Contratto, arriva un aiutino

da ItaliaOggi

Contratto, arriva un aiutino

La Consulta censura la norma che preclude il blocco degli stipendi. Niente effetti retroattivi. Trattative dal 2016, incognita sulla nuova struttura salariale

Carlo Forte

La norma che blocca i rinnovi dei contratti dei pubblici dipendenti è incostituzionale. Ma l’incostituzionalità vale a partire da adesso. E dunque, nulla è dovuto per il passato. Con uno scarno comunicato, emesso il 24 giugno scorso, la Corte costituzionale ha reso nota la sua decisione sulla questione del blocco dei contratti dei dipendenti pubblici (si veda ItaliaOggi di mercoledì scorso). Che ha alleggerito il potere di acquisto delle busta paga dei lavoratori della pubblica amministrazione, mediamente, di circa l’8%. Si tratta di circa 3 milioni e 360mila persone.

Tra queste, poco più di un milione sono i lavoratori della scuola: 1.009.340 addetti. I docenti di ruolo sono 670.136, i supplenti annuali 14.405, quelli con contratto fino al 30 giugno 103.767. I rimanenti appartengono al personale Ata e al personale educativo.

Il contratto della scuola è bloccato dal 2009. E il legislatore ha disposto anche la cancellazione dell’utilità di 4 anni ai fini della progressione retributiva di anzianità: 2010, 2011, 2012 e 2013. Il 2010 è stato recuperato dall’allora governo Berlusconi, con un provvedimento che ha rifinanziato la progressione di carriera utilizzando fondi derivanti dai tagli. Il 2011 e il 2012, invece, sono stati recuperati grazie ad accordi tra i sindacati Cisl, Uil, Snals e Gilda (la Cgil non li ha firmati) e il governo. In questo caso i soldi sono stati presi in buona parte dal fondo di istituto. Il 2013, infine, è tuttora inutile ai fini della progressione di anzianità. E ciò comporta, mediamente, una perdita di 1000 euro netti una tantum in busta paga.

A ciò va aggiunta la perdita salariale derivante dal mancato recupero dell’inflazione: – 0,7% nel 2009; – 1,6% nel 2010; -2,7% nel 2011; – 3% nel 2012; – 1,1 % nel 2013 e -0,2% nel 2014. In tutto la perdita salariale lorda, legata all’andamento dell’inflazione, ammonta al 9,3%, dal quale va detratta l’indennità di vacanza contrattuale che è bloccata dal 2012.

Considerato che l’importo dell’indennità è pari al 50% del tasso di inflazione programmato, fino al 2012, dovrebbe essere stata recuperata la metà della perdita del potere di acquisto dei salari. E quindi, ad oggi, la perdita secca, per il lavoratori della scuola, ammonterebbe al 5,3%. Perdita alla quale va sommato l’effetto del ritardo di una anno della progressione di anzianità derivante dal mancato recupero del 2013.

Fin qui gli effetti del mancato rinnovo del contratto.

Secondo alcune stime, il mero recupero dell’inflazione dovrebbe costare all’erario circa 3 miliardi l’anno. Per la scuola, dunque, la copertura finanziaria non dovrebbe essere inferiore al miliardo.

Quanto alla sentenza della Consulta, al momento non è stato reso noto il ragionamento che è stato adottato per strutturare la decisione. Le motivazioni, infatti, non sono state ancora rese note. Ma è facile intuire che i pilastri su cui si fonda la pronuncia siano, da una parte, l’articolo, 36 della Carta, il quale contiene il cosiddetto principio della retribuzione sufficiente. E dall’altra parte, l’articolo 81, che adesso prevede il pareggio di bilancio. La decisione, infatti, sembrerebbe mediare tra la necessità di non impoverire ulteriormente i lavoratori pubblici. Che a parità di prestazione percepiscono, di fatto, una retribuzione inferiore a causa del mancato adeguamento dei salari alla perdita del potere d’acquisto dovuta all’inflazione. E l’ulteriore necessità di non far saltare i conti pubblici.

Di qui l’applicazione non retroattiva della decisione, come precisa la Corte, che «ha dichiarato, con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato».

Resta da vedere come farà il governo a trovare i soldi per i rinnovi, dopo avere impegnato 3 miliardi per il disegno di legge sulla scuola, solo in parte destinati alle assunzioni. Oltre tutto, solo 200 milioni potrebbero essere stornati per finanziare il rinnovo. Perché solo questi sono destinati alle retribuzioni dei docenti (il cosiddetto merito). L’altra incognita è come il governo intenda concepire il rinnovo: in che percentuale il recupero dell’inflazione e quanto invece al merito?

