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CCNL Comparto Istruzione-Ricerca 2019/2021

Il 6 dicembre 2022 le Organizzazioni sindacali e l’Aran hanno sottoscritto in via definitiva il testo del CCNL del comparto Istruzione e Ricerca sui principali aspetti del trattamento economico per il triennio 2019-2021 del personale.

Questo Natale docenti, personale amministrativo e in generale tutti i lavoratori del settore scolastico riceveranno più di 2.000 euro di arretrati nella loro busta paga: stiamo parlando di una platea di circa 1,2 milioni di dipendenti pubblici, tra cui più di 850mila insegnanti. Sono orgoglioso di avere dato seguito a un impegno che avevo assunto sin dal primo giorno del mio insediamento al Ministero dell’Istruzione e del Merito, con l’obiettivo di garantire a tutte le persone afferenti al mondo della scuola il giusto riconoscimento per il loro lavoro”, afferma Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito. A sancire in via definitiva tale erogazione è il contratto “Istruzione e Ricerca” 2019-2021, che l’Aran e i sindacati di categoria hanno firmato oggi dopo il parere favorevole della Corte dei conti sul documento. “Questo – conclude il Ministro – non è che il primo di una serie di provvedimenti che hanno come obiettivo la valorizzazione dei docenti e di tutto il personale, a cui è affidata la più nobile delle missioni: formare le generazioni future attraverso i loro insegnamenti”.


Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 21 novembre 2022, ha autorizzato il Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo a esprimere il parere favorevole del Governo sull’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro sui principali aspetti del trattamento economico del personale del comparto Istruzione e Ricerca per il triennio 2019-2021, sottoscritta l’11 novembre 2022 dall’ARAN, dalle organizzazioni e dalle confederazioni sindacali rappresentative.

Sono soddisfatto, siamo riusciti a mantenere l’impegno che avevo preso personalmente coi sindacati di portare l’approvazione del contratto in questo CdM, per sbloccare entro Natale gli arretrati, che ammonteranno a una voce media di oltre 2000 euro per dipendente, e implementare gli aumenti di stipendio, che ammonteranno a regime a una voce media di 124 euro in più a mensilità”, dichiara il Ministro Giuseppe Valditara. “Questo contratto riguarda oltre 1 milione e 200mila lavoratori del comparto scuola ed è senz’altro il più importante e quello che prevede gli incrementi maggiori da parecchio tempo. La valorizzazione dei docenti è stata da subito una missione chiara di questo Ministero: non c’è Merito senza Dignità”.

Per quanto riguarda l’impianto complessivo della manovra, va inserito in un contesto emergenziale, all’interno del quale 21 miliardi su 35 sono stati destinati al contrasto del caro energia, per sostenere concretamente il ceto medio aggredito dalla crisi e le famiglie, tra cui naturalmente anche quelle degli insegnanti”, continua il Ministro. “In questa situazione, l’attenzione del governo al sistema dell’istruzione non è tuttavia venuta meno: siamo infatti riusciti ad ottenere circa 500 milioni di incremento tabellare per il comparto scuola. Queste risorse riguardano degli snodi fondamentali, tra cui il Fondo Funzionamento delle Istituzioni Scolastiche, l’edilizia scolastica, le spese per il reclutamento del personale, le supplenze, il sistema delle scuole paritarie, il trasporto disabili e il contrasto al cyberbullismo”.

Di fronte alla crisi energetica, all’emergenza bollette e al Pil che segna uno 0,3% tendenziale per il 2023, rispetto al +6% del momento in cui venne varata la scorsa legge di bilancio, considero estremamente positivi il rinnovo del contratto a condizioni migliorative e l’incremento di risorse ottenuto senza alcun taglio. La scuola è e deve sempre più essere un asse strategico dello sviluppo del Paese”, conclude il Ministro.


L’11 novembre, alle 14.00, Ministero e Sindacati firmano all’ARAN l’Ipotesi CCNL sui principali aspetti del trattamento economico del personale del comparto Istruzione e ricerca per il triennio 2019/2021.

Il 10 novembre il Ministro e le OO.SS. della Scuola firmano un accordo politico per l’anticipazione della parte economica relativa al trattamento fondamentale e successive sequenze CCNL Comparto Istruzione-Ricerca.

L’accordo coinvolge 1 milione 200mila lavoratori del sistema scuola. Esso consiste anzitutto in un’anticipazione relativa alla parte economica, che permetterà al personale scolastico di vedersi riconosciute già nel cedolino di dicembre le somme relative agli arretrati maturati, per una voce media di 2000 euro, i quali andranno ad aggiungersi allo stipendio e alla tredicesima.

