È rottura

È rottura al termine del confronto fra
sindacati e ministero su reclutamento e abilitazioni

È stato di totale chiusura rispetto alle proposte dei sindacati l’atteggiamento assunto dall’Amministrazione a conclusione del confronto sui provvedimenti attuatividel decreto su reclutamento e abilitazioni. 
Il verbale che è stato redatto al termine dei due giorni di confronto dà conto della totale indisponibilità rispetto a richieste che si ponevano in termini di piena coerenza con quanto emerso nel lungo percorso che ha visto sindacati e Amministrazione impegnati a definire le modalità con cui dare seguito a quanto stabilito in diverse intese, a partire da quella del 24 aprile scorso a Palazzo Chigi e successivamente in quelle con i ministri dell’Istruzione e Ricerca, riassunte nei verbali di conciliazione del dicembre scorso. 
Intese che oggi, in presenza di un rinnovato assetto del ministero, vengono totalmente disattese. 
I segretari generali di FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams hanno deciso di convocare con urgenza le segreterie unitarie per una più compiuta valutazione e per assumere le decisioni conseguenti, tenuto conto che le ragioni per cui sono state a suo tempo sospese le iniziative di mobilitazione vengono oggi definitivamente a cadere.

CONCORSI

CONCORSI, FGU: NESSUN ACCORDO CON MINISTERO, MOBILITAZIONE IN VISTA 

“L’Amministrazione ha risposto con una chiusura totale su tutte le principali questioni politiche che abbiamo sollevato: a questo punto, venuti meno gli accordi sottoscritti nell’intesa siglata con lo scorso Governo, si fa sempre più concreto un ritorno alla mobilitazione”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams, commenta l’esito del confronto, iniziato ieri e conclusosi oggi al ministero dell’Istruzione, riguardo i bandi dei concorsi ordinari e straordinari.
Questi i nodi principali sui quali il ministero si è dimostrato irremovibile:

  • possibilità per i docenti con 3 anni di servizio o più su sostegno senza specializzazione di partecipare alla procedura per la classe di concorso da cui sono stati nominati;
  • richiesta del bando con la procedura ai soli fini abilitanti prevista dal Decreto 126/2019, con indicazione di un termine entro cui avviare il confronto;
  • valorizzare con punteggio superiore gli anni di servizio;
  • pubblicazione della banca dati dei quesiti.

Autismo e ricorsi

da Superabile

Autismo e ricorsi, in Tribunale per il sostegno scolastico e l’assistenza

L’esperienza di Autismo Abruzzo e la storia di Salvatore Cimmino (Autismo Campania), per tre volte in tribunale: “Ma posso permetterlo solo grazie al nostro avvocato volontario: altrimenti avrei speso 7 mila, forse 8 mila euro: e chi può permetterselo?”

30 gennaio 2020 ROMA – “Per assicurarci i percorsi riabilitativi previsti dalla legge per i nostri figli con autismo, dobbiamo spesso avviare una procedura legale, sebbene la nostra regione abbia formalmente recepito la normativa nazionale”: così Dario Verzulli, padre di due ragazze, di cui una con autismo e presidente di Autismo Abruzzo onlus. La sua associazione è tra quelle, sul territorio regionale e non solo, costantemente attive al fianco delle famiglie nelle frequenti battaglie per il rispetto dei propri diritti.

Tra le ragioni principali dei ricorsi che vedono in prima linea le famiglie delle persone autistiche, c’è “la limitazione dei budget che la regione assegna agli organismi convenzionati per l’erogazione di servizi riabilitativi. Questo aspetto – spiega Verzulli – determina il ‘blocco’ delle liste di attesa. In pratica, una volta superati gli step burocratici e amministrativi, ci si imbatte con il problema delle risorse: la struttura (pubblica o privata convenzionata) che dovrebbe erogare le attività è chiaramente condizionata, nel suo operare, dalle risorse assegnate dalla Regione annualmente. La lista di attesa testimonia quanto il numero di richieste supero quello degli interventi preventivati da Regione, Asl e operatori convenzionati”. Di qui il ricorso, perché “l’accesso alle procedure legali permette alla famiglia di ottenere le risorse necessarie per i trattamenti direttamente dalla Asl, superando quindi i limiti amministrativi e le liste di attesa”.

