Maturità, in arrivo le modalità del 2017 ma le novità arriveranno l’anno dopo

da La Tecnica della Scuola

Maturità, in arrivo le modalità del 2017 ma le novità arriveranno l’anno dopo

Nelle prossime ore saranno pubblicati i primi atti relativi agli esami di maturità del 2017, che non prevedono modifiche rispetto alle regole attuali.

In particolare, a breve verranno resi note le modalità previste per i candidati esterni e poi la composizione delle commissioni.

Ad annunciarlo è l’Ansa, nel giorno della smentita da parte del Miur sui possibili cambiamenti in arrivo sull’esame di Maturità del prossimo giugno, che secondo  il Corriere della Sera, invece, dal prossimo giugno si sarebbe ridotto a due prove scritte nazionali, senza più tesine, e affidato a commissari solo interni, con i progetti di scuola lavoro sempre più fondamentali per la formazione dei crediti.

A confermare la mancanza di novità in arrivo sull’esame di fine superiori è stato lo stesso ministro dell’Istruzione: “Chiarisco tassativamente: per modificare una virgola dell’esame di Stato 2017 il provvedimento avrebbe dovuto essere approvato entro l’inizio dell’anno scolastico. Questo non è avvenuto”, ha detto Stefania Giannini ai cronisti che le chiedevano delle anticipazioni sulla riforma dell’esame di maturità.

Giannini ha aggiunto: “Mi sembra che francamente i giornali a volte vengano riempiti con cose vecchie, quello è il contenuto di una bozza redatta sotto la guida della commissione ministeriale che se ne occupa ma risale a mesi fa e riporta diverse inesattezze”.

Eppure, continua l’Ansa, sulla questione sono già al lavoro da tempo esperti; se ne sono occupati nei mesi scorsi i tavoli istituiti nell’ambito della delega sulla valutazione che riguarda anche voto ed esami.

Le decisioni non saranno d’imperio, ma – dicono a viale Trastevere – frutto di una consultazione dal basso (soprattutto sulla questione dei voti, lettere invece di numeri per gli studenti più giovani) che potrebbe avvalersi anche di focus group e questionari.

“Che la Maturità abbia bisogno di un restyling – continua l’agenzia di stampa nazionale – il ministro lo aveva confermato anche in occasione dell’ultimo esame di Stato (“è indubbio che abbia bisogno di un tagliando”). Così come Giannini aveva anticipato che l’alternanza scuola-lavoro sarebbe arrivata strutturalmente all’esame di maturità. Si sta valutando il modello con due sole prove scritte, ma nessuna decisione è stata ancora presa”.

E se verrà presa, comunque, non sembra proprio che ci siano i tempi tecnici per presentarla e adottarla tra meno di otto mesi. Se ne riparlerà, semmai, nel 2018.

Se tra Giannini e Renzi ci sono scintille, Malpezzi al Miur?

da La Tecnica della Scuola

Se tra Giannini e Renzi ci sono scintille, Malpezzi al Miur?

La ministra Giannini, rispondendo alle dichiarazioni del premier Matteo Renzi, secondo il quale ci sarebbero degli errori nella legge 107, ha dichiarato: «Per me non ci sono errori. Dirà Renzi quali modifiche»

Da qui, da parte della stampa nazionale, una ridda di ipotesi e illazioni che vedrebbero un dissidio tra i due. Il Corriere delle Sera addirittura parla di “scintille tra il premier e la ministra dell’Istruzione”.

«Sarei stato più contento se avessimo sbagliato di meno», aveva detto Renzi, a cui ha risposto una netta autodifesa di Giannini: «Il parere di merito va chiesto al premier, chiaramente sarà lui a esprimere quale tipo di modifiche. Non mi pare che abbia detto questo, francamente».

E ha proseguito: «Per quanto mi riguarda, più che gli errori credo che ci sia una complessità di una legge che si è, in questa fase, combinata con un altro processo che non trapela dalle cronache: dobbiamo ricordare le numerose sentenze dei giudici amministrativi che stanno rendendo complicatissima la gestione ordinaria dell’inizio dell’anno scolastico».

«I contenuti della legge che emergeranno nel corso del tempo – ha concluso -, quelli che danno scuola e lavoro ai nostri ragazzi, la scuola digitale, nuove competenze e formazione agli insegnanti, francamente non li definisco errori ma valori che abbiamo portato».

Secondo i politologi per ora, fino cioè al referendum, ci sarebbe una fase di stallo e poi un sicuro rimpasto che vedrebbe sostituire la ministra. E al suo posto chi verrebbe? In pole, secondo i più informati, ci sarebbe Simona Malpezzi.

Tuttavia gli stessi “informati” da tempo hanno pure sussurrato il nome di Davide Faraone. Nessuno però fa pronostici sui destini della scuola: che ne sarà della nostra scuola?