Inoltre, l’accordo prevede una disponibilità finanziaria pari a 100 milioni di euro, deliberata nel Consiglio dei Ministri di questa sera, da destinare alla componente fissa della retribuzione accessoria per l’anno 2022, nella misura di 85,8 milioni per i docenti e 14,2 milioni per il personale Ata. È stato inoltre assunto l’impegno a reperire ulteriori risorse finanziarie, anche nell’ambito della manovra di bilancio 2023, da destinare alla retribuzione tabellare del personale scolastico.

Infine, fermo restando la disponibilità per l’anno 2022 dei suddetti 100 milioni di euro aggiuntivi, sono destinati a decorrere dall’anno 2022 89,4 milioni di euro per gli incrementi del personale docente e 14,2 milioni di incrementi per il personale Ata.


Oggi è una giornata storica” dichiara il Ministro Valditara “caratterizzata anzitutto da un nuovo modo di intendere il rapporto tra il governo e le parti sociali, impostato sul confronto costruttivo e sulla risoluzione pragmatica dei problemi. Questo sarà sempre l’approccio che porterò avanti con chi rappresenta i lavoratori del comparto scuola”.

Con questo accordo otteniamo lo sblocco di risorse per Natale e, grazie anche alle risorse aggiuntive di 100 milioni deliberate nel decreto legge, l’implementazione di un aumento medio dello stipendio dei docenti pari immediatamente a 100 euro mensili, e a regime a quasi 120 euro mensili, incremento più consistente degli ultimi contratti” prosegue il Ministro.

Diamo così un primo segnale concreto sul tema delle retribuzioni, fondamentale per rivalorizzare e restituire autorevolezza alla figura del docente. Siamo consapevoli che si tratta di un primo passo, un primo passo atteso da tanto tempo e ottenuto in un contesto peraltro difficile a causa della crisi energetica: abbiamo voluto dare subito un chiaro segnale politico di svolta rispetto al passato. Quando ho annunciato una Grande Alleanza per la Scuola e per il Merito” conclude Valditara “non intendevo fare della retorica, ma indicare la strada che oggi iniziamo a percorrere con questo accordo: una grande collaborazione tra istituzioni, parti sociali, docenti, studenti, famiglie, ognuno nel suo ruolo, per prenderci cura di quella straordinaria comunità che è la scuola italiana”.


Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione di giovedì 10 novembre 2022, approva un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti.

Sulla base dell’autorizzazione parlamentare già ricevuta, il decreto prevede uno stanziamento pari a circa 9,1 miliardi di euro, provenienti dall’extragettito fiscale, per finanziare interventi contro il caro energia.

Di seguito le principali misure introdotte.

Benefit aziendali esentasse

Si tratta di una misura di welfare aziendale che punta a incrementare gli stipendi dei lavoratori, attraverso il rimborso anche delle utenze (acqua, luce e gas).

Contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, per il mese di dicembre 2022

Con uno stanziamento di 3,4 miliardi di euro, si proroga fino al 31 dicembre 2022 il contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese e delle attività come bar, ristoranti ed esercizi commerciali per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale.

ConferSi innalza per il 2022 il tetto dell’esenzione fiscale dei cosiddetti “fringe benefit” aziendali, fino a 3mila euro.
mate le aliquote potenziate del credito di imposta pari a:

  • 40 per cento per le imprese energivore e gasivore;
  • 30 per cento per imprese piccole che usano energia con potenza a partire dai 4,5 kW.

Disposizioni in materia di accise e d’imposta sul valore aggiunto su alcuni carburanti

Si stanziano 1,3 miliardi di euro per la proroga dal 19 novembre al 31 dicembre 2022 dello sconto fiscale sulle accise della benzina e del diesel, che conferma il taglio di 30,5 centesimi al litro (considerato anche l’effetto sull’Iva). Per il GPL lo sconto vale 8 centesimi di euro ogni kg, che sale a circa 10 centesimi considerando l’impatto sull’Iva.

Misure di sostegno per fronteggiare il caro bollette

Per fronteggiare l’incremento dei costi dell’energia, le imprese potranno richiedere ai fornitori la rateizzazione, per un massimo di 36 rate mensili, degli importi dovuti relativi alla componente energetica di elettricità e gas naturale per i consumi effettuati dal 1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 30 settembre 2023.

