Archivi categoria: Politico Sindacale

Formazione indicazioni I ciclo

Al Direttore Generale
USR Piemonte
Alle Organizzazioni Sindacali
della Scuola del Piemonte
Al Presidente Nazionale ANDIS

L’Assemblea Andis Piemonte, riunita presso la scuola primaria “Carlo Casalegno” di Torino, ha preso in esame la CM 22 del 26/08/13 e la circolare USR Piemonte del 16/09/13 avente per oggetto “Misure di accompagnamento delle Indicazioni Nazionali 2012. Azioni dell’USR Piemonte”.
L’assemblea esprime all’unanimità forti critiche e perplessità rispetto al limite imposto nell’accesso al già esiguo finanziamento da parte delle reti di scuole.
Tutte le scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione sono infatti chiamate a rendere operative, già dal corrente anno scolastico, le nuove Indicazioni Nazionali attraverso un profondo rinnovamento della didattica che pone l’acquisizione di competenze, sapere ma anche saper essere e saper fare, al centro del percorso educativo.
Si rende necessario, in tal senso, agire con determinazione per il superamento di una  didattica  ancora oggi, in troppi casi, improntata a modalità nozionistiche e trasmissive, in favore di percorsi di apprendimento volti alla soluzione di problemi in contesti adeguatamente operativi e laboratoriali.
Si tratta, in tutta evidenza, di un passaggio né breve né semplice, che  richiede per le scuole autonome la disponibilità di adeguate risorse, sia in termini di organico,  svincolato dal rigido rapporto classe-cattedra e quindi opportunamente funzionale e flessibile, sia in termini di  finanziamenti per l’allestimento e la manutenzione di laboratori efficienti nel tempo.
Tale delicato e strategico passaggio non può in nessun caso prescindere da adeguati processi di formazione per tutto il personale docente.
L’assemblea richiama l’esperienza di formazione conseguente ai Programmi per la scuola elementare del 1985 che, a seguito del coinvolgimento sistematico di tutto il personale, ha consentito importanti esiti di svecchiamento e rinnovamento della nostra scuola primaria.
Si ritiene, in definitiva, che solo una formazione estesa a tutto il personale docente, adeguatamente strutturata ed effettivamente rispondente alle specifiche esigenze della scuole autonome, possa fornire il necessario supporto a un ambizioso progetto di rinnovamento della scuola italiana quale certamente le Indicazioni Nazionali rappresentano.
Con riferimento infine al tema, inevitabilmente centrale anche nelle nuove Indicazioni Nazionali, del successo formativo e della lotta alla dispersione scolastica, che ancora caratterizza così negativamente il nostro sistema scolastico nel panorama europeo, l’assemblea ritiene irrinunciabile procedere in una logica di stretta continuità, anche in materia di formazione del personale, tra scuole del primo ciclo e biennio delle superiori, peraltro a loro volta interessate dalle nuove Linee Guida per gli istituti tecnici e professionali e dai nuovi Programmi per i licei.
La scuola italiana, dopo anni di tagli selvaggi e indiscriminati che ne hanno stravolto la fisionomia, merita attenzioni e finanziamenti mirati e ragionevoli che la mettano in condizione di riprendere un cammino virtuoso a vantaggio dell’intero Paese.

Per l’Assemblea il Presidente regionale Nicola Puttilli

D.L.104/2013 – Inizia l’iter di conversione

D.L.104/2013 – Gli emendamenti presentati in sintonia con le proposte ANP

Inizia l’iter di conversione

Sul Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari della Camera dei Deputati del 10 ottobre 2013 sono stati pubblicati i numerosi emendamenti al Decreto Legge n. 104 del 2013, sul quale l’ANP era stata audita presso la VII Commissione il giorno 26 settembre 2013.
 La quasi totalità delle richieste emendative avanzate dall’Associazione in quella sede sono state recepite da parlamentari appartenenti a diversi gruppi politici (si veda il testo della memoria riportata sul nostro sito).

Per tenere aggiornati sugli sviluppi dei lavori parlamentari e dell’iter legislativo al riguardo, che proseguirà con la discussione in sede referente del provvedimento presso la VII Commissione della Camera dei Deputati in prima lettura al fine di portarlo all’approvazione dell’Assemblea il 22 ottobre, pubblichiamo di seguito i testi degli emendamenti presentati con i nominativi dei presentatori.

Abbiamo già avuto modo di apprezzare il valore simbolico del decreto, che ha riproposto l’importanza dell’investimento sulla scuola per avviare un percorso virtuoso di rilancio del sistema di istruzione. Siamo perciò interessati a seguirne il miglioramento nelle parti che hanno bisogno di interventi per una messa a punto di strumenti che favoriscano la crescita dei professionisti dell’istruzione a cominciare dai dirigenti.
————————————-
 Proposte di emendamento
ART. 6
Al comma 1, lettera b),  sopprimere il numero 3.
* 6. 11. Centemero (PDL)
Al comma 1, lettera b) sopprimere il punto 3).
* 6. 31. Carocci (PD), Rocchi (PD), Ghizzoni (PD), Coscia (PD),Ascani (PD), Blazina (PD), Bonafè (PD), Bossa (PD), Coccia (PD),D’Ottavio (PD), La Marca (PD), Malisani (PD), Malpezzi (PD), Narduolo (PD), Manzi (PD), Orfini(PD), Pes (PD), Piccoli Nardelli (PD), Raciti (PD), Rampi (PD), Zampa (PD).
Al comma 1, la lettera b) sopprimere il numero 3).
* 6. 37. Il Relatore
Al comma 1, lettera b), sostituire il punto 3) con il seguente:
3) L’ultimo periodo dell’articolo 15, comma 2 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è sostituito dai seguenti: Il dirigente scolastico, prima di porre in votazione la proposta di delibera di adozione dei libri di testo, effettua una verifica di compatibilità della stessa con il rispetto dei tetti di spesa prefissati. In caso di superamento, invita il Collegio a riformare la proposta medesima. In ogni caso, egli non pone in votazione proposte che non siano compatibili con i limiti di spesa predetti. Le delibere eventualmente adottate in violazione dei limiti di spesa fissati sono nulle e non eseguibili. Il dirigente che le abbia ammesse a votazione, o comunque abbia loro dato seguito con atti amministrativi propri del suo ufficio, commette illecito disciplinare.
*6. 17. Vacca (M5S) , Marzana (M5S), Luigi Gallo (M5S), Chimienti (M5S), Brescia (M5S), Battelli (M5S), Simone Valente (M5S), D’Uva (M5S), Di Benedetto (M5S).
Al comma 1, lettera b) sostituire il capoverso 3) con il seguente:

