Decreto scuola, Sindacati: Esclusi facenti funzione DSGA, mancano diplomati magistrali e corsi abilitanti

da Orizzontescuola

di redazione

Decreto scuola: arriva la prima risposta dei sindacati al decreto legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 ottobre 2019. Pronta la mobilitazione per l’11 novembre.

Scarica il testo del decreto legge in pdf

Ricordiamo che ci sono 60 giorni per trasformare il decreto in Legge. L’avvio della discussione è stata calendarizzata in Aula alla Camera il 25 novembre.

Sindacati: Governo disattende impegni

Con la pubblicazione del Decreto Legge sulle misure urgenti per la scuola in Gazzetta Ufficiale, constatiamo con rammarico che il Governo disattende gli impegni assunti, prima a Palazzo Chigi nell’aprile scorso, e poi nell’accordo del 1° ottobre con il Ministro dell’Istruzione.

Che siano stati ammessi alla procedura riservata i docenti delle paritarie ai soli fini abilitanti rientra tra le nostre richieste, ma tale modalità non può essere disgiunta da un quadro generale di acquisizione delle abilitazioni per l’insegnamento. Oltretutto il confronto sulle abilitazioni è in stallo. E questo è inaccettabile in quanto concorso straordinario e abilitazioni devono procedere in parallelo: sono aspetti dell’intesa collegati tra loro che non possono essere scissi.

L’apertura al personale delle scuole paritarie non esaurisce la partita dei concorsi abilitanti per gli altri esclusi da inserire in un collegato alla legge di bilancio.

Analogamente bisogna dare seguito all’accordo del 18 ottobre sui diplomati magistrali con la proroga delle previsioni del decreto dignità.

E’ inaccettabile l’esclusione dal concorso riservato per accedere ai posti di DSGA del personale Assistente Amministrativo che ha ricoperto tale incarico nella scuola per almeno tre anni. Una scelta politica inammissibile che non vogliamo pensare sia frutto di qualche improvviso cambio di opinione, magari con motivazioni tecnocratiche per fare venire meno la parola data e scritta.

Aver depennato dal concorso riservato i facenti funzione di DSGA senza il titolo di studio previsto (laurea specifica) è fuori da ogni logica e non riconosce il lavoro del personale.  Le motivazioni giuridiche addotte sono inaccettabili, avendo in sé la contraddizione palese per cui i facenti funzione sono ammessi al concorso ordinario e sono esclusi da quello straordinario, che serve proprio a sanare posizioni consolidate da anni di attività in mansioni superiori che hanno permesso e permettono alle scuole di funzionare. Poiché, come abbiamo più volte rappresentato, non basta certo il concorso in via di svolgimento per DSGA a colmare il vuoto di vent’anni di mancata indizione di prove concorsuali, e per non lasciare le scuole prive di direzione amministrativa, ribadiamo il buon diritto di chi ha svolto con merito tale funzione, talora per ben più di otto anni, di avere una prospettiva certa in un percorso riservato.

FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal, GILDA Unams indicono pertanto la mobilitazione del personale interessato, che si avvia con  le assemblee, proseguirà con una manifestazione nazionale da svolgersi nei prossimi giorni davanti alle sedi istituzionali e comporterà le dimissioni dall’incarico di facenti funzione di DSGA .

Per queste ragioni non possiamo che chiamare i lavoratori interessati alla mobilitazione il prossimo 11 novembre, con un’iniziativa a Roma nel pomeriggio e diversi presìdi concomitanti in altre città.

Flc  CGILFrancesco Sinopoli CISL ScuolaMaddalena Gissi UIL Scuola RuaGiuseppe Turi SNALS  ConfsalElvira Serafini
GILDA Unams

Rino Di Meglio

Decreto scuola, concorso straordinario secondaria: posti, requisiti e prove

da La Tecnica della Scuola

Dopo la firma del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, avvenuta nella giornata di martedì 29 ottobre,il decreto scuola (il salva precari bis licenziato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 10 ottobre) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. All’interno, c’è il concorso docenti secondaria straordinario.

Il testo riporta, come sappiamo, le misure per bandire un concorso straordinario per la scuola secondaria riservato ai docenti con tre anni di servizio svolto negli ultimi otto anni. Concorso straordinario che si andrà quindi ad aggiungere a quello ordinario per la scuola secondaria. Ognuna delle procedure metterà a bando 24 mila posti.

Concorso docenti secondaria: requisiti

Come riporta il testo del decreto pubblicato, la partecipazione alla procedura è riservata ai soggetti, anche di ruolo, che, congiuntamente:

a) tra l’anno scolastico 2011/2012 e l’anno scolastico 2018/2019, hanno svolto, su posto comune o di sostegno, almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, valutabili come tali ai sensi dell’articolo 11, comma 14, della legge 3 maggio 1999, n. 124;

b) hanno svolto almeno un anno di servizio, tra quelli di cui alla lettera a) , nella specifica classe di concorso o nella tipologia di posto per la quale si concorre;

c) posseggono, per la classe di concorso richiesta, il titolo di studio di cui all’articolo 5 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59, fermo restando quanto previsto all’articolo 22, comma 2, del predetto decreto.

Per la partecipazione ai posti di sostegno è richiesto l’ulteriore
requisito del possesso della relativa specializzazione.

Inoltre, come anticipato in precedenza, parteciperanno anche i docenti con tre anni di servizio nella scuola paritaria ma il superamento della prova concorsuale, sarà utile solo a conseguire l’abilitazione all’insegnamento e non anche l”immissione in ruolo.

Concorso docenti secondaria: le prove

La selezione del concorso docenti secondaria straordinario prevede una sola prova scritta computer based con quesiti a risposta multipla che viene superata con 7/10.

Le graduatorie si basano sul voto della prova scritta e sui titoli, culturali e di servizio.

I 24mila vincitori entreranno in ruolo a settembre 2020. Scatta poi l’anno di prova che consentirà di acquisire i 24 Cfu con oneri a carico del Miur.

Al termine di tale anno di prova, basta una lezione simulata e si viene confermati in ruolo. La commissione di valutazione sarà composta da docenti della scuola, più un membro esterno.

Prevista inoltre la possibilità per chi ottiene 7/10, e non rientra nei 24mila vincitori, di potersi abilitare con la sola prova orale purché si acquisiscano i 24 Cfu e si stia insegnando con supplenza almeno fino al 30 giugno.

Bisogna ricordare che il concorso scuola 2020 verrà bandito solamente per le Regioni, le classi di concorso e le tipologie di posti per le quali si prevedano posti vacanti negli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023.

Le assunzioni dei vincitori potranno continuare anche dopo il suddetto periodo, perché la graduatoria di merito è ad esaurimento.

I posti saranno suddivisi tra posti comuni e posti di sostegno.

IL TESTO DEL DECRETO SCUOLA

Decreto scuola non piace ai sindacati: “Impegni disattesi, inizia la battaglia”

da La Tecnica della Scuola

Dopo la firma del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, avvenuta nella giornata di martedì, il decreto scuola (il salva precari bis licenziato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 10 ottobre) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Il provvedimento entrerà in vigore da giovedì 31 ottobre.

