Decreto Dipartimentale 2 settembre 2016, Prot. n. 911

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
DIPARTIMENTO DELL’ISTRUZIONE

Decreto Dipartimentale 2 settembre 2016, Prot. n. 911

Copertura dei posti vacanti di dirigente scolastico ai sensi dell’articolo 1, comma 92, della legge 13 luglio 2015, n. 107. Ulteriore assegnazione sedi

Avviso 2 settembre 2016

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Avviso 2 settembre 2016

Oggetto: Attuazione dell’ art. 1 – quater del Decreto – Legge 29 marzo 2016 n. 42 convertito in Legge 26 maggio 2016 n. 89 – Proposte di assunzione del personale docente della scuola dell’infanzia iscritto nelle graduatorie di merito del D.D.G. n. 82/2012 – Fase nazionale

Si comunica che le proposte di assunzione di cui all’art. 7 del D.M. n. 496 del 22 giugno 2016, in attuazione dell’ art. 1 quater del Decreto – Legge 29 marzo 2016 n. 42 convertito in Legge 26 maggio 2016 n. 89, saranno disponibili per il personale interessato entro la giornata del 3 settembre 2016 attraverso il sistema informativo istanze on line, raggiungibile mediante apposito link http://archivio.pubblica.istruzione.it/istanzeonline/index.shtml

I soggetti destinatari della proposta di nomina, a partire dalle ore 00:01 del giorno 4 settembre 2016 e fino alle ore 23:59 del giorno 8 settembre 2016, accettano la proposta di assunzione esclusivamente avvalendosi delle apposite funzioni disponibili nel citato sistema informativo.

Si ricorda che in caso di mancata accettazione, nei termini e con le modalità predetti, i docenti destinatari della proposta di nomina, ai sensi del comma 3 dell’art. 1-quater della legge 89/2016, sono espunti dalle rispettive graduatorie di merito ed ad esaurimento.

La mancata accettazione della proposta di nomina equivale a rinuncia.

Richiesta incontro urgente: avvio anno scolastico

Sen. Stefania Giannini
Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca

Oggetto: richiesta incontro urgente

In relazione alle diverse problematiche connesse all’avvio dell’anno scolastico, con particolare riferimento a quelle che investono più direttamente la gestione del personale (mobilità territoriale, svolgimento procedure concorsuali, dotazioni organiche del personale ATA, assunzioni), a fronte delle numerose criticità riscontrate e dei riflessi che avranno sull’ordinata ripresa delle attività didattiche, si chiede alla S.V. di voler convocare un incontro con le scriventi Organizzazioni.

Segnalando l’assoluta urgenza di quanto sopra, si porgono distinti saluti

FLC CGIL
Domenico Pantaleo
CISL  Scuola
Maddalena Gissi
UIL  Scuola
Giuseppe Turi
SNALS  Confsal
Marco Paolo Nigi

TERREMOTO AMATRICE

TERREMOTO; AMATRICE: ASS. PRESIDI-UNITALSI, “FONDI RACCOLTI PER LA SCUOLA ANDRANNO DIRETTAMENTE ALLA PRESIDE E AL CONSIGLIO D’ISTITUTO”

Nato pool per le scuole terremotate da ANP, UNITALSI, ACLI Roma, ISSR, Mission Bambini, Etutorweb e Romasociale.com

“I fondi che stiamo raccogliendo grazie all’iniziativa <<Scuola Solidale>> verranno consegnati direttamente alla preside dell’Istituto omnicomprensivo di Amatrice la professoressa Pitoni per essere poi utilizzati dal Consiglio d’istituto per le reali esigenze durante l’anno scolastico”.

E’ quanto dichiarano congiuntamente MARIO RUSCONI e EMANUELE TRANCALINI, rispettivamente presidente Associazione Nazionale Presidi (ANP)-Lazio e responsabile nazionale Progetto Bambini dell’U.N.I.T.A.L.S.I. e presidente U.N.I.T.A.L.S.I. Roma a margine della riunione operativa sul terremoto alla quale hanno partecipato anche LIDIA BORZÌ, presidente delle ACLI di Roma e provincia, ALBERTO BARENGHI, della Fondazione Mission Bambini, IVANO SPANO, Commissario dell’Istituto Statale Sordi di Roma (ISSR), ALFONSO BENEVENTO, co-direttore della rivista on-line etutorweb.it e GIANLUCA SCARNICCI, direttore del quotidiano on-line romasociale.com.

