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Anp: “Benvenuta Cisl, nel club dei sostenitori del DdL scuola”

da La Tecnica della Scuola

Anp: “Benvenuta Cisl, nel club dei sostenitori del DdL scuola”

Ironico intervento dell’Associazione nazionale presidi di Giorgio Rembado rispetto alle dichiarazioni di Annamaria Furlan, segretaria nazionale della Cisl.

L’intervista rilasciata da Annamaria Furlan alla Stampa ha suscitato qualche perplessità e non poche polemiche. In estrema sintesi la segretaria nazionale della Cisl ha detto che il suo sindacato non è disponibile a fare da sponda ai Cobas sullo sciopero degli scrutini (e fin qui nulla di strano) ma ha anche aggiunto che sulla questione dei maggiori poteri ai dirigenti scolastici si può discutere.

E così nella giornata di domenica molti docenti hanno inondato i gruppi e pagine Facebook protestanto e incitando alla restituzione della tessera del sindacato della Furlan.
Meno bellicosa, ma ironica e pungente la presa di posizione dell’Anp di Giorgio Rembado che prende atto della “apertura, perfino sorprendente nei termini utilizzati, sui maggiori poteri previsti per i dirigenti scolastici dal DdL Buona Scuola”.
“Benvenuta, cara Anna Maria – ironizza l’Anp- nel club dei sostenitori dei presidi. Sia pure in ritardo e contraddicendo le posizioni tenute fino ad ora, la Cisl sembra finalmente accettare le tesi che Anp ha sempre sostenuto. E proprio perché le abbiamo sempre sostenute, noi non siamo contrariati che altri decidano di aderirvi. Purché non si perda di vista chi è sempre stato su quella linea e chi vi si è accostato sulla via di Damasco”.
E poi una domanda imbarazzante: “Ma è chiaro alla Cisl ed al suo segretario generale che i maggiori poteri ai presidi devono includere almeno tutto quel che è rimasto nel disegno di legge 2994 dopo il passaggio in Commissione, e cioè facoltà assunzionale, titolarità primaria della valutazione, responsabilità per la premialità al merito?”
Con una conclusione che ha il sapore della sfida: “Benvenuta Cisl, ovviamente nell’attesa di comportamenti conseguenti su tutti gli altri dossier aperti nel cantiere delle riforme che riguardano le scuole ed i loro dirigenti”.
Anche se,in realtà, a chiarire (e a delimitare) il senso delle dichiarazioni di Annamaria Furlan ci ha già pensato il segretario della Cisl-Scuola che ha ribadito che sulla questione dei poteri dei dirigenti scolastici non c’è nessun ripensamento; secondo Scrima le disposizioni contenute nel ddl su questo punto vanno semplicemente cancellate.

 

DdL, niente da fare per le assunzioni degli abilitati con Pas, Tfa e per i precari con oltre 36 mesi

da La Tecnica della Scuola

DdL, niente da fare per le assunzioni degli abilitati con Pas, Tfa e per i precari con oltre 36 mesi

Alla Camera viene bocciato l’emendamento della minoranza del Pd, a prima firma Stefano Fassina, che allargava le immissioni in ruolo ad altre categorie di precari. Via libera, invece, alle assunzioni idonei anche a dopo il 2016. E anche alla norma antiparentopoli chiesta dal M5S.

Dalla Camera è ancora pollice verso alla richiesta di allargamento delle assunzioni anche agli abilitati a partire dal 2011: dopo la bocciatura del piano proposto dall’ex ministro Maria Stella Gelmini, è toccata la stessa sorte a un emendamento della minoranza del Pd, a prima firma Stefano Fassina, al ddl scuola che allargava agli abilitati le assunzioni di docenti stabilite dal decreto. In favore si sono espressi in 124 (le opposizioni e una decina del Pd), contro in 224 (i gruppi di maggioranza). L’emendamento stabiliva l’assunzione non solo dei vincitori del concorso del 2012 ma anche degli “abilitati con PAS, TFA o comunque abilitati in possesso di un servizio pregresso a tempo determinato di oltre 36 mesi”.

Per Fassina, che poche ore prima aveva incontrato i manifestanti davanti a Palazzo Chigi, potrebbe trattarsi dello strappo finale: l’ex ministro dell’Economia aveva infatti detto, qualche giorno fa, che in assenza di modifiche sostanziali al ddl di riforma si sarebbe “sfilato” dal Pd.

A passare, nel corso della stessa serata alla Camera, è invece un emendamento di Umberto D’Ottavio (sempre Pd), votato da tutti i gruppi: la modifica, non rilevante però, riguarda gli idonei che hanno superato il concorso del 2012, ma che non rientreranno nel piano straordinario di assunzioni previsto dal ddl scuola con decorrenza 1 settembre 2016. Ebbene, saranno comunque assunti negli anni successivi. L’emendamento aggiunge la dicitura “e per i successivi anni scolastici, sino all’esaurimento dei soggetti aventi titolo”.

Intanto, con l’articolo 9, è passato anche un emendamento del Movimento 5 Stelle, cosiddetto “antiparentopoli“: proprio per evitare familismi all’interno delle scuole, viene proibita la possibilità che vi sia una parentela tra capo d’Istituto e docenti in servizio.

CSPI: risultato definitivo a Roma, perdono i “grandi” avanzano Cobas, Unicobas e Anief

da La Tecnica della Scuola

CSPI: risultato definitivo a Roma, perdono i “grandi” avanzano Cobas, Unicobas e Anief

Confermata la tendenza che avevamo già messo in evidenza.
Adesso i sindacati di base chiedono di rivedere le regole per il calcolo della rappresentatività.

E’ ormai definitivo il voto per il CSPI nella provincia di Roma.
I numeri finali confermano quelli provvisori che avevamo fornito fin dalle prime ore.
Adesso bisogna aspettare i risultati delle altre province, anche se la provincia di Roma riguarda un bel numero di voti (32mila votanti su circa 69mila aventi diritto, in pratica l’8% circa dell’intero corpo elettorale nazionale).
In questa tabella (elaborazione Unicobas) vengono messi a confronto i voti conseguiti dalle diverse liste nelle elezioni per le RSU svoltesi agli inizi di marzo e quelli ottenuti a fine aprile in occasione delle elezioni per il CSPI.

lista

voto RSU

voto CSPI

differenza

CGIL

40,35%

30,98%

-9,37%

COBAS

5,70%

12,21%

+6,51%

SNALS

14,14%

10,74%

-3,40%

UNICOBAS

2,82%

9,16%

    +6,34%

UIL

13,41%

7,34%

-6,08%

GILDA

5,61%

7,07%

+1,46%

CISL

14,49%

6,29%

-8,20%

ANIEF

2,79%

4,82%

+2,03%

USB

0,31%

1,43%

+1,11%

ALTRI

1,65%

8,43%

+6,77%

Il confronto mette in evidenza che sindacati importanti come Flc-Cgil, Cisl-Scuola e Uil perdono quote importanti a favore  di Cobas, Unicobas, Anief e Gilda.
Particolarmente significativa è la perdita di voti di Cisl e Cgil che però resta sempre saldamente il primo sindacato a livello provinciale. I Cobas balzano però al secondo posto scavalcando tutti i sindacati maggiori. Lo Snals, nonostante la perdita di 3,4 punti percentuali resta in terza posizione, mentre l’Unicobas che a marzo stava nelle ultime posizioni è adesso il quarto sindacato.
Il motivo di questo “ribaltone” è legato al fatto che il voto per il CSPI si è svolto con regole diverse che consentono anche ai sindacati più piccoli di essere votati dovunque.
Dai dati che abbiamo già divulgato nei giorni scorsi, questa tendenza (arretramento dei sindacati rappresentativi e avanzata di quelli di base) sembra molto diffusa a livello nazionale.
Tanto che – secondo i sindacati di base – risulterà necessario al più presto rivedere le regole per il calcolo della rappresentatività.

