Maometto a scuola

Maometto a scuola
L’immagine della cultura araba e del mondo islamico nei manuali di storia per gli Istituti Professionali

Abstract

Questa ricerca ha lo scopo di analizzare l’immagine del mondo islamico e della cultura araba nei manuali di storia adottati nella scuola italiana (con particolare attenzione agli Istituti Professionali), per verificare se i nostri ragazzi hanno strumenti adeguati per conoscere questa realtà che i fenomeni migratori rendono molto attuale. E’ vero che gli studenti hanno a disposizione anche altri strumenti di conoscenza (ad es. i media o gli stessi compagni stranieri), ma il libro risulta rivestito di un’autorevolezza che i ragazzi non mettono in discussione e spesso si tratta dell’unico testo storico che gli studenti hanno a disposizione.

Sono stati presi in considerazione sette manuali per il triennio degli Istituti Professionali che rappresentano oltre l’84% delle adozioni; questi sono stati poi confrontati con il manuale più adottato nel biennio e quello più adottato nel triennio dei Licei e degli Istituti Tecnici.

A una prima ricognizione delle pagine in cui si parla del mondo islamico e della cultura araba nei manuali emerge che l’argomento è un fiume carsico che appare in alcuni punti (la nascita dell’Islam, Poitiers, le crociate, Lepanto, Napoleone in Egitto, l’indipendenza greca, l’imperialismo, la decolonizzazione etc); si osserva inoltre una certa omogeneità dei contenuti: tutti i testi parlano più o meno delle stesse cose. Si è reso dunque necessario uno sguardo più ravvicinato; sono stati scelti tre argomenti campione: la nascita dell’Islam, Poitiers e le crociate.

Le ragioni per cui ho selezionato questi temi sono presto dette: l’età moderna nei manuali è trattata di solito da un punto di vista molto eurocentrico, dunque c’è pochissimo materiale sull’argomento studiato (per. es. si trovano riferimenti ai Turchi solo negli incisi: “Costantinopoli, che nel frattempo era stata conquistata dai Turchi, divenne…”); la parte dell’età contemporanea che offre più materiale (dal secondo dopoguerra: la decolonizzazione, i conflitti israelo-palestinesi, l’emergere del radicalismo) non è di solito svolta in classe quindi non ha ricadute sugli studenti; infine i capitoli in cui viene presentato l’Islam sono fondamentali perché forniscono i concetti e le interpretazioni che verranno poi utilizzati nei capitoli successivi (col risultato che l’Islam appare monolitico e senza evoluzione).

A questo punto ho elaborato una griglia di analisi per raccogliere e quantificare dati oggettivi precisi e confrontabili per verificare la fondatezza delle generiche accuse di inaffidabilità rivolte ai nostri manuali dai pochissimi autori che si sono occupati del tema. Ho analizzato il libro in tutti gli aspetti: il testo, gli approfondimenti, l’apparato iconografico e gli esercizi, osservando anche le interazioni tra testo principale e paratesto, ad es. il ruolo delle immagini e i fraintendimenti a cui queste sono spesso soggette. E’ la parte più sostanziosa dello studio e – per quanto riguarda la scarna bibliografia italiana sul tema – la più innovativa; è presentata nell’Appendice 1, ma costituisce il cuore della tesi: si può dire che i tre capitoli dello studio descrivono e traducono in parole quanto vi si trova[1].

Quali conclusioni permette di trarre questa ricerca? In primo luogo si nota che i manuali non sono affetti (per ora) da quell’islamofobia alla Fallaci che invece si riscontra spesso in altri settori della società civile italiana.

Tuttavia ci sono alcuni aspetti critici presenti in proporzione diversa nei vari manuali: accanto a veri e propri errori (ad esempio Allah considerato nome proprio e non semplicemente la parola araba per dire Dio: anche gli arabi cristiani pregano Allah; d’altra parte non diciamo che gli anglicani credono in “God”) si notano omissioni (ad esempio si parla della pietra nera ma non si spiegano le ragioni di tale devozione: col risultato paradossale che i musulmani sembrano idolatri). Inoltre la semplificazione eccessiva porta a una ricostruzione che non rende ragione della complessità e molteplicità del mondo musulmano; dal momento che della visione islamica del mondo si parla solo quando si affronta la nascita dell’Islam, la rappresentazione che ne deriva è in un certo senso “fossile”, come se nei suoi quattordici secoli di storia nulla fosse cambiato; e se si parla del presente, i fenomeni del radicalismo diventano l’unico volto dell’Islam contemporaneo. Sono poi frequenti i casi di “closed views” (come un rapporto britannico sull’islamofobia nella scuola definisce lo sguardo prevenuto o carico di pregiudizi[2]), ad es. la relazione con l’Islam è descritta in termini per lo più militari, mentre non si mostra l’eredità comune; la conseguenza è che emerge un’immagine violenta dell’Islam, anche perché si insiste molto sul concetto di jihad (che nella maggioranza dei casi spiegato erroneamente come “guerra santa”). A questo proposito è molto istruttivo osservare i fraintendimenti delle immagini che vengono utilizzate per illustrare i volumi: ad esempio una miniatura che rappresenta una processione festante per la fine del Ramadan viene stravolta da una didascalia che recita «la “guerra santa” (jihad) aveva come finalità di convertire i popoli all’Islam e ingrandire i territori arabi»[3]. Insomma, anche se il mondo arabo-islamico non è presentato come il Nemico, è comunque “l’altro” per definizione, e la sua descrizione è funzionale – per contrasto – alla costruzione dell’identità europea. Come si è notato, la narrazione dell’Islam è da un lato frammentaria (non si parla quasi mai di ciò che avviene tra il XIII e il XIX secolo), dall’altra il punto di vista eurocentrico dominante nei manuali deforma i fatti: si parla di Islam solo quando ha a che fare con l’Europa, quindi l’espansione araba sembra solo verso (per non dire contro) l’Europa. Tra le righe si osserva pure un punto di vista “cristianocentrico” (peraltro anche lo sguardo sul Cristianesimo non è esente da grossolanità): per spiegare il senso del pellegrinaggio si instaura un paragone tra La Mecca e Lourdes, mentre altrove si parla di “prete islamico”, categoria che proprio non si può applicare al mondo musulmano dove non esiste un clero; anche il venerdì viene assimilato alla domenica cristiana come giorno del riposo, mentre nel contesto islamico è semplicemente il giorno della preghiera comune, ma non c’è il precetto del riposo in memoria del settimo giorno come nella tradizione giudaico-cristiana.

Stefano Bigi

 


[1]   Ad esempio a p. 193 si può vedere a colpo d’occhio la quantità di spazio dedicato all’argomento, mentre a p. 195 si osserva che un solo manuale parla di “maomettano” (quindi per fortuna non è atteggiamento generalizzato come si legge in alcuni studi critici sull’argomento), ma 5 su 6 traducono erroneamente jihad come “guerra santa”.

[2]   Confronting Islamophobia in educational practice, a c. di Barry Van Driel, Trentham Books, Stoke on Trent-Sterling, 2004, pp. 26-29.

[3]   Ada Ruata Piazza e Mario Paschetto, Storia dossier, Petrini, Torino, 2003, p. 208.

L’agenda Monti: un ostacolo per l’innovazione scolastica

L’agenda Monti: un ostacolo per l’innovazione scolastica

Enrico Maranzana

 

Il senatore Monti ha scritto nell’agenda che

 

“La scuola e l’università sono le chiavi per far ripartire il Paese e renderlo più capace di affrontare le sfide globali”.

Una dichiarazione di principio condivisibile, in quanto generale, astratta e quindi vacua. Non si dice quali siano le strategie,i modi, i tempi, le risorse per conseguire gli obbiettivi. In mancanza di queste notizie è difficile esprimere approvazione o dissenso.

 

Questo scritto si limita alle proposte dell’agenda Monti a proposito delle problematiche della scuola.

 

Il modello organizzativo deve cambiare puntando su autonomia e responsabilità come principi fondanti”.

Questa affermazione é contraddetta nel programma elettorale, qui di seguito commentato.

Un’affermazione generica, astratta, che non si fa carico del vulnus dell’apparato scolastico: l’elusione della legge.

La giustificazione di questo addebito è in rete:

  • “Coraggio! Organizziamo le scuole” che indica un itinerario per disegnare una struttura decisionale conforme alla legge;
  • “Insegnare matematica dopo il riordino” che interpreta la norma fondante l’autonomia delle istituzioni scolastiche;
  • “La scuola rivedrà le stelle?” che mostra la via che conduce alla definizione di una terminologia univoca e condivisa.

 

“C’è bisogno di invertire la rotta. Per questo bisogna prendere l’istruzione sul serio. Serve rompere uno schema culturale per cui il valore dello studio e della ricerca e il significato della professione di insegnante sono stati mortificati”.

“Occorre inserire con gradualità meccanismi di incentivazione degli insegnanti, ad esempio attraverso un premio economico annuale agli insegnanti che hanno raggiunto i migliori risultati”.

L’inversione di rotta e la rottura dello schema culturale sono già sanciti dalla legge la quale recita che il sistema educativo è finalizzato alla promozione delle capacità e delle competenze dei giovani. La coerente applicazione della norma implica l’ideazione di processi d’apprendimento unitari e  la progettazione della didattica in chiave laboratoriale: le competenze non possono essere insegnate, vanno sollecitate e consolidate attraverso l’esercizio. La riqualificazione del lavoro scolastico può avvenire se e solo se la sua natura sarà riconosciuta e se il servizio sarà organizzato secondo le scienze dell’amministrazione, che il legislatore ha fatto proprie. La legge, infatti, ha ridisegnato la scuola assumendo un’ottica sistemica, ha riconosciuto la complessità del problema educativo, ha fatto della collegialità la chiave di volta.

Il lavoro scolastico riconquisterà la dignità perduta a condizione che i docenti si riapproprino dell’origine e del senso del proprio lavoro e ritirino la delega in bianco conferita agli editori.

Quanto prescritto dalla legge è agli antipodi dell’agenda Monti che ripropone la parcellizzazione della gestione scolastica, che introduce incentivi economici e che ancora la didattica al modello universitario, inefficace per la scuola.

Per approfondire si vedano in rete le argomentazioni relative a:

  • i cambiamenti strutturali introdotti a partire dal 1969: “La scuola del XXI secolo”;
  • il merito nella scuola: “Ricordati .. per il merito a scuola .. 2+2=5”;
  • l’ideazione del Piano dell’Offerta Formativa: “La promozione delle competenze”;
  • le responsabilità degli insegnanti nella scuola contemporanea: “La professionalità dei docenti: un campo inesplorato”.

 

“Gli insegnanti devono essere rimotivati e il loro contributo riconosciuto, investendo sulla qualità”. 

 “Da subito occorre completare e rafforzare il nuovo sistema di valutazione centrato su Invalsi e Indire, basato su indici di performance oggettivi e calibratisul bacino di utenza e dei livelli di entrata degli studenti”.

Queste due proposizioni, riguardanti il sistema qualità, richiedono un approfondimento: lo studio e il monitoraggio dei “processi” che caratterizzano la gestione scolastica costituiscono la necessaria premessa alla valutazione del “prodotto” del sistema formativo.

Nelle scuole il controllo interno è pratica sconosciuta per cui l’Invalsi e l’Indire, che esercitano il controllo esterno, risultano essere corpi estranei, incapaci di elevare la qualità del servizio.

Per approfondire si consulti in rete:

  • “Autonomia, organizzazione, qualità: un trinomio inscindibile” che descrive come nelle scuole il controllo di qualità sia stato sterilizzato, ridotto a puro formalismo;
  • “Prove Invalsi: un’occasione per ristrutturare la scuola” che suggerisce come portare a unità l’attività delle scuole;
  • “L’Invalsi: un edificio dalle fondamenta traballanti” che mostra come la scuola sia vista come una entità impenetrabile, i cui processi interni sono privi di significato.

“Occorre inserire con gradualità meccanismi di incentivazione dei dirigenti scolastici basati sulla valutazione del rendimento della struttura ad essi assegnata”

E’ assente la cultura sistemica, riferimento certo, che ha ispirato la nuova denominazione dell’istituzione scolastica: sistema educativo di istruzione e di formazione.

La struttura gerarchico-lineare è la forma organizzativa sottesa, forma da tempo superata dalla dottrina che ha elaborato modelli dotati di dispositivi di autoregolazione.

La proposta di premiare i dirigenti è divergente rispetto alla norma di legge che “rafforza il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza”.

Per approfondire si veda in rete:

  • “La funzione dirigenziale” che sostiene la necessità di collocare la struttura scolastica nello spazio tridimensionale abbandonando i modelli che l’appiattiscono nello spazio bidimensionale.

Concorso a cattedra: avviati i corsi di preparazione

Concorso a cattedra: avviati i corsi di preparazione alle prove scritte e orali

I corsi sponsorizzati dall’Anief sono avviati dall’Associazione Eurosofia nelle sedi di Palermo – Liceo scientifico Galilei 9-13 (28 dicembre – 29 dicembre), Napoli – Centro direzionale Pegaso 9 – 18 (29 dicembre), Roma – Sede Confedir 9 – 18 (29 dicembre), in base a tutte le pre-adesioni pervenute al 27-12.

Il corso on-line sarà attivato un mese prima delle prove scritte, orientativamente a metà gennaio, quando i corsisti riceveranno le credenziali per l’accesso al portale e-learning, al termine del perfezionamento della procedura d’iscrizione. E’ ancora possibile, entro il 15 gennaio, iscriversi ai corsi sia on-line che in presenza, le cui sedi – anche eventualmente diverse da quelle sopra indicate – saranno stabilite in base al raggiungimento totale delle pre-adesioni pervenute entro il nuovo termine, alla mail a funzionedocente@anief.net

Nel frattempo, tutti i corsisti che hanno inviato una mail di pre-adesione per le sedi diverse da Palermo, Napoli e Roma o che sono impossibilitati dalla frequenza nelle date già indicate, possono attendere la formulazione del nuovo calendario prima di optare per l’eventuale iscrizione al solo corso on-line.

Per consultare calendario, programma e scaricare la scheda di pre-iscrizione, vai al link

http://www.anief.org/content_pages.php?pag=4731&sid=

 

Concorso a cattedra: prima delle prove scritte, la decisione del Tar Lazio

Concorso a cattedra: prima delle prove scritte, la decisione del Tar Lazio sulla quota d’ammissione

Entro l’8 febbraio, si conoscerà la decisione dei giudici rispetto ai ricorsi nominali presentati dai candidati che hanno ottenuto un punteggio alle prove pre-selettive da 30 a 34,5 punti e hanno richiesto l’ammissione con riserva. Per l’Anief, se il quiz è legittimo, la quota 35 è arbitraria. Per richiedere le istruzioni operative, scrivi entro il 5 gennaio a concorsoacattedra@anief.net

Diversi candidati, in effetti, hanno chiesto assistenza legale al sindacato per denunciare l’arbitraria e irragionevole gestione della prova concorsuale da parte del ministro, rispetto a un testo unico, articolo 400 del decreto legislativo n. 297/94, che ha consentito la pubblicazione del bando di concorso, a distanza di vent’anni, ma che ne dovrebbe, anche, disciplinare ogni singola fase. Il condizionale è d’obbligo perché tanto per cominciare si è assistito alla sorpresa di un test pre-selettivo che se può rappresentare uno strumento utile per sfoltire la platea dei concorrenti, in realtà, non può essere considerato una delle prove scritte previste dal comma 3, perché non consiste nella trattazione articolata di argomenti culturali e professionali di cui al comma 6. Di questo, ne è certo anche il Miur che già nel bando di concorso chiarisce come il punteggio ottenuto alle prove pre-selettive non contribuisca alla formazione del punteggio finale di merito (x/100) previsto al termine degli scritti (28/40), degli orali (28/40) e della valutazione dei titoli (x/20). E qui, arriva l’altra sorpresa perché se la soglia che misura il merito per superare la sessione degli scritti e degli orali è espressa in 7/10 ai sensi del comma 10, comunque, è fissato in 6/10 la soglia sotto la quale è precluso l’accesso da una prova all’altra, ai sensi del comma 11, caso che con tutta evidenza è da applicarsi proprio alle prove pre-selettive svolte dove l’asticella arbitraria del 35/50 deve scendere a 30/50.

