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Spending review consente piu’ risorse?

Scuola: Mascolo (Ugl),
spending review consente piu’ risorse?
(dall’Agenzia ANSA)
“Siamo piuttosto perplessi del fatto che facendo tanta spending review il Premier conta di investire piu’ risorse sulla scuola: non sappiamo se credere che sara’ un’altra magia o solamente un’illusione, del resto come quella di eliminare ‘alcuni privilegi’ che invece tutt’oggi restano ben saldi”.
Lo dichiara il segretario nazionale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo.
“Le idee – spiega – sembrano abbastanza confuse, mentre i proclami sono tanti e i fatti pochi. La scuola e gli addetti ai lavori necessitano di certezze: solo cosi’ il sistema scolastico italiano potra’ fornire un servizio di qualita’ ed essere competitivo anche oltre frontiera. E’ evidente come la scuola debba essere considerata il volano per la crescita del Paese e, per questo, chiediamo che venga messa fine all’indiscriminato taglio agli organici del personale, vengano previsti investimenti pluriennali per le spese di funzionamento degli istituti scolastici, si proceda alla stabilizzazione del precariato con copertura di tutti i posti vacanti in organico di diritto e all’avvio di un concreto confronto al fine di definire un nuovo sistema di reclutamento e si dia inizio all’iter per il rinnovo del ccnl di categoria”.
“Non possiamo pensare – continua Mascolo – di addebitare agli insegnanti ‘il conto’ inerente il superamento del precariato, allo stesso modo come pur essendo concordi a parlare di un sistema di progressione della carriera anche meritocratico, riteniamo indispensabile che i meccanismi per la valutazione del merito siano collegiali e non unilaterali. Siamo altresi’ concordi con il fatto che la scuola non puo’ essere cambiata solo con un decreto e, infatti, da sempre abbiamo sottolineato che occorre un percorso di riforma ampiamente condiviso dalle ‘numerose scuole di pensiero’, oltre a un ampio confronto con le parti sociali e ad un’attenta valutazione delle proposte formulate da famiglie e studenti che certamente dovranno essere tenute nella dovuta considerazione. Peccato che fino ad ora – conclude il sindacalista – il modus operandi del governo e’ stato tutt’altro e il tanto decantato snellimento della struttura amministrativa, fino a questo momento non e’ avvenuto, anzi i numerosi e confusi provvedimenti emanati dall’amministrazione hanno solo provveduto ad appesantire le condizioni di lavoro degli uffici di segreteria”.

Buoni propositi … per una buona scuola

Buoni propositi … per una buona scuola

Nella premessa del Rapporto governativo sulla scuola sembra di intravvedere l’ispirazione di tutta la revisione renziana:  “… dare al Paese una Buona Scuola significa dotarlo di un meccanismo permanente di innovazione… Un meccanismo che si alimenti con l’energia di nuove generazioni di cittadini, istruiti e pronti a rifare l’Italia, cam­biare l’Europa, affrontare il mondo.”  Se questo significa la preoccupazione, condivisibile, di  rimmetere in movimento la lenta ‘macchina’ scolastica nazionale per adeguarla ai tempi ed alle attese del Paese, non si possono se non apprezzare tali ‘buone’ intenzioni.
Si leggono poi nel libro, tra le altre, soluzioni che riecheggiano:
–  logiche meramente occupazionali : “lanciamo un piano straordinario per assumere a set­tembre 2015 qua­si 150 mila docen­ti: tutti i precari storici e tutti i vincitori e gli idonei dell’ultimo concorso” senza esprimere i criteri di tali assunzioni;
– logiche di incremento della spesa pubblica : uno sforzo economico notevole che non indica però le fonti di tale spesa.
Un ‘Rapporto’ che si presenta come un libro bianco da sottoporre alla consultazione sociale (procedura , ahimè, già vista con altri governi) esige però indicazioni chiare ed operative che, per ora, non sembrano espresse:  le risorse sono da reperire nella prossima  legge finanziaria; i provvedimenti normativi non sembrano prevedibili prima del 2015. Con tempi quindi che non appaiono certo … urgenti.
In attesa di una analisi più attenta e dettagliata e limitandoci per ora a quanto si ricava da una lettura sintetica, occorre innanzitutto riconoscere che i temi sono sicuramente decisivi (stabilità dei docenti, rapporto scuola-lavoro, gestione della scuola, dirigenza scolastica). Restano  tuttavia molte domande aperte e alcune perplessità:
1-  assunzioni
– come è possibile un impegno di assunzione di 150mila persone senza indicare nulla sulle risorse necessarie ?
– come si può, per affrontare il problema delle supplenze, parlare di organico funzionale delle scuole, cioè dell’aumento del 10% della spesa attuale, quando fin’ora abbiamo sentito solo parlare di tagli e di “senza onere” ? Magari avvenisse davvero quell’aumento !
2 –  rapporto tra scuola e lavoro
– quale modello tedesco si intende utilizzare se quello vero prevede la doppia frequenza, a partire dai 14 anni, della scuola e del lavoro in azienda ? Di questo non si legge nulla nel Rapporto;
– come si può parlare di “aumento di ore in azienda” per gli studenti degli Istituti Professionali e Tecnici
(escludendo quindi i Licei) con un passaggio da “100 a 200 ore annuali” di stage in azienda, quando questi numeri sono molto lontani dai modelli tedesco e francese a cui si dice volersi ispirare?
3 – governo delle scuole
– quale riforma degli organi collegiali si vuole fare ? Speriamo non certo quella approvata dall’ultima legislatura che comportava un affossamento dell’autonomia scolastica;
– prevedendo di formare i futuri dirigenti scolastici e di reclutarli nel prossimo concorso attraverso la nuova Scuola della P.A. (tutta da costituire) non si conduce la funzione del prèside ad una “managerialità” tutta amministrativa e burocratica, invece che preparare – come servirebbe per una scuola che si vorrebbe ‘buona’  –  persone  competenti soprattutto nelle relazioni e nella progettazione pedagogic-didattica e direttive da formare?
Si tratta solo di domane, solo nell’interesse che le … buone intenzioni non restino … sulla carta, ma abbiano le gambe per camminare e diventino reali in tutto il Paese’.
I presidi di DiSAL sono sempre stati disponibili a collaborare e costruire,  purchè si esca dal rischio di un  libro dei sogni e si vedano presto le gambe per camminare e le mani per operare.