3) Sono nulle e non producono effetti le delibere del collegio dei docenti che determinano il superamento dei predetti tetti di spesa.
*6. 13. Giancarlo Giordano (SEL), Fratoianni (SEL), Costantino (SEL).
ART. 17
Al comma 1, capoverso ART. 29, 1., quarto periodo, dopo le parole: almeno cinque anni inserire le seguenti: per accedere ai corsi-concorsi per dirigenti scolastici che saranno banditi dal 2016 in poi i candidati dovranno aver frequentato e completato un master universitario di leadership scolastica. Con proprio decreto, da emanare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, il Ministro dell’istruzione, università e ricerca definisce standard di contenuto e di organizzazione (inclusa la durata minima) e le condizioni di partecipazione al master di leadership scolastica nonché le procedure di accreditamento delle strutture universitarie interessate a offrire un percorso che permetta l’accesso al corso concorso e criteri per il riconoscimento dei master universitari di management scolastico frequentati e conclusi alla data deldecreto stesso.
*17. 8. Santerini (Scelta Civica), Capua (Scelta Civica), Molea (Scelta Civica), Vezzali (Scelta Civica).
Al comma 1, capoverso ART. 29, 1., dopo il primo periodo, inserire il seguente: A tal fine, all’interno della Scuola, sarà costituita un’apposita sezione incaricata di provvedere in merito, nel rispetto delle caratteristiche e delle funzioni previste dal profilo dei dirigenti delle scuole, così come definito dall’articolo 25 del decreto legislativo n. 165 del 2001. Tale sezione sarà coordinata da personale dirigenziale in possesso di requisiti professionali coerenti con il profilo da formare e provvisto di adeguata specifica esperienza nell’ambito della dirigenza scolastica.
*17. 9. Vacca (M5S), D’Uva (M5S) , Marzana (M5S), Luigi Gallo (M5S), Brescia (M5S).
Al comma 1, capoverso articolo 29,sostituire il terzo periodo con il seguente:
Alla preselezione per l’accesso al corso concorso può partecipare il personale docente ed educativo delle istituzioni scolastiche ed educative statali, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, che abbia superato il periodo di prova e che sia in possesso dei seguenti requisiti: a) diploma di laurea magistrale ovvero laurea del precedente ordinamento; b) cinque anni di servizio di insegnamento effettivamente prestati; c) tre anni di esperienza dimostrabile svolta nelle funzioni di collaboratore del dirigente ovvero di funzione strumentale in una delle aree individuate con il DPCM di cui al presente articolo.
*17. 12. Vacca (M5S), D’Uva (M5S), Marzana (M5S), Luigi Gallo (M5S), Brescia (M5S).
Al comma 1, capoverso articolo 29, 1., quarto periodo, abrogare le parole: dopo la nomina in ruolo.
*17. 21. Carocci (PD), Rocchi (PD), Coscia (PD), Ghizzoni (PD), Ascani (PD), Blazina (PD) , Bonafè (PD), Bossa (PD), Coccia (PD), D’Ottavio (PD), La Marca (PD), Malisani (PD), Malpezzi, (PD) Narduolo (PD) , Manzi, (PD) Orfini (PD), Pes (PD), Piccoli Nardelli (PD), Raciti (PD), Rampi (PD), Zampa (PD).
Al comma 7, sopprimere le parole da: e, in subordine fino alla fine del periodo.
* 17. 13. Vacca (M5S), D’Uva (M5S), Marzana (M5S), Luigi Gallo (M5S), Brescia (M5S).
Al comma 7, sopprimere le parole da: e, in subordine, fino alla fine del periodo.
* 17. 23. Carocci (PD), Rocchi (PD).

La Corte d’Appello di L’Aquila: ribadito il diritto alla medesima progressione economica spettante ai docenti di ruolo

La Corte d’Appello di L’Aquila dà ragione all’ANIEF sui precari: ribadito il diritto alla medesima progressione economica spettante ai docenti di ruolo

In pieno accordo con quanto sostenuto dall’ANIEF, la Corte d’Appello di L’Aquila – presso cui il MIUR aveva proposto appello avverso due sentenze favorevoli ottenute dai nostri legali – emette due sentenze di identico tenore in cui ribadisce le ragioni del nostro sindacato e conferma che il Ministero, non volendo riconoscere ai precari il medesimo trattamento economico attribuito al personale a tempo indeterminato, attua una disparità di trattamento illegittima e non giustificata.

Le due sentenze della Corte d’Appello di L’Aquila sono un altro tassello conquistato dall’ANIEF per la tutela dei diritti dei lavoratori della scuola a tempo determinato; dopo  l’ottimo ed esaustivo intervento in udienza del nostro legale sul territorio – Avv. Manuela Pirolozzi – la Corte d’Appello si esprime confermando a chiare lettere quel diritto che il MIUR si ostina a negare ai professionisti dell’istruzione, discriminati solo per aver stipulato una successione di contratti a termine e, per questo, mantenuti costantemente al livello stipendiale d’ingresso. Come da sempre sostenuto dal nostro sindacato, infatti, la sentenza chiarisce che “la giurisprudenza comunitaria ha evidenziato in più di una occasione che la citata clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato – che stabilisce il principio di non discriminazione a favore del personale assunto a tempo determinato – è incondizionata e sufficientemente precisa, sicché può essere invocata dinanzi ad un giudice nazionale e che, in base a detta clausola, “a parità di qualità e quantità della prestazione lavorativa, non si giustifica un trattamento economico differenziato a scapito del personale temporaneo”.