Assunzione docenti, si creeranno nuove figure nella P.A.?

da La Tecnica della Scuola

Assunzione docenti, si creeranno nuove figure nella P.A.?

Sono in arrivo più di centomila nuovi docenti per il prossimo anno scolastico, pronti a prendere servizio. Su questa circostanza sembra che tutti siano d’accordo. Un po’ meno sul fatto di come essi saranno reclutati ovvero attraverso la chiamata diretta dei presidi.

Un fatto però non deve essere trascurato ed è quello che i nuovi docenti saranno anche nuovi impiegati dello Stato e sarebbe opportuno regolare questo fenomeno attraverso norme opportune e coerenti con i profili professionali che stanno per essere attuati.

Infatti, il docente legato all’organico funzionale, è stato chiarito, non dovrebbe essere soltanto un insegnante che presta il servizio dedicando il suo tempo esclusivamente alla didattica in senso stretto ma dovrebbe collaborare, in omaggio all’autonomia scolastica, in diversi ambiti del sistema scolastico.

Si pensi negli istituti professionali e tecnici, alla preparazione dei percorsi formativi scuola lavoro, all’attività di orientamento ed altre attività legate al management scolastico, in cui il dirigente manager (o quasi) troverebbe il campo migliore per esaltare il suo ruolo e le sue funzioni. Non è questo il tema di quest’articolo, ma non possiamo astenerci dal rilevare, che a nuovi funzioni non corrisponde un nuovo sistema di reclutamento dei Ds (cfr. “Concorso DS – i nuovi DS. obsoleti per la buona scuola“).

Stabilito dunque che i neo immessi in ruolo dal 1° settembre diventeranno dipendenti pubblici, sarebbe opportuno regolare la loro presenza nell’organico della P.A., attraverso istituti precisi e diretti a favorire la mobilità interna (compartimentale) ed esterna (intercompartimentale) anche sulla base del curriculum. Istituti che non riguarderebbero, ovviamente soltanto i neo assunti ma anche il personale già di ruolo.

Nel primo caso (mobilità compartimentale), non può trascurarsi il fatto che un docente destinato all’organico funzionale potrebbe rappresentare una risorsa non solo per un istituto scolastico ma anche per un ambito territoriale o un altro ufficio della direzione regionale. Un avvocato – docente (ce ne sono) potrebbe occuparsi del contenzioso; un giornalista – docente potrebbe essere inserito nell’ufficio stampa dell’Usr; un ingegnere nell’area statistica, per non dire dei commercialisti e revisori dei conti.

Per quanto riguarda la mobilità esterna (intercompartimentale), bisogna rilevare che un docente laureato può essere equiparato ad un funzionario amministrativo di categoria D, ovvero pensando ad esempio agli enti locali, a personale che è titolare di posizioni organizzative per cui, per fare un esempio, inserire un docente-ingegnere a capo di un ufficio tecnico non sarebbe impensabile. Ma anche posti ci sarebbe per docenti diplomati equiparabili alla categoria C del pubblico impiego. Insomma lavoro per i neo immessi in ruolo e non solo ci sarebbe e sarebbe anche una buona opportunità economica per la P.A. tutta.

Infatti, nel caso della mobilità intercompartimentale, uno spostamento dal comparto scuola ad un altro, sarebbe anche economicamente vantaggioso per l’Amministrazione di arrivo, perchè è noto che nella P.A. gli stipendi del comparto scuola sono quelli genericamente più bassi e nelle operazioni di mobilità si mantiene quello dell’Amministrazione di partenza.

 

Sciopero scrutini sempre più probabile

da La Tecnica della Scuola

Sciopero scrutini sempre più probabile

Di Meglio (Gilda): “Pronti a proclamare lo sciopero degli scrutini anche se gli altri sindacati non ci staranno”

Il rischio di uno sciopero importante nel periodo degli scrutini sta diventando di ora in ora più reale.
Dopo le proclamazioni formali di Unicobas, Cobas e CUB stanno arrivando segnali significativi anche da parte di altri sindacati che nelle prossime ore dovrebbero riunirsi per tentare di individuare un percorso comune.
Intanto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale delle Gilda, fa sapere che il suo sindacato intende lavorare per una forma di protesta quanto più possibile unitaria: “Ma se non sarà possibile – sostiene Di Meglio – non abbiamo nessuna difficoltà a proclamare uno sciopero di due giorni in concomitanza con gli scrutini”.
La sortita della Gilda potrebbe convincere anche Snals e Uil a seguire la stessa strada, mentre Mimmo Pantaleo (Flc-Cgil) non sembra aver bisogno di spinte esterne per prendere questa decisione: già due giorni fa, in un a intervista pubblicata sul Manifesto, il segretario nazione della Flc aveva dichiarato senza mezzi termini che lo sciopero degli scrutini potrebbe essere la logica conclusione della situazione che si è creata.
Sempre più convinto della inopportunità di una tale decisione è invece Francesco Scrima, segretario nazionale della CislScuola, che non sottovaluta la possibilità che al Senato il disegno di legge venga ancora modificato: “D’altronde – afferma Scrima – le pressioni che stanno arrivando da tutte le parti sul Governo sono davvero tante e tutte nella stessa direizione”.
Per intanto alla Camera il dibattito sta proseguendo senza particolari sorprese (nel momento in cui scriviamo si stanno esaminando gli emendamenti all’articolo 9).

Focus Iscrizioni: tra le superiori vince il liceo, in particolare lo scientifico

da La Tecnica della Scuola

Focus Iscrizioni: tra le superiori vince il liceo, in particolare lo scientifico

L.L.

Presentati i dati delle iscrizioni al primo anno delle scuole primarie e secondarie di I e II grado per l’anno scolastico 2015/2016

Il 90% delle famiglie si è dichiarato soddisfatto del servizio di Iscrizioni on-line, il 66,3% lo ha trovato molto vantaggioso in termini di risparmio di tempo, circa il 68% delle famiglie ha inviato la domanda di iscrizione alle scuole in modo autonomo, attraverso un proprio computer, mentre il 32% ha effettuato l’iscrizione on line utilizzando le dotazioni informatiche delle segreterie scolastiche

Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Focus “Iscrizioni al primo anno delle scuole primarie e secondarie di I e II grado per l’anno scolastico 2015/2016”, i cui dati erano già stati anticipati con il comunicato stampa dello scorso mese di febbraio (http://www.istruzione.it/comunicati/cs170215.html).

Dall’indagine è emersa però anche una differenza a livello regionale: infatti, mentre al nord l’utilizzo del servizio raggiunge quote superiori all’80% (Friuli Venezia Giulia 84,8%, Lombardia 83,7%, Veneto 83,1%), nelle regioni del sud l’utilizzo diminuisce fino a registrare percentuali pari al 40,3% in Puglia, 41,8% in Campania, 43,5% in Sicilia.

Per le scuole del primo ciclo, le famiglie hanno mostrato di preferire il tempo ordinario sia per le scuole primarie (27 ore settimanali) che per le scuole secondarie di I grado (30 ore settimanali).

La richiesta del tempo ordinario nelle primarie aumenta soprattutto nel sud con un incremento significativo in Campania (che passa dal 45% dello scorso anno al 51,2% del corrente), in Calabria (dal 23,2% al 28,6%) e in Sicilia (dal 56,8% al 61,8).