Tfa sostegno

Tfa sostegno: Anief avvia il ricorso al Tar Lazio contro la nota MIUR n. 2143 del 18 giugno 2014

 

Per il sindacato è illegittimo negare il diritto ai docenti abilitati in diversi gradi di istruzione di ottenere il riconoscimento “a cascata” della specializzazione sul sostegno agli alunni con disabilità conseguita tramite Tirocinio Formativo Attivo. Adesioni on line sul portale Anief entro il 16 settembre 2014.

Il mancato riconoscimento dell’abilitazione “a cascata”al docente che ha conseguito una specializzazione per lo svolgimento delle attività sul sostegno, risulta incongruente con la normativa ministeriale di riferimento e il precedente indirizzo riguardo le abilitazioni conseguite “per ambito” o “a cascata” e impone ai docenti una scelta obbligata sul grado di istruzione in cui specializzarsi, penalizzando così i candidati pluriabilitati in diversi gradi di istruzione.

Quanto precisato nella nota del MIUR: “La specializzazione sul sostegno è direttamente correlata al grado di istruzione per la quale è stata conseguita. Pertanto, in caso di abilitazioni verticali a cascata, la specializzazione sul sostegno conseguita con i nuovi corsi attivati in base al dm 10 settembre 2010 n. 249 e la DM 30 settembre 2011 non vale in automatico per i tutti i gradi di scuola per cui si è abilitati” non trova alcuna giustificazione considerato che tale titolo è stato sempre assunto come una qualifica ulteriore rispetto alle abilitazioni conseguite e non come una classe concorsuale, ha visto l’espletamento dei corsi in piena analogia a quelli svolti dalle SSIS e appare persino irragionevole rispetto all’ultimo intervento del legislatore di unificare le aree nelle superiori come nelle medie.

 

Il ricorso è volto all’ottenimento del riconoscimento della specializzazione sul sostegno conseguita tramite Tirocinio Formativo Attivo, in tutti i gradi di istruzione (I/II Grado) cui il docente è abilitato in virtù della medesima procedura abilitativa “a cascata” o “per ambito”.

 

È possibile aderire al ricorso on line sul portale Anief. Scadenza adesioni: 16 settembre 2014.

NUOVO ANNO SCOLASTICO, DI MEGLIO: BUON LAVORO A TUTTI I DOCENTI

NUOVO ANNO SCOLASTICO, DI MEGLIO: BUON LAVORO A TUTTI I DOCENTI

“Auguri di buon lavoro a tutti i docenti per i quali oggi ha preso il via un nuovo anno scolastico che, nonostante le numerose difficoltà in vista, li vedrà impegnati come sempre in prima linea”. E’ quanto dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che coglie l’occasione per sfatare ancora una volta un luogo comune duro a morire: “Tra scrutini, esami di Stato, corsi per il recupero dei debiti scolastici e altre attività extra didattiche, è assurdo continuare ad affermare che gli insegnanti italiani lavorano poco. Svilire la professione docente nuoce non soltanto a chi sale in cattedra ogni giorno, ma a tutto il sistema scolastico. Occorre invece valorizzarla e perciò – conclude il coordinatore nazionale – attendiamo di conoscere nel dettaglio le linee guida che Renzi presenterà tra due giorni”.