Al fine di assicurare la più ampia applicazione della misura, SACE S.p.a. è autorizzata a concedere una garanzia pari al 90 per cento degli indennizzi generati dalle esposizioni relative ai crediti vantati dai fornitori di energia elettrica e gas naturale residenti in Italia. La garanzia è rilasciata a condizione che l’impresa non abbia approvato la distribuzione di dividendi o il riacquisto di azioni negli anni per i quali si richiede la rateizzazione, sia per sé stessa che per quelle del medesimo gruppo.

Misure per l’incremento della produzione di gas naturale

Al fine di contribuire al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale è previsto un finanziamento a copertura delle spese sostenute dal GSE (Gestore dei servizi energetici).

Si proroga dal 31 dicembre 2022 al 31 marzo 2023 il termine entro il quale il GSE potrà cedere a prezzi calmierati il gas naturale.

Sono previste inoltre, al fine di incrementare la produzione nazionale di gas naturale, l’aumento delle quantità estratte da coltivazioni esistenti in zone di mare e l’autorizzazione di nuove concessioni tra le 9 e le 12 miglia.

Misure urgenti in materia di mezzi di pagamento

Si stanziano 80 milioni di euro per la concessione di un credito d’imposta agli esercenti per la trasmissione della fattura telematica all’Agenzia delle entrate. Il contributo è pari al 100 per cento della spesa sostenuta, fino a 50 euro per ogni registratore telematico acquistato.

Tetto al contante

Dal 1° gennaio 2023 la soglia massima per il pagamento in contanti passa da 1.000 a 5.000 euro.

Superbonus

Si anticipa la rimodulazione al 90 per cento per le spese sostenute nel 2023 per i condomini e si introduce la possibilità, anche per il 2023, di accedere al beneficio per i proprietari di singole abitazioni, a condizione che si tratti di prima casa e che i proprietari stessi non raggiungano una determinata soglia di reddito (15mila euro l’anno, innalzati in base al quoziente familiare). 

Il superbonus si applica invece al 110 per cento fino al 31 marzo 2023 per le villette unifamiliari che abbiano completato il 30 per cento dei lavori entro il 30 settembre 2022.

Esenzioni in materia di imposte

Per il settore dello spettacolo (cinema, teatri, sale per concerti) non è dovuta la seconda rata IMU per gli immobili, a condizione che i proprietari siano anche i gestori delle attività.

Rinnovo del contratto degli insegnanti

Si stanziano ulteriori 100 milioni per il rinnovo del contratto del comparto istruzione e ricerca.

Esenzione imposta di bollo emergenze

Si introduce una disposizione che prevede, a regime, l’esenzione dall’imposta di bollo per le domande presentate per la richiesta di contributi, aiuti o sovvenzioni, comunque denominati, a favore delle popolazioni colpite da eventi calamitosi.

Accordo (10.11.2022)

Le relazioni sindacali all’interno delle Istituzioni scolastiche

Le relazioni sindacali all’interno delle Istituzioni scolastiche

di Cettina Calì

Attraverso il corretto uso delle relazioni sindacali si favorisce la costruzione di rapporti stabili tra amministrazioni pubbliche e soggetti sindacali. Le relazioni sindacali debbono essere improntate alla partecipazione attiva e consapevole, alla correttezza e alla trasparenza dei comportamenti, al dialogo costruttivo, alla reciproca considerazione dei rispettivi diritti ed obblighi, nonché alla prevenzione e risoluzione dei possibili conflitti che possono insorgere sui luoghi di lavoro.

Per comprendere meglio il  tema delle relazioni sindacali occorre rammentare alcuni principi portanti del sistema.

L’art.39 della Carta Costituzionale dopo aver sancito la tutela della libertà sindacale, rappresenta che i sindacati più rappresentativi stipulano i contratti collettivi per regolamentare giuridicamente gli interessi di ogni categoria di lavoratori, anche di quelli non iscritti.
L’art.40 sancisce il diritto di sciopero, stabilendo che esso non incide sul rapporto di lavoro e non costituisce un inadempimento contrattuale. 

La Legge n. 775/1970 riconosce l’esistenza dei sindacati nel Pubblico Impiego.

Lo Statuto dei lavoratori – legge n.300/1970 – recante “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento” – rappresenta una delle principali norme della tutela del diritto del lavoro.

La Legge n. 241/1990 introduce il concetto di “Informata partecipazione” e il D. Lgs. n. 29/1993 avvia le nuove norme in materia di contrattazione collettiva.

L’Accordo Collettivo Quadro del 7 agosto 1998 definisce le modalità che permettono la costituzione delle rappresentanze sindacali unitarie per il personale dei comparti delle pubbliche amministrazioni ed il relativo regolamento elettorale. 

Il D. Lgs. N. 165/2001 – “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche – individua, all’art. 2, le fonti del rapporto di lavoro pubblico articolandole su due livelli: livello legislativo e livello della contrattazione collettiva.