DECRETO-LEGGE 29 ottobre 2019, n. 126 
Misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti (GU Serie Generale n.255 del 30-10-2019)

Decreto scuola, nota condivisa dei sindacati

Il provvedimento, però, non piace ai sindacati di categoria. Con una nota unitaria si promette battaglia.

Ecco il testo integrale:

Con la pubblicazione del Decreto Legge sulle misure urgenti per la scuola in Gazzetta Ufficiale, constatiamo con rammarico che il Governo disattende gli impegni assunti, prima a Palazzo Chigi nell’aprile scorso, e poi nell’accordo del 1° ottobre con il Ministro dell’Istruzione.

Che siano stati ammessi alla procedura riservata i docenti delle paritarie ai soli fini abilitanti rientra tra le nostre richieste, ma tale modalità non può essere disgiunta da un quadro generale di acquisizione delle abilitazioni per l’insegnamento. Oltretutto il confronto sulle abilitazioni è in stallo. E questo è inaccettabile in quanto concorso straordinario e abilitazioni devono procedere in parallelo: sono aspetti dell’intesa collegati tra loro che non possono essere scissi.

L’apertura al personale delle scuole paritarie non esaurisce la partita dei concorsi abilitanti per gli altri esclusi da inserire in un collegato alla legge di bilancio.

Analogamente bisogna dare seguito all’accordo del 18 ottobre sui diplomati magistrali con la proroga delle previsioni del decreto dignità.

E’ inaccettabile l’esclusione dal concorso riservato per accedere ai posti di DSGA del personale Assistente Amministrativo che ha ricoperto tale incarico nella scuola per almeno tre anni. Una scelta politica inammissibile che non vogliamo pensare sia frutto di qualche improvviso cambio di opinione, magari con motivazioni tecnocratiche per fare venire meno la parola data e scritta.

Aver depennato dal concorso riservato i facenti funzione di DSGA senza il titolo di studio previsto (laurea specifica) è fuori da ogni logica e non riconosce il lavoro del personale.  

Le motivazioni giuridiche addotte sono inaccettabili, avendo in sé la contraddizione palese per cui i facenti funzione sono ammessi al concorso ordinario e sono esclusi da quello straordinario, che serve proprio a sanare posizioni consolidate da anni di attività in mansioni superiori che hanno permesso e permettono alle scuole di funzionare.

Poiché, come abbiamo più volte rappresentato, non basta certo il concorso in via di svolgimento per DSGA a colmare il vuoto di vent’anni di mancata indizione di prove concorsuali, e per non lasciare le scuole prive di direzione amministrativa, ribadiamo il buon diritto di chi ha svolto con merito tale funzione, talora per ben più di otto anni, di avere una prospettiva certa in un percorso riservato.

FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal, GILDA Unams indicono pertanto la mobilitazione del personale interessato, che si avvia con  le assemblee, proseguirà con una manifestazione nazionale da svolgersi nei prossimi giorni davanti alle sedi istituzionali e comporterà le dimissioni dall’incarico di facenti funzione di DSGA . 

Per queste ragioni non possiamo che chiamare i lavoratori interessati alla mobilitazione il prossimo 11 novembre, con un’iniziativa a Roma nel pomeriggio e diversi presìdi concomitanti in altre città

Biumor – L’odio

L’odio sarà il tema di Biumor, il festival dell’umorismo organizzato da Popsophia in collaborazione con il Comune di Tolentino, che si svolgerà da mercoledì 20 a sabato 23 novembre. Dall’origine antropologica alla sua metamorfosi digitale, quattro giornate dedicate a un’indagine senza sconti del linguaggio dell’odio contemporaneo con la lente d’ingrandimento della filosofia.

Autonomia, parità e libertà di scelta educativa

Autonomia, parità e libertà di scelta educativa

Seminario di studio a Roma Il 14 Novembre con la Presidente del Senato e il Presidente della CEI  

Sul  tema: “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa in Italia e in Europa”  giovedì 14 novembre 2019 si svolgerà a Roma presso la Sala Convegni USMI-CISM, Via Zanardelli, un seminario di studio con la partecipazione eccezionale della Presidente del Senato Maria Elisabetta ALBERTI CASELLATI, del Card. Gualtiero BASSETTI, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana , di Padre Luigi GAETANI, Presidente C.I.S.M. Nazionale

Nell’occasione sarà presentato il documento “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa” che presenta i dati emergenti sulla scuola cattolica in Italia.

Hanno aderito all’incontro nazionale promosso dall’U.S.M.I Nazionale, con la partecipazione dei presidenti nazionali della FIDAE , Virginia KALADICH; dell’AGESC , Giancarlo FRARE; del CDO-FOE ,Marco MASI ; dei delegati della Scuola cattolica del CISM – Don Roberto DAL MOLIN ; del CONFAP , Suor Lauretta VALENTE e del Segretario Generale della FISM – Luigi MORGANO

La tavola rotonda sarà coordinata dalla giornalista Lorena BIANCHETTI

            Da tempo si attendeva un convegno nazionale su un tema di grande rilevanza sociale e culturale in difesa dei valori della libertà di scelta educativa, sancita dalla Costituzione Italiana, ma di fatto mortificata e osteggiata da una politica scolastica condizionata da ombre ideologiche e priva di obiettività nel valutare la qualità di un servizio pubblico svolto dalle strutture scolastiche paritarie d’ispirazione cattolica.

            Gli studenti che hanno frequentato le scuole cattoliche, oggi affermati professionisti, sono patrimonio della Comunità nazionale e lo Stato non ha fatto nulla per loro, anzi i loro genitori hanno pagato due volte il servizio scolastico, prima con le tasse allo Stato, senza avere i benefici del servizio scolastico e poi con l’onere della retta scolastica.

            Si registra ogni anno la chiusura di tante scuole cattoliche e si spengono dei fari di cultura e di civiltà che hanno svolto un lodevole e storico servizio al bene comune.

            “Il sistema scolastico è il primo fattore propulsivo di un Paese, sia a livello economico che sociale” afferma Suor Anna Monia Alfieri, paladina del progetto del “costo standard per studente “.

E’ necessario trovare una soluzione che possa salvaguardare la libertà di scelta educativa dei genitori, degli studenti e favorisca la piena realizzazione del loro diritto di apprendere senza discriminazione, garantendo ai docenti il diritto di insegnare a pari titolo con pari trattamento economico, nella scuola statale e paritaria, come avviene nei Paesi d’Europa. Solo l’Italia e la Grecia restano fuori da tale impianto organizzativo scolastico.

            Non ci si può allineare alla Comunità europea soltanto nel filone delle tasse, ma è necessario che vengano adottati quei modelli virtuosi che consentono e favoriscono non un’attività commerciale, ma un efficiente servizio scolastico di qualità, che possa essere di fatto pubblico e plurale.