Primi adempimenti docenti neoimmessi in ruolo

PRIMI ADEMPIMENTI, PERIODO DI PROVA E CORSO DI FORMAZIONE DOCENTI NEOIMMESSI IN RUOLO
Primi adempimenti docenti neoimmessi in ruolo
Al momento della stipula di un contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato, il docente, in base al DPR 445/00, non è più tenuto a presentare i cosiddetti documenti di rito : certificato di nascita; certificato di cittadinanza italiana ovvero di cittadinanza di uno dei paesi dell’Unione Europea; certificato generale del Casellario giudiziale; certificato di godimento dei diritti politici rilasciato dal comune ove si vota, in data non anteriore a 6 mesi; copia del foglio matricolare o certificato di esito di leva. Sono infatti sufficienti le dichiarazioni contenute nelle domande a suo tempo presentate per la partecipazione al concorso o per l’inserimento nelle graduatorie permanenti.
Non è più obbligatorio presentare documenti rilasciati dalla Pubblica Amministrazione : basta autocertificare tutto.
Un allegato al contratto richiede una serie di dichiarazioni che, al pari della mancata presentazione della certificazione di idoneità all’impiego, se non presentate in maniera veritiera, comportano l’immediata risoluzione del rapporto di lavoro e le sanzioni penali previste dall’art. 76 del DPR 445/00. Per questa ragione è necessario presentare, all’atto della stipula del contratto, una dichiarazione di certificazione prestando attenzione a riportare dati veritieri ( il relativo modello può essere richiesto alla segreteria della scuola di servizio).
Non è più obbligatorio presentare la certificazione di idoneità fisica all’impiego. L’obbligo della certificazione sanitaria di idoneità all’impiego. è stato abolito dall’art. 42 del DL 21 giugno 2013, n. 69 convertito, con modificazioni, nella legge 9 agosto 2013, n.98.
In base all’art. 145 DPR 1092/73 permane l’obbligo della dichiarazione dei servizi di ruolo e non di ruolo prestati nella scuola, nelle Amministrazioni statali, negli Enti Pubblici o alle dipendenze di privati, da libero professionista o da lavoratore autonomo. Il relativo modulo può essere richiesto alla segreteria della scuola di servizio.
La domanda di ricostruzione della carriera può essere invece presentata solo dopo la conferma in ruolo.
Periodo di prova e anno di formazione
I docenti neoimmessi in ruolo d concorso o dalle graduatorie permanenti sono nominati in prova e destinati ad un anno di formazione, ancora in gran parte definito dalle CCMM 267/91, 73/97 e dalla Nota 39 del 28/5/2001. La materia resta regolamentata dall’art. 437 del T.U. Nel Ccnl 2003 si specifica che nel contratto di lavoro individuale, per il quale è richiesta la forma scritta, è comunque, indicata la durata del periodo di prova, per il personale a tempo indeterminato.
I docenti che hanno già superato il periodo di prova in una determinata classe di concorso e siano stati nominati in ruolo in altra classe di concorso, in quanto inclusi nelle graduatorie provinciali di cui alla legge 124/99 e successive modifiche e integrazioni, o nelle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami tuttora vigenti, non sono tenuti a frequentare l’anno di formazione.
I docenti che ottengono il passaggio di cattedra che comporti anche il trasferimento di ruolo, attraverso le procedure di mobilità, devono sostenere solo il periodo di prova senza corso di formazione.
I docenti che ottengono solo il passaggio di cattedra che “non integri anche trasferimento di ruolo il periodo di prova non deve essere ripetuto” (Consiglio di Stato – Sez. II, parere n. 583/1978 e CM 88/80) non sono soggetti né all’anno di prova né all’anno di formazione.
Per i docenti in periodo di prova, assunti a tempo indeterminato dopo il ventesimo giorno dall’inizio dell’anno scolastico, e quindi obbligati a raggiungere la sede definitiva solo dall’inizio dell’anno scolastico successivo, l’anno in corso sarà valido, ai fini della prova, se prestato nella cattedra o posto per il quale la nomina è stata conseguita o anche nell’insegnamento di materie affini: in tal caso si considerano utili al superamento del periodo di prova anche le supplenze prestate dall’inizio dell’anno scolastico corrente fino al momento dell’assunzione a tempo indeterminato “in prova”.
L’ anno di prova ed il corso di formazione possono essere svolti anche nella provincia in cui è stata ottenuta l’assegnazione provvisoria, previo rilascio del nulla osta da parte dell’USP della provincia di titolarità.
Periodo di prova
La prova ha la durata dell’anno scolastico, con almeno 180 giorni di servizio effettivamente prestato nella cattedra di nomina, anche per un orario inferiore a quello di cattedra, e “in tutti i casi di utilizzazione previsti dall’OM 93/91, in quanto tali utilizzazioni sono del tutto assimilate, ai fini che interessano, agli altri compiti istituzionali” (CM 267/91 punti 3 e 4). A titolo esemplificativo sono da ritenersi utili:
a) le attività didattico-educative e psico-pedagogiche ai sensi del comma 6 dell’art. 14 della Legge n. 270/82;
b) l’utilizzazione per corsi ed iniziative di istruzione finalizzati al conseguimento dei titoli di studio;
c) la messa a disposizione per supplenze;