Qualsiasi tipo di “relazione bilaterale”, per  regolamentare i rapporti e gli interessi delle parti coinvolte – pubblica e sindacale – , deve necessariamente  applicare regole e procedure ben precise. 

I “modelli relazionali”, ossia le forme e le modalità con cui si attuano le relazioni sindacali sono regolati dai contratti collettivi di comparto. 

La contrattazione d’istituto, infatti, ha un ruolo primario nel sistema delle relazioni sindacali: è all’interno dei contratti che vengono delineati modalità e livelli delle relazioni sindacali, con ambiti e materie ben distinti.

Le contrattazioni d’istituto, tuttavia, sono soggette ad alcuni vincoli:

– non si può  sottoscrivere un contratto integrativo in contrasto con norme contrattuali di rango superiore o con disposizioni di legge non derogabili o che comporti oneri non previsti negli strumenti di programmazione annuale e pluriennale (PTOF e bilancio);

– le clausole difformi sono nulle e non possono essere applicate;

– tutti i compensi stabiliti dalla contrattazione integrativa d’istituto rientrano nei trattamenti economici accessori e non possono essere erogati se non corrispondono a prestazioni effettivamente prestate.  

Come ribadito sopra, la corretta informazione è il presuppostobasilare per il corretto esercizio delle relazioni sindacali e dei relativi strumenti. Le modalità con le quali, al di là delle prescrizioni ordinamentali, viene gestita la comunicazione e garantita la circolarità delle informazioni, caratterizzano e denotano lo “stile organizzativo” che ciascun Dirigente – pro tempore –  imprime alla governance dell’istituzione scolastica affidatagli.   

“Fermi restando gli obblighi in materia di trasparenza previsti dalle disposizioni di legge vigenti e dal contratto, l’informazione consiste nella trasmissione di dati ed elementi conoscitivi, da parte dell’amministrazione, ai soggetti sindacali al fine di consentire loro di prendere conoscenza delle questioni inerenti alle materie di confronto e di contrattazione integrativa. L’informazione, pertanto, deve essere fornita in tempo utile al fine di consentire ai soggetti sindacali di procedere a una valutazione approfondita del potenziale impatto delle misure da adottare ed esprimere osservazioni e proposte.

Dopo la fase dell’informazione segue quella del confronto che “è la modalità attraverso la quale si instaura un dialogo approfondito sulle materie rimesse a tale livello di relazione, al fine di consentire ai soggetti sindacali di esprimere valutazioni esaustive e di partecipare costruttivamente alla definizione delle misure che l’amministrazione intende adottare. Il confronto si avvia mediante l’invio ai soggetti sindacali degli elementi conoscitivi sulle misure da adottare, con le modalità previste per la informazione”. 

Sono inoltre materie di  confronto a livello di singola istituzione scolastica scuola:

– la sicurezza;

– i criteri per la determinazione dei compensi per la valorizzazione del personale, compreso il bonus docenti; 

– I diritti sindacali;

– i criteri di ripartizione risorse formazione;

– i criteri per utilizzo strumentazione tecnologica fuori orario lavoro (disconnessione); 

– i riflessi sulla qualità del lavoro delle innovazioni tecnologiche; 

– l’ articolazione dell’orario di lavoro del personale docente, educativo ed ATA, nonché i criteri per l’individuazione del medesimo personale da utilizzare nelle attività retribuite con il Fondo d’Istituto;

– i criteri riguardanti le assegnazioni alle sedi di servizio all’interno dell’istruzione scolastica del personale docente, educativo ed ATA; 

– la promozione della legalità, della qualità del lavoro e del benessere organizzativo e individuazione delle misure di prevenzione dello stress lavoro-correlato e di fenomeni di burn-out;

– la proposta di formazione delle classi e degli organici;

– i criteri di attuazione dei progetti nazionali ed europei.

Al termine del confronto, è buona prassi redigere una sintesi dei lavori e delle posizioni emerse. 