Nei giorni scorsi l’Associazione Nazionale Presidi (ANP)-Lazio e il Progetto Bambini dell’U.N.I.T.A.L.S.I. hanno lanciato l’iniziativa “Scuola solidale” per raccogliere fondi a favore delle scuole di Amatrice. Le offerte, che potranno essere detratte dalle tasse (contattare il numero verde gratuito U.N.I.T.A.L.S.I. – selezionare 1: 800.062.026), devono essere versate sul conto corrente bancario Progetto Bambini – Monte dei Paschi di Siena, ABI 01030 CAB 03298 numero conto 000001152663 IBAN IT08F0103003298 000001152663 oppure al conto corrente postale 48019863 intestato a U.N.I.T.A.L.S.I. PROGETTO BAMBINI, via della Pigna,13/a – Roma. Occorrerà scrivere nella causale “Scuola solidale per Amatrice”. L’iniziativa è sostenuta dalla redazione giovani della rivista on-line etutorweb.it e romasociale.com.

“Abbiamo avviato – proseguono RUSCONI e TRANCALINI – la raccolta dei fondi come prima tappa di un progetto più ampio che coinvolgerà anche le ACLI di Roma, la Fondazione Mission Bambini e l’Istituto Statale Sordi di Roma. E’ nato un vero e proprio pool di associazioni che hanno deciso di lavorare insieme a favore degli alunni delle zone terremotate di Amatrice con il sostegno di Etutorweb.it e romasociale.com”.

“Per evitare qualsiasi strumentalizzazione – aggiungono RUSCONI e TRANCALINI –  abbiamo deciso di aprire un dialogo diretto con la preside della scuola e con il Provveditorie agli studi di Rieti per essere veramente efficaci e vicini alle reali esigenze dei docenti e degli alunni. Entro due giorni ci arriverà un elenco di materiali didattici di prima necessità che occorrono per avviare l’anno scolastico. Il nostro pool metterà a disposizione anche alcuni docenti in pensione per il doposcuola, personale formato per l’assistenza ai ragazzi e assistenti alla comunicazione al sostegno per le persone con disabilità. Tutto questo, però, dovrà essere concordato in loco con i dirigenti scolastici”.

“Da quando abbiamo lanciato la nostra iniziativa – concludono RUSCONI e TRANCALINI – abbiamo ricevuto numerose telefonate di privati cittadini e di aziende che mettono a disposizione dagli zainetti per la scuola, ai volumi per aprire una biblioteca fino ai materiali di cancelleria. Una vera e propria corsa alla solidarietà che noi stiamo cercando di indirizzare verso le reali necessità che si sono evidenziate dopo il sisma”.

Già proclamati 4 scioperi in un mese nella scuola

Già proclamati 4 scioperi in un mese nella scuola.

La Malascuola colpisce tutti, è inutile e dannoso rispondere separati

Distinti dai collaborazionisti, la lotta per la riconquista della scuola pubblica statale può vincere!

L’affermazione della Malascuola sta avvenendo senza sconti, grazie anche alla robusta stampella fornita dai sindacati complici; cosi al lascito dei danni provocati dalla Gelmini e successori, si aggiungono il caos per chiamate dirette dei presidi, la mancanza di organici ATA, i trasferimenti folli. I lavoratori sono sempre più divisi a causa delle misure del governo, agevolate dall’operato dei sindacati complici che, dopo la firma pure dell’ultimo Contratto integrativo sulla mobilità e piazzati i propri delegati nei comitati di valutazione, sono impegnati nel solito teatrino di finta e sterile opposizione volta ad espletare il loro compito di pompieraggio nei confronti anche dei docenti pronti a riprendere le mobilitazioni, sul bonus e il disastroso capitolo mobilità.

Questa è la scuola dei padroni che vuol lasciare nell’ignoranza i figli dei lavoratori.

Di fronte a questo?

Il governo va avanti nella distruzione di ogni diritto e si appresta ad ufficializzare la nuova era con il rinnovo del contratto, senza soldi. La riforma Madia e l’accordo sui comparti della P.A. portano nuovi colpi mortali ai lavoratori pubblici e allo Stato Sociale, tentando di soffocare le Organizzazioni Sindacali conflittuali e di classe.

E’ sempre più urgente contrastare questa aggressione.

Per questo abbiamo costituito SGB e ne curiamo il carattere di classe e la sua indipendenza.

Perché questo contrasto abbia una prospettiva, inoltre, è imprescindibile intraprendere un percorso di netta alternatività ai sindacati complici e unità dei sindacati conflittuali, mirata al varo di un forte e duraturo percorso di mobilitazione, che si inserisca nelle lotte generali della classe lavoratrice.

I lavoratori, compresi quelli della scuola, hanno bisogno che questa prospettiva veda la luce ora.

LO SCIOPERO E’ UNA COSA SERIA E NON VA SPRECATO

Il proliferare delle date di sciopero non è sintomo di forte mobilitazione, ma di grave frammentazione

In queste settimane, tutte le Organizzazioni stanno ragionando sul da farsi, qualcuna ha già intrapreso dei percorsi che ci sentiamo però di ritenere insufficienti e a volte nocivi. Mentre scriviamo, sono già stati proclamati da diverse sigle (tra scioperi della categoria e generali, nazionali e locali) scioperi per il 15, 23 e 30 settembre e per il 21 ottobre.