d) le attività inerenti al funzionamento degli organi collegiali;
e) l’utilizzazione su insegnamenti affini, anche in istituti e scuole superiori da parte di docenti di scuole medie e viceversa;
f) l’utilizzazione in attività di sostegno ad alunni portatori di handicap negli istituti di istruzione secondaria di II grado ed artistica;
g) l’utilizzazione in attività di coordinatore dei servizi di biblioteca o di orientamento scolastico (per i docenti di scuola secondaria di II grado ed artistica), e in attività di operatore tecnologico o psicopedagogico (per i docenti di scuola elementare e secondaria di I grado).
I periodi computabili per il compimento dei 180 gg :
1.
giorni di lezione
2.
le domeniche, gli altri giorni festivi, le 4 giornate di riposo, le vacanze pasquali e natalizie, il giorno libero, se ricadenti in un periodo di servizio;
3.
i giorni compresi nel periodo che va dall’inizio dell’anno scolastico (1 settembre) all’inizio delle lezioni se il collegio docenti si è riunito in questo periodo;
4.
gli esami di stato;
5.
interruzioni dovute a cause di pubblico interesse (elezioni, disinfestazioni, neve, ecc.);
6.
i corsi di formazione e aggiornamento organizzati dal Csa (art. 438 comma 3 T.U.) e dall’istituto;
7.
il primo mese di congedo di Maternità;
8.
i giorni di astensione dal lavoro per sciopero.
Non sono computabili : i periodi di ferie, permessi retribuiti e non, le assenze per malattia,le aspettative, eccetto quelle parlamentari;i periodi di chiusura della scuola per vacanze estive, ad eccezione dei periodi di partecipazione alle sessioni di esame; le due giornate che vanno aggiunte alle ferie ai sensi della Legge 23.121977 n. 937.
Il rinvio ai successivi anni scolastici per numero insufficiente di giorni di servizio (meno di 180) può avvenire più volte senza limitazioni.
Corso di formazione
Durante il periodo di prova il personale docente , a cui il Collegio docenti affianca un tutor, è ammesso ad un anno di formazione che “ha inizio con l’anno scolastico dal quale decorrono le nomine e termina con la fine delle lezioni … Ai fini della conferma in ruolo i docenti, al termine dell’anno di formazione, discutono con il comitato per la valutazione del servizio (vedi Organi collegiali, ndr) una relazione sulle esperienze e attività svolte” (art. 440 T.U.).
Le attività seminariali hanno una durata di 40 ore da svolgersi durante tutta la durata dell’anno scolastico.
Le assenze giustificate non potranno superare 1/3 del monte ore previsto (13 ore).
I coordinatori degli incontri rilasceranno un attestato di partecipazione che andrà presentato al comitato di valutazione per il servizio, presso il quale il docente dovrà sostenere la discussione finale vertente su una relazione sulle esperienze e le attività svolte da lui preparata.
E’ compito del dirigente curare alla fine dell’anno scolastico la relazione conclusiva sull’anno di formazione di ciascun docente.
Il comitato, sulla base della relazione del docente e di altri elementi forniti dal capo d’istituto, esprime il proprio parere su cui si baserà lo stesso dirigente scolastico per decretare:
1.
la conferma in ruolo dall’inizio dell’anno scolastico successivo, con provvedimento definitivo;
2.
la dispensa dal servizio (art. 129 Dpr 3/57), sentito il Consiglio Scolastico Provinciale per i docenti di materna, elementare e media, o il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione per la secondaria superiore;
3.
l’eventuale restituzione al ruolo di provenienza;
4.
la proroga: a) per acquisire maggiori elementi di valutazione, una sola volta nell’anno scolastico successivo (previa consultazione del CSP o CNPI); b) perché non sono stati prestati i 180 giorni di effettivo servizio, il rinvio può avvenire per più volte senza limitazioni. Nel caso di legittimi impedimenti al raggiungimento dei 180 giorni (maternità, servizio militare o civile, giudice popolare e cariche elettive) è prevista la retrodatazione della nomina con effetti economici solo per l’assenza determinata dal congedo di Maternità (vedi).
La lavoratrice madre in astensione obbligatoria che abbia però compiuto i 180 giorni di servizio nell’anno scolastico, può sostenere, previa autorizzazione del suo medico di fiducia, la discussione della relazione finale col Comitato per la valutazione del servizio, al fine di veder definito il superamento dell’anno di formazione con la relazione del Capo d’istituto (circ. telegrafica n. 357 del 2.11.1984).
Ricostruzione di carriera
Consigliamo di presentare le pratiche per la ricostruzione subito dopo aver superato il periodo di prova. Infatti la ricostruzione di carriera consente maggiori benefici economici che derivano dal nuovo inquadramento economico risultante dalla maggiore anzianità di servizio derivante dal computo di tutti i servizi effettuati negli anni precedenti.
Assunzione nella sede definitiva di titolarità
Ai neoimmessi in ruolo è stata attribuita una sede provvisoria. Quando a Marzo 2015 uscirà l’ordinanza sulle operazioni di mobilità, (sui trasferimenti per intendersi meglio), i neoimmessi in ruolo dovranno presentare domanda per ottenere la sede definitiva di titolarità, altrimenti la sede viene loro conferita d’ufficio.

