La scuola è una cosa seria

da Corriere della sera
di Gian Antonio Stella

Avete mai «smussato un uovo»? C’è chi dice di averlo fatto. E il linguista Massimo Arcangeli, che da dieci anni interroga studenti universitari e liceali per uno studio sull’impoverimento linguistico italiano, dice di averne ricavato «un quadro devastante». C’è chi scrive di «adepti alla vigilanza o alla manutenzione», chi parla di «ernie al discolo», chi spiega il significato della parola alterco con questo esempio: «Non voglio quell’alterco di mio fratello». Da brividi. Su 196 matricole, un anno, 153 non conoscevano il senso di morigerato, 158 di abulico, 186 di ondivago. Non parliamo di sovranisti da spiaggia che rifiutano («usiamo i nostri!») i numeri arabi. Parliamo della classe dirigente di domani. Dice l’ultimo dossier Treellle di Attilio Oliva e Antonino Petrolino che «il livello di “analfabetismo funzionale” in Italia è del 30% della popolazione, contro il 15% della Ue mentre il livello di “competenze adeguate o elevate” è solo del 30% contro il 65%». Che col 14% di abbandoni precoci, che compromettono la vita, doppiamo l’Europa. Che l’indagine in literacy e numeracy di Ocse-P.i.s.a. sui quindicenni ci dà «sotto la media di 80 Paesi».

Ottanta! Un problema enorme: «Una popolazione sprovvista di cultura e di spirito critico è in pericolo perché soggetta a facili manipolazioni e a una sudditanza perenne». Lo conferma Nando Pagnoncelli nel suo libro La penisola che non c’è : «In Italia c’è un’evidente e innegabile distanza tra percezione e realtà, una distanza che si conferma stabilmente di anno in anno. Solo i Paesi a bassa scolarità ci hanno preceduto nelle ultime edizioni di questa classifica tutt’altro che meritoria».

Peggio ancora rischia di andare in futuro. Certo, la cattiva politica di destra e di sinistra, schiava della tattica, bada il lunedì a quanto accadrà martedì e il mercoledì a quanto accadrà giovedì e liquida i progetti più seri con la solita battuta di John Keynes: «Nel lungo periodo saremo tutti morti». Ma il 2030 è domani. E nel 2030, ricorda in questi giorni un report di Tuttoscuola , avremo presumibilmente «un milione e 300 mila studenti in meno, con un turnover del 40% degli insegnanti». E le proiezioni demografiche di Eurostat, rielaborate dalla Fondazione Agnelli, «fatto 100 il numero di studenti italiani tra i 6 e i 16 anni nel 2015, prevedono che nel 2030 saranno 85». Quelli inglesi e tedeschi 109, quelli svedesi 125.

Cosa farebbe un Paese serio, davanti a un panorama angosciante come questo con la disoccupazione giovanile al 38%, cioè doppia rispetto alla media europea? Potrebbe continuare come ha fatto in questi anni a sventolare i numeri dei nostri giovani che stanno facendoci fare un figurone guadagnandosi spazio, celebrità, ruoli di prestigio all’estero. Tirandosi addosso, come già è successo, l’indignazione sacrosanta di quei ragazzi, obbligati ad andarsene da una società chiusa, anziana, incapace di rinnovarsi e di spalancare le università e la ricerca e gli ordini professionali, dove l’ascensore sociale, spiegava giorni fa il Centro Studi di Community Group e Intesa Sanpaolo, è fermo da almeno cinque anni. Oppure potrebbe darsi finalmente, come propone Marina Valensise, già responsabile dell’Istituto italiano di Cultura di Parigi, un nuovo obiettivo: «Prima la scuola».

Perché tutto si può dire, tranne che la scuola sia stata davvero in cima ai pensieri dei politici, in questi anni. Certo, nel contratto firmato dal governo giallo-verde c’erano al ventiduesimo posto varie cose per la scuola. E Matteo Salvini ha più volte toccato il tema teorizzando il ritorno alla cara buona vecchia scuola di una volta e invocando tra l’altro il grembiulino che scolari e scolarette erano obbligati a portare perché «il grembiulino non ha mai fatto male a nessuno». Ma dove mai si è vista la rivoluzione promessa?