Dopo aver constatato, come espressamente evidenziato dal nostro legale in udienza, che “durata e frequenza delle prestazioni non differiscono, in fatto, da quelle dell’omologo personale assunto a tempo indeterminato”, i Giudici osservano “come la tesi del Ministero appellante, secondo cui l’appellata non ha diritto al computo dell’anzianità di servizio per le prestazioni effettuate nella scuola pubblica come supplente, sia già stata ritenuta in contrasto sia con la clausola 4 dell’Accordo quadro attuato dalla Direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’Unione Europea del 28 giugno 1999 […] sia con la giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea” e ribadiscono che “il giudice statale deve interpretare il proprio diritto nazionale alla luce della lettera e delle finalità della direttiva europea, onde garantire la piena effettività della direttiva stessa e conseguire il risultato perseguito da quest’ultima”.

Alle vane argomentazioni sostenute dal MIUR in appello contro le solide tesi dell’ANIEF, la Corte risponde con fermezza, concordando che non sussiste ragione oggettiva per applicare una differenza nel trattamento economico dei precari, “né sono ravvisabili ostacoli razionali alla possibilità di ricostruire la carriera intera del personale assunto ripetutamente a termine, tenendo conto dei rapporti pregressi ed applicando gli scatti allo stesso modo di quanto avviene per il personale a tempo indeterminato”, ma anzi rileva e sottolinea “un’intrinseca contraddizione nella tesi difensiva del Ministero, il quale, da una parte, valorizza il tempo lavorativo ai fini dell’eventuale immissione in ruolo dei dipendenti precari e, dall’altro, vi nega rilevanza sul piano economico ritenendo gli scatti beneficio economico per chi, essendo assunto tramite concorso, per ciò stesso può garantire l’efficacia e il buon andamento dell’azione amministrativa, quando, per contro, il fondamento degli scatti di anzianità va ravvisato precipuamente nel miglior apporto lavorativo che deriva dall’esperienza del lavoratore (cfr. Cassaz. n. 18584/2008), profilo cui è estranea ogni questione sulle modalità di selezione”.

Ancora una volta l’ANIEF ha imposto al MIUR il pieno rispetto della normativa comunitaria e ottenuto una lettura della disciplina nazionale conforme alla norma europea riuscendo, nuovamente, ad assicurare il rispetto dei diritti dei lavoratori precari della scuola che così platealmente il Ministero dell’Istruzione si ostina a voler discriminare.

Lettera al Ministro

Prot. n. 043/13/sn
Roma, 11 ottobre 2013

Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
viale Trastevere, 76/a
Roma

Preg.mo On. Ministro,

con la presente La rendo partecipe delle lamentele pervenute da parte di un gruppo di docenti appartenenti a classi di concorso ad esaurimento che tutti gli anni si trovano a dover fronteggiare il rischio di diventare D.O.P., ovvero di essere in servizio ma privi di cattedra e quindi utilizzati nelle sostituzioni dei colleghi assenti; In poche parole si ritrovano a fare i tappabuchi.
Gli stessi, spinti da quella energia trasmessa anche dai Suoi predecessori, i quali auspicavano per loro una crescita professionale superiore, invogliandoli ad acquisire nuovi titoli e mettendo a disposizione ben 150 ore per motivi di studio, hanno acquisito ulteriori titoli di laurea, ma purtroppo dopo tanto penare si sono scontrati con una triste realtà, quella di non potere effettuare il passaggio di cattedra perché sprovvisti dell’abilitazione.
Oramai è a tutti ben noto che i docenti appartenenti a classi di concorso in esubero, vengono utilizzati in altri compiti, come ad esempio addetti alla biblioteca, negli uffici tecnici, in sostituzioni di colleghi assenti, ecc.
Inoltre, in ottemperanza a quanto previsto dalla legge di stabilità 2012 orientata ad una razionalizzazione di spesa, sono stati utilizzati per le nuove classi di concorso pur non essendo in possesso di specifica abilitazione; Forse sarebbe auspicabile il passaggio di detti docenti su cattedre vacanti, riconoscendo, agli stessi e a chi possiede almeno un anno di servizio in quella classe di concorso lo stesso valore di un titolo abilitante, anche in considerazione del fatto che
tutti gli anni vengono conferiti incarichi (di durata annuale) a docenti con il titolo, ma senza abilitazione.
Voi stessi avete dato l’opportunità a questi docenti di frequentare corsi per il miglioramento e/o acquisizione di ulteriori titoli mediante l’attribuzione di permessi retribuiti per motivi di studio, investendo, tra l’altro, anche notevoli risorse economiche.
Sono state istituite le Siss, poi i Tfa, adesso i Pass, escludendo sempre i docenti di ruolo e non dando mai loro la possibilità di una proficua crescita professionale.
Potremmo continuare all’infinito ad elencare le motivazioni di una scelta che oltre a portare all’amministrazione un risparmio economico, restituirebbe grande dignità a quei docenti che a seguito di una contrazione di cattedre oggi non vengono valorizzati nel giusto modo.
Non vi è dubbio che le loro richieste contengano elementi soggettivi ed emotivi, insieme a quelli etici e deontologici, poiché la storia di questi lavoratori si protrae nel tempo, ma, ciò nonostante, non riusciamo a capire perché non vengono ancora istituiti i corsi di abilitazione riservata destinati ai supplenti inseriti nelle classi di concorso a tutt’oggi escluse.
Alla luce di quanto sopra esposto, ci chiediamo come sia possibile continuare a non apportare delle reali variazioni (e non provvedimenti tampone e transitori) al vigente sistema di reclutamento del personale docente, anche in considerazione del fatto che quello attuale non ha dato, in particolar modo da un punto di vista meritocratico, i così tanti sperati risultati.
Sicuramente sarebbe auspicabile una significativa modifica applicativa che, tra l’altro, avrebbe delle ricadute più che positive anche sulla spending review.
Inoltre, riteniamo che i contenuti e le relative competenze, siano già state acquisite con il conseguimento del titolo di studio che, come da sempre sostenuto dall’Ugl Scuola, dovrebbe
essere considerato abilitante, evitando a chi intende inserirsi nel mondo della scuola ulteriori
sacrifici e notevoli esborsi economici.
Continuiamo a ribadire che per materie tanto importanti quanto delicate come istruzione e
formazione, il più ampio confronto possa solo fornire un valido supporto necessario per proporre
ed attuare percorsi condivisi da istituzioni e parti sociali che, tra l’altro, contribuirebbero ad evitare
gli inutili contenziosi che continuano a proliferare, con un aggravio alla spesa pubblica, la cui
situazione è a tutti ben nota.
Fiduciosi che la presente venga presa nella dovuta considerazione e a disposizione per
qualsiasi evenienza è gradita l’occasione per inviare distinti saluti.

