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Pensioni: quota 96, in dirittura d’arrivo il riconoscimento per andare in pensione con i vecchi requisiti

Pensioni: quota 96, in dirittura d’arrivo il riconoscimento per andare in pensione con i vecchi requisiti

Il Parlamento si appresta ad approvare un decreto legge per sanare un atto di ingiustizia verso i lavoratori della scuola.

La FLC CGIL da subito ha denunciato l’iniquità della Riforma Fornero per i lavoratori di tutte le categorie.
La si è voluta spacciare per una Riforma a favore dei giovani, quando l’allungamento dell’età pensionabile con l’aggiunta della così detta aspettativa di vita, impedisce il ricambio intergenerazionale.

La ministra Fornero ha più volte detto che la sua Riforma avrebbe consentito alle generazioni future di avere una pensione quando il PIL in picchiata, l’aumento dell’inflazione, la mancanza di lavoro o la sua discontinuità, l’atipicità dei contratti, la revisione al ribasso del sistema dei coefficienti utilizzati nel calcolo contributivo per determinare l’importo dell’assegno pensionistico, impediscono ai giovani, o comunque a tutti coloro che sono stati assunti dopo il 1996, di concorrere ad un assegno di pensione dignitoso.

Coloro che invece sarebbero stati nella condizione di uscire dal lavoro con un’età e una contribuzione adeguata sono stati costretti a permanere, mentre si aggrava, a causa della crisi e delle politiche liberiste, la perdita dei loro diritti di cittadinanza.
In particolare per i lavoratori del comparto scuola, a causa della Riforma Fornero, si è aggiunta una ingiustizia nell’ingiustizia: si sono egualmente definiti i confini per godere dei vecchi requisiti al 31 dicembre 2011, senza considerare la specificità dell’anno scolastico che inizia il 1 settembre e termina il 31 agosto di ogni anno, con una sola finestra di uscita dal lavoro.

La FLC CGIL ha avviato numerosi ricorsi, a partire dall’impugnativa al TAR del Lazio, mentre l’azione politica esperiva vari tentativi che venivano bloccati dalla ministra Fornero e dal Ministero dell’Economia.

Non appena la Ministra Carrozza è stata nominata, la FLC CGIL le ha scritto una lettera chiedendole di porre fine al contenzioso previdenziale del personale della scuola.
L’attuale Parlamento ha avviato il percorso del riconoscimento dei requisiti ante Fornero per i lavoratori della scuola che li hanno maturati a vario titolo al 31 agosto 2012  e le ultime notizie danno per certo il riconoscimento tanto atteso.

La FLC CGIL in attesa della risposta definitiva del Parlamento esprime soddisfazione per la restituzione di giustizia ai lavoratori della scuola, ma auspica che il governo Letta metta mano alla Riforma delle pensioni con un’ottica di ripristino delle garanzie che anche la Costituzione assegna alla anzianità.

Concorso a cattedra: nuove conferme dal TAR Lazio

Concorso a cattedra: nuove conferme dal TAR Lazio per i ricorsi ANIEF

 

Il TAR Lazio riconosce piena tutela ai ricorrenti ANIEF emanando quattro ordinanze cautelari che confermano l’ammissione dei nostri iscritti alle fasi successive del concorso a cattedra.

 

Tre le tipologie di ricorsi ANIEF interessati:

 

  • •Ricorso (R.G. n. 6036/2013 patrocinato dall’Avv. Tiziana Sponga) per la validità del diploma magistrale a sperimentazione linguistica conseguito entro l’a.s. 2001/2002 per l’accesso all’insegnamento nella scuola Primaria: il MIUR ha deciso, in maniera del tutto arbitraria, che il diploma di maturità magistrale posseduto dai candidati non è valido per l’accesso all’insegnamento nella scuola primaria.

 

  • •Ricorsi (R.G. 5919/13 e 5224/13 patrocinati dall’Avv. Marco di Pietro) per l’ammissione alla prova orale dei candidati che non avevano superato la prova pratica o di laboratorio ma che, sommando il punteggio ottenuto nella prova laboratoriale a quello conseguito nelle precedenti prove scritte, avrebbero comunque raggiunto il punteggio di almeno a 28/40: Il MIUR ha illecitamente scorporato le prove pratiche dalle precedenti prove scritte per l’ammissione alla prova orale; il D.Lgs. 297/94, invece, prevede che le prove siano valutate congiuntamente.

 

  • •Ricorso (R.G. 5743/13 patrocinato dall’Avv. Fortunato Niro) avverso l’obbligatorietà della prova in lingua straniera per l’accesso alla scuola elementare: il MIUR ha reso obbligatoria una prova che il D.Lgs. 297/94 disciplina come facoltativa escludendo iniquamente i docenti che avevano comunque raggiunto un punteggio di almeno 21/30 negli altri scritti.

 

Ancora una volta l’ANIEF, che da subito ha denunciato le tante parzialità e incongruenze presenti nel D.D.G. n. 82/2012 di indizione del concorso a cattedra, ha ottenuto dal tribunale amministrativo piena conferma delle proprie ragioni. Gli aspiranti docenti che si sono rivolti con fiducia al nostro sindacato potranno ora correttamente proseguire l’iter concorsuale da cui il MIUR li aveva iniquamente esclusi.