Ancora una volta, dopo la richiesta di ammissione con riserva – peraltro accolta – dei laureati degli ultimi dieci anni e dei docenti di ruolo, saranno i giudici a decidere quali candidati avranno diritto ad essere valutati nel merito delle prove scritte e orali, ma il sindacato, di fronte, all’uso discrezionale della norma da parte dell’amministrazione non poteva rimanere inerme. Entro la prima settimana di febbraio, si saprà se i candidati che hanno ricorso al Tar Lazio con l’Anief perché hanno conseguito un punteggio da 30 a 34,5 saranno ammessi con riserva alle prove scritte previste per metà mese. E’ ancora possibile chiedere le istruzioni per aderire ai ricorsi, inviando una mail a concorsoacattedra@anief.net e predisponendo tutta la documentazione utile entro il 5 gennaio 2012.

Slogan vecchi sulla scuola

da l’Unità

Slogan vecchi sulla scuola

Paolo Valente

È UN’AGENDA PICCOLA PICCOLA, QUELLA DEL PROFESSOR MARIO MONTI, NEL PARTE CHE SI OCCUPA DI SCUOLA, UNIVERSITÀ E RICERCA: poche parole che liquidano i gravi problemi su temi così centrali per il futuro del Paese, con richiami generici a merito e valutazione, e ancor più generiche promesse d’investimenti «anche mediante agevolazioni fiscali». Abbandono scolastico e basso numero di laureati – su cui l’Agenda Monti si concentra – sono problemi reali, ma sono sintomi di uno stato di malattia molto più generale della «conoscenza» nel nostro Paese. È un fenomeno che ha radici innanzitutto nel massiccio disinvestimento di risorse, ma che è motivato anche dal grave stato di abbandono della scuola pubblica e nell’incapacità di restituire normalità, prima ancora che un rilancio, a università e ricerca, martoriate da riforme continue e contraddittorie. Non si spiega, allora, come possa migliorare la qualità dell’offerta formativa della nostra scuola, nell’impossibilità di motivare insegnanti senza prospettive di carriera né riconoscimento, anche sociale, del loro ruolo; o a cosa possa portare una valutazione senza primalità da una parte, e senza adeguato aggiornamento dall’altra  O come pensi, un eventuale futuro governo Monti, di migliorare la performance in termini di qualità e numero dei laureati, senza intervenire sul dissesto degli atenei, con professori in diminuzione costante e senza ricambio, vittime di una valutazione cervellotica (criticata, non a caso, in tutto il mondo) che non distribuisce risorse ai migliori. Né dice, l’Agenda, come i giovani ricercatori precarizzati e sotto-impiegati possano competere efficacemente per i bandi europei, o quali azioni intende mettere in campo per far rimanere in Italia quelli che, nonostante le condizioni di partenza, riescano ad attrarre fondi. Quello che si capisce bene, invece, è che per ricerca e innovazione s’intende, ancora una volta, in modo molto riduttivo, la ricerca applicata ai processi industriali o – peggio – la distribuzione di incentivi e risorse a pioggia alle imprese, piuttosto che un rilancio di un sistema realmente integrato che veda protagonisti gli enti pubblici e privati di ricerca, la ricerca condotta negli atenei e il mondo delle imprese innovative. Per fare questo, infatti, occorre incentivare tutto il «motore» dello sviluppo che dalla ricerca di base trasmette conoscenza alla ricerca applicata e fa girare gli ingranaggi dell’innovazione fino al mondo produttivo. Ma ancora più significativo è quello che nel documento programmatico di Monti non c’è scritto affatto: non c’è traccia della drammatica crisi finanziaria delle università pubbliche, dovuta ai tagli lineari di Tremonti-Monti-Grilli; non un accenno alle decine di migliaia di insegnanti precari da una parte e di classi «pollaio» dall’altra  con le scuole italiane che si reggono in piedi letteralmente per scommessa e con i contributi dei genitori per l’acquisto degli strumenti essenziali; non una parola sul sistema della ricerca pubblica umiliato da anni di declino dei fondi e della mancata attenzione di governo e Parlamento, dove le isole di eccellenza lottano per la sopravvivenza e gli altri per la dignità di una scienza oramai priva di mezzi. Un’agenda, dunque, che nella parte che riguarda scuola, università e ricerca, nella migliore delle ipotesi è quella che avrebbe potuto stilare il professor Monti nel novembre 2011: il documento sembra, infatti, ignorare i drastici provvedimenti «salva Italia» e di revisione della spesa nonché il cinico consolidamento della disarticolazione del sistema dell’istruzione pubblica perseguito anche da questo governo. Investire nella scuola e nell’università significa investire sul futuro dei nostri figli, ma per farlo occorre molto di più che generici richiami alla «valorizzazione» e al merito: occorrono risorse, restituendo ossigeno a un sistema oramai strangolato dai tagli; occorre invertire la tendenza, consolidata negli anni, di cercare di migliorare la performance di un sistema stremato da continue riforme e impoverito della sua risorsa migliore, ovvero i giovani.

Legge di stabilità: Scuola e Università ridimensionate

da Tecnica della Scuola

Legge di stabilità: Scuola e Università ridimensionate
di A.G.
Sottratti dal Fis altri 47,5 milioni, ridotti ancora i permessi sindacali e la portata di alcuni progetti nazionali. Per i sindacati è poi grave che nella versione approvata manchino alcuni emendamenti. Come quelli sui ‘quota 96’ e sullo stop al dimensionamento. E agli atenei non arriveranno 300 milioni: per la Flc-Cgil 30 rischiano di chiudere.
Per diverse settimane, a cavallo tra ottobre e novembre, si è parlato ininterrottamente di legge di stabilità. Poi, venuto meno, a furor di popolo, l’emendamento che avrebbe portato a costo zero l’orario settimanale da 18 a 24 ore, il mondo della scuola è tornata a disinteressarsi di quella che una volta era più semplicemente chiamata “finanziaria”. Al punto che l’approvazione definitiva, arrivata la sera del 21 dicembre, è stata quasi ignorata.
Eppure qualche provvedimento riguardante la scuola c’è. Ad iniziare da un ulteriore sforbiciata, “a decorrere dall’anno 2013” (dopo quella triennale prevista all’Aran per recuperare gli scatti d’anzianità) al taglio delle “competenze accessorie” allocate nel Fondo d’Istituto, pari a 47,5 milioni di euro. C’è poi, dopo il quasi dimezzamento operato dalla riforma Brunetta della Pa, un’altra riduzione dei distacchi e dei permessi per motivi sindacali. Per i comandi c’è una novità importante: potranno essere autorizzati “solo con oneri a carica dell’amministrazione richiedente”. In arrivo anche il ridimensionamento dei progetti Smart city, nonché dei fondi Frist e Trin.
Ai sindacati la manovra conclusiva del Governo Monti non è proprio piaciuta. Ad iniziare dall’Anief, secondo cui “si continuano a tagliare fondi importanti all’istruzione pubblica, in controtendenza con quanto avviene nei paesi più sviluppati”. Per l’organizzazione di Marcello Pacifico, l’ulteriore riduzione del Fis comporterà, alla resa dei conti, “per ogni scuola il taglio complessivo per finanziare progetti, ripetizioni agli studenti in difficoltà, visite didattiche e tutto quello che riguarda le attività a completamento della didattica”, per una “mancata assegnazione pari a 40-50mila euro” ad istituto.
L’Anief ha inoltre ricordato alcuni dei mancati provvedimenti. Sempre con al centro la scuola. Il primo riguarda , l’emendamento per i ‘quota 96’, che avrebbe permesso al personale della scuola che aveva fatto domanda di pensionamento di lasciare il servizio usufruendo delle norme precedenti alla riforma Fornero. “Di questa deroga, però, non c’è traccia. Come si è dissolto nel nulla – sottolinea il sindacato autonomo – l’emendamento che avrebbe dovuto cancellare la soppressione di 2mila istituti, ritenuta la scorsa estate incostituzionale dalla Consulta attraverso una sentenza inequivocabile”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente dell’Anief e delegato Confedir per la Scuola, “con l’attuazione di questi provvedimenti peggiorativi si mette a serio rischio il regolare funzionamento dell’istruzione pubblica italiana. La decurtazione del trattamento accessorio riservato al Fis, altra contropartita per la cancellazione dell’inaudita norma sull’introduzione delle 24 ore di insegnamento settimanale dei docenti di scuola media e superiore, comporterà un ulteriore ridimensionamento delle attività funzionali al Piano dell’offerta formativa”.
A far alzare la voce dei sindacati è anche il mancato stanziamento di 300 milioni per il fondo di finanziamento ordinario delle università: quello che lo stesso ministro Profumo non ha esitato a definire come “un errore strategico che pregiudica il funzionamento dell’intero sistema della formazione superiore”.
Per il segretario generale della Flc-Cgil questa mancata operazione porterà “al rischio di fallimento di 30 atenei e gli altri non potranno garantire più una qualità formativa adeguata.Il fondo ordinario dopo, i tagli epocali della Gelmini, non garantisce nemmeno la copertura delle spese di funzionamento con l’inevitabile conseguenza di ridurre  la ricerca e i servizi agli studenti. Le tasse universitarie saranno ulteriormente aumentate e tutto questo provocherà la diminuzione delle iscrizioni”. Secondo Pantaleo, inoltre, “sono stati ridotti 300 milioni al fondo ordinario 2013 ma sono stati distribuiti soldi a pioggia per accontentare lobby e microinteressi dai quali evidentemente Monti e i suoi Ministri pensano di ricavare qualche beneficio elettorale”.

Scatti di anzianità bisognerà attendere ancora qualche mese

da Tecnica della Scuola

Scatti di anzianità bisognerà attendere ancora qualche mese
di Lucio Ficara
Dopo l’accordo sullo sblocco degli scatti di anzianità per chi li aveva maturati nel 2011, che è stato sottoscritto da Cisl, Uil, Snals, Gilda degli Insegnanti il 12 dicembre 2012 e che ha visto nettamente contraria la Flc-Cgil, si dovrà ancora attendere la ratifica da parte del Consiglio dei Ministri e il tutto dovrà passare alla firma della Corte dei Conti per il definitivo via libera.
È quindi molto probabile che il pagamento in busta paga possa arrivare nel marzo 2013, in quanto il Consiglio dei Ministri numero 63, che dovrebbe ratificare l’accordo dello sblocco degli scatti di anzianità , si terrà non prima della metà del mese di gennaio e la firma della Corte dei Conti arriverà tra la fine di gennaio e la prima decade di febbraio 2013. Bisogna ricordare anche, che lo sblocco degli scatti di anzianità è strettamente legato alle risorse tolte dai fondi d’istituto, motivo per cui la Flc Cgil si è detta contraria a questo tipo di accordo.
Per potere pagare gli arretrati di coloro che sarebbero dovuto scattare dal 2011, si sono dovuti prendere dalle risorse riservate alla contrattazione integrativa di Istituto, con la conseguenza di un ritardo anche delle contrattazioni integrative di ogni singola scuola. I tempi di queste ultime procedure, che porteranno al pagamento degli scatti dipendono dalla data del prossimo Consiglio dei Ministri che se dovesse essere fatto prima del 10 gennaio, aprirebbero alla possibilità, nel caso la Corte dei Conti dia un immediato via libera, al pagamento degli arretrati in febbraio.
Tuttavia sembra molto probabile che gli scatti di anzianità vengano pagati dopo le elezioni politiche, con la busta paga del marzo prossimo. Anche le contrattazioni d’Istituto verranno svolte tra il mese di febbraio e quello di marzo e dovranno fare i conti con un ammanco di fondo che varia da un minimo del 15% ad un massimo del 35%.

Istat: a 4 anni dal diploma il 16% dei giovani né studia né lavora

da Tecnica della Scuola

Istat: a 4 anni dal diploma il 16% dei giovani né studia né lavora
di Alessandro Giuliani
Solo il 45,7% è occupato e il restante 33,7% ancora è iscritto a corsi formativi. Il 14% è laureato, ma il 9% ha interotto gli studi. Meglio le regazze. I dati riguardano i diplomati nel 2007: in tre anni la quota degli occupati si è ridotta di 5 punti percentuali. Al Sud i ragazzi disoccupati salgono al 23%: per Confindustria sempre di più emigrano al Nord. Però molti rimangono in famiglia per scelta.
Ancora pessime notizie per i giovani italiani. Il 27 dicembre l’Istat ha reso pubblico il dato che a quattro anni dal diploma meno della metà dei giovani italiani ha un lavoro. Lo scorso anno risultava occupato il 45,7% dei diplomati che hanno conseguito il titolo nel 2007. Di questi, 8 su 10 svolgevano un lavoro di tipo continuativo, cioè un lavoro svolto con cadenza regolare, anche se di durata a termine. Mentre il 16,2% era in cerca di lavoro e solo il 33,7% era impegnato esclusivamente negli studi.
Si tratta di dati ufficiali, contenuti nell’indagine 2011 sui ‘Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati’. È significativo che rispetto alla precedente edizione dell’indagine (condotta sui diplomati del 2004 intervistati a tre anni dal titolo), la quota degli occupati si riduce di circa 5 punti percentuali (nel 2007, infatti, era superiore al 50%).
Nelle regioni del Mezzogiorno la quota di diplomati disoccupati a quattro anni dal titolo è più che doppia rispetto a quella che si rileva nelle regioni settentrionali (23% rispetto al 10,6% nel Nord-ovest e al 9,1% nel Nord-est). A tal proposito, nella stessa giornata Confindustria e Studi e Ricerche per il Mezzogiorno hanno rilevato, attraverso il Check-up Mezzogiorno, che il calo dell’occupazione e le crescenti difficoltà economiche delle famiglie stanno determinando una vera “emorragia di capitale umano” nel Mezzogiorno: sono sempre di più, infatti, quelli che decidono di lasciare il Sud Italia per andare a vivere nel Centro-Nord o all’estero (110mila nel solo 2010). “Peraltro il Mezzogiorno non utilizza gran parte del capitale umano che resta sul territorio: i giovani con età compresa tra 15 e 24 anni che non studiano o non lavorano rappresentano il 33% del totale, contro il 25% registrato in Italia”.
L’indagine contiene anche indicazioni importanti sul proseguo degli studi post-diploma. A quattro anni dall’immatricolazione all’università – rileva l’indagine dell’Istat – poco meno del 14% ha già conseguito una laurea di I livello, mentre quasi il 9% ha interrotto e abbandonato gli studi. L’abbandono degli studi universitari avviene più frequentemente tra i giovani che si sono diplomati negli istituti tecnici e nei corsi dell’istruzione magistrale (oltre l’11%), mentre tra i liceali la percentuale di interruzione degli studi è inferiore al 6%. Sono le ragazze a mostrare una maggiore propensione a proseguire gli studi: le diplomate che si iscrivono all’università sono quasi il 70% a fronte del 57% dei diplomati maschi. Ma a quattro anni dalla fine degli studi secondari superiori, le giovani diplomate in cerca di occupazione sono pari al 18,1%, una percentuale superiore di quattro punti rispetto a quella dei maschi (14,2%).
C’è poi un altro dato indicativo, riguardante sempre la situazione dei nostri giovani a 48 mesi dal diploma: quello che otto ragazzi su dieci vivono ancora in famiglia. Nel dettaglio, l’82,3% dei diplomati vive per lo più ancora nella casa dei genitori, solo il 5,5% vive da solo, poco meno del 5% ha formato una nuova famiglia e il 6% convive con amici.
Ad influenzare il ritardo al passaggio a una vita indipendente sono sicuramente le condizioni economiche. Tuttavia, ben un quarto dei diplomati non è interessato a lasciare la propria famiglia. “Oltre la metà dei giovani intenzionati a prolungare la loro permanenza nella famiglia di origine – rileva l’Istat – lamentano una condizione occupazionale insoddisfacente: il 25,8% è senza lavoro o ha un’occupazione di tipo precario, mentre il 24,9% non possiede un reddito mensile sufficiente per affrontare i costi di una vita autonoma. Il 22,7%, pur intenzionato a vivere da solo, vuole prima terminare gli studi, mentre circa un quarto dei diplomati dichiara di non essere interessato a una vita indipendente”.