Non tutti però hanno la forza e la possibilità di fare ricorsi: “La nostra associazione aiuta le famiglie a farsi giustizia: per la produzione di un ricorso chiediamo solo il costo dei bolli obbligatori, pari a 127€. Il nostro avvocato, volontario convinto, svolge quest’attività a titolo gratuito e anche le spese di viaggio spesso sono sostenute dalla nostra onlus. Con un legale non convenzionato, invece, un ricorso prevede un costo standard che va dai 2 mila ai 3 mila euro, ma una volta ottenuta l’ordinanza del giudice, altre attività e costi si aggiungono stimati: circa mille euro, tra notifiche, raccomandate, incontri con le Asl ecc. Per questo, continuiamo a sostenere le famiglie nelle loro battaglie e, al tempo stesso, portiamo avanti la nostra costante azione di ‘pungolo’ nei confronti delle istituzioni, convinti che solo impegnandoci tutti per la tutela del diritto delle persone con autismo si possa presto arrivare ad un sistema sanitario territoriale adeguato ai bisogni degli utenti”.

Passando dall’Abruzzo alla Campania, incontriamo Salvatore Cimmino, “esperto” di ricorsi e disabilità, in quanto papà di Samuele, un bambino autistico di sette anni e da un anno presidente di Autismo Campania onlus. “In questi anni ho sentito tante lamentele da parte dei genitori di bambini autistici, che vivono vessazioni e ingiustizie. I ricorsi in tribunale riguardano innanzitutto l’ambito scolastico: le ore di sostegno quasi mai corrispondono all’esigenza effettiva. Un bambino autistico è quasi sempre certificato con connotazione di gravità e accompagnamento, quindi richiederebbe un rapporto 1 a 1, che quasi mai però gli viene accordato. Si ricorre quindi al tribunale amministrativo, per integrare le ore. E gli esiti sono sempre favorevoli, con condanna del Miur”.

Un altro ambito in cui frequenti sono i ricorsi delle famiglie dei bambini e ragazzi con autismo è quello sanitario: “Due sono i motivi per cui si ricorre al tribunale: uno, come nel mio caso, riguarda l’integrazione delle ore mancanti per il progetto sottoscritto dalla Asl. Altre famiglie invece ricorrono perché i figli non sono proprio presi in carico dai servizi, che sono saturi. Io ho fatto ricorso al Tribunale del Lavoro perché Samuele ha 13 ore di terapia prescritte dalla Asl, però il centro, vincolato dai tetti massimi che la legge impone, ne eroga solo sette. In virtù di questo, per far sì che il progetto fosse interamente erogato, siamo ricorsi in tribunale. Noi siamo fortunati, perché conosciamo l’avvocato volontario di Autismo Abruzzo, che si è messo a disposizione a titolo gratuito: diversamente, gli onorari sono tra i 2 e i 3 mila euro. Abbiamo avuto una prima udienza a luglio e ottenuto l’accoglimento da parte del giudice, che ha condannato la Asl imponendole di garantire le risorse economiche per il progetto. Ma la Asl, anziché ottemperare, ha contestato la metodologia Aba e fatto ricorso a sua volta. Ad agosto abbiamo avuto l’udienza, davanti al tribunale collegiale. E lì abbiamo preteso e ottenuto il reintegro delle ore mancanti e la continuità terapeutica. Ma la Asl, anche in questo secondo caso, ha fatto finta di niente. Ora per fortuna anche la nostra associazione ha un suo avvocato volontario, padre di una ragazza autistica: grazie a lui abbiamo potuto depositare al Tar un ulteriore ricorso. Ma se avessi dovuto pagare tutto, se ne sarebbero andati tra i 7 mila e gli 8 mila euro: una spesa immane, di cui avrebbe risentito l’andamento della cassa familiare. Per questo, anche se gli esiti dei ricorsi sono quasi tutti positivi e a favore delle famiglie, non tutte se la sentono di affrontare una simile impresa. La disponibilità di associazioni e avvocati volontari è quindi fondamentale e può fare davvero la differenza, in queste battaglie per il rispetto dei diritti”.