Il balletto delle date e l’uso dei limiti imposti dalla Legge anti-sciopero (la 146/90) per autodefinirsi o per mera propaganda, ostacola oggettivamente la nascita di un fronte forte ed incisivo, svilendo il sacrificio che i lavoratori compiono scioperando. Sulla 146/90 (legge che dovrebbe essere abolita) per anni nessuno si è posto il problema di trovarne i punti deboli, come abbiamo fatto con lo sciopero degli scrutini o in occasione dell’Invalsi e invece la vediamo utilizzata anche dagli “oppositori” per conservare il proprio “orticello”, limitando di fatto le lotte. La situazione non cambia, riproponendo asfitticamente appuntamenti discriminanti, per proporre ricette, iniziative e date precostituite, cercando improbabili scorciatoie per arrivare alla generalizzazione delle lotte.

La molteplicità di date e la rincorsa alle iniziative “unitarie” con i collaborazionisti sono il sintomo più evidente della mancanza, ancora, di una forza soggettiva, di un blocco possibile di sigle sindacali e comitati, in grado di ricomporre settori di categoria artificiosamente divisi (ognuno con il proprio “gruppo di pressione”), su una piattaforma comune con forme di lotta adeguate al nuovo contesto della Malascuola.

Siamo convinti che lo sciopero sia lo strumento più importante, non sarà sufficiente un solo grande sciopero ma, in queste condizioni, è ineludibile e sarà tanto più efficace se vedrà schierarsi un fronte compatto, alternativo ai sindacati complici.

Sappiamo bene che ogni organizzazione ha le sue specificità e che non perseguiamo tutti gli stessi identici obiettivi, ma l’unità si può trovare su di un progetto di alternativa di lungo periodo e su un piano di autonomia degli interessi dei lavoratori da qualsiasi gioco partitico e d’interesse di cordate affaristiche.

Questa situazione si può e si deve cambiare, ci rendiamo da subito disponibili e ricerchiamo il confronto libero e paritario con tutti i soggetti conflittuali e alternativi ai sindacati complici, nel rispetto delle diversità e senza decisioni precostituite, su una piattaforma forte che per noi deve partire dalla battaglia per l’aumento degli organici, dal rispetto per gli organi collegiali e delle scelte sindacali dei lavoratori, dando agibilità a tutte le organizzazioni sindacali che vengono scelte dai lavoratori all’interno di ogni singola scuola.

Sappiamo che sarà un percorso lungo, ma è l’unica strada utile ai lavoratori.

Non partiamo da zero perché in questi anni abbiamo potuto accumulare molta esperienza.

Dalle esperienze più positive e dai fallimenti più dolorosi si deve partire per costruire un autunno che faccia rialzare la testa ai lavoratori.

ANNO SCOLASTICO AL VIA

ANNO SCOLASTICO AL VIA: MIUR ARROGANTE E CAOS DA GUINNESS DEI PRIMATI

“Sbandierata come una sorta di rivoluzione copernicana destinata a produrre ‘magnifiche sorti e progressive’, la Buona Scuola è in realtà responsabile del grande caos che segna l’avvio di questo nuovo anno scolastico”. E’ quanto dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che denuncia come il Miur sia ancora in alto mare su tutte le procedure necessarie per il regolare avvio delle attività didattiche.

“Le riunioni dei Collegi dei Docenti e le attività connesse – spiega Di Meglio – rischiano di rivelarsi inutili se mancano i docenti assegnati alle scuole. Il ministero dell’Istruzione deve ancora concludere le operazioni riguardanti la mobilità, l’assunzione dei vincitori del concorso e la copertura con supplenze annuali dei posti residui. Ciò deriva dalla serie di errori provocati dall’applicazione della legge 107/2015, tra cui la fantasiosa assegnazione delle sedi da parte del misterioso algoritmo che il Miur si ostina a tenere segreto”.

“Di errore in errore, l’allucinante vicenda delle conciliazioni si è rivelata una toppa peggiore del buco, tant’è che numerosi insegnanti non sanno ancora in quale scuola prendere servizio. Inevitabili, dunque, le ricadute negative su studenti e famiglie. Una tale situazione di incertezza non si era mai verificata nella scuola, tutto merito – ironizza Di Meglio – della cosiddetta Buona Scuola che ha amplificato ulteriormente i problemi strutturali della macchina burocratica”.

“La protervia del Miur, poi, è tale che negli ultimi giorni l’Amministrazione ha cambiato le carte in tavola perfino per quanto riguarda il contingente di assunzioni dei docenti dell’infanzia modificando con un decreto ministeriale le percentuali, stabilite dalla legge, tra le graduatorie a esaurimento e quelle di merito. Un governo che non rispetta neppure le leggi approvate dal parlamento si commenta da solo”.

“Davanti a questa desolante realtà – conclude Di Meglio – esortiamo gli insegnanti, da oggi di nuovo a scuola, a mantenere la barra dritta consapevolmente e criticamente, senza cedere di fronte all’arroganza del Miur”.

