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11 aprile Linee guida Edilizia scolastica

Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, acquisito il parere della Conferenza Unificata, vara un decreto per l’adozione delle linee guida contenenti indirizzi progettuali di riferimento per la costruzione di nuove scuole, anche in linea con l’innovazione introdotta nell’organizzazione della didattica con la diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione

Di seguito il comunicato stampa:

Scuola, varate in Conferenza Unificata le nuove linee guida per l’edilizia scolastica
Scuole più sicure e spazi di apprendimento  al passo con l’innovazione digitale

(Roma, 11 aprile 2013) Se la scuola cambia e si rinnova, allora devono cambiare anche gli edifici e gli spazi educativi, secondo nuovi criteri per la costruzione degli edifici scolastici e uno sguardo al futuro, ai nuovi spazi di apprendimento coerenti con le innovazioni determinate dalle tecnologie digitali e dalle evoluzioni della didattica. Sono questi i principi ispiratori delle nuove Linee Guida per le architetture interne delle scuole varate oggi, su proposta del ministro Francesco Profumo, dopo il parere della Conferenza Unificata. Tra gli obiettivi di fondo, garantire edifici scolastici sicuri, sostenibili, accoglienti e adeguati alle più recenti concezioni della didattica, sostenute dal percorso di innovazione metodologica intrapreso grazie alla progressiva diffusione delle ICT nella pratica educativa.
Le Linee Guida rinnovano i criteri per la progettazione dello spazio e delle dotazioni per la scuola del nuovo millennio. Per questo motivo si discostano dallo stile prescrittivo delle precedenti, risalenti al 1975. La nuova logica, infatti, è di tipo “prestazionale”, e rende i criteri di progettazione più agevolmente adattabili alle esigenze didattiche e organizzative di una scuola in continuo mutamento. Vengono dunque riconfigurate la architetture interne, proponendo una concezione dello spazio differente da un modello di organizzazione della didattica rimasto ancorato alla centralità della lezione frontale. Le Linee Guida appena approvate propongono invece spazi modulari, facilmente configurabili e in grado di rispondere a contesti educativi sempre diversi, ambienti plastici e flessibili, funzionali ai sistemi di insegnamento e apprendimento più avanzati. Se infatti cambiano le metodologie della didattica, superando l’impostazione frontale, anche la realizzazione degli edifici scolastici dovrà rispondere a parametri e criteri architettonici e dell’organizzazione dello spazio del tutto nuovi.
La predisposizione e l’approvazione delle nuove Linee Guida si inserisce all’interno di un percorso, seguito dal Miur, iniziato con un’approfondita ricognizione internazionale, presentata nell’ambito del convegno “Quando lo spazio insegna” del 16 maggio 2012. In quella occasione è stata avviata una ricerca di soluzioni operative che consentano un’effettiva rigenerazione del patrimonio scolastico, per renderlo più adatto all’evoluzione tecnologica e rispondente ai criteri di sicurezza. Un impegno, questo, che si è poi concretizzato anche attraverso la recente direttiva firmata dal ministro Profumo, che prevede lo stanziamento di 38 milioni di euro da destinare alla costruzione di nuove scuole attraverso lo strumento del fondo immobiliare e nel rispetto delle nuove Linee Guida.

Avviso 11 aprile 2013

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane,Finanziarie e Strumentali
Direzione Generale per le Risorse Umane del Ministero, Acquisti e Affari Generali – Ufficio 2°

Avviso 11 aprile 2013

OGGETTO: “Concorso pubblico, per esami, a 20 posti, per l’accesso al profilo professionale di funzionario amministrativo/giuridico, legale e contabile, area C, posizione economica C1, del ruolo del personale del Ministero dell’Università e della Ricerca”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 96 – 4^ Serie speciale – “Concorsi ed esami”, del 09 dicembre 2008.

Rassegna Stampa 11 aprile 2013

IN  PRIMO  PIANO

 
   
Giorno/Resto/Nazione  del  11-04-2013  
LA “PAGHETTA” DIVENTA DIGITALE FINIRA’ NELLA CARTA DELLO STUDENTE (S.Mastrantonio) [solo_testo] pag. 18  
Avvenire  del  11-04-2013  
BAMBINI E QUALITA’ DELLA VITA ITALIA MAGLIA NERA DELLA UE (P.Simonetti) [solo_testo] pag. 8  
Famiglia Cristiana  del  14-04-2013  
LE BIBLIOTECHE CHIEDONO AIUTO (R.Maderna) [solo_testo] pag. 110  
   

MINISTRO

 
   
il Mattino  del  11-04-2013  
MALAGO’ E I MINISTRI IN PALESTRA A SCAMPIA (G.Agata) [solo_testo] pag. 47  
il Mattino  del  11-04-2013  
BAGNOLI, NOTE DI SPERANZA NEL CONCERTO DELL’ORGOGLIO [solo_testo] pag. 37  
il Manifesto  del  11-04-2013  
CITTA’ DELLA SCIENZA, RIAPRONO LE SALE RISPARMIATE DAL ROGO. OGGI IN VISITA GRASSO E PROFUMO [solo_testo] pag. 3  
   