Primi adempimenti personale ATA neoimmesso in ruolo

PRIMI ADEMPIMENTI, PERIODO DI PROVA E RICOSTRUZIONE CARRIERA PERSONALE ATA NEOIMMESSO IN RUOLO
Primi adempimenti personale ATA neoimmesso in ruolo
Al momento della stipula di un contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato, il personale della scuola, in base al DPR 445/00, non è più tenuto a presentare i cosiddetti documenti di rito : certificato di nascita; certificato di cittadinanza italiana ovvero di cittadinanza di uno dei paesi dell’Unione Europea; certificato generale del Casellario giudiziale; certificato di godimento dei diritti politici rilasciato dal comune ove si vota, in data non anteriore a 6 mesi; copia del foglio matricolare o certificato di esito di leva. Sono infatti sufficienti le dichiarazioni contenute nelle domande a suo tempo presentate per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento 24 mesi.
Non è più obbligatorio a presentare documenti rilasciati dalla Pubblica Amministrazione : basta autocertificare tutto.
Un allegato al contratto richiede una serie di dichiarazioni che, al pari della mancata presentazione della certificazione di idoneità all’impiego, se non presentate in maniera veritiera, comportano l’immediata risoluzione del rapporto di lavoro e le sanzioni penali previste dall’art. 76 del DPR 445/00. Per questa ragione è necessario presentare, all’atto della stipula del contratto, una dichiarazione di certificazione prestando attenzione a riportare dati veritieri.
Non è più obbligatorio presentare la certificazione di idoneità fisica all’impiego. L’obbligo della certificazione sanitaria di idoneità all’impiego. è stato abolito dall’art. 42 del DL 21 giugno 2013, n. 69 convertito, con modificazioni, nella legge 9 agosto 2013, n.98.
In base all’art. 145 DPR 1092/73 permane l’obbligo della dichiarazione dei servizi di ruolo e non di ruolo prestati nella scuola, nelle Amministrazioni statali, negli Enti Pubblici o alle dipendenze di privati, da libero professionista o da lavoratore autonomo. Il relativo modulo può essere richiesto alla segreteria della scuola di servizio.
La domanda di ricostruzione della carriera può essere invece presentata solo dopo la conferma in ruolo.
Periodo di prova
Il superamento di tale periodo varia, in base all’art. 45 del CCNL, secondo il profilo:
Profilo
Periodo di prova
AREA A – Collaboratore Scolastico
2 mesi
AREA B – Assistente Amministrativo
4 mesi
AREA B – Assistente Tecnico
4 mesi
AREA D – DSGA (subordinato allafrequenza di un corso di formazione)
4 mesi
Per calcolare i 2 o 4 mesi si computano :
1.
giorni di effettivo servizio;
2.
le domeniche e tutte le festività;
3.
interruzioni dovute a cause di pubblico interesse (elezioni, disinfestazioni, ecc.);
4.
i giorni di astensione dal lavoro per sciopero.
Non sono invece computabili : i periodi di ferie, permessi retribuiti e non, le assenze per malattia. In caso di assenze per malattia il collaboratore scolastico ha diritto alla conservazione del posto per un periodo massimo di sei mesi.
Il periodo di prova si considera superato se, trascorso il periodo previsto dalla firma del contratto, non si ricevono comunicazioni contrarie dal dirigente scolastico. In quest’ultimo caso si ha diritto alla proroga del periodo di prova.
Ricostruzione di carriera
Consigliamo di presentare le pratiche per la ricostruzione subito dopo aver superato il periodo di prova. Infatti la ricostruzione di carriera consente maggiori benefici economici che derivano dal nuovo inquadramento economico risultante dalla maggiore anzianità di servizio derivante dal computo di tutti i servizi effettuati negli anni precedenti.
Assunzione nella sede definitiva di titolarità
Ai neoimmessi in ruolo è stata attribuita una sede provvisoria. Quando a Marzo 2015 uscirà l’ordinanza sulle operazioni di mobilità, (sui trasferimenti per intendersi meglio), i neoimmessi in ruolo dovranno presentare domanda per ottenere la sede definitiva di titolarità, altrimenti la sede viene loro conferita d’ufficio.

ALL’ATTENZIONE DEL GOVERNO DUE PRIORITA’ E UNO STRUMENTO PER REALIZZARLE

L’ADI PONE ALL’ATTENZIONE DEL GOVERNO DUE PRIORITA’ E UNO STRUMENTO PER REALIZZARLE

In attesa delle decisioni governative, l’ADI propone due sole priorità, capaci di innescare  innovazioni che facciano uscire la scuola dalle acque stagnanti dello status quo: 1) la trasformazione degli Istituti Professionali statali, 2) il liceo quadriennale. E indica come strumento per una loro efficace realizzazione l’avvio di Istituti Autonomi a Statuto Speciale

1) TRASFORMAZIONE DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI STATALI. Non si può più rimanere ciechi di fronte al fallimento dell’Istruzione professionale statale e alle gravi conseguenze che porta con sé, soprattutto nelle regioni del Sud dove è assente l’Istruzione e Formazione Professionale regionale. l’ADI considera pertanto priorità assoluta   il  riordino degli Istituti Professionali Statali, con queste indicazioni: a) eliminazione dell’attuale Istruzione professionale statale (come è avvenuto di fatto a Trento e Bolzano), b) trasformazione degli Istituti Professionali in parte  in Istituti Tecnici ( per alcune specializzazioni), e in parte in Istituti ai quali sia assegnato lo svolgimento  delle qualifiche e dei diplomi quadriennali  dell’Istruzione e Formazione Professionale regionale. Non è sufficiente la semplice estensione del modello di sussidiarietà complementare, occorre il varo di un decreto che attribuisca a questi Istituiti effettiva autonomia di budget, di assunzione del personale e di flessibilità organizzativa: ISTITUTI AUTONOMI A STATUTO SPECIALE , sul modello della prima esperienza inglese delle Academies.