Se non vi sono elementi ostativi si può procedere alla sottoscrizione provvisoria della contrattazione integrativa d’istituto, nella quale si obbligano reciprocamente le parti. “Le clausole dei contratti sottoscritti possono essere oggetto di successive interpretazioni autentiche, anche a richiesta di una delle parti”. La procedura di interpretazione autentica si avvia entro sette giorni dalla richiesta e si concluso entro trenta giorni dall’inizio delle trattative. L’eventuale accordo sostituisce la clausola controversa del contratto integrativo. Mentre il contratto collettivo integrativo ha durata triennale e si riferisce a tutte le materie indicate nelle specifiche sezioni, i criteri di ripartizione delle risorse e le diverse modalità di utilizzo, al contrario, possono essere negoziati con cadenza annuale. Bisogna precisare che decorsi trenta giorni dall’inizio delle trattative, eventualmente prorogabili fino ad un massimo di ulteriori trenta giorni, se non si è raggiunto l’accordo, al fine di non arrecare un pregiudizio alla funzionalità dell’azione amministrativa, l’amministrazione interessata può provvedere, in via provvisoria, sulle materie oggetto del mancato accordo, fino alla successiva sottoscrizione e prosegue le trattative al fine di pervenire in tempi celeri alla conclusione dell’accordo stesso. Il termine minimo di durata delle sessioni negoziali è fissato in 45 giorni, eventualmente prorogabili di ulteriori 45. Il controllo sulla compatibilità dei costi della contrattazione collettiva integrativa con i vincoli di bilancio e la relativa certificazione degli oneri sono effettuati dall’organo di controllo competente –  Revisori dei conti – che valuterà l’Ipotesi di contratto integrativo definita dalle parti, corredata dalla relazione illustrativa e da quella tecnica. In caso di rilievi da parte del predetto organo competente, la trattativa deve essere ripresa entro cinque giorni. Trascorsi quindici giorni senza rilievi si procede alla sottoscrizione del contratto in via definitiva. 

Utili strumenti di informazione, che possono servire per ricomporre la volontà dei singoli, al di fuori di una logica puramente conflittuale con la controparte datoriale, sono le assemblee sui luoghi di lavoro. Non si può negare che nell’ambito delle assemblee le rappresentanze sindacali esercitano il diritto di informazione e di consultazione nei confronti dei lavoratori ed assumono il compito di avanzare proposte al datore di lavoro. 

“Il personale della scuola ha diritto a partecipare ad assemblee sindacali, durante l’orario di lavoro, per un massimo di 10 ore pro capite in ciascun anno scolastico, in idonei locali concordati con il Dirigente Scolastico, o con modalità telematiche qualora se ne ravvisi la necessità e/o opportunità.
Le assemblee che si svolgono a livello di singola scuola, nell’ambito dello stesso comune, possono avere una durata massima di 2 ore. La durata massima delle assemblee territoriali è definita in sede di contrattazione integrativa regionale, in modo da tener conto dei tempi necessari per il raggiungimento della sede di assemblea e per il ritorno alla sede di servizio.
In ciascuna istituzione scolastica e per ciascuna categoria di personale (docenti ed ATA) non possono essere tenute più di 2 assemblee al mese. (Orientamento Applicativo Aran CIRS2 del 24/02/2021). Non possono essere svolte assemblee in ore coincidenti con gli esami e scrutini finali.
La convocazione dell’assemblea, la durata, la sede, lo specifico ordine del giorno e l’eventuale partecipazione di sindacalisti esterni sono comunicati al dirigente scolastico con almeno 6 giorni di preavviso (CCNL 2016/18).
La comunicazione dell’assemblea deve essere affissa, lo stesso giorno in cui è pervenuta, all’albo della scuola; altre organizzazioni sindacali possono presentare, entro 48 ore, richiesta di assemblea per la stessa data e ora, concordando un’assemblea congiunta o separata.
La comunicazione definitiva dell’assemblea o delle assemblee va affissa all’albo dell’istituto, in ognuna delle sue sedi, entro lo stesso termine.
Contestualmente all’affissione all’albo, la comunicazione dell’assemblea deve essere diffusa al personale mediante circolare interna, al fine di raccogliere la dichiarazione scritta di partecipazione del personale interessato in servizio nell’orario dell’assemblea; tale dichiarazione, che è irrevocabile, fa fede ai fini del calcolo del monte ore individuale.
Per le assemblee indette al di fuori dell’orario di servizio del personale, devono essere concordati con il dirigente scolastico l’uso dei locali e la tempestiva affissione all’albo della convocazione. (cit. Salvo Inglima in Dirigenti News – n. 34 del 3 novembre 2022)

Per le assemblee in cui è coinvolto il personale docente, il Dirigente Scolastico sospende le attività didattiche delle sole classi, o sezioni di scuola dell’infanzia, nelle quali i docenti hanno dichiarato di partecipare all’assemblea, avvertendo le famiglie interessate e disponendo gli eventuali adattamenti di orario del personale che presta regolare servizio. Al contrario, per le assemblee in cui è coinvolto anche il personale ATA, se la partecipazione è totale, si stabilirà, all’interno della contrattazione d’istituto, la quota e i nominativi del personale tenuto ad assicurare i servizi essenziali relativi alla vigilanza agli ingressi alla scuola, e ad altre attività indifferibili coincidenti con l’assemblea sindacale.