            Il “senza discriminazione” che i Padri Costituenti hanno sancito per la Repubblica Italiana, nell’art. 3 della Carta Costituzionale, ben declinato nei diversi ambiti e settori, comprende anche il sistema scolastico nazionale che si articola in scuole statali e scuole paritarie.

Giuseppe Adernò

I HAVE A DREAM

9 NOVEMBRE – 7 DICEMBRE 2019

IN ANTEPRIMA A ROMA PRESSO 

SPAZIO5 DI VIA CRESCENZIO 99/D

PER IL PROGETTO:

HISTORY & PHOTOGRAPHY 

LA STORIA RACCONTATA DALLA FOTOGRAFIA

PRODOTTA PER I 50 ANNI DELL’ASSASSINIO DI MARTIN LUTHER KING (4 APRILE 1968) 

I HAVE A DREAM

LA LOTTA PER I DIRITTI CIVILI E POLITICI DEGLI AFROAMERICANI

DALLA SEGREGAZIONE RAZZIALE A MARTIN LUTHER KING

Apre il 9 novembre 2019 dalle 16.00 a Spazio5, in anteprima per il pubblico di Roma, l’esposizione fotografica “I have a dream. La lotta per i diritti civili e politici degli Afroamericani. Dalla segregazione razziale a Martin Luther King”. In programma fino al 7 dicembre 2019, rivolta al grande pubblico e alle scuole, la mostra si compone di circa 200 immagini (di cui oltre 60 stampate e le altre a monitor) provenienti per la maggior parte dagli archivi di stato americani Library of Congress e US NARA – National Archives and Records Administration. In esposizione anche una serie di rare foto a colori degli anni ‘30 e le opere di alcuni dei più grandi fotoreporter statunitensi della Grande Depressione e del New Deal. La mostra fa parte del progetto History & Photography (www.history-and-photography.com), che ha per obiettivo raccontare la Storia con la Fotografia (e la Storia della Fotografia) valorizzando e rendendo fruibili al grande pubblico e ai più giovani gli archivi storico fotografici italiani e internazionali pubblici e privati. Alle scuole sono proposte visite guidate, foto-proiezioni dal vivo e l’innovativa possibilità di utilizzare in classe per fare lezione le immagini della mostra (anche una volta terminata) tramite una semplice connessione web, un link riservato e una password.

LA MOSTRA

Apre il 9 novembre 2019 alle 16.00 presso SPAZIO5 (www.spazio5.com) di via Crescenzio 99/d, in anteprima per il pubblico romano, la mostra “I have a dream. La lotta per i diritti civili e politici degli Afroamericani. Dalla segregazione razziale a Martin Luther King”. Realizzata per i 50 anni dell’assassinio di Martin Luther King (avvenuto il 4 aprile 1968), in programma fino al 7 dicembre 2019, l’esposizione racconta la condizione dei neri nelle campagne e nelle città degli Stati Uniti tra la fine della Guerra Civile Americana e gli anni sessanta del Novecento, soffermandosi in particolare sugli eventi che portarono al Civil Rights Act del 1964 (il quale pose fine a ogni forma di discriminazione legale basata sulla razza, il colore della pelle, la religione, il sesso o le origini in ogni aspetto della vita pubblica) e al successivo Voting Rights Act del 1965 (che restaurò la tutela del diritto di voto a tutti i cittadini americani). Rivolta al grande pubblico e alle scuole, la mostra si compone di circa 200 immagini (riproduzioni digitali da stampe originali o da negativi, di cui oltre 60 stampate e le altre a monitor) provenienti per la maggior parte dagli archivi di stato americani, in particolare Library of Congress e National Archives and Records Administration. Molte delle foto esposte sono state realizzate da alcuni dei più grandi fotoreporter statunitensi dell’epoca – tra cui Dorothea Lange, Lewis Hine, Arthur Rothstein, Marion Post Wolcott, Jack Delano, Gordon Park – impegnati nella documentazione degli Stati Uniti degli anni trenta e quaranta per conto del governo americano che teneva in grande considerazione la fotografia come strumento per capire le condizioni di vita dei propri cittadini, in particolare nel periodo della Grande Depressione seguita al crack delle borse del 1929. In esposizione anche una serie di riproduzioni di rare foto a colori, per lo più diapositive. Curata da Alessandro Luigi Perna (www.alessandroluigiperna.com) e prodotta da Eff&Ci – Facciamo Cose (www.effeci-facciamocose.com), esposta a Roma in partnership con l’agenzia AGR di Maurizio Riccardi (www.agrpress.it) e l’Istituto Quinta Dimensione, la mostra fa parte del progetto History & Photography (www.history-and-photography.com) che ha per obiettivo raccontare la Storia con la Fotografia (e la Storia della Fotografia) valorizzando gli archivi storici fotografici italiani e internazionali, pubblici e privati. Alle scuole sono proposte visite guidate, foto-proiezioni dal vivo e l’innovativa possibilità offerta ai docenti di utilizzare in classe per fare lezione le immagini della mostra (anche una volta terminata) tramite una semplice connessione web, un link riservato e una password. Per i suoi contenuti e i suoi aspetti innovativi in campo educational Rai Scuola ha definito il progetto History & Photography “un unicum in Italia (e forse nel mondo)” – http://www.raiscuola.rai.it/gallery-refresh/i-have-a-dream-la-lotta-per-i-diritti-civili-degli-afroamericani-dalla-segregazione-razziale-a-martin-luther-king/1616/0/default.aspx.

LA STORIA

Con l’abolizione della schiavitù avvenuta alla fine della Guerra Civile Americana si aprono prospettive nuove per gli Afroamericani che cominciano una migrazione in più ondate verso le città industriali del Nord e dell’Ovest. Ma scoprono presto a loro spese che tutta la nazione è impregnata di razzismo nei loro confronti: sono molteplici infatti le rivolte contro l’arrivo delle famiglie di colore nei quartieri delle città abitate dai bianchi. Alla libertà non segue poi l’integrazione razziale ne la parità concreta dei diritti che rimane di fatto sulla carta. Alla fine dell’Ottocento, dopo una serie di sentenze costituzionali, comincia infatti la segregazione in ogni ambito della società: nelle scuole, nei cinema, negli ospedali, ecc. Anche la possibilità di esercitare il proprio diritto di voto, soprattutto negli stati del Sud, diventa sempre più difficile, ostacolata da un’infinita quantità di impedimenti burocratici concepiti apposta per gli Afroamericani. È anche l’epoca d’oro del Ku Klux Klan e dei linciaggi, che negli stati del Sud continueranno fino agli anni ‘60 del ‘900. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la lotta per l’integrazione e il diritto di voto effettivo ovunque negli Stati Uniti prende nuovo vigore. A fare la differenza è la seconda metà degli anni ‘50, quando una serie di sentenze cominciano a demolire il sistema della segregazione nelle scuole. Ma è negli anni ’60 che finalmente l’obiettivo dell’effettiva parità è a portata di mano, quando si afferma il Movimento per i Diritti Civili degli Afroamericani capitanato da Martin Luther King – movimento non violento, sebbene le continue esplosioni di violenza a sfondo razziale sia da parte dei bianchi che dei neri. A favorirne il successo è il supporto dei bianchi progressisti (e delle star del cinema e della musica), il denaro fornito dai sindacati democratici e l’appoggio alla causa antirazzista prima del presidente John Fitzgerald Kennedy e poi, dopo il suo omicidio, del suo successore Lyndon B. Johnson. Con la fine degli anni sessanta finisce la segregazione dal punto di vista legale e vengono rimossi gli ostacoli al libero esercizio del voto degli Afroamericani. Ma i razzisti hanno la loro vendetta: il 4 aprile del 1968 infatti Martin Luther King viene assassinato.