Ampliamento dell’Offerta Formativa: bandi e scadenze

da La Tecnica della Scuola

Ampliamento dell’Offerta Formativa: bandi e scadenze

Come già riportato in un precedente articolo, sul portale monitor440scuola.it il Miur ha raggruppato tutta la documentazione riguardante gli interventi educativo-didattici rivolti agli studenti e le iniziative di formazione per il personale scolastico, finanziati con i fondi della ex Legge 440.

Sono già molti gli avvisi pubblicati, le cui scadenze sono imminenti. Ne ricordiamo alcuni, invitando a consultare periodicamente la pagina, per essere costantemente aggiornati:

Avvisi in scadenza il 5 novembre 2016:

  • Progetti per lo sviluppo della metodologia CLIL (Content and language integrated learning) – avviso
  • Progetti educativi per la promozione dell’educazione alla salute, dell’educazione alimentare e a corretti stili di vita – avviso

Avvisi in scadenza il 10 novembre 2016:

  • Selezione e finanziamento di tre istituzioni scolastiche o reti che collaborino alla realizzazione di un piano annuale di attività inerenti il coordinamento delle politiche sportive, dei campionati studenteschi e dei mondiali ISF (International School Federation) – avviso
  • Procedura per individuazioni di scuole o reti per realizzare le attività inerenti al Piano Nazionale di promozione dell’ “Italian Teacher Prize” – avviso
  • Progetti per il potenziamento delle azioni di supporto al processo di inclusione degli alunni e degli studenti con disabilità e/o con disturbi specifici dell’apprendimento – avviso

Avvisi in scadenza il 12 novembre 2016:

  • “Piano Nazionale TED-Youth (Tecnology, Entertainment, Design) – avviso
    • Progetti per la promozione e l’ampliamento del servizio “Carta dello Studente – IoStudio” – avviso
    • Progetti per la prevenzione del bullismo e cyber bullismo – avviso
    • Olimpiadi del Debate e del Service Learningavviso
    • Individuazione di un’istituzione scolastica che elabori un piano annuale di attività inerenti il funzionamento del Consiglio Nazionale dei Presidenti delle Consulte – avviso
    • Progetti inerenti la promozione e il potenziamento della partecipazione studentesca presso le scuole secondarie di secondo grado – avviso
    • progetti inerenti la valorizzazione del ruolo che i docenti svolgono all’interno della moderna società della conoscenza – avviso

Avvisi in scadenza il 15 novembre 2016:

  • progetti educativi per la promozione della cittadinanza attiva e alla legalità – avviso
  • progetti educativi per la realizzazione di un piano annuale di attività di prevenzione e di educazione stradale – avviso

Avvisi in scadenza il 19 novembre 2016:

  • Progetti di eccellenza di alternanza scuola lavoro  – avviso
  • Implementazione del Sistema Nazionale di Valutazione – avviso

Avvisi in scadenza il 25 novembre 2016:

  • Progetti riguardanti percorsi di apprendistato – avviso

Ecco un’altra proroga per i PON

da La Tecnica della Scuola

Ecco un’altra proroga per i PON

Slitta alle ore 14 novembre 2016 il termine inizialmente previsto per il 31 ottobre per la presentazione dei progetti antidispersione nell’ambito dei PON 2014/2020.

La proroga è arrivata con nota prot. n. 12384 del 25/10/2016, con la quale il Miur ha anche comunicato le altre scadenze, anch’esse prorogate:

  • l’area del sistema informativo predisposta per la presentazione delle proposte progettuali resterà aperta fino alle ore 14.00 del giorno 14 novembre 2016;
  • l’area del sistema Informativo Fondi (SIF) 2020, predisposta per la trasmissione dei piani firmati digitalmente, resterà aperta dalle ore 10.00 del giorno 15 novembre 2016 alle ore 14.00 del giorno 25 novembre 2016.

Il Miur chiarisce anche che:

  • ogni scuola può proporre il proprio progetto anche in collaborazione con le altre istituzioni scolastiche ed educative del territorio, al fine di definire una offerta formativa che risponda alle esigenze di una utenza più ampia della singola scuola e alle esigenze formative degli studenti, mettendo a disposizione, ad esempio, l’utilizzo di strutture scolastiche, di laboratori linguistici, scientifici, ambienti di vario genere, nonché la frequenza di percorsi didattici. Tale collaborazione delle scuole può riguardare, quindi altre istituzioni scolastiche ed educative statali, le istituzioni scolastiche paritarie, ulteriori attori del territorio (enti pubblici e locali, associazioni, fondazioni, centri di ricerca, università, soggetti del privato sociale, centri di formazione professionale, ecc.);
  • in caso di collaborazione tra più scuole, ciascuna scuola deve comunque candidare il proprio progetto autonomamente anche quando collegato funzionalmente a quello di un’altra scuola e che l’intera gestione del progetto rimane ad esclusivo carico dell’istituzione scolastica proponente;
  • in caso di collaborazione a titolo oneroso la selezione dei soggetti collaboratori deve essere svolta con avviso pubblico, secondo i principi dell’evidenza pubblica;
  • l’utilizzazione e il monte ore pro-capite degli esperti è demandata alla scelta dell’istituzione scolastica o educativa statale che propone il progetto. Nulla osta che per comprovate finalità metodologico-didattiche, le ore degli esperti siano suddivise su due o più persone;
  • è importante che l’incarico di tutor sia affidato alla stessa persona in considerazione del fatto che, oltre alla parte formativa, spetta allo stesso tutor il controllo delle presenze e delle assenze da cui può dipendere anche la diminuzione dell’importo previsto per l’area gestionale.