MINISTERO

 
   
il Messaggero  del  11-04-2013  
“CARTA STUDENTE” RICARICABILE PER LA PAGHETTA AI PROPRI FIGLI [solo_testo] pag. 15  
il Sole 24 Ore  del  11-04-2013  
LAVORO – UNA “PREPAGATA” PER GLI STUDENTI [solo_testo] pag. 45  
Italia Oggi  del  11-04-2013  
BREVI-LA PAGHETTA SETTIMANALE [solo_testo] pag. 25  
Leggo – Ed. Milano  del  11-04-2013  
LA PAGHETTA? ALLA CARTA (L.Loiacono) [solo_testo] pag. 5  
il Messaggero  del  11-04-2013  
SCUOLA E BENESSERE DEI BIMBI, ITALIA ULTIMA (S.Prudente) [solo_testo] pag. 15  
la Stampa  del  11-04-2013  
COME STANNO I BAMBINI ITALIANI? (M.Ternavasio) [solo_testo] pag. 52  
Corriere della Sera – ed. Milano  del  11-04-2013  
PREVENZIONE EDUCARE I GIOVANI [solo_testo] pag. 8  
Avvenire  del  11-04-2013  
PARITARIE A BOLOGNA “RISORSA PER TUTTI” (C.Dall’olio) [solo_testo] pag. 11  
L’Unita’  del  11-04-2013  
I GRILLINI TOSCANI: SOLDI SPRECATI I VIAGGI AD AUSCHWITZ (T.Jop) [solo_testo] pag. 4  
Leggo – Ed. Roma  del  11-04-2013  
FUGA DAL LICEO (L.Loiacono) [solo_testo] pag. 24  
Giornale di Sicilia  del  11-04-2013  
ATTIVITA’ BLOCCATE, 27 CENTRI A RISCHIO (A.Sampino) [solo_testo] pag. 23  
Ciociaria Oggi  del  11-04-2013  
LEZIONI DI AMBIENTE E NATURA, CORPO FORESTALE IN CATTEDRALE (D.Ambrosetti) [solo_testo] pag. 22  
la Voce Repubblicana  del  11-04-2013  
RINASCIMENTO: E’ UNA FASE STORICA MA ANCHE L’OCCASIONE PER UNA VERA RINASCITA (L.Gigliotti) [solo_testo] pag. 3  
Avvenire  del  11-04-2013  
LA DROGA SI VINCE SOLO RIEMPIENDO IL NULLA (F.Camon) [solo_testo] pag. 2  
Famiglia Cristiana  del  14-04-2013  
L’OPERA DI SALVATAGGIO DI UN FIGLIO “FANTASMA” (O.Poli) [solo_testo] pag. 110/11  
Tempi  del  17-04-2013  
LE PILLOLE DELLA FELICITA’ (U.Casotto) [solo_testo] pag. 6/10  
il Sole 24 Ore  del  11-04-2013  
LAVORO – A BOLOGNA AL VIA ALMA ORIENTA [solo_testo] pag. 45  
la Repubblica – ed. Bologna  del  11-04-2013  
MATRICOLE O DOTTORI, UNA SOLA CERTEZZA “IL FUTURO? PER NOI E’ FUORI DALL’ITALIA” [solo_testo] pag. 3  
la Repubblica – ed. Bologna  del  11-04-2013  
“IL CAROVITA, MALEDIZIONE DEGLI STUDENTI” [solo_testo] pag. 2/3  
la Stampa  del  11-04-2013  
ARRIGO LEVI, IL MESTIERE DI CAPIRE (B.Quaranta) [solo_testo] pag. 39  
Famiglia Cristiana  del  14-04-2013  
Int. a F.Anelli: “RAGAZZI, STUDIATE PER VOI STESSI” (R.f.) [solo_testo] pag. 54/55  
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  11-04-2013  
L’ARCIVESCOVO: A TARANTO NON CHIUDA IL POLITECNICO (L.Barile) [solo_testo] pag. 11  
la Repubblica – ed. Milano  del  11-04-2013  
SCIASCIA NEL QUADRILATERO CON MANZONI E STENDHAL (R.Cicala) [solo_testo] pag. 14  
la Repubblica  del  11-04-2013  
ADDIO A PAOLO SOLERI ARCHITETTO DELL’UTOPIA (F.Erbani) [solo_testo] pag. 53  
il Sole 24 Ore  del  11-04-2013  
CHIMICA PIU’ SPECIALIZZATA (A.Biondi) [solo_testo] pag. 42  
il Messaggero  del  11-04-2013  
“L’UNIVERSO STA BENE E’ BELLO E POSSIBILE” (A.Masiero) [solo_testo] pag. 25  
la Stampa  del  11-04-2013  
SIAMO ROBOT, MA VOGLIAMO ASSOMIGLIARE A VOI UMANI (A.Pieracci) [solo_testo] pag. 23  
il Messaggero  del  11-04-2013  
CURE CON LE STAMINALI, SI’ DEL SENATO (C.Massi) [solo_testo] pag. 11  
Corriere della Sera  del  11-04-2013  
L’ADDIO AL MEDICO PAPA’ DI 5 MILIONI DI BAMBINI (E.Boncinelli) [solo_testo] pag. 27  
E’ Vita (Avvenire)  del  11-04-2013  
IN AMERICA PASSI AVANTI PER BREVETTARE IL CORPO UMANO UN’AZIENDA BIOTECH RICHIEDE IL “PATENTINO” PER (T.Scandroglio) [solo_testo] pag. 16
   