ESAMI DI STATO 2020

ESAMI DI STATO 2020: pubblicate le materie oggetto della seconda prova

Oggi alle 14.00 il Ministero dell’Istruzione ha comunicato, con il decreto ministeriale 38 del 30 gennaio, le materie oggetto della seconda prova scritta agli esami di Stato del secondo ciclo. Una comunicazione attesa con ansia dagli studenti: la seconda prova scritta è infatti quella che caratterizza l’indirizzo di studi e che dà maggiore apprensione per la sua complessità. Con il decreto legislativo 62 del 2017 l’esame è stato riformato e nel 2019 si è avuta la prima “edizione” di una formula che ha previsto diverse novità tra le quali una seconda prova che, in molti indirizzi, ha avuto come oggetto due discipline caratterizzanti il corso di studi.

Per “accertare le conoscenze, le abilità e le competenze attese dal profilo educativo culturale e professionale” dell’indirizzo si chiede infatti agli studenti di rispondere a quesiti e di elaborare percorsi di carattere multidisciplinare.

Per questo e per dare un aiuto alla preparazione sono stati pubblicati dal Ministero, il 26 novembre 2018, i quadri di riferimento per la redazione e lo svolgimento delle prove.

Anche per gli esami 2020 il Ministero ha confermato le indicazioni e in tutti gli indirizzi di studio che hanno nel curricolo più materie caratterizzanti, la seconda prova è di carattere multidisciplinare.

Si tratta senza dubbio di scelte che tendono a dare un segnale di innovazione riguardo alle metodologie didattiche utilizzate nelle scuole, in linea con gli obiettivi previsti dai profili culturali e professionali delle Indicazioni nazionali dei Licei e delle Linee guida degli istituti tecnici e professionali.

Il Decreto 38 tratta anche, all’articolo 2, dello svolgimento del colloquio che mantiene il profilo di carattere pluridisciplinare già sperimentato nell’anno precedente e che avrà inizio con uno spunto fornito al candidato dalla commissione, spunto preparato sulla scorta delle indicazioni fornite dal documento del consiglio di classe che descrive le esperienze e i percorsi seguiti dagli studenti. Una differenza rispetto all’esame precedente: non ci sarà il sorteggio delle buste che contenevano gli argomenti da trattare.

L’Anp si augura che le disposizioni appena emanate possano contribuire ad aiutare gli studenti ad esprimere e a valorizzare al meglio le competenze acquisite durante il loro percorso di studi secondari e ad affrontare l’esame con la serenità necessaria ad esiti di successo.

Esami di Stato

Esami di Stato: resta il nodo delle prove INVALSI e della nuova alternanza (PCTO)

La ministra Azzolina ha appena annunciato le materie della seconda prova degli Esami di Stato, la prova che caratterizza i diversi settori di studi.

Abbiamo già espresso il nostro apprezzamento per la scelta di reintrodurre la traccia di storia tra le prove della maturità, riteniamo lo studio della storia, in particolare quella del ‘900, una importante chiave di lettura e uno strumento di partecipazione alla vita sociale per le nostre ragazze e i nostri ragazzi, tanto più necessaria in un’epoca come questa caratterizzata dalla recrudescenza dei peggiori fascismi e razzismi.

Così come condividiamo l’eliminazione del sistema delle tre buste chiuse per la prova orale, sistema che marcava una separatezza tra docente e studente, una asettica imparzialità che non coglieva il senso della relazione educativa che i docenti si sforzano di realizzare ogni giorno in classe.

Restano però due grossi nodi per i quali chiediamo un intervento immediato della ministra: l’obbligatorietà delle prove INVALSI e dei percorsi di alternanza scuola-lavoro, oggi PCTO, come requisiti di accesso all’esame. Chiediamo che vengano esclusi sia dall’esame che dalla costruzione del curricolo dello studente. 