Necessario implementare finanziamenti per sistema duale

“Pompei Finas: necessario implementare finanziamenti per sistema duale”

“Servono maggiori investimenti da parte del governo per finanziare il sistema duale, la Buona Scuola è stata un punto di svolta per rilanciare l’alternanza scuola lavoro nel nostro paese, ma serve un incremento delle risorse di almeno 100 milioni l’anno, considerato che in Germania vengono stanziati ben 2 miliardi l’anno. Un investimento per le future generazioni che rientra tra gli interventi prioritari per ridurre la disoccupazione giovanile, la formazione duale infatti crea un solido ponte tra scuola e mondo del lavoro favorendo l’occupazione ”

Così conclude in una nota il Segretario Nazionale Finas Pompei

Ecco il nuovo Programma d’azione sulla disabilità

da Vita

Ecco il nuovo Programma d’azione sulla disabilità

di Sara De Carli

È online sul sito dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità la proposta del Secondo Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità. Il Piano verrà discusso a Firenze il 16-17 settembre, nell’ambito della V Conferenza nazionale sulla disabilità. L’obiettivo del Governo è approvarlo entro ottobre.

È online sul sito dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità la proposta del Secondo Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, così come predisposto dall’Osservatorio stesso con un lavoro lungo e estremamente partecipativo. La bozza (in allegato) del Programma, condivisa e approvata dall’Osservatorio il 13 luglio scorso, sarà discussa durante la prossima Conferenza Nazionale sulle politiche per la disabilità, che si terrà a Firenze il 16 e 17 settembre 2016.

Il “Programma d’Azione Biennale” è figlio dalla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità, di cui quest’anno ricorre il decennale (dicembre 2016). La Convenzione ha segnato il definitivo passaggio da una visione delle persone con disabilità come “malate e minorate” ad una visione della condizione di disabilità non come derivante da qualità soggettive delle persone, bensì dalla relazione tra le caratteristiche delle persone e le modalità attraverso le quali la società organizza l’accesso ed il godimento di diritti, beni e servizi.

Sono otto le linee di azione individuate nel Programma, le sette già individuate nel primo Programma (2013-2015), che ovviamente il nuovo Piano d’azione vuole proseguire, più una sullo sviluppo del sistema statistico e di reporting sull’attuazione delle politiche a sostegno delle persone con disabilità. Nelle prime pagine (8-10) delle 81 del Programma si trova già una esplicitazione degli interventi prioritari e riconosciuti come tali da tutti quanti sono rappresentati nell’Osservatorio – persone con disabilità e loro organizzazioni, tecnici ed esperti di settore, funzionari pubblici ed esponenti del mondo del lavoro e dell’impresa. Come dire, sappiamo tutti quel che va fatto e siamo tutti d’accordo, serve ora una precisa volontà politica per attuare un Programma che, come accade anche ad esempio al Piano Infanzia, non gode di finanziamenti propri.

La novità più grossa contenuta nel Programma è la revisione strutturale dell’attuale sistema di certificazione della condizione di disabilità, descritto come «obsoleto, complesso, generatore di possibili diseguaglianze, in ogni caso lontano dallo spirito e dalla lettera della Convenzione ONU». Il Programma d’Azione (linea d’azione 1) chiede una legge delega che affronti la tematica in modo globale, superi le norme sull’invalidità civile e la condizione di handicap e ponga le basi per una sinergia tra le responsabilità di riconoscimento della disabilità (che resterebbero a livello nazionale) e l’azione valutativa specifica delle Regioni. A queste ultime e alle loro articolazioni operative sarebbe con maggior chiarezza affidato il ruolo di accompagnare le Persone con Disabilità nello sviluppo e articolazione di un “progetto personalizzato” di intervento, con la ricomposizione di tutti i sostegni necessari all’inclusione sociale e all’esercizio dei diritti.

La linea 2, sulla vita indipendente e l’inclusione nella società, si esplicita l’obiettivo di «accelerare processi di deistituzionalizzazione e di contrasto alla segregazione e all’isolamento delle persone con disabilità», con la propsta di «assumere a riferimento per le future convenzioni o accreditamenti istituzionali di strutture la Norma UNI 11010/2016 “Servizi socio sanitari e sociali – Servizi per l’abitare e servizi per l’inclusione sociale delle persone con disabilità (PcD) – Requisiti del servizio”, vietando l’accreditamento istituzionale e, conseguentemente, qualsivoglia finanziamento diretto o indiretto a strutture potenzialmente segreganti e, sulla base di indicatori da individuare, procedere a una rilevazione sistematica e completa delle strutture segreganti, fissando un termine ultimo per congrue e adeguate dimissioni degli ospiti.