Concluso il primo ciclo, gli studenti che si sono iscritti al primo anno di un percorso di istruzione/formazione superiore sono circa 545mila, dei quali il 95% ha scelto di proseguire il proprio percorso nel sistema di istruzione secondaria superiore, comprendendo in questo valore anche il numero degli iscritti che ha optato per l’offerta sussidiaria integrativa di IeFP (pari al 4%) e sussidiaria complementare (0,8%); il restante 5% ha scelto di proseguire frequentando esclusivamente i percorsi IeFP presso strutture Formative accreditate dalle Regioni.

Gli studenti che, terminata la scuola “media”, hanno scelto di proseguire la loro formazione presso le Strutture Formative accreditate dalle Regioni sono 27.458, in aumento rispetto allo scorso anno.

Più della metà degli studenti ha deciso di proseguire gli studi presso un liceo (in maggioranza sono ragazze, soprattutto al classico): piace, in particolare, il liceo scientifico (15,1%), all’interno del quale l’opzione scienze applicate e l’indirizzo sportivo vedono un leggero incremento rispetto all’anno precedente. In aumento anche le iscrizioni verso il liceo linguistico.

Il 30,5% degli studenti in uscita dalla scuola secondaria di primo grado ha optato, invece, per un Istituto tecnico; infine, in calo la percentuale degli iscritti agli istituti professionali.

Passa il superpreside: no parenti, sarà valutato

da tuttoscuola.com

Passa il superpreside: no parenti, sarà valutato
Più poteri, più controlli, più trasparenza

La Camera ha approvato con 214 voti a favore, 100 contrari e 10 astenuti l’articolo 9 del Ddl Buona Scuola relativo alle competenze del dirigente scolastico.

La scelta dei docenti a cui attribuire gli incarichi spetterà al solo dirigente scolastico, ma i professori potranno inviare la propria candidatura, e i dirigente potrà scegliere tra i candidati anche attraverso lo svolgimento di colloqui (come succede per esempio in Gran Bretagna).

Il dirigente potrà utilizzare i professori in classi di concorso anche diverse da quelle per le quali sono abilitati, purché posseggano titoli di studio, percorsi formativi e competenze professionali coerenti con gli insegnamenti da impartire.

La proposta di incarico avrà durata triennale e sarà rinnovabile per ulteriori cicli triennali. Gli incarichi conferiti e i curricula dei docenti saranno resi pubblici sul sito internet della scuola.

Tra le novità volte a recepire almeno in parte le critiche sui superpoteri assegnati ai dirigenti  c’è quella che prevede che il dirigente scolastico, nel conferire gli incarichi ai docenti provenienti dall’ambito territoriale di riferimento “è tenuto a dichiarare l’assenza di cause di incompatibilità derivanti da rapporti di parentela o affinità entro il secondo grado con i docenti iscritti nel relativo ambito territoriale“.

I dirigenti scolastici possono individuare fino al 10% di docenti che lo coadiuvano sul piano organizzativo e didattico assumendosi la responsabilità della scelta.

Il loro lavoro sarà comunque sottoposto a valutazione: anche per questo un apposito emendamento approvato dall’aula aumenta il numero degli ispettori da nominare tramite incarichi triennali temporanei (cioè senza concorso).

In sintesi più poteri ai dirigenti, certamente, ma anche più controlli e più trasparenza.

Gli esodati potranno continuare a lavorare

da tuttoscuola.com

Gli esodati potranno continuare a lavorare

L’articolo 8 del Ddl (Piano straordinario di assunzioni) costituisce probabilmente lo snodo cruciale dell’intero testo di riforma.

È stato arricchito di nuovi emendamenti e di integrazioni con l’obiettivo di rispondere efficacemente a tante (non tutte) aspettative del personale precario.

C’è, ad esempio, il recupero degli idonei dell’ultimo concorso per i quali il comma 7-bis prevede una specifica finestra di assunzioni con decorrenza giuridica ed economica dal 1° settembre 2016.

C’è anche una prospettiva di trattamento preferenziale (comma 12-quinques) nel prossimo concorso per gli esodati, cioè per quei docenti abilitati iscritti in II fascia delle graduatorie di istituto e con almeno un triennio di servizio.

Proprio per questi ultimi, come aveva rilevato Tuttoscuola, si pone però il problema della continuità di lavoro a settembre (in attesa del concorso), visto che hanno già raggiunto il limite massimo di almeno un triennio di servizio, censurato dalla Corte di Giustizia europea.

La soluzione viene ora dall’articolo 12 che al comma 1 prevede che “I contratti di lavoro a tempo determinato stipulati, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per la copertura di posti vacanti e disponibili, non possono superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi”.

In poche parole il passato viene congelato agli effetti della continuità di servizio: si ricomincia da capo per un massimo di un triennio.

Si tratta di una soluzione ardita che non si sa se pienamente conforme alla sentenza della Corte, ma, intanto può servire a bypassare l’anno.

Organico dell’autonomia: organico di diritto unico?

da tuttoscuola.com

Organico dell’autonomia: organico di diritto unico?

La lettura del testo del ddl C. 2994 uscito dalla Commissione Cultura e ora all’esame dell’Aula a Montecitorio non scioglie un interrogativo già posto (senza risposta) a settembre 2014 con l’iniziale testo della Buona Scuola.

Relativamente alla titolarità degli insegnanti quale rapporto c’è, all’interno dell’organico dell’autonomia, tra posti comuni e posti aggiuntivi?

Nel nuovo articolo 6 si prevede “l’organico dell’autonomia costituito dai posti comuni, per il sostegno e per il potenziamento dell’offerta formativa…”

Si tratta di un unico organico di diritto oppure di due organici separati?

Più avanti si dice che “Il personale docente già assunto in ruolo a tempo indeterminato alla data di entrata in vigore della presente legge conserva la titolarità presso la scuola di appartenenza. Il personale docente in esubero o soprannumerario nell’anno scolastico 2016-2017 è assegnato a domanda a un ambito territoriale. Dall’anno scolastico 2016-2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali”.

Di quale personale in esubero si parla? Degli attuali titolari? Un perdente posto dovrebbe andarsene in provincia mentre i nuovi assunti con il piano di stabilizzazione possono rimanere in quella sede? Ma i due organici sono tra loro impermeabili o no? Un perdente posto su cattedra non potrebbe chiedere di transitare nell’organico aggiuntivo della sua scuola scalzando il docente aggiunto appena arrivato?

Può sembrare una questione di poco conto, ma nella logica della stabilità del posto può invece avere molta importanza, per una questione di equità e una ragione di buon servizio. Si fa ancora in tempo a chiarire.

Per una svolta contro la segregazione

FISH: per una svolta contro la segregazione

La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap segue con attenzione la discussione del testo unificato delle proposte di legge sul cosiddetto “Dopo di noi” all’esame della Commissione Affari sociali della Camera.

“Abbiamo avuto modo di esprimere in più occasioni il nostro punto di vista e articolati suggerimenti di modifica su una norma che riteniamo possa e debba avere delle ricadute significative su centinaia di migliaia di famiglie italiane. L’elaborazione di questa disposizione, che parte dalla constatazione di una emergenza sociale, deve però rappresentare anche l’occasione per un ripensamento profondo del rapporto stesso fra Stato e famiglie e fra Stato e caregiver familiari, persone il cui ruolo non è riconosciuto se non quando viene a mancare.”

Così commenta Vincenzo Falabella, presidente della FISH, impegnato in prima persona nel monitoraggio dei testi e dei lavori parlamentari.

“La nuova norma deve incardinarsi nell’articolo 19 della Convezione ONU favorendo ogni intervento che promuova e sostenga da un lato la vita indipendente di tutti e dall’altro impedisca la segregazione, promuovendo in tutti i modi e in tutti gli ambiti l’autonomia e il supporto alla persona.”

In tal senso la FISH ha ripetutamente chiesto che venga assunto l’obiettivo politico di “impedire che le persone con disabilità siano vittime di segregazione, in particolare evitando la residenza impropria o presso strutture che per numero di ospiti e caratteristiche non consentano la piena inclusione e non riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare.”