PUBBLICA  AMMINISTRAZIONE  E  SOCIETA’

 
   
Corriere della Sera  del  11-04-2013  
ALTOLA’ DELL’EUROPA ALL’ITALIA: TORNA IL RISCHIO DEL CONTAGIO (L.Offeddu) [solo_testo] pag. 2/3  
il Sole 24 Ore  del  11-04-2013  
DEBITI PA, OK AI PRIMI 10 MILIARDI PER I PRESTITI (E.Bruno/M.Mobili) [solo_testo] pag. 10  
il Sole 24 Ore  del  11-04-2013  
LA PRIORITA’ E’ ATTUARE LE RIFORME POI CUNEO, INVESTIMENTI E RICERCA (M.mo./M.rog.) [solo_testo] pag. 8  
Corriere della Sera  del  11-04-2013  
QUEI 26 EURO L’ANNO (G.Stella) [solo_testo] pag. 1  
   
 A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi

 

 
   

Arriva la nuova IoStudio!

Arriva la nuova IoStudio!

Da oggi la Carta dello Studente offre anche i servizi di pagamento
per favorire il risparmio dei giovani nell’acquisto
di prodotti culturali e didattici

L’iniziativa presentata oggi al Miur dal Ministro Francesco Profumo,
e dall’Ad di Poste Italiane, Massimo Sarmi

Roma, 10 aprile 2013 – Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (Miur) e Poste Italiane danno vita alla campagna di educazione finanziaria rivolta ai giovani sui nuovi e più sicuri strumenti di pagamento. Protagonisti dell’iniziativa saranno gli studenti della scuole secondarie di II grado, nel quadro della iniziative previste dal Ministero con il lancio dello strumento di pagamento integrato alla “Carta dello Studente – IoStudio”.
Il progetto di educazione finanziaria è stato illustrato oggi a Roma nella sede del Miur dal Ministro Francesco Profumo e dall’Ad di Poste Italiane Massimo Sarmi.

“Attraverso questa ulteriore operazione – spiega il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo – la nostra scuola si allinea ai migliori standard internazionali, con una carta in grado di attestare lo status di studente non solo in Italia, ma anche all’estero. Inoltre, i tanti attori messi insieme, che hanno dimostrato una particolare attenzione nei confronti del mondo della scuola e dei servizi agli studenti, permettono oggi di completare una rosa di agevolazioni che, oltre ad andare incontro ai nostri ragazzi, possono rappresentare una boccata d’ossigeno per le famiglie italiane, in un momento di particolari difficoltà economiche come quello attuale. È poi di particolare significato che una parte dei proventi ricavati da Poste Italiane attraverso l’utilizzo delle funzioni di pagamento della carta – conclude Profumo – contribuiranno all’istituzione del Fondo per il Diritto allo Studio che sosterrà la realizzazione e promozione dei progetti nazionali per l’accesso allo studio”.

“La collaborazione con il Miur nasce dalla storica vocazione di Poste Italiane alla educazione nella cultura del risparmio e, negli anni, alla diffusione di sistemi sempre più evoluti di pagamento – dichiara l’Amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi. Ora con questa Carta dello Studente con le funzioni della Postepay – ha aggiunto l’Ad di Poste Italiane – ci rivolgiamo agli studenti per consegnare loro uno strumento sicuro e innovativo da usare per depositare i risparmi, le borse di studio scolastiche, le paghette ricevute dai genitori e acquistare in totale sicurezza prodotti culturali o didattici”.

La Carta dello Studente – IoStudio oltre ad avere la funzionalità istituzionale di carta di riconoscimento dello status di studente e permettere la fruizione dei servizi e delle agevolazioni per il mondo della cultura offerti dal Miur, sarà integrata con una serie di funzioni finanziarie proprie della Postepay con annesso sistema di sconti, basato sull’iniziativa Sconti BancoPosta – che prevede l’accredito diretto sul conto ogni 10 euro risparmiati, trasformandosi così in un borsellino elettronico nel quale, ad esempio, i genitori potranno versare ai ragazzi la “paghetta” settimanale.
In questo modo la Carta sarà abilitata a compiere piccoli acquisti, comperare libri, musica, audiovisivi o altri materiali e contenuti didattici.
Sulla Carta, inoltre, potranno poi essere accreditate le borse di studio ottenute dagli studenti e ogni altro sussidio previsto per i ragazzi delle scuole secondarie.