Non spetta all’INVALSI la certificazione delle competenze di uno studente che spesso durante il corso di studi sperimenta una didattica del tutto diversa da ciò che viene proposto nelle prove. E non può essere requisito d’accesso un’esperienza di alternanza che tante volte è una “scatola vuota”, organizzata dalle scuole solo per corrispondere alle indicazioni ministeriali e non ad un autentico percorso di crescita.

Questi due elementi, da sempre discussi dal punto di vista didattico e oggetto di polemiche e contestazioni da parte di docenti e studenti, vanno rivisti coinvolgendo in un ampio dibattito tutto il mondo della scuola, che è quello che dà sostanza e vita alle riforme e che dunque non può subirle come imposizioni dall’alto.

ESAME MATURITÀ

ESAME MATURITÀ, FGU: SERVONO REGOLE CERTE E DURATURE 

“Obiettivo dell’esame di Maturità è, e deve continuare a essere, certificare a livello nazionale quelle conoscenze, abilità e competenze richieste per il conseguimento del titolo riconosciuto dallo Stato. Valorizzare le ‘competenze’ a progressivo scapito del ‘sapere’ rischia di svuotare di senso l’Esame di Stato a tal punto da indurre alla sua abolizione, un provvedimento che segnerebbe la sconfitta della Scuola della Repubblica e la vittoria della scuola di mercato. Chiediamo alle forze politiche e al Governo di garantire una normativa di lungo periodo per il funzionamento e le procedure relative all’Esame di Stato. Non si possono cambiare regole e modalità di svolgimento dell’Esame ad ogni cambio di Governo”. È quanto afferma la FGU-Gilda degli Insegnanti nella memoria sull’esame di Maturità illustrata e depositata oggi in occasione dell’audizione in Commissione 7^ al Senato. 
Dopo aver riconosciuto gli elementi positivi, tra cui il ripristino della traccia di Storia nell’ambito della prima prova, l’abolizione delle tre buste per l’orale e l’eliminazione della terza prova,  la delegazione della FGU-Gilda degli Insegnanti ha rimarcato i punti critici. “Consideriamo inaccettabile l’obbligatorietà delle prove Invalsi per i candidati, pena la non ammissione all’esame, e contestiamo l’enfasi che i documenti ministeriali pongono in relazione ai PCTO (ex Alternanza Scuola Lavoro). Ci preoccupa, inoltre, la confusione ingenerata dalla riforma degli Istituti Professionali”.
Per quanto riguarda l’attività svolta dai professori incaricati di esaminare i maturandi, la FGU-Gilda degli Insegnanti ha ribadito che “i compensi per i commissari, ancora legati a tabelle ministeriali del 2007, sono del tutto insufficienti anche a fronte di un lavoro complesso e da cui derivano specifiche responsabilità”. Da qui, dunque, la richiesta avanzata dal sindacato di un adeguato incremento dei compensi, “fatto stante – si sottolinea nel documento – che secondo noi le commissioni dovrebbero essere composte, come un tempo, da commissari esterni e con la presenza di un solo commissario interno. Ciò conferirebbe maggiore serietà alle procedure di esame e alla valutazione che – conclude il sindacato – diventerebbe anche valutazione del sistema scolastico operata da soggetti terzi”.

Concorso straordinario secondaria, prova scritta: ci saranno anche quesiti di lingua

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso straordinario secondaria I e II grado: dopo gli incontri di oggi al Ministero apprendiamo dal sindacato Anief che nella prova scritta sono previsti anche quesiti di lingua.

L’Anief scrive infatti di aver richiesto

“L’eliminazione dei quesiti di lingua dalla prova scritta, vista la sua duplice valenza ai fini dell’immissione in ruolo e ai fini dell’ammissione al percorso abilitante o, in subordine, il ripristino della possibilità di poter effettuare la prova di lingua straniera in una a scelta tra inglese, francese, tedesco o spagnolo.”