Prosegue Falabella: “Abbiamo espressamente chiesto, nel solco della Convenzione ONU, che per le persone istituzionalizzate in contesti segreganti siano attivati percorsi di supporto alla domiciliarità o di inserimento in contesti che riproducono le condizioni abitative e relazionali della casa familiare e che il Fondo per il ‘dopo di noi’ non sia destinato alla realizzazione o al supporto di strutture che per loro caratteristiche siano causa di segregazione o isolamento. È una battaglia di civiltà che affianchiamo idealmente a quella storica sulla soppressione dei cosiddetti manicomi e alla più recente chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. Una battaglia che va oltre le Aule parlamentari, oltre questa stessa norma. Deve impegnare ogni ambito politico, organizzativo, culturale e – in prima linea – il movimento associativo poiché si tratta di un cambio di paradigma non più rinviabile e che riguarda l’intera società, non solo le persone con disabilità.”

Al momento la Commissione Affari sociali non ha ancora preso in considerazione questa specifica proposta che FISH ritiene culturalmente e praticamente assai rilevante.

LA PDL SUL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DELL’INCLUSIONE SCOLASTICA

LA PDL F I S H E F A N D SUL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DELL’INCLUSIONE SCOLASTICA A C N. 2444 COME RIMEDIO ALLE ATTUALI MOLTE CRITICITA’

 

Gentile prof Daniela Boscolo,

 

ho letto il Suo articolo dal titolo “ Vi racconto il sostegno nelle scuole “ pubblicato su Orizzonti scuola e sono onorato di poter dialogare con Lei , esempio di professionalità e sensibilità,   sul tema dell’inclusione scolastica che mi ha sempre impegnato, dapprima come alunno minorato visivo nelle scuole di Gela in Sicilia tra la fine degli Anni Quaranta e la prima metà degli anni Cinquanta e   poi come docente di diritto in un istituto tecnico commerciale a Roma, e quindi come esperto presso il Ministero dell’Istruzione per occuparmi della normativa sull’inclusione scolastica a partire dai primi anni ottanta, nonché come vicepresidente nazionale della F I S H, federazione italiana per il superamento dell’handicap.

Condivido le Sue denunce di violazioni operate in molte scuole della nostra apprezzabile normativa inclusiva, come l’utilizzo improprio da parte di taluni dirigenti scolastici dei docenti specializzati per il sostegno in supplenze abbandonando gli alunni con disabilità o segregandoli nelle illegali “ aule di sostegno “ , come la delega ai soli docenti specializzati del progetto inclusivo da parte di docenti curricolari , troppo spesso del tutto impreparati a seguire didatticamente gli alunni con disabilità ed altri bes.

Siccome con la F I S H e la F A N D ( federazione delle associazioni nazionali della disabilità ) abbiamo fatto presentare alla Camera la proposta di legge n. 2444 sul miglioramento della qualità dell’inclusione scolastica, mi permetto di far presente come in tale nostra PdL abbiamo cercato di superare le carenze da Lei giustamente denunciate, prevedendo la formazione obbligatoria iniziale ed in servizio di tutti i futuri docenti curricolari sulle didattiche inclusive, un rafforzamento della specializzazione per il sostegno, portata a due anni, dopo un triennio di formazione in corsi universitari orientati all’insegnamento, contenuti della specializzazione totalmente dedicati alla pedagogia ed alla didattica generale ed alle didattiche speciali, concernenti le modalità di approccio ai bisogni educativi scaturenti dalle diverse disabilità, nonché ad un anno di tirocinio diretto ed indiretto, sotto la guida di tutors, il tetto massimo di due alunni con disabilità per classe e di 20 alunni in tali classi.

Proprio per questo mi permetto di discutere alcune Sue critiche al DdL sulla “ Buona scuola”, che all’art 21 comma 2 lettera E ha recepito buona parte dei principii contenuti nella nostra PdL:

  • Lei, come dice, in rappresentanza di oltre duemilacinquecento docenti per il sostegno ritiene erronea la scelta operata dal DdL Renzi , presente nella nostra PdL della separazione delle carriere dei docenti specializzati da quelle dei docenti curricolari, auspicando anzi cattedre miste “bis valenti “ cioè composte in parte da ore di sostegno ed in parte da ore di docenza curricolare. Ora, una delle ragioni che ci ha spinto a proporre la separazione delle carriere è la mancanza di continuità didattica per i nosytri alunni con disabilità a causa dell’attuale commistione delle carriere, per la quale, dopo cinque anni di sostegno i docenti possono tornare su cattedra curricolare; la situazione si aggraverebbe con la cattedra mista, dal momento che gli alunni che hanno diritto ad una intera cattedra di sostegno , se fosse approvata l’ipotesi della cattedra mista, sarebbero obbligatoriamente seguiti da due docenti per il sostegno e da due docenti della stessa disciplina e ciò in più di una disciplina.
  • Frettolosa ci sembra la critica all’abolizione delle aree disciplinari per il sostegno nelle scuole superiori, operata con l’art 15 della l.n. 128/2013, poiché tali aree non riguardavano tutte le discipline, anzi ad es. l’area tecnologica comprendeva alcune decine di discipline e quindi non assicurava assolutamente nulla ed inoltre, laddove la cattedra corrispondeva ad una disciplina, ciò facilitava la definitiva delega ai docenti specializzati del progetto inclusivo da parte dei docenti curricolari.
  • La nostra Pdl, prevedendo l’obbligo di formazione iniziale ed in servizio dei docenti curricolari sulle didattiche inclusive e la specializzazione dei docenti per il sostegno che esclude l’abilitazione in discipline curricolari, favorisce un dialogo stretto tra i due tipi di docenti, dei quali, i curricolari debbono necessariamente aver bisogno di collaborare coi docenti specializzati per saper meglio veicolare i propri insegnamenti anche verso gli alunni con disabilità, il cui apprendimento disciplinare verrà mediato dalle didattiche inclusive operate dai docenti specializzati. Si è sparsa la diceria , anche forse per dichiarazioni atecniche del Sottosegretario on Faraone, che i nuovi docenti specializzati sarebbero non più docenti, ma figure di tipo assistenziale o peggio infermieristico. Da quanto ho detto questa leggenda metropolitana non mi pare trovi fondamento; anzi mi pare che la professionalità docente specifica dei docenti specializzati emerga con maggiore nettezza e divenga determinante per la realizzazione del processo inclusivo, rivendicando un ruolo dei docenti specializzati cui non è più praticamente possibile la delega da parte dei docenti curricolari, non essendo più gli specializzati docenti di alcuna disciplina curricolare.
  • Già questa differenza di ruoli è emersa negli art 2,4 e 6 del dpr n. 122/2009 sulla valutazione degli alunni, dal momento che essi indicano l’oggetto della valutazione di tutti gli alunni da parte dei soli docenti specializzati, concernente “ la crescita negli apprendimenti( nella loro generalità, come avviene ad es. dai presidenti delle commissioni degli esami ),   nella comunicazione, nella socializzazione e nelle relazioni “ ( art 12 comma 3 l.n. 104/92, espressamente citato in tali articoli), mentre l’oggetto della valutazione delle singole discipline è attribuito dall’art 9 dello stesso dpr ai docenti curricolari.

Spero con queste poche righe di essere riuscito a chiarire degli equivoci che circolano su alcuni aspetti della riforma e della nostra Pdl e Le sarò grato se Lei contribuirà, con la Sua autorevolezza, a fare chiarezza presso l’opinione pubblica.