Riordino degli Organi Collegiali della Scuola e riattivazione del CNPI

Gent.ma Dott.ssa Maria Chiara Carrozza
Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
e p.c. All’Avv. Luigi Fiorentino
Capo di Gabinetto MIUR
e p.c. Alla Dott.ssa Carmela Palumbo
Direttore Generale per gli Ordinamenti Scolastici
e p.c. Al Dott. Luciano Chiappetta
Capo Dipartimento per l’Istruzione
LORO SEDI

OGGETTO: Riordino degli Organi Collegiali della Scuola e riattivazione del CNPI

Le scriventi OO.SS. ritengono opportuno sottoporre all’attenzione della S.V. la necessità del riordino degli Organi Collegiali della scuola sia a livello di singola istituzione scolastica che a livello territoriale, regionale e nazionale. In attesa di ciò ritengono altresì necessario ripristinare da subito la funzionalità del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI).
A tal proposito ricordano che il CNPI è organismo mai soppresso e nei confronti del quale il precedente Governo, inspiegabilmente, non ha proceduto alla proroga del funzionamento, con gli attuali componenti in carica, fino alla definizione di un nuovo organo collegiale.
Non è, infatti, accettabile l’ipotesi prospettata, anche in recenti risposte a interpellanze parlamentari, che l’Amministrazione possa procedere , in presenza del tuttora vigente T.U. 297/94, in modo unilaterale, in relazione ad alcuni provvedimenti di particolare rilevanza tra i quali, tra gli altri, sono comprese la revisione delle classi di concorso, degli ordinamenti didattici, delle tabelle dei punteggi per la formulazione delle graduatorie per il conferimento delle nomine a tempo determinato, nonché l’attivazione di sperimentazioni ex art. 11 del Regolamento sull’autonomia delle istituzioni scolastiche, emanato con D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275. Tutte materie e provvedimenti che rientrano certamente tra le competenze del CNPI e sui cui contenuti è necessario un confronto di merito per i riflessi che hanno sul piano didattico e ordinamentale.
Ritengono, quindi, necessario procedere rapidamente alla riattivazione del CNPI, mediante proroga dei componenti in carica al 31 dicembre 2012 fino all’insediamento del nuovo organo collegiale di livello nazionale che, si auspica, possa avvenire in tempi brevi.
L’accoglimento della presente richiesta garantirebbe, a livello nazionale, la rappresentanza istituzionale della scuola ed eviterebbe anche l’insorgere di contenziosi, in presenza di provvedimenti su cui è previsto il parere obbligatorio, anche se non vincolante, del CNPI che, come organismo – vale il caso di sottolineare – è tuttora esistente e che, per scelta dei precedenti Governi, non è stato rinnovato tramite elezioni né sostituito con altro organo collegiale nazionale che ne assumesse le funzioni per tutte le materie attribuite al predetto organo dalla vigente legislazione.
In tale quadro credono che il Governo e il Parlamento debbano avviare un grande confronto con le scuole, le Organizzazioni sindacali, le Associazioni professionali e tutti i soggetti interessati affinché si giunga quanto prima al riordino complessivo degli Organi Collegiali scolastici che risalgono ormai al 1974 e che sono inadeguati alle esigenze della scuola dell’Autonomia.

Distinti saluti
FLC CGIL
Domenico Pantaleo
CISL SCUOLA
Francesco Scrima
UIL SCUOLA
Massimo Di Menna
SNALS CONFSAL
Marco Paolo Nigi
GILDA UNAMS
Rino Di Meglio

FERIE PRECARI

FERIE PRECARI

Ancora una volta il Ministero dell’Economia gioca sulla pelle dei precari: rimandato a data da destinarsi il diritto del pagamento dei giorni di ferie non godute

 

Invece di procedere con sollecitudine al pagamento dei giorni di riposo non fruiti, il Tesoro incarica il Miur di svolgere cervellotiche verifiche.

 

Anief non ci sta: questi precari hanno già dovuto subire troppe lungaggini nei pagamenti. E una tassazione indebita: è giunto il momento di fare ricorso! Per ottenere un celere pagamento della mensilità dovuta, a cui vanno aggiunte le non trascurabili quote di tassazione indebita sulle ferie applicate negli ultimi 10 anni.

 

Sta diventando un vero percorso a ostacoli il pagamento delle ferie maturate dal personale precario della scuola nell’anno scolastico 2012/13, con contratto temporaneo o scaduto il 30 giugno 2013. Anief aveva più volte denunciato la testardaggine di diversi dirigenti scolastici, che per non monetizzare i giorni di ferie non fruite avevano posto il personale a riposo con provvedimenti d’ufficio: dopo che, grazie all’opera del giovane sindacato, si era superata questa problematica artificiosa, visto che la stessa spending review indicava esplicitamente il 1° settembre 2013 come avvio della nuova legge, ecco apparire improvvisamente un altro scoglio.

 

Le segreterie scolastiche, infatti, sono impossibilitate ad emettere i decreti di ferie non godute perché dal Ministero dell’Economia non perviene il tabulato con i nominativi del personale interessato. E il MEF che fa? Invece di fornire immediata soluzione, comunica di aver “chiesto al MIUR di fornire indicazioni alle scuole affinché provvedano, nei casi residuali di spettanza delle ferie non godute, con provvedimenti cartacei individuali sottoposti a controllo delle RTS”.

 

Si tratta di una decisione inattesa, visto che nei giorni scorsi proprio il MEF aveva provveduto a sbloccare il sistema informatico attraverso cui attivare i pagamenti per i precari. Ma il sindacato non può tollerare questo genere di ‘rimpalli’ tra comparti pubblici. Anche perché si va ad aggiungere ad un’altra questione irrisolta: quella della indebita tassazione, alla luce della natura risarcitoria dell’erogazione ricevuta.

 

Considerando che per i supplenti fino al 30 giugno – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – il pagamento delle ferie non fruite rappresenta una sorta di mensilità aggiuntiva, da percepire nel corso dell’estate per sopperire ai mancati stipendi sino alla prossima supplenza, la sua mancata somministrazione non è di poco conto. Anche perché bisogna ricordare che si va a cumulare con altri abusi che l’amministrazione attua nei confronti di questo personale“.