Non è affatto escluso infatti che l’avvio delle trattative, presumibilmente nel 2016, dopo la prossima legge di stabilità che dovrà stanziare i fondi, sia l’occasione per la revisione anche della struttura retributiva, con un maggior ancoraggio a produttività e valutazione. Alcune dichiarazioni di esponenti dell’esecutivo già vanno in questa direzione.

Docenti, ecco tutte le disponibilità di posti per il prossimo anno scolastico

da La Tecnica della Scuola

Docenti, ecco tutte le disponibilità di posti per il prossimo anno scolastico

A fornirle è stata la Flc-Cgil, in base ai dati forniti dal Miur. Viene messo a disposizione il quadro riassuntivo dei posti in organico di diritto e aggiuntivo. Poi la situazione, provincia per provincia, su scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado. Diverse la classi di concorso che presentano esuberi: ad esempio, alla superiori, la A019 e la A07. Male anche diversi laboratori.

A poco più di due mesi dall’avvio del nuovo anno scolastico, giungono gli attesi quadri analitici sulle disponibilità di posti, suddivise per province, cicli scolastici e classi di concorso. A fornirle, in anteprima, è stato il sindacato Flc-Cgil.

Proponiamo anche ai nostri lettori, moltissimi dei quali insegnanti, il quadro riassuntivo del sindacato. Ognuno potrà “scaricare” on line il settore di appartenenza. E ricavare, anche, che per alcune classi di concorso la situazione rimane complicata: ad esempio, alla superiori, per la A019, discipline giuridiche ed economiche, e la A07, tecniche pubblicitarie. Male anche per diversi laboratori.

Per i docenti le assunzioni possibili, una volta approvato definitivamente il DDL, sono circa 103.000: 47.476 su posti diorganico di diritto (vedi tabella posti diritto) e 55.258 su posti dell’organico aggiuntivo (vedi tabella posti aggiuntivi).

Per iposti dell’organico di diritto, in attesa delle tabelle ufficiali del Ministero, è già possibile avere unquadro delle disponibilitàper provincia ed insegnamento ottenute elaborando la situazione dopo i trasferimenti. Ai posti indicati nelle tabelle, relative alla scuola dell’infanzia, alla scuola primaria, alla scuola secondaria di I grado e alla scuola secondaria di II grado, vanno aggiunti circa 2.500 posti derivanti dalla mobilità verso altri ordini di scuola ed eventuali pensionamenti o dimissioni avvenuti successivamente.

Per i posti dell’organico aggiuntivo è definita la ripartizione per Regioni: i posti assegnati andranno successivamente suddivisi per provincia e per i vari insegnamenti (nella secondaria) in proporzione alla consistenza delle graduatorie del concorso e delle graduatorie ad esaurimento (comma 94 del maxiemendamento).

Restano fuori dal piano di assunzionii posti derivanti dagli spezzoni o autorizzati in organico di fatto che sonocirca 60.000(rapportando la somma degli spezzoni a posti interi). Perposto comunesono 25.831 derivanti dagli spezzoni (vedi tabella organico) più quelli autorizzati in organico di fatto. Per ilsostegnosi tratta di circa 30.000 posti autorizzati tutti gli anni in deroga all’organico di diritto, ora consolidato a 89.792 posti (vedi tabella sostegno).

Assunzioni 2015, dovevano essere 70mila in più

da La Tecnica della Scuola

Assunzioni 2015, dovevano essere 70mila in più

La stima è della Flc-Cgil. Per i docenti restano fuori quasi 60.000 posti derivanti dagli spezzoni o autorizzati in organico di fatto; per posto comune sono 25.831, derivanti dagli spezzoni, più quelli autorizzati in organico di fatto. Per il sostegno altri 30.000 posti. Penalizzati pure gli educatori: assunti in 82, anziché 155. In forte difetto anche le immissioni in ruolo Ata: ne sono state chieste al Mef 6.243, ma i posti liberi in organico di diritto sono quasi 11.000 e in quello di fatto oltre 6.000.

Altro che addio al precariato: secondo una stima della Flc-Cgil, il corposo piano di assunzioni previsto dalla riforma, con 100mila nuovi docenti assunti nell’arco di un anno (la metà subito e l’altra solo a livello giuridico, con effetto pratico nel 2016), lascerà comunque fuori dalla stabilizzazione quasi 60mila insegnanti. Anche le assunzioni di educatori e Ata, che coprià il turn over, lascia a desiderare.