Ne deduciamo pertanto che alcuni dei quesiti a risposta multipla della prova scritta computer based riguarderanno la conoscenza della lingua inglese, presumibilmente al livello B2.

La prova scritta computer based con  quesiti a risposta multipla – in base al Decreto scuola n . 126 convertito nella Legge 159 del 20 dicembre 2019 – riguarda  argomenti afferenti alle classi di concorso e sulle metodologie didattiche.

La prova riguarda il programma di esame previsto per il concorso ordinario per titoli ed esami per la scuola  secondaria bandito nell’anno 2016.

Ricordiamo che i docenti dovranno superare la prova scritta con almeno 7/10 per poter essere ammessi alla procedura di abilitazione.

Nei concorsi scuola di solito la conoscenza relativa alla lingua viene valutata durante la prova orale. Trattandosi di un concorso straordinario, il Miur ha inteso inserire la verifica all’interno dell’unica prova.

Non sappiamo quanti  quesiti di lingua il Ministero intende proporre. Concorso straordinario secondaria, chi preparerà le domande per la prova scritta e in quanto tempo

I requisiti di accesso al concorso straordinario

Legge bullismo, l’intelligenza emotiva entra a scuola. 13 milioni per la formazione

da Orizzontescuola

di redazione

Luigi Gallo (M5S), presidente Commissione Cultura alla Camera, in un video su Facebook parla dell’approvazione della legge sul bullismo.

Oggi stiamo approvando la legge del bullismo. Voglio parlarvi dell’articolo 7, educazione in materia all’intelligenza emotiva” così inizia il discorso dell’onorevole Gallo.

Docenti e studenti devono lavorare con le proprie emozioni. Per fare questo c’è bisogno di formazione – ha proseguito Gallo – e in legge di bilancio abbiamo inserito 13 milioni per la formazione in questo campo“.

La possibilità di formare gli insegnanti e quindi educare i nostri ragazzi riconoscere i sentimenti propri e quelli altrui e gestire positivamente azioni e relazioni rappresenta un importante segnale di reazione al crescente clima d’odio e di quello che potremmo definire ‘analfabetismo emozionale” aveva detto il presidente della Commissione Cultura a novembre subito dopo l’approvazione dell’emendamento.

Docenti Religione cattolica partecipano a pieno titolo a deliberazioni consiglio di classe. Nota

da Orizzontescuola

di redazione

Nota 1395 dell’Usr per il Veneto del 28 gennaio 2020 avente ad oggetto l’Insegnamento della Religione cattolica presso le scuole statali e paritarie.

Dopo diverse segnalazioni, l’Ufficio scolastico regionale per il Veneto ha emanato la nota per chiarire sia riguardo la facoltà di avvalersi o meno dall’insegnamento della Religione cattolica sia per ciò che concerne la presenza degli insegnanti di IRC in sede di scrutinio intermedio e finale nelle scuole secondarie di II grado.

Sulla prima problematica l’Usr ricorda la circolare 22994 del 13 novembre, che ha stabilito: “La facoltà di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica è esercitata dai genitori e dagli esercenti la responsabilità genitoriale di alunni che si iscrivono alla prima classe della scuola primaria o secondaria di primo grado al momento dell’iscrizione, mediante la compilazione dell’apposita sezione on line. La facoltà di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica per studenti della scuola secondaria di secondo grado è esercitata dagli stessi all’atto dell’iscrizione da parte dei genitori e degli esercenti la responsabilità genitoriale nella compilazione del modello on line ovvero, per le iscrizioni che non siano presentate on line (ad esempio per le iscrizioni alla scuola dell’infanzia), attraverso la compilazione del modello nazionale di cui alla scheda B allegata alla presente nota. La scelta ha valore per l’intero corso di studi e in tutti i casi in cui sia prevista l’iscrizione d’ufficio, fatto salvo il diritto di modificare tale scelta per l’anno successivo entro il termine delle iscrizioni, esclusivamente su iniziativa degli interessati“.