2) LA SVOLTA DEL LICEO QUADRIENNALE:  ADI esprime la convinzione che il liceo quadriennale possa rimettere in moto le nostre scuole e scuotere la polvere della mediocrità. Può dimostrare  che si possono superare i modelli inflattivi dei tempi scolastici e i  curricoli enciclopedici, e perseguire la vera finalità del liceo del 21° secolo: rendere gli studenti autonomi. Non ultimo può sviluppare risposte inedite alla pressante domanda di fare di più e meglio con meno.

Anche il liceo breve ha necessita di una situazione di reale autonomia, di nuovo si rivendica lo strumento degli Istituti autonomi a statuto speciale.

3)INFINE UNA COMUNICAZIONE:  ADI HA CONFERITO A MARIO GIACOMO DUTTO, GIA’ DIRETTORE DEL MIUR, IL TITOLO DI SOCIO ONORARIO. Non è comune che un’associazione professionale  conferisca un tale titolo a un ex Direttore del Ministero della Pubblica Istruzione. Ma la carriera di Mario Giacomo Dutto, PhD, rappresenta un esempio raro di “carriera scolastica ideale” iniziata come docente, poi dirigente scolastico e ispettore fino ai vertici del Ministero. Nel suo ruolo di Direttore degli ordinamenti, Dutto non ha mai dimenticato la sua formazione legata al “fare scuola”. E’ una delle rarissime figure che, con la qualità del loro lavoro, hanno dimostrato come la presenza di persone di scuola all’interno dell’Amministrazione sia una delle “rivoluzioni” culturali e gestionali più significative per l’istruzione nel nostro Paese.

Alessandra Cenerini

Presidente nazionale ADi, Associazione Docenti e Dirigenti scolastici Italiani

Registri on-line, precisazioni

Registri on-line, precisazioni del sindacato SAB.

 

Al fine di fornire massima informativa tra il personale docente, anche in seguito a richieste di chiarimenti in merito all’oggetto, il sindacato SAB tramite il segretario generale prof. Francesco Sola, precisa quanto segue.

L’operazione di sostituzione integrale del registro cartaceo non potrà avvenire fino a quando non sarà emanato il piano di dematerializzazione delle procedure amministrative, secondo quanto previsto dall’articolo 7, comma 27, del decreto legge 95/2012.

Inoltre, l’uso del registro on line è soggetto alla validazione della firma elettronica, che deve avvenire attraverso un complesso sistema di crittografia.

In materia, il Ministero è intervenuto con la sola nota prot. n. 1682/U del 3/10/2012 dal contenuto meramente interlocutorio.

Nessun obbligo dunque sussiste per le scuole di dotarsi di registri elettronici, fino a quando non verrà realizzato il Piano di dematerializzazione da parte del MIUR, che dovrà essere approvato dal Garante per la Privacy.

Al di là degli aspetti non secondari del provvedimento, quale la privacy, occorre tener presente che quasi sempre esiste il problema di infrastrutture digitali come la velocità di connessione internet.

Né si può ritenere fattibile, sia pure in presenza di delibere collegiali, che il docente provveda con mezzi propri (computer o tablet), per svolgere attività e procedure on line.

Contrastanti sono quelle delibere che prevedono la compilazione del registro on line al di fuori dell’orario d’insegnamento; non praticabile quindi la prassi invalsa qualora, per ovviare alla mancanza di adeguate postazioni internet all’interno di ogni classe, si consente al docente di utilizzare il PC di casa.

F.to prof. Francesco Sola

Segretario Generale SAB

N ITALIA IL 63% DEI RAGAZZI FRA I 16 E I 18 ANNI A RISCHIO ABBANDONO

SCUOLA; DON MAZZI (EXODUS): “IN ITALIA IL 63% DEI RAGAZZI FRA I 16 E I 18 ANNI A RISCHIO ABBANDONO”

In questi giorni il Governo è alle prese con la riforma della scuola, un tema rispetto al quale molti giovani italiani hanno ancora problemi. Infatti il 63,1% dei ragazzi di età compresa fra i 16 e i 18 anni è a rischio abbandono scolastico. La percentuale rimane alta anche nella fascia d’età fra i 14 e i 16 anni, dove i ragazzi che rischiano di abbandonare i banchi di scuola sono il 49,8%, mentre per gli under 14 si scende al 17,8%.

E’ quanto emerge da un’indagine svolta dalla Fondazione Exodus, l’associazione fondata da Don Antonio Mazzi che da oltre 25 anni combatte in Italia il fenomeno della dispersione scolastica grazie al progetto “Donmilani2”.