Non più di 20 alunni in classe se c’è un disabile. Ecco una sentenza del Tar

da La Tecnica della Scuola

Non più di 20 alunni in classe se c’è un disabile. Ecco una sentenza del Tar

Se in una classe c’è uno studente disabile, non potranno esserci più di 20 alunni. Lo ha stabilito il Tar Toscana con la sentenza numero 1367 del 19 settembre 2016.

L’intervento del Tar si è avuto dopo il ricorso dei genitori di un alunno disabile contro la scuola frequentata, la prima classe di un Liceo linguistico composta da 31 alunni, tra cui 2 disabili.
Il numero eccessivo della classe del figlio, sostiene il Tar, con 31 alunni di cui 2 con disabilità grave, viola il “diritto costituzionale dell’alunno all’istruzione e all’integrazione scolastica per l’eccessivo affollamento”.

Infatti, la corte fa presente che l’art. 5 comma 2 del D.P.R. n. 81/2009 stabilisce che “Le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell’infanzia, che accolgono alunni con – OMISSIS – sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni, purché’ sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni – OMISSIS -, e purché’ il progetto articolato di integrazione definisca espressamente le strategie e le metodologie adottate dai docenti della classe, dall’insegnante di sostegno, o da altro personale operante nella scuola”.
Il ricorso dei genitori è stato accolto anche perchè si tratta dell’aumento del decimo previsto dall’art. 4 comma 1 dello stesso D.P.R. n. 81/2009 che recita: “Al fine di dare stabilità alla previsione delle classi, riducendo al massimo gli scostamenti tra il numero delle classi previsto ai fini della determinazione dell’organico di diritto e quello delle classi effettivamente costituite all’inizio di ciascun anno scolastico, è consentito derogare, in misura non superiore al 10 per cento, al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto, per ciascun tipo e grado di scuola, dal presente regolamento”.

I genitori dello studente hanno fatto ricorso anche nei confronti del Ministero dell’Istruzione e dell’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana.

Una buona notizia anche per provare a sdradicare lentamente il fenomeno delle classi pollaio, un problema diffuso in tutte le scuole d’Italia, che rende le attività didattiche e la gestione delle classi particolarmente complicate.

Sperimentazione percorsi quadriennali: il CSPI non esprime parere

da tuttoscuola.com

Sperimentazione percorsi quadriennali: il CSPI non esprime parere
Il Consiglio Superiore, dopo ampio dibattito, non conclude per mancanza del numero legale

Ieri, 26 ottobre, scadeva il termine ultimo per esprimere il parere, da parte del CSPI, sul decreto di sperimentazione di percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado, ma alla fine il Consiglio Superiore è stato impossibilitato a pronunciarsi, rendendo impossibile il parere richiesto.

Cosa è successo?

La spiegazione è venuta dalla Flc-cgil che sul proprio sito ha riportato in dettaglio l’andamento del dibattito conclusosi con un niente di fatto.

“La discussione, aperta dalla lettura della bozza di parere predisposta a partire da un lavoro istruttorio delle commissioni Sistema di Istruzione e Formazione e Politiche del Personale della Scuola,  è stata ricca e articolata e ha evidenziato molte  perplessità e criticità sulla decisione del MIUR di avviare una sperimentazione di innovazione ordinamentale in mancanza di dati sugli esiti finali delle sperimentazioni dei percorsi quadriennali attivate dall’a.s. 2012/2013, utili a verificare anche le conseguenze sul sistema circa “il prima e il dopo” rispetto alla scuola superiore.”

Proprio per la delicatezza dell’innovazione proposta e per gli effetti didattici, pedagogici e culturali che può produrre, il CSPI auspicava una revisione dello schema di decreto che tenesse conto delle osservazioni e delle modifiche proposte.

In questa ottica i rappresentanti della FLC CGIL hanno dato la propria disponibilità a contribuire ad un testo che facesse sintesi dei diversi punti di vista, come già successo in precedenti occasioni, al fine di elaborare un parere da sottoporre alla Ministra Giannini che fosse il più condiviso possibile.

Ma la discussione, molto approfondita e competente, sviluppatasi sull’argomento – riferisce il sindacato – è stata bruscamente interrotta a seguito dell’assenza di una parte di consiglieri designati dall’Amministrazione che, al termine di una breve pausa e senza preavviso, hanno disertato la riunione facendo così mancare il numero legale.