IL CURATORE 

Alessandro Luigi Perna è un giornalista pubblicista, un consulente (editoria, fotografia, comunicazione) e un curatore e organizzatore di iniziative con la fotografia sia contemporanea che storica, sia rivolte al grande pubblico che a scuole e università. È specializzato inoltre nella valorizzazione e promozione di archivi di fotografi, agenzie, case editrici, musei, aziende. Fornisce servizi di consulenza a fotografi (progettualità, comunicazione, cura e organizzazione) e gallerie espositive (direzione artistica, organizzazione, gestione spazi, comunicazione). In curriculum ha moltissimi articoli di fotografia, numerose interviste a grandi fotografi internazionali, alcuni volumi fotografici, decine di mostre realizzate con enti pubblici e privati, la cura di tre festival. È stato co-ideatore e co-curatore delle prime tre edizioni di Memorandum – Festival della Fotografia Storica di Biella e Torino, co-curatore della sezione fotografica del festival Urbana di Biella e ideatore, curatore e co-produttore di All you need is photography! Unlimited Edition Photo Festival di Milano. Ha curato mostre in Triennale, Fondazione Stelline di Milano, Casa dei Tre Oci di Venezia, Museo di Arte Contemporanea di Lucca, Museo delle Scienze di Torino, etc. Ha realizzato mostre o fotoproiezioni con gli archivi fotografici di Fiat, Alenia, Pirelli, Olivetti, Unione Industriali Torino, L’Europeo – RCS, Touring Club, Società Geografica Italiana, Museo del Risorgimento di Torino, Musei Civici di Pavia, Università degli Studi di Torino – Museo della Facoltà di Antropologia, Museo del Calcio di Coverciano, etc. E con numerosi archivi internazionali publici e privati tra cui, tra gli altri, quelli dei Musei di Londra, degli US National Archives, della Library of Congress, della US Navy, del US Marine Corp, del Ministerio de Educación, Cultura y Deporte di Madrid, etc. Ha curato esposizioni di numerosi fotografi, viventi e non, tra cui Michel Comte, Roberto Polillo, Cesare Colombo, Romano Cagnoni, Giovanni Porzio, Giancolombo,  Frank Hurley, Gianfranco Moroldo, Santi Visalli, Guido Alberto Rossi, Nicola Ughi, etc. Ha esposto (occupandosi di promozione, coordinamento, organizzazione e/o produzione, etc.) mostre di: Magnum (collettiva), Bruno Barbey (Magnum), Herman Leonard, Pino Ninfa, Roberto Polillo, etc. Da qualche anno con il progetto History & Photography, realizzato in partnership con Eff&Ci – Facciamo Cose di Federica Candela, racconta la Storia della Fotografia e del mondo contemporaneo sia al grande pubblico che ai ragazzi delle scuole con mostre e foto-proiezioni.

EFF&CI – FACCIAMO COSE 

Fornisce servizi a chi opera nella cultura e nel sociale come enti pubblici e associazioni e propone agli artisti dal supporto alle loro esigenze espositive fino alla progettazione, cura, allestimento, esposizione e promozione delle loro mostre. Nel corso di questi anni ha organizzato presso la Casa di Vetro di Milano diverse iniziative espositive – personali e collettive di fotografia, pittura e scultura, di artisti italiani e stranieri. Nell’ambito del progetto History & Photography, di cui è partner e produttrice, ha realizzato numerose mostre di fotografia storica.

ISTITUTO QUINTA DIMENSIONE – SPAZIO5

Spazio5 è la sede dell’Istituto Quinta Dimensione che si propone alle aziende, al mondo dell’arte e della comunicazione mettendo a disposizione competenza, esperienza e professionalità. L’Istituto Quinta Dimensione è un’associazione senza scopo di lucro, che nasce dalla volontà di dare spazio a fotografi, artisti e scrittori fornendo loro la possibilità di presentare i propri lavori nel centro di Roma a costi contenuti. L’intento dei soci dell’Istituto è anche quello di preservare questo luogo, ora denominato Spazio5, ma già punto di ritrovo di innumerevoli artisti negli anni ’60 e ’70 col nome “Galleria Scalette Rosse”.

AGENZIA AGR DI MAURIZIO RICCARDI

Dal 1992, l’agenzia AGR di Maurizio Riccardi fornisce immagini di archivio e foto relative a notizie di cronaca, politica, economia, sport e spettacolo alle principali testate giornalistiche ed emittenti televisive, nazionali e internazionali. L’agenzia affonda le sue radici nel lontano 1945, quando subito dopo la Seconda Guerra Mondiale Carlo Riccardi inizia a comporre quello che sarebbe diventato il più grande archivio fotografico privato italiano: l’Archivio Riccardi. Iscritto presso la Sovrintendenza Archivistica del Lazio di Roma in qualità di Patrimonio di interesse nazionale, l’Archivio Riccardi è composto da oltre tre milioni di negativi originali e altrettante foto digitali, che ritraggono infiniti momenti più o meno noti della vita politica, sociale e di costume che hanno caratterizzato gli ultimi settanta anni di Storia italiana.

H&P RACCONTA L’EPOPEA DEI DIRITTI CIVILI

In occasione del cinquantenario dell’assassinio di Martin Luther King, avvenuto il 4 aprile del 1968 la mostra “I HAVE A DREAM. La lotta per i diritti civili degli Afroamericani. Dalla segregazione razziale a Martin Luther King” racconta la condizione dei neri nelle campagne e nelle città degli Stati Uniti tra la fine della Guerra Civile Americana e gli anni ‘60 del Novecento, soffermandosi in particolare sugli eventi che portarono al Civil Rights Act del 1964 (che pose fine a ogni forma di discriminazione basata sulla razza, il colore della pelle, la religione, il sesso o le origini in ogni aspetto della vita pubblica) e al successivo Voting Rights Act del 1965 (che restaurò la tutela del diritto di voto a tutti i cittadini americani). Rivolta al grande pubblico e alle scuole, l’esposizione si compone di circa 200 immagini (riprouzioni digitali da stampe originali o da negativi, di cui oltre 60 stampate e le altre a monitor) provenienti per la maggior parte dagli Archivi di Stato americani, in particolare Library of Congress e National Archives and Records Administration. Molte delle foto esposte sono state realizzate da alcuni dei più grandi fotoreporter statunitensi dell’epoca – tra cui Dorothea Lange, Lewis Hine, Arthur Rothstein, Marion Post Wolcott, Jack Delano, Gordon Park – impegnati nella documentazione degli Stati Uniti degli anni ’30 e ’40 per conto del governo americano che teneva in grande considerazione la fotografia come strumento per capire le condizioni di vita dei propri cittadini, in particolare nel periodo della grande depressione seguita al crack delle borse del 1929. In esposizione anche una serie di riproduzioni di rare foto a colori, per lo più diapositive. Curata da Alessandro Luigi Perna (www.alessandroluigiperna.com) e prodotta da Eff&Ci – Facciamo Cose (www.effeci-facciamocose.com), la mostra fa parte del progetto History & Photography (www.history-and-photography.com) che ha per obiettivo raccontare la Storia con la Fotografia (e la Storia della Fotografia) valorizzando gli archivi storici fotografici italiani e internazionali, pubblici e privati. Alle scuole sono proposte visite guidate, foto-proiezioni dal vivo e l’innovativa possibilità offerta ai docenti di utilizzare in classe per fare lezione le immagini della mostra (anche una volta terminata) tramite una semplice connessione web, un link riservato e una password.