La linea di intervento 4 è dedicata all’inclusione scolastica e processi formativi. La scuola insieme a salute e lavoro è uno dei tre cardini dell’inclusione, ma sulla scuola – afferma il Programma – «molte azioni del Programma licenziato nel 2013 non risultano attuate, benché la Legge n. 107 del 13 luglio 2015 offra opportunità importanti di miglioramento dell’inclusione degli alunni con disabilità». In particolare restano «invariati» i problemi di qualità dell’istruzione, di discontinuità didattica (il 41,9% di alunni della scuola primaria e il 36,4% della secondaria di I grado hanno cambiato insegnante di sostegno rispetto all’anno precedente; il 14,7% di alunni della primaria e il 16,5% della secondaria di I grado hanno cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno) non è stata ancora prevista l’attuazione e la regolamentazione dei corsi di formazione per gli assistenti per l’autonomia, gli assistenti per la cura e l’igiene personale, e gli assistenti alla comunicazione, a cura degli Enti competenti, è ancora da realizzare un piano di adeguamento di tutti gli edifici scolastici alla normativa relativa all’abbattimento delle barriere architettoniche. A questo si aggiungono nuove criticità, non messe in evidenza dal Piano precedente: non esiste una progettazione specifica per gli alunni con disabilità figli di migranti, non ci sono dati attendibili relativi all’accesso dei bambini e delle bambine con disabilità agli asili-nido e ai servizi integrativi per la prima infanzia e in vista della definizione di una formazione iniziale obbligatoria e in servizio per tutto il personale scolastico e dell’istituzione di ruoli specifici per i docenti di sostegno, previsti dalla legge 107, non è stato mai attivato un meccanismo di partecipazione strutturata, efficace, influente e prioritaria delle Organizzazioni delle Persone con Disabilità rappresentative.

Quando un algoritmo trasferisce gli insegnanti

da la Repubblica

Quando un algoritmo trasferisce gli insegnanti

Maria Pia Veladiano – Aver negato fino all’ultimo le irregolarità è stato controproducente E aver fatto tutto in corsa è stato un errore enorme

Il problema non è il fatto di trasferirsi. Gli insegnanti ( come tutti i dipendenti della pubblica amministrazione in Italia) sanno di dover andare esattamente dove il lavoro c’è e lo hanno sempre fatto. Si studiavano le graduatorie provinciali, vedevano dove i posti c’erano e presentavano le domande di messa a disposizione o di trasferimento. Talmente normale era e talmente frequente, che a scadenza regolare i politici fedeli all’epica narrazione del “ padrone in casa nostra” gridavano all’invasione e alzavano argini: aggiornamento delle graduatorie ogni tre anni anziché due, niente assegnazione provvisoria per cinque anni ai trasferiti al Nord e così via.

Quel che oggi capita è che una procedura farraginosa, continuamente corretta in corso d’opera, talmente complicata da non permettere un giusto accompagnamento da parte delle amministrazioni periferiche ( Uffici scolastici territoriali, basta andare sui siti e vedere, le rettifiche sono più numerose delle circolari) e soprattutto non limpida ha creato situazioni da un lato inattese e dall’altro improvvise. Spesso si tratta di trasferirsi da un giorno all’altro.
Fino a dove la procedura è stata trasparente è apparsa spesso ingiusta. Ad esempio la scelta di favorire nei trasferimenti i docenti dell’ultimo concorso rispetto ai “ precari storici” immessi in ruolo in virtù della sentenza dell’Unione Europea che obbligava l’Italia ad assumerli ha creato situazioni di docenti con punteggi bassi assunti vicino a casa o comunque nella regione in cui avevano vinto il concorso e altri con punteggi di servizio altissimi costretti a trasferirsi.
Potere delle parole. “ Precari storici” sembra sottintendere un peccato originale, una specie di incapacità a diventare docenti. In realtà nelle Graduatorie ad esaurimento ( le Gae) c’era di tutto: docenti immensi, con competenze, vicepresidi da anni, titolari di progetti, funzioni strumentali, che però avevano avuto la sfortuna di non incrociare un concorso, o di non arrivare al concorso in posizione utile. E certo, c’erano anche docenti per caso, senza arte né passione, che avevano tenuto la scuola come via di scampo, sissamai. In questo senso lo svuotamento delle Gae è stata la più grande, generalizzata, non selezionata assunzione di massa della scuola italiana.
Poi è arrivato l’impenetrabile algoritmo del ministero che ha impenetrabilmente deciso i trasferimenti. Ancora il potere delle parole: la matematica al posto del latinorum. Impossibile seguire il percorso dell’algoritmo che ha portato docenti a centinaia di chilometri da casa a insegnare su classi di concorso per le quali le scuole vicino a casa stanno chiamando supplenti. Parlare di deportazione è dissennato sempre. E ancora il potere delle parole ha permesso lo scatenarsi della peggiore demagogia.
Quel che è vero è che la mancanza di trasparenza non permette di partecipare alla procedura e se poi gli errori ci sono e sono pure tanti, talmente tanti che gli Uffici scolastici sono sommersi dalle richieste di conciliazione, allora è difficile frenare la tentazione di sospettare di tutto. La conciliazione è esattamente ripristinare la trasparenza della procedura e riconoscere il diritto. Diritto dei docenti, ed è cosa buona. Di sicuro non il diritto degli studenti perché le conciliazioni andranno avanti per settimane o forse mesi e i docenti nominati di oggi saranno via via sostituiti da quelli che vedranno riconosciuto il loro diritto con un effetto domino devastante sulle cattedre e sulla continuità didattica.
Attribuire le ingiustizie all’algoritmo è patetico. In ogni passaggio la pubblica amministrazione deve poter rendere conto delle sue procedure. Aver cercato di negare fino all’ultimo le irregolarità è stato inelegante e controproducente. Aver fatto tutto in corsa è stato un errore politico enorme. Assunzioni in tre fasi che si sono rincorse con regole astruse che le segreterie delle scuole non riuscivano nemmeno a seguire e gli Uffici scolastici a interpretare, il concorso che si è sovrapposto alla conclusione dell’anno scolastico e agli esami di Stato, trasferimenti con algoritmo e ricorsi inclusi.
Questo governo ha ereditato una scuola piena di mali storici e di buoni insegnanti che complessivamente godono della fiducia del 53% degli italiani ( contro l’ 11,9 dei partiti, ultimo rapporto Eurispes 2016). Quel che serve è allinearsi a quella fiducia e resistere alla tentazione demagogica di stordire l’opinione pubblica con i numeri e la velocità. Assumere e moltiplicare sfiducia e conflitto non porta a niente di buono