Ecco, qui di seguito, il quadro analitico sui posti effettivamente vacanti, realizzato dal sindacato Confederale:

 

Personale docente

Per i docenti le assunzioni possibili, una volta approvato definitivamente il DDL, sono circa 103.000: 47.476 su posti di organico di diritto (vedi tabella posti diritto) e 55.258 su posti dell’organico aggiuntivo (vedi tabella posti aggiuntivi).

Per i posti dell’organico di diritto, in attesa delle tabelle ufficiali del Ministero, è già possibile avere un quadro delle disponibilità per provincia ed insegnamento ottenute elaborando la situazione dopo i trasferimenti. Ai posti indicati nelle tabelle, relative alla scuola dell’infanzia, alla scuola primaria, alla scuola secondaria di I grado e alla scuola secondaria di II grado, vanno aggiunti circa 2.500 posti derivanti dalla mobilità verso altri ordini di scuola ed eventuali pensionamenti o dimissioni avvenuti successivamente.

Per i posti dell’organico aggiuntivo è definita la ripartizione per Regioni: i posti assegnati andranno successivamente suddivisi per provincia e per i vari insegnamenti (nella secondaria) in proporzione alla consistenza delle graduatorie del concorso e delle graduatorie ad esaurimento (comma 94 del maxiemendamento).

Restano fuori dal piano di assunzioni i posti derivanti dagli spezzoni o autorizzati in organico di fatto che sono circa 60.000 (rapportando la somma degli spezzoni a posti interi). Per posto comune sono 25.831 derivanti dagli spezzoni (vedi tabella organico) più quelli autorizzati in organico di fatto. Per il sostegno si tratta di circa 30.000 posti autorizzati tutti gli anni in deroga all’organico di diritto, ora consolidato a 89.792 posti (vedi tabella sostegno).

Su questi posti, per quest’anno, dovrebbero essere effettuate le supplenze, mentre dal prossimo anno buona parte di essi saranno assegnati ai docenti dell’organico aggiuntivo, rendendo quasi nullo l’organico potenziato come abbiamo dimostrato nella nostra elaborazione.

Per le supplenze saranno anche disponibili i posti e gli spezzoni derivanti dai part-time e dai posti lasciati liberi da docenti assenti per l’intero anno (comandi, aspettative, utilizzazioni, assegnazioni provvisorie, ecc.).

 

Personale educativo

Per il personale educativo è stata chiesta l’autorizzazione ad effettuare 82 assunzioni che corrispondono al solo turnover, mentre i posti liberi sono 155.

 

Personale ATA

Per il personale ATA è stata chiesta l’autorizzazione ad effettuare 6.243 assunzioni, mentre i posti liberi in organico di diritto sono quasi 11.000 ai quali si aggiungono i posti autorizzati in organico di fatto che sono oltre 6.000.

Per avere un quadro preciso dei posti disponibili per provincia e profilo è necessario attendere la pubblicazione dei trasferimenti che è prevista per il 29 luglio 2015. Appena disponibili i trasferimenti pubblicheremo la nostra consueta elaborazione.

DdL in commissione Istruzione alla Camera, il PD non presenterà emendamenti

da La Tecnica della Scuola

DdL in commissione Istruzione alla Camera, il PD non presenterà emendamenti

L’Ufficio di Presidenza di Montecitorio ha stabilito che saranno “discussi un massimo di 40 emendamenti per gruppo”. Il Partito Democratico, ha affermato la relatrice Maria Coscia, “sicuramente non ne presenterà”. Confermati i ritmi serrati di approvazione del testo: arriverà in Aula comunque il 7 luglio.

Come annunciato su queste pagine, martedì 30 giugno ha preso il via, nella commissione Istruzione di Montecitorio, l’analisi della riforma della scuola approvata giovedì 25 giugno al Senato.

I tempi si confermano serrati, poiché è intenzione della maggioranza, su spinta del Governo, di rendere attuabile una buona parte della riforma già a partire dal prossimo mese di settembre. Pertanto, il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per mercoledì 1° luglio alle ore 14.00.

L’Ufficio di Presidenza di Montecitorio ha stabilito che saranno “discussi un massimo di 40 emendamenti per gruppo”. Il Partito Democratico, ha affermato la relatrice Maria Coscia, “sicuramente non ne presenterà”.