Decreto scuola: presentati tutti gli emendamenti

Decreto scuola: presentati tutti gli emendamenti Anief su Precariato, Dimensionamento, AFAM, GaE, Concorso, TFA, PAS, SFP, Neo-assunti.

Il sindacato chiede al Governo e ai Deputati della VII Commissione di votare gli emendamenti 12.3/12.9, 15.87/15.88, 15.32, 15.55, 15.14, 15,16, 15.83, 15.33, 16.14, 19.1 e in sub ordine 19.15/19.19/19.23/19.50/19.32. Un’eventuale inammissibilità sarebbe inconcepibile ed equivalente a un voto contrario. E’ giunto il momento perché la politica si assuma le sue responsabilità e ristabilisca le regole del diritto senza più demandare tale compito ai tribunali. La sensibilità mostrata da quasi tutti gli schieramenti al dibattito animato dall’Anief in audizione dimostra che vi è una maggioranza in Parlamento sensibile al mondo della scuola.

Sull’articolo 12 relativo al dimensionamento scolastico

–        12.3  (Di Lello-Misto) e 12.9 (Brescia, L. Gallo, Marzana, Vacca-M5S)

Tutela la deroga esistente per l’assegnazione del dirigente scolastico e del dsga con 300 alunni per le scuole situate in piccole isole, comunità montane, specificità linguistiche prevista dal DPR 233/98

–        12.10 (Brescia, L. Gallo, Marzana-M5S)

Ripristina l’autonomia scolastica delle 1.700 scuole elementari, materne e medie sottodimensionate a causa della legge 111/11 dichiarata incostituzionale dalla sentenza n. 147/12.

Sull’articolo 15 relativo al personale scolastico

–        15.87, 15.88 (Giancarlo Giordano, Fratoianni, Costantino-SEL) e 12.47 (Brescia, L. Gallo, Marzana, Vacca-M5S)

Elimina l’invarianza finanziaria e quindi il congelamento della progressione di carriera per i neo-assunti, nel primo caso prevedendo una nuova copertura finanziaria.

–        15.32 (Folino, Antezza-PD) e 15.13 (Di Lello-Misto), 15.43 (Ascani-PD)

Prevede inserimento degli abilitati del TFA/SFP e degli Idonei del Concorso nella terza fascia delle GaE e l’inserimento nella fascia aggiuntiva dei futuri abilitati con il PAS (solo nel 15.32), la validità delle graduatorie di merito fino a concorso successivo. Nell’ultimo emendamento (15.43) si parla soltanto dell’inserimento nella terza fascia degli abilitati del TFA e con riserva del PAS.

–        15.55 (Chimienti, L. Gallo, Marzana, Vacca-M5S), 15.58 (Di Benedetto, Battelli, Simone Valente-M5S),

Unifica le graduatorie aggiuntive alla terza fascia delle Gae e permette l’inserimento dei laureati SFP anche dopo il 2008. Nel secondo emendamento (15.58) si parla soltanto degli abilitati in A77.

–        15.14 (Di Lello-Misto)

Elimina il divieto del trasferimento del punteggio di servizio già dichiarato nelle Gae, unico intervento del legislatore dopo la delegificazione della tabella, e la cancellazione dei docenti di ruolo attualmente al vaglio della Consulta.

–        15.16 (Di Lello-Misto)

Ripristina la giurisdizione del giudice amministrativo nelle controversie relative alle graduatorie ad esaurimento

–        15.83 (Santerini, Capua, Molea, Vezzali-Scelta civica)

Garantisce la distribuzione degli organici di sostegno entro il 2015/2016 nel rispetto degli organici attivati a livello regionale nell’a.s. 2005/2006.

–        15.33 (Malpezzi, Rocchi, Carocci-PD) e 15.44 (Battelli, Brescia, Chimienti, Di Benedetto, D’Uva, L. Gallo, Marzana, Vacca-M5S)

Riduce a tre anni il termine per poter chiedere trasferimenti o assegnazioni provvisorie per i neo-assunti in altra provincia.

 

Sull’articolo 16 relativo alla formazione del personale scolastico

–        16.14 (Brescia, Chimienti, D’Uva, L. Gallo, Marzana, Vacca-M5S)

Abroga la formazione obbligatoria

 

Sull’articolo 19 relativo all’AFAM

–        19.1 (Di Lello-Misto)

Inserisce nelle graduatorie ad esaurimento i precari con 360 giorni di servizio a decorrere dal 2004/2005 già inseriti nelle graduatorie d’istituto

–        19.15 (Ghizzoni, Marco Meloni, Coscia, Carocci, Rocchi, Ascani, Blazina, Bonafé, Bossa, Coccia, D’Ottavio, La Marca, Malisani, Malpezzi, Narduolo, Manzi, Orfini, Pes, Piccoli Nardelli, Raciti, Rampi, Zampa, Valiante, Antezza-PD), 19.10 (Folino-PD), 19.23 (Brescia, D’Uva, L. Gallo, Marzana, Vacca-M5S), 19.50 (Costantino, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Pellegrino-SEL), 19.32 (Vezzali-Scelta Civica)

Inserisce una fascia aggiuntiva alle graduatorie ad esaurimento istituite dal decreto legge dove collocare i precari con tre anni di servizio già inseriti nelle graduatorie d’istituto

STIPENDI – L’amministrazione alza bandiera bianca

STIPENDI – L’amministrazione alza bandiera bianca: nella ricostruzione di carriera vanno inclusi tutti gli anni di pre-ruolo

 

L’USR del Veneto dà applicazione a quanto stabilito dai giudici: non vi è alcuna ragione oggettiva che giustifichi ancora una disparità di trattamento tra lavoro a termine e quello svolto dopo l’assunzione in ruolo. L’ammontare dell’indennità da percepire si attribuisce “calcolando la differenza tra quanto effettivamente percepito dal lavoratore e quanto lo stesso avrebbe percepito qualora fosse stato da subito inquadrato quale lavoratore a tempo indeterminato”. Ora più che mai è giunto il momento di fare ricorso e vedersi attribuito quanto sinora impropriamente negato.