Pur essendo le assemblee un diritto dei lavoratori, le stesse non possono essere svolte in ore coincidenti con lo svolgimento degli esami e degli scrutini finali, o con   operazioni che ne costituiscono il prerequisito per il corretto svolgimento deglistessi. 

“Si precisa che ai sensi del CCNQ 4.12.2017 (Contratto collettivo nazionale quadro sulle modalità di utilizzo dei distacchi, aspettative e permessi, nonché delle altre prerogative sindacali), le sole organizzazioni rappresentative hanno, oltre al diritto di indire assemblee durante l’orario di lavoro, la facoltà di:

– nominare propri terminali associativi (art. 3)

– affiggere testi e comunicati, utilizzando ove possibile anche ausili informatici (art. 5)

– utilizzare locali per attività e riunioni (art. 6)

– fruire di distacchi e permessi sindacali (artt. 7 – 10)” (cit. Salvo Inglima in Dirigenti News – n. 34 del 3 novembre 2022)

In conclusione, si rileva che la “gestione” delle relazioni sindacali è senza dubbio un compito che scaturisce direttamente da specifiche norma del nostro Ordinamento e che sancisce in maniera inequivocabile che il Dirigente Scolastico è “titolare” delle relazioni sindacali e deve salvaguardare  e valorizzare le prerogative negoziali come fattore essenziale per un “buon governo” delle istituzioni scolastiche che guida. 

Nota 24 marzo 2022

Ministero dell’istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali Direzione generale per le risorse umane e finanziarie

Agli Uffici Scolastici Regionali (indirizzi PEC)
e, p.c. All’ UCB c/o MIUR (rgs.miur.gedoc@pec.mef.gov.it )
Alle OO.SS della Dirigenza scolastica (indirizzi PEC e PEO)

OGGETTO: Dirigenza scolastica. Quantificazione Fondo Unico Nazionale per la retribuzione di posizione e risultato per l’anno scolastico 2019-2020.

Nota 24 marzo 2022, AOODPPR 373

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti preposti agli uffici scolastici regionali LORO-MAIL
e, p.c. Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione MAIL
Alla Direzione Generale per i sistemi informativi e la statistica MAIL
Alle OO.SS.

Oggetto: Decreto-Legge 21 marzo 2022, n. 21, art. 36: proroga dei contratti sottoscritti ai sensi dell’art. 58, comma 4-ter, del D.L. 73/2021 – Indicazioni per gli uffici scolastici regionali

Nota 25 febbraio 2022, AOODGRUF 7586

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie – Ufficio IX

Alle istituzioni scolastiche ed educative statali LORO E-MAIL
e, p.c. Ai Revisori dei conti per il tramite della scuola
Agli Uffici scolastici regionali E-MAIL ISTITUZIONALE
Alle OO.SS. LORO E-MAIL

Oggetto: Nuove funzionalità per la gestione della contrattazione integrativa d’istituto

Contratto Scuola

L’1 febbraio è stato illustrato alle Organizzazioni Sindacali l’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto della Scuola, scaduto dal 2019. Il contratto riguarda oltre un milione di dipendenti tra docenti e Ata (Ausiliari, tecnici e amministrativi). L’illustrazione è avvenuta alla presenza del Ministro Patrizio Bianchi. Punti di riferimento del documento, che sta alla base del rinnovo contrattuale, come previsto dal decreto legislativo 165 del 2001 (Testo Unico sul pubblico impiego), sono il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Patto per la scuola, l’atto di indirizzo quadro per i rinnovi contrattuali delle pubbliche amministrazioni per il triennio 2019-2021.

L’atto indica gli obiettivi del governo nell’ambito del rinnovo. Con riferimento alla formazione, ad esempio, il contratto dovrà definire, si legge nell’atto di indirizzo, un pacchetto di ore dedicate alla formazione in servizio dei docenti, con particolare riferimento alle metodologie didattiche innovative e alle competenze linguistiche e digitali. Per gli Ata sarà rivisitato l’ordinamento professionale, con attenzione alla valorizzazione del personale, in particolare dei DSGA. Fra gli obiettivi, c’è anche il welfare lavorativo: possibili aree di intervento saranno rappresentate da sostegno alla genitorialità, prestazioni sanitarie, formazione e mobilità sostenibile.