Come ogni anno, le Carte verranno distribuite dalle segreterie scolastiche a tutti gli studenti frequentanti, ma dal prossimo anno scolastico le famiglie potranno scegliere di attivare gratuitamente le funzioni finanziarie per garantire ai loro figli uno strumento di pagamento sicuro, inibito ad acquisti non sicuri e con la garanzia della tracciabilità degli acquisti.
A complemento e supporto dell’iniziativa Poste Italiane in accordo con il Miur renderà disponibili agli studenti un’area Web e servizi su mobile app dedicati alla carta utili alla vita sociale e culturale dello studente.
Nell’ottica dell’evoluzione dei sistemi di pagamento, sarà anche offerta la possibilità agli studenti di associare una SIM alla PostePay per accedere ai servizi che consentiranno di effettuare direttamente dal cellulare operazioni informative (verifica saldo e ultimi movimenti della Postepay) e operazioni dispositive (ricarica Postepay e SIM, pagamento bollettini).

Poste Italiane, infine, ha accolto la richiesta del Miur di destinare una quota parte dei proventi ricavati dall’utilizzo delle funzioni di pagamento da parte degli studenti all’istituzione del Fondo per il Diritto allo Studio che sosterrà la realizzazione e promozione dei progetti nazionali per l’accesso allo studio.

PROFUMO RIFERISCA SU SITUAZIONE ORGANICI NUOVO ANNO SCOLASTICO

SCUOLA: PUGLISI (PD), “PROFUMO RIFERISCA SU SITUAZIONE ORGANICI  NUOVO ANNO SCOLASTICO”
“AUMENTANO LISTE D’ATTESA SCUOLA INFANZIA. DARE RISPOSTE CERTE E IMMEDIATE”

Dichiarazione della senatrice del Pd Francesca Puglisi

“Il Ministro della Pubblica Istruzione venga in Parlamento a riferire sulla situazione degli organici per il prossimo anno scolastico e sulle condizioni di precarietà in cui versa il personale della scuola.” Lo ha chiesto la senatrice del Pd Francesca Puglisi, intervenendo oggi in Aula al Senato a fine seduta. “Negli ultimi 5 anni le scuole – ha sottolineato la parlamentare democratica – hanno accolto 90.990 alunni in più, mentre si sono viste sottrarre 81614 insegnanti 43.878 Ata. Le conseguenze dei tagli sono evidenti: il limite dei 20 alunni per classe in presenza di un alunno con disabilità non viene quasi mai rispettato, così come non sono spesso rispettate le norme di sicurezza delle aule a causa del sovraffollamento, non vengono date risposte alle domande di tempo pieno delle famiglie, impossibile il funzionamento dei laboratori”. “Inoltre – ha continuato Puglisi- le liste d’attesa nella scuola dell’infanzia sono tornate a crescere in tutt’ Italia a causa del disimpegno dello stato e dei tagli ai bilanci dei Comuni”.
“Nel prossimo anno scolastico c’è una riduzione dei pensionamenti del 50% del personale docente e non docente delle scuole, mentre 3500 insegnanti della quota ’96 sono rimasti imbrigliati nella riforma Fornero, maturando ad agosto il diritto di andare in pensione per il personale della scuola. Su questa già pessima situazione, pende lo sciagurato articolo della Spending Review che vuole spostare su posti Ata gli insegnanti inidonei, licenziando gli Ata precari, che proponiamo di cancellare – fa presente la parlamentare – con una proposta di legge che ho già  depositato”. “Nelle graduatorie ad esaurimento abbiamo oltre 180.000 precari, 76000 di questi lavorano ogni anno in organico di fatto, assunte all’inizio dell’anno scolastico e licenziate a giugno. Queste persone possono essere stabilizzate senza un aggravio di costi per lo stato assicurando soprattutto ai ragazzi con disabilità la continuità didattica che e’ grande parte della qualità della scuola.  Attendiamo di capire – conclude Puglisi – come il Ministro Profumo intende affrontare l’avvio dell’anno scolastico, assicurando il diritto ad una scuola di qualità e il diritto ad un posto nella scuola dell’infanzia, sancito dalla legge 53 del 2003.”

Il brand edipico sempreverde

Il brand edipico sempreverde

Avere degli schemi, più o meno essenziali, ma ferrei e radicati nella tradizione, è di grande conforto per chi li usa. E inoltre blandisce e rassicura, generando un sicuro successo. Gli schemi piacciono, specie quando confermano le semplificazioni, o quando possiedono un’intrinseca normatività. Oggi le opinioni prevalenti sono quasi sempre quelle che si avvalgono e si fondano su schemi ormai acquisiti, anche quando questi sono ampiamente superati o perlomeno contestati, confutati, criticati.