 

Gli stipendi dei precari – continua Pacifico – risultano infatti fermi, illegittimamente non adeguati, come avviene per il personale di ruolo, all’anzianità del dipendente. Nei mesi scorsi, inoltre, quelli della scuola hanno dovuto penare non poco per ricevere le buste paga spettanti a fine mese. Ora, quindi, la misura è colma“.

 

Anief, pertanto, annuncia che si è attivata per procedere con formale ricorso: per percepire le ferie non godute con sollecitudine e per recuperare le tassazioni indebite applicate agli stipendi dei precari degli ultimi 10 anni. Ai docenti precari sono state infatti sottratte parti stipendiali non indifferenti. Che, se l’azione del sindacato avrà effetto, verranno recuperate assieme agli interessi di legge derivanti dalle richieste risarcitorie avanzate al termine delle supplenze.

 

A tal fine, il sindacato metterà a disposizione, per tutti coloro che volessero aderire al ricorso, appositi modelli di domanda.

SBLOCCARE LA SITUAZIONE DEI PAGAMENTI DEGLI EMOLUMENTI

SCUOLA / M5S INTERROGA I MINISTRI DELL’ISTRUZIONE E FINANZE

“SBLOCCARE LA SITUAZIONE DEI PAGAMENTI DEGLI EMOLUMENTI DI SUPPLENTI BREVI E SALTUARI E COMPENSI ACCESSORI DEL PERSONALE”
Il Movimento 5 Stelle chiede l’intervento deciso dei Ministri dell’Istruzione e delle Finanze per risolvere il problema del pagamento degli emolumenti ai supplenti brevi e saltuari e dei compensi accessori al personale della scuola.
Lo fa con una interrogazione a risposta orale firmata da sette parlamentari al Senato che vede come primo firmatario Vincenzo Santangelo.
“A decorrere dall’anno 2011 i compensi accessori del personale della Scuola vengono erogati tramite cedolino unico – ricordano gli interroganti – tali compensi vengono liquidati attualmente attraverso il portale NoiPA che ha fra le sue funzioni la fruizione dei servizi stipendiali”. “Anche il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie è curato, a decorrere dal 1° gennaio 2013, dal Service NoiPA del Ministero dell’economia e delle finanze” continua il Movimento 5 Stelle.  “Una gran parte degli operatori delle segreterie scolastiche non ha potuto, nei tempi di apertura delle funzioni, loro malgrado, effettuare l’inserimento nel sistema informativo NoiPA dei dati necessari per la liquidazione degli emolumenti a favore dei supplenti brevi e saltuari relativi alla mensilità di giugno, nonché dei compensi accessori per il restante personale della Scuola” spiega Santangelo. “A fronte di questi problemi i direttori dei Servizi generali e amministrativi, in un proprio blog su un noto social network, da settimane lamentano l’impossibilità a poter svolgere il proprio lavoro e di essere sottoposti ad estenuanti e lunghe attese” viene spiegato nell’atto ispettivo.
“I Ministri dell’Istruzione e delle Finanze sono a conoscenza di questa situazione ed era stato valutato il sovraccarico di lavoro della categoria, coincidente con  la chiusura dell’anno scolastico e, in caso di risposta positiva, a cosa deve essere imputato questo disservizio ?” chiedono Santangelo e gli altri parlamentari al Senato del Movimento 5 Stelle. “Quali provvedimenti e iniziative intendano adottare per evitare in futuro il ripetersi di tali disservizi e inconvenienti, al fine di garantire nei tempi previsti il pagamento degli emolumenti fondamentali ai supplenti brevi e saltuari e dei compensi accessori al restante  personale della Scuola?” conclude l’interrogazione.

Prelievo forzato sugli stipendi – L’Inps si adegua alla sentenza 116/13 della Corte costituzionale

Prelievo forzato sugli stipendi – L’Inps si adegua alla sentenza 116/13 della Corte costituzionale: per le pensioni più ricche in arrivo sospensione del contributo indebito e arretrati

 

Confedir chiede al Mef che per equità si applichi la decisione della Consulta anche agli altri redditi: va restituita l’aliquota del 2,69% del TFS per il biennio 2011-2012 e del 2,5% di TFR, indebitamente trattenuto per i neo-assunti a partire del 15 maggio 2000.

 

Pacifico: la parità di trattamento e un’adeguata retribuzione dei lavoratori devono prevalere, anche in presenza di interessi rilevanti di bilancio.

 

Sull’illegittimità del “contributo di perequazione” applicato dal 2011 dallo Stato su stipendi e pensioni superiori ai 90mila euro, Confedir si era espressa 40 giorni fa. Ed ora anche l’Inps si adegua, dando applicazione alla sentenza 116/13 della Corte costituzionale: attraverso il messaggio n. 11243, l’Istituto nazionale di previdenza ha chiesto alle proprie strutture di sospendere, dal mese di agosto, l’applicazione del prelievo (5% tra 90 e 150mila euro annui, 10% fino a 200mila e 15% sopra questo tetto) e di restituire quanto trattenuto nel 2013. Inoltre, presto saranno indicate anche le modalità per i rimborsi degli anni precedenti.

 

Confedir coglie l’occasione per chiedere al Ministero dell’Economia e delle Finanze di fare altrettanto con tutti i dipendenti pubblici. Restituendo l’aliquota del 2,69% del TFS per il biennio 2011-2012 (quale differenziale tra il 9,60% spettante e il 6,91% attribuito prima dell’entrata in vigore dell’art. 1, cc. 98-99 della legge n. 228/12) e del 2,5% di TFR, indebitamente trattenuto per i neo-assunti a partire del 15 maggio 2000 (ai sensi dell’art. 1, c. 2 del DPCM 20 dicembre 1999).

