quello che vedrà scoperto, accusato Nebojša e rivalutato Miroslav. E non solo a questo ma a molti altri torti metterà riparo quel tempo, l’importante è non perdere la fiducia, continuare a credere, addurre delle prove. Non ci sarà torto che tenga di fronte a ciò che è “buona condotta”. Non ci sarà menzogna che possa resistere alla verità. Opera di verità, di giustizia vuol essere quella della Mujčić scrittrice, valore civile, sociale vuole assumere. Per la sua scrittura questa è una funzione molto importante e da qui viene quella misura di vita quotidiana nella quale l’opera rimane fino alla fine, quel tono semplice, dimesso di racconto riferito da chi c’è stato, ha visto, ha saputo e solo per questo lo sta dicendo.

Divieto di cellulare a scuola, nel 62% dei casi è possibile portarlo in aula se spento: 1 alunno su 10, però, lo usa lo stesso

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Com’è noto, lo scorso luglio, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha vietato espressamente l’uso degli smartphone a scuola. Ma come sta andando? Il divieto viene applicato? Quali altri divieti sono in vigore nelle scuole italiane?

Telefoni sequestrati anche a ricreazione o no?

A chiederlo ad una platea di 2800 studenti e studentesse con un sondaggio è stato il portale Skuola.net. Alle medie 9 studenti su 10, al rientro a scuola, hanno trovato un regolamento scritto sull’uso dei dispositivi digitali personali, con le relative sanzioni: per la metà di loro si è trattato di una conferma delle disposizioni già in vigore lo scorso anno, per tutti gli altri di un aggiornamento o di una novità assoluta.

Alle superiori, nonostante il documento ministeriale non li riguardasse direttamente, la percentuale di quanti hanno ora a che fare con regole sul tema si attesta al 61% degli studenti intervistati. E circa un terzo di questi ultimi rilevano novità o aggiornamenti.

La strada più battuta è quella che consente agli alunni di tenere i dispositivi con sé, imponendo però di lasciarsi spenti per l’intera giornata: così per quasi i due terzi (62%). Ma c’è anche chi ha adottato il pugno di ferro, obbligando i ragazzi a consegnare i telefonini all’ingresso di scuola: è il 16% degli alunni. Altra opzione abbastanza gettonata è anche quella che prevede la possibilità di consultare il telefono durante la ricreazione: lo afferma 1 su 10.

Alle superiori ormai 6 su 10 hanno qualche forma di regolamentazione scritta. E un altro 30% ha ricevuto almeno dei “suggerimenti” orali sul comportamento da tenere.

Le nuove regole stanno funzionando? Insomma. Infatti, solo il 50% degli studenti delle medie e il 16% di quelli delle superiori dichiarano che nessuno, ma proprio nessuno, usa gli smartphone per scopi personali in classe. Il resto del campione confessa che una parte della classe contravviene al divieto fino ad arrivare al punto che tutti – in 1 caso su 10 sia alle medie che alle superiori – sembrano infischiarsene.

Gli altri divieti

Gli altri divieti nelle varie scuole riguardano il dress code. Circa 3 studenti su 10 devono fare attenzione a come vestirsi la mattina. E un ulteriore 55% è caldamente pregato di presentarsi in classe in modo “adeguato” al contesto. Solo 1 su 5 ha carta bianca sull’abbigliamento.

Tra i divieti più frequenti riportati dagli intervistati figurano quello, ad esempio, di indossare top e canottiere troppo “minimal” o magliette che lasciano scoperte spalle e pance; ma anche di avere scollature generose o gonne e pantaloni troppo corti oppure jeans strappati. Nel novero delle indicazioni non mancano anche quelle che vietano di tenere in testa il cappello o il cappuccio della felpa durante le lezioni. Ci sono, poi, istituti che utilizzano formule generiche, tutte da interpretare, mettendo al bando gli outfit considerati “sgarbati” o in grado di “distrarre” gli altri studenti.

Tantissime le scuole che vietano alle ragazze di avere unghie finte (spesso giustificando la cosa con la loro potenziale “pericolosità”) nonché trucchi appariscenti, capelli troppo colorati, accessori vistosi, un numero eccessivo di piercing; qualcuna “consiglia” persino di tenere raccolti i capelli se molto lunghi. Sul fronte ragazzi, invece, ci si concentra soprattutto sulle barbe, che non devono essere né lunghe né incolte né con disegni strani. Ad avere una o più di queste indicazioni nel regolamento d’istituto è circa 1 su 5.