Peggio, accusano da mesi giornali e opposizione, i tagli sono stati drastici. Rileggiamo quanto scriveva Mario Sensini a proposito dell’ultima finanziaria: «Altro capitolo molto pesante nel bilancio pubblico è quello assorbito dall’istruzione scolastica. Che si riduce, a legislazione vigente, di 4 miliardi nel triennio, cioè di circa il 10%. Si passa da 48,3 a 44,4 miliardi nel giro di tre anni, con una riduzione delle risorse sia per l’istruzione primaria (da 29,4 a 27,1 miliardi di euro) che per quella secondaria (da 15,3 a 14,1 miliardi)».

Cambierà qualcosa col governo giallo-rosso, ammesso vada davvero in porto? Così assicura Nicola Zingaretti, parlando di un «rilancio del tema della scuola e della formazione come grande priorità del Paese» e proponendo «l’idea che per i redditi medio-bassi si studino formule che rendano possibile la formazione gratuita dall’asilo nido all’università» come voleva Pietro Grasso. E così assicura Luigi Di Maio nei 20 punti estratti ieri dal cilindro come condizione per l’accordo, dove si parla di «lotta alla dispersione scolastica e al bullismo» e della necessità «prima di ogni altra cosa» di una legge per «valorizzare la funzione dei docenti», e cambiare «le classi pollaio». Le quali, dati alla mano, rappresentano lo 0,34% del totale. Per carità, nodi importanti, ma è questo il cuore dei problemi della scuola italiana in difficoltà da anni?

Possono bastare, in un contesto così preoccupante per il nostro sistema educativo e per i nostri ragazzi, che come hanno dimostrato ancora una volta le prove Invalsi arrivano spesso ad affrontare la maturità, soprattutto nel Mezzogiorno, con livelli di preparazione bassissimi, questi impegni un po’ generici a pochi giorni dall’inizio di un anno scolastico che rischia di essere caotico come nel passato?

Mah. Lo scetticismo è d’obbligo. Tanto più che il caos delle ultime settimane dovuto alle dimissioni di Salvini e alla crisi, secondo Tuttoscuola , non solo farà slittare la nuova educazione civica, «voluta da tutto il Parlamento», al prossimo anno scolastico ma lascia congelate le assunzioni dei precari «nonostante si stimi che a settembre ci saranno circa 150 mila cattedre prive di insegnante». Nuvoloni in vista: «Si preannuncia l’ennesimo carosello di docenti che colpirà un numero ancora maggiore di studenti rispetto al caos dell’avvio della “Buona scuola” renziana di tre anni fa». Ma possiamo permetterci ancora di non fare della scuola, dell’Università e della cultura il perno, l’unico che abbiamo, per il nostro riscatto?

Concorso dirigenti scolastici, assegnati altri 61 ruoli regionali. Scarica la tabella

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso dirigenti scolastici: assegnati 61 posti lasciati liberi dai rinunciatari.

Espressione preferenze

I posti lasciati liberi a causa delle rinunce sono stati coperti tramite lo scorrimento della graduatoria nazionale, a partire dalla posizione dell’ultimo incarico conferito.

Gli interessati hanno espresso le preferenze dal 28 al 29 agosto.

61 posti assegnati

Avviso Miur:

Facendo seguito all’avviso prot. n. AOODGPER 38777 del 28 agosto 2019, è pubblicata l’assegnazione ai ruoli regionali di 61 vincitori a seguito dello scorrimento della graduatoria del concorso per Dirigenti Scolastici.

Avviso

Assegnazione 61 ruoli regionali

Stop classi pollaio, misura potrebbe rientrare negli accordi del prossimo Esecutivo

da Orizzontescuola

di redazione

Stop classi pollaio: una delle misure che potrebbero entrare negli accordi programmatici tra PD e M5S.

Lo riferisce Il Messaggero. 

Stop classi pollaio: risorse insufficienti

Ricordiamo che si tratta di una proposta di legge del M5S, che non è andata avanti per mancanza di fondi, come aveva sostenuto il Servizio Studi della Camera

PDL

La proposta di legge originaria, ai fini della formazione delle classi e relativamente al numero massimo di alunni, non fa distinzione tra i diversi ordini e gradi di istruzione:

b) prevedere il divieto di costituire le classi iniziali delle scuole e degli istituti di ogni ordine e grado, comprese le sezioni della scuola dell’infanzia, con un numero di alunni superiore a 22, elevabile fino a 23 qualora residuino resti.