Sul secondo punto la nota sopraddetta, citando l’Ordinanza Ministeriale 205/2019 recante “Istruzioni e modalità organizzative e operative
per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado nelle scuole statali e paritarie – anno scolastico 2018/19, precisa che “I docenti di religione cattolica partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l’attribuzione, nell’ambito della fascia, del credito scolastico agli studenti che si avvalgono di tale insegnamento. Analogamente, partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe, concernenti l’attribuzione del credito scolastico, nell’ambito della fascia di credito, i docenti delle attività didattiche e formative alternative all’insegnamento della religione cattolica“.

Nota

Per Azzolina formazione docenti deve essere obbligatoria. Turi (UIL): apra subito il contratto

da Orizzontescuola

di redazione

Pino Turi segretario generale al ministro Azzolina “Se il ministro vuol parlare di formazione apra subito il contratto”.

Se il ministro vuol parlare di formazione apra subito il contratto – commenta Turi in risposta alle dichiarazioni della ministra Azzolina, che dai microfoni di Radio 1, ha detto che «i docenti vanno assolutamente formati. La formazione deve essere obbligatoria».

“La formazione iniziale degli insegnanti è obbligatoria ed è compito dello Stato, una precisa riserva di legge – sottolinea Turi.

La formazione del personale in servizio, invece rientra nelle prerogative contrattuali e va affrontata in sede negoziale.

Gli insegnanti sono dipendenti dello Stato, ma hanno una loro specificità.

Non esiste una formazione di stato che coinvolge l’istruzione pubblica.

Al docente, nella sua dimensione individuale e collegiale va offerto un ventaglio di offerte per la formazione in servizio per evitare una deriva dirigista che potrebbe configurare perfino l’indottrinamento. E’ lui stesso che decide. Invece tutti si sentono ‘formatori’ di qualcun altro. Va rispettata la delicata funzione docente.

Questo tema richiama una volta in più la necessità di sedi di garanzia della libertà di insegnamento. Anche per questo serve il rinnovo del contratto”

Scrutini di fine quadrimestre, come comunicare gli esiti alle famiglie e agli alunni

da La Tecnica della Scuola

Siamo ormai in chiusura di quadrimestre e nelle scuole ci si prepara alle operazioni del caso.
Uno degli aspetti più delicati riguarda la comunicazione degli esiti degli scrutini alle famiglie e agli alunni.
Preliminarmente va ricordato che le norme che regolano le modalità di svolgimento degli scrutini intermedi e finali sono contenute in due provvedimenti aventi valore di legge, il “vecchio” DPR 122 del 2009 (Regolamento per il coordinamento delle norme in materia di valutazione degli alunni) e nel più recente decreto legislativo 62 del 2017 (Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo).

I chiarimenti del Garante per la Privacy

Non vanno poi dimenticati i chiarimenti forniti dal Garante della Privacy sulla materia.
Il Garante ha più volte chiarito che gli esiti degli scrutini sono pubblici, ma “è necessario che, nel pubblicare i voti degli scrutini e degli esami nei tabelloni, l’istituto scolastico eviti di fornire, anche indirettamente, informazioni sulle condizioni di salute degli studenti, o altri dati personali non pertinenti”.
Particolare attenzione va prestata nei confronti degli alunni disabili o con disturbi di apprendimento.
Scrivere infatti il Garante:  “Il riferimento alle ‘prove differenziate’ sostenute dagli studenti portatori di handicap o con disturbi specifici di apprendimento (DSA), ad esempio, non va inserito nei tabelloni, ma deve essere indicato solamente nell’attestazione da rilasciare allo studente”.
Nel comunicare gli esiti degli scrutini, sia finali sia intermedi, agli alunni è bene prestare un po’ di attenzione soprattutto se si ha il timore che la reazione degli interessati possa essere esagerata: questa regola va tenuta in considerazione soprattutto a fine anno, quando all’albo dell’istituzione scolastica, vengono esposti i “tabelloni” conclusivi, ma anche in occasione degli scrutini di fine trimestre o quadrimestre può essere opportuna un po’ di cautela. Nel concreto, in presenza di alunni particolarmente “fragili” o emotivi può essere utile comunicare gli esiti direttamente alla famiglia qualche ora prima che i tabelloni vengano esposti.
Per la verità l’introduzione e la diffusione del registro elettronico consentono ormai alle famiglie di essere informate in tempo pressoché reale sulle decisioni della scuola in fatto di valutazione degli esiti di apprendimento e quindi, soprattutto nella fase degli scrutini intermedi, i casi in cui vanno utilizzate precauzioni particolari sono certamente del tutto residuali.