 

Grazie all’operato dell’Anief, per la prima volta un’amministrazione scolastica – nella fattispecie l’USR del Veneto – ammette che il personale di ruolo ricorrente ha diritto sia ad una ricostruzione di carriera comprendente per intero il conteggio di tutti gli anni pre-ruolo, sia al pagamento degli scatti di anzianità maturati per l’intero periodo di precariato. Si mette così fine a quanto è stato illegittimamente valutato fino ad oggi: per intero solo i primi 4 anni di pre-ruolo, con la parte eccedente valutata per soli 2/3 ai fini giuridici e il restante 1/3 ai soli fini economici.

 

In base a quanto è stato finalmente acclarato dai giudici italiani, che non potevano non tenere conto del pronunciamento favorevole da parte della Corte di giustizia europea, questo trattamento deve essere obbligatoriamente adottato. Perché non vi è alcuna ragione oggettiva che giustifichi ancora una disparità di trattamento tra lavoro a termine e quello svolto dopo l’assunzione in ruolo.

 

È davvero significativo, in tal senso, che lo stesso Ufficio Scolastico Regionale del Veneto abbia fornito precise istruzioni ai dirigenti degli Uffici Scolastici Territoriali perché, ad esecuzione delle sentenze emanate dai giudici, siano liquidate tutte le competenze di stipendio relative al periodo pre-ruolo come se il ricorrente fosse inquadrato a tempo indeterminato. Specificando che il nuovo conteggio di anni di servizio svolti, comprendente tutti i periodi precedenti alla sottoscrizione del contratto di immissione in ruolo, è valido anche ai fini della ricostruzione di carriera.

 

Nelle indicazioni agli UU.SS.TT., l’USR del Veneto ricorda che l’ammontare del riconoscimento economico da assegnare ai lavoratori (docenti e Ata) che hanno presentato ricorso è stato stabilito “nelle sentenze dai Giudici” (…) “calcolando la differenza tra quanto effettivamente percepito dal lavoratore e quanto lo stesso avrebbe percepito qualora fosse stato da subito inquadrato quale lavoratore a tempo indeterminato”.

 

“In pratica – continua l’USR – , si dovrà operare come se fossero stati “di ruolo” fin dall’inizio, attribuendo le cosiddette “posizioni stipendiali” previste dal CCNL comparto scuola per il personale ATA e per il personale docente alle varie scadenze degli “scaglioni”, cioè ad anni 3, anni 9 ecc.”. Quindi, “la decorrenza iniziale del calcolo farà riferimento alla data di assunzione in servizio del primo contratto a tempo determinato”. Inoltre, “nell’individuazione dei periodi effettivamente lavorati si dovrà tener conto della valutazione giuridica dei mesi di luglio ed agosto, eventualmente riconosciuti a seguito delle procedure di conciliazione effettuate”.

 

Per comprendere la rilevanza del provvedimento, particolarmente vantaggiosa per coloro che hanno un congruo numero di anni di supplenze alle spalle, sempre l’USR Veneto ha realizzato un esempio pratico riguardante “un collaboratore scolastico che ha fruito di contratti a tempo determinato successivi, la prima volta a partire dall’1.9.2003 e che ha avuto un provvedimento favorevole del giudice a maggio 2010. Costui, alla data dell’ 1.9.2006, cioè al compimento del 3° anno, – spiega la struttura regionale del Miur – dovrà passare allo scaglione “da 3 a 8”. Si rideterminerà quindi il corrispondente stipendio, che rimarrà tale fino a maggio 2010, dato che lo scaglione successivo sarebbe stato al compimento del nono anno. La differenza mensile tra questo stipendio (scaglione da 3 a 8) e quello iniziale realmente percepito (moltiplicato per tutti i mesi considerati) costituirà l’ammontare del danno da quantificare, come stabilito dal giudice”.

 

Tutto il personale di ruolo che intende ricorrere per ottenere la corretta ricostruzione di carriera, quindi ottenendo per intero il periodo pre-ruolo e la liquidazione delle relative spettanze, può rivolgersi all’Anief: per informazioni cliccare qui

 

La scuola: un bene della comunità

Convegno

La scuola: un bene della comunità
Prevenzione e gestione delle occupazioni studentesche

Roma, 22 ottobre 2013

Da alcuni anni, in prossimità dell’autunno, si è diffusa la pratica dell’occupazione di istituti di istruzione superiore nelle grandi città.

Noi riteniamo che la scuola, tanto nelle sue strutture che nella valenza formativa, debba essere considerata un bene della comunità e, quindi, come tale non possa essere disponibile all’appropriazione da parte di alcuni, sottraendone la fruizione a tutti gli altri.

Comprendiamo bene che si tratta di una problematica complessa, che vede posizioni spesso pregiudizialmente contrapposte.

L’ANP ha, dunque, ritenuto utile aprire un dibattito franco ed approfondito sulla tematica, organizzando un convegno per il prossimo 22 ottobre, che si svolgerà a Roma a partire dalle ore 15 nell’Aula Magna del Liceo Newton, viale Manzoni 47.

40 Docenti universitari fanno sentire nuovamente il loro monito contro i PAS

40 Docenti universitari fanno sentire nuovamente il loro monito contro i PAS con una lunga lettera pubblicata sul sito dell’ADi

Quaranta docenti universitari, dopo il passato appello degli 800, hanno scelto nuovamente il sito dell’ADi per rompere  il silenzio che sta circondando l’avvio dei PAS.  Con una lunga documentata lettera     ( http://www.adiscuola.it/adiw_brevi/?p=10822 )  hanno riproposto tutto il loro sdegno contro quello che definiscono “ uno scandaloso misconoscimento del merito”. Scrivono che non ha giustificazione alcuna la resa del MIUR di fronte alle aggressive pressioni corporative. E quasi gridano: “Difendere il merito, selezionare con coscienza i migliori, non è una battaglia di destra, come mostrano di credere molti addetti ai lavori; è al contrario una battaglia che dovrebbe essere fatta propria anche dalla sinistra, come invano vengono ripetendo da anni alcune voci isolate”. E concludono “Se l’eccellenza e la qualità non possono proiettarsi sulla scuola, quest’ultima rimarrà sempre l’ultima ruota del carro, e l’amara conclusione che se ne trae è che della preparazione dei suoi professori – e dunque, di quella degli studenti – in realtà non importa a nessuno. Non ci si rende però conto che, in questo modo, anche l’università si svuota di senso; che la catena della trasmissione del sapere si smaglia; e che il sistema formativo, che fa già acqua da tutte le parti, rischia definitivamente di affondare”.