DALLA GUERRA CIVILE A MARTIN LUTHER KING

Con l’abolizione della schiavitù avvenuta alla fine della Guerra Civile Americana si aprono prospettive nuove per gli afroamericani che cominciano in più ondate a emigrare verso le città industriali del nord e dell’ovest. Ma i cittadini di colore scoprono presto a loro spese che tutta la nazione è impregnata di razzismo nei loro confronti: sono infatti molteplici le rivolte di bianchi che si oppongono all’arrivo delle famiglie afroamericane nei loro quartieri. Alla libertà non segue poi l’integrazione razziale né la parità concreta dei diritti che rimane di fatto sulla carta. Alla fine dell’800, una serie di sentenze costituzionali locali e federali riassumibili nel concetto di “uguali ma separati” sanciscono sì la parità di diritti ma anche la segregazione, che si applica ovunque: nelle scuole, nei cinema, negli ospedali, etc. L’esercizio del diritto di voto poi, soprattutto negli stati del sud, diventa sempre più difficile, ostacolato da un’infinita quantità di impedimenti burocratici concepiti apposta per gli afroamericani. Il passaggio tra i due secoli è l’epoca d’oro del Ku Klux Klan e dei linciaggi, che negli stati del sud continueranno fino agli anni ’60 del ‘900. Dopo la seconda guerra mondiale, quando molti soldati neri tornano dal fronte dopo aver combattuto per sconfiggere la follia razziale nazista e giapponese,  la lotta per l’integrazione e il diritto di voto effettivo prende nuovo vigore. A fare la differenza è la seconda metà degli anni ’50, quando una serie di sentenze cominciano a demolire il sistema dell’apartheid nelle scuole. Ma è negli anni ’60, quando si afferma il  movimento per i diritti civili degli afroamericani capitanato da Martin Luther King, che finalmente l’obiettivo dell’effettiva parità è a portata di mano. A favorirne il successo è il supporto dei bianchi progressisti (e delle star del cinema e della musica), il denaro fornito dai sindacati democratici e l’appoggio alla causa antirazzista prima del presidente John Kennedy e poi, dopo il suo assassinio, del suo successore Lyndon B. Johnson. Con la fine degli anni ’60 finisce l’apartheid e vengono rimossi gli ostacoli al libero esercizio del voto degli afroamericani. Ma i razzisti hanno la loro vendetta: nell’aprile del 1968 infatti Martin Luther King viene assassinato. La violenza si prende la sua rivincita sulla non-violenza.

LA STORIA DEL COMMERCIO DEGLI SCHIAVI IN OCCIDENTE

Schiavi per natura o schiavi per legge. Gli schiavi greci rientrano nel primo caso, quelli romani nel secondo. In Europa lo schiavismo è abolito durante il medioevo, soprattutto grazie all’azione del papato. Ma il commercio è tollerato. E il principale mercato di schiavi è organizzato dai re di Francia nella città di Verdun, “la fabbrica degli eunuchi”. A esserne vittime sono soprattutto polacchi e lituani, a tenere le redini della tratta sono mercanti ebrei. I clienti invece sono arabi e turchi e li usano come muratori, contadini e rematori sulle galee. Chiunque siano di volta in volta gli interlocutori, Arabi e turchi in ogni caso il commercio degli schiavi a spese dei bianchi europei lo portano avanti su larga scala fino al XVIII secolo con una recrudescenza ai tempi di Napoleone. In particolare gli piace rapirli nei paesi slavi oppure razziarli sulle coste dell’Italia e in quelle spagnole. All’epoca è per questo che il Mediterraneo è considerato il “Mare della Paura”. Sono invece direttamente gli arabi a gestire gran parte del mercato degli schiavi in Africa. Li rivendono ancora integri fisicamente agli europei che li portano nelle Americhe, castrati ai loro clienti nordafricani e del medio oriente. Ecco perché si trovano discendenti di schiavi neri al di là dell’Atlantico ma non nel mondo mussulmano. Il commercio è autorizzato dal Corano. Maometto infatti ha degli schiavi presso di sé. E se li ha lui possono averli tutti. Solo negli anni ’60 del ‘900 lo schiavismo è abolito per legge nei paesi mussulmani dalle autorità coloniali europee, anche se molti iman locali la reputano un’imposizione indebita degli occidentali. Ai bianchi delle Americhe gli schiavi neri servono per sostituire le popolazioni locali, asservite e sterminate perché non reggono allo sfruttamento fisico e alle malattie portate dai conquistatori. In particolare ai bianchi del sud degli Stati Uniti servono nelle piantagioni, per produrre cotone a basso costo e rivenderlo alle industrie tessili inglesi, alimentando la rivoluzione industriale. I primi schiavi neri arrivano negli Stati Uniti (allora ancora colonie inglesi) nella prima metà del ‘600 come servi con l’obbligo di servire almeno 7 anni prima di essere liberati. Ma nell’illuminato ‘700 invece di migliorare la situazione peggiora e si passa dalla servitù alla schiavitù. La materia prima in carne e ossa si compra sulla Costa degli Schiavi tra il Senegal e il Benin. Oltre agli arabi, a rifornire i mercanti occidentali razziando le tribù dell’interno del continente sono in particolare due regni africani dalla pelle nera, sempre in guerra tra loro per il monopolio dell’infame commercio: il  regno del Dahomey e l’Impero Oyo – dotati di armi da fuoco, cavalleria e amazzoni.  A comprargli uomini e donne in  cattività e poi a gestirne il commercio nell’Oceano Atlantico sono compagnie commerciali francesi, olandesi, tedesche e inglesi. Fra tutte spicca la English Royal African Company, che vende schiavi alle colonie più disparate. Il commercio di persone via mare in occidente finisce progressivamente a metà dell’800 quando tutti i paesi europei si mettono d’accordo nel considerarlo atto di pirateria. Il primo paese delle Americhe ad abolire la schiavitù è Haiti, l’ultimo il Brasile. 