“Siamo pronti a lavorare anche nel week-end se necessario – ha aggiunto – il testo andrà in Aula comunque il 7 luglio”. Dove potrebbe arrivare il via libera definitivo alla riforma da lì a pochi giorni. Anche, se necessario, attraverso un altro voto di fiducia. Come è accaduto a Palazzo Madama la scorsa settimana.

DdL, dal 2016 i presidi potranno chiamare docenti non abilitati nella disciplina

da La Tecnica della Scuola

DdL, dal 2016 i presidi potranno chiamare docenti non abilitati nella disciplina

Lo prevede la riforma in via di approvazione. In pratica, un laureato in lettere ed abilitato solo all’insegnamento del latino potrebbe essere utilizzato per coprire “buchi” di cattedre di letteratura italiana: si legifera in parte quanto sta avvenendo dal 2009 con le classi di concorso atipiche e le tabelle di confluenza. Certo, stavolta non verranno scalzati i titolari della materia e nemmeno eventuali aspiranti abilitati: in loro mancanza, però, in classe potrebbe arrivare davvero dei prof non sempre all’altezza della situazione.

Per i lettori della Tecnica della Scuola arriva un altro approfondimento sul testo del DdL 1934 approvato la scorsa settimana al Senato, proprio in queste ore approdato alla Camera per il – molto probabile – via libera definitivo prima della firma del Capo dello Stato al provvedimento.

Stavolta ci occupiamo del comma 78, riguardante per intero le nuove prerogative che la riforma assegna ai dirigenti scolastici in fatto di scelta del personale da assumere. Della prima parte del comma, quella relativa alla cosiddetta “chiamata diretta” attraverso gli ambiti territoriali si è già parlato molto: con la nuova norma (più articolata rispetto a quella approvata alla Camera il 20 maggio scorso) si stabilisce che “a decorrere dall’anno scolastico 2016/2017, per la copertura dei posti dell’istituzione scolastica, il dirigente scolastico propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento, prioritariamente sui posti comuni e di sostegno, vacanti e disponibili, al fine di garantire il regolare avvio delle lezioni, anche tenendo conto delle candidature presentate dai docenti medesimi e della precedenza nell’assegnazione della sede ai sensi dell’articolo 21 e dell’articolo 33, comma 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104”. Il capo d’istituto, quindi, dopo aver sottoscritto il contratto con coloro che vantano una precedenza per motivi certificati di assistenza (per se stessi o per parenti o affini seguiti in via esclusiva), può scegliere il candidato che ritiene più opportuno e indicato al progetto formativo del proprio istituto.

Della seconda parte del comma 78, invece, si è parlato meno. Riguarda la possibilità che viene data, sempre al dirigente scolastico e dall’a.s. 2016/17, di “utilizzare i docenti in classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati”. Tale concessione ha alcuni limiti: i docenti individuati, si legge ancora nel DdL 1934, devono possedere “titoli di studio validi per l’insegnamento della disciplina e percorsi formativi e competenze professionali coerenti con gli insegnamenti da impartire”; inoltre non devono essere “disponibili nell’ambito territoriale docenti abilitati in quelle classi di concorso”.

Cosa significa? Che, laddove non vi sono docenti aspiranti della specifica abilitazione (quindi la classe di concorso è “esaurita”) non sarà necessario che il docente possegga la specifica abilitazione all’insegnamento della disciplina di cui la scuola è priva di titolare di cattedra: basterà che abbia conseguito il titolo di studio utile ad insegnare la materia. In pratica, un docente laureato in lettere ed abilitato solo all’insegnamento del latino o del greco potrebbe essere utilizzato anche per coprire “buchi” di cattedre di letteratura italiana.

Con il disegno di legge 1934, quindi, si dovrebbe in parte ripercorrere quanto sta avvenendo, dal 2009, con le classi di concorso atipiche e le tabelle di confluenza: con migliaia di docenti, in condizione di soprannumero, utilizzati su materie affini alle proprie. Con altrettanti colleghi abilitati, ma con meno punteggio in graduatoria, costretti a fare le valigie e a recarsi in altri istituti. Ora, stavolta, con l’applicazione del DdL, non verrà scalzato alcun titolare della materia. E nemmeno eventuali aspiranti abilitati, collocati negli albi territoriali. Ma in mancanza di questi, il risultato sarà che agli studenti non verranno assegnati docenti della materia: anziché chiamare un neo-laureato, arriveranno dietro la cattedra dei colleghi abilitati materia affini, che, per ovvi motivi, non sempre hanno la possibilità di raggiungere gli stessi obiettivi formativi.