La prevedibilità delle opinioni dominanti, sapientemente amministrate da una piccola comunità di sedicenti esperti, spesso ormai arruolati nelle vesti appunto di opinionisti, è al limite dell’insostenibile. Eppure la norma che consente ad un’opinione, oppure anche di un parere effettivamente esperto, di candidarsi a posizioni di diffusione preminenti, è proprio quella che impone di mostrare il suo radicamento in schemi riconoscibili, meglio se ampiamente riconosciuti, nonostante talora ampiamente in decadenza. Per quanto mi riguarda, occupandomi di tematiche legate all’educazione, non finisco mai di stupirmi nel leggere articoli o nell’ascoltare interviste o rubriche, come oggi si definiscono, a cura di riconosciuti esperti, che ripetono come un mantra letture di fenomeni innervate dallo stesso vetusto bagaglio di categorie della cui fondatezza, anche solo storica, vi sono ottime ragioni perlomeno di dubitare. Ma tutto questo non stupisce affatto. E’ una legge, una legge del potere, dei poteri, che si appoggiano sempre sulle letture facili, leggibili, e soprattutto rassicuranti. Si prenda per esempio la proliferazione di articoli, interviste televisive, rubriche che hanno ad oggetto i comportamenti giovanili. Qui oscilliamo spaventosamente tra letture puramente corrive, che attaccano la nuova ignoranza, il nuovo analfabetismo, la nuova violenza e così via (che di solito si appoggiano su rilievi statistici così riduttivi e capziosi da sfiorare la comicità: il 50% degli intervistati non conosce il significato della parola “usbergo” o cose del genere) a letture più colte e ampollose, sature di metafore e espressioni tecniche, che tuttavia confermano le medesime diagnosi, solo appoggiandosi su schemi sicuri. Sotto questo profilo, per esempio, mai come in questo periodo, è adoperato con sicuro effetto lo schema del complesso d’Edipo come grimaldello per sentenziare più o meno a morte sulla nuova gioventù. Dopo che per molti anni la psicoanalisi è stata piuttosto malvista nel mondo dell’opinione diffusa, oggi che è diventata una teoria normativa come un’altra, ecco che improvvisamente l’Edipo troneggia sui giornali anche più classicamente conservatori. E, si badi bene, non è un caso. Perché quando l’Edipo, -ormai un vero e proprio brand- che notoriamente ribadisce la necessità di figure genitoriali riconoscibili, di codici normativi cui sottostare, di castrazioni salvifiche e purtroppo non più somministrate con sufficiente tempismo, viene evocato, è tutta un’ideologia sociale molto precisa che viene implicitamente confermata. Un’ideologia sociale che rassicura molto che non gradisce lo sfaldarsi dell’autorità, della famiglia, dei confini tra ruoli e generazioni, il nomadismo sessuale e così via. Allo stesso modo le diagnosi che, sempre sullo stesso terreno, enfatizzano, sempre in ragione delle frane edipiche, l’affermarsi di soggetti narcisisti, fragili, incapaci di elaborare i fallimenti e che dunque implicitamente reclamano il ritorno a una normatività più decisa, ad una maggiore sorveglianza verso la nefasta deriva che conduce a scegliere il godimento anziché la fatica, è chiaro che tutto ciò non può che riempire di gioia chi si augura di poter amministrare soggetti più consapevoli del limite, del dovere, del sacrificio necessario a quella conformazione sociale cui non si sfugge, secondo tali profeti, senza pagare gravissimi prezzi.

Come dire: vecchi schemi e vecchie intramontabili politiche. Eppure sono decenni che si sono affermate, nei più diversi contesti disciplinari, dalla psicologia alla filosofia, alla sociologia all’antropologia, letture molto meno prescrittive intorno alla famiglia e al rapporto con il sapere, sia sul fronte della contestazione dell’alone appunto ideologico e deterministico dell’impostazione edipica, sia sul fronte di forme di vita del tutto irriducibili a tali formule e schemi. Letture che non assumono le nuove libertà dei soggetti e dei loro processi di soggettivazione sotto i paradigmi che hanno consentito di riconoscere i processi di antropogenesi europei dei secoli passati, ma che sono aperti al riconoscimento positivo di ipotesi di costruzione sociale che provengono da quella che, sotto gli occhi di tutti, è diventata  una società plurale, in via di ampia contaminazione etnica, culturale, sessuale. Curiosamente sui quotidiani e nelle grandi arene televisive capita molto di rado di ascoltare letture di marca antiedipica, o decostruzionista, o etnopsichiatrica, o queer sui destini della famiglia, della castrazione, del desiderio. A parlare, in un sol epico e marziale coro, sono gli scrittori-insegnanti incollati alle mitologie di una scuola e di un’adolescenza (peraltro solo nella loro privata autobiografia), tutta libri e belle lettere, politicamente attrezzata e serafica nell’olocausto dei propri godimenti a pro di carriere folgoranti, oppure gli psicoanalisti convertiti definitivamente alla norma, che pilotano l’Edipo come una macchina da guerra all’incontrario. Di fronte al loro parere inconfutabile, siamo costretti, sono costretto, a continuamente veder esecrata una gioventù che, personalmente, trovo molto meglio della mia, molto più informata, libera, meno dipendente, meno inibita, meno ideologica, una generazione che, anche grazie a cellulari e social network, scrive, scrive moltissimo e non solo poesie o diari lacrimosi e disperati, e che forse ci regalerà un mondo, me lo auguro, che ridimensioni definitivamente la famiglia come la conosciamo, e con essa una scuola che ha ancora gli stessi muri dei manicomi e delle carceri e che arranca da sempre a costruire interesse intorno alla cultura. Per rimpiazzarle, mi auguro, con altre forme societarie e con luoghi dell’imparare finalmente scelti, consapevolmente, in cui ciò che si fa sia desiderabile, partecipabile, alla lunga in grado di suscitare non odio ma amore, amore per il sapere e per l’emancipazione che da un’autentica conoscenza diffusa può derivare. Oltre gli schemi vetusti e il moralismo e il normativismo che cola dai nostri media asserviti, con i suoi testimoni -pochi, cattivi e privilegiati-, come pece bollente.