Titolo:

I have a dream. La lotta per i diritti civili e politici degli Afroamericani. Dalla segregazione razziale a Martin Luther King”

Una produzione di: 

Eff&Ci – Facciamo Cose 

In partnership allo Spazio 5 con:

AGR Press 

Istituto Quinta Dimensione 

A cura di: 

Alessandro Luigi Perna 

Per il progetto:

History & Photography – La Storia raccontata dalla Fotografia

Foto di:

N.A.R.A. – National Archives and Records Administration

Library of Congress

Archivi vari

INFORMAZIONI

Apertura al pubblico:

9 novembre 2019 – ore 16.00 / 20.00

Periodo di esposizione:

Dal 9 novembre al 7 dicembre 2019 

Giorni e orari:

Tutti i giorni dalle 16.00 alle 20.00 

Ingresso: 

€ 6,00

Visite guidate:

€ 12,00 (su appuntamento per un minimo di 10 persone)

Sede dell’esposizione:

Spazio 5

via Crescenzio 99/d 

00193 – Roma

Come arrivare:

Metro A, fermata Ottaviano

Tram 19 e autobus 81, capolinea Piazza Risorgimento

Autobus 492, fermata via Crescenzio/Piazza Risorgimento

Info per il pubblico: 

Tel: 348/4814089 

info@spazio5.com

www.spazio5.com

www.effeci-facciamocose.com

www.history-and-photography.com

Le vicende del confine orientale e il mondo della scuola

Nota 14 ottobre 2019, AOODGOSV 21278
X Seminario nazionale 2019. Le vicende del confine orientale e il mondo della scuola. L’identità storica, sociale e culturale italiana nell’ Adriatico orientale. Trieste 7 – 9 novembre 2019


Un incontro di formazione rivolto a 60 docenti di scuole di ogni ordine e grado, provenienti da varie Regioni, dedicato alla storia italiana sul confine orientale. Si apre oggi a Trieste, dalle ore 15.00, presso la Sala Conferenze NH, in Corso Camillo Benso Conte di Cavour 7, il X Seminario nazionale “Le vicende del confine orientale e il mondo della scuola. L’identità storica, sociale e culturale italiana nell’Adriatico orientale”.

L’evento è organizzato, come ogni anno, dalla Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione e dalla Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione del MIUR, in collaborazione con le Associazioni degli Esuli. L’obiettivo, come previsto dalla legge 92/2004, è migliorare la conoscenza delle vicende del confine orientale italiano e l’esodo dei cittadini italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.

Il programma prevede l’inquadramento storico del tema, a partire dal Trattato di Campoformio (che nel 1797 segnò la fine della Repubblica di Venezia e l’inizio della crisi degli Italiani d’Adriatico), per giungere alle vicende del secondo dopoguerra e al Trattato di Parigi del 1947, che ratificò il passaggio di Istria e Dalmazia alla Jugoslavia, determinando l’esodo del novanta per cento della popolazione italiana (circa 350.000 persone), che abbandonò casa e averi e cercò rifugio in Italia o emigrò oltreoceano. Si affronterà in maniera peculiare il riflesso della questione orientale nei dibattiti della Costituente.

Nella parte del Seminario “Foibe ed esodo” si tratteranno gli eccidi che dal 1943 hanno rappresentato la frattura più grave nella storia dell’Istria: l’equilibrio antropologico raggiunto dalla società istriana è stato bruscamente alterato, insinuando, in una società povera, la paura e il conseguente fenomeno immenso di fuga dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.

La visita nei Luoghi del Ricordo, Magazzino 18, Museo di Padriciano e Foiba di Basovizza, rappresenterà il laboratorio didattico dedicato alla storia, curato annualmente dal mondo della Scuola con la Ricorrenza del “10 febbraio”.

La visita a Pirano costituirà infine il preludio alla comprensione dell’italianità dei tanti Personaggi esuli che hanno dato lustro alla storia del nostro Paese, tematica suggerita dal Concorso nazionale “10 febbraio”, rivolto alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2019/2020.

LEF 2019

Dal 6 al 16 novembre a Poggibonsi (Si) la quarta edizione del festival dedicato al mondo della scuola

A Poggibonsi la quarta edizione del festival pedagogico LEF

Tra gli interventi lo psicoanalista Massimo Recalcati, la giornalista Caterina Soffici, lo psicologo Giuseppe Lavenia, l’associazione Parole Ostili, la compagnia degli Omini

Tutto pronto a Poggibonsi, in provincia di Siena, per  l’ormai consueto appuntamento con Lef, il festival pedagogico dedicato ai temi della scuola, del rispetto e della genitorialità, quest’anno giunto alla sua quarta edizione. Liberté, egalité, fraternité, i termini che compongono l’acronimo del titolo, fanno riferimento ai valori fondativi delle democrazie occidentali e rappresentano anche un augurio per le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi, che potranno essere gli adulti di domani e a cui il festival si propone di offrire delle opportunità di crescita.

“Siamo contenti di poter proporre anche per questa quarta edizione un cartellone ricchissimo – commenta Susanna Salvadori, assessore alle Politiche Educative di Poggibonsi- Grandi nomi per i seminari che quest’anno avranno al centro le parole. Le parole che diventiamo,quelle tra genitori e figli, ma anche quelle per comunicare con rispetto, le parole lette e pronunciate ad alta voce. Spazio anche ai temi dell’ambiente e della legalità e alla riflessione sulla lettura. Ci rivolgiamo come sempre al mondo della scuola, ma non solo, a genitori, studentesse e studenti, operatori, docenti e a tutti coloro che sono interessati a questi temi. Ringraziamo come sempre le scuole della Valdelsa che hanno aderito al nostro programma e che, in alcuni casi, ospiteranno alcune delle iniziative in cartellone.”

Dal 6 al 16 novembre saranno ospiti del festival grandi nomi come lo psicoanalista Massimo Recalcati, la giornalista e scrittrice Caterina Soffici, il presidente dell’associazione Dipendenze Tecnologiche Giuseppe Lavenia,il professor Federico Batini e la scrittrice Giusy Marchetta. Oltre agli incontri conferenza, spazio alle lezioni dialogate nelle scuole, ai laboratori creativi, al teatro e alla street art. 

Il Festival è realizzato da Fondazione Elsa Culture Comuni e Comune di Poggibonsi – Assessorato alle Politiche educative con il sostegno di Unicoop e Sezione Soci Coop Poggibonsi e di Cir food. Numerose anche le associazioni del territorio coinvolte: Associazione Timbre, Comitato genitori comprensivo 1 e 2 Poggibonsi, Associazione Pratika Onlus, Associazione C6. Collaborano al festival anche Scuola Pubblica di Musica di Poggibonsi, Associazione MixedMedia, Extempora, TvedoTv, il Liceo “A.Volta” di Colle di Val d’Elsa e l’ I.I.S. Roncalli di Poggibonsi, Olivia Libreria Bistrot, Biblioteca Marcello Braccagni di Colle Val d’Elsa e  Libreria Mondadori Discoshop.