 

Secondo Marcello Pacifico, segretario organizzativo Confedir e presidente Anief, “per ovvi motivi di equità, infatti, la sentenza della Consulta va applicata alle aliquote illegittime applicate a tutti i redditi: si tratta semplicemente di adottare il principio di uguaglianza sostanziale dei cittadini davanti alla legge. Un concetto presente in più articoli della Costituzione. E, come ribadito dalla Consulta, anche in presenza di interessi rilevanti di bilancio non può decadere. È un principio – conclude Pacifico – su cui si regge il nostro ordinamento. Che deve necessariamente condurre ad una parità di trattamento e a un’adeguata retribuzione dei lavoratori”.

 

La Confederazione è anche cosciente che i presupposti perché ciò venga riconosciuto non vi siano. È emblematico che proprio nelle ultime ore, presso l’Aran, i rappresentanti della PA hanno confermato alle organizzazioni sindacali, a nome del Governo, di voler tirare dritto sulla linea del mantenimento del blocco dei contratti per il 2014 e di non voler riconoscere gli scatti attribuiti nel 2011. Non solo, l’amministrazione sembrerebbe anche intenzionata a “congelare” una parte dei permessi sindacali retribuiti fruiti dalle Rsu dei dirigenti.

 

Viene da chiedersi se questo irrigidimento ulteriore delle posizioni della parte pubblica derivino anche dai risultati ottenuti dall’azione sindacale della Confederazione. Che in questo modo verrebbe “punita”. In tal caso, è quasi inutile annunciare che Confedir si rivolgerà al Tribunale. Anche per l’annullamento di quest’ultima norma iniqua e antisindacale.

Invalsi: fermarsi prima di andare a sbattere

Scrima a Invalsi: fermarsi prima di andare a sbattere

La “scuola estiva di valutazione” programmata dall’Invalsi è un’iniziativa affrettata e inopportuna. Va ripensata, un piano strategico ampiamente condiviso è la vera priorità. Dichiarazione di Francesco Scrima.

Ci sembra proprio una falsa partenza quella dell’Invalsi, con quella sua “scuola estiva di valutazione” (Vcamp) di cui facciamo fatica a capire senso e soprattutto opportunità in questo momento.

Su una materia così delicata il pensiero della Cisl Scuola è da sempre molto chiaro: abbiamo ribadito solo pochi giorni fa quanto sia indispensabile, per noi, avviare il sistema nazionale e valorizzare il ruolo delle scuole nello sviluppo di una diffusa cultura della valutazione.

Con altrettanta chiarezza, diciamo oggi che l’iniziativa assunta dall’Invalsi, per come è strutturata e per i tempi in cui si propone, è improvvida e intempestiva a tal punto da risultare avventata.

Nessuno discute la necessità di costruire le competenze necessarie a sostenere i processi autovalutativi e valutativi che devono interessare ogni scuola: non si può tuttavia invertire l’ordine dei passaggi da compiere, il primo dei quali è definire un piano strategico condiviso in cui siano chiariti obiettivi, modalità, ruoli e risorse da mettere in campo. Un piano al quale dovrebbe fare riferimento, peraltro, anche la direttiva del ministro prevista proprio dal Regolamento come indispensabile atto di indirizzo. Dopo, e non prima, e con criteri di assoluta trasparenza, si può pensare ad azioni più specifiche, come lo può essere una selezione finalizzata a eventuali team di supporto. Né si può portare a regime una soluzione avviata in forma sperimentale prima che la stessa si sia conclusa e sia stata, a sua volta, “valutata”.

Oggi per noi – e anche questo l’abbiamo scritto pochi giorni fa – la priorità è ristabilire un clima di dialogo costruttivo con le scuole, evitando di fornire ulteriori pretesti a chi non aspetta altro che l’occasione per gettare benzina sul fuoco di inutili polemiche. L’Invalsi e il MIUR ci riflettano e adottino l’unica decisione che ci sembra oggi sensata: fermarsi, prima di andare a sbattere.

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola

Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2013-2014: precisazioni urgenti

Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2013-2014: precisazioni urgenti

Alcune indicazioni in vista dell’imminente scadenza delle domande.

Dopo aver ripetutamente sollecitato il MIUR a fornire ulteriori chiarimenti in merito alla documentazione da allegare alle domande di utilizzazione ed assegnazione provvisoria (in particolare per quelle da presentare obbligatoriamente on-line per le quali non consentito di poter allegare nulla), vista la latitanza del Ministero, vista la scadenza imminente delle domande ed onde evitare contenziosi per possibili comportamenti difformi da parte degli uffici territoriali, si forniscono alcune indicazioni:

  1. il punteggio per le domande di utilizzazione, da inserire nell’apposita casella del modulo di domanda specifico, deve essere fornito dalla scuola (o dall’ATP se trattasi di DOP, DOS o docenti di religione) e la documentazione a tal fine è stata presentata a suo tempo, sempre alla scuola (o all’ATP), per la formulazione delle graduatorie interne. Pertanto ora dovranno essere documentati, sempre alla scuola o all’ATP, eventuali titoli aggiuntivi, se acquisiti entro la data di scadenza delle domande, per la loro valutazione;
  2. per tutto ciò che riguarda la certificazione “cartacea” da presentare per avvalersi di eventuali precedenze (legge 104/92, personale coniuge di militare, ecc…) il Miur ha già chiarito (nota 7113 del 10 luglio 2013) che la stessa può essere consegnata o direttamente all’ATP di destinazione, oppure alla scuola di servizio;
  3. per le domanda di assegnazione provvisoria, nel dubbio, si suggerisce di rispettare quanto prevede il contratto (art. 7 comma 5), ovvero che alla domanda “devono essere allegati i documenti attestanti i requisiti richiesti nella tabella di valutazione per le assegnazioni provvisorie”. Quindi, visto che alle domande presentate on-line non è consentito allegare nulla,  va presentata direttamente a scuola (o all’ATP di destinazione se si tratta di diversa provincia) l’autocertificazione attestante sia il requisito per la presentazione della domanda (ad esempio il comune di residenza del familiare cui si chiede il ricongiungimento) che i titoli valutabili (numero dei figli e relativa età). Coloro che sono stati assunti nel 2011 e 2012, soggetti quindi al divieto quinquennale per domanda per altra provincia, in relazioni ai figli dovrà autocertificare anche che l’età del figlio/a è inferiore a 8 anni.

Infine, si ricorda che per le domande di utilizzazione sui licei musicali, queste vanno presentate o su moduli predisposti dall’amministrazione locale (non ci sono fac-simili nazionali) o su carta libera (e non sul modulo U2 riguardante le utilizzazioni nella scuola secondaria di secondo grado). Nella domanda stessa vanno dichiarati esplicitamente sia il possesso dei requisiti di accesso, che tutto ciò che da diritto a valutazione (secondo la tabella per la mobilità professionale). Presso le nostre sedi sono disponibili dei fac-simile di domanda.

Ricorso Scatti: nuove vittorie in tribunale

Ricorso Scatti: nuove vittorie ANIEF in tribunale, il MIUR viola il principio di non discriminazione

 

Continuano i successi in tribunale per i ricorsi ANIEF volti al riconoscimento in favore dei docenti precari della stessa progressione stipendiale prevista dal MIUR per i lavoratori a tempo indeterminato. I Tribunali di Monza e Brescia accolgono le richieste del nostro sindacato e condannano il Ministero per violazione del principio di non discriminazione sancito dalla normativa europea.

 

Il Giudice del Lavoro di Monza su ricorso patrocinato per l’ANIEF dall’Avv. Claudio Orlando in favore di due docenti precari, evidenzia che “il trattamento economico e giuridico riconosciuto alla parte ricorrente viola il principio di non discriminazione rispetto al personale di ruolo (clausola 4 Accordo Quadro allegato alla Direttiva 99/70/CE, nonché art. 6 D.L.vo 368/01), sia perché dall’art. 36 D.L.vo 165/01 non si evince l’esclusione dell’applicazione della normativa sui contratti a termine, sia perché la norma collettiva di settore per il personale assunto a termine mantiene sempre lo stesso stipendio tabellare iniziale, mentre per il personale di ruolo il trattamento economico migliora con il passaggio alla fascia di anzianità superiore”.

 

In accoglimento delle richieste dell’ANIEF, dunque, il Giudice ricorda al MIUR che “lo scopo dell’Accordo Quadro (clausola 1) non è solo di prevenire gli abusi derivanti da una successione di contratti a termine, ma anche di migliorare la qualità del lavoro a tempo determinato garantendo il rispetto del principio di non discriminazione” e che tale violazione “costituisce condotta illecita del datore di lavoro, in quanto viola sia la disposizione imperativa sulla responsabilità extracontrattuale […], sia un preciso dovere di adempimento contrattuale, trasfondendosi il divieto di discriminazione nell’ambito dei doveri scaturenti dal rapporto di lavoro”. MIUR condannato, dunque, alla piena equiparazione del trattamento retributivo e giuridico dei ricorrenti con quello dei lavoratori a tempo indeterminato e a 1.900 Euro di spese di giudizio.

 

A identiche conclusioni perviene il Tribunale di Brescia su due ricorsi patrocinati per l’ANIEF dall’Avv. Paolo Lombardi; anche in questo caso il Giudice del Lavoro riconosce il diritto dei ricorrenti alla stessa progressione stipendiale prevista per i docenti di ruolo in relazione all’anzianità di servizio maturata durante il periodo di precariato e condanna il MIUR anche a 2.000 Euro complessivi di spese di soccombenza.

 

L’esperienza pregressa e le competenze acquisite in anni di lavoro sono un bagaglio che migliora nel tempo la prestazione lavorativa del dipendente anche se il servizio è stato prestato a seguito di una successione di contratti a termine. Mantenere i docenti a tempo determinato, per tutti gli anni di precariato, al livello stipendiale iniziale è una discriminazione inaccettabile che il MIUR continua imperterrito, e nonostante le numerose condanne, a perpetrare e che l’ANIEF continuerà, con altrettanta caparbietà, a denunciare e a far condannare in tribunale.

“BASTA CON LA CONSUETUDINE DELLE SCUOLE DI CHIEDERE CONTRIBUTI SPACCIATI COME “OBBLIGATORI” QUANDO SONO ‘VOLONTARI'”

SCUOLA “BASTA CON LA CONSUETUDINE DELLE SCUOLE DI  CHIEDERE CONTRIBUTI SPACCIATI COME “OBBLIGATORI”  QUANDO SONO ‘VOLONTARI'”
Il Movimento 5 Stelle chiede un intervento del Ministro Carrozza con una interrogazione in Commissione: “Fermare il fenomeno e stanziare più fondi per gli istituti”. Primo firmatario Fabrizio Bocchino