Ora, se in futuro la revisione delle classi di concorso, attesa da sette anni, poteva far cadere questa soluzione “provvisoria”, dai più considerata ingiusta e anti-didattica, con l’approvazione della “Buona Scuola” potremo metterci l’anima in pace: in diversi casi, l’utilizzo dei prof su cattedre a loro non congeniali, sarà autorizzato per legge.

Il TAR annulla nuovamente il concorso per dirigenti scolastici in Lombardia

da tuttoscuola.com

Il TAR annulla nuovamente il concorso per dirigenti scolastici in Lombardia
Il commento preoccupato dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP)

Il TAR della Lombardia ha dichiarato in parte accoglibili alcuni ricorsi contro il concorso per dirigenti scolastici della Lombardia con l’effetto di annullare tutti gli atti impugnati, nomine dei vincitori comprese.

È la seconda volta che il giudizio di merito annulla la tormentata procedura del concorso lombardo – osserva in una nota l’ANP – la prima volta affermando il “principio astratto” di una potenziale violazione dell’anonimato delle prove, adesso per l’irregolarità della procedura adottata per la nomina del Presidente della Commissione e dei membri delle due Sottocommissioni, malgrado i provvedimenti relativi siano stati assunti sotto la diretta responsabilità del Capo Dipartimento Istruzione del MIUR, che aveva avocato a sé la gestione del reimbustamento delle prove e della loro ricorrezione a seguito della sentenza del Consiglio di Stato.

ANP commenta come a far le spese di una situazione nella quale l’imperizia e la superficialità si sono combinate in una miscela devastante, sono stati in occasione del primo annullamento novantasei candidati che avevano positivamente superato la prima edizione del concorso e che si sono ritrovati esclusi in fase di ricorrezione, e nel nuovo annullamento circa cinquecento dirigenti di nuova nomina, che non solo hanno superato la riedizione del concorso ma che sono stati inseriti nei ruoli regionali, hanno gestito per un intero anno scolastico istituti anche molto complessi ed hanno superato positivamente l’anno di prova. 

Commenta amaramente l’ANP: Si continua a giocare sulla pelle delle persone in un estenuante, cinico e spietato gioco di rimpallo, nel quale mai nessuno dei diretti responsabili è disposto a rispondere per gli errori commessi.

A questo punto – prosegue ANP – occorre ancora una volta pensare alla soluzione da adottare, a mettere l’ennesima toppa ad un vestito fatto quasi esclusivamente di toppe. L’amministrazione deve farsi carico in tempi rapidi e certi del problema: ci sono centinaia di persone che rivendicano di veder riconosciuti i loro diritti e c’è un sistema scolastico regionale che è già stato messo a dura prova negli anni scolastici passati e che stavolta non reggerebbe al sovraccarico di oltre 600 reggenze.

Chiediamo pertanto all’amministrazione scolastica di adoperarsi in tutti i modi e tempestivamente per porre fine ad una vicenda concorsuale che ha provocato fin troppi danni e dolori e per garantire la continuità dell’azione dirigenziale a salvaguardia degli interessi dei vincitori del concorso e delle scuole lombarde.

Ddl, esame sprint, il 7 luglio in aula

da tuttoscuola.com

Ddl, esame sprint, il 7 luglio in aula

Che si concluda o no l’esame in commissione, il 7 luglio il testo andrà comunque, assolutamente, in aula“. Lo dice la relatrice del ddl ‘buona scuola’ alla Camera, Maria Coscia (Pd), al termine della seduta della commissione Cultura dove il testo, approvato dal Senato giovedì scorso con voto di fiducia, ha ripreso l’iter per la terza e definitiva lettura, come riferisce l’agenzia Dire.

La discussione a Montecitorio si profila veramente ‘sprint’. La tabella di marcia prevista dalla maggioranza dovrebbe essere rispettata, spiegano dal Pd, senza neppure ‘bissare’ la fiducia che a Palazzo Madama si è resa necessaria per la presentazione di oltre 2.500 emendamenti da parte delle opposizioni.

I motivi per cui l’esame procederà in maniera veramente spedita, spiega la relatrice, sono due: “In primo luogo, perché noi dobbiamo esaminare solo le parti modificate dal Senato. Secondo, in Ufficio di presidenza, con un accordo, abbiamo deciso che si potranno presentare solo 40 emendamenti a gruppo e questo ci consentirà di rispettare i tempi per l’aula” perchè non dovrebbero arrivare più di 200 proposte di modifica. Inoltre, continua Coscia, “il regolamento alla Camera prevede che se gli emendamenti non vengono discussi in commissione non possono essere ripresentati in aula. Questo avviene solo se vengono esaminati o respinti. Non vedo quindi nemmeno i presupposti per il ricorso alla fiducia. Non mi pare ci sia il clima“.