Alessandra Cenerini
Presidente nazionale ADi, Associazione Docenti e Dirigenti scolatici Italiani

Progetto sperimentale Vales / Incontro ministero – Invalsi – sindacati

La Uil insiste: procedure trasparenti

Progetto sperimentale Vales / Incontro ministero – Invalsi – sindacati

L’8 ottobre 2013 si è svolto un incontro tra il ministero, l’Invalsi e i sindacati scuola. Per la UIL ha partecipato Noemi Ranieri.
In apertura il Miur ha informato della costituzione di un nucleo intercompartimentale, composto da rappresentanti della direzione degli ordinamenti, del personale e dei due dipartimenti, per l’istruzione e per il bilancio, oltre che dai rappresentanti dell’INVALSI e dell’INDIRE, al fine di coordinare tutte le azioni e gli interventi sulla  valutazione di sistema. L’INVALSI ha fornito una informativa su tutte le azioni attualmente in corso.
Le scuole interessate da interventi sperimentali sulla valutazione sono 732 di cui 300 per il progetto VALES, 400 del progetto Valutazione e Miglioramento, finanziato dalle risorse del Fondo Sociale Europeo aperto ad  istituti comprensivi a titolo gratuito.  32 micro sperimentazioni proposte dalle scuole sono state adottate a seguito di particolari esigenze di ricerca. A queste si aggiungono ulteriori scuole  finanziate autonomamente dalla Funzione Pubblica ed assistite dal FORMEZ.
L’INVALSI si avvale al momento di 200 team valutativi, costituiti da 400  tra docenti e dirigenti scolastici già formati o inseriti in un processo formativo  che  si concluderà  il 25 ottobre. A partire dal 21 i primi team inizieranno le attività di valutazione esterna. Nello specifico il progetto Valutazione e Miglioramento, reiterato dal 2012 su tutto il territorio nazionale non ha previsto autovalutazione, si  connota invece per un consistente numero di ore di osservazione in classe. Il progetto Vales invece si avvia solo a seguito degli  esiti di una autovalutazione della scuola. In entrambi i casi la valutazione esterna si avvierà entro la fine dell’autunno.
Alle 100  scuole Vales del centro- nord sarà inviato un finanziamento di 10.000 euro da utilizzare secondo la contrattazione di istituto per la predisposizione di piani di miglioramento, per l’attuazione e per la partecipazione al progetto.
Resta da chiarire l’ammontare delle quote per le 200 scuole delle quattro regioni PON, su cui la UIL ha chiesto un’apposita informativa.
La Uil ha ulteriormente sollecitato procedure trasparenti; in particolare occorre, come prevede la legge, che il ministro emani la direttiva con gli obiettivi a cui le diverse articolazioni del sistema di valutazione facciano riferimento.
Posta come forte criticità la mancanza di coinvolgimento delle scuole e del personale nelle determinazioni dell’Invalsi. Continuiamo ad insistere perché ci sia una sede permanente con informativa e monitoraggio in sede di ministero dell’Istruzione.

DIRIGENTI SCOLASTICI A qualcuno piace … eletto?

DIRIGENTI SCOLASTICI

A qualcuno piace … eletto?

Leggiamo su un noto quotidiano che un’associazione culturale e liberale ritiene di aver generato un’idea originale e mai venuta in mente a nessuno: e se i presidi li eleggessimo?

Circa una quarantina d’anni fa la proposta già circolava, mieteva un certo consenso negli ambienti dell’estremismo sindacale, laico e cattolico.

Possiamo anche ricominciare a discuterne, come sembra solertemente fare il sottosegretario all’istruzione Toccafondi, in buona compagnia di uno dei più rappresentativi sindacati di categoria.

I dirigenti scolastici, o presidi che chiamar li si voglia, sono letteralmente abbandonati al loro destino, sono mal pagati, mal reclutati, mal valutati.

Un’elezione a suffragio universale potrebbe magicamente risolvere tutti i problemi della categoria e della scuola italiana?

In Italia siamo bravissimi a rivoltare le torte (una volta si rivoltavano abilmente anche i vestiti…), ma siamo disastrosi per quanto riguarda la soluzione seria di problemi delicati.

Ad anno scolastico appena malamente iniziato, con docenti che ancora mancano nelle classi, personale che cambia e ricambia sede, i dirigenti sono già stremati di proprio perché le scuole sono diventate più grandi, e rimangono insicure.

I nuovi dirigenti sono per buona parte bloccati da concorsi tartaruga, che si annullano, si fermano, ricominciano…

Qualcuno non ha nemmeno fatto in tempo a sostenere gli orali, è morto prima!

I sopravvissuti sperano…

E noi possiamo permetterci il lusso di pensare ai presidi elettivi?

Ci permettiamo di ricordare al sottosegretario Toccafondi che il Governo di cui fa parte, con il DECRETO-LEGGE N. 104 DEL 2013, (il pacchetto “L’istruzione riparte”) recante misure urgenti in materia di ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA ha previsto che il reclutamento dei Dirigenti Scolastici si realizzi mediante corso – concorso, bandito annualmente per tutti i posti vacanti e gestito dalla Scuola Nazionale di Amministrazione.

Siamo un Paese che va lontano: mentre è in discussione la conversione di un decreto legge,  se ne immagina già la disapplicazione, prima ancora della sua applicazione…

La genialità davvero ci appartiene!

IL PRESIDENTE NAZIONALE

Gregorio Iannaccone

Commissione Cultura della Camera e carriera dei docenti

Commissione Cultura della Camera e carriera dei docenti, ancora maestose, e pericolose, banalità

La CUB Scuola Università Ricerca risponde con lo sciopero di venerdì 18 ottobre

Colpisce, quando si legge quanto ha deliberato recentemente la Commissione Cultura della Camera, la serena inconsapevolezza con la quale si affronta la condizione retributiva del personale della scuola.