Scuola, Miur accoglie ricorsi per il 15 per cento dei trasferimenti. Sindacati: operazioni da rifare

da la Repubblica

Scuola, Miur accoglie ricorsi per il 15 per cento dei trasferimenti. Sindacati: operazioni da rifare

Secondo un documento consegnato dal ministero ai rappresentanti dei lavoratori, sono oltre 2.600 gli errori ammessi per la primaria su un totale di 17.500 movimenti. Avvio dell’anno a rischio caos

Salvo Intravaia

MIGLIAIA di errori sui trasferimenti della scuola primaria. E dai sindacati arriva la richiesta di ripetere tutte le operazioni di trasferimento, una eventualità che getterebbe nel caos l’avvio dell’anno scolastico. “La toppa non tiene. Operazioni da rifare”, tuona Lena Gissi, della Cisl scuola. La notizia è grossa: secondo un file consegnato da viale Trastevere ai rappresentanti dei lavoratori, sarebbero oltre 2mila e 600 le richieste di conciliazione – leggasi ricorsi – accolti dal Miur sui soli trasferimenti di scuola primaria di fase C (quella interregionale degli assunti dalle liste dei precari) su un totale di quasi 17mila e 500 movimenti. In pratica il 15 per cento. Un po’ troppi per parlare di semplici “imperfezioni”.

E, in attesa che si chiariscano meglio le cose, c’è chi avanza la richiesta di fare slittare la presa di servizio oltre il primo settembre per chi è stato danneggiato dai trasferimenti. “La misura è colma. Siamo al fai da te e forse peggio”, incalza Pino Turi della Uil scuola. E se da un lato, il Miur proporrà a 2mila e 600 docenti di avvicinarsi a casa, oltre mille sono rimasti a bocca asciutta per richieste insoddisfatte. I sindacati chiedono di ripetere i trasferimenti perché le correzioni proposte ai diretti interessati, che riceveranno una nuova proposta dagli Uffici scolastici regionali, rappresentano soltanto una parte di quelli possibili. Si tratta, in altre parole, degli aggiustamenti che il ministero è riuscito a mettere in lista – quasi sempre su sedi rimaste vacanti – senza spostare chi ha ottenuto il trasferimento nelle passate settimane.

Ma in tanti si chiedono: cosa sarebbe accaduto se l’algoritmo avesse funzionato secondo le indicazioni contenute nell’accordo tra tecnici del Miur e sindacati sulla mobilità? Basta fare un esempio. Se Gennaro, di Napoli, è stato spedito a Milano ma avrebbe avuto diritto a una cattedra nella sua città – occupata però da un suo collega con meno punteggio – da viale Trastevere arriva la proposta di uno spostamento in Emilia o nelle Marche se in queste regioni è rimasto qualche posto libero. Resta il fatto però che Tizio è stato danneggiato e Caio è

stato trasferito a due passi da casa senza averne diritto. Una situazione che, di fronte alla prospettiva di un anno da trascorrere a centinaia di chilometri da casa, spingerà migliaia di neo immessi in ruolo spediti in ogni angolo della penisola a rivolgersi ai giudici.