Paolo Mottana
Università di Milano Bicocca

PER UNA SCUOLA CHE ORIENTA AL DOMANI

61° Convegno Nazionale ANDIS
10° Seminario Regionale ANDIS Toscana
Monastero di Camaldoli 19‐20‐21 aprile 2013
PER UNA SCUOLA CHE ORIENTA AL DOMANI
Formazione permanente, maggiori opportunità di lavoro, cittadinanza attiva nell’Europa della crisi

Programma di venerdì 19 aprile
ore 12.30 ritrovo dei partecipanti al Monastero
ore 13.00 pranzo
ore 14.00 iscrizioni
ore 14.30 inizio dei lavori

1^ sessione: coordina e presenta l’iniziativa Maurizio Monti, Presidente Regionale ANDIS Toscana
ore 15.00 intervento di saluto Gregorio Iannaccone, Presidente Nazionale ANDIS
ore 15.15 saluto di Claudio Bacaloni Vice Direttore Regionale USR Toscana
ore 15.30 on. Rosa De Pasquale: Il problema della dispersione scolastica in Toscana
ore 16.30 prof. Gino Piagentini : Dispersione scolastica e formazione degli insegnanti
ore 17.30 prof. Domenico Chiesa: Le problematiche dell’età adolescenziale e il ruolo della scuola
ore 18.30 Interventi e risposte dei relatori
ore 19.30 Cena
ore 20.30 Centro di visita del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

Programma di sabato 20 aprile
ore 8.30 Colazione
2^ sessione: Coordina Ornella Mercuri
ore 9.00 intervento di Marco Rossi Doria Sottosegretario all’Istruzione
ore 9.00 Speranzina Ferraro: il Piano dell’Orientamento a livello nazionale
ore 11.00 Di Fabio Anna Maria: Orientamento e Università
ore 12.00 Interventi e risposte dei relatori
ore 13.00 Pranzo

3^ sessione: Coordina Fiorenzo Li Volti
ore 14.30 Antonella Zuccaro: Indicazioni e Programma Nazionale Indire sull’Orientamento
ore 15.30 esperienze a confronto
Intervengono:
Nicola Puttilli Torino
Luigi Sebastiani Massa‐Carrara
Massimo Batoni Firenze
ore 18.30 interventi e risposte dei relatori
ore 19.30 Visita al castello di Poppi e cena al Ristorante Casentino
ore 22.30 rientro al Monastero

Programma di domenica 21 aprile
4^ sessione: Coordina Mariagrazia Ciambellotti
ore 8.30 Colazione
ore 9.00 Giancarlo Cerini: l’Orientamento nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo
ore 10.00 Cinzia Mion: Orientamento e conoscenza di noi stessi. Quali valori nella pratica didattica ed educativa ?
ore 11.00 Sara Pagliai: Orientamento ed Europa ‐ Per una cittadinanza Europea
ore 12.00 interventi e dibattito
ore 12.30 intervento conclusivo del Presidente Nazionale ANDIS

Info e prenotazioni
Maurizio Monti: dirigente@icroncalligalilei.it; monti.maurizio@alice.it
Maria Grazia Ciambellotti: m.ciambellotti@scuole.prato.it
Ornella Mercuri: omercuri@dada.it
Luciano Rutigliano: luciano.rutigliano@alice.it
Fiorenzo Livolti: flivolt@tin.it
Quota di partecipazione:
€ 40,00 per i soci e € 50,00 per i non soci ANDIS
Spese di ospitalità € 120,00 (due giorni di pensione completa)
Cena a Poppi € 20,00

L’ANDIS è soggetto qualificato per la formazione del personale della scuola, ai sensi del D.M. n. 177/2000 e della Direttiva n. 90 del 2003, con D.M. del 7 dicembre 2005, notificato all’ANDIS con nota prot. n. 2303 del 15/12/2005 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Dipartimento per l’Istruzione – Direzione Generale per il personale della scuola – Ufficio VI.
E’ previsto l’esonero dal servizio.e il rilascio dell’attestato di partecipazione.