Nel contratto saranno disciplinate anche le funzioni strumentali che oggi rappresentano un importante supporto all’autonomia scolastica e all’innovazione: si punta ad avere specifiche iniziative formative per chi assume queste responsabilità e a disciplinare criteri di scelta, durata dagli incarichi e relativi compensi. Il Contratto nazionale riunirà in un unico testo tutte le norme contrattuali, agevolandone la consultazione e comprensione da parte dei lavoratori. Il Contratto andrà a regolamentare anche gli aspetti disciplinari, nonché quelli relativi al lavoro agile.

Ipotesi CCNI Mobilità 2022-2025 (Roma, 27.01.2022)

Ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo concernente la mobilità del personale docente, educativo ed A.T.A. per gli anni scolastici relativi al triennio 2022/23, 2023/24, 2024/25 sottoscritto il giorno 27/01/2022 in Roma, presso il Ministero dell’Istruzione, in sede di negoziazione integrativa a livello ministeriale

Nota 16 dicembre 2021, AOODGRUF 29320

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie – Ufficio VI

Agli UFFICI SCOLASTICI REGIONALI (indirizzi PEC)
e, p.c. Al DIPARTIMENTO PER IL SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E DI FORMAZIONE (dpit@postacert.istruzione.it)
Alle OO.SS. rappresentative della dirigenza scolastica (indirizzi PEO)

OGGETTO: FUN 2019.2020.

Nota 7 luglio 2021, AOODGRUF 15770

Ministero dell’istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione generale per le risorse umane, finanziarie e strumentali

Agli Uffici Scolastici Regionali (indirizzi PEC)
e, p.c. All’ UCB c/o MIUR (rgs.miur.gedoc@pec.mef.gov.it )
Alle OO.SS della Dirigenza scolastica (indirizzi PEC e PEO)

OGGETTO: Dirigenza scolastica. Trasmissione integrazione Fondo Unico Nazionale per la retribuzione di posizione e risultato per l’anno scolastico 2017-2018 e quantificazione Fondo Unico Nazionale per la retribuzione di posizione e risultato per l’anno scolastico 2018-2019.

Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale

Palazzo Chigi, 10 marzo 2021


Contesto e obiettivi del Patto

Il Patto si colloca nel solco di un’azione di rilancio del Paese, volta a realizzare gli obiettivi cruciali della modernizzazione del “sistema Italia” e dell’incremento della coesione sociale, a partire dalla straordinaria opportunità offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). 
Innovazione e coesione sono obiettivi centrali dello storico programma Next Generation EU e saranno perseguiti simultaneamente. Un Paese più moderno, infatti, può offrire servizi migliori e maggiori opportunità di sviluppo ai propri cittadini; al contempo, un Paese più coeso assicura che ogni persona possa sentirsi parte del processo innovativo e che ciascuno possa trarre beneficio dagli sforzi comuni.

I pilastri fondamentali di ogni riforma e ogni investimento pubblico contenuti nel PNRR saranno la coesione sociale e la creazione di buona occupazione.

Tali priorità – cruciali per superare l’emergenza sanitaria, economica e sociale, ricordata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – richiedono uno straordinario impegno finanziario, progettuale e attuativo, che verte sul ruolo propulsivo delle donne e degli uomini della Pubblica Amministrazione.
In questa prospettiva, il Patto intende potenziare la Pubblica Amministrazione attraverso la semplificazione dei processi e un massiccio investimento nel capitale umano. Tali strumenti sono fondamentali per attenuare le storiche disparità del Paese, per ridurre il dualismo fra settore pubblico e privato, nonché per fornire risposte ai nuovi e mutati bisogni dei cittadini.

Il Patto individua la flessibilità organizzativa delle Pubbliche Amministrazioni e l’incremento della loro rapidità di azione come obiettivi fondamentali di un processo di rinnovamento che le parti si impegnano a perseguire, con particolare riferimento a tre dimensioni: il lavoro, l’organizzazione e la tecnologia.
L’individuazione di una disciplina del lavoro agile (smart working) per via contrattuale è un elemento qualificante di questa strategia e va nella direzione auspicata dalle organizzazioni sindacali sin dall’inizio della crisi pandemica.

Il successo di ogni percorso di innovazione e riforma della Pubblica Amministrazione dipende non soltanto da opportuni investimenti nella digitalizzazione, ma anche da una partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori.

A tal proposito, il Patto individua la necessità di avviare una nuova stagione di relazioni sindacali, fondata sul confronto con le organizzazioni, e di portare a compimento i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021, ritenendoli un fondamentale investimento politico e sociale.