“Il Ministro dell’Istruzione è a conoscenza della consuetudine di gran parte delle scuole secondarie di secondo grado di richiedere un contributo scolastico definito “obbligatorio”, benché in realtà “volontario” ?”.  “E’ a conoscenza che tale contributo sia di diversa entità tra istituto ed istituto e se , quindi non ritenga che ciò possa costituire un elemento discriminante tra Istituti della stessa Regione o anche tra scuole di Regioni diverse?”. Lo chiede il Movimento 5 Stelle in una interrogazione al Ministro dell’ Istruzione Maria Chiara Carrozza con un atto sottoscritto da dieci parlamentari al Senato con primo firmatario Fabrizio Bocchino. “E’ necessario intervenire con urgenza e determinazione, anche con atti sanzionatori, per porre fine a tale prassi, ponendo in essere seri e attenti controlli volti ad arginare il fenomeno che, nonostante tutti i richiami posti in essere, risulta ancora evidente a tutt’oggi nei moduli d’iscrizione on-line di molti Istituti scolastici” spiegano Bocchino e gli altri parlamentari a 5 Stelle nell’interrogazione.
Il Movimento 5 Stelle chiede poi alla Carrozza “un intervento dal punto di vista normativo, per regolamentare in maniera differente la richiesta del contributo, ad esempio posticipandolo rispetto al momento dell’iscrizione, affinché sia maggiormente chiaro alle famiglie il carattere di volontarietà dello stesso e la non subordinariet à del contributo all’iscrizione stessa”.
“Pur nella consapevolezza che quanto sopra esposto possa portare a una riduzione delle entrate degli istituti collegate al contributo volontario – spiega Bocchino e gli altri parlamentari al Senato- è importante  conoscere l’ammontare complessivo del contributo oggetto della presente interrogazione riscosso da tutti gli istituti di ogni ordine e grado nel concluso anno scolastico”. “Provvedendo ad un monitoraggio dei flussi di cassa collegati  a questo il Ministero dovrebbe intervenire tempestivamente con l’allocazione di nuove risorse qualora se ne ravvisasse un decremento del fondo” concludono i parlamentari del Movimento 5 Stelle.

BONUS MATURITA’: “NO A DISEGUAGLIANZE TRA STUDENTI”

BONUS MATURITA’/ G. ROSSI (PD) : “NO A DISEGUAGLIANZE  TRA STUDENTI”

Dichiarazione del sen. Gianluca Rossi, capogruppo Commissione Finanze e Tesoro a Palazzo Madama

“I maturati  di quest’anno saranno le uniche ‘cavie’ dei percentili, un sistema che sta producendo gravi diseguaglianze tra gli studenti di scuole pubbliche e private, oltre che tra diversi territori d’Italia. Le incongruità visibili tra i ragazzi  che hanno appena concluso gli esami di maturità sono ormai palesi e pertanto inaccettabili ”
Così il senatore umbro del partito democratico Gianluca Rossi, che sottolinea come “l’applicazione del D.M. 12/6/2013, che ha già corretto il D.M. del 24/4/2013 da parte del ministero dell’istruzione produce  una serie di ingiustizie:  una vera e propria spada di Damocle sulla testa degli studenti che quest’anno affronteranno  le prove d’accesso ai corsi universitari a numero chiuso,  perché il ministro Carrozza ha già annunciato di voler approntare delle correzioni al sistema dei percentili, ma solo a partire però dal prossimo settembre, attraverso l’istituzione di una commissione ad hoc. Cioè fuori tempo massimo”.

Il senatore Rossi conclude ribadendo che “ciò non è sufficiente, e se non sarà sospesa ex nunc l’applicazione del calcolo dei percentili non sarà possibile evitare tutte queste disparità, senza contare i probabili  numerosissimi ricorsi. Chiedo, quindi, ciò che avevo evidenziato sia attraverso una lettera al ministro nel mese scorso sia attraverso un’interrogazione in commissione, ossia che in questi ultimi giorni utili si trovi il modo di evitare il peggio”.

Lettera aperta all’Onorevole Mariastella Gelmini e al Suo gruppo di lavoro

Lettera aperta all’Onorevole Mariastella Gelmini e al Suo gruppo di lavoro

Egregi Onorevole Mariastella Gelmini e membri del Suo gruppo di lavoro, in particolare dott. Max Bruschi,

con la presente, DESIDERIAMO esprimerVi la nostra sincera riconoscenza e gratitudine per l’impegno profuso nel cercare una soluzione equa alla situazione di disparità in merito all’inserimento in Graduatoria ad Esaurimento (GaE) che si è venuta a creare:

–         tra i diversi abilitandi e abilitati che hanno iniziato il percorso attraverso le SSIS e lo hanno concluso o lo stanno concludendo mediante TFA;

–         tra gli abilitati SSIS di tutti i cicli e quelli del semestre aggiuntivo IX ciclo.

Ci siamo sentiti per lungo tempo dimenticati e abbandonati da ogni Istituzione e ci ha fatto molto piacere, oltre che dato speranza, sapere che Voi foste alla ricerca di una soluzione da proporre per noi, numericamente pochi e quindi politicamente poco rilevanti.

Abbiamo avuto per molto tempo la sensazione che il nostro merito, di essere stati impegnati in un dottorato o altri corsi o di aver superato le selezioni per più classi di concorso, fosse sottovalutato da ogni Istituzione e che anzi fosse diventato per noi fonte di discriminazione. Il nostro intento invece è sempre stato quello di seguire percorsi per diventare insegnanti migliori e qualificati per affrontare con maggiore serietà il lavoro per il quale ci stiamo spendendo con tanto impegno e dedizione.

Ci auguriamo che il Vostro sforzo possa produrre i risultati da noi tutti desiderati e ripristinare una situazione di giustizia che da lungo tempo stiamo perseguendo.