Per quanto riguarda le classi con alunni disabili, le classi, comprese le sezioni di scuola dell’infanzia, siano costituite da un numero massimo di allievi non può essere superiore a 20.

Zingaretti: scuola gratis per studenti basso reddito. Per il PD rilancio della scuola è priorità

da Orizzontescuola

di redazione

Nicola Zingaretti nel colloquio di oggi con Giuseppe Conte ha posto sul tavolo quelle che per il Partito Democratico sono le priorità. Tra queste, scuola e formazione.

“Abbiamo avanzato proposte per investimenti in infrastrutture green – ha affermato Zingaretti a fine colloquio – industria 4.0, rilancio del tema della scuola e della formazione, formule per la formazione gratuita per i figli dall’asilo nido fino all’università contro i tassi di dispersione scolastica. ”

E ancora “Abbiamo posto il tema del rilancio della scuola e della formazione come grandi priorità”.

Insediamento dirigenti scolastici neoimmessi in ruolo, le istruzioni

da Orizzontescuola

di redazione

A fornirle l’USR Lombardia. Seppure specifiche, danno la misura di quelli che saranno gli adempimenti per i neo Dirigenti Scolastici dal 2 settembre.

Presa di servizio

Va fatta il 2 settembre. La dichiarazione di presa di servizio va depositata agli atti della scuola e inviata alla Ragioneria Territoriale dello Stato.

L’USR Puglia a questo proposito ha elaborato un modello di presa di servizio

Le mancate assunzioni di servizio senza giustificato motivo dovranno essere comunicate all’Ufficio Scolastico (il Dirigente Scolastico decadrà dalla graduatoria nazionale). Neo Dirigenti Scolastici, a reggenza le sedi di chi non prende servizio il 2 settembre

Accreditamento al SIDI

Il Dirigente Scolastico riceverà le credenziali per accedere al SIDI entro uno o due giorni dalla presa di servizio, entro uno o due giorni, a seguito di una procedura automatica del MIUR. La procedura crea le utenze SIDI, con profilo “Amministratore”, per ciascuno dei neo Dirigenti scolastici, sulla scuola loro assegnata.

Una volta effettuato l’accesso al SIDI, il Dirigente dovrà, eventualmente coadiuvato dal DSGA della propria scuola, provvedere a profilarsi sulle singole funzioni di suo interesse.

Firma digitale

I nuovi Dirigenti Scolastici dovranno fare richiesta attraverso Polis e seguire la procedura descritta sul manuale SIDI per questa funzione.

Istruzioni neoimmessi in ruolo Dirigenti Scolastici a.s. 2019/20

Messa a disposizione: circolare inapplicabile. Non si sa cosa sia la “procedura comparativa”

da La Tecnica della Scuola

Le regole sulle MAD (messa a disposizione) contenute nella circolare ministeriale prot. 38905 del 28/08/2019 stanno già provocando qualche protesta ufficiale e non poca preoccupazione nelle segreterie scolastiche.

La CM parla di procedura comparativa

Il Miur, sollecitato in questo dalle organizzazioni sindacali, ha previsto che le scuole dovranno pubblicare gli elenchi nominativi degli aspiranti docenti e, soprattutto, che i relativi contratti di supplenza siano stipulati a seguito di “procedura comparativa”.
Molti dirigenti scolastici di province del nord fanno osservare che lo scorso anno le domande di messa disposizione furono centinaia e centinaia (qualche dirigente di istituto comprensivo ci parla addirittura di 2mila domande).
Se si dedicassero a ogni domanda anche solo 10 minuti di tempo per leggerla, attribuire un punteggio e inserirne i dati in qualche tipo di piattaforma informatizzata, occorrerebbero non meno di 300 ore lavorative per pubblicare tutto: un mese e mezzo di lavoro senza interruzioni di un assistente amministrativo solo per acquisire le domande (per esaurire la procedura in due settimane ci vorrebbero almeno 4 impiegati).