Rassegna Stampa 28 dicembre 2012

IN  PRIMO  PIANO

 
   
Avvenire  del  28-12-2012  
SEMPRE MENO DIPLOMATI CON UN LAVORO (G.Isola) [solo_testo] pag. 12  
Il Fatto Quotidiano  del  28-12-2012  
ITALIA E CERN, PASSIONE A RISCHIO (C.Di foggia) [solo_testo] pag. 16  
Corriere della Sera  del  28-12-2012  
ORA BERSANI ACCELERA E PER IL LISTINO CHIAMA BALDUZZI E PROFUMO (M.Meli) [solo_testo] pag. 9  
   

MINISTRO

 
   
la Stampa  del  28-12-2012  
PD: CORSA AI SEGGI SICURI E TOTO-NOMI SUL “LISTONE” (C.Bertini) [solo_testo] pag. 7  
la Stampa  del  28-12-2012  
GLI SMS DI FASSINO: “VOTATE DAMIANO” (B.Minello/M.Tropeano) [solo_testo] pag. 41  
Corriere della Sera  del  28-12-2012  
QUEGLI ANNI TRA INCHIESTE, OMICIDI E “TALPE” (F.Cavallaro) [solo_testo] pag. 8  
   

MINISTERO

 
   
il Manifesto  del  28-12-2012  
L’AUSTERITY COLPISCE ANCHE I DIPLOMATI (R.Ciccarelli) [solo_testo] pag. 5  
Avvenire  del  28-12-2012  
L’ISTRUZIONE TECNICA NON E’ DI SERIE B (A.Elia) [solo_testo] pag. 12  
Pubblico Giornale  del  28-12-2012  
PER LA SCUOLA SONO PREVISTE PREOCCUPANTI BANALITA’ (M.Boscaino) [solo_testo] pag. 8  
Avvenire  del  28-12-2012  
IL VENETO AUMENTA I FONDI ALLE MATERNE PARITARIE (F.Dal mas) [solo_testo] pag. 12  
la Stampa  del  28-12-2012  
IN BREVE – CROLLO DEL CONVITTO 4 ANNI AL PRESIDE [solo_testo] pag. 18  
il Giornale – ed. Milano  del  28-12-2012  
SONO DUE RAGAZZINI I PIROMANI DELLA SCUOLA (P.Fucilieri) [solo_testo] pag. 7  
la Nazione – ed. La Spezia  del  28-12-2012  
PRONTA LA SCUOLA A PROVA DI ALLUVIONE NOVANTA GIORNI DI LAVORO ININTERROTTO (M.Marcello) [solo_testo] pag. 13  
l’Espresso  del  03-01-2013  
LASCIATE TRANQUILLI I BAMBINI DI SCAMPIA (R.Saviano) [solo_testo] pag. 7  
l’Espresso  del  03-01-2013  
A SCUOLA ON LINE [solo_testo] pag. 116/18  
la Nazione – Cronaca di Firenze  del  28-12-2012  
CHIMICA D’ECCELLENZA FINANZIAMENTI AI PROGETTI DI RICERCA [solo_testo] pag. 12  
il Manifesto  del  28-12-2012  
IL DIRITTO ALLA MATERNITA’ APPRODA ALL’UNIVERSITA’ DI FIRENZE (I.Agostini) [solo_testo] pag. 5  
Italia Oggi  del  28-12-2012  
RIFORME, CORSA CONTRO IL TEMPO (B.Pacelli) [solo_testo] pag. 31  
Corriere della Sera  del  28-12-2012  
LA RICERCA CONTRO IL CANCRO COSTRETTA A PAGARE NMU (G.Stella) [solo_testo] pag. 24  
il Giornale  del  28-12-2012  
UNA RICERCA ITALIANA SPIEGA COME NON “INVECCHIARE” [solo_testo] pag. 22  
Corriere della Sera  del  28-12-2012  
SIGARETTE ELETTRONICHE BOCCIATE DALL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ (M.De bac) [solo_testo] pag. 22/23  
   

PUBBLICA  AMMINISTRAZIONE  E  SOCIETA’

 
   
Italia Oggi  del  28-12-2012
LA PA SI ILLUMINERA’ DI IMMENSO: BANDO DA 967 MILIONI DI EURO PER IL SERVIZIO LUCE (G.Di santo) [solo_testo] pag. 8
Italia Oggi  del  28-12-2012
NEL MEZZOGIORNO STANZIATI 5 MLN PER L’AMBIENTE [solo_testo] pag. 41
Corriere della Sera  del  28-12-2012  
IL PROFESSORE PENSA DI TORNARE AL “MODELLO MINISTRI” (R.Zuccolini) [solo_testo] pag. 3  
Corriere della Sera  del  28-12-2012  
SOSTEGNO DEL VATICANO: VUOLE RECUPERARE LA POLITICA ALTA E NOBILE (G.Vecchi) [solo_testo] pag. 3  
il Sole 24 Ore  del  28-12-2012  
MEZZOGIORNO, PERSI 24 MILIARDI DI PIL (G.sa.) [solo_testo] pag. 6  
il Sole 24 Ore  del  28-12-2012  
UN PIANO MARSHALL PER IL LAVORO (S.Scarpetta) [solo_testo] pag. 10  
il Sole 24 Ore  del  28-12-2012  
LA VERA MARGINALITA’? ADESSO E’ AVERE 20 ANNI (C.Carboni) [solo_testo] pag. 10  
Corriere della Sera  del  28-12-2012  
PRECARIATO A VITA PER LA GENERAZIONE Y (M.Gaggi) [solo_testo] pag. 41  
Sette (Corriere della Sera)  del  28-12-2012  
PER IL MUSEO DEI BRONZI IL TEMPO E’ RELATIVO (G.Stella) [solo_testo] pag. 10  
L’Unita’  del  28-12-2012  
NON DIAMO AI PRIVATI I BENI CULTURALI (V.Emiliani) [solo_testo] pag. 15  
la Repubblica  del  28-12-2012  
Int. a C.Enzo: RILEGGERE LA BIBBIA (A.Gnoli) [solo_testo] pag. 43  
   
 A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi

 

 

Decreto Ministeriale 28 dicembre 2012 n. 957/ric

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Decreto Ministeriale 28 dicembre 2012 n. 957/ric

BANDO PRIN 2012

Il presente decreto viene pubblicato nelle more della registrazione da parte della Corte dei Conti

VISTO il Decreto Legge n. 85 del 16 maggio 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 121 del 14 luglio 2008, istitutivo, tra l’altro, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR);
VISTO l’articolo 1, comma 870, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), che istituisce nello stato di previsione della spesa del MIUR il Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST);
VISTA la legge 30 dicembre 2010, n. 240, recante “Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 10 del 14 gennaio 2011 -Suppl. Ordinario n. 11;
VISTO il D.M. n. 955/ric. del  27 dicembre 2012, emanato dal Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell’economia e delle Finanze, con il quale sono stati destinati, tra l’altro, € 39.443.190 a valere sulle risorse del FIRST per il finanziamento di progetti di ricerca fondamentale secondo i criteri definiti con appositi bandi (comprensivi dei costi relativi alle attività di valutazione e monitoraggio di € 1.183.296, ai sensi dell’articolo 21 comma 3 della Legge 30 dicembre 2010, n. 240 sopra menzionata);
CONSIDERATO che appare fondamentale garantire il necessario sostegno economico alle eccellenze scientifiche emergenti e già presenti presso gli atenei e gli enti di ricerca pubblici afferenti al MIUR privilegiando ricerche che promuovano un significativo avanzamento delle conoscenze rispetto allo stato dell’arte, anche con riferimento alle tematiche oggetto del programma Horizon 2020;
CONSIDERATA pertanto l’opportunità di emanare, sulla base di quanto previsto dal sopracitato D.M.  n.  955/2ric.   del 27 dicembre 2012 il nuovo bando PRIN, per le disponibilità finanziarie relative all’anno 2012,  secondo le disposizioni attualmente vigenti;
VISTO il decreto legislativo n. 165 del 30 maggio 2001 e successive modifiche e integrazioni;

DECRETA
ART. 1
Oggetto

  1. Il presente decreto disciplina le procedure per il finanziamento da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN) 2012, allo scopo di favorire il rafforzamento delle basi scientifiche nazionali, anche in vista di una più efficace partecipazione alle iniziative europee relative ai Programmi Quadro dell’Unione Europea.
  2. A tale scopo, il programma PRIN si prefigge di finanziare progetti che per complessità e natura possono richiedere la collaborazione di più docenti/ricercatori e di più organismi di ricerca, nazionali o internazionali, e le cui esigenze di finanziamento eccedono la normale disponibilità delle singole istituzioni.
  3. Agli effetti del presente decreto si intendono:
  • per Ministro e Ministero, rispettivamente il Ministro e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR);
  • per CNGR il Comitato Nazionale dei garanti della Ricerca, di cui all’articolo 21 della legge 30 dicembre 2010, n. 240;
  • per CdS i Comitati di Selezione di cui all’articolo 20 della legge 30 dicembre 2010, n. 240, così come modificato dall’art. 63 del Decreto Legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modificazioni dalla L. 7 agosto 2012, n. 134;
  • per ateneo/università, tutte le Università e le istituzioni universitarie italiane, statali e non statali, comunque denominate, ivi comprese le scuole superiori ad ordinamento speciale;
  • per Enti di Ricerca, tutti gli Enti pubblici di Ricerca vigilati dal Ministero;
  • per docenti, i professori universitari di ruolo e gli assistenti ordinari del ruolo a esaurimento;
  • per ricercatori, i ricercatori del ruolo universitario e i ricercatori del ruolo degli enti pubblici di  ricerca vigilati dal Ministero;
  • per coordinatore scientifico (o “principal investigator” -PI), un docente o un ricercatore del ruolo universitario, o un assistente ordinario del ruolo ad esaurimento, avente il compito di coordinare più unità operative di un progetto, assumendo le relative responsabilità scientifiche dell’intero progetto;
  • per responsabile locale, un docente o un ricercatore del ruolo universitario, o un assistente ordinario del ruolo ad esaurimento, o un ricercatore appartenente ai ruoli di un ente pubblico di ricerca afferente al MIUR, a capo di una unità operativa, di cui assume anche le responsabilità organizzative;
  • per unità operativa, l’insieme dei docenti o ricercatori costituenti il gruppo di ricerca guidato dal responsabile locale, con autonomia amministrativa nell’ambito del progetto, ma nel rispetto dei regolamenti interni di amministrazione, finanza e contabilità dell’università o dell’ente cui afferisce;
  • per organismi di ricerca, tutti gli altri  soggetti pubblici o privati, nazionali o internazionali, senza scopo di lucro, le cui finalità principali consistano nello svolgere anche attività di ricerca,  e nel diffonderne i risultati mediante l’insegnamento, la pubblicazione o il trasferimento di tecnologie, e i cui eventuali  utili siano interamente reinvestiti nelle attività di ricerca, nella diffusione dei loro risultati o nell’insegnamento;
  • per CINECA il Consorzio Interuniversitario CINECA, che cura la gestione dei sistemi informatici per la valutazione scientifica dei progetti di ricerca.

 

ART.2
Procedura di valutazione e selezione

  1. La procedura di valutazione e selezione delle proposte si svolge in due fasi: la prima (preselezione, sulla base di sintetiche proposte) è curata dalle singole università, la seconda (valutazione, sulla base di più dettagliati progetti) dal Ministero; in particolare, il Ministero opera mediante Comitati di Selezione (CdS), riferiti ai  settori ERC, nominati con decreto direttoriale, previa designazione dei suoi componenti da parte del Comitato Nazionale dei Garanti della Ricerca (CNGR).
  2. Ogni CdS  è formato da esperti appartenenti alla banca dati MIUR; il numero di esperti di ogni CdS è  definito dal CNGR, tenendo conto della necessità di copertura delle aree scientifiche interessate e della numerosità dei progetti di competenza; almeno un terzo dei componenti di ogni CdS deve essere costituito da esperti  operanti all’estero; ogni esperto deve rilasciare, prima dell’accettazione dell’incarico, una dichiarazione d’impegno relativa al rispetto di principi deontologici, di riservatezza e di assenza di incompatibilità; in caso di accertata violazione di tali principi il MIUR procederà alla esclusione definitiva dell’esperto responsabile dalla banca dati.
  3. I membri del CNGR e dei CdS non possono partecipare ai progetti di cui al presente bando, né prendere parte alla preselezione e/o alla valutazione dei progetti.
  4. La valutazione scientifica dei progetti (da effettuarsi secondo le usuali prassi  della “peer review”), è affidata, sia sulle proposte che sui progetti, ed  esperti scientifici, italiani o stranieri (revisori), chiamati a formulare, per ognuno dei criteri propri di ciascuna  fase, un giudizio analitico riassunto in una valutazione sintetica finale espressa secondo una “classe di giudizio” cui è associata una scala predefinita di valori numerici, come di seguito elencato:
    • A – Eccellente: pienamente convincente, senza alcuna debolezza (Excellent: fully convincing, without  weaknesses). Si riferisce a elementi delle proposte che il revisore, sulla base della propria esperienza, colloca nel 5% più alto (quindi tra il 100° e il 95° percentile); punteggio 5
    • B – Ottimo: molto convincente con al più qualche debolezza minore (Very Good: extremely strong with at most some minor weakness). Si riferisce a elementi delle proposte che il revisore, sulla base della propria esperienza, colloca nel successivo 5%  (quindi tra il 95° e il 90° percentile); punteggio 4
    • C – Buono: di buon livello complessivo, ma con alcune debolezze di importanza moderata (Good: Strong but with some moderate weaknesses). Si riferisce a elementi delle proposte che il revisore, sulla base della propria esperienza, colloca nel successivo 10%  (quindi tra il 90° e l’80° percentile); punteggio 3
    • D – Discreto: con alcuni punti deboli non trascurabili (Fair: some important weakness). Si riferisce a elementi delle proposte che il revisore, sulla base della propria esperienza, colloca nel successivo 30%  (quindi tra l’80° e il 50° percentile); punteggio 2
    • E – Mediocre: poco convincente con molte debolezze (Poor: not very convincing with numerous  weaknesses). Si riferisce a elementi di proposte che il revisore, sulla base della propria esperienza, colloca nel successivo 50%  (quindi sotto il 50° percentile); punteggio 1
  5. Al fine di garantire la regolarità e la trasparenza del processo di valutazione e selezione, è fatto inoltre divieto a tutti i partecipanti ai progetti di contattare, direttamente o indirettamente, i membri del CNGR e dei CdS nonché i revisori coinvolti nelle procedure di “peer review”; i membri del CNGR e dei CdS nonché i revisori sono peraltro tenuti a riportare tempestivamente al CNGR ed al Responsabile del procedimento di cui all’articolo 10, comma 3, ogni violazione di tale obbligo di cui siano venuti a conoscenza. Tale violazione, se accertata, comporta l’esclusione del progetto dalle procedure del presente bando, l’esclusione dei responsabili dai successivi bandi per un periodo di cinque anni e la loro esclusione definitiva dalla banca dati degli esperti MIUR (se in essa presenti).
  6. L’Ufficio V della Direzione Generale per il Coordinamento e lo Sviluppo della Ricerca assicura le funzioni di segreteria del CNGR e dei CdS.