Salvatore Nocera

Petizione aperta

Petizione aperta in modalità on-line

Il D.d.L. n. 1577 – recentemente approvato dal Senato della Repubblica – esclude i Dirigenti scolastici dall’ Area della Dirigenza Pubblica ed è per questo che è stata elaborata, la presente che chiede il reinserimento dei D.S. nell’area della Dirigenza pubblica attraverso il D.d.L. 2994 in discussione alle Camere.

La petizione può essere sottoscritta dai D.S. cliccando sul seguente link:

https://docs.google.com/document/d/1CqfMnwN6sllZnTfotuOkXRyjJ77e8ofXo06H9-Ui2Ps/edit

e inserendo nome, cognome e sede di servizio.

Prime firmatarie della petizione:

M. Augusta Mozzetti, Dirigente scolastica,I.C. v. Casalotti, 259, Roma

Roberta Moncado, Dirigente scolastica, L.S. G.Peano, Monterotondo, Roma


 

Al Presidente della Repubblica Italiana

Sergio Mattarella

Al Presidente del Consiglio

Matteo Renzi

Alla Ministra M.I.U.R.

Stefania Giannini

Alle Commissioni parlamentari

 

 

Egregi,

sottoponiamo alla Vostra cortese attenzione la petizione allegata riguardante i Dirigenti delle scuole statali che, pur nelle molteplici responsabilità dirigenziali assegnate dal D.L. n.165/2001, non sono stati ancora inquadrati nell’area della Dirigenza pubblica, ma esclusi dalla stessa, nel recente D.d.L. 1577 approvato dal Senato della Repubblica.

Certi di ricevere gentile attenzione e auspicando fattivi interventi nel D.d.L. 2994, in discussione alle Camere, al fine di eliminare la discriminazione che si è creata,

nei fatti, tra i Dirigenti scolastici e gli altri Dirigenti di area pubblica, ringraziamo anticipatamente.

 

I DIRIGENTI DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE STATALI DEVONO ESSERE INQUADRATI NELL’AREA DELLA DIRIGENZA PUBBLICA

PETIZIONE

NOI DIRIGENTI PUBBLICI DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE STATALI

Crediamo che

  • nella fase di discussione alle Camere del D.d.L. n. 2994 di riforma della scuola vi sia l’assoluta necessità d’inserire nel predetto D.d.L i Dirigenti scolastici nella più ampia area della Dirigenza pubblica;
  • i Dirigenti scolastici, pur essendo stati inquadrati con il D.L. 30 Marzo 2001 n. 165 nella Dirigenza, con la conseguente attribuzione delle responsabilità a questa collegate, a tutt’oggi non hanno visto compiuti né l’inquadramento economico relativo, né l’autonomia per l’esercizio del ruolo, diritti già attribuiti agli altri Dirigenti di Area pubblica;
  • si determini un’evidente discriminazione di trattamento, a parità di ruolo e responsabilità, tra i Dirigenti scolastici e quelli dell’Area pubblica;
  • il servizio scolastico pubblico, il più esteso in Italia a vantaggio dei cittadini, e che per sua natura e scopo si qualifica come l’elemento fondante e portante dell’intero Paese rimanga , sul versante della Dirigenza, nella più totale ambiguità di ruolo e di poteri, poiché viene negata alle Istituzioni scolastiche e al Paese tutto una Dirigenza dal qualificato profilo professionale;
  • ciò risulti oltremodo gravoso considerato che il recente D.d.L.n. 1577 riguardante l’Area della Dirigenza pubblica ha escluso   i Dirigenti delle scuole statali dalla stessa, negando così un diritto già esercitato   negli anni a partire dal D.L. n. 165/2001 mediante lo svolgimento dello specifico ruolo;
  • pur esercitando compiutamente i compiti che gravano sui Dirigenti pubblici i DS siano stati, nei fatti, esclusi dai benefici economici e dalle prerogative di Autonomia che tale ruolo necessariamente comporta.

NOI DIRIGENTI SCOLASTICI STATALI

Ribadiamo

DI ESSERE A TUTTI GLI EFFETTI DIRIGENTI PUBBLICI IN QUANTO:

  • Rappresentanti legali delle Istituzioni scolastiche;
  • Responsabili per l’organizzazione, la gestione e la rendicontazione delle Istituzioni scolastiche statali eroganti servizio pubblico, con un numero considerevole di dipendenti mediamente 100 a fronte dei Dirigenti che dirigono Uffici pubblici composti mediamente da 10 unità;
  • Responsabili, come datori di lavoro, nel Sistema di prevenzione e protezione delle Istituzioni scolastiche e di quanto attiene la sicurezza degli edifici scolastici, della gestione di un corretto rapporto interistituzionale finalizzato alla sicurezza (EELL, territorio etc..); (D.lgs n.81/2008 e successive integrazioni);
  • Rappresentanti la Parte Pubblica, ovvero lo Stato italiano, nel tavolo di contrattazione sindacale;
  • Responsabili, nella contrattazione, per quanto riguarda le materie dell’informazione preventiva e successiva, per la regolare applicazione del contratto e per la redazione della relazione pubblica di accompagnamento dello stesso contratto integrativo;
  • Responsabili per tutte le procedure della privacy lgs n. 196/2003;
  • Responsabili delle procedure di indizione e svolgimento dei bandi di gara finalizzati all’erogazione dei servizi;
  • Sottoscrittori di contratti di lavoro, nonché di tutti i contratti che regolano la vita scolastica;
  • Responsabili per la gestione dei TFR, dei pensionamenti, delle ricostruzioni di carriera del personale, delle graduatorie docenti e alunni e dei contenziosi;
  • Datori di lavoro nell’applicazione dei regolamenti disciplinari docenti e ATA e per l’applicazione delle sanzioni ai dipendenti fino a dieci giorni di sospensione dall’attività lavorativa;
  • Nominati dall’Amministrazione, spesso in sua vece, in qualità di difensori del Ministero PI in contenziosi amministrativi e civili;
  • Responsabili per la redazione del Programma annuale, dei risultati perseguiti mediante questo e della regolarità amministrativa e finanziaria da sottoporre ai revisori dei conti mediante dettagliate relazioni di accompagnamento sia del Programma annuale che del Conto consuntivo;
  • Responsabili dell’applicazione delle norme sulla trasparenza, l’anticorruzione, la semplificazione, la dematerializzazione con annessa realizzazione a norma dei siti scolastici (gov.it);
  • Responsabili per il buon andamento degli OO.CC. sia in qualità di Presidenti e coordinatori del Collegio docenti e della Giunta esecutiva che come garanti della sollecita e corretta regolarità nell’applicazione delle delibere dei Consigli d’Istituto;
  • Responsabili del PAI (Piano annuale di Inclusione), dell’integrazione degli alunni con disabilità, della gestione dei casi di alunni con Bisogni Educativi Speciali pur nella concreta difficoltà di garantire il diritto al sostegno didattico in assenza di organico e con l’obbligo di doverlo assicurare in applicazione delle sentenze del TAR che seguono i ricorsi presentati dalle famiglie;
  • Responsabilità in merito all’esecuzione degli opportuni interventi programmati dal GLI e dei GLH Operativi e ai rapporti con le ASL, le cooperative degli assistenti igienico-sanitari, educativi e tecnici;
  • Presidenti dei consigli di classe, nella fase degli scrutini quadrimestrali e finali;
  • Presidenti del Comitato di valutazione del servizio dei docenti e Referenti per il Gruppo di lavoro sull’Inclusione;
  • Responsabili del sistema di valutazione e autovalutazione (prove Invalsi, questionari scuola, RAV…) e dei risultati complessivi raggiunti in riferimento agli obiettivi previsti nel piano dell’offerta formativa da rendicontare all’utenza;
  • Curatori dei rapporti con gli Enti istituzionali esterni e rappresentanti legali dell’Istituzione scolastica nelle reti territoriali orizzontali e verticali;
  • Preposti all’organizzazione di tutti gli Uffici, anche degli Uffici di segreteria (D.lgs n.150/2009);
  • Presidenti, a titolo gratuito, ma obbligatorio (in quanto incaricati d’Ufficio), delle Commissioni d’esame di Stato di sc. secondaria di I grado in altra Istituzione per il mese di Giugno e di fatto responsabili per tutta la durata degli esami di quanto accade in due differenti Istituzioni scolastiche.