La posizione dell’ANP

L’ANP ha già detto che le indicazioni contenute nella circolare “non possono avere seguito per varie ragioni” e chiede che il provvedimento venga riscritto in modo da renderne possibile l’applicazione.
“L’obbligo di previa pubblicazione degli elenchi nominativi degli intestatari delle MAD, oltre a non essere previsto da alcuna fonte normativa – osserva l’ANP –  costituisce per le segreterie uno sproporzionato aggravio di lavoro che, specie a pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, produce una grave lesione del principio costituzionale del buon andamento. Argomento, questo, che secondo consolidata giurisprudenza amministrativa consente addirittura di non ottemperare a richieste di accesso massive”.

Ma, secondo l’organizzazione guidata da Antonello Giannelli, i motivi non sono solamente di natura pratica.
“Non riteniamo condivisibile l’asserito obbligo di attuazione di una ‘procedura comparativa’ – si legge in un comunicato dell’ANP – in quanto l’ordinamento indica con tale locuzione lo strumento con cui le amministrazioni pubbliche conferiscono gli incarichi di lavoro autonomo (cfr. art. 7, c. 6 e 6-bis, del d.lgs. 165/2001), non i contratti di lavoro subordinato (in questo caso a tempo determinato) quali sono quelli di supplenza”.

Senza considerare – aggiunge ancora l’Associazione nazionale presidi – che “le circolari hanno natura meramente interpretativa e che non sono fonti del diritto. Esse non possono recare innovazioni all’ordinamento giuridico, né può sostenersi in alcun modo che le disposizioni contenute nel D.M. 131/2007 siano applicabili alle MAD per la natura giuridica totalmente peculiare delle stesse”.

Nessuno sa cosa sia la procedura comparativa

Va detto che per parte loro neppure i sindacati del comparto si mostrano particolarmente soddisfatti. Da noi interpellati, almeno un paio di dirigenti sindacali, alla domanda “ma che cosa significa ‘procedura comparativa’?” rispondono stringendosi nelle spalle “bisogna chiederlo al Ministero, sono loro che hanno scritto la circolare”.
Intanto, mentre al Ministero si gingillano con circolari inapplicabili e dalle quali gli stessi sindacati prendono le distanze, da molte province arriva l’allarme: in Piemonte e in Lombardia già dalle prime settimane di scuola sarà impossibile trovare supplenti per coprire le cattedre scoperte e le assenze dei titolari.
Se, per utilizzare i docenti delle MAD bisognerà aspettare la pubblicazione delle domande, c’è il rischio che molte classi restino senza insegnante per diverse settimane.
E così, in nome di “procedure comparative” di cui nessuno è in grado di spiegare il significato e a tutela di una non meglio chiarita “trasparenza”, il diritto allo studio potrebbe essere messo in discussione.
Una circolare, insomma, che potrebbe contribuire a limitare un diritto costituzionalmente garantito e a soffocare le scuole con adempimenti burocratici di dubbia efficacia ed efficienza.

Dirigenti scolastici e Dsga, come funziona il nuovo regolamento contabile

da La Tecnica della Scuola

Il nuovo regolamento sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 16 novembre 2018.

Regolamento contabile scuola: già in vigore dal 1° gennaio

E’ importante ricordare quali sono le novità introdotte dal nuovo regolamento, soprattutto per il dirigente scolastico ed il Dsga, interessati direttamente dalla questione.

Come segnalato anche in precedenza, le disposizioni del Regolamento sono in vigore già dal 1° gennaio 2019. Il testo è il risultato di un lavoro che ha previsto il confronto con le organizzazioni sindacali, il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione, il coinvolgimento delle scuole attraverso un’apposita consultazione.

Bisogna ricordare che il Ministero ha operato costituendo anche un gruppo di lavoro con dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi per rilevare le criticità del precedente testo e progettare i miglioramenti.

E’ previsto che Dirigenti scolastici e DSGA siano appositamente formati attraverso il progetto “Io Conto” e sarà estesa a tutto il territorio nazionale l’attività dell’Help Desk del MIUR per le questioni amministrativo-contabili

Regolamento contabile scuola: le novità principali

Fra le modifiche importanti va segnalata quella introdotta nell’articolo sulla predisposizione del Programma Annuale: la relazione evidenzia, altresì, in modo specifico, le finalità e le voci di spesa cui vengono destinate le entrate derivanti dal contributo volontario delle famiglie, nonché quelle derivanti da erogazioni liberali, anche ai sensi dell’articolo 1, commi 145 e seguenti della legge n. 107 del 2015, e quelli reperiti mediante sistemi di raccolta fondi o di adesione a piattaforme di finanziamento collettivo”.