Nel 65% dei casi infatti il disagio sociale sfocia nella litigiosità e nel conflitto, nel 57% in condotte avventate, nel 55% nell’abitudine a mentire, nel 40% nella violazione della legge, nel 30% nell’uso di stupefacenti. Il malessere vissuto dai ragazzi viene manifestato soprattutto nel rapporto distorto col cibo per affrontare il senso di inadeguatezza o come reazione a condizione di stress particolare. Tendono ad avere eccessi nell’uso di caffè o di prodotti energizzanti, uso di anabolizzanti, uso di farmaci senza prescrizione medica. Sono molto prematuri nei primi approcci al fumo e all’alcol, utilizzo di smart drugs, trasgressioni stradali nella guida di motocicli, sesso precoce e non protetto.

Per analizzare e cercare di prevenire il fenomeno della dispersione scolastica l’Associazione Mille Giovani Per La Pace (Gruppo Exodus) organizza a Cassino il 2 settembre 2014, presso il rettorato dell’Università di Cassino, l’incontro “Adolescenze difficili e disagio scolastico”, con la presenza di Roberto Reggi, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

L’incontro sarà anche l’apertura dell’ormai tradizionale meeting “Mille Giovani Per La Pace”, giunto quest’anno alla XX edizione che si svolgerà dal 2 al 7 settembre a Cassino sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Parlamento Europeo, della Regione Lazio, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Consiglio Regionale del Lazio, della Giunta Regionale del Lazio, della Provincia di Frosinone, del Comune di Cassino, dell’Università degli studi di Cassino e dell’Abbazia di Montecassino.

L’evento, che quest’anno avrà come tema “Apriamo strade impossibili” prenderà il via con l’arrivo della Carovana del 30° anniversario di Exodus, che porta a Cassino la fiaccola accesa il 25 marzo scorso a Gerusalemme e portata nelle principali città d’Italia da oltre 400 ragazzi fra i 20 e i 30 anni (per maggiori informazioni www.millegiovaniperlapace.it).

I ragazzi incontreranno Don Maurizio Patriciello (Terra dei fuochi), Pino Ciociola (Avvenire), Michele Kettmaier (Fondazione Ahref), Mons. Bregantini (Arcivescovo di Campobasso), Giacomo D’Arrigo (Agenzia Nazionale Giovani), Nicola Zingaretti (presidente Regione Lazio), Simona Bonafé (parlamentare europea), David Sassoli (Vice presidente parlamento europeo), Franco Taverna (coordinatore nazionale Exodus), Don Antonio Mazzi (presidente di Exodus); persone che spendono la loro vita per essere “operatori di pace” e saranno protagonisti di attività educative con i più piccoli.

“Il Governo italiano – dichiara Don Antonio Mazzi, presidente di Exodus – è tornato in questi giorni a parlare della riforma della scuola, una riforma che noi riteniamo assolutamente necessaria vista la situazione che la Fondazione Exodus tocca ogni giorno con mano. I nostri volontari sono impegnati da tanti anni nell’aiuto ai giovani in condizioni di maggiore disagio e alle loro famiglie, ma spesso il nostro impegno, seppur molto importante, non basta se non è coadiuvato da un sistema che funziona bene”.

“Il Meeting “Mille Giovani per la Pace” è un appuntamento importante per la nostra associazione e per i giovani che vi prendono parte, è per questo che abbiamo deciso quest’anno di organizzare anche un incontro sul problema della scuola, un problema che ancora oggi persiste e che va affrontato con decisione”.

Basta proclami attuare soluzioni reali

Scuola: Mascolo (Ugl),
basta proclami attuare soluzioni reali
(dall’Agenzia ANSA)
“Se vogliamo una scuola di qualita’ dobbiamo finirla con i proclami e dobbiamo cercare di attuare soluzioni reali e definitive”.
Lo dichiara il segretario nazionale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo, spiegando che il rinvio in Consiglio dei ministri del Piano Scuola “e’ l’ennesima conferma che il Governo ha le idee poco chiare sulle politiche scolastiche da attuare”.
“Ci aspettavamo – continua il sindacalista – un esito diverso e soprattutto concreto, ma i provvedimenti unilaterali e senza un ampio confronto con le parti sociali non fanno altro che far regnare l’incertezza, mentre la scuola italiana necessita di organici stabili e garanzie di investimenti pluriennali per il funzionamento. Ricordiamo al Premier Renzi – conclude -, ancora una volta, che urge riaprire la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro di categoria e per un nuovo sistema di reclutamento, ma e’ altrettanto urgente, proprio in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico, pensare alla stabilizzazione degli organici con copertura di tutti i posti vacanti in organico di diritto. Se si decidesse di attuare un confronto serio da parte dell’Ugl non potra’ che esserci la piu’ ampia disponibilita'”

QUOTA 96, MANIFESTAZIONE CONTRO “BEFFA DI STATO”

QUOTA 96, DOMANI GILDA A MANIFESTAZIONE CONTRO “BEFFA DI STATO”

Una delegazione della Gilda degli Insegnanti sarà in piazza Santi Apostoli domani mattina a Roma per partecipare alla manifestazione indetta dal Comitato Civico Quota 96 contro la beffa di Stato andata in scena il 4 agosto.
“I 4000 docenti ai quali è stato negato il diritto legittimamente maturato di andare in pensione – afferma la Gilda – sono vittime di una grave ingiustizia che il Governo deve risolvere reperendo le risorse economiche dai tagli agli sprechi”.