Considerato che la data del 26 ottobre era l’ultima data utile per l’espressione del parere, prendiamo atto che la sperimentazione partirà senza che il CSPI abbia potuto segnalare al Ministro le criticità rilevate e i suggerimenti proposti”.

Esame di Maturità: nessun cambiamento per il 2017

da tuttoscuola.com

Esame di Maturità: nessun cambiamento per il 2017
Precisazioni del Miur

Con un comunicato stampa di chiarimento il Miur ha precisato quanto già anticipato da Tuttoscuola sui tempi di attuazione della riforma di maturità: per il 2017 non cambia nulla.

Di seguito il comunicato stampa emanato questa mattina.

“Contrariamente a quanto riportato questa mattina da organi di stampa è necessario precisare che non c’è alcun cambiamento in vista per l’esame di Maturità del prossimo giugno. Soprattutto per quanto riguarda la composizione delle commissioni.

La legge delega in materia di valutazione è del resto ancora oggetto di consultazioni e non esistono testi definitivi. È del resto evidente che qualsiasi novità su un tema di questa rilevanza verrebbe comunicata tempestivamente e con modalità ufficiali al mondo della scuola da parte del Ministero, nel rispetto di migliaia di insegnanti, di studenti e delle loro famiglie. Non si cambiano le regole del gioco in corsa.

Nelle prossime ore saranno pubblicati peraltro i primi atti relativi all’Esame 2017 che non prevedono modifiche rispetto alle regole attuali”.

La delega sulla valutazione ai nastri di partenza

da tuttoscuola.com

La delega sulla valutazione ai nastri di partenza
Maturità 2018: addio alla terza prova. Prova Invalsi determinante per l’ammissione all’esame

Sono sempre più insistenti le voci che danno per definita la bozza del testo per la nuova valutazione prevista tra le norme delegate della legge 107/15 Buona Scuola.

Oltre alla probabile riforma della forma di valutazione degli alunni del I ciclo – che dovrebbe mandare in archivio (ancora una volta) il voto in decimi per far posto alle lettere – la bozza prevede anche una riforma dell’esame di maturità.

Entrambe le riforme (il voto e la maturità) dovrebbero entrare a regime dal prossimo anno scolastico, fatte salve eventuali complicazioni durante le procedure consultive del testo (che dovrà essere varato entro metà gennaio 2017).

Per la maturità 2018, primo anno di applicazione di questa ipotizzata riforma, sembra ormai certa la soppressione della terza prova, al cui posto, contrariamente a quanto sembrava un po’ di tempo fa, non dovrebbe subentrare una prova nazionale Invalsi, prevista invece al quinto anno fuori dall’esame, ma determinante per l’ammissione all’esame stesso.

Nella nuova maturità dovrebbe trovare posto l’alternanza scuola lavoro, con posizione di riguardo nel colloquio orale.

Orario di studio

ORARIO DI STUDIO DEGLI ALUNNI di Umberto Tenuta

CANTO 744 AVVOCATO D’UFFICIO DEGLI STUDENTI

 

In virtù delle mie pregresse competenze professionali sono stato nominato avvocato d’ufficio per la difesa degli studenti nel dibattimento in corso perenne sull’orario di lavoro dei giovani.

La cosa non mi dispiace.

Anzi, mi sta a cuore.

Mi sta a cuore perché ho avuto sempre un debole per i deboli.

Forse perché io sono stato sempre un debole.

Debole soprattutto perché non ho mai avuto un precettore.

Ho dovuto sempre cavarmela da solo.

Anche quando, in prima media, ripetevo:

-rosa, la rosa

-rosae, della rosa

-rosae, alla rosa

-rosam, la rosa

-rosa, o rosa

-rosa, con la rosa.

E mia sorella Rosa mi sgridava:

-Ma la vuoi smettere di chiamarmi in continuazione?

Bene, anzi male, dunque!

Il Presidente del tribunale suona la campanella.

Ed io balzo in piedi!

-Signor Presidente!

-Signori della Corte!

-La quistione è grave, anzi gravissima.

-Qui si tratta del lavoro minorile.

-Ne va di mezzo la salute dei giovani.

-É in predicato il benessere fisico e psichico dei giovani, il loro domani, l’avvenire della nazione!

-Pensate un po’ alle consistenti minacce delle cifosi, delle scoliosi, delle lordosi!

-Cinque, sei, sette ore seduti nei banchi!

-Ed a queste ore, come se non fossero già troppe, si aggiungono le ore di studio domestico.

-La mia difesa dei giovani si basa su due punti essenziali.

-Il primo punto, punto fermo -punto fermo, e non punto esclamativo! Punto fermo, e non punto interrogativo-; il primo punto, dicevo, è che siffatta durata del lavoro giovanile minaccia la loro salute fisica e mentale.

-Il che non è cosa dappoco!

-Il secondo punto –punto dirimente, Signor Presidente, Signori Giudici della Corte! – è che i giovani sono pesantemente gravati, oppressi, sottomessi ad un lavoro doppio di quello degli adulti, di quello dei loro genitori, di quello dei loro docenti.