ART. 3
Caratteristiche delle proposte e dei progetti

  1. Le proposte e i successivi progetti, di durata triennale e senza limiti di costo, possono essere relativi ad uno o più dei  tre settori ERC, con indicazione, nel caso di più settori, del settore ERC principale.
  2. Le proposte e i successivi progetti possono prevedere una o più unità operative  afferenti a diverse università,  coordinate da un unico “principal investigator” (PI), che deve  anche essere impegnato direttamente nella ricerca mediante una propria unità operativa. Può essere prevista, all’interno di ciascuna proposta o del successivo progetto, la partecipazione di una unità operativa appartenente a un Ente pubblico di ricerca afferente al Ministero.
  3. Qualora siano presenti più unità operative, la proposta deve comunque chiaramente spiegare in cosa consista, sulla base di una strategia organica, l’apporto scientifico assicurato da ogni singola unità, e perché l’articolazione in più unità sia indispensabile per l’ottimale svolgimento del progetto.
  4. La cessazione dal servizio del PI  prima della emanazione del decreto di cui al successivo articolo 7, comma 1, comporta la esclusione del progetto dalle procedure del presente bando.
  5. Ogni docente/ricercatore può partecipare a un solo progetto di ricerca e a una sola unità operativa. Sono esclusi  dalla partecipazione al presente bando, a qualunque titolo, i docenti/ricercatori responsabili di unità che nel bando PRIN 2008 non abbiano presentato la rendicontazione delle spese nei termini previsti, nonché quelli che risultino inseriti in gruppi di ricerca finanziati nel programma PRIN 2010-2011.
  6. Le proposte e i successivi progetti sono collocati nelle linee d’intervento sotto indicate:
    • a) “linea d’intervento A (PRIN starting – giovani ricercatori)” – riservata a PI che abbiano conseguito il primo dottorato o la prima specializzazione presso una Scuola di Specializzazione Universitaria (se meno recente rispetto alla data del primo dottorato), da non più di sette anni rispetto alla data del presente bando, ovvero, in  assenza di entrambi, che abbiano conseguito la prima laurea magistrale o equivalente da non più di dieci anni dalla data del presente bando;
    • b) “linea d’intervento B (PRIN consolidator)” –  riservata a PI che abbiano conseguito il primo dottorato o la prima specializzazione presso una Scuola di Specializzazione Universitaria (se meno recente rispetto alla data del primo dottorato), da più di sette anni ma da non più di dodici anni rispetto alla data del presente bando, ovvero, in   assenza di entrambi, che abbiano conseguito la prima laurea magistrale o equivalente da più di dieci anni ma da non più di quindici anni rispetto alla data del presente bando;
    • c) “linea d’intervento C (PRIN advanced)” – riservata a PI che abbiano conseguito il primo dottorato o la prima specializzazione presso una Scuola di Specializzazione Universitaria (se meno recente rispetto alla data del primo dottorato), da più di dodici anni rispetto alla data del presente bando, ovvero, in  assenza di entrambi, che abbiano conseguito la prima laurea magistrale o equivalente da più di quindici  anni rispetto alla data del presente bando. Per le linee di intervento A e B, tutti i responsabili di unità operative e i relativi partecipanti debbono essere in possesso dei requisiti richiesti per i PI della linea A o della linea B, indifferentemente, ma non quelli richiesti per la linea C; non sono invece previsti vincoli per i responsabili di unità operative e per i partecipanti alla linea di intervento C;
  7. I limiti temporali di sette e dieci anni per la linea d’intervento A, di dodici e quindici anni per la linea d’intervento B  e di dodici e quindici anni pe la linea d’intervento C possono essere aumentati di un anno per ogni figlio ovvero di un anno nel caso di effettivo svolgimento di leva obbligatoria o di servizio civile sostitutivo. Nel caso in cui i requisiti soggettivi  consentano la partecipazione a più linee d’intervento spetta al docente  o ricercatore scegliere la linea d’intervento cui partecipare.

ART.4
Preselezione

  • 1) Il PI presenta alla propria università, esclusivamente per via telematica entro le ore 14.00 dell’11 febbraio 2013, una sintetica proposta progettuale, redatta in italiano e in inglese su apposita modulistica predisposta dal Ministero, contenente le seguenti informazioni:
    • a) titolo del progetto;
    • b) settore/i e sottosettori ERC;
    • c) nome del PI e dei responsabili delle unità operative partecipanti, con indicazione dei requisiti di partecipazione di cui all’articolo 3 comma 6;
    • d) elenco delle principali pubblicazioni del PI e dei responsabili delle unità operative partecipanti, limitate agli ultimi 5 anni;
    • e) elenco dei docenti e dei ricercatori di ruolo partecipanti alla ricerca, suddiviso per unità operative e con indicazione dei requisiti di partecipazione di cui all’articolo 3 comma 6;
    • f) parole chiave proposte;
    • g) descrizione sintetica del progetto di ricerca;
    • h) obiettivi e risultati che il progetto si propone di raggiungere;
    • i) impatto scientifico e/o tecnologico e/o socio-economico, come definito all’articolo 6, comma 3, criterio 2;
    • j) indicazione del costo complessivo del progetto, secondo le principali componenti di costo (spese di personale, spese generali, attrezzature e simili, servizi di consulenza e simili, altri costi di esercizio).
  • 2) Ogni università sottopone a preselezione, a proprie spese, al fine di valutarne la qualità scientifica, esclusivamente le proposte aventi un PI appartenente ai ruoli della stessa università; ciascuna università può preselezionare un numero di proposte: a) non superiore allo 0,75% del numero di docenti e ricercatori, anche a tempo determinato, presenti nei propri ruoli al momento della scadenza del bando, con arrotondamento all’intero superiore; b) ovvero, se maggiore, un numero non superiore al doppio della media (con arrotondamento all’intero superiore) dei progetti finanziati, a livello di coordinatore scientifico, negli ultimi cinque bandi PRIN.
  • 3) L’esame della qualità scientifica di ogni proposta è volto ad accertare: a) l’innovatività e l’originalità della ricerca proposta e della sua metodologia: fino a punti 5; b) la qualificazione del coordinatore scientifico e dei responsabili di unità, anche con riferimento alla coerenza tra le tematiche del progetto e le loro competenze scientifiche: fino a punti 5. La valutazione di ogni proposta è affidata dal CINECA, per conto delle università, a tre revisori esterni anonimi, sorteggiati (mediante procedura informatica gestita dal CINECA) tra gli esperti appartenenti alla banca dati MIUR, nel rispetto del criterio della coincidenza del sottosettore ERC e/o delle parole chiave indicati in ogni proposta con quelli indicati da ogni esperto nella propria scheda della banca dati; in nessun caso possono essere utilizzati revisori che figurino tra i partecipanti al presente bando, né, per ogni singola proposta, revisori che appartengano ad università o enti coinvolti nella stessa proposta; i revisori operano esclusivamente mediante l’utilizzo di idonei strumenti telematici e nella totale indipendenza reciproca.
  • 4) Ogni revisore deve rilasciare, prima dell’accettazione dell’incarico, una dichiarazione d’impegno relativa al rispetto di principi deontologici, di riservatezza e di assenza di incompatibilità; in caso di accertata violazione di tali principi il MIUR procede alla esclusione definitiva dell’esperto responsabile dalla banca dati.
  • 5) I revisori formulano (entro il 19 aprile 2013) un giudizio analitico, secondo i criteri di cui al precedente comma 3, sulle proposte di propria competenza; il giudizio è riassunto, per ogni criterio, in una valutazione sintetica finale espressa secondo le “classi di giudizio” di cui all’articolo 2, comma 4.
  • 6) Per ogni proposta, il punteggio medio è calcolato come media aritmetica dei punteggi assegnati dai tre revisori. Sono avviate alla fase di cui al successivo comma 7 solo le proposte con punteggio medio almeno pari a 8/10.
  • 7) Ogni università, tramite un proprio “comitato di preselezione” (nominato con decreto rettorale e costituito da docenti di ruolo della stessa università non partecipanti ai progetti del presente bando) assume la piena responsabilità di definire l’elenco delle proposte preselezionate, nei limiti di cui al precedente comma 2; a tale scopo, ogni università, entro l’11 febbraio 2013, provvede a predefinire e rendere pubblici i propri criteri di preselezione, tenendo conto sia degli aspetti di natura strategica (opportunità di assicurare una congrua ripartizione delle proposte preselezionate tra i tre settori ERC e/o tra le tre linee d’intervento di cui al precedente articolo 3; possibili ricadute in termini di visibilità, attrattività, competitività internazionale; potenzialità di attivazione di interazioni con soggetti imprenditoriali e/o con altri organismi di ricerca pubblici o privati, anche internazionali; ecc.), sia del punteggio medio conseguito da ogni proposta.
  • 8) Al termine della fase di preselezione ciascuna università comunica al MIUR, mediante apposita procedura telematica predisposta dal CINECA ed entro il termine perentorio del 10 maggio 2013 (pena l’esclusione dalla fase successiva) le proposte meritevoli di sviluppo a livello di progetto per la successiva fase di valutazione del MIUR, fornendo adeguata motivazione delle scelte effettuate, nel rispetto dei criteri di preselezione di cui al precedente comma; le proposte preselezionate sono elencate in ordine di graduatoria, con l’attestazione, per ciascuna di esse, dell’effettivo rispetto dei requisiti di partecipazione di cui all’articolo 3 comma 6.

ART.5
Presentazione dei progetti

  1. Il  PI di una proposta preselezionata viene invitato dal MIUR a sviluppare con maggiore dettaglio la propria proposta ed a presentare,  esclusivamente per via telematica entro e non oltre le ore 17.00 del 14 giugno 2013, un dettagliato progetto di ricerca, redatto in italiano e in inglese su apposita modulistica predisposta dal Ministero, contenente le seguenti informazioni:
    • a) titolo del progetto;
    • b) settore/i  e sottosettori ERC;
    • c) nome del PI e dei responsabili delle unità operative partecipanti, con indicazione dei requisiti di partecipazione di cui all’articolo 3 comma 6;
    • d) elenco delle principali pubblicazioni del PI e dei responsabili delle unità operative partecipanti, limitate agli ultimi 5 anni;
    • e) ove applicabile, idoneo indicatore bibliometrico del PI e dei responsabili delle unità operative (sempre relativo agli  ultimi 5 anni) ovvero di qualità e impatto delle pubblicazioni;
    • f) breve curriculum del PI, con evidenziazione del grado di successo in precedenti progetti italiani o internazionali;
    • g) elenco dei docenti e dei ricercatori di ruolo partecipanti alla ricerca, suddiviso per unità operative e con indicazione dei requisiti di partecipazione di cui all’articolo 3 comma 6;
    • h) parole chiave proposte;
    • i) abstract del progetto di ricerca;
    • j) stato dell’arte;
    • k) obiettivi e risultati che il progetto si propone di raggiungere, il loro interesse per l’avanzamento della conoscenza, le eventuali potenzialità applicative e l’impatto scientifico e/o tecnologico e/o socio-economico, come definito all’articolo 6, comma 3, criterio 2;
    • l) criteri per la verifica dei risultati;
    • m) articolazione del progetto e tempi di realizzazione, con l’individuazione del ruolo di ciascuna unità operativa in funzione degli obiettivi previsti e  relative   modalità di integrazione e collaborazione;
    • n) costo complessivo del progetto (con scostamento massimo del 10% rispetto ai costi indicati in sede di proposta), articolato per voci e per unità operativa:
      • spese di personale (quota parte dello stipendio del personale dipendente e costo del personale non dipendente appositamente da reclutare; i costi relativi al personale dipendente non possono superare il 30% del costo del progetto);
      • spese  generali  (quota  forfettaria  pari al 60% del costo totale del personale, comprensiva del costo delle pubblicazioni e delle missioni sul territorio nazionale);
      • attrezzature, strumentazioni e prodotti software;
      • servizi di consulenza e simili, fermo restando il divieto dell’utilizzo di fondi PRIN per la corresponsione di compensi a docenti/ricercatori o ad organismi di ricerca stranieri;
      • altri costi di esercizio.

 

ART. 6
Valutazione scientifica dei progetti

  1. La valutazione scientifica dei progetti di ricerca preselezionati è curata, per ogni settore ERC, dal relativo CdS (nominato dal MIUR, previa designazione da parte del CNGR, da effettuarsi entro il 28 febbraio 2013), che opera mediante l’utilizzo di idonei strumenti telematici, attraverso revisori esterni anonimi (secondo le usuali prassi della “peer review) italiani o stranieri, in numero di tre per ogni progetto.  I revisori sono scelti dal CdS attingendo alla banca dati MIUR; in nessun caso i revisori possono figurare tra i partecipanti ai progetti di cui al presente bando. Almeno uno dei revisori deve essere scelto tra coloro che sono già stati assegnati allo stesso progetto nella fase di preselezione.
  2. Ogni revisore deve rilasciare, prima dell’accettazione dell’incarico, una dichiarazione d’impegno relativa al rispetto di principi deontologici, di riservatezza e di assenza di incompatibilità; in caso di accertata violazione di tali principi il MIUR procede alla esclusione definitiva dell’esperto responsabile dalla banca dati MIUR.
  3. I revisori, cui è consentito l’accesso ai giudizi formulati in sede di preselezione, formulano (entro il 30 settembre 2013) un giudizio analitico sui progetti di propria competenza, riassunto in una valutazione sintetica finale espressa sulle stesse “classi di giudizio” e sulla stessa scala predefinita di valori numerici di cui all’articolo 2, comma 1, avendo a disposizione 15 punti, secondo i seguenti  criteri:
    • Criterio 1: validità del progetto, fino a 5 punti
      Merito scientifico e natura innovativa del progetto da un punto di vista internazionale, con particolare riguardo: a) alla rilevanza e alla originalità del progetto proposto (sulla base dello stato dell’arte nella specifica area scientifica e sul lavoro pregresso documentato dal gruppo proponente); b) alla metodologia adottata; c) all’incremento della conoscenza nel campo specifico e in altri settori ad esso collegati con particolare riguardo al sistema della ricerca nazionale e/o internazionale e alla coerenza e rilevanza del progetto con le linee di HORIZON2020 (quando applicabile); d) al contributo alla promozione e disseminazione della scienza. In specifici settori si terrà conto anche: e) del contributo alla promozione e alla disseminazione dell’innovazione tecnologica; f) della produzione di conoscenza che possa essere incorporata in (e/o applicata) a specifici settori commerciali.

      Criterio 2: qualità del gruppo di ricerca, fattibilità e congruità del progetto, fino a 5 punti
      Merito scientifico della compagine di ricerca, fattibilità del piano di lavoro e ragionevolezza delle richieste finanziarie. Il livello del team di ricercatori va giudicato con particolare riguardo: a) ai risultati scientifici ottenuti dal PI e dagli altri responsabili di unità (ad esempio indicatori bibliometrici legati al numero di pubblicazioni e di citazioni utilizzati nei settori LS e PE, qualità e impatto delle pubblicazioni in SH); b) alla capacità di svolgere il progetto proposto (qualificazione del PI, composizione e complementarietà dei membri della compagine proposta); c) alla capacità di coinvolgere e formare giovani ricercatori; d) al grado di successo del PI in precedenti progetti italiani o internazionali. La congruità delle risorse va definita con particolare riguardo: e) all’organizzazione del progetto riguardo agli obiettivi proposti e alle risorse richieste (durata, strumentazione, dimensioni della compagine di ricerca, management); f) alla coerenza degli impegni temporali dei membri del progetto con le richieste economiche  e alla non duplicazione degli obiettivi con altri progetti in corso.

      Criterio 3: impatto del progetto, fino a 5 punti
      Impatto del progetto. L’impatto può essere definito  in vari modi a seconda dell’ambito disciplinare. Può riferirsi, a seconda dei casi, all’influenza rispetto all’innovazione tecnologica, alle applicazioni industriali, alla crescita economica, all’avanzamento dei metodi  sia per singole discipline, sia per lo sviluppo interdisciplinare. Può esprimersi come contributo alla soluzione di problemi sociali, alla protezione dell’eredità culturale o dell’ambiente, alla diffusione sia della conoscenza nella società intesa nel senso più ampio, così come nella istruzione e nella cultura, sia in termini ancor più generali,  della consapevolezza comune  rispetto a  problemi contemporanei.

  4. Per ogni progetto, il punteggio complessivo è calcolato come media aritmetica dei punteggi attribuiti dai tre revisori. Per i progetti con punteggio complessivo superiore o uguale a 12/15, ogni CdS, indica il costo ritenuto congruo e il relativo contributo proposto, che  non potranno comunque risultare inferiori, rispettivamente, all’80% del costo esposto in progetto e del relativo contributo richiesto.
  5. Entro e non oltre il 20 ottobre 2013, ogni CdS  trasmette al MIUR  la graduatoria dei progetti, coi relativi punteggi, costi congrui e contributi proposti, e relaziona il CNGR sulla qualità ed affidabilità del processo di valutazione, segnalando eventuali problematiche riscontrate e fornendo eventuali suggerimenti in merito al miglioramento del sistema in termini di efficienza, efficacia ed economicità.
  6. In caso di ex-aequo, ed al fine di assicurare il rispetto dei limiti di spesa complessivi per area disciplinare e per linea d’intervento, stabiliti al comma 3 del successivo articolo 7, è data priorità ai progetti che abbiano conseguito un punteggio medio più elevato sul criterio 1; in caso di ulteriore ex-aequo è data priorità ai progetti che abbiano conseguito un punteggio medio più elevato sul criterio 2; in ogni caso, sempre al fine di assicurare il rispetto dei limiti di spesa complessivi per area disciplinare e per linea d’intervento, il MIUR, nella formazione delle graduatorie finali di settore, può apportare ulteriori riduzioni ai costi ed ai contributi indicati dai competenti CdS.