Quanto al calendario dei lavori domani, alle 14, scade il termine per presentare gli emendamenti.    Giovedì, alle 8.30, ci sarà l’esame di ammissibilità dai commi 1 a 104 e nel pomeriggio per i rimanenti (in tutto il ddl, di un unico articolo, consta di 212 commi). Da giovedì potranno iniziare già le votazioni. “Siamo pronti a lavorare anche nel week-end se necessario“, aggiunge Coscia aggiungendo che “è improbabile che dal Pd arrivino emendamenti“.

MasterClass DEAL

MasterClass DEAL
(Dislessia Evolutiva e Apprendimento delle Lingue)
V Edizione – 2015
Il Masterclass DEAL è un corso di alta formazione rivolto a docenti di lingue seconde, straniere e classiche, tutor dell’apprendimento, insegnanti di sostegno e studenti interessati. E’ possibile iscriversi sia al modulo di base sia a un modulo specialistico nell’arco della stessa edizione del Masterclass.

PERCORSO ‘Lingue Straniere’ (LS)

Palestra informatica LS
Fase a distanza (facoltativa)*
5 ore
29 giugno –  4 luglio 2015
Modulo LS Base
Fase a distanza (facoltativa)*
Fase in presenza
15 ore
15 ore
6 luglio – 18 luglio 2015
20-22 luglio 2015
Moduli LS specialistici
Fase in presenza
Fase a distanza
15 ore
15 ore
23-24 luglio 2015
27 luglio – 7 agosto 2015
*La fase a distanza è facoltativa solo per chi supera il test di autovalutazione
Modulo Base
Fondamenti teorici e metodologici per una glottodidattica accessibile agli allievi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Modulo Specialistico per Docenti di Lingue Straniere e Lingue Seconde
La valutazione linguistica dell’alunno con DSA. Un quadro di riferimento per la progettazione di verifiche accessibili
Modulo Specialistico per Tutor dell’Apprendimento
Sostenere gli alunni con DSA nell’apprendimento delle lingue straniere. Indicazioni metodologiche e strategie operative

PERCORSO ‘Lingue Classiche: Latino’ (LC)
Palestra informatica LC
A distanza (facoltativa)*
5 ore
06-11 luglio 2015
Modulo LC
Fase a distanza (facoltativa)
Fase in presenza
15 ore
15 ore
13-25 luglio 2015
27-28 luglio 2015
*La fase a distanza è facoltativa solo per chi supera il test di autovalutazione
Modulo unico per Docenti di Lingue Classiche
La sfida linguistica: la didattica del greco e del latino per l’alunno con DSA

DSAHOMEWORK TUTOR

DSAHOMEWORK TUTOR

Formazione in presenza: Trento, dall’1 al 4 luglio 2015
Formazione online: dal 27 agosto al 9 settembre 2015

Il percorso è stato pensato per le figure professionali che affiancheranno bambini e ragazzi con difficoltà/disturbi specifici di apprendimento e le loro famiglie. I moduli didattici introdurranno le caratteristiche dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), definendo poi il ruolo e le finalità della figura dell’Homework tutor. Verranno proposte esemplificazioni pratiche, metodologie didattiche funzionali, usi corretti delle strategie e degli strumenti compensativi, senza trascurare gli aspetti emotivi, motivazionali e relazionali.

Il corso permette l’accesso all’ Albo dei Professionisti formati da Erickson .

La sindrome di Asperger

La “Sindrome di Asperger” prende il suo nome dal medico austriaco Hans Asperger, che per primo ha identificato, studiato e descritto un gruppo di bambini con particolari comportamenti nell’interazione sociale, nelle abilità comunicative e negli interessi
E’ stata inserita, per la prima volta nel 1994, nel DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) IV come sottocategoria dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo
Tuttavia, pur avendo delle caratteristiche cliniche in comune con i DPS (compromissione qualitativa dell’interazione sociale e schemi di comportamento ristretti e stereotipati) la sindrome di Asperger se ne differenzia per alcuni aspetti.
In particolare la sindrome di Asperger si caratterizza per assenza nell’anamnesi di un ritardo del linguaggio e di sviluppo cognitivo. Inoltre vi è una motivazione ad approcciare all’altro, seppur in modo eccentrico, unilaterale e verboso e , in virtù del buon livello di funzionamento intellettivo e adattivo, la dedizione assorbente ed esclusiva è rivolta ad interessi atipici per l’età e il livello di sviluppo.