Diventano più stringenti i tempi per dare avvio alla gestione provvisoria: con il regolamento attuale si parla di gestione provvisoria solo se il Programma Annuale non viene approvato entro 45 giorni dalla scadenza del 31 dicembre; d’ora innanzi, invece, il dirigente scolastico sarà tenuto ad informare l’Ufficio Regionale già nei primissimi giorni di gennaio (e precisamente nel primo giorno lavorativo successivo al 31 dicembre).

Peraltro si prevede che entro il 28 febbraio il Ministero dovrà erogare alle scuole il fondo di funzionamento necessario per il periodo gennaio/agosto ed entro il 30 settembre quello per il periodo settembre/dicembre.

Un’altra modifica molto importante e particolarmente attesa riguarda la possibilità per le scuole di occuparsi in proprio di lavori di piccola manutenzione degli edifici scolastici, su delega dell’ente proprietario; sarà possibile effettuare lavori urgenti salvo richiedere all’ente proprietario il rimborso delle spese sostenute.

Regolamento contabile scuola: niente gare fino a 10mila euro di spesa

Ricordiamo inoltre anche un articolo del Regolamento che definisce le modalità di acquisizione di beni e servizi in relazione all’entità della fornitura stessa.

Sparisce così il vecchio tetto dei 2mila euro per gli acquisti da farsi senza gara e viene introdotto il limite di 10mila euro entro il quale le scuole potranno ricorrere all’affidamento diretto. Sarà invece necessario aprire una gara ad almeno 5 diversi soggetti per le forniture di beni e servizi di importo compreso fra 10mila e 135mila euro.

Il vecchio regolamento resterà comunque in vigore fino al 31 dicembre dell’anno in cui il nuovo regolamento verrà approvato.

Il 10% degli alunni non è ancora in regola coi vaccini

da La Tecnica della Scuola

Come è noto, dal 10 luglio,  per entrare a scuola gli alunni da zero a sedici anni devono essere in regola con le dieci vaccinazioni obbligatorie previste dalla legge Lorenzin del 2017. Chi ha meno di sei anni e non ha seguito la profilassi non entra all’asilo, per i genitori di tutti gli altri scatterà una multa da 100 a 500 euro. I verbali sono già partiti: lunedì 8 agosto a Rimini i vigili avrebbero consegnato 27 lettere a famiglie no vax, comunicando loro che i figli (già iscritti) non saranno accettati nei nidi e nelle materne.

Molti bimbi non potranno frequentare gli asili

Pare dunque che a livello nazionale, scrive Il Messaggero, il 4% dei bimbi fino a sei anni non potrà frequentare l’asilo poiché non immune alla polio (la copertura dell’esavalente è al 96%) e il 5,1% perché non ha fatto l’anti-morbillo (contenuto nella trivalente, la cui copertura è del 94,5%).

Per la scuola dell’obbligo la situazione è critica, dal momento che la multa potrebbe non rappresentare un deterrente definitivo per il fronte duro dei no vax: in classe potrebbe entrare il 9,3% di alunni senza quarta dose di anti-polio (90,7% la copertura nazionale, insufficiente per debellare la malattia) e il 10,8 non immune al morbillo. A  Bolzano solo il 65% sarebbe  vaccinato contro il morbillo e il 60% contro il meningococco, qui il comune ha espulso dalle materne 470 bambini regolarmente iscritti ma non vaccinati.

Regioni virtuose e no

La mappa dell’Italia non appare dunque omogenea: ci sono regioni virtuose e aree dove il credo no vax ha messo radici profonde.

La novità di quest’anno, per le famiglie, è un alleggerimento degli oneri burocratici grazie all’introduzione dell’Anagrafe vaccinale. Grazie alla comunicazione telematica tra Asl e istituti, non è stato necessario presentare alle scuole i certificati di avvenuta vaccinazione entro il 10 luglio.