10 aprile: presidio a Roma dei precari della conoscenza

10 aprile: presidio a Roma dei precari della conoscenza. Chiesto un incontro al Ministro Profumo

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

Mercoledì 10 aprile 2013 alle 14 è stato indetto un presidio a Roma presso il Ministero dell’Istruzione e richiesto un incontro urgente al Ministro Profumo. “La FLC CGIL – dichiara Domenico Pantaleo – riparte con le iniziative di lotta in tutti i comparti della conoscenza per conquistare maggiori investimenti, una legge nazionale per il diritto allo studio, il superamento del precariato, il rinnovo dei contratti nazionali e un welfare inclusivo e universale”.

Presidio 10 aprile2013

Con l’iniziativa del 10 aprile la FLC CGIL intende “rivendicare  una radicale svolta rispetto alle scelte catastrofiche dei Governi Berlusconi e Monti“, con la convinzione che “per garantire a tutti il diritto al sapere bisogna ripartire dalla valorizzazione del lavoro“.

“Al Ministro Profumo – prosegue Pantaleo – chiederemo di bloccare le ulteriore annunciate decisioni demagogiche e autoritarie, di limitarsi alla gestione dell’ordinaria amministrazione e di affrontare immediatamente le vere emergenze che riguardano il destino di tanti lavoratori precari”.

Riferendosi alla situazione politica, il Segretario generale della FLC CGIL dichiara che “serve rapidamente un Governo politico che possa dare quelle risposte di cambiamento necessarie a rispondere alla estesa disperazione sociale”. “Il 10 aprile – conclude Pantaleo – è l’inizio di  una incisiva e continua mobilitazione sociale perché senza scelte forti e radicali l’Italia non uscirà dalla crisi”.

Scuola, niente prova Invalsi alla maturità

da Corriere della sera

Scuola, niente prova Invalsi alla maturità
Dal 2014 test di inglese e di orientamento

La valutazione debutta in quinta liceo, ma non sostituirà la terza prova. Cobas: sciopero a maggio contro la riforma

«Pericolo» scampato per i maturandi 2013: i test Invalsi (quelli che misurano in modo standardizzato le competenze degli studenti in italiano e matematica) debutteranno, sì, in quinta superiore, ma in via sperimentale. E, soprattutto, non faranno parte dell’esame finale. La terza prova della maturità, quindi, rimarrà esattamente quella che gli studenti conoscono. Perchè le prove vadano a regime per i ragazzi dell’ultimo anno di scuola bisognerà attendere il 2015. Solo allora potranno diventare un pezzo dell’esame. Per il momento, saranno utilizzate come strumento di orientamento per l’università. Sono queste le novità che l’Istituto di valutazione, insieme al ministero dell’Istruzione, ha comunicato a docenti e dirigenti scolastici. «La scuola – ha detto illustrando le novità il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo – è molto più pronta per l’innovazione di quanto ci si aspetti».

GRADUALE – L’introduzione delle prove sarà graduale, spiegano dalla Uil scuola: «a maggio di quest’anno verrà effettuato un pre-test su base campionaria, poi a gennaio 2014 si procederà su base censuaria. A gennaio 2015 ci sarà l’entrata a regime delle prove». Il sindacato conferma che non ci sarà «la sostituzione della terza prova d’esame con le prove Invalsi». Ma il commissario dell’ente, Paolo Sestito, ha anche chiarito che la «collocazione nella parte centrale dell’anno» delle prove non esclude che possano essere utilizzate «come elemento valutativo inseribile nell’esame».

LE NOVITÀ – Intanto, le novità: le scuole potranno decidere se utilizzare i risultati come elemento valutativo degli alunni e anche come mezzo di orientamento e di selezione per l’università. Molto probabilmente, nel 2014 si avvieranno anche le sperimentazioni per la prova di inglese che affiancherà le altre due materie «storiche» dei test: italiano e matematica. «C’è la possibilità che la prova di inglese sia considerata un pezzo della prova delle due materie di base o avere una vera e propria prova a parte che testi la conoscenza della lingua», ha spiegato Sestito. Dal 2016 potrebbero essere introdotti «altri ambiti disciplinari specifici» in base alle scuole, con una «valenza orientativa nei confronti del singolo ragazzo» per la scelta dell’università. Nel 2014, dopo la prima sperimentazione di quest’anno, la prova sarà «interamente somministrata sul computer».

LA VALUTAZIONE – Il Sistema nazionale di valutazione, ha spiegato il governo, in una nota, si fonderà su tre pilastri: l’attività dell’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione), che ne assumerà il coordinamento, sull’Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), che potrà aiutare le scuole nei piani di miglioramento, e sulla presenza di un contingente di Ispettori con il compito di guidare i nuclei di valutazione esterna.  Ogni singola scuola costruirà il proprio rapporto di autovalutazione secondo un quadro di riferimento comune e con i dati messi a disposizione dal sistema informativo del ministero dell’Istruzione, dall’Invalsi e dalle stesse istituzioni scolastiche. Il percorso si concluderà con la predisposizione di un piano di miglioramento e la rendicontazione pubblica dei risultati. Previste anche le visite dei nuclei esterni di valutazione. Sono oltre 1300 le istituzioni scolastiche che stanno già seguendo in via sperimentale questo percorso.