­-I giovani lavorano a scuola per la stessa durata del lavoro dei loro docenti.

-Ma -horribile dictu!- essi lavorano anche a casa, per la stessa durata del tempo scolastico, se non di più!

-Lavoro doppio.

-Lavoro non riconosciuto.

-Lavoro non retribuito!

A questo punto, il Signore Presidente della Corte mi tolse la parola.

Senza nulla profferire si indirizzò verso la Camera di consiglio.

La Corte, muta, in assoluto silenzio, lo seguì.

Attesa lunga, ansia asfissiante, scampanellate di cuori in attesa!

Un suon di campanella scuote, rallegra, silenzia tutti!

-Signori e Signore, la Sublime Corte che mi onoro di presiedere ha sentenziato:

-Da questo preciso istante in poi l’orario di studio degli alunni non potrà essere superiore all’orario di lavoro dei docenti!

È fatto obbligo ai Signori Dirigenti farlo osservare, pena il loro licenziamento ipso jure.

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

Decreto Direttoriale 28 ottobre 2016, AOODGRUF 1485

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie
Ufficio IV

Decreto Direttoriale 28 ottobre 2016, AOODGRUF 1485

Interscambio di unità di personale amministrativo da una sede di servizio ad altra del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

 

 

La scuola inventata

La scuola inventata

di Maurizio Tiriticco

 

Chebellochebellochebello! La nostra ministra Giannini è in difficoltà, dopo le critiche di Renzi! Mah! Troppo facile per il Presidente del Consiglio lanciare la caccia all’untore per tutti i pasticci che la 107 ha creato e continua a creare! Ma chi ha scritto la Buonascuola? Non si sa! Chi ha scritto la 107? Idem. Ricordo i bei tempi andati con i ministri DC (sempre democristiani!!! La scuola doveva rigare dritto, con tanti insegnanti comunisti o giù di lì), in effetti molto più “liberali” ed aperti della ministra del Governo Renzi. La velocità non era di casa è vero (in confronto con la rapidità con cui si scrive e si vara una 107 con ben 202 articoli). Ma non era di casa perché nessun ministro e nessun governo avrebbe pensato di sollecitare il varo di leggi profondamente innovative (quali la 107 è) senza “chiedere” e “ascoltare” i pareri altrui, in genere gli uffici scuola dei partiti, i sindacati scuola, il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione e gli stessi ispettori (e ne sono testimone diretto!). E ciò valeva anche e soprattutto per le sperimentazioni cosiddette assistite, progettate e realizzate sempre in ordine ai rapporti continui e dialettici con le scuole che ne erano coinvolte. Molti dei vecchi come me ricorderanno, tra le tante iniziative, il Piano nazionale per l’informatica, le sperimentazioni assistite, il Progetto 92, il Progetto Qualità, varato dal ministro pro tempore Tullio De Mauro.

La scuola non è un panno da mettere in lavatrice! La scuola è un insieme di migliaia di persone, alunni, famiglie, insegnanti, dirigenti, dsga et al. E’ un corpo complesso, ricco, certamente, di risorse e di possibilità, con cui un ministro deve “fare i conti”, se si può dir così, prima di assumere una qualsiasi iniziativa. E una 107, se è vero che interessa migliaia e migliaia di persone, non poteva essere scritta, varata e imposta come una tredicesima tavola della Legge divina! Con la scuola – un “corpaccio” complesso – non si può scherzare! E i problemi della nostra scuola sono tanti e di diversa natura: in primo luogo i curricoli, che riguardano gli alunni con i loro bisogni e le loro attese. Basti un solo esempio: è corretto che un percorso obbligatorio decennale sia ancora frantumato in tre segmenti, che spesso tra loro si ignorano nonostante la buona volontà delle Linee guida per il primo ciclo? Ma il primo ciclo termina con la terza media ed un esame che nessuno sa perché ancora debba essere effettuato! O meglio, lo sappiamo! La Costituzione recita all’articolo 33 che alla fine di ogni ciclo di istruzione ci sia un esame di Stato. Ma allora, non sarebbe più opportuno legiferare che il primo ciclo è decennale e termina con il primo biennio dell’istruzione di secondo grado? Una leggina di un solo articolo! Che permetterebbe veramente agli insegnanti tutti dei primi tre cicli – se si può dir così – primaria, media e primo biennio, di progettare/programmare le loro attività con un respiro ampio e certamente produttivo.