 

Segnaliamo che

Da anni i Dirigenti scolastici si fanno carico della sostenibilità dell’intero sistema nei territori, dovendo assumere continue reggenze di scuole senza titolari; nell’a.s. 2015/2016 le reggenze saranno almeno 1.800 e forse 2500 nell’a.s. 2016-2017.

A seguito del dimensionamento scolastico sono state create delle megaistituzioni (IISS) con più sedi, fino a 17, dislocate a notevole distanza le une dalle altre e che ciò ha comportato un notevole aggravio per lo svolgimento dei compiti di organizzazione e gestione degli Istituti.

Le responsabilità dirigenziali, che ci impegnano presso le scuole ininterrottamente per dieci/ dodici ore di lavoro giornaliero, sono oltremodo aumentate negli anni recenti, rendendoci imputabili di tutto quanto accade nell’Istituzione da noi presieduta; tutto questo mentre diminuiscono gli strumenti istituzionali a sostegno del nostro operato.

Paradossalmente i nostri stipendi, anziché essere finalmente equiparati a quelli dei Dirigenti pubblici, sono stati recentemente decurtati di circa € 300/400 mensili. Il Governo si era impegnato a restituire tali somme ma ciò ancora non è stato fatto.

A seguito delle predette decurtazioni stipendiali, per assurdo, a fine carriera un Dirigente scolastico percepisce poco più di un professore di scuola secondaria.

Le parti fissa e variabile dello stipendio differenziano ciò che percepisce un Dirigente di area Pubblica da quello che percepisce un Dirigente scolastico e poiché queste costituiscono il valore che lo Stato dà all’Unità diretta dal Dirigente (Ufficio/scuola) ne consegue l’inevitabile riflessione che per lo Stato la Scuola valga meno di un Ufficio.

Per quanto attiene la retribuzione per la posizione di risultato, mentre i Dirigenti scolastici sono soggetti a valutazione certificata, quelli degli Uffici pubblici no, pur percependo per tale voce dai 20 mila ai 50 mila euro annui.

In riferimento a quanto sopra esposto

NOI DIRIGENTI PUBBLICI DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE STATALI

CHIEDIAMO

che nel D.d.L. di riforma della scuola n. 2994 in discussione alle Camere si porti a compimento, come logica conseguenza della D.lgs n. 165/2001, il nostro inquadramento nella comune Area della Dirigenza Pubblica, a tutela di una più compiuta autonomia e per una scuola di qualità al servizio del cittadino e della repubblica.

SCUOLA: FORZARE L’ORIZZONTE!

SCUOLA: FORZARE L’ORIZZONTE!
Nonostante lo sfilarsi dei sindacati pronta firma come la CISL, il movimento è forte e può vincere.

Gli scioperi del 24 aprile e del 5 maggio, le assemblee, i presidi, le manifestazioni delle ultime settimane hanno dato un’indicazione inequivoca: la grande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola vuole una scuola della cooperazione e della collegialità, la libertà di insegnamento, forti investimenti per la scuola pubblica, forti aumenti retributivi, l’immissione in ruolo del personale precario.
Vogliamo, in altri termini, l’esatto contrario di quanto intende imporci il governo dall’accrescimento del potere ai dirigenti alla trasformazione dei singoli istituti scolastici in aziende in concorrenza fra di loro, dai finanziamenti alle scuole private al blocco del contratto ed alla riduzione delle risorse per la scuola pubblica.
Di fronte ad una mobilitazione imponente, il governo ricorre, per combatterci, a mezzi assolutamente usuali e non per questo meno pericolosi:

  • dapprima una propaganda spudoratamente menzognera e la minaccia di sanzioni, ad opera di Roberto Alesse Presidente della Commissione di Garanzia contro l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici, contro forme di lotta incisive quali il blocco degli scrutini;

  • il tentativo di dividere il fronte grazie alla disponibilità, anche questa non nuova, delle organizzazioni sindacali più “responsabili” e cioè più prone alla sua volontà in cambio del riconoscimento del ruolo di interlocutori del governo e, in altri termini, della restaurazione della concertazione. a questo proposito il comunicato di Annamaria Furlan che riportiamo di seguito, segue è, errori lessicali a parte,  un vero e proprio capolavoro letterario.
    Si riconosce l’ostilità della CISL al blocco degli scrutini e si sostiene che non vi è relazione fra obiettivi che si perseguono, la CISL pudicamente si dichiara in disaccordo con il governo, le forme di lotta adottate per perseguirlo.
    Annamaria Furlan, oh gran sapienza dei cislini antichi!, vuole convincerci che otterrà dei risultati significativi mediante il “confronto”, l’amena discussione, lo scambio di convenevoli e, soprattutto, senza indisporre il governo con pratiche antipatiche come le lotte.
    In altri termini ci si vuole far credere che sarà possibile, grazie ad accorti discorsi, ricondurre alla retta ragione un governo che pure si accusa delle “porcate del progetto ‘buona scuola’ di Renzi e le sue presunzioni”.
    Sarebbe logico, ma evidentemente la logica non la caratterizza,  che Annamaria Furlan si mettesse d’accordo con se stessa: se siamo di fronte ad un governo che fa porcate occorre agire di conseguenza.
    Come si suol dire, e sulla base dell’esperienza passata, basta aver fede. Peccato che noi in Annamaria Furlan e nella CISL fiducia non ne abbiamo.
    Al contrario, visto che non è la prima volta che la CISL spezza una mobilitazione, ricordiamo il 2008 quando si accordò con un governo che stava tagliando l’organico in misura notevolissima, ci domandavamo solo quando avrebbero fatto il salto della quaglia. Leggiamo comunque quanto scrive

“….Nessun passo indietro e nessun sconto a Renzi. Siamo contro il blocco degli scrutini, in maniera chiara e non ambigua come stanno facendo alcuni sindacati.
Non cadiamo nel tranello alimentato da molta stampa di spostare l’attenzione sulle forme di lotta piuttosto che sui contenuti che il Sindacato propone. Inoltre col Governo si è aperto un confronto e la Cisl, come ha sempre fatto, cercando ogni occasione di confronto per trovare soluzioni e modificare il disegno di Legge sulla Scuola.
SIAMO SINDACATO AL 100%. LA CISL NON È IN PIAZZA SOLO PER FINALIZZARE LA LOTTA FINE A SE STESSA. SIAMO PROTAGONISTI NELLA MOBILITAZIONE E IN TUTTE LE PIAZZE.
IL NOSTRO OBIETTIVO È QUELLO DI EVITARE CHE LE PORCATE DEL PROGETTO “BUONA SCUOLA” di RENZI E LE SUE PRESUNZIONI FACCIANO DANNO ALLA SCUOLA ED A TUTTO IL PAESE.”

Per parte nostra, noi crediamo che l’aggressività del governo nasconda, male, il suo nervosismo e la sua debolezza e che proprio adesso serva la massima chiarezza, ogni cedimento in cambio di “concessioni” marginali e risibili, ogni sottrarsi all’azione vanno denunciati per quello che sono: un passare dall’altra parte.

La CUB Scuola Università Ricerca ha indetto lo sciopero degli scrutini e ritiene che vi siano le condizioni, se sapremo essere uniti al di là delle divisioni che il governo cerca di creare, per arrivare al blocco ad oltranza.