Avvio anno scolastico: una guida della Flc-Cgil

da La Tecnica della Scuola

Un ricco fascicolo dedicato all’avvio dell’anno scolastico è stato realizzato dalla Flc-Cgil: “Vogliamo offrire a chi è in prima linea nel lavoro scolastico, ai docenti, agli ATA, ai dirigenti scolastici – spiega il segretario nazionale Francesco Sinopoli – uno strumento operativo che fa il punto sulle questioni aperte per la scuola al fine di favorire la discussione, le scelte e i percorsi da agire per la buona riuscita della nostra quotidianità scolastica”. 
“I docenti e i dirigenti scolastici – aggiunge ancora Sinopoli – troveranno spunti di riflessione e di orientamento in ordine
alle questioni che più affaticheranno le scuole nei primi giorni di programmazione di inizio anno scolastico: il sistema nazionale di valutazione, la scuola digitale, la formazione, i fondi comunitari, gli esami di Stato, una tabella sinottica sulle prerogative attribuite dalle leggi e dal CCNL agli organismi di autogoverno della scuola e alle RSU in tema di contrattazione di scuola”.

Autonomia differenziata

Il fascicolo si apre – certamente non a caso – con un capitolo dedicato al tema della autonomia differenziata, segno che secondo la Flc questo deve essere considerato il problema dei problemi la cui soluzione è prioritaria rispetto ad ogni altra questione.

Le novità legislative

Ci sono poi alcune schede dedicate alle novità legislative più importanti: la videosorveglianza negli asili e nelle scuole dell’infanzia, i controlli biometrici nelle scuole, gli ambiti territoriali, la chiamata diretta dei docenti, la nuova alternanza scuola-lavoro e l’educazione civica.
Il fascicolo prosegue con approfondimenti su alcuni temi particolarmente rilevanti: formazione iniziale e reclutamento dei docenti, il sistema di valutazione nazionale, l’inclusione scolastica per gli studenti con disabilità e il Piano Nazionale per la Scuola Digitale.

Più di 30 pagine per aiutare docenti, dirigenti e Ata ad affrontare il nuovo anno in modo più informato. La guida è consultabile in una apposita pagina del sito web del sindacato.

Emergenza prof: nuovo anno scolastico al via, ma circa 23mila docenti sono ‘introvabili’

da Tuttoscuola

Nuovo anno scolastico al via, ma senza prof in cattedra. A lanciare di nuovo l’allarme “cattedre vuote” è IlSole24Ore che parla di una vera e propria “emergenza professori“. Eppure, dal 2015 a oggi, sono stati assunti circa 180mila docenti. Atteso un boom di supplenze: la Uil parla di numeri che vanno dai 150mila ai 180mila supplenti annuali da nominare, con l’aggravante che le graduatorie ad esaurimento e di merito sono sempre più spesso senza più candidati.

Nei giorni scorsi il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha parlato di inizio delle lezioni con oltre 13mila cattedre scoperte, 13.424 per la precisione. Anche in Veneto, i posti che rimarranno vuoti al termine delle immissioni in ruolo saranno circa 8mila, secondo stime sindacali. Migliaia di cattedre scoperte ci saranno anche in Toscana, Piemonte, Lazio ed Emilia Romagna.

Tutto è iniziato nel 2017 quando il Miur, dopo immissioni in ruolo massicce e mobilità di docenti con numeri ancora più consistenti, ha svelato il numero di cattedre vuote al Nord: allora erano 22.087. Quest’anno ancora non abbiamo numeri definitivi (le operazioni si concluderanno nei prossimi giorni), ma probabilmente ci si attesterà su una cifra simile. Su 53.627 cattedre che il Mef ha autorizzato a coprire a tempo indeterminato, infatti, allo scorso 27 agosto, risultano andate a buon fine circa il 30% di nomine. Alla fine si ipotizza che circa 23mila posti degli oltre 53mila autorizzati (quasi la metà!) resteranno vuoti per assenza di candidati.

Le situazioni più critiche interessano medie e superiori, soprattutto al Centro-Nord. Oltre a italiano e matematica, c’è carenza di docenti abilitati anche nelle lingue e in gran parte delle classi di concorso “tecnico-scientifiche”. Per non parlare del sostegno, che è un’altra emergenza, anche al Sud.