In una situazione che vede

un contratto bloccato già da quattro anni per quanto riguarda il passato e non si sa sino a quando per il futuro
una riduzione secca della retribuzione media dei docenti, per non parlare di quella del personale non docente
stipendi fra i più bassi rispetto agli altri paesi europei

la Commissione riesce, con supremo sprezzo del ridicolo, ad affermare:

“la valorizzazione del personale docente passa per la definizione di nuove modalità di sviluppo di carriera dei docenti stessi, con l’avvio di un sistema di valutazione delle prestazioni professionali collegato ad una progressione di carriera, svincolata dalla mera anzianità di servizio”.

Se dovessimo valutare le “prestazioni professionali” di coloro che hanno steso e votato questa frase dovremmo decidere che le loro retribuzioni, straordinariamente superiori a quelle dei docenti e di tutti i coloro che lavorano, vanno seccamente ridotte.

Valutazioni didattiche a parte, è evidente che questi signori insistono nell’idea che si debbano porre gli insegnanti in concorrenza fra di loro.
Ciò mentre è ben noto che la scuola funziona bene solo quando valorizza la dimensione collegiale e cooperativa del lavoro, quando è una vera comunità educante e non l’arena dove ci si batte per conquistare le grazie dei dirigenti e – ci si passi la citazione carducciana – tirare quattro paghe per il lesso.

Contro questa deriva demente la CUB Scuola Università Ricerca ha indetto lo sciopero di venerdì 18 ottobre con manifestazioni nazionali a Milano e Roma come primo momento di risposta.

Per la CUB Scuola Università Ricerca
Il Coordinatore Nazionale

Cosimo Scarinzi

AUTORIZZATI ULTERIORI 43 POSTI AGGIUNTIVI DI PERSONALE ATA E 776 POSTI DI SOSTEGNO IN DEROGA

A.S. 2013/14

AUTORIZZATI ULTERIORI 43 POSTI AGGIUNTIVI DI PERSONALE ATA

E 776 POSTI DI SOSTEGNO IN DEROGA  PER LE SCUOLE DELL’EMILIA ROMAGNA

 

Sono complessivamente 43 i posti aggiuntivi di personale ATA autorizzati dall’Ufficio Scolastico Regionale per fare fronte a particolari situazioni di complessità e criticità segnalate dagli Uffici territoriali. 17 di questi posti sono destinati alle istituzioni scolastiche di Bologna (12 unità di personale con profilo di collaboratore scolastico sono assegnate per garantire il servizio a seguito della statalizzazione dell’Istituto “Aldini-Valeriani” di Bologna).  Con queste ulteriori assegnazioni, a cui si aggiungono i 336 posti aggiuntivi di personale ATA già precedentemente autorizzati nel mese di agosto, i posti riservati al personale ATA in regione nel prossimo a.s. 2013/14 sono complessivamente 13.309.

E’ stato inoltre autorizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale anche il funzionamento in deroga di 776 posti di sostegno in considerazione della gravità dei casi segnalati dagli Uffici territoriali e dell’aumento del numero di alunni con disabilità grave in regione.

Nel dettaglio, la provincia di Reggio Emilia registra il numero più elevato di assegnazioni di posti di sostegno in deroga (145), seguono Modena (133) e Bologna (122).

Complessivamente il totale posti personale docente (comune e sostegno)  in regione è pari a 47.822 unità, di cui 6.668 destinati a posti di sostegno.

“Queste ulteriori assegnazioni di personale docente ed ATA” – afferma il Vice Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna Stefano Versari – “rappresentano il massimo sforzo attuato dall’Ufficio per dare una risposta concreta ed efficace alle situazioni di maggiore difficoltà registrate nelle istituzioni scolastiche del territorio e dimostrano la volontà dell’Amministrazione di garantire la qualità e la continuità dei servizi scolastici”.

Emergenze ATA: risultato favorevole per immissioni in ruolo e posizioni economiche

Emergenze ATA: risultato favorevole per immissioni in ruolo e posizioni economiche

Il tentativo di conciliazione al MIUR ha avuto esito positivo. Sospesa la mobilitazione, subordinata però alla verifica degli effettivi risultati raggiunti.

Il tavolo di conciliazione, rinviato al 7 ottobre 2013, si conclude positivamente sul complesso delle tematiche al centro della mobilitazione.

Immissioni in ruolo

Su questo punto, uno degli oggetti fondamentali del nostro tentativo di conciliazione col MIUR, il Ministero ci ha dato ampie rassicurazioni che vanno nella direzione di una soluzione positiva di questa grave vicenda.
L’Amministrazione ha presentato un emendamento, oggetto di discussione in sede di conversione entro il 9 novembre prossimo del Decreto sulle Misure urgenti per l’Istruzione (DL 104), che modifica in modo sostanzialmente migliorativo la misura sul passaggio dei docenti inidonei. Si sbloccherebbero, fin da subito, col parere favorevole della Ragioneria Generale dello Stato (RGS), i posti su cui sarebbero effettuate le immissioni in ruolo degli assistenti tecnici e amministrativi.
Si attenderebbe, quindi, solo la conversione del decreto legge 104 per conoscere anche la ripartizione dei posti a livello territoriale e i tempi precisi dell’operazione.

Posizioni economiche

Anche per risolvere questo caso il MIUR ha presentato un emendamento al DL 104/13, tentando di superare il blocco introdotto dal DL 78/10 (Legge Tremonti) che, secondo il MEF, non consentiva il riconoscimento del beneficio economico. In questo modo il DL 78/10 non troverebbe applicazione nei riguardi delle posizioni economiche del personale ATA. Quindi, si tratterebbe di un emendamento, “salva posizioni economiche”.

Indennità di reggenza al DSGA

La sessione negoziale all’Aran, dopo l’atto d’indirizzo del MIUR, non è stata ancora avviata dal MEF, il quale però ha preso impegni per farlo quanto prima e decidere sulla misura del compenso spettante ai Direttori che reggono due scuole e che stanno svolgendo questa funzione da oltre un anno.