 

ART. 7
Approvazione dei progetti ed entità del finanziamento

  1. Con apposito Decreto Direttoriale viene approvato e reso pubblico l’elenco dei progetti finanziati, suddiviso per settore ERC (e al suo interno, per linea d’intervento), fino all’esaurimento delle risorse disponibili, indicate al successivo comma 3; gli importi eventualmente non utilizzati nei singoli settori (o, al loro interno, nelle singole linee d’intervento) sono portati ad incremento delle risorse degli altri settori (o, al loro interno, delle altre linee d’intervento), secondo criteri di proporzionalità.
  2. Dopo la pubblicazione del decreto di cui al precedente comma, ogni proponente può prendere visione, sul proprio “sito docente”, delle schede di valutazione relative al progetto presentato, fermo restando l’anonimato dei revisori.
  3. Per ogni progetto ammesso a finanziamento, e per ogni unità operativa ad esso partecipante, il MIUR garantisce un finanziamento pari al 70% dei costi riconosciuti congrui. Il finanziamento è assegnato ai progetti   garantendo, per ogni settore,  una quota di risorse così definita:

    SETTORE LS                                     euro 15.303.958
    SETTORE PE                                     euro 15.303.958
    SETTORE SH                                     euro   7.651.978

    • Nell’ambito di tale ripartizione, per ogni settore ERC, sono riservate le seguenti assegnazioni distinte per le linee d’intervento A e B:
      • “linea d’intervento A (PRIN starting)” – riserva di una quota minima di euro 1.500.000 per i settori LS e PE e di euro 750.000 per il settore SH;
      • “linea d’intervento B (PRIN consolidator)” –  riserva di una quota minima di euro 2.000.000 per i settori LS e PE e di euro 1.000.000 per il settore SH.
  4. Il costo riconosciuto come congruo per ogni progetto è comunicato dal Ministero al PI che provvede, nel termine di 10 giorni dal momento della richiesta, a rideterminare i costi delle singole unità operative, dandone comunicazione al Ministero.
  5. Dopo la rideterminazione, il Ministero emana il decreto di ammissione al finanziamento, specificando l’ammontare del contributo spettante ad ogni unità operativa.
  6. Il contributo per la realizzazione dei progetti è erogato in unica soluzione anticipata direttamente alle università e agli enti sedi delle unità operative.

ART. 8
Gestione e rendicontazione dei progetti

1.  Il PI ha la responsabilità scientifica del progetto ed è quindi responsabile dell’attuazione del progetto nei tempi e nei modi indicati all’atto della presentazione della domanda, ferma restando la responsabilità delle singole unità operative, per quanto concerne la gestione operativa dei contributi ad esse assegnati.

2.   Per tutte le pubblicazioni e gli altri prodotti scientifici realizzati nell’ambito del progetto di ricerca, i componenti del gruppo sono tenuti ad indicare di aver usufruito di un finanziamento nell’ambito del presente bando.

3.   E’ fatto esplicito divieto dell’utilizzo delle risorse PRIN per la corresponsione, anche mediante l’utilizzo delle risorse relative alla voce “spese generali”, di premi e/o indennità di qualsiasi tipo al personale dipendente partecipante al progetto; l’eventuale accertamento di situazioni in contrasto con la presente disposizione comporta  il recupero dell’intero contributo precedentemente versato a favore dell’unità operativa responsabile della mancata osservanza del divieto.

4.   La rendicontazione è effettuata dai responsabili di unità, nel rispetto del “criterio di cassa” e mediante apposita procedura telematica, entro 60 giorni dalla conclusione del progetto. Per la necessaria attestazione di conformità alle norme di legge e regolamentari e alle disposizioni e procedure amministrative, ogni rendicontazione è altresì assoggettata ad appositi audit interni centrali da parte di idonee strutture delle università e degli enti di ricerca. Il Ministero procede agli accertamenti finali di spesa, mediante verifica documentale delle rendicontazioni e controlli in sito, a campione, degli audit interni centrali, secondo modalità e procedure stabilite nel decreto di ammissione al finanziamento. In ogni caso deve essere assicurato il criterio dell’adeguatezza del campione (non meno del 10% dei progetti finanziati per un importo almeno pari al 10% del finanziamento ministeriale).

5.    In particolare, l’accertamento da parte del MIUR di violazioni di norme di legge e/o regolamentari sulle singole rendicontazioni, ferme restando  le responsabilità civili e penali, comporta l’automatica esclusione dai successivi bandi PRIN (per un periodo di cinque anni dalla data dell’accertamento) del responsabile di unità; l’accertamento da parte del MIUR di frequenti irregolarità negli audit o di ripetute violazioni di norme di legge e/o regolamentari sul complesso delle rendicontazioni prodotte dalla singola università o dal singolo ente di ricerca,  comporta l’esclusione  dell’università o dell’ente di ricerca dai successivi bandi PRIN per un periodo di cinque anni dalla data dell’accertamento.

6.    Eventuali importi oggetto di recupero nei confronti delle università o degli enti di ricerca possono essere compensati, in qualsiasi momento, con detrazione su ogni altra erogazione o contributo da assegnare alla medesima Università o Ente anche in base ad altro titolo.

ART. 9
Relazioni scientifiche

1.  Entro 90 giorni dalla conclusione del progetto, il PI  redige una relazione scientifica conclusiva sullo svolgimento delle attività e sui risultati di ricerca ottenuti o prevedibili,  con allegato elenco delle pubblicazioni relative al progetto che riportino come primo nome (o come autore corrispondente) quello del PI o dei responsabili di unità, e la trasmette con modalità telematica al Ministero.

2.   La relazione deve contenere altresì l’elenco dettagliato delle pubblicazioni e degli altri prodotti scientifici realizzati nell’ambito del progetto di ricerca con l’indicazione di provenienza del finanziamento.

3.   Nel rispetto delle vigenti normative in materia di valutazione del sistema universitario e della ricerca, la valutazione ex-post dei prodotti delle ricerche è di competenza dell’Agenzia Nazionale per la Valutazione dell’Università e della Ricerca (ANVUR), che la eserciterà secondo tempi, forme e modalità da essa stessa determinati.

ART. 10
Copertura finanziaria

  1. Per le finalità indicate all’art.1, il MIUR cofinanzia i progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale, nel limite massimo complessivo di € 38.259.894, al netto della quota per il funzionamento del CNGR e dei CdS, per i compensi dei revisori operanti nella fase di valutazione di competenza MIUR,  e per gli oneri relativi agli accertamenti finali di spesa, pari ad euro 1.183.296.
  2. Le procedure del presente bando sono curate dalla Direzione Generale per il coordinamento e lo sviluppo della Ricerca – Ufficio V.
  3. Responsabile del procedimento è l’Ing. Mauro Massulli – Dirigente dell’Ufficio V della Direzione Generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca – ufficioprin@miur.it.

 

ART. 11
Richiesta di informazioni e modulistica

  1. Chiarimenti e informazioni possono essere richiesti agli Uffici ricerca di università ed enti, nonché alla Direzione Generale per il coordinamento e lo sviluppo della Ricerca, Ufficio V – Settore PRIN.
  2. Sul sito http://prin.miur.it/ sono rese disponibili, in tempo utile, oltre alla modulistica, le informazioni necessarie (nota illustrativa) per la presentazione delle domande di cui al presente bando.

Il presente decreto è inviato alla Corte dei conti per la registrazione e pubblicato sul sito internet del Ministero all’indirizzo http://prin.miur.it/ .

Roma, 28 dicembre 2012

IL MINISTRO

Istruzioni Bando PRIN

Concorso a Cattedre: FAQ MIUR

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’istruzione
Concorso per il personale docente D.M. 82/2012

FAQ

n. 1 Da quando sarà disponibile la funzione di presentazione della domanda di partecipazione?
Dal 6 ottobre 2012

n. 2Per quando è prevista la chiusura della funzione?
Per il 7 novembre 2012, alle ore 14.00

n. 3Chi può presentare l’istanza web di partecipazione al concorso?
Tutti gli aspiranti che possiedono i requisiti previsti dall’art. 2 del bando di concorso (DDG n. 82 del 24 settembre 2012).

n. 4 Come comunicare i titoli valutabili di cui all’art. 3 e 12 del bando di concorso?
Con successivo avviso verrà comunicata la data a partire dalla quale sarà possibile l’acquisizione dei titoli posseduti alla data di scadenza del termine di presentazione della domanda e valutabili ai sensi degli artt. 3 e 12 del D.D.G. 82 del 24 settembre 2012. “Si comunica che nel modello di domanda di istanze on line è disponibile la sezione per la dichiarazione dei titoli valutabili ai sensi degli articoli 3 e 12 del bando.”

n. 5 L’utente che non ha effettuato la procedura di Registrazione e quindi non ha le credenziali di accesso può accedere al servizio?
No. L’utente deve necessariamente effettuare la procedura di registrazione a POLIS prima di accedere al servizio.

n. 6 Perché l’istanza di partecipazione al concorso prevede di indicare il recapito, mentre il bando parla di residenza?
Il concetto di residenza e` da intendersi come dimora stabile presso cui inviare eventuali comunicazioni inerenti la procedura concorsuale. In questo senso l`istanza polis prevede l`utilizzo del recapito.

n. 7Come si deve fare per modificare i dati di recapito, considerato che i relativi campi sono protetti?
Occorre interrompere la compilazione dell`istanza di partecipazione al concorso, tornare al menùdi gestione dell`utenza e selezionare l`apposita funzione di “variazione dati personali”.

n. 8 – Se un docente è in possesso della specializzazione per le attività di sostegno, ma la classe di concorso o il posto di insegnamento di riferimento non è stato bandito, potrà presentare domanda solo per il sostegno?
No, essendo quello di sostegno un elenco correlato alla graduatoria di riferimento e non una vera e propria graduatoria.

n. 9 – Coloro che superano le prove concorsuali, ma non rientrano nel contingente destinato alle immissioni in ruolo, contribuiranno a formare una nuova graduatoria regionale.
No, una volta coperti tutti i posti destinati nel bando alle assunzioni in ruolo per il biennio di riferimento, le graduatorie decadono.

n. 10 – Chi ha compiuto i 40 anni può partecipare al concorso?
Sì, in quanto la partecipazione ai pubblici concorsi non è più soggetta ai limiti di età, così come stabilito dall’art. 3 comma 6 della Legge n. 127/1997, richiamata nelle premesse del bando.

n.11 – Chi ha già un account su istanze on-line, utilizzato in occasione di altre procedure, per l’iscrizione al concorso deve nuovamente registrarsi?
No, per iscriversi al concorso possono essere utilizzate le credenziali già attivate in precedenza.

n. 12 – Nelle regioni dove il bando di concorso non prevede disponibilità di posti, resteranno in vigore le graduatorie di merito del precedente concorso? Sono ipotizzabili immissioni in ruolo anche da tali graduatorie in caso di sopravvenienza di posti disponibili?
Per le classi di concorso per le quali non è stato bandito alcun posto, gli eventuali posti di ruolo disponibili continueranno ad essere assegnati, per il 50% alle graduatorie dei concorsi banditi negli anni precedenti, a meno che non siano esaurite e per il restante 50% alle graduatorie ad esaurimento.

n. 13 – Qualora una scuola provinciale sia diventata statale a seguito di apposita Convenzione tra il MIUR ed un Ente Locale, il personale che vi presti servizio a tempo indeterminato, può partecipare al concorso?
Sì, purché il personale in servizio presso la scuola sia ancora appartenente ai ruoli dell’Ente Locale.

n. 14 – I titoli di studio conseguiti antecedentemente all’entrata in vigore del D.M. 39/1998 sono titoli di ammissione al Concorso?
Sì, in quanto espressamente richiamati nel D.M. medesimo.

n. 15 – Chi può partecipare al concorso per posti  di scuola secondaria di  I e II grado?
Secondo la previsione dell’art. 2, comma 3 lettere a) e b) del bando, possono partecipare al concorso coloro che hanno conseguito i titoli di laurea e i diplomi  ivi previsti entro l’anno scolastico o anno accademico 2001/2002 o entro l’anno accademico 2002/2003 per i corsi quinquennali. Qualora la durata del corso di studio sia superiore al quinquennio, lo stesso, per essere titolo valido per l’accesso al concorso, deve essere iniziato  dall’anno accademico 1998/1999.

n. 16 – Quali sono i titoli di laurea o i diplomi validi per l’ accesso al concorso ?
Sono validi i  titoli di laurea o i diplomi previsti dal decreto ministeriale 30 gennaio 1998, n. 39. Per quanto riguarda i titoli di laurea, naturalmente, devono essere stati conseguiti entro i termini previsti dall’articolo 2, comma 3 lettera b). Per quanto riguarda i diplomi che costituiscono titolo di accesso alla classe di concorso C430 – Laboratorio tecnologico per l’edilizia ed esercitazioni di topografia, non vi è alcun termine. Per quanto riguarda invece i diplomati magistrali, il termine è quello previsto dall’articolo 2, comma 3 lettere a): i diplomi devono essere stati conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002, ovvero al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale, iniziati entro l’anno scolastico 1997-1998.

n. 17 – Nella domanda viene richiesto di indicare la data del conseguimento del titolo di abilitazione, che data riportare se non è indicata nel certificato rilasciato a seguito di partecipazione al concorso ordinario?
Bisogna indicare la data della pubblicazione della graduatoria definitiva del concorso.

n. 18 – Gli appartenenti alle categorie protette hanno diritto alla riserva dei posti, così come previsto dalla Legge 68/99 e successive modifiche ed integrazioni?
Si. Anche se non espressamente indicato nel bando, l’articolo 19 dello stesso (norme di salvaguardia) rimanda alle regole generali per l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni. Il candidato, quindi, potrà indicare il titolo di riserva posseduto nell’apposita sezione della domanda.

n. 19 – I titoli inseriti nella scheda della professionalità sono validi anche per la valutazione della domanda?
No. I titoli inseriti nella scheda della professionalità, non essendo legata al concorso, non sono automaticamente trasferiti nella sezione “titoli valutabili” della domanda. Ne consegue che gli stessi devono essere inseriti nuovamente in tale sezione.

n. 20 – Le date di conseguimento di titoli (abilitazione, laurea, ecc.) sono obbligatori?
No, ora tutte le date di conseguimento dei titoli, sia nella sezione titoli di accesso, che in quella dei titoli valutabili, non sono più obbligatorie (vedi anche faq. n. 17)

n. 21 – Come può essere indicata, nel menù a tendina, l’attività di ricerca scientifica di cui al punto A.2.16 dell’Allegato 4?
Deve essere indicata selezionando nel menù a tendina la voce “dottorato” e successivamente indicata nel campo libero che si apre nella schermata successiva.

n. 22 – Come vanno inseriti i punteggi della laurea e del diploma di scuola secondaria di secondo grado che costituiscono titolo di accesso al concorso?
L’inserimento del titolo di accesso è richiesto in due diverse sezioni della domanda: quella dei “titoli di accesso” e quella dei “titoli valutabili”. Pertanto nella prima il voto deve essere dichiarato come riportato dal diploma finale, mentre nella seconda deve essere rapportato a 110, come previsto dalla nota 1 relativa al punto A.1.1 dell’allegato 4 al DDG 82 del 24 settembre 2012 .

n. 23 – Sono validi, ai fini dell’ammissione al concorso i diplomi di laurea conseguiti entro i termini previsti dall’art. 2 del bando, ma perfezionati, ai fini della validità del piano di studio richiesto per l’insegnamento, con esami aggiuntivi sostenuti successivamente a tali termini?
Si, gli esami aggiuntivi, purché superati entro la data di iscrizione al concorso, che hanno integrato il piano di studi richiesto per l’accesso all’insegnamento sono validi anche se conseguiti in date successive ai termini previsti dall’art. 2 del bando. Resta fermo invece il termine per il conseguimento del diploma di laurea.