Per la CUB Scuola Università Ricerca
Il Coordinatore Nazionale
Cosimo Scarinzi

SITUAZIONE DIFFICILE E INSOSTENIBILE DEL PERSONALE ATA

Lettera del Vice Presidente Nazionale A.N.A.AM. Scuola al Presidente Matteo Renzi:

Gentile Presidente,
in questi mesi ha preso “a cuore” il settore scuola, dapprima con un documento chiamato “Buona Scuola”, poi con proclami di un decreto legge per poi “democraticamente” ritornare sui suoi passi e proporre un disegno legge. In questi mesi l’abbiamo vista impegnato in trasmissioni radiofoniche e televisive, a “twittare e postare” sui social network, non ultimo abbiamo saputo che ha inviato una lettera tramite mail a tutti i docenti del settore scuola. Ci sembra strano che Lei e nessuno delle persone preposte a ciò, abbiano mai pensato che nelle scuole opera anche il personale amministrativo tecnico ausiliario al fine di rendere fondamentale il suo buon funzionamento.

Ebbene si, caro Presidente, nella scuola “ci siamo anche noi” … I COLLABORATORI SCOLASTICI.

Noi collaboratori scolastici che ogni mattina e sera garantiamo l’apertura e la chiusura delle scuole italiane, noi che siamo il primo personale di riferimento per migliaia di bambini e famiglie… noi che in molte realtà italiane vediamo affidare appalti di pulizie a ditte esterne, dove è stato stabilizzato il personale ex LSU con una spesa maggiore per il bilancio scolastico e con una percentuale del 25% di accantonamento dei posti in organico per noi ausiliari. Anche per quanto riguarda la sentenza della Corte Europea teniamo a precisare che il primo ricorso è stato presentato proprio da un ATA, ma il Governo, anziché assumerli, ha deciso di licenziarli, forse per far posto ai dipendenti in esubero di altre Amministrazioni (vedi ex Provveditorati e Provincia), non tenendo conto della specificità delle mansioni e delle retribuzioni, che sono bassissime. Noi che abbiamo visto nell’arco di un decennio diminuire drasticamente l’organico tra dimensionamento e tagli, tanto che in molte realtà si lavora con un’unità per edificio scolastico. Noi collaboratori scolastici che garantiamo la pulizia delle scuole con carichi di lavori quasi al limite dell’impossibile. Noi collaboratori che garantiamo la sorveglianza e l’assistenza ai minori e disabili.

Ebbene si, caro Presidente, nella scuola “ci siamo anche noi” … GLI ASSISTENTI TECNICI.

Noi che provvediamo all’assistenza tecnica, alle esercitazioni didattiche in compresenza del docente per almeno 24 ore settimanali e per le restanti 12 ore provvediamo alla manutenzione e riparazione delle attrezzature tecnico – scientifiche dei laboratori e alla preparazione del materiale per le esercitazioni. A noi che, per i motivi succitati, viene richiesta specifica preparazione professionale, conoscenza di strumenti e tecnologie anche complesse, con l’assenza totale di corsi di formazione ed aggiornamento da parte dell’Amministrazione.
Noi che, con una disponibilità finanziaria della scuola sempre più ridotta, siamo gli unici a poter riparare e rendere utilizzabili strumentazioni consunte che andrebbero sostituite.
Anche noi tecnici, a seguito di tagli, dobbiamo districarci contemporaneamente in più laboratori, e molte volte le lezioni laboratoriali si svolgono con il solo insegnante, il quale, se pur perfettamente in grado di svolgere la lezione ed utilizzare le attrezzature, non può garantire la piena sicurezza degli studenti che utilizzano apparecchiature elettroniche, sostanze chimiche, macchinari, fornelli di cucina ecc…
Noi che come figura professionale siamo presenti solo nelle scuole secondarie di II grado, mentre nelle scuole secondarie di I grado e nelle scuole primarie si affida a ditte e tecnici esterni la manutenzione e il supporto dei laboratori utilizzati nelle attività progettuali, presenti nel piano dell’offerta formativa o nelle attività esterne, vedi PON ecc..

Ebbene si, caro Presidente, nella scuola “ci siamo anche noi” … GLI ASSISTENTI AMMINISTRATIVI.

Si ricorda di noi? Quelli della cerchia dantesca, “dei fannulloni brunettiani”.
Noi che abbiamo una qualifica di 4° livello, che in qualsiasi altra amministrazione statale svolgeremmo ruoli di usciere e bibliotecario.
Invece noi siamo quelli che animiamo con molteplici sacrifici la macchina amministrativa – didattica della scuola. Noi, quelli che, a supporto delle famiglie, curiamo le iscrizioni degli alunni… chieda un po’ in giro a mamme e papà se, anche con l’avvento del sistema informatico di Scuole In Chiaro, molti di loro non hanno avuto bisogno del supporto delle segreterie scolastiche, o alle tante famiglie extra comunitarie che non hanno possibilità e competenze linguistiche per espletare autonomamente l’iter delle iscrizioni dei propri figli!!
Noi assistenti amministravi che da anni svolgiamo compiti di gestione del portale SIDI (istanze on line, inserimento domande personale supplente docente ed ATA, individuazione supplenti, predisposizione contratti), comunicazione obbligatoria al centro per l’impiego, richiesta certificazione antipedofilia al casellario giudiziale del tribunale via pec, elaborazione stipendi supplenti temporanei e trasmissione stipendi al portale NOIPA, pratiche di ricostruzione di carriera, gestioni pensioni, pratiche di prestiti dei dipendenti, iscrizioni e registrazioni iscrizioni alunni, statistiche alunni sul portale SIDI ed INVALSI, trasmissione infortuni dipendenti ed alunni, predisposizione e stampa delle schede di valutazione ed allegati vari, predisposizione f24, Irap, cassetto fiscale, Agenzie delle Entrate, Equitalia controllo fornitori, ordini, gare, verifiche, convenzioni, ordini di acquisto, ricerca ditte, AVCP, acquisizione Cig per acquisti e gare, schede Simog, registrazione del Dirigente Scolastico per le funzioni al Sidi, gestione Durc, scarico fatture elettroniche, pagamenti tramite OIL carico e scarico materiale del magazzino……
Caro Presidente, potevamo continuare ancora ad elencare la mole di lavoro che da anni ci è stata assegnata senza formazione e corsi di aggiornamento da parte della Pubblica Amministrazione, ma che con sacrifici e senso del dovere assolviamo ogni mattina perché dipendenti dello Stato… Alla faccia degli uscieri e bibliotecari di 4° livello di altre amministrazioni!!! Anche noi in molte realtà subiamo la decurtazione dell’organico, per la stabilizzazione di personale CO.CO.CO. addirittura pari al 50%. Anche noi abbiamo visto drasticamente calare gli organici a seguito di tagli e dimensionamenti scolastici. Abbiamo visto passare in segreterie personale docente inidoneo a discapito di colleghi precari storici.
Morale della favola, sentiamo annunciare assunzioni che riguardano, difatti, solamente i docenti e non il personale ATA.
Nelle linee guida della Buona Scuola, gli assistenti amministrativi, sono menzionati solo marginalmente a pag. 83 riguardo ai futuri risparmi derivanti dalla digitalizzazione delle segreterie con la progressiva riduzione del personale (più di 2.000 unità in meno); nella finanziaria, oltre alla riduzione già citata e ad una rivisitazione al ribasso dell’organico del personale ATA, è previsto praticamente il blocco delle supplenze creando perciò situazioni di pericolo per la mancata sorveglianza e pulizia, senza contare ritardi nell’espletamento di pratiche,o addirittura, impossibilità di portarle a termine (Il testo vieta da settembre 2015 di conferire supplenze, per sostituzione personale assente, ai collaboratori scolastici se non dopo 7 giorni, agli assistenti amministrativi, se non in scuole con meno di 3 unità di personale, e agli assistenti tecnici sempre e comunque).
Ci sentiamo veramente offesi per la scarsa, anzi nulla, considerazione da parte del Governo, e preoccupati per il futuro, soprattutto dei più giovani.
Le inviamo, inoltre, altre nostre considerazioni e proposte che speriamo possano illustrare meglio la situazione del personale ATA.
Scusandoci per il disturbo arrecato, a disposizione per ogni eventuale richiesta e/o chiarimento, porgiamo distinti saluti.