Erasmus+, pubblicati gli esiti dei partenariati strategici

da La Tecnica della Scuola

Erasmus+, pubblicati gli esiti dei partenariati strategici

L’Indire ha reso noti gli esiti della Call 2016 relativa all’Azione chiave 2 (KA2) – Partenariati strategici.

Le candidature pervenute dall’Italia sono state 198 per l’Azione KA201 partenariati strategici per l’innovazione, 203 per l’Azione KA219 partenariati strategici solo tra scuole e inoltre sono 436 le scuole italiane coinvolte in qualità di partner in partenariati strategici solo tra scuole.

Riportiamo di seguito tutti gli esiti:

Concorso docenti, solo il 7,5% di graduatorie pronte: le assunzioni possono attendere

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, solo il 7,5% di graduatorie pronte: le assunzioni possono attendere

Ad oggi, sono appena 111 su 1.484 le graduatorie finali comprendenti l’elenco dei vincitori del concorso docenti 2016.

Lo stima, realizzata da Tuttoscuola, è compresa in un report sull’avanzamento del concorso scaricando i dati degli Uffici scolastici regionali, graduatoria per graduatoria.

In tutti gli altri casi, invece, evidentemente non sono state ancora corrette le prove scritte (soprattutto per la scuola dell’infanzia e primaria), né concluse quelle orali.

“Commissioni di concorso e Uffici scolastici regionali – commenta la rivista – sono febbrilmente impegnati in questi giorni nel rush finale per approvare il maggior numero possibile di graduatorie di merito, ma ormai per molte procedure concorsuali non ci sono più i tempi tecnici, con conseguente slittamento di un anno dell’entrata in servizio dei vincitori”.

Per Tuttoscuola siamo dinanzi ad una “ecatombe di candidati”, che porterà alla non copertura di oltre 20 mila posti sui 63.712 messi a concorso.

Secondo i numeri scritti nel report, la macchina organizzativa ha impegnato oltre 5 mila commissari d’esame per la correzione di 1 milione e 402 mila quesiti, di cui quasi la metà ancora da correggere, sottoposti a 175 mila candidati. Ad oggi però le graduatorie pronte sono solo il 7,5% di quelle previste.

Con oltre il 90 per cento dei vincitori (probabilmente però per coprire non più di 40mila posti) che potranno essere immessi in ruolo a partire da settembre 2017.

Supplenti pagati entro 30 giorni: secondo il Ministro è una svolta

da La Tecnica della Scuola

Supplenti pagati entro 30 giorni: secondo il Ministro è una svolta

Con più di un mese di ritardo è arrivato finalmente il decreto ministeriale che dovrebbe consentire un più celere pagamento degli stipendi dei supplenti.
Il provvedimento doveva infatti essere emanato entro il 27 giugno scorso, come espressamente previsto dall’articolo 1 sexies del decreto legge 42 del marzo scorso.
Entusiastico, a dir poco, il commento del minstro Giannini: “Si tratta di una vera e propria svolta che eviterà che si ripeta di nuovo quanto accaduto troppe volte in passato. E cioè che chi lavora con contratti a termine nelle nostre scuole, solo perché supplente, riceva con ritardo quanto gli è dovuto”.
Ancora più esplicito il commento del sottosegretario Davide Faraone che definisce il decreto ministeriale di quete ore un “segnale di riconoscimento dell’importanza della professionalità di ogni insegnante”.
Senza nulla togliere alla valenza del provvedimento che era atteso da decine e decine di migliaia di supplenti, ci permettiamo però di osservare che parlare di “svolta” o di “riconoscimento della professionalità degli insegnanti” è davvero un po’ eccessivo.
Diciamo piuttosto che il provvedimento dà risposta ad una esigenza del tutto elementare per la quale non ci dovrebbe essere neppure bisogno di una disposizione di legge: si ribadisce cioè il principio che il lavoro del dipendente pubblico, anche se prestato come supplente, deve essere retribuito in tempi ragionevoli.
In genere quando andiamo dal dentista, al termine della prestazione paghiamo il dovuto per il semplice motivo che ci è stata erogata una prestazione professionale e non perchè abbiamo deciso di “dare una svolta” ai nostri rapporti con il dentista.

 

Concorsone: solo 111 graduatorie al traguardo su 1.484

da tuttoscuola.com

Concorsone: solo 111 graduatorie al traguardo su 1.484

Mancano due settimane al termine per approvare le graduatorie e procedere alle nomine in ruolo dei vincitori. E’ trascorso il 92% del tempo disponibile, ma le graduatorie pronte sono solo il 7% (in Lombardia solo il 4%).
Confermato il trend delle altissime bocciature, con conseguente non copertura dei posti: il 30% dei posti di queste prime 111 graduatorie resterà scoperto 

A due settimane dal termine ultimo del 15 settembre per la nomina in ruolo dei vincitori del concorsone per docenti, soltanto 111 delle 1.484 graduatorie finali previste sono pronte, avendo completato sia le prove scritte sia quelle orali.