SCIOPERO GENERALE – I Cobas, intanto, sono sul piede di guerra e hanno convocato lo sciopero generale della scuola contro i test Invalsi: il 7 maggio nelle materne ed elementari, il 14 nelle medie e il 16 nelle superiori, giorni in cui si svolgeranno manifestazioni e iniziative a livello provinciale. «I quiz Invalsi – afferma Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas – immiseriscono la scuola e l’istruzione». L’obiettivo della protesta – spiega una nota – è «cancellare il Sistema di (S)valutazione che annulla la libertà di insegnamento e subordina scuole, studenti, docenti e i loro salari a demenziali indovinelli; restituire a docenti e Ata il salario rubato con il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità; impedire la deportazione dei docenti “inidonei” e l’espulsione degli Ata precari; l’assunzione dei precari su tutti i posti disponibili; dire no alle prove selettive per entrare a scuola e alle classi-pollaio; eliminare il monopolio della Casta dei sindacati di Stato ed esigere il diritto di assemblea e di contrattazione per tutti/e».

PROVVEDIMENTO «SCONVOLGENTE» – Critici, i sindacati, con quello che definiscono un «governo-zombie», accusato di aver varato (l’8 marzo scorso) un provvedimento «sconvolgente». «Il governo Monti ha dato vita al Sistema Nazionale di (S)valutazione, introducendo uno strumento coercitivo per piegare l’istruzione alle logiche della scuola-azienda e della scuola-quiz e dando all’Invalsi il potere di stabilire i criteri che dovrebbero orientare l’azione dei nostri istituti», ha detto Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas. «E se la cura non funziona? Non si dice cosa succederà alle scuole che, nonostante la “cura” – spiega- non riusciranno a raggiungere gli standard previsti. Abbiamo un’arma potente conto la svalutazione. Se blocchiamo i quiz Invalsi di maggio, fallirà il loro principale strumento di misurazione», sostiene Bernocchi.

A. D. G.

La scuola 2.0 L’Italia è maglia nera per i computer tra i banchi

da Corriere della sera

La scuola 2.0 L’Italia è maglia nera per i computer tra i banchi
Profumo: in arrivo nuove lavagne interattive ed ebook

 ll’Italia maglia nera per il digitale nelle scuole. Le classi 2.0, cioè completamente attrezzate per la didattica multimediale, sono solo 14 in tutta Italia e l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, conferma: nella classifica generale dei 34 Paesi del mondo occidentale, siamo sopra solo a Romania e Grecia. Tant’è vero che «con l’attuale tasso di diffusione sarebbero necessari altri 15 anni per raggiungere i livelli registrati ad esempio in Gran Bretagna, dove l’80% delle classi può contare su strumenti didattici informatici». Per capirci: nella scuola elementare e in quella media solo il 6% delle classi è equipaggiato, contro una media Ocse del 37%. Abbiamo un computer a disposizione per ogni 15 studenti nella scuola primaria, uno ogni undici alle medie, uno ogni otto alle superiori. Il punto è che le risorse sono sempre troppo esigue: l’Italia spende ogni anno cinque euro a studente per la digitalizzazione, in tutto 30 milioni, pari allo 0,1% del budget del ministero per il capitolo Istruzione. Eppure qualcosa si muove. La Lim, la lavagna interattiva multimediale, introdotta in quasi 70 mila classi sparse su tutto il territorio (21,6% di copertura delle aule), si sta rivelando un «cavallo di Troia» per il digitale tra i banchi. A settembre, ha annunciato il ministro Profumo, saranno installate altre 4.200 nuove Lim, che arriveranno così a 74 mila. Le cosiddette classi 2.0, quelle attrezzate per le lezioni multimediali, passeranno da 416 a 3 mila (+62%). E l’adozione, dall’anno scolastico 2014/2015, di libri esclusivamente digitali o in versione mista, dovrebbe tagliare i costi per le famiglie dal 20 al 30%. Ma spingere l’innovazione non è sempre semplice: al decreto che promuove gli ebook si oppone l’associazione librai di Confcommercio: «Altro che risparmio, i genitori degli studenti ora dovranno comprare pc e tablet: il libro digitale finirà per alimentare il mercato delle fotocopie illegali». Valentina Santarpia

Lo scatto quadratico medio misura la volatilità degli scatti di anzianità

da Tecnica della Scuola

Lo scatto quadratico medio misura la volatilità degli scatti di anzianità
di Lucio Ficara
In un momento storico dove gli scatti di anzianità non rappresentano più una certezza e un diritto contrattuale, misurare la volatilità degli scatti è una cosa utile
In economia, ma non solo, si usa calcolare lo scarto quadratico medio come un indice importantissimo per valutare i rischi di un investimento. In ambito tipicamente finanziario, lo scarto quadratico medio, viene usato per indicare la variabilità di un’attività finanziaria e dei suoi rendimenti. Esso è un indice matematico, capace di fornire una misura della volatilità dell’attività finanziaria e dei suo rischi correlati