Concorso ordinario e riservato per i DSGA

Il Ministero si è detto favorevole a bandire il concorso e ci ha comunicato che stanno attendendo l’accordo Stato-Regioni sul dimensionamento, poiché è inevitabilmente legato a questa vicenda. Al MEF occorre un testo definitivo di legge che, modificando la norma sul dimensionamento, stabilisca un parametro certo sul quale calcolare il numero preciso dei posti occorrenti prima di poter indire il concorso.

Tavoli tecnici

Avevamo pressato il Ministero per la mancata attivazione dei tavoli di confronto tra Centri ministeriali e Scuole autonome, impegno formalmente ottenuto durante la Conferenza organizzata dalla nostra organizzazione sindacale al MIUR il 3 giugno scorso. Nel corso della conferenza l’Amministrazione aveva offerto la propria disponibilità a predisporre delle linee guida per le scuole, al fine di alleggerire il peso della burocrazia, riversata da MIUR e MEF, sulle istituzioni scolastiche rispetto a questioni legate alla funzionalità dei sistemi informatici, ai controlli delle ragionerie provinciali che non si coordinano tra loro, etc… Il Ministero, nell’ambito del tentativo di conciliazione, ha convenuto di iniziare un percorso di confronto sulle tematiche emergenti per il personale ATA e le scuole, concordando una data prossima e certa per affrontare tutte le questioni peculiari, con i capi specifici dei Dipartimenti (Chiappetta e Bono).
A partire dal 15 ottobre prossimo ci sarà, perciò, un incontro per definire, non solo quanto evidenziato sopra, ma anche la determinazione di ulteriori percorsi che riguardano, in modo particolare, la revisione delle tabelle sugli organici, la modifica del regolamento sulle supplenze, l’indennità ai sostituti dei DSGA, calendarizzando delle ulteriori scadenze di confronto.

Ditte di appalto per i servizi di pulizia

Abbiamo inoltre affrontato il problema della riduzione del finanziamento per le ditte di appalto e il Ministero ci ha comunicato che la questione sarà trattata ad un tavolo politico, convocato quanto prima dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Ministero ha concordato con la nostra istanza di chiedere un allargamento del tavolo a tutti gli interlocutori interessati, compresi i sindacati dei lavoratori della scuola.

La FLC CGIL, prendendo atto del fatto che l’Amministrazione ha assunto degli impegni su ciascuna materia, posta alla base della proclamazione dello stato di agitazione e dell’esperimento del tentativo di conciliazione, ha sospeso la decisione rispetto a specifiche iniziative di lotta, subordinandole alla verifica del rispetto puntuale delle azioni conseguenti da parte del Ministero.

Concorso a cattedra

Concorso a cattedra: il TAR Lazio continua a dare ragione all’ANIEF sull’accesso alle prove di laboratorio

Nuova vittoria ANIEF al TAR Lazio avverso il D.D.G. n. 82/2012 di indizione del Concorso a cattedra. Il MIUR, separando le prove laboratoriali dalle prove scritte, ha iniquamente escluso dalle prove pratiche i candidati che allo scritto avevano ottenuto un punteggio compreso tra 18 e 20 trentesimi.

Una nuova ordinanza cautelare (la n. 3926/2013) ottenuta dall’Avv. Tiziana Sponga, conferma le tesi dell’ANIEF e permetterà ad altri nostri iscritti l’ammissione con riserva alle prove pratiche o di laboratorio previste per alcune classi di concorso. Scorporare il punteggio conseguito negli scritti da quello delle prove laboratoriali è stata una decisione arbitraria presa dal MIUR che non ha tenuto conto che il D.Lgs. 297/94 prevede, invece, che la prova grafica o pratica debba essere valutata congiuntamente alla prova scritta. Secondo il nostro sindacato il punteggio finale di almeno 28/40, richiesto per l’accesso agli orali, deve essere conseguito solo al termine di entrambe le prove. Chi aveva comunque raggiunto un punteggio di almeno 18/30 agli scritti, dunque, è stato ingiustamente escluso dal concorso a cattedra.

L’ANIEF ha ottenuto, ancora una volta, il pieno rispetto della normativa vigente in materia e ora i candidati che si sono rivolti con fiducia al nostro sindacato potranno correttamente proseguire l’iter concorsuale da cui il MIUR li aveva, arbitrariamente, esclusi.

Dossier DdL “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni”

Dossier Upi Effetti finanziari e taglio risorse scuole superiori da attuazione Disegno di legge: “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” (A.C. 1542)

Si allega il Dossier elaborato come Upi in merito alle competenze delle Province rispetto alla gestione delle scuole pubbliche di livello secondario superiore, che evidenzia il drastico taglio delle risorse a disposizione delle scuole di secondo grado che si verificherebbe qualora il Governo proseguisse nella decisione di spostare la gestione degli oltre 5.000 edifici scolastici superiori dalle Province ai Comuni.

Come è noto, questi edifici sono stati assegnati alle Province nel 1996 (con la legge n.23) e in questi 17 anni le Province hanno potuto operare introducendo economie di scala che hanno prodotto risparmi e gestione virtuosa delle risorse. La possibilità di operare su area vasta ha permesso anche di frenare il proliferare di istituti scolastici per bacini di utenze minime, di gestire un bacino di utenza ampio e transcomunale, con risparmio di costi anche a fronte di un aumento della popolazione scolastica.

Oggi invece, con il Disegno di legge: “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” (A.C. 1542), il Governo intende riportare il Paese indietro di 20 anni, riaffidando ai Comuni la gestione delle scuole superiori.

Senza avere verificato quali sarebbero le conseguenze, anche solo di aumento della spesa pubblica, di una simile scelta.
Nel dossier abbiamo fatto una prima stima confrontando i dati dell’anagrafe Miur e i dati di bilancio delle Province certificati dal Siope, dimostrando in maniera innegabile l’entità degli sprechi e dei disservizi che tale scelta comporterà a discapito della comunità ed evidenziando l’impatto assolutamente negativo dell’aumento esponenziale dei centri di spesa e dei costi di gestione ordinaria.

Il disegno di legge A.C. 1542 è stato assegnato alla Commissione Affari costituzionali della Camera e nei prossimi giorni inizierà il suo iter di approvazione.

Antonio Saitta

All.1 Dossier Upi più costi meno democrazia