Si comincia mercoledì 6 novembre alle ore 16 con la lezione magistrale Genitori e figli nel nostro tempo del celebre psicoanalista Massimo Recalcati. L’incontro si svolgerà presso la sala La Ginestra in via Trento a Poggibonsi.

Giovedì 7 novembre alle ore 11 nell’aula magna dell’IIS Roncalli di Poggibonsi la giornalista e scrittrice Caterina Soffici si confronterà con gli studenti sul tema attualissimo della fuoriuscita del Regno Unito dall’UE nella conferenza, moderata dalla professoressa Laura Provvedi, Dove va l’Europa, tra Brexit e migrazioni.

Venerdì 8 novembre sarà una giornata dedicata ai temi della lettura e dell’ambiente. 

Primo appuntamento alle ore 9 al Politeama con l’iniziativa Dopo ricreazione si legge l’ambiente, maratona di lettura green. L’evento coinvolgerà i Comprensivi 1 e 2 di Poggibonsi e il Comprensivo 2 di Colle Val d’Elsa.

Alle ore 15, presso la libreria Olivia Libreria Bistrot, Come scegliere libri per bambini e ragazzi?, micro seminario a numero chiuso per genitori, a cura di Federica Galvani, editor e promotrice della lettura e di Francesca Fattorini, atelierista e promotrice della lettura ad alta voce. Per partecipare è necessario prenotare allo 0577 1650737. 

Alle ore 16.30, nella sala Set del Politeama,  Leggere con i preadolescenti – “Qualcuno con cui correre” dal laboratorio di lettura in classe al blog, incontro formativo con Matteo Biagi, insegnante, redattore di LibriCalzelunghe e membro del Comitato Scientifico di Libernauta, uno dei massimi progetti italiani di promozione della lettura per gli adolescenti.

 Alle 18.30, sempre da Olivia Libreria BistrotTi leggo una storia… con il kamishibai  di Sara Di Crescenzio, promotrice della lettura, incontri di lettura per la fascia 6- 9 anni (massimo due gruppi di quindici bambini ciascuno). Anche per questi incontri è necessaria la prenotazione allo 0577 1650737 In contemporanea, alle 18.30 in sala Set, Dimmi quello che non so. Due ragazzi e una scuola per tutti , Presentazione del romanzo di formazione di Luisa Mattia che racconta l’avvento della scuola media unificata. Presenti l’autrice Luisa Mattia e l’illustratore Otto Gabos per leggere e parlare attorno al libro. Modera, Martina Evangelista, direttrice Associazione Pratika. Gli incontri dell’intera giornata dell’8 novembre sono realizzati grazie al progetto “Coltivare lettori per il futuro”, realizzato da Associazione Pratika e finanziato da Cepell (Mibac)

Sabato 9 novembre, alle ore 9 nella sala Set del Politeama, Quinto seminario di “Coltivare lettori” progetto Cepell, con Martina Evangelista (Associazione Pratika) e Federico Batini (Università degli Studi di Perugia), alle ore 10, presso la Biblioteca Comunale di Colle val d’Elsa, Maratona di lettura ad alta voce con gli alunni della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo 1 A. Salvetti di Colle di Val d’Elsa impegnati nella lettura ad alta voce degli incipit dei libri da loro scelti.

Sempre sabato 9 novembre, alle 17 in sala Set, Mio figlio non riesce a stare senza smartphoneincontro con Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, presidente dell’Associazione Dite, Dipendenze Tecnologiche e tra i maggiori esperti italiani di dipendenze tecnologiche e cyber bullismo. Alle 18.15, sempre in sala Set, La scuola è politica. Abbecedario laico, popolare e democratico Simone Giusti, insegnante, formatore e saggista, docente di Didattica della Letteratura all’Università degli Studi di Siena  e Giusy Marchetta, scrittrice, presentano il volume edito da Effequ nel settembre 2019 (volume di Federico Batini, Simone Giusti, Giusy Marchetta, Vanessa Roghi a cura di Simone Giusti). Evento realizzato in collaborazione con Associazione Pratika. 

Domenica 10 novembre appuntamento al terzo piano dell’ Accabì con i laboratori Parole e note, a cura della Scuola Pubblica di Musica di Poggibonsi. Dalle 16.30 alle 17.30 laboratori per bambini fino ai 6 anni, dalle 18 per i bambini sopra i 6 anni. Alle 17.30, pausa merenda organizzata da Cirfood.

Lunedì 11 novembre alle 10.30, presso la scuola secondaria di primo grado Marmocchi del Comprensivo 1, il laboratorio di street art You are Street Art Wall d’ Elsa, a cura di Mixed Media in collaborazione con FTSA, Coop 21, e FTSA.

Martedì 12 novembre alle 17, al terzo piano dell’Accabì, Storie in miniatura, a cura dei servizi educativi del Comune di Poggibonsi.

Mercoledì 13 novembre, alle 10.30 nella sala maggiore del Politeama, lo spettacolo teatrale Una storia disegnata nell’aria, per raccontare Rita che sfidò la mafia con Paolo Borsellino della Compagnia Nonsolo Teatro. Lo spettacolo, che affronta i temi della legalità e della lotta alla mafia, è rivolto alle classi II e III della scuola secondaria di primo grado e a tutte le classi della scuola secondaria di secondo grado. A tutti i partecipanti verrà offerta la merenda dalla Sezione Soci Coop Poggibonsi. L’evento è a cura di Associazione Timbre e Fondazione Elsa.

Giovedì 14 novembre, alle 11.30 nell’aula magna dell’IIS Roncalli, Realtà e leggenda dell’intelligenza artificiale, incontro con Ernesto Di Iorio, AD di Questit.

Venerdì 15 novembre, alle ore 11 presso il Liceo Volta di Colle di Val d’Elsa, Le parole sono un ponte.Manifesto della comunicazione non ostile, a cura dell’Associazione Parole Ostili.

Venerdì 15 novembre alle 21.30, nella sala Set del Politeama, lo spettacolo teatrale degli Omini La famiglia campione, a cura dell’Associazione Timbre per la rassegna Sipario Aperto 2019.

Sabato 16 novembre, alle ore 9 al terzo piano dell’Accabì, il seminario Educare in continuità in Valdelsa, tra formazione e buone pratiche. Un’ipotesi curricolare.  Inizio alle ore 9 con l’ accoglienza dei partecipanti, alle 9. 30 i saluti istituzionali e poi gli interventi, dalle 9.45 alle 11, coordinati da Chiara Melani, presidente di C6: Il coordinamento pedagogico nella prospettiva di continuità 0-6, intervento di Daniela Donadio, coordinatrice pedagogica dell’Associazione C6, Continuità tra ricerca e formazione, di Fernanda Cecchi, coordinatrice pedagogica, La continuità 0-6, riflessioni per una prospettiva condivisa, di Erika Bagni, coordinatrice pedagogica. Dopo la pausa caffè, 11- 11.15, i lavori riprendono con la tavola rotonda Buone pratiche, esperienze delle scuole dell’infanzia del territorio a cui interverranno i Comprensivi 1 e 2 di Poggibonsi e Colle di Val d’Elsa e la Scuola d’Infanzia Umberto I di Poggibonsi. Coordina l’incontro Tania Mariotti, coordinatrice pedagogica dell’Associazione C6. Le conclusioni, Prospettive di continuità, riflessioni dal panorama nazionale e regionale, sono affidate a Jessica Magrini, coordinatrice pedagogica di C6. A conclusione il pranzo organizzato da Cirfood.