n. 24 – Posso avere l’elenco di tutti i quesiti in formato pdf con tutte le risposte esatte?
No, non è possibile avere l’archivio dei quesiti in formato elettronico ma è possibile prepararsi alla prova preselettiva solo attraverso il simulatore al fine di evitare che l’esercitazione si trasformi in un puro esercizio mnemonico.

n. 25 – Posso vedere l’esito del test indipendentemente dal risultato conseguito?
Sì, il sistema consente di visualizzare le risposte date indipendentemente dal risultato ottenuto.

n.26 – Al termine dell’esercitazione è possibile visualizzare le risposte?
Sì, il simulatore restituisce l’elenco delle risposte date, evidenziando la risposta in verde, se corretta e in rosso, se errata.

n.27 – Non riesco ad avviare il simulatore con il mio tablet.
Il simulatore non è utilizzabile da alcuni tablet in quanto non tutti i dispositivi consentono di scaricare ed installare Java.

n.28 – Non riesco ad aprire i moduli delle domande presenti nel simulatore.
Per aprire i moduli è necessario installare la versione aggiornata del Plugin Java disponibile sul link del sito scuola in chiaro nella sezione esercitatore e attivare nel browser “consenti popup per questo indirizzo”

n. 29 – Dall’esame dei programmi allegati al bando di concorso (del D.D.G. 82 del 24 settembre 2012) relativi all’Ambito 5 – lingua inglese e francese – si rileva l’assenza totale dei contenuti per la prova scritta. Per il programma e i contenuti della prova scritta dell’Ambito 5 deve farsi riferimento a quanto previsto e chiarito per la prova orale. Entrambe le prove dovranno essere svolte nella lingua straniera della relativa classe di concorso.

n. 30 – Ci sono notizie in merito alle immissioni in ruolo del personale ATA previste dal programma triennale di immissioni in ruolo e bloccate per l’a.s. 2012/2013?
La richiesta per l’immissione in ruolo relativa del personale ATA per oltre 5.000 posti è stata più volta avanzata al MEF e al MFP, ma la relativa autorizzazione non è mai pervenuta perché non è stata ancora definita la procedura per il passaggio nei ruoli degli assistenti amministrativi e tecnici dei docenti inidonei e di quelli titolari delle classi di concorso C999 e C555, come previsto dalla legge n.135 di conversione del D.L. n. 95/2012. Appena verranno definite le modalità di passaggio dei citati docenti ed il numero dei posti da accantonare sulle disponibilità presenti in organico di diritto 2012-13, esito a cui si sta lavorando con un tavolo paritetico MIUR,MEF e MFP, si procederà alle immissioni in ruolo del personale ATA anche in corso d’anno, partendo dai collaboratori scolastici, con decorrenza giuridica dal 1 settembre 2012.

n. 31 – Al concorso di cui al D.D.G. n. 82 del 24 settembre 2012 possono partecipare anche i docenti non abilitati o solo quelli ammessi a seguito di ricorso? Si conoscono ora dove sono dislocati i posti messi a concorso e quali le graduatorie esaurite?
Come già fatto presente nella precedente Faq. n. 15, in conformità a quanto disposto nell’art. 2 del bando, al concorso possono partecipare, non solo gli abilitati, ma anche coloro che hanno conseguito i titoli di laurea e i diplomi richiesti per l’insegnamento entro l’anno scolastico o anno accademico 2001/2002 o entro l’anno accademico 2002/2003 per i corsi quinquennali. Fuori da queste ipotesi, esplicitamente previste nel bando, i semplici laureati che hanno partecipato alla prova preselettiva, lo hanno potuto fare solo in virtù di una ordinanza cautelare del TAR Lazio. I posti messi a concorso sono il 50% dei posti che si prevedono disponibili a seguito del turn-over del corpo docente che si verificherà negli anni 2013-14 e 2014-15 nelle regioni previste dal bando, condizione questa necessaria per ottenere l’autorizzazione del MEF. Ovviamente l’altro 50% è destinato allo scorrimento delle graduatorie ad esaurimento. Le due procedure di reclutamento sono distinte e fanno seguito ad autonomi percorsi di selezione. Attualmente non è possibile conoscere la effettiva dislocazione provinciale dei posti messi a concorso in quanto gli stessi sono legati alla determinazione degli organici, delle cessazioni e dei trasferimenti che vengono definiti annualmente. Le graduatorie ad esaurimento, esaurite e non esaurite, sono pubblicate nell’area “reclutamento” del sito di questo Ministero ogni triennio prima della fase di aggiornamento delle stesse, con la indicazione della residua consistenza di ciascuna.

Nota 28 dicembre 2012, MIURA00DG0S prot. 8438

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

Segreteria del Direttore

 

Ai Dirigenti Scolastici degli Istituti di Istruzione

Secondaria di II Grado Statali e Paritari

LORO SEDI

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici

Regionali LORO SEDI

Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in

lingua italiana della Provincia di BOLZANO

Al Dirigente del Dipartimento Istruzione della

Provincia di TRENTO

All’ Intendente Scolastico per la scuola in

lingua tedesca BOLZANO

All’ Intendente Scolastico per la scuola delle

località ladine BOLZANO

Al Sovrintendente agli Studi della Regione

Autonoma della Valle d’Aosta

AOSTA

 

Oggetto: Olimpiadi di Matematica A.S. 2012-2013

 

L’UMI – Unione Matematica Italiana – organizza la più importante competizione matematica per i ragazzi degli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore di Secondo Grado, le “Olimpiadi di Matematica”, manifestazione annuale nata nel 1959.

La competizione ha l’intento di aumentare fra i giovani l’interesse per la Matematica, dando loro l’opportunità di affrontare problemi un pò diversi, nella forma, da quelli incontrati a scuola, ma in grado di aumentare la loro attenzione anche per ciò che si fa nella scuola.

L’iniziativa è rivolta agli studenti di tutti gli indirizzi della Scuola Secondaria di II grado. Per ulteriori informazioni si allega un breve comunicato per l’edizione 2012-2013 che si terrà a Cesenatico dal 9 al 12 Maggio, rimandando al sito http://umi.dm.unibo.it per ulteriori informazioni.

 

IL DIRETTORE GENERALE

F.to Carmela Palumbo

————-

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica
Segreteria del Direttore

OLIMPIADI DI MATEMATICA 2013

Le Olimpiadi Italiane di Matematica sono curate ed organizzate da una commissione dell’Unione Matematica Italiana (UMI) su promozione e finanziamento del MIUR – Direzione Generale degli Ordinamenti Scolastici ed Autonomia Scolastica.
Le Olimpiadi si svolgono in varie fasi, tutte curate dalla commissione dell’UMI, in accordo con la Direzione Generale degli Ordinamenti, che provvede a fornire un testo unico di gara per tutte le fasi.

La prima fase si svolge nelle singole scuole (le scuole iscritte sono circa 1800) e si basa su un test a risposta multipla. La partecipazione è di circa 300.000 studenti. La seconda fase, a cui sono qualificati coloro che hanno ottenuto i risultati migliori nella prima fase, si svolge a livello distrettuale (grosso modo, un distretto è l’equivalente di una provincia); la prova, che consiste sia di quesiti a risposta multipla che esercizi dimostrativi, coinvolge circa 12.000 studenti. La terza fase, quella finale, coinvolge i migliori 300 studenti della seconda fase e si svolge da molti anni a Cesenatico. Nella fase finale i quesiti sono esclusivamente a carattere dimostrativo.

Nel 2013 la manifestazione di Cesenatico è prevista dal 9 al 12 maggio.
Affiancheranno la gara principale alcune conferenze divulgative tenute da professori di rilievo internazionale ed anche una gara a squadre, che da qualche anno è diventata un fiore all’occhiello della manifestazione.
Saranno inoltre invitate anche alcune delegazioni straniere.
Per quanto riguarda le competizioni internazionali, ogni anno vengono organizzati vari stages a cui vengono invitati gli studenti migliori, per permettere loro di acquisire una cultura matematica di livello superiore. Per la più importante di queste competizioni, le Olimpiadi Internazionali di Matematica, sono selezionati ogni anno sei studenti.

Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 301

Gazzetta Ufficiale – Serie Generale  n. 301 del 28-12-2012
Sommario

 


LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI

 

DECRETO-LEGGE 28 dicembre 2012, n. 227
Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione. (12G0250)
Pag. 1

DECRETI PRESIDENZIALI

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 14 settembre 2012
Modifica al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 maggio 2007, relativamente all’assegnazione ad ANAS S.p.A., ai sensi dell’art. 1, comma 3, lettera a) dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3502 del 9 marzo 2006, di risorse finanziarie del Fondo di cui all’art. 32-bis del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326. Fondi annualita’ 2005. (12A13494)
Pag. 8
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 8 ottobre 2012
Proroga della gestione commissariale della Fondazione Ordine Mauriziano. (12A13488)
Pag. 32
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16 ottobre 2012
Ripartizione delle risorse rivenienti dai risparmi conseguiti mediante la riduzione dei contributi in favore dei partiti e dei movimenti politici, di cui all’articolo 16, comma 1, della legge 6 luglio 2012, n. 96. (12A13481)
Pag. 33

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

 

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
DECRETO 3 dicembre 2012
Indicazione del prezzo medio dei buoni ordinari del Tesoro a 182 giorni, relativi all’emissione del 30 novembre 2012. (12A13495)
Pag. 34
DECRETO 21 dicembre 2012
Rilevazione dei tassi effettivi globali medi – Periodo di rilevazione 1° luglio – 30 settembre 2012 – Applicazione dal 1° gennaio al 31 marzo 2013 (legge 7 marzo 1996, n. 108). (12A13617)
Pag. 34
MINISTERO DELL’INTERNO
DECRETO 18 dicembre 2012
Modifica al decreto 19 agosto 1996, concernente l’approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo. (12A13380)
Pag. 38
MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA
DECRETO 7 agosto 2012
Approvazione del Piano triennale degli interventi ritenuti ammissibili al finanziamento statale nell’ambito del III bando legge n. 338/2000. (12A13369)
Pag. 38
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
DECRETO 14 dicembre 2012
Modifica dei criteri per la concessione dei riconoscimenti per anzianita’ di servizio ed al merito di servizio del personale del Corpo di polizia penitenziaria, nonche’ le caratteristiche dei relativi segni distintivi e le relative modalita’ di uso. (12A13487)
Pag. 66
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
DECRETO 5 dicembre 2012
Proroga dell’autorizzazione all’esercizio delle attivita’ ex artt. 13 e 14, DPR 30 aprile 1999, n. 162, conferito alla societa’ «PRO CERT S.r.l.». (12A13379)
Pag. 78

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

 

COMMISSIONE NAZIONALE PER LE SOCIETA’ E LA BORSA
DELIBERA 28 novembre 2012
Adozione del Regolamento generale sui procedimenti amministrativi della Consob, ai sensi dell’articolo 24 della legge 28 dicembre 2005, n. 262, e dell’articolo 2, comma 5, della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni. (Delibera n. 18388). (12A13385)
Pag. 79
DELIBERA 28 novembre 2012
Adozione della disciplina del procedimento amministrativo per la dichiarazione da parte della CONSOB della decadenza nei confronti dei titolari di cariche incompatibili ai sensi dell’articolo 36 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. (Delibera n. 18390). (12A13386)
Pag. 156

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

 

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
COMUNICATO
Integrazione dell’elenco di medicinali non coperti da brevetto (12A13489)
Pag. 159
ENAV S.P.A.
COMUNICATO
Comunicazione dei coefficienti unitari di tariffazione e degli interessi sui ritardati pagamenti applicabili dal 1º gennaio 2013. (12A13382)
Pag. 159
COMUNICATO
Comunicazione delle condizioni di applicazione del sistema dei canoni di rotta e condizioni di pagamento applicabili dal 20 maggio 2011. (12A13383)
Pag. 161
MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
COMUNICATO
Definizione della graduatoria relativa all’avviso pubblico ai comuni fino a 15.000 abitanti per la presentazione di Manifestazioni di interesse nell’ambito delle linee di attivita’ 2.2 «interventi di efficientamento energetico degli edifici e utenze energetiche pubbliche o ad uso pubblico» e 2.5 «interventi sulle reti di distribuzione del calore, in particolare da cogenerazione e per teleriscaldamento e teleraffrescamento» del POI Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico 2007-2013. (12A13491)
Pag. 173
MINISTERO DELL’INTERNO
COMUNICATO
Riconoscimento del fine prevalente di culto della Confraternita di N.S. della Neve, in Bogliasco. (12A13381)
Pag. 173
MINISTERO DELLA SALUTE
COMUNICATO
Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Versifel FeLV» sospensione iniettabile per gatti. (12A13370)
Pag. 173
COMUNICATO
Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Nuflor». (12A13371)
Pag. 174
COMUNICATO
Revoca della sospensione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Postipofisin». (12A13372)
Pag. 174
COMUNICATO
Revoca della sospensione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Glucosata+Metionina 30%». (12A13373)
Pag. 174
COMUNICATO
Revoca della sospensione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Calcio Magnesio Fosforo VITB12». (12A13374)
Pag. 174
COMUNICATO
Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Romidys 1 mg/ml». (12A13375)
Pag. 174
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
COMUNICATO
Comunicato recante il prezzo dei contrassegni di Stato per i vini a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG) ed a denominazione di origine controllata (DOC), per la campagna 2012/2013. (12A13480)
Pag. 174
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
COMUNICATO
Disciplina dei rapporti contrattuali intestati al commissario alla ricostruzione di L’Aquila (12A13490)
Pag. 175
COMUNICATO
Comunicato relativo all’approvazione dell’Atto unico Convenzione – Contratto di programma stipulato in data 25 ottobre 2012 tra l’ENAC e Aeroporti di Roma S.p.A., ai sensi dell’art. 17, comma 34-bis, del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito dalla legge 3 agosto 2009, n. 102. (12A13707)
Pag. 175
REGIONE PUGLIA
COMUNICATO
Rinvio della variante del P.R.G. del Comune di Bari (12A13376)
Pag. 175
COMUNICATO
Approvazione della variante al P.R.G. vigente nel comune di San Severo. (12A13377)
Pag. 175
COMUNICATO
Revoca della deliberazione n. 2430 del 15 dicembre 2009 del P.R.G. del Comune di San Giorgio Ionico. (12A13378)
Pag. 175
REGIONE TOSCANA
COMUNICATO
Approvazione dell’ordinanza n. 126 del 23 novembre 2012 (12A13482)
Pag. 175
COMUNICATO
Approvazione dell’ordinanza n. 127 del 23 novembre 2012 (12A13485)
Pag. 176
REGIONE UMBRIA
COMUNICATO
Legge regionale 20 dicembre 2012, n. 26 «Misure urgenti in materia di fiscalita’ regionale e ulteriori provvedimenti di adeguamento al decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213». (12A13496)
Pag. 176

Decreto Ministeriale 28 dicembre 2012 n. 956/ric

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Decreto Ministeriale 28 dicembre 2012 n. 956/ric

BANDO PER GIOVANI RICERCATORI 2013

Il presente decreto viene pubblicato nelle more della registrazione da parte della Corte dei Conti

VISTO il Decreto-Legge n. 85, del 16 maggio 2008, convertito con modificazione dalla legge n.121 del 14 luglio 2008, istitutivo, tra l’altro, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR);

VISTO l’art. 1 comma 870 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (L.F. 2007) che istituisce nello stato di previsione della spesa del Ministero il Fondo per gli Investimenti della Ricerca Scientifica e Tecnologica (FIRST);
VISTA la legge 30 dicembre 2010, n. 240, recante “Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 10 del 14 gennaio 2011 – Suppl. Ordinario n. 11;
VISTO il D.M. n. 955/Ric. del 27 dicembre 2012, emanato dal Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, con il quale sono stati destinati, tra l’altro, € 30.440.000 a valere sulle risorse FIRST per il finanziamento di progetti di ricerca fondamentale in favore di giovani ricercatori di età inferiore ai 40 anni (comprensivi dei costi relativi alle attività di valutazione e monitoraggio di € 913.200, ai sensi dell’art. 21, comma 3 della Legge 30 dicembre 2010, n. 240 sopra menzionata);
CONSIDERATA la necessità di favorire il ricambio generazionale presso gli atenei e gli enti di ricerca pubblici afferenti al MIUR, (destinando adeguate risorse al finanziamento di progetti di ricerca fondamentale proposti da giovani ricercatori di età inferiore ai 40 anni) privilegiando ricerche che promuovano un significativo avanzamento delle conoscenze rispetto allo stato dell’arte, anche con riferimento, alle tematiche oggetto del programma Horizon 2020;