Secondo quanto riportato anche dal Sole24Ore il fenomeno “cattedre vuote” avrebbe una motivazione nota da tempo: “nelle graduatorie a esaurimento ormai le classi di concorso più gettonate al Settentrione hanno esaurito gli iscritti. E i concorsi (l’altro 50% del reclutamento scolastico accanto alle Gae) sono fermi; quest’anno – si legge sul quotidiano – si stanno scorrendo le graduatorie delle selezioni 2016, 2018 e qualcosa del primo ciclo. I nuovi concorsi a cattedra sono fermi, complice la crisi del governo Conte. A tutto ciò, si aggiunga lo scarso appeal della professione e l’indisponibilità dei professori del Sud a trasferirsi al Nord per via dell’elevato costo della vita (non a caso, su quest’ultimo aspetto, Attilio Fontana ha chiamato in causa il M5S che, a suo dire, ha frenato il progetto di autonomia differenziata che, sempre secondo il governatore lombardo, avrebbe aiutato a risolvere il problema)”.

Ritorno a scuola: come mettersi in regola con i vaccini

da Tuttoscuola

Il back to school è praticamente dietro l’angolo e tra le varie cose da ricordare ce ne è soprattutto una: se non si è in regola con i vaccini non si torna sui banchi. La legge Lorenzin, approvata nel 2017, prevede infatti dieci vaccini obbligatori per far entrare a scuola gli studenti da 0 a 16 anni, pena la non iscrizione per i bambini fino ai 6 anni e il pagamento di multe per i genitori degli alunni dai 6 anni in poi.

Secondo quanto riportato anche da Agi.it, sembrerebbe essersi arenato, infatti, in commissione Sanità al Senato il disegno di legge sull’”obbligo flessibile” che era stato presentato il 7 agosto 2018 e che stabiliva l’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione a scuola solo in caso di emergenze sanitarie o di un significativo scostamento dagli obiettivi di copertura fissati.

Secondo la legge, attualmente in vigore, restano quindi obbligatori i vaccini: anti-poliomelitica; anti-difterica; anti-tetanica; anti-epatite B; anti-pertosse; anti Haemophilusinfluenzae tipo B; anti-morbillo; anti-rosolia; anti-parotite; anti-varicella. Di conseguenza, i bambini fino a 6 anni che non hanno effettuato le 10 vaccinazioni non potranno entrare a scuola, mentre per tutti gli altri sono previste multe per i genitori da 100 a 500 euro.

Fortunatamente da quest’anno, però, gli oneri a carico delle famiglie si sono alleggeriti grazie al funzionamento a regime dell’Anagrafe vaccinale. I genitori, per il primo anno, non hanno dovuto presentare alle scuole i certificati di avvenuta vaccinazione entro il 10 luglio, grazie alla comunicazione telematica tra Asl e istituti. “Un grosso passo avanti”, secondo Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp (Associazione nazionale presidi), nell’applicazione del decreto Lorenzin, “anche se ci sono voluti due anni”.

Il ministero della Salute ha spiegato che le situazioni irregolari sono già state comunicate dalle Aziende sanitarie alle istituzioni scolastiche che provvederanno a richiedere i documenti eventualmente mancanti ai genitori. Questi ultimi hanno avuto a loro volta dieci giorni di tempo (dal 10 luglio 2019, ndr) per portarli a scuola, in caso contrario scatteranno le sanzioni previste dalla legge. “Tutte le Regioni – precisa il ministero – hanno avviato da aprile la trasmissione dei dati, tranne le Province autonome di Trento e Bolzano che saranno presto a regime”.

Calendario Scolastico 2019/2020

Ordinanza Ministeriale 11 luglio 2019, AOOUFGAB 662
Calendario delle festività e degli esami per l’a.s. 2019/2020


Il nuovo anno scolastico 2019-2020 ha inizio l’1 settembre 2019.

Questi i giorni di festa nazionale:

  • 1 novembre 2019 (Tutti i Santi)
  • 8 dicembre 2019 (Immacolata concezione)
  • 25 e 26 dicembre 2019 (Natale e S. Stefano)
  • 1 gennaio 2019 (Capodanno)
  • 6 gennaio 2020 (Epifania)
  • 12 e 13 aprile 2020 (Pasqua e Lunedì dell’Angelo)
  • 25 aprile (Festa della Liberazione)
  • 1 maggio (Festa del Lavoro)
  • 2 giugno (Festa della Repubblica)
  • Festa del Santo Patrono

I calendari scolastici sono fissati dalle Regioni. Ciascuna scuola può operare adattamenti nell’ambito del proprio Piano Triennale dell’Offerta Formativa.