Inoltre, la costruzione di una nuova e moderna Pubblica Amministrazione si fonda sulla valorizzazione delle persone, attraverso percorsi di crescita e aggiornamento professionale, e sulla definizione di un piano delle competenze su cui costruire la programmazione dei fabbisogni e le assunzioni del personale.

In questa ottica, il Patto afferma che ogni pubblico dipendente dovrà essere titolare di un diritto/dovere soggettivo alla formazione continua, al fine di essere realmente protagonista del cambiamento, e che la Pubblica Amministrazione dovrà utilizzare percorsi formativi di eccellenza, adatti alle persone e certificati.

Elementi del Patto

  1. Il Governo emanerà all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) gli atti di indirizzo di propria competenza per il riavvio della stagione contrattuale. I rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021 interessano oltre 3 milioni di dipendenti pubblici e vedranno confluire l’elemento perequativo delle retribuzioni all’interno della retribuzione fondamentale. Il Governo, poi, individuerà le misure legislative utili a promuovere la contrattazione decentrata e a superare il sistema dei tetti ai trattamenti economici accessori.
  2. Con riferimento al lavoro agile, nei futuri contratti collettivi nazionali dovrà essere definita una disciplina normativa ed economica che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati, conciliando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni. Saranno quindi disciplinati aspetti di tutela dei diritti sindacali, delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro quali il diritto alla disconnessione, le fasce di reperibilità, il diritto alla formazione specifica, la protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze.
  3. Attraverso i contratti collettivi del triennio 2019-2021, si procederà alla successiva rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, ricorrendo a risorse aggiuntive con la legge di bilancio per il 2022 e adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze. È necessario, inoltre, valorizzare specifiche professionalità non dirigenziali dotate di competenze specialistiche ed estendere i sistemi di riconoscimento delle competenze acquisite negli anni, anche tramite opportune modifiche legislative.
  4. Il Governo si impegna a definire politiche formative di ampio respiro, con particolare riferimento al miglioramento delle competenze digitali e di specifiche competenze avanzate di carattere professionale. Formazione e riqualificazione assumeranno il rango di investimento strategico e non saranno più considerati come mera voce di costo.
  5. Nell’ambito dei nuovi contratti collettivi saranno adeguati i sistemi di partecipazione sindacale, valorizzando gli strumenti di partecipazione organizzativa e il ruolo della contrattazione integrativa.
  6. Le parti concordano sulla necessità di implementare gli istituti di welfare contrattuale, con riferimento al sostegno alla genitorialità e all’estensione al pubblico impiego di agevolazioni fiscali già riconosciute al settore privato, relative alla previdenza complementare e ai sistemi di premialità diretti al miglioramento dei servizi.

Norme di garanzia in caso di sciopero

  • Accordo nazionale (ARAN, 2.12.2020)
    Norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e di conciliazione in caso di sciopero nel Comparto Istruzione e Ricerca
  • Nota 13 gennaio 2021, AOOGABMI 1275
    Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e conciliazione in caso di sciopero del personale del Comparto Istruzione e Ricerca sottoscritto il 2 dicembre 2020 (valutato idoneo dalla Commissione di Garanzia con delibera 303 del 17 dicembre 2020)

Entro l’11 febbraio 2021 (30 giorni dalla pubblicazione nella G.U., serie generale n. 8 del 12 gennaio 2021, dell’Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e conciliazione in caso di sciopero del personale del Comparto Istruzione e Ricerca sottoscritto il 2 dicembre 2020, che sostituisce il precedente allegato al CCNL 1998-2001 pubblicato in G.U serie generale n. 109 del 9 giugno 1999), come previsto dall’art. 3, cc. 2 e 3, presso ogni istituzione scolastica ed educativa, il dirigente scolastico e le organizzazioni sindacali rappresentative individuano, in un apposito protocollo di intesa, il numero dei lavoratori interessati ed i criteri di individuazione dei medesimi.

Sulla base di tale protocollo di intesa ovvero dopo la scadenza del predetto termine, il dirigente scolastico emana uno specifico regolamento.

Nota 13 gennaio 2021, AOOGABMI 1275

Ministero dell’istruzione
Ufficio di Gabinetto

Agli Uffici scolastici regionali LORO SEDI
Alle Istituzioni scolastiche statali LORO SEDI

Oggetto: Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e conciliazione in caso di sciopero del personale del Comparto Istruzione e Ricerca sottoscritto il 2 dicembre 2020 (valutato idoneo dalla Commissione di Garanzia con delibera 303 del 17 dicembre 2020).


  • Accordo nazionale (ARAN, 2.12.2020)
    Norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e di conciliazione in caso di sciopero nel Comparto Istruzione e Ricerca