VISTO il Decreto Legislativo n. 165 del 30 maggio 2001 e successive modifiche e integrazioni;

DECRETA
ART. 1
Oggetto

  1. Il presente decreto disciplina le procedure per il finanziamento da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del Programma “Futuro in Ricerca 2013” volto a favorire il ricambio generazionale presso gli atenei e gli enti pubblici di ricerca afferenti al MIUR, al fine di rafforzare le basi scientifiche nazionali, anche in vista di una più efficace partecipazione alle iniziative europee relative ai Programmi Quadro dell’Unione Europea, destinando a tale scopo adeguate risorse al finanziamento di progetti di ricerca fondamentale proposti da giovani ricercatori.
  2. Agli effetti del presente decreto si intendono:
  • per Ministro e Ministero, rispettivamente il Ministro e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR);
  • per CNGR il Comitato Nazionale dei garanti della Ricerca, di cui all’articolo 21 della legge 30 dicembre 2010, n. 240;
  • per CdS i Comitati di Selezione di cui all’articolo 20 della legge 30 dicembre 2010, n. 240, così come modificato dall’art. 63 del Decreto Legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modificazioni dalla L. 7 agosto 2012, n. 134;
  • per ateneo/università, tutte le Università e le istituzioni universitarie italiane, statali e non statali, comunque denominate, ivi comprese le scuole superiori ad ordinamento speciale;
  • per Enti di Ricerca, tutti gli Enti pubblici di Ricerca vigilati dal Ministero;
  • per giovani ricercatori, i ricercatori (in possesso di dottorato o specializzazione conseguita presso una scuola di Specializzazione Universitaria) che non siano già presenti, a tempo indeterminato, nei ruoli delle università e degli enti pubblici di ricerca vigilati dal Ministero, e di età non superiore a 40 anni alla data del presente bando;
  • per docenti, i professori universitari di ruolo e gli assistenti ordinari del ruolo a esaurimento;
  • per ricercatori, i ricercatori del ruolo universitario e i ricercatori del ruolo degli enti pubblici di  ricerca vigilati dal Ministero;
  • per coordinatore scientifico (o “principal investigator” -PI), un giovane ricercatore avente il compito di coordinare più unità operative di un progetto, assumendo le relative responsabilità scientifiche dell’intero progetto;
  • per responsabile locale, un giovane ricercatore a capo di una unità operativa, di cui assume anche le responsabilità organizzative;
  • per unità operativa, l’insieme dei giovani ricercatori, dei docenti o dei ricercatori costituenti il gruppo di ricerca guidato dal responsabile locale, con autonomia amministrativa nell’ambito del progetto, ma nel rispetto dei regolamenti interni di amministrazione, finanza e contabilità dell’università o dell’ente cui afferisce;
  • per organismi di ricerca, tutti gli altri  soggetti pubblici o privati, nazionali o internazionali, senza scopo di lucro, le cui finalità principali consistano nello svolgere anche attività di ricerca,  e nel diffonderne i risultati mediante l’insegnamento, la pubblicazione o il trasferimento di tecnologie, e i cui eventuali  utili siano interamente reinvestiti nelle attività di ricerca, nella diffusione dei loro risultati o nell’insegnamento;
  • per CINECA il Consorzio Interuniversitario CINECA, che cura la gestione dei sistemi informatici per la valutazione scientifica dei progetti di ricerca.

ART.2
Procedura di valutazione e selezione

  1. La procedura di valutazione e selezione delle proposte si svolge in tre fasi: a) preselezione, sulla base di sintetiche proposte;  b) valutazione, sulla base di più dettagliati progetti; c) audizioni; tutta la procedura è curata  dal Ministero, che opera mediante Comitati di Selezione (CdS), riferiti ai  settori ERC, nominati con decreto direttoriale, previa designazione dei suoi componenti da parte del Comitato Nazionale dei Garanti della Ricerca (CNGR).
  2. Ogni CdS  è formato da esperti appartenenti alla banca dati MIUR; il numero di esperti di ogni CdS è  definito dal CNGR, tenendo conto della necessità di copertura delle aree scientifiche interessate e della numerosità dei progetti di competenza; almeno un terzo dei componenti di ogni CdS deve essere costituito da esperti operanti all’estero; nell’ambito di ogni CdS deve essere prevista altresì una adeguata rappresentanza di soggetti che siano già risultati vincitori di uno dei precedenti bandi “Futuro in Ricerca”; ogni esperto deve rilasciare, prima dell’accettazione dell’incarico, una dichiarazione d’impegno relativa al rispetto di principi deontologici, di riservatezza e di assenza di incompatibilità; in caso di accertata violazione di tali principi il MIUR procederà alla esclusione definitiva dell’esperto responsabile dalla banca dati.
  3. I membri del CNGR e dei CdS non possono partecipare ai progetti di cui al presente bando, né prendere parte alla preselezione e/o alla valutazione dei progetti.
  4. La valutazione scientifica dei progetti (da effettuarsi secondo le usuali prassi  della “peer review”), è affidata, sia sulle proposte che sui progetti, ed  esperti scientifici, italiani o stranieri (revisori), chiamati a formulare, per ognuno dei criteri propri di ciascuna  fase, un giudizio analitico riassunto in una valutazione sintetica finale espressa secondo una “classe di giudizio” cui è associata una scala predefinita di valori numerici, come di seguito elencato:
    • A – Eccellente: pienamente convincente, senza alcuna debolezza (Excellent: fully convincing, without  weaknesses). Si riferisce a elementi delle proposte che il revisore, sulla base della propria esperienza, colloca nel 5% più alto (quindi tra il 100° e il 95° percentile); punteggio 5
    • B – Ottimo: molto convincente con al più qualche debolezza minore (Very Good: extremely strong with at most some minor weakness). Si riferisce a elementi delle proposte che il revisore, sulla base della propria esperienza, colloca nel successivo 5%  (quindi tra il 95° e il 90° percentile); punteggio 4
    • C – Buono: di buon livello complessivo, ma con alcune debolezze di importanza moderata (Good: Strong but with some moderate weaknesses). Si riferisce a elementi delle proposte che il revisore, sulla base della propria esperienza, colloca nel successivo 10%  (quindi tra il 90° e l’80° percentile); punteggio 3
    • D – Discreto: con alcuni punti deboli non trascurabili (Fair: some important weakness). Si riferisce a elementi delle proposte che il revisore, sulla base della propria esperienza, colloca nel successivo 30%  (quindi tra l’80° e il 50° percentile); punteggio 2
    • E – Mediocre: poco convincente con molte debolezze (Poor: not very convincing with numerous  weaknesses). Si riferisce a elementi di proposte che il revisore, sulla base della propria esperienza, colloca nel successivo 50%  (quindi sotto il 50° percentile); punteggio 1
  5. Al fine di garantire la regolarità e la trasparenza del processo di valutazione e selezione, è fatto inoltre divieto a tutti i partecipanti ai progetti di contattare, direttamente o indirettamente, i membri del CNGR e dei CdS nonché i revisori coinvolti nelle procedure di “peer review”; i membri del CNGR e dei CdS nonché i revisori sono peraltro tenuti a riportare tempestivamente al CNGR ed al Responsabile del procedimento di cui all’articolo 10, comma 3, ogni violazione di tale obbligo di cui siano venuti a conoscenza. Tale violazione, se accertata, comporta l’esclusione del progetto dalle procedure del presente bando, l’esclusione dei responsabili dai successivi bandi per un periodo di cinque anni e la loro esclusione definitiva dalla banca dati degli esperti MIUR (se in essa presenti).
  6. L’Ufficio V della Direzione Generale per il Coordinamento e lo Sviluppo della Ricerca assicura le funzioni di segreteria del CNGR e dei CdS.

 

ART. 3
Caratteristiche delle proposte e dei progetti

  1. Le proposte e i successivi progetti, di durata triennale e senza limiti di costo, possono essere relativi ad uno o più dei  tre settori ERC, con indicazione, nel caso di più settori, del settore ERC principale.
  2. Le proposte e i successivi progetti possono prevedere una o più unità operative,  afferenti a diverse università e/o enti pubblici di ricerca afferenti al MIUR, coordinate da un unico “principal investigator” (PI), che deve  anche essere impegnato direttamente nella ricerca mediante una propria unità operativa.  Può essere prevista, all’interno di ciascuna proposta o del successivo progetto, la partecipazione di una unità operativa appartenente a un consorzio interuniversitario.
  3. Qualora siano presenti più unità operative, la proposta deve comunque chiaramente spiegare in cosa consista, sulla base di una strategia organica, l’apporto scientifico assicurato da ogni singola unità, e perché l’articolazione in più unità sia indispensabile per l’ottimale svolgimento del progetto.
  4. Ogni giovane ricercatore può partecipare a un solo progetto di ricerca e a una sola unità operativa. Sono esclusi dalla partecipazione al presente bando, a qualunque titolo, tutti coloro che risultino inseriti in gruppi di ricerca finanziati nei due precedenti bandi “Futuro in Ricerca”.
  5. Le proposte e i successivi progetti sono collocati nelle linee d’intervento sotto indicate:
    • a) “linea d’intervento 1 (starting)” – riservata a giovani ricercatori che abbiano conseguito il dottorato o la specializzazione  presso una Scuola di Specializzazione Universitaria (se antecedente al dottorato), da più di due anni ma da non più di sette anni rispetto alla data del presente bando;
    • b) “linea d’intervento 2 (consolidator)” –  riservata a giovani ricercatori che abbiano conseguito il dottorato o la specializzazione presso una Scuola di Specializzazione Universitaria (se antecedente al dottorato), da più di cinque anni ma da non più di dieci anni rispetto alla data del presente bando, e che, alla stessa data, abbiano già maturato un’esperienza almeno triennale di post-doc. Sono ammissibili proposte di tipo misto (cioè con coordinatori di linea  1 e responsabili di linea 2 e viceversa), fermo restando che la riserva delle risorse di cui al successivo articolo 7, si intende riferita alla linea d’intervento del coordinatore di progetto.
  6. I limiti temporali di sette anni per la linea d’intervento 1 e di dieci anni per la linea d’intervento 2 possono essere aumentati di un anno per ogni figlio ovvero di un anno nel caso di effettivo svolgimento di leva obbligatoria o di servizio civile sostitutivo, fermo restando il limite dell’età anagrafica di 40 anni non ancora compiuti alla data del presente bando. Nel caso in cui i requisiti soggettivi  consentano la partecipazione a più linee d’intervento spetta al docente  o ricercatore scegliere la linea d’intervento cui partecipare.

ART.4
Preselezione

  1. Il  PI presenta al MIUR, esclusivamente per via telematica  entro le ore 14.00 del 4  febbraio 2013, una sintetica proposta progettuale, redatta in italiano e in inglese su apposita modulistica predisposta dal Ministero, contenente le seguenti informazioni:
    • a) titolo del progetto;
    • b) settore/i e sottosettori ERC;
    • c) nome del coordinatore scientifico e dei responsabili delle unità di ricerca partecipanti, con indicazione sia dei requisiti di partecipazione di cui all’articolo 3 comma 5 sia dell’università o ente pubblico di ricerca afferente al MIUR sede di ogni singola unità di ricerca;
    • d) elenco delle pubblicazioni del PI e dei responsabili delle unità di ricerca partecipanti, limitate agli ultimi 5 anni;
    • e) descrizione sintetica del progetto di ricerca;
    • f) parole chiave proposte;
    • g) obiettivi e risultati che il progetto si propone di raggiungere;
    • h) impatto scientifico e/o tecnologico  e/o socio-economico, come definito all’articolo 6, comma 3, criterio 2;
    • i) indicazione del costo complessivo del progetto, secondo le principali componenti di costo (spese di personale, spese generali, attrezzature e simili, servizi di consulenza e simili, altri costi di esercizio); per quanto riguarda le spese di personale, può essere valorizzato, ai fini del cofinanziamento interno, anche il tempo  prevedibilmente dedicato al progetto da docenti e ricercatori di ruolo partecipanti alla ricerca, ma senza indicazione dei relativi nominativi.
  2. L’esame della qualità scientifica di ogni proposta è volto ad accertare: a) l’innovatività e l’originalità  della ricerca proposta e della sua metodologia: fino a punti 5; b) la qualificazione  del coordinatore scientifico e dei responsabili di unità, anche con riferimento alla coerenza tra le tematiche del progetto e le loro competenze scientifiche: fino a punti 5. La valutazione di ogni proposta è affidata dal CINECA a tre revisori esterni anonimi, sorteggiati (mediante procedura informatica) tra gli esperti appartenenti  alla banca dati MIUR, nel rispetto del criterio della coincidenza del sottosettore ERC e/o delle parole chiave indicati in ogni proposta con quelli indicati  da ogni esperto nella propria scheda della banca dati;  in nessun caso possono essere utilizzati revisori  che figurino  tra i partecipanti al presente bando, né, per ogni singola proposta, revisori che appartengano ad università o enti coinvolti nella stessa proposta; i revisori  operano  esclusivamente mediante l’utilizzo di idonei strumenti telematici e nella totale indipendenza reciproca.
  3. Ogni revisore deve rilasciare, prima dell’accettazione dell’incarico, una dichiarazione d’impegno relativa al rispetto di principi deontologici, di riservatezza e di assenza di incompatibilità; in caso di accertata violazione di tali principi il MIUR procederà alla esclusione definitiva dell’esperto responsabile dalla banca dati.
  4. I revisori formulano (entro il 12 aprile 2013) un giudizio analitico, secondo i  criteri di cui al precedente comma 3, sulle proposte di propria competenza; il giudizio è riassunto, per ogni criterio, in una valutazione sintetica finale espressa secondo le “classi di giudizio” di cui all’articolo 2, comma 4.
  5. Per ogni proposta, il punteggio medio è calcolato come media aritmetica dei punteggi assegnati dai tre revisori. Sono avviate alla fase di cui al successivo comma 6 solo le proposte con punteggio medio almeno pari a 8/10.
  6. Sulla base dei punteggi medi relativi alle singole proposte, il MIUR formula tre graduatorie complessive, una per ogni settore ERC. Per ogni settore, con apposito decreto direttoriale da emanarsi entro il 19 aprile 2013, è ammesso alla fase presentazione dei progetti, di cui al successivo articolo 5, secondo l’ordine decrescente di punteggio, un numero di proposte tale da raggiungere (tenendo conto dei contributi richiesti nelle proposte presentate al MIUR e degli eventuali ex aequo) un ammontare di risorse pari almeno al triplo delle quote stabilite al successivo articolo 7.