Commissioni di concorso e Uffici scolastici regionali sono febbrilmente impegnati in questi giorni nel rush finale per approvare il maggior numero possibile di graduatorie di merito, ma ormai per moltissime procedure concorsuali non ci sono più i tempi tecnici, con conseguente slittamento di un anno dell’entrata in servizio dei vincitori.

La fotografia completa e aggiornata dell’avanzamento del concorso, scattata da Tuttoscuola scaricando i dati degli Uffici scolastici regionali, graduatoria per graduatoria, evidenzia l’entità del ritardo accumulato e conferma l’ecatombe di candidati, che porterà alla non copertura di oltre 20 mila posti sui 63.712 messi a concorso.

Alla data di pubblicazione del bando di concorso, a fine febbraio, vi erano sei mesi di tempo (31 agosto) per concluderlo e procedere alle nomine dei vincitori. La legge 89/16, votata in extremis, ha prolungato il termine di due settimane. Sono ormai trascorsi 190 dei 215 giorni disponibili, vale a dire il 92% del tempo a disposizione di una complessa macchina organizzativa che ha impegnato oltre 5 mila commissari d’esame per la correzione di 1 milione e 402 mila quesiti (di cui quasi la metà ancora da correggere) sottoposti a 175 mila candidati, centinaia di persone per la vigilanza delle prove, mettendo a dura prova la tenuta organizzativa degli Uffici scolastici. Ma ad oggi la montagna ha prodotto un topolino: solo il 7,5% delle graduatorie previste.

Tantissime sono le procedure concorsuali per le quali si devono ancora svolgere gli orali (a metà agosto aveva concluso la correzione delle prove scritte circa il 60% delle commissioni), e tante quelle per le quali addirittura non si è ancora chiusa la correzione degli scritti (tra queste la maggior parte di quelle riguardanti i posti comuni di scuole dell’infanzia e primaria, che coinvolgono più della metà dei candidati, 101 mila su 175 mila).

Quali i risultati ormai definitivi di quelle 103 graduatorie che hanno concluso l’iter previsto dal bando?

Da queste 111 graduatorie si prevedevano 2.959 posti a concorso, ma, per effetto dei tanti candidati bocciati attestati intorno al 55%, il numero dei vincitori risulterà insufficiente per assicurarne l’intera copertura: i vincitori saranno 2.080 (70,3%) e, conseguentemente, rimarrà vacante il restante 29,7%, pari a 879 posti.

Per lo più si tratta di graduatorie di concorsi minori con numero ridotto di posti e di candidati, ma forniscono già un dato interessante (e preoccupante) per quanto potrebbe avvenire anche nelle altre graduatorie di merito.

Vi sono, però, anche concorsi di tutto rispetto, come quello dei posti di sostegno dell’USR Piemonte ( in palio 378 posti nel triennio) dove in graduatoria finale di merito sono risultati iscritti soltanto 130 candidati che a malapena copriranno il fabbisogno immediato, lasciando vacanti per i due prossimi anni 248 posti.

 

Mappa delle Graduatorie di Merito (al 31 agosto 2016)

 

Uffici scolastici Regionali Graduatorie di merito approvate Posti coperti Posti vacanti
Piemonte 20 su 88 22,7% 870 63,4% 502 36,6%
Friuli VG 15 su 82 18,3% 361 87,8% 50 12,2%
Sardegna 11 su 76 14,5% 156 58,% 113 42,0%
Sicilia 11 su 97 11,3% 146 8,0% 20 12,0%
Lombardia 9 su 104 4,2% 223 79,6% 57 20,4%
Altri USR 45 su 1.037 4,3% 324 70,3% 137 29,7%
Totale 111 su 1.484 * 7,5% 2.080 70,3% 879 29,7%

Elaborazione Tuttoscuola su dati UU.SS.RR 

* Incluse le procedure accorpate presso altre regioni (senza conteggiarle, il totale delle procedure è di 825)

 

In Lombardia si sono chiuse solo 9 procedure concorsuali su 104 (4%), con il 20% di posti vacanti. In Sardegna si sono chiuse il 14% delle procedure, con ben il 42% di posti vacanti (113 sui 268 posti banditi). La regione più avanti è il Piemonte, con il 23% delle graduatorie concluse, quando – ricordiamo – il 92% del tempo disponibile si è consumato.

Quante altre graduatorie di merito, oltre alle prime 103, riusciranno ad essere approvate in tempo utile per le nomine dei vincitori? 700? 800? Non di più. Vi sarebbe la copertura di 13-15 mila posti, ma rimarrebbero vacanti per i prossimi due anni tra i 5.400 e i 6.200 posti. Facendo una proiezione sulle procedure concorsuali fuori tempo massimo, il totale dei posti vacanti per il triennio potrebbe superare le 20 mila unità, come già stimato da Tuttoscuola.

Per le altre graduatorie sarà inevitabile lo spostamento di un anno degli effetti applicativi delle graduatorie di merito.