Grazie e cordiali saluti,

–         Congelati SSIS abilitati e abilitandi tramite il TFA non inseriti in GaE

–         Docenti idonei e in posizione utile nelle graduatorie per accedere al secondo biennio di specializzazione o ad uno o più semestri aggiuntivi al fine di conseguire una seconda abilitazione abilitati e abilitandi tramite il TFA non inseriti in GaE

–         Abilitati del semestre aggiuntivo IX ciclo SSIS non inseriti in GaE

VICARI DIRIGENTI SCOLASTICI: hanno pieno diritto a percepire l’indennità per le funzioni superiori svolte

VICARI DIRIGENTI SCOLASTICI – Un altro Tribunale conferma la tesi dell’Anief: hanno pieno diritto a percepire l’indennità per le funzioni superiori svolte

 

A coloro che sostituiscono il capo d’istituto per oltre 15 giorni spetta l’assegnazione del compenso previsto dal Ccnl: non regge la tesi del Miur di aggirare il pagamento imputandolo sul Fis o rivendicando la spending review.

 

Interessati a recuperare i compensi mancati, tutti i vicari cui è stato leso il loro diritto all’equo compenso per l’operato degli ultimi 3 anni: ancora possibile presentare ricorso tramite Anief e recuperare fino a 15mila euro.

 

Dopo quello di Milano, anche il Tribunale di Lavoro di Frosinone conferma la tesi dell’Anief prodotta oltre un anno e mezzo fa: gli oltre 8mila docenti vicari dei dirigenti scolastici hanno pieno diritto a ricevere l’indennità relativa alle funzioni superiori ricoperte per almeno 15 giorni consecutivi.

 

Secondo il Tribunale di Frosinone, che ha condannato il Ministero dell’Istruzione, che si era opposto ad un decreto ingiuntivo dello stesso Tribunale laziale a seguito di istanza presentata da un docente, sono infondati e privi di pregio giuridico i motivi di opposizione sostenuti dall’Avvocatura dello Stato. Secondo il giudice, rimane pienamente in vigore quanto introdotto dall’art.69 del Ccnl 1994/1997, confermato in tutti i successivi Ccnl: il sostituto del Ds deve percepire un adeguato compenso per l’assolvimento di compiti e responsabilità superiori a quelle per cui è stato assunto.

 

Sempre per il Tribunale laziale non hanno alcun effetto le indicazioni emesse dal Miur, attraverso apposite Circolari per la predisposizione dei programmi annuali, con le quali non vengono assegnate agli istituti interessati le risorse finanziarie per il pagamento dell’indennità di funzioni superiori. È ininfluente, di conseguenza, che i pagamenti dei vicari vadano imputati al Fondo d’Istituto, piuttosto che all’erario: questa decisione dell’amministrazione non può, infatti, compromettere l’ordinario funzionamento del servizio scolastico, dal momento in cui il vicario deve sostituire lo stesso il dirigente per motivi legati alle ferie, alle lunghe malattie o agli incarichi impegnativi (come gli esami di Stato oppure la presa in carico della gestione di diversi punti di erogazione del sevizio scolastico). A meno che il Miur non pensi che una scuola possa essere governata senza la presenza del capo d’istituto.

 

Sempre per il Tribunale non può essere pertinente, come sempre sostenuto l’Anief, l’accostamento all’art. 14, comma 22, del dl n. 95, la cosiddetta spending review, convertito nella Legge 135/2012, in quanto l’interpretazione autentica riguardante tale norma non ha alcun collegamento con le funzioni vicarie del dirigente scolastico.

 

Ancora una volta, l’interpretazione del giudice del lavoro coincide con quella del sindacato: nei confronti dei vicari deve essere necessariamente corrisposto il 50% di indennità di reggenza, spettante per la responsabilità e la gestione degli istituti scolastici a loro affidati (e sottodimensionati), e le altre indennità relative alla sostituzione del dirigente per periodi maggiori a 15 giorni (esami di Stato, ferie o lunghe malattie).

 

Del resto, la stessa legge 182/2011, che ha introdotto modifiche alla Legge 111/201, ha confermato che anche nelle scuole sottodimensionate le reggenze devono essere corrisposte. Ciò in ossequio al maggior lavoro svolto, avendo sempre come riferimento la propria professionalità di base.

 

Quello che fa pensare – è l’amaro commento di Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – è che tocca sempre al giudice del lavoro stabilire quello che dovrebbe essere evidente, oltre che per via contrattuale, anche attraverso un po’ di buon senso: il vicario, impegnato a sostituire il dirigente scolastico per oltre 15 giorni, svolge infatti una funzione superiore. E come tale va retribuita. Punto”.

 

Tutti i docenti che negli ultimi tre anni hanno svolto attività di vicario del ds e che ancora non si sono avvalsi della possibilità di presentare ricorso, avviando un’azione legale al giudice del lavoro per recuperare le somme spettanti, possono chiedere ancora assistenza all’Anief inviando una mail a reggenza@anief.net.

Riceveranno le istruzioni operative per procedere alla richiesta di un loro diritto non riconosciuto: l’obiettivo è recuperare fino a 15mila euro e far diventare l’indennità un diritto e non una concessione.

Corte d’Appello di L’Aquila: rigettate le richieste del MIUR contro il ‘pettine’

Corte d’Appello di L’Aquila: rigettate le richieste del MIUR contro il ‘pettine’ ANIEF

 

La Corte d’Appello di L’Aquila conferma le tesi dell’ANIEF sul diritto all’immissione in ruolo in virtù dell’inserimento a “pettine” nelle graduatorie 2009/2011 e rigetta la richiesta presentata dal MIUR di sospensione dell’efficacia della sentenza di primo grado emanata dal Tribunale di Chieti in favore di una nostra iscritta.