Con l’introduzione del DSM V (2013) si apportano delle modifiche all’inquadramento nosografico di tali disturbi: la sindrome di Asperger, il Disturbo Autistico, Il Disturbo Pervasivo Non Altrimenti Specificato sono inseriti all’interno di un’unica categoria diagnostica definita Disturbi dello Spettro Autistico.
Poiché l’autismo è caratterizzato da un’insieme di condizioni cliniche e comportamentali, che seppur differenti, si esprimono lungo un continuum, è sembrato più idoneo inserirlo all’interno di una categoria dimensionale.
Al fine di rappresentare e considerare le varie modalità con cui si possono esprimere i disturbi dello spettro autistico, sono stati inseriti alcuni specificatori clinici (livello di sviluppo, livello di gravità, età cronologica..) e caratteristiche associate (disturbi genetici, epilessia, disabilità intellettiva…).
In pratica, sarà possibile sostituire la definizione di “Sindrome di Asperger” con quella di “Spettro autistico”, specificando che la persona interessata non ha disabilità intellettiva, ha una discreta capacità di autonomia e che non ha necessità di un supporto intensivo.

Caratteristiche cognitive/sociali/personali
• Ritardo nella maturità sociale e nel pensiero sociale
• Difficoltà nel fare amicizie e spesso vittime di bullismo
• Difficoltà nel controllo e nella comunicazione delle emozioni
• Insolite capacità linguistiche che includono un ampio vocabolario e una sintassi elaborata ma in concomitanza con capacità di conversazione immature, prosodia insolita e tendenza ad essere pedanti.
• Interessi insoliti per argomento o intensità
• Profilo insolito nelle difficoltà di apprendimento
• Necessità di assistenza nell´organizzazione e nell´auto-aiuto.
• Goffaggine nel modo di camminare e nella coordinazione
• Sensibilità a suoni, sapori e consistenze specifiche o sensibilità tattili

Teoria della mente
• Difficoltà nel decodificare i messaggi dallo sguardo delle altre persone
• Tendenza ad un´interpretazione letterale di quello che dicono le altre persone
• Tendenza ad essere considerati maleducati ed irrispettosi
• Ingenuità ed onestà nei bambini
• Ritardo nello sviluppo dell´arte della persuasione, del compromesso e della risoluzione di conflitti
• Forma diversa d´introspezione e autoconsapevolezza
• Problemi nel decodificare quando qualcosa provoca imbarazzo
• Tempi maggiori per processare informazioni sociali a causa dell´utilizzo del ragionamento piuttosto che dell´intuito
• Sfinimento fisico ed emotivo causato dalla socializzazione

Alcuni bambini con la sindrome di Asperger possono avere difficoltà a giocare a giochi del “fare finta” o preferiscono argomenti legati alla logica e ai sistemi, come la matematica. Alcuni occupano il tempo in una gamma limitata di attività immaginative, che possono essere perseguite in modo rigido e ripetitivo, ad esempio attraverso l’allineamento dei giocattoli o la raccolta e l’organizzazione di cose relative al suo interesse.

La comprensione e l´espressione delle emozioni
La maturità emotiva dei bambini con sindrome di Asperger è di solito inferiore di tre anni rispetto ai coetanei. Possono avere un vocabolario limitato per descrivere le emozioni e mancano di sottigliezza semantica e varietà nell´espressione delle emozioni.
C´è un´associazione tra la sindrome di Asperger e lo sviluppo di un disturbo dell´umore aggiuntivo o secondario, tra cui depressione, disturbi d´ansia e problemi nella gestione della rabbia e nella comunicazione dell´amore e dell´affetto. Le persone con la sindrome di Asperger appaiono vulnerabili a sentimenti di depressione e un bambino/adulto su 3 soffre di depressione clinica.
La gestione delle emozioni in bambini ed adulti con sindrome di Asperger può essere concettualizzata come un problema nella gestione dell´energia, ovvero della presenza eccessiva di energia emotiva e difficoltà nel suo controllo e nel suo rilascio costruttivo