PROBLEMA N. 1:
L’autonomia scolastica ha dotato tutte le scuole di personalità giuridica, ma non ha modificato gli organici, pertanto quelli degli Istituti Comprensivi sono notevolmente esigui, sia a fronte del carico di lavoro, che è maggiore rispetto a quello di altre Istituzioni Scolastiche di grado superiore, sia in caso di assenze di colleghi non sostituiti con supplenti (chiamate giornaliere supplenti, maggior numero di personale con contratto a tempo determinato, rapporti con più comuni, etc.). Il lavoro nelle segreterie si è ulteriormente complicato in seguito alle seguenti novità: convocazioni supplenti on-line con graduatorie riprodotte molteplici volte – iscrizioni on-line – pagamento supplenze brevi sempre on-line tramite il solito SIDI, che però non è stato ampliato provocando rallentamenti o blocchi totali del sistema operativo (ripetizione inserimenti in caso di esaurimento fondi) – ricostruzioni carriera – pratiche pensioni – rilevazioni di vario genere; ciò comporta un notevole dispendio di tempo ed energia. Mancanza di sicurezza e sorveglianza per notevole riduzione dei collaboratori scolastici soprattutto nelle istituzioni con più plessi ubicati anche in più comuni.

POSSIBILE SOLUZIONE N. 1:

Aumento della dotazione organica sia di collaboratori scolastici sia di assistenti amministrativi, tenendo conto di altri parametri e non solo del numero degli alunni e non diversificandoli più tra ordini di scuole; ad esempio, in diversi Istituti Comprensivi ci sono scuole distribuite fra più comuni. Questo permetterebbe di garantire sia il servizio, che la sicurezza e la sorveglianza, che non è più possibile garantire con gli organici attuali. Inserimento negli organici di direzione didattiche, istituti comprensivi e scuole secondarie di I grado di almeno un assistente tecnico, con diminuzione di contratti esterni a ditte specializzate.

PROBLEMA N. 2:
Livelli retributivi insoddisfacenti perché rimasti invariati dal 1976 ad oggi a fronte di un titolo di studio richiesto superiore a quello del 1976 ed a un aumento notevole di mansioni e di responsabilità non previste nel nostro mansionario. Vorremmo far notare come nel tempo, dal 1976 quando bastava una 5° elementare per i bidelli e una terza media per gli applicati di segreteria, come si chiamavano allora, sono stati ulteriormente aumentati i carichi di lavoro e le responsabilità a fronte dello stesso stipendio;  ora occorre un diploma di scuola superiore o una laurea per gli assistenti amm.vi (ex applicati) e un diploma di qualifica per i collaboratori scol.ci (ex bidelli) ma la retribuzione non è mai stata cambiata e corrisponde al 3° e 4° livello della carriera esecutiva.

POSSIBILE SOLUZIONE N. 2:

Passaggio dal 4 livello come ex applicati al 5° o 6° livello come assistenti amministrativi eventualmente con un corso obbligatorio come per la prima e seconda posizione economica. Si propone pertanto per tutti gli assistenti amministrativi uno stipendio adeguato al titolo di studio ed al lavoro effettivamente svolto; non esistono lavori simili al nostro inquadrati al 4° livello (si sottolinea che l’art. 36 della Costituzione recita “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso suffic..).

PROBLEMA N. 3:
Graduatorie d’istituto di terza fascia supplenti ATA aventi nei primi posti personale senza esperienza specifica nelle scuole statali e/o proveniente da scuole private e/o paritarie, che comunque ha accumulato punteggio (collaboratori scolastici, insegnanti ecc.).

POSSIBILE SOLUZIONE N. 3:

Riaprire la 2° fascia eliminando la dicitura “ad esaurimento” e lasciarla solo per le scuole e non per gli Uffici Scolastici Provinciali o prevedere la distribuzione degli aspiranti in due sezioni nella terza fascia: nella prima dovrebbero essere inserite le persone che hanno già prestato servizio nelle scuole statali nella stessa qualifica per almeno 30 giorni (non dovrebbe essere tanto complicato, visto che nel modulo di domanda era già prevista questa casistica) e nella seconda tutte le altre. In questo modo si garantirebbe più professionalità e si aumenterebbe la produttività delle istituzioni scolastiche e si farebbero lavorare in primis persone che hanno lavorato solo in scuole statali, a volte con sacrifici e per poco tempo. Già nel passato avevamo avuto delle graduatorie diversificate in base al servizio prestato nello stato o in altre amm.ni, private o meno.

PROBLEMA N. 4:
Problema pensioni con diritti acquisiti più volte calpestati solo per i lavoratori dipendenti che producono una forza lavoro in età troppo avanzata e non lascia spazio ai giovani.

POSSIBILE SOLUZIONE N. 4:

Conservare il diritto ad andare in pensione a 60 anni con una quota da “96” a “100” prevedendo una penalizzazione sempre più ridotta man mano che l’età o gli anni contributivi aumentano (da un 10/12% ad un 2% meno).

PROBLEMA N. 5:
Copertura finanziaria per i punti n. 1, 2, 4

E per mantenere gli 80 euro, per rinnovare i contratti ai dipendenti pubblici, per non diminuire drasticamente gli organici ATA, anzi per incrementarli perché il suddetto personale è oltremodo utile e necessario come già più volte specificato, sostenendo comunque doverosamente le persone le aziende i comuni coinvolti in queste ultime drammatiche alluvioni

POSSIBILE SOLUZIONE N. 5:

Eliminazione 1° e 2° posizioni economiche ATA che verrebbero riassorbite dal passaggio di qualifica. Eliminazione “carrozzone” INVALSI. Eliminazione contratti pulizia che costano molto ma rendono poco. Eliminazione figura revisori conti per scuole. Usare tutti i risparmi generati da vari ridimensionamenti e contrazioni organici solo per il comparto scuola pubblica (news parlano di svariati fondi dirottati da risparmi pubbliche amm.ni a Expo 2015). Blocco aumenti pensioni baby: è assurdo che chi ha versato pochi anni di contributi (pensioni baby – portuali- prepensionamenti come quelli delle F.S. ecc) ritirandosi dal lavoro molto giovane ottenga anche degli aumenti che paghiamo e pagheremo noi che non possiamo andare in pensione. Eliminazione DA SUBITO varie forme di finanziamento pubblico ai partiti, che il popolo sovrano ha sempre scelto nei vari referendum di eliminare. Eliminazione e/o riduzione spese militari all’estero e degli armamenti sofisticati come gli aerei F35; riduzione auto blu e grigie; diminuzione stipendi dei politici e dei parlamentari e degli addetti alle Camere; riduzione consulenze esterne da riassegnare all’interno della P.A. o nelle Commissioni Parlamentari; riduzione affitti della P.A. verso terzi; ridiscussione trattati Europei e eliminazione vincolo di bilancio deficit/Pil del 3%; accorpamento votazioni di ogni tipo in un giorno solo già da maggio 2014 ( politiche ed europee). Da prossimo parlamento riduzione numero parlamentari e/o camera unica.

IL VICE PRESIDENTE NAZIONALE
A.N.A.AM. SCUOLA
Antonio Carrella