Altro che il polpettone di una 107! Che ha complicato la vita e il lavoro di insegnanti e dirigenti con tutta una serie di adempimenti, tra RAV, PDM, bonus, comitati di valutazione, dieci insegnanti dieci scelti dal Ds come collaboratori, insegnanti a chiamata (che pacchia per l’amico dell’amico dell’amico) e/o non so che altro: comunque, tante altre diavolerie che tolgono solo tempi ed energie a quello che una scuola deve semplicemente fare: insegnare ad apprendere. Fortunati i miei anni di insegnante! Il mio lavoro al 99% era in aula con gli alunni! Ora un insegnante, sempre più demotivato e stremato nonché mal pagato, dedica ai suoi alunni la parte residua del suo tempo dopo i numerosi adempimenti formali, poco più poco meno, a cui deve attendere. Per non dire del DS che, come un incallito imprenditore, deve “assumere” un insegnante previa analisi di una documentazione ad hoc e successivo colloquio. E il concorso vinto? E se un DS nomina sulla base di “cose altre”, di cui un Paese in cui “cosa nostra” costituisce una sorta di silenzioso effettivo governo? Cui prodest? Si aboliscano i concorsi e si abbia il coraggio di scrivere una legge 108 di un solo articolo: “La scuola italiana non è più pubblica, ma privata”. Senza troppi ghirigori truffa-popolo! La scuola come corrida! Dove il povero toro finisce di essere tartassato dai picadores e ammazzato dall’estoque de descabellar di cui dispone il torero, perché la testa gli viene tagliata in un sol colpo! La 107 come una sorta di tauromachia nella/della scuola!

Insomma, la scuola una volta era semplicemente una scuola, pesante e noiosa per migliaia di alunni, anche se schola in latino significa otium, passatempo, e studium passione! Ma è l’organizzazione militaresca della scuola (scuole e caserme hanno la stessa struttura fisica: l’obbligo di leva e l’obbligo di istruzione sono state la grande “invenzione” postunitaria perché, una volta fatta l’Italia, bisognava fare gli Italiani) che l’ha resa insopportabile per gli alunni nonché per molti insegnanti, purtroppo! Fortunatamente le eccezioni ci sono, ma sono ancora poche, e la legge 107 certamente non le facilita.

In un mio recente pezzo scrivevo che, perché un’eccezione nasca, occorrono da parte degli insegnanti e dei dirigenti scolastici intelligenza, iniziativa, coraggio. “E queste sono le caratteristiche di un Salvatore Giuliano, dirigente scolastico dell’Istituto Superiore Majorana, di Brindisi. Ma io non voglio dire nulla. Vi affido solo il link per ricercarlo! http://www.majoranabrindisi.it/ Buona lettura! Comunque, Salvatore non è solo! Vi sono altri istituti in Italia che producono innovazioni, pur all’interno di una legislazione che è quella che è. Ricordo il Pacioli di Crema, il Fermi di Mantova, il Volta di Perugia, il Savoia Benincasa di Ancona, il Marco Polo di Bari. Ed altri che non conosco! In questi istituti dirigenti e docenti hanno sconvolto la didattica tradizionale! E vi sono insegnanti che… non insegnano, ma…! E si tratta di realtà attuate anche a norma vigente! Quindi – 107 sì o no – certe iniziative è possibile avviarle e portarle a compimento”.

E allora, se qualcuno – e non sappiamo chi – ha inventato la Buona scuola che non c’è, tanti dirigenti e insegnanti possono inventare e costruire tante scuole Buone che invece ci sono, alla faccia dei laccioli della 107. E se poi la Giannini cadrà, sarà una gran festa! Della quale bisogna approfittare e subito. Prima che un’altra Giannini si insedi a Viale Trastevere! Così alla scuola inventata della 107 potremmo opporre la scuola reale del giorno dopo giorno, faticosa come non mai, ma con delle prospettive che si potrebbero aprire: Insomma, come dicevano i latini – ma come sono bravo a copiare – “hic Rhodus, hic salta – appena il primo salto, a Roma, lo ha compiuto la Giannini!

Olimpiadi delle Neuroscienze

Olimpiadi delle Neuroscienze

Al via l’ottava edizione delle Olimpiadi delle Neuroscienze
Dal 1 novembre aperte le iscrizioni per l’ottava edizione delle Olimpiadi delle Neuroscienze,dedicate alle scuole secondarie di II grado

La memoria, le emozioni, il sonno, lo stress, l’invecchiamento, il sistema nervoso e le malattie a cui è soggetto: sono alcuni degli argomenti su cui gli studenti delle scuole secondarie di II grado sono chiamati a mettersi alla prova per partecipare alle Olimpiadi italiane delle Neuroscienze, per le quali le iscrizioni si aprono il 1 novembre. Quest’anno la competizione, giunta all’ottava edizione, è coordinata a livello nazionale dall’Istituto di Scienze Neurologiche del CNR di Catania, mentre per la fase regionale del Friuli Venezia Giulia si riconferma l’organizzazione a cura dell’Immaginario Scientifico e del Centro per le Neuroscienze BRAIN dell’Università di Trieste.

La competizione – che si svolge a tre livelli: locale, regionale e nazionale – rappresenta la selezione italiana della International Brain Bee, una gara internazionale, nella quale gli studenti delle scuole secondarie di II grado si sfidano sulla base delle proprie conoscenze nel campo delle neuroscienze.