Concorsi scuola, sul tavolo del Miur le richieste dei sindacati. Il 30 gennaio nuovo incontro

da La Tecnica della Scuola

Si è concluso il primo incontro tecnico fra Miur e sindacati. Si è parlato di tanti temi legati ai concorsi docenti, i cui bandi dovrebbero arrivare entro febbraio, ma oltre ai temi presentati dai sindacati al momento non vi è nessuna novità concreta. L’incontro proseguirà domani 30 gennaio.

Concorsi docenti 2020: le richieste dei sindacati

In primis, dobbiamo riferire, che sono state mostrate le bozze dei bandi dei concorsi docenti 2020. 

Come si legge sul sito Flc Cgil, le questioni affrontate sono state, per quanto riguarda il concorso straordinario secondaria:

  • l’accesso su posto comune per quei docenti che hanno servizio solo su sostegno. Questi docenti debbono poter partecipare al concorso straordinario come prevede chiaramente l’emendamento approvato in Parlamento
  • il rapporto tra punteggio dato alla prova e punteggio dato ai titoli con una netta prevalenza del servizio
  • la pubblicazione della banca dati dei quesiti
  • tempi e procedure distinte nell’ambito dello straordinario per la procedura solo abilitante e quella sia abilitante che finalizzata all’assunzione. In pratica ci saranno due bandi distinti, che però a nostro avviso dovranno partire in tempi ravvicinati. È chiaro che il concorso per la stabilizzazione richiede maggiore urgenza, per poter fare le assunzioni entro settembre, ma é anche vero che l’altra procedura deve partire altrettanto celermente per non lasciare indietro gli altri lavoratori (docenti provenienti da altro ruolo, IFP, paritarie, servizio misto) e per dare anche ai precari dello stato questa ulteriore possibilità di accedere all’abilitazione.
  • abbiamo chiesto una semplificazione generale delle tabelle, per dare massima rilevanza al servizio
  • abbiamo chiesto anche di circoscrivere il più possibile l’ambito dei quesiti, perché i programmi del concorso 2016 sono molto vasti

Per quanto riguarda i due concorsi ordinari, quindi per la scuola secondaria e infanzia e primaria, si è parlato dei seguenti temi:

  • l’eliminazione della prova preselettiva o in subordine la pubblicazione della banca dati dei quesiti
  • il riconoscimento del servizio, anche di quello svolto su sostegno nella procedura concorsuale della classe di concorso
  • la semplificazione della tabella dei titoli, per privilegiare pochi titoli di spessore, ad esempio la laurea, il dottorato, la specializzazione su sostegno
  • la valorizzazione della laurea in scienze della formazione primaria (per il concorso della scuola primaria e dell’infanzia)

Le altre emergenze presentate dai sindacati all’incontro di mercoledì 29 gennaio sono stati: Percorsi abilitanti, rinnovo del Contratto, DSGA Facenti Funzione, mobilità, organici del personale docente e ATA, dirigenti scolastici.

QUI il dettaglio

Coronavirus: ANP pubblica documento della Società Italiana di Pediatria

da La Tecnica della Scuola

L’ANP, Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e Alte Professionalità della Scuola – già Associazione Nazionale Presidi, sul proprio sito ha pubblicato un documento elaborato dalla Società Italiana di Pediatria, aggiornato al 29 gennaio 2020, in cui si forniscono una serie di informazioni sul Coronavirus.

L’iniziativa spiegano dall’ANP è nata “per venire incontro alle numerose richieste di informazioni che arrivano dai soci e da molti genitori”.