Oltre al pasticcio di Quota 96, quello delle pensioni è un tema caldo per tutti i docenti costretti a rimanere in cattedra fino a 66 anni. Per sciogliere questo nodo, la Gilda rilancia la proposta di consentire su base volontaria l’accesso al part time negli ultimi 5 anni di lavoro a parità di retribuzione e di sfruttare la professionalità e l’esperienza dei docenti prossimi alla pensione impiegandoli come tutor dei nuovi insegnanti.

Verso il sistema nazionale di valutazione

Convegno Regionale UIL Scuola Puglia

Verso il sistema nazionale di valutazione: il ruolo della dirigenza scolastica per l’orientamento al miglioramento del servizio

VENERDI’ 29 AGOSTO 2014 – ORE 9
CASTELLO ANGIOINO – VIA C. COLOMBO, 26 (Lungomare) – MOLA DI BARI

PROGRAMMA
Ore 9,00 Registrazione partecipanti

Ore 9,30 Indirizzi di saluto
Stefano Diperna – Sindaco di Mola di Bari
Alba Sasso – Assessore Diritto allo Studio Regione Puglia

Ore 9,40 Apertura dei lavori
Giovanni Verga – Segretario Generale Regionale UIL Scuola Puglia

Ore 9,50 Interventi
Il bilancio sociale quale strumento per il miglioramento del servizio scolastico
Mario Melino – Ispettore Tecnico USR Puglia

Il Dirigente Scolastico: tra autonomia e valutazione
Anna Cammalleri – Vice Direttore Generale USR Puglia

Il programma di Governo per la Scuola
Angela D’Onghia – Sottosegretario di Stato Ministero dell’Istruzione

Ore 12,15 Conclusioni
Massimo Di Menna – Segretario Generale Nazionale UIL Scuola

Ore 13,00 Sospensione – Colazione di lavoro

Ore 15,00 Tavola rotonda “Adempimenti preordinati al regolare avvio dell’anno scolastico”

Coordinano:
Dario Cillo – Dirigente Scolastico IISS “Scarambone” Lecce
Antonio d’Itollo – Dirigente Scolastico Liceo Classico “Flacco” Bari

Modera i lavori
Vincenzo Fiorentino – Segretario Regionale Dipartimento Area V UIL Scuola

Programma Convegno

Scheda adesione

Chi ben comincia …non è neanche a metà dell’opera

Chi ben comincia …non è neanche a metà dell’opera
Nuove immissioni di dirigenti scolastici

A tre giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, con tempistica inconsueta è giunta agli Uffici scolastici regionali la Nota n.1834S  del Ministero dell’istruzione che, a seguito della Nota della Ragioneria dello Stato, autorizza 620 nuove nomine di dirigenti scolastici suddivisi nelle diverse regioni italiane.
“Un ‘last minute’ – ha dichiarato il presidente nazionale dell’Associazione Ezio Delfino – mai accaduto nella scuola che offre una boccata d’ossigeno al problema delle numerose scuole in reggenza (oltre 1600) che l’Associazione DiSAL da anni ha sollevato, nel silenzio generale di diversi sindacati, dei politici e della amministrazione scolastica”.
Un bottino a metà, dunque che ridimensiona solo parzialmente l’emergenza reggenze che riguarda ancora 607 altri istituti distribuiti in tutta la penisola (a cui occorre sempre aggiungere la reggenza di altri 475 istituti sottodimensionati che resteranno senza direzione scolastica), come recita la stessa Nota della Ragioneria. Chi ben comincia… è (esattamente) a ..  meno di metà dell’opera!!
Resta il problema della Campania dove la graduatoria dei dirigenti scolastici aventui diritto per le nuove nomine non esiste ancora.
La decisione del Ministero, da accogliere con favore, non spiega però, tuttavia, come mai con lo stesso tempismo il Governo abbia emesso qualche settimana fa il provvedimento, di natura esattamente contraria, che ha bloccato le proroghe per i dirigenti anziani a fine servizio che avevano espressamente dichiarato la disponibilità a proseguire: una considerazione più attenta avrebbe potuto consentire una direzione stabile per altre ulteriori 180 scuole.
All’infausto istituto delle reggenze, che quindi rimane attivo per 1078 scuole (!) rimane collegato il tema del dimensionamento scolastico che, ingigantendo le unità scolastiche fino a 1500-2000 alunni spesso suddivisi su più plessi e territori, ha portato il numero delle Istituzioni scolastiche autonome in Italia ad un numero di quasi la metà di quello francese, inglese e tedesco.
“Ne consegue – ha concluso il presidente Delfino –  che certa politica, certo sindacato ed una certa mentalità diffusa anche in chi si occupa di scuola porta sempre più la figura del dirigente scolastico ad assumere una funzione puramente amministrativa e burocratica, proprio in un momento in cui occorrerebbe un ‘presidio’  di governo delle singole istituzioni scolastiche responsabile, attento e protagonista di una direzione educativa e culturale, a servizio della libertà educativa dei docenti e delle famiglie”.