Dal Nord al Sud del Paese, ragazze e ragazzi si sfidano a colpi di neuroni, per stabilire chi ne sappia di più sul cervello e sul suo funzionamento. Lo scopo principale dell’iniziativa è quello di stimolare l’interesse per la biologia in generale e per le neuroscienze in particolare, accrescendo la consapevolezza dei giovani nei confronti della parte più “nobile” del nostro corpo: il cervello.

La prima fase della competizione prevede le selezioni locali, che si svolgeranno il 17 febbraio 2017 all’interno dei singoli istituti che si iscrivono. Per partecipare a questa selezione gli insegnanti possono iscriversi online sul sito dell’Istituto di Scienze Neurologiche del CNR di Catania: www.isn.cnr.it/index.php/olimpiadi-delle-neuroscienze-2017. Le iscrizioni sono aperte dal 1 al 30 novembre 2016.

I 5 migliori studenti di ogni istituto accedono poi alla gara regionale, che per il Friuli Venezia Giulia si svolgerà venerdì 17 marzo 2017 a Trieste.

Alla fine della gara regionale, i 3 ragazzi che avranno ottenuto il punteggio più alto parteciperanno alla gara nazionale, in programma a Catania il 5 e 6 maggio 2017. In questa fase verrà selezionato il miglior studente italiano, che parteciperà alla finale internazionale, l’International Brain Bee, che si svolge d’estate, ogni anno in un paese diverso: nel 2017 la gara si terrà a Washington DC (USA) dal 3 al 6 agosto, nell’ambito della American Psychological Association’s Convention.

Per gli insegnanti interessati a iscrivere la propria classe alla competizione, o che sono semplicemente interessati all’argomento, è disponibile un corso di formazione, “Aspettando le Olimpiadi delle Neuroscienze”. Il corso, sui temi vicini alle neuroscienze, è dedicato ai docenti di area scientifica delle scuole secondarie di II grado, è gratuito e si svolgerà il 14 e 28 novembre al Polo didattico di Valmaura a Trieste. L’iscrizione si effettua tramite il form online sul sito www.immaginarioscientifico.it

Per ulteriori informazioni: www.immaginarioscientifico.it

PICCOLE E POVERE: QUESTO IL QUADRO DESOLANTE DELLE BIBLIOTECHE SCOLASTICHE

PICCOLE E POVERE: QUESTO IL QUADRO DESOLANTE DELLA PRIMA FOTOGRAFIA AIE E AIB DELLE BIBLIOTECHE SCOLASTICHE PER #IOLEGGOPERCHÉ

Hanno meno libri di cinque anni fa, spazi che rasentano lo zero e meno di 4 libri in media a studente

Giovedì 27 ottobre 2016. Piccole e povere. Potrebbe riassumersi così il quadro che emerge dall’indagine (scaricabile qui) a cura dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) per #ioleggoperché e realizzata dall’Ufficio studi AIE sulla situazione delle biblioteche scolastiche italiane, così come evidenziato dalle risposte di 1.222 scuole aderenti al progetto che hanno accettato di partecipare all’indagine per fotografare la situazione.
Il 97,4% delle scuole italiane ha oggi una biblioteca scolastica, certo, ma con una dotazione di libri notevolmente inferiore rispetto a solo 5 anni fa: in media 2.501 volumi per scuola, nel 2.011 erano 3017. Pochi? Pochissimi se consideriamo che in media questo significa 3,9 libri per studente, mentre nel 2011 erano 4,7.
La situazione è peggiorata, non solo come offerta ma anche in termini di spazi: esiste quasi un 10% di scuole tra le intervistate che rispondono di avere sì una biblioteca ma con posti a sedere zero.
Emerge una situazione non certo rosea: la spesa complessiva per il funzionamento della biblioteca nel 2016 è di 441 euro, in pratica si è più che dimezzata rispetto ai 1.189 euro investiti nel 2011. Questo si traduce in una spesa media complessiva di 1,18 euro per studente nel 2016 (era di 1,56 euro nel 2011).
Non va meglio neppure se si osserva la spesa media per l’acquisto di libri per studente. La biblioteca di ogni istituto ha investito 0,37 euro nel 2016, in calo rispetto al 2011 quando era di 0,57 euro.
Calano anche i libri entrati nel patrimonio delle biblioteche: nel 2016 sono 113 in media, erano 130 nel 2011.
A rimanere costanti sono le ore giornaliere di apertura della biblioteca: nel 2016 sono 3 ore e 34 minuti in media mentre nel 2011 erano 3 ore e 44 minuti.
Una conferma arriva dalle persone addette alle biblioteche che nel 2016 come nel 2011 sono 1,5. Ma quali sono le tipologie professionali che fanno funzionare le biblioteche scolastiche? La maggioranza è rappresentata dagli insegnanti (57,9% nel 2016, erano il 63,5% nel 2011) seguiti dai volontari (nel 2016 sono il 37,1%, erano il 34% nel 2011) mentre solo il 5% è rappresentato da bibliotecari (nel 2011 erano il 2,5%).
Nessun dubbio almeno sullo scopo della biblioteca che è la promozione della lettura tra gli studenti (per il 94,7%), il prestito e la consultazione individuale (per il 70,2%) e il supporto alla programmazione didattica (per il 22,8%).
Del tutto mancante invece l’inserimento delle biblioteche nel sistema bibliotecario territoriale. Ne fanno parte solo l’11,3%, mentre nel 2011 erano il 10,4%.