Nel documento sono contenute 5 domande e altrettante risposte : “Che cos’è il coronavirus? Che cos’è il nuovo coronavirus che sta circolando in Cina? Come si trasmette una infezione da coronavirus? Quali sono i sintomi di una persona infetta da un coronavirus? Come prevenire l’infezione da coronavirus?”.

L’ANP invita a scaricare il documento e a distribuirlo al personale (docente e ata) e agli alunni.

Scrutini, il docente di sostegno non può essere escluso

da La Tecnica della Scuola

Siamo in periodo di scrutini ed i docenti sono impegnati nelle valutazioni degli allievi in chiusura del primo quadrimestre.

Tutti i docenti, in quanto membri del Consiglio di Classe, devono partecipare agli scrutini, quindi anche i docenti di sostegno.

Al momento della valutazione degli studenti, il collegio deve essere perfetto; ciò vuol dire che in sede di scrutinio tutti i membri effettivi del Consiglio di Classe devono essere presenti, pena l’annullabilità delle decisioni prese.

Quindi, il Consiglio di Classe convocato per lo svolgimento dello scrutinio, intermedio o finale, è un organo collegiale giudicante perfetto che necessita della presenza di tutti i suoi componenti per la legittimità delle decisioni assunte all’unanimità o a maggioranza.

In proposito, il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 – Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, all’art. 315, comma 5, prevede che:

I docenti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di intersezione, di interclasse, di classe e dei collegi dei docenti”.

Inoltre, l’art. 4, comma 1, del DPR 122/2009 (Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia) prevede che i docenti di sostegno, contitolari della classe, partecipano alla valutazione di tutti gli alunni, avendo come oggetto del proprio giudizio, relativamente agli alunni disabili, i criteri a norma dell’articolo 314, comma 2, del medesimo T.U.

Quindi, è illegittima l’esclusione dei docenti di sostegno dagli scrutini intermedi e finali.

Se i docenti di sostegno sono più di uno?

Lo stesso DPR 122/2009 prevede che se un alunno con disabilità sia affidato a più docenti di sostegno, essi si esprimeranno con voto unico.

In pratica, in presenza di più insegnanti di sostegno che seguono lo stesso allievo disabile, la valutazione sarà congiunta e quindi il loro voto all’interno del Consiglio sarà unico, per tutti gli allievi.

Maturità 2020, seconda prova, Azzolina: “Giovedì 30 saranno rese note le materie”

da La Tecnica della Scuola

Su Facebook, il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha annunciato che domani, giovedì 30, sarà reso pubblico il decreto con le indicazioni sulle materie per la seconda prova della maturità prevista per giugno prossimo.

Ciao ragazze e ragazzi, in questi giorni mi avete scritto moltissimi messaggi in merito alle materie della seconda prova dell’esame di Stato. Volevo dirvi soltanto che ci siamo: oggi i lavori sul decreto saranno ultimati, ci sono tutte le materie, le conoscerete a breve. Però voglio dirvi anche un’altra cosa: al Ministero dell’istruzione non si lavora per gli studenti solo quando ci sono gli Esami di Stato. Si lavora sempre per voi perché questa qui è la casa della scuola, di conseguenza è anche la vostra casa, soprattutto la vostra casa. Buona giornata”.

Così il ministro nel video messaggio sul noto social network.

Le buste non ci saranno, la storia sì

Confermando le ultime indiscrezioni, Azzolina, nei giorni scorsi, aveva detto che sulla maturità “stiamo lavorando: non ci saranno grandi cambiamenti, gli studenti devono avere la serenità di affrontare gli esami; non ho intenzione di grandi stravolgimenti. Le buste non ci saranno, la storia ci sarà assolutamente, le materie usciranno a breve, siamo al lavoro”.

Niente sorteggio all’orale, ideato dall’ex ministro Marco Bussetti: va in soffitta subito, dunque, il sistema dell’estrazione affidata ai candidati fra tre buste chiuse al momento dell’esame orale così come era avvenuto all’ultimo esame di Stato, nel giugno 2019.