Già proclamati 4 scioperi in un mese nella scuola.
La Malascuola colpisce tutti, è inutile e dannoso rispondere separati
Distinti dai collaborazionisti, la lotta per la riconquista della scuola pubblica statale può vincere!
L’affermazione della Malascuola sta avvenendo senza sconti, grazie anche alla robusta stampella fornita dai sindacati complici; cosi al lascito dei danni provocati dalla Gelmini e successori, si aggiungono il caos per chiamate dirette dei presidi, la mancanza di organici ATA, i trasferimenti folli. I lavoratori sono sempre più divisi a causa delle misure del governo, agevolate dall’operato dei sindacati complici che, dopo la firma pure dell’ultimo Contratto integrativo sulla mobilità e piazzati i propri delegati nei comitati di valutazione, sono impegnati nel solito teatrino di finta e sterile opposizione volta ad espletare il loro compito di pompieraggio nei confronti anche dei docenti pronti a riprendere le mobilitazioni, sul bonus e il disastroso capitolo mobilità.
Questa è la scuola dei padroni che vuol lasciare nell’ignoranza i figli dei lavoratori.
Di fronte a questo?
Il governo va avanti nella distruzione di ogni diritto e si appresta ad ufficializzare la nuova era con il rinnovo del contratto, senza soldi. La riforma Madia e l’accordo sui comparti della P.A. portano nuovi colpi mortali ai lavoratori pubblici e allo Stato Sociale, tentando di soffocare le Organizzazioni Sindacali conflittuali e di classe.
E’ sempre più urgente contrastare questa aggressione.
Per questo abbiamo costituito SGB e ne curiamo il carattere di classe e la sua indipendenza.
Perché questo contrasto abbia una prospettiva, inoltre, è imprescindibile intraprendere un percorso di netta alternatività ai sindacati complici e unità dei sindacati conflittuali, mirata al varo di un forte e duraturo percorso di mobilitazione, che si inserisca nelle lotte generali della classe lavoratrice.
I lavoratori, compresi quelli della scuola, hanno bisogno che questa prospettiva veda la luce ora.
LO SCIOPERO E’ UNA COSA SERIA E NON VA SPRECATO
Il proliferare delle date di sciopero non è sintomo di forte mobilitazione, ma di grave frammentazione
In queste settimane, tutte le Organizzazioni stanno ragionando sul da farsi, qualcuna ha già intrapreso dei percorsi che ci sentiamo però di ritenere insufficienti e a volte nocivi. Mentre scriviamo, sono già stati proclamati da diverse sigle (tra scioperi della categoria e generali, nazionali e locali) scioperi per il 15, 23 e 30 settembre e per il 21 ottobre.
Il balletto delle date e l’uso dei limiti imposti dalla Legge anti-sciopero (la 146/90) per autodefinirsi o per mera propaganda, ostacola oggettivamente la nascita di un fronte forte ed incisivo, svilendo il sacrificio che i lavoratori compiono scioperando. Sulla 146/90 (legge che dovrebbe essere abolita) per anni nessuno si è posto il problema di trovarne i punti deboli, come abbiamo fatto con lo sciopero degli scrutini o in occasione dell’Invalsi e invece la vediamo utilizzata anche dagli “oppositori” per conservare il proprio “orticello”, limitando di fatto le lotte. La situazione non cambia, riproponendo asfitticamente appuntamenti discriminanti, per proporre ricette, iniziative e date precostituite, cercando improbabili scorciatoie per arrivare alla generalizzazione delle lotte.
La molteplicità di date e la rincorsa alle iniziative “unitarie” con i collaborazionisti sono il sintomo più evidente della mancanza, ancora, di una forza soggettiva, di un blocco possibile di sigle sindacali e comitati, in grado di ricomporre settori di categoria artificiosamente divisi (ognuno con il proprio “gruppo di pressione”), su una piattaforma comune con forme di lotta adeguate al nuovo contesto della Malascuola.
Siamo convinti che lo sciopero sia lo strumento più importante, non sarà sufficiente un solo grande sciopero ma, in queste condizioni, è ineludibile e sarà tanto più efficace se vedrà schierarsi un fronte compatto, alternativo ai sindacati complici.
Sappiamo bene che ogni organizzazione ha le sue specificità e che non perseguiamo tutti gli stessi identici obiettivi, ma l’unità si può trovare su di un progetto di alternativa di lungo periodo e su un piano di autonomia degli interessi dei lavoratori da qualsiasi gioco partitico e d’interesse di cordate affaristiche.
Questa situazione si può e si deve cambiare, ci rendiamo da subito disponibili e ricerchiamo il confronto libero e paritario con tutti i soggetti conflittuali e alternativi ai sindacati complici, nel rispetto delle diversità e senza decisioni precostituite, su una piattaforma forte che per noi deve partire dalla battaglia per l’aumento degli organici, dal rispetto per gli organi collegiali e delle scelte sindacali dei lavoratori, dando agibilità a tutte le organizzazioni sindacali che vengono scelte dai lavoratori all’interno di ogni singola scuola.
Sappiamo che sarà un percorso lungo, ma è l’unica strada utile ai lavoratori.
Non partiamo da zero perché in questi anni abbiamo potuto accumulare molta esperienza.
Dalle esperienze più positive e dai fallimenti più dolorosi si deve partire per costruire un autunno che faccia rialzare la testa ai lavoratori.
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