L’iniziativa di #ioleggoperché per le biblioteche scolastiche è dunque necessaria e secondo le scuole che hanno partecipato al sondaggio “per avere effetti concreti dovrà replicarsi per più anni”: “Il quadro che ne emerge è davvero desolante – ha sottolineato Federico Motta, Presidente dell’AIE -. Contiamo davvero che #ioleggoperché possa essere una prima risposta. Per questo, lo ribadiamo, la partecipazione di tutti i cittadini che vorranno donare un libro fino al 30 ottobre alle biblioteche scolastiche può fare la differenza. In gioco non c’è una posta piccola, di qualche decina di migliaia di libri, ma il nervo scoperto del nostro Paese, la nostra crescita”.

“Gli esiti dell’indagine non ci sorprendono particolarmente; purtroppo la fotografia che se ne ricava è sconfortante, anche se conosciamo bene diversi casi che si collocano in controtendenza – ha commentato Enrica Manenti, Presidente dell’AIB -. I punti di massima debolezza sono la mancanza di obiettivi chiari e la conseguente scarsità di risorse finanziarie e umane. Sottolineiamo come le biblioteche scolastiche spesso non colgano l’occasione della presenza nei territori delle biblioteche civiche e dei sistemi bibliotecari , spesso lavorando da sole, il che è sempre sbagliato. Altra criticità è che la mancanza di personale professionale o ‘professionalizzabile’, sommando debolezza a debolezza, impedisce il governo e lo sviluppo di queste strutture, che invece sono fondamentali in un Paese civile”.

Sono 1.417 le librerie aderenti al progetto (qui l’elenco completo), che hanno attivato 4.487 gemellaggi con 2.378 scuole e possono contare sulla collaborazione di 1.500 Messaggeri. Partecipano all’iniziativa le librerie iscritte all’Associazione Librai Italiani e quelle delle catene Àncora, Giunti al Punto, laFeltrinelli, Libraccio, Librerie Claudiana, Librerie.coop, Mondadori Store, Paoline, San Paolo, Touring Club Italiano, Ubik.

Organizzata dall’AIE (Associazione Italiana Editori), sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura del MiBACT (Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo), in collaborazione con AIB (Associazione Italiana Biblioteche), ALI (Associazione Librai Italiani – Confcommercio) e Confindustria Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo, #ioleggoperché sta continuando a riscuotere grande successo e apprezzamento anche da parte dei Testimonial d’eccezione: sono 105 i personaggi di spicco della cultura italiana che hanno aderito con entusiasmo a favore delle biblioteche scolastiche. I loro video sono disponibili sul canale YouTube della campagna.

In questi giorni, in alleanza con #ioleggoperché, è in corso e prosegue fino a sabato 29 ottobre Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole (www.libriamociascuola.it), l’iniziativa promossa da MIUR e MiBACT giunta alla terza edizione, che ad oggi ha in calendario 3.500 eventi, fra i quali circa 400 incontri con gli autori nelle classi, e ha registrato l’iscrizione di 3.000 scuole in tutta Italia.

#ioleggoperché 2016 è organizzato con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e della RAI; main partner Pirelli. Media partner: Corriere della Sera, Gruppo Mondadori, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Tgcom24. Media supporter: Famiglia Cristiana, Giornale della Libreria, Ibs.it, Il Fatto Quotidiano, Il Libraio.it, laeffe, laFeltrinelli.it, La Stampa, Lettera43.it, Libraccio.it, Libreriamo.it, Mondadori Store.it, Pagina99, RadioLibri.it, Radio Radicale, ScuolaZoo, Studenti.it. Technical partner: Ceva, Messaggerie Libri. Con il supporto di Lions Club, Lega Nazionale Professionisti Serie B, Poste italiane, Serie A TIM, Trenitalia.

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Nessun cambiamento previsto per l’esame di Maturità

Scuola, nessun cambiamento previsto per l’esame di Maturità

Contrariamente a quanto riportato questa mattina da organi di stampa è necessario precisare che non c’è alcun cambiamento in vista per l’esame di Maturità del prossimo giugno. Soprattutto per quanto riguarda la composizione delle commissioni.
La legge delega in materia di valutazione è del resto ancora oggetto di consultazioni e non esistono testi definitivi. È del resto evidente che qualsiasi novità su un tema di questa rilevanza verrebbe comunicata tempestivamente e con modalità ufficiali al mondo della scuola da parte del Ministero, nel rispetto di migliaia di insegnanti, di studenti e delle loro famiglie. Non si cambiano le regole del gioco in corsa.
Nelle prossime ore saranno pubblicati peraltro i primi atti relativi all’Esame 2017 che non prevedono modifiche rispetto alle regole attuali.