Routine e interessi speciali
Per cercare di rendere il mondo meno confuso, le persone con la sindrome di Asperger possono avere regole e rituali (modi di fare le cose), che sono ripetitivi e insistenti. I bambini, per esempio, possono insistere nell’andare sempre vestiti nello stesso modo a scuola. In classe, possono arrabbiarsi se vi è un cambiamento improvviso al calendario.Le persone con sindrome di Asperger spesso necessitano del “loro” ordine, molti ragazzi diventano oppositivi o distratti se obbligati ad attività di routine o poco stimolanti.
Una delle caratteristiche che differenzia un hobby da un interesse speciale di rilevanza clinica è il focus verso l´interesse o la peculiarità dell´argomento. Interessi speciali o insoliti possono svilupparsi già dal secondo o terzo anno di età e possono iniziare a manifestarsi attraverso l´interesse per parti di un oggetto come le ruote di una macchinina o gli interruttori elettrici

 

 

Centri regionali di riferimento

La ricognizione è ancora in corso, vi sarà un continuo aggiornamento dei centri rilevati in ogni regione.

Allegati

  1. Abruzzo [PDF – 12.07 kbytes]
  2. Basilicata [PDF – 12.74 kbytes]
  3. Calabria [PDF – 7.71 kbytes]
  4. Campania [PDF – 17.08 kbytes]
  5. Emilia-Romagna [PDF – 25.63 kbytes]
  6. Friuli-Venezia Giulia [PDF – 18.06 kbytes]
  7. Lazio [PDF – 20.46 kbytes]
  8. Liguria [PDF – 12.57 kbytes]
  9. Lombardia [PDF – 25.12 kbytes]

 


http://www.iss.it/auti/index.php?lang=1&id=437&tipo=5

POLIS 2.0 Media education, impegno civico e partecipazione

XXIV Summer School di Media Education – Fiuggi (FR) 23-27 luglio 2015

www.mediaeducationmed.it

POLIS 2.0 Media education, impegno civico e partecipazione
Direzione: Gianna Cappello, Alberto Parola, Luciano Di Mele
Segreteria: Anna Ragosta, Emanuela Fanelli, Elena Corelli

Nel corso degli ultimi anni, l’interesse per le potenzialità partecipative dei social media come ambienti capaci di generare un rinnovato senso di spazio
pubblico e nuove forme cittadinanza è andato progressivamente crescendo. Il ricorso sempre più frequente all’uso di Twitter, Facebook, blog e wiki in
vari contesti per condividere contenuti culturali, sociali ed educativi e in particolare in ambito politico per mobilitare le persone, ha reso particolarmente
noti questi dispositivi, soprattutto nel 2011 in seguito alle rivolte che hanno investito il mondo arabo. Da allora, la questione intorno al ruolo che i social
media possono svolgere a beneficio della partecipazione civica e del cambiamento politico/culturale è stata ampiamente dibattuta. Da una parte, si
sottolinea che le opportunità di partecipazione offerte dalla rete possono supportare i giovani nell’azione politica e sociale, promuovendo nuove forme di
civic engagement o e-engagement che coinvolgono soprattutto le nuove generazioni. Dall’altra parte, alcuni studiosi hanno messo in discussione
l’entusiasmo rispetto al potenziale partecipativo dei social media, sostenendo che, nonostante le opportunità da essi offerte, poche sono in realtà le
persone che traggono vantaggi da questi strumenti. Ad esempio, alcuni studi recenti evidenziano che i social network stanno svolgendo un ruolo sempre
più importante sul piano politico: un terzo della popolazione nordamericana è coinvolta in attività di mediattivismo che rimbalzano da un sito all’altro,
dal virtuale al reale e viceversa. Tuttavia, la maggioranza dei soggetti che prende parte a queste attività ha un buon livello di preparazione culturale e un
background socio-economico elevato. Come mette in rilievo proprio Jenkins (2010), il primo a parlare di «cultura partecipativa» in ambito digi tale, lo
sviluppo di una simile cultura richiede competenze di media literacy accanto a un’adeguata consapevolezza di sé, tutti aspetti che non posso essere dati
per scontati in soggetti che non hanno ancora raggiunto una sufficiente maturità cognitiva e affettiva o in fasce sociali a r ischio di esclusione. Mettere a
tema le sfide della Polis 2.0 diventa allora fondamentale per una media education che non intenda rinunciare alla propria missione universale di formare
cittadini attivi e consapevoli.
La Summer School di Media Education, giunta alla sua XXIV edizione, si conferma l’appuntamento strategico per analizzare questi temi e per formare
in senso teorico-pratico, attraverso workshop, seminari, relazioni specifiche, sia giornalisti e operatori dei media che educatori, insegnanti , operatori
sociali.