ART.5
Presentazione dei progetti

  1. Il  PI di una proposta preselezionata viene invitato dal MIUR a sviluppare con maggiore dettaglio la propria proposta ed a presentare,  esclusivamente per via telematica entro e non oltre le ore 17.00 del 7 giugno 2013, un dettagliato progetto di ricerca, redatto in italiano e in inglese su apposita modulistica predisposta dal Ministero, contenente le seguenti informazioni:
    • a) titolo del progetto;
    • b) settore/i e sottosettori ERC;
    • c) nome del PI e dei responsabili delle unità di ricerca partecipanti, con indicazione sia dei requisiti di partecipazione di cui all’articolo 3 comma 5 sia dell’università o ente pubblico di ricerca afferente al MIUR sede di ogni singola unità di ricerca;
    • d) elenco delle pubblicazioni del PI e dei responsabili delle unità di ricerca partecipanti, limitate agli ultimi 5 anni;
    • e) ove applicabile, idoneo indicatore bibliometrico del PI e dei responsabili delle unità operative (sempre relativo agli  ultimi 5 anni) ovvero di qualità e impatto delle pubblicazioni;
    • f) breve curriculum del PI, con evidenziazione del grado di successo in precedenti progetti italiani o internazionali;
    • g) parole chiave proposte;
    • h) abstract del progetto di ricerca;
    • i) stato dell’arte;
    • j) obiettivi e risultati che il progetto si propone di raggiungere, il loro interesse per l’avanzamento della conoscenza, le eventuali potenzialità applicative e l’impatto scientifico e/o tecnologico e/o socio-economico, come definito all’articolo 6, comma 3, criterio 2;
    • k) criteri per la verifica dei risultati;
    • l) articolazione del progetto e tempi di realizzazione, con l’individuazione del ruolo di ciascuna unità operativa in funzione degli obiettivi previsti e  relative   modalità di integrazione e collaborazione;
    • m) costo complessivo del progetto (con scostamento massimo del 10% rispetto ai costi indicati in sede di proposta), articolato per voci e per unità operativa:
      • spese di personale (in particolare, costo del contratto per i giovani ricercatori e di altro eventuale personale non dipendente appositamente da reclutare; può essere valorizzato, entro i limiti del cofinanziamento interno, anche il tempo  che sarà prevedibilmente dedicato al progetto da docenti e ricercatori di ruolo partecipanti alla ricerca, senza indicazione dei relativi nominativi);
      • spese  generali  (quota  forfettaria  pari al 60% del costo totale del personale, comprensiva del costo delle pubblicazioni e delle missioni sul territorio nazionale);
      • attrezzature, strumentazioni e prodotti software;
      • servizi di consulenza e simili, fermo restando il divieto dell’utilizzo di fondi per la corresponsione di compensi a docenti/ricercatori o ad organismi di ricerca stranieri;
      • altri costi di esercizio.
  2. Sulla base dei progetti presentati, il MIUR provvede ad acquisire, mediante procedura telematica predisposta dal CINECA ed entro il 21 giugno 2013, attestazione di disponibilità (rilasciata dal legale rappresentante di ogni università e di ogni ente pubblico di ricerca afferente al MIUR) alla stipula per chiamata diretta, in caso di successo nel presente bando, di apposito contratto coi PI o coi responsabili di unità di  ricerca che abbiano individuato la stessa università o lo stesso ente pubblico di ricerca come istituzione presso la quale svolgere il progetto di ricerca.

ART. 6
Valutazione scientifica dei progetti e audizioni

  1. La valutazione scientifica dei progetti di ricerca preselezionati è curata, per ogni settore ERC, dal relativo CdS (nominato dal MIUR, previa designazione da parte del CNGR, da effettuarsi entro il 28 febbraio 2013), che opera mediante l’utilizzo di idonei strumenti telematici, attraverso revisori esterni anonimi (secondo le usuali prassi della “peer review) italiani o stranieri, in numero di tre per ogni progetto.  I revisori sono scelti dal CdS attingendo alla banca dati MIUR; in nessun caso i revisori possono figurare tra i partecipanti ai progetti di cui al presente bando. Almeno uno dei revisori deve essere scelto tra coloro che sono già stati assegnati allo stesso progetto nella fase di preselezione
  2. Ogni revisore deve rilasciare, prima dell’accettazione dell’incarico, una dichiarazione d’impegno relativa al rispetto di principi deontologici, di riservatezza e di assenza di incompatibilità; in caso di accertata violazione di tali principi il MIUR procederà alla esclusione definitiva dell’esperto responsabile dalla banca dati MIUR.
  3. I revisori, cui è consentito l’accesso ai giudizi formulati in sede di preselezione, formulano (entro il 15 settembre 2013) un giudizio analitico sui progetti di propria competenza, riassunto in una valutazione sintetica finale espressa sulle stesse “classi di giudizio” e sulla stessa scala predefinita di valori numerici di cui all’articolo 4, comma 5, avendo a disposizione 15 punti, secondo i seguenti  criteri:
    • Criterio 1: validità del progetto, fino a 5 punti
      Merito scientifico e natura innovativa del progetto da un punto di vista internazionale, con particolare riguardo: a) alla rilevanza e alla originalità del progetto proposto (sulla base dello stato dell’arte nella specifica area scientifica e sul lavoro pregresso documentato dal gruppo proponente); b) alla metodologia adottata; c) all’incremento della conoscenza nel campo specifico e in altri settori ad esso collegati con particolare riguardo al sistema della ricerca nazionale e/o internazionale e alla coerenza e rilevanza del progetto con le linee di HORIZON2020 (quando applicabile); d) al contributo alla promozione e disseminazione della scienza. In specifici settori si terrà conto anche: e) del contributo alla promozione e alla disseminazione dell’innovazione tecnologica; f) della produzione di conoscenza che possa essere incorporata in (e/o applicata) a specifici settori commerciali.Criterio 2: qualità del gruppo di ricerca, fattibilità e congruità del progetto, fino a 5 punti
      Merito scientifico della compagine di ricerca, fattibilità del piano di lavoro e ragionevolezza delle richieste finanziarie. Il livello del team di ricercatori va giudicato con particolare riguardo: a) ai risultati scientifici ottenuti dal PI e dagli altri responsabili di unità (ad esempio indicatori bibliometrici legati al numero di pubblicazioni e di citazioni utilizzati nei settori LS e PE, qualità e impatto delle pubblicazioni in SH); b) alla capacità di svolgere il progetto proposto (qualificazione del PI, composizione e complementarietà dei membri della compagine proposta); c) alla capacità di coinvolgere e formare giovani ricercatori; d) al grado di successo del PI in precedenti progetti italiani o internazionali. La congruità delle risorse va definita con particolare riguardo: e) all’organizzazione del progetto riguardo agli obiettivi proposti e alle risorse richieste (durata, strumentazione, dimensioni della compagine di ricerca, management); f) alla coerenza degli impegni temporali dei membri del progetto con le richieste economiche  e alla non duplicazione degli obiettivi con altri progetti in corso.

      Criterio 3: impatto del progetto, fino a 5 punti
      Impatto del progetto. L’impatto può essere definito  in vari modi a seconda dell’ambito disciplinare. Può riferirsi, a seconda dei casi, all’influenza rispetto all’innovazione tecnologica, alle applicazioni industriali, alla crescita economica, all’avanzamento dei metodi  sia per singole discipline, sia per lo sviluppo interdisciplinare. Può esprimersi come contributo alla soluzione di problemi sociali, alla protezione dell’eredità culturale o dell’ambiente, alla diffusione sia della conoscenza nella società intesa nel senso più ampio, così come nella istruzione e nella cultura, sia in termini ancor più generali,  della consapevolezza comune  rispetto a  problemi contemporanei.

  4. Per ogni progetto, il punteggio complessivo è calcolato come media aritmetica dei punteggi attribuiti dai tre revisori. Sulla base dei punteggi complessivi relativi ai singoli progetti, il MIUR formula tre graduatorie, una per ogni settore ERC. Per ogni settore, con apposito decreto direttoriale da emanarsi entro il 22 settembre  2013, è ammesso alla fase delle audizioni, secondo l’ordine decrescente di punteggio, un numero di progetti tale da raggiungere (tenendo conto dei contributi richiesti nei progetti presentati al MIUR e degli eventuali ex aequo) un ammontare di risorse pari almeno al doppio delle quote stabilite al successivo articolo 7.
  5. Le audizioni, riservate ai PI, e per le quali sono a disposizione fino a 3 punti aggiuntivi, sono condotte dai competenti CdS di settore (anche mediante sottocommissioni costituite da almeno tre componenti), e sono volte, in particolare: a) all’accertamento della reale attitudine del proponente alla gestione scientifica del progetto e al coordinamento delle unità di ricerca, con particolare riferimento agli aspetti di carattere temporale e finanziario; b) all’accertamento della conoscenza della lingua inglese; c) all’accertamento  della conoscenza delle tematiche di progetto.
  6. Spetta inoltre ai CdS definire, per ogni progetto, il costo ritenuto congruo e il relativo contributo proposto, che   non potranno comunque risultare inferiori, rispettivamente, all’80% del costo esposto in progetto e del relativo contributo richiesto.
  7. Entro e non oltre il 27 ottobre 2013, ogni CdS  trasmette al MIUR  la graduatoria dei progetti, coi relativi punteggi, costi congrui e contributi proposti, e relaziona il CNGR sulla qualità ed affidabilità del processo di valutazione, segnalando eventuali problematiche riscontrate e fornendo eventuali suggerimenti in merito al miglioramento del sistema in termini di efficienza, efficacia ed economicità.
  8. In caso di ex-aequo, ed al fine di assicurare il rispetto dei limiti di spesa complessivi per area disciplinare e per
  9. linea d’intervento, stabiliti al comma 3 del successivo articolo 7, è data priorità ai progetti che abbiano conseguito un punteggio medio più elevato sul criterio 1; in caso di ulteriore ex-aequo è data priorità ai progetti che abbiano conseguito un punteggio medio più elevato sul criterio 2; in ogni caso, sempre al fine di assicurare il rispetto dei limiti di spesa complessivi per area disciplinare e per linea d’intervento, il MIUR, nella formazione delle graduatorie finali di settore, può apportare ulteriori riduzioni ai costi ed ai contributi indicati dai competenti CdS.

ART. 7
Approvazione dei progetti ed entità del finanziamento

  1. Con apposito Decreto Direttoriale viene approvato e reso pubblico l’elenco dei progetti finanziati, suddiviso per settore ERC (e al suo interno, per linea d’intervento), fino all’esaurimento delle risorse disponibili, indicate al successivo comma 3; gli importi eventualmente non utilizzati nei singoli settori (o, al loro interno, nelle singole linee d’intervento) sono portati ad incremento delle risorse degli altri settori (o, al loro interno, delle altre linee d’intervento), secondo criteri di proporzionalità.
  2. Dopo la pubblicazione del decreto di cui al precedente comma, ogni proponente potrà prendere visione, sulla propria pagina riservata del sito CINECA, delle schede di valutazione relative al progetto presentato, fermo restando l’anonimato dei revisori.
  3. Per ogni progetto ammesso a finanziamento, e per ogni unità operativa ad esso partecipante, il MIUR garantisce un finanziamento pari al 70% dei costi riconosciuti congrui, ad eccezione dei costi relativi ai contratti dei responsabili di unità, finanziati al 100%. Il finanziamento è assegnato ai progetti garantendo, per ogni settore,  una quota di risorse così definita:

    SETTORE LS                                      euro 11.810.720
    SETTORE PE                                      euro 11.810.720
    SETTORE SH                                     euro   5.905.360

    Nell’ambito di tale ripartizione, per ogni settore ERC, sono riservate le seguenti assegnazioni distinte per linea d’intervento:

    • “linea d’intervento 1 (starting)” – riserva di una quota minima di euro 2.500.000 per i settori LS e PE e di euro 1.250.000 per il settore SH;
    • “linea d’intervento 2 (consolidator)” –  riserva di una quota minima di euro 5.000.000 per i settori LS e PE e di euro 2.500.000 per il settore SH.
  4. Il costo riconosciuto come congruo per ogni progetto è comunicato dal Ministero al PI che provvede, nel termine di 10 giorni dal momento della richiesta, a rideterminare i costi delle singole unità operative, dandone comunicazione al Ministero.
  5. Dopo la rideterminazione, il Ministero emana il decreto di ammissione al finanziamento, specificando l’ammontare spettante ad ogni unità operativa.
  6. Il contributo per la realizzazione dei progetti è erogato in unica soluzione anticipata direttamente alle università e agli enti sedi delle unità operative.

 

ART. 8
Gestione e rendicontazione dei progetti

  1. Il PI ha la responsabilità scientifica del progetto ed è quindi responsabile dell’attuazione del progetto nei tempi e nei modi indicati all’atto della presentazione della domanda, ferma restando la responsabilità delle singole unità di ricerca, per quanto concerne la gestione operativa dei contributi ad esse assegnati.
  2. Per tutte le pubblicazioni e gli altri prodotti scientifici realizzati nell’ambito del progetto di ricerca, i componenti del gruppo sono tenuti ad indicare di aver usufruito di un finanziamento nell’ambito del presente bando.
  3. E’ fatto esplicito divieto dell’utilizzo delle risorse di progetto per la corresponsione, anche mediante l’utilizzo delle “spese generali”, di premi e/o indennità di qualsiasi tipo al personale dipendente partecipante al progetto; l’eventuale accertamento di situazioni in contrasto con la presente disposizione comporterà  il recupero dell’intero contributo precedentemente versato a favore dell’unità di ricerca responsabile della mancata osservanza del divieto.
  4. La rendicontazione è effettuata dai responsabili di unità, nel rispetto del “criterio di cassa” e mediante apposita procedura telematica, entro 60 giorni dalla conclusione del progetto. Per la necessaria attestazione di conformità alle norme di legge e regolamentari e alle disposizioni e procedure amministrative, ogni rendicontazione è altresì assoggettata ad appositi audit interni centrali da parte di idonee strutture delle università e degli enti di ricerca. Il Ministero procede agli accertamenti finali di spesa, mediante verifica documentale delle rendicontazioni e controlli in sito, a campione, degli audit interni centrali, secondo modalità e procedure stabilite nel decreto di ammissione al finanziamento. In ogni caso deve essere assicurato il criterio dell’adeguatezza del campione (non meno del 10% dei progetti finanziati per un importo almeno pari al 10% del finanziamento ministeriale).
  5. In particolare, l’accertamento da parte del MIUR di violazioni di norme di legge e/o regolamentari sulle singole rendicontazioni, ferme restando  le responsabilità civili e penali, comporta l’automatica esclusione dai successivi bandi MIUR (per un periodo di cinque anni dalla data dell’accertamento) del responsabile di unità; l’accertamento da parte del MIUR di frequenti irregolarità negli audit o di ripetute violazioni di norme di legge e/o regolamentari sul complesso delle rendicontazioni prodotte dalla singola università o dal singolo ente di ricerca,  comporta l’esclusione  dell’università o dell’ente di ricerca dai successivi bandi per giovani ricercatori per un periodo di cinque anni dalla data dell’accertamento.
  6. Eventuali importi oggetto di recupero nei confronti delle università o degli enti di ricerca potranno essere compensati, in qualsiasi momento, con detrazione su ogni altra erogazione o contributo da assegnare alla medesima Università o Ente anche in base ad altro titolo.

ART. 9
Relazioni scientifiche

  1. Entro 90 giorni dalla conclusione del progetto, il PI  redige una relazione scientifica conclusiva sullo svolgimento delle attività e sui risultati di ricerca ottenuti o prevedibili,  con allegato elenco delle pubblicazioni relative al progetto che riportino come primo nome (o come autore corrispondente) quello del PI o dei responsabili di unità, e la trasmette con modalità telematica al Ministero.
  2. La relazione deve contenere altresì l’elenco dettagliato delle pubblicazioni e degli altri prodotti scientifici realizzati nell’ambito del progetto di ricerca con l’indicazione di provenienza del finanziamento.
  3. Nel rispetto delle vigenti normative in materia di valutazione del sistema universitario e della ricerca, la valutazione ex-post dei prodotti delle ricerche è di competenza dell’Agenzia Nazionale per la Valutazione dell’Università e della Ricerca (ANVUR), che la eserciterà secondo tempi, forme e modalità da essa stessa determinati.

 

ART. 10
Copertura finanziaria

  1. Per le finalità indicate all’art.1, il MIUR cofinanzia il programma “Futuro in ricerca”, nel limite massimo complessivo di € 29.526.800, al netto della quota per il funzionamento del CNGR e dei CdS,  per i compensi dei revisori operanti nella fase di valutazione di competenza MIUR, e per gli oneri relativi agli accertamenti finali di spesa, pari ad euro 913.200.
  2. Le procedure del presente bando sono curate dalla Direzione Generale per il coordinamento e lo sviluppo della Ricerca – Ufficio V.
  3. Responsabile del procedimento è l’Ing. Mauro Massulli – Dirigente dell’Ufficio V della Direzione Generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca.

 

ART. 11
Richiesta di informazioni e modulistica

  1. Chiarimenti e informazioni possono essere richiesti agli Uffici ricerca di università ed enti, nonché alla Direzione Generale per il coordinamento e lo sviluppo della Ricerca, Ufficio V.
  2. Sul sito http://futuroinricerca.miur.it/ sono rese disponibili, in tempo utile, oltre alla modulistica, le informazioni necessarie (nota illustrativa) per la presentazione delle domande di cui al presente bando.
  3. Gli effetti del presente decreto sono soggetti alle positive verifiche degli organi di controllo, previste dalle vigenti disposizioni. Lo stesso decreto è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e nel sito MIUR.
Roma, 28 dicembre 2012