L’Ordinanza Ministeriale 11 luglio 2019, AOOUFGAB 662 fissa anche la data di inizio del prossimo Esame di Stato conclusivo dei percorsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado: la prima prova scritta è calendarizzata per il 17 giugno 2020, alle ore 8.30.
La prima prova scritta suppletiva si svolge il 1° luglio 2020, alle ore 8:30

Gli Esami conclusivi del I ciclo si svolgono nel periodo compreso tra il termine delle lezioni e il 30 giugno 2020, secondo i calendari definiti dalle commissioni d’esame insediate presso le istituzioni scolastiche.

Le prove scritte a carattere nazionale INVALSI si svolgono da marzo a maggio 2020 secondo il seguente calendario:

L’inizio ed il termine delle lezioni, nonché le ulteriori sospensioni, sono determinate dalle singole Regioni, secondo il prospetto seguente:

RegioneInizio
delle lezioni
Fine
delle lezioni
Vacanze
di Natale
Vacanze
di Pasqua
Abruzzo16/9/20198/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 25/2/2020 (Carnevale), 2/5/2020
Basilicata11/9/201910/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 24-25/2/2020 (Carnevale), 2/5/2020, 1/6/2020
Calabria16/9/20199/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 2/5/2020, 1/6/2020
Campania11/9/20196/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 24-25/2/2020 (Carnevale), 2/5/2020, 1/6/2020
Emilia Romagna16/9/20196/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni:
Friuli Venezia Giulia12/9/201910/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 24-25-26/2/2020 (Carnevale e mercoledì delle Ceneri), 2/5/2020, 1/6/2020
Lazio16/9/20198/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni:
Liguria16/9/201910/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 2/5/2020, 1/6/2020
Lombardia12/9/20198/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 24-25/2/2020 (Carnevale), 28-29/2/2020 (Carnevale Ambrosiano)
Marche16/9/20196/6/202024/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019
Molise16/9/20196/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 2/5/2020
Piemonte9/9/201910/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni:  22-26/2/2020 (Settimana dello Sport), 2/5/2020, 1/6/2020
Puglia18/9/201910/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 2/5/2020,1/6/2020
Sardegna16/9/20196/6/202024/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 25/2/2020 (Carnevale), 28/4/2020 (Sa Die de sa Sardinia)
Sicilia12/9/20196/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni:
Toscana16/9/201910/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 
Alto Adige (Bolzano)5/9/201916/6/202021/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 26/10/2019-3/11/2019, 22/2/2020-29/2/2020
Trentino (Trento)12/9/201910/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 22/2/2020-25/2/2020 (Carnevale), 2/5/2020,1/6/2020
Umbria11/9/20199/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 24/4/2020, 2/5/2020, 1/6/2020
Valle d’Aosta12/9/201912/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 30-31/1/2020 (Fiera di Sant’Orso), 24-25-26/2/2020 (Carnevale e mercoledì delle Ceneri), 2/5/2020
Veneto11/9/20196/6/202023/12/2019
6/1/2020
9/4/2020
14/4/2020
Altre sospensioni: 2/11/2019, 24-25-26/2/2020 (Carnevale e mercoledì delle Ceneri), 2/5/2020, 1/6/2020

Pubblicato il calendario con le date delle prove scritte della Maturità 2020. La prima prova scritta si terrà su tutto il territorio nazionale mercoledì 17 giugno 2020 alle 8.30. La seconda prova si svolgerà, come di consueto, il giorno seguente, giovedì 18 giugno, sempre a partire dalle 8.30.

Inoltre disponibili indicazioni sulle date di svolgimento della prima prova scritta suppletiva, che si svolgerà il primo luglio 2020 alle 8.30, sull’Esame di Stato conclusivo del primo periodo didattico dei percorsi di primo livello per gli adulti iscritti e frequentanti i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, e specifiche informazioni riguardanti i candidati per i quali il patto formativo individuale prevede un percorso di studio personalizzato.

L’Esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione invece si svolgerà, per l’anno scolastico 2019/2020, nel periodo compreso tra il termine delle lezioni e il 30 giugno 2020, secondo i calendari definiti dalle commissioni d’esame insediate presso le istituzioni scolastiche statali e paritarie.