Tutti gli incontri sono a ingresso libero.

Intelligenza Artificiale nella PA: esperienze e prospettive

Intelligenza Artificiale nella PA: esperienze e prospettive

Evento dedicato agli sviluppi e delle possibili applicazioni di Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione, anche tramite il racconto di esperienze già in atto


Martedì 5 novembre, dalle ore 9.30, presso la Sala “Aldo Moro” del MIUR, si svolge il convegno “Intelligenza Artificiale nella PA: esperienze e prospettive”.

L’evento è organizzato dalla Direzione Generale per i Contratti, gli Acquisti e per i Sistemi Informativi e la Statistica del MIUR, dal Dipartimento di Informatica dell’Università Sapienza di Roma e da PRS Planning Ricerche e Studi. L’obiettivo è fornire un quadro degli sviluppi e delle possibili applicazioni di Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione, anche tramite il racconto di esperienze già in atto.

Il tema è di particolare rilevanza. I grandi centri di ricerca hanno stimato che, attraverso una più diffusa introduzione di soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale, l’Europa, nei prossimi dieci anni, potrà beneficiare di un incremento del Prodotto Interno Lordo di circa il 19%, generando un forte impatto sia sullo sviluppo economico, sia in termini di mutamenti del mondo del lavoro e delle professioni.

Già oggi le applicazioni basate sull’Intelligenza Artificiale si presentano come strumenti potenzialmente in grado di affrontare alcune delle sfide più pressanti per il futuro, migliorare l’efficienza delle organizzazioni e contribuire all’innalzamento della qualità della vita dei cittadini. Queste applicazioni trovano utilizzo nell’ambito di alcuni servizi, generando efficienze e ampliamento, H24 e sette giorni su sette, nella fruibilità dei servizi da parte dell’utenza.

Tuttavia, si tratta di tecnologie che pongono interrogativi di natura etica e su possibili rischi, che vanno da un eventuale utilizzo fraudolento, alla possibile violazione dei dati personali, alla diffusione di dati aziendali e/o privati, nonché alla generazione e diffusione di dati e informazioni falsi ma altamente credibili, sempre più indistinguibili da quelli veri. Esiste, pertanto, un forte intreccio tra le più innovative e promettenti soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale e la cybersecurity. Questa correlazione è destinata a diventare sempre più indissolubilmente forte nel prossimo futuro.

In questo senso il convegno, oltre a offrire una panoramica sulle prospettive allo studio, intende offrire una riflessione sulle più significative implicazioni nel segmento della Pubblica Amministrazione, a cui contribuiranno gli interventi di:

Dott.ssa Gianna Barbieri – Direttore Generale DGCASIS – MIUR e chairman del convegno;

Prof. Filippo Castiglione – Institute for Applied Computing – CNR;

Dott. Walter Aglietti – Direttore dei laboratori software IBM Italia;

Prof. Luigi V. Mancini – Dipartimento di Informatica Università Sapienza di Roma;

Dott. Paolo De Santis – Responsabile dello sviluppo del sistema informativo del MIUR;

Avv. Carla Secchieri – componente del Consiglio Nazionale Forense;

Prof. Fabio Galasso – Dipartimento di Informatica Sapienza Università di Roma;

Avv. Alessio Pellegrino – esperto di protezione dei dati personali.

Ma non chiamatemi caregiver

Redattore Sociale del 01.11.2019

Disabilità “Ma non chiamatemi caregiver”: l’appello di una mamma

ROMA. “A me essere chiamata caregiver non piace per nulla: io sono la mamma, una mamma che ha deciso per il bene della propria figlia di non affidarla a altri, ma di occuparsene personalmente”: è la riflessione di Marina Cometto, mamma innanzitutto ma anche caregiver a tempo pieno, da oltre 40 anni, di sua figlia Claudia, che ha una grave disabilità, dovuta a una malattia rara, la sindrome di Rett. “Non mi sento in galera per questo – precisa Cometto – Non mi sento sfruttata, perché ciò che si fa con amore e per amore non ha prezzo. Tornassi indietro farei la stessa scelta”.
La sua riflessione, però, non è solo un esercizio di stile, o una finezza linguistica: diventa invece una denuncia e poi un appello. “In questi ultimi tempi ho sentito tanto parlare della figura dei caregiver, perfino la politica ha iniziato a usare questo termine: se ne è riempita la bocca, ma in verità non è ancora arrivata a nulla”. Il riferimento è, evidentemente, alla legge sul caregiver, presentata in Parlamento: “Essa dimentica le mamme o comunque i genitori diventati anziani – osserva Cometto – che oltre al forte impegno per mantenere in vita il proprio figlio o la propria figlia, devono fare i conti con l’età e le malattie legate all’età”.
Di cosa avrebbero bisogno, allora, questi genitori caregiver? Di “vere opportunità, un vero sostegno in casa, tramite personale sanitario. Perché molti dei ragazzi assistiti a domicilio, vuoi per malattia rara, vuoi per patologie causate da traumi, sofferenza neonatale o altre, presentano con l’avanzare dell’età complicazioni maggiori. E i genitori, settantenni o anche ultra ottantenni, sentono di non riuscire più a essere presenti e pronti nelle possibili complicanze. Questo certo non li aiuta a essere sereni”.
Cometto ripercorre quindi la storia dei passati tentativi, le passate speranze, alimentate da una legislazione spesso avanzata, ma poi puntualmente tradite: “Quando è stata votata le legge 162/98 – ricorda – pensavo che avrei finalmente avuto un aiuto. Invece nulla. Quando è arrivata la 328/00, ancora, speravo che veramente questa sarebbe stata la legge per noi: nulla di fatto, anche in questo caso. Ancora, con il ripristino del Fondo per la non autosufficienza, mi sono detta: ‘Questa volta ci siamo’. Mi illudevo: la Regione in cui vivo è riuscita a disattendere le mie aspettative anche questa volta. Nulla da fare – denuncia Cometto – Siamo voci fuori dal coro: siamo pochi, siamo tanti, a nessuno interessa, neppure a coloro che si dicono attenti, per poi piangere lacrime di coccodrillo quando qualcuno persa ogni speranza di ascolto cede. Non credo che sarà il riconoscimento della figura del caregiver a colmare questo vuoto – conclude – perché sapranno prenderci in giro, prendermi in giro, per l’ennesima volta. Cambiano i colori politici, cambiano i nomi, cambiano i governi, ma il risultato no cambia mai: le persone malate e con disabilità complessa non sono la priorità in questo nostro Paese”. 

di Chiara Ludovisi