 

Non pago delle centinaia di sentenze che lo hanno visto soccombente nei tribunali del lavoro di tutta Italia – con relative e spesso sostanziose condanne al pagamento delle spese di lite – il MIUR persevera nella sua ostinazione “azzardandosi” in ricorsi d’appello motivati più che altro dall’assurda volontà di non ammettere le proprie responsabilità e di continuare a protrarre un contenzioso che lo ha visto più volte condannato anche per lite temeraria. Dopo il rigetto delle richieste cautelari ottenute dagli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli presso la Corte d’Appello di Palermo di qualche mese fa, questa volta è il legale ANIEF Francesca Marcone a ottenere nuovamente ragione sul MIUR in Abruzzo incassando un’ulteriore vittoria e la piena conferma che le tesi portate avanti dal nostro sindacato sono ben più solide di quanto il Ministero non voglia ammettere.

 

Anche quando ricorre in appello, dunque, il MIUR continua a soccombere sull’annosa vicenda delle “code della vergogna” istituite nelle Graduatorie a Esaurimento 2009/2011 che l’ANIEF ha da subito denunciato come irrispettose del merito e della libera circolazione dei lavoratori sul territorio nazionale. Le motivazioni che spingono il Ministero dell’Istruzione a perseverare in questa odissea giudiziaria protraendo all’infinito un contenzioso che conta già centinaia di pronunce definitive di condanna dell’operato dell’amministrazione, restano ignote. Ci si rammarica solo per lo spreco di risorse pubbliche e per il danno all’erario causato dalle sicure condanne alle spese di lite che continueranno a ricadere sul MIUR, conseguenza certa delle scellerate azioni giudiziarie intraprese per non voler ammette, pervicacemente, di aver avuto torto.

 

SUI CONCORSI A DIRIGENTE SCOLASTICO

SUI CONCORSI A DIRIGENTE SCOLASTICO

 

Il Consiglio di Stato con la sentenza pubblicata giovedì 11 luglio 2013 ha deciso la ricorrezione delle prove scritte del concorso dei Dirigenti Scolastici della Lombardia. L’ANDIS è rispettosa delle sentenze della Magistratura, ma non può fare a meno di rilevare come il verdetto si inserisca in un quadro di generale incertezza e inaccettabile lunghezza dei tempi delle decisioni che investe anche altre regioni e che – al di là di ogni considerazione di carattere strettamente giuridico – mette a rischio il regolare funzionamento del sistema di istruzione e formazione, particolarmente nell’attuale fase di profonde trasformazioni.

 

L’Amministrazione Scolastica continua con tutta evidenza a considerare sopportabile che il ruolo dirigenziale venga ridotto a pura garanzia degli adempimenti burocratici, come diventa inevitabile in una situazione in cui per anni vengono affidati in reggenza istituti che hanno ampie dimensioni e molto spesso superano anche il limite massimo di studenti previsto dalle norme. Se non viene garantita la presenza effettiva di un dirigente, che esercita a tempo pieno la leadership educativa ed è garante della qualità del servizio pubblico, la progettualità, l’autovalutazione, il miglioramento si disperdono nel vento già gonfio delle buone intenzioni e dei sempre pregevoli auspici.

 

La crescita esponenziale ed inarrestabile del contenzioso è anche il prodotto della palese incapacità da parte dell’Ammistrazione di garantire il rispetto delle norme, dei tempi e delle modalità dei concorsi nella scuola. Se davvero si considera centrale la qualità dell’istruzione, occorre almeno che la legislazione imponga l’espletamento tempestivo e regolare delle procedure concorsuali, colpendo in maniera esemplare i responsabili dei ritardi e delle irregolarità.

 

Il Direttivo Nazionale dell’ANDIS, nell’esprimere solidarietà ai tanti docenti che, senza propria colpa, sono stati danneggiati dai ritardi e dalle decisioni della magistratura e nel fare appello alle forze politiche e all’opinione pubblica perché non continuino a lasciare sola la scuola in questo difficile momento, richiede un incontro urgente con il Ministro dell’Istruzione, per riaffermare che:

a)     siano riattivate immediatamente le procedure concorsuali in tutte le regioni in cui saranno presenti nell’anno scolastico 2013-2014 scuole senza dirigente, nominando celermente le commissioni giudicatrici e facendo in modo che esse operino esclusivamente per lo svolgimento delle operazioni concorsuali;

b)     vengano coperte tutte le sedi vacanti di dirigenza nelle regioni ove le procedure concorsuali sono concluse, scorrendo le graduatorie degli idonei;

c)     sia effettuato un intervento urgente per consentire l’esonero totale del collaboratore del dirigente scolastico nelle scuole date in reggenza, al quale il dirigente scolastico reggente possa attribuire tutte le deleghe rese possibili dal D. L.vo n. 165/2001.

Queste misure straordinarie debbono essere accompagnate dall’impegno di bandire e svolgere con regolare scadenza biennale i concorsi sui posti vacanti, individuando i responsabili della loro organizzazione e controllando il loro effettivo espletamento. L’ANDIS ritiene infatti che proprio il particolare momento di crisi del paese imponga una politica di rilancio dello sviluppo. E’ da troppo tempo che i processi di riforma non sono opportunamente supportati da forme di selezione del personale efficaci e tempestive e da successive azioni di seria e obbligatoria formazione in servizio dei dirigenti scolastici e dei docenti.

A tal fine l’ANDIS mette a disposizione, come sempre, la propria esperienza associativa e il ricco patrimonio di idee.

 

Laceno, 14 luglio 2013

 

(documento approvato all’unanimità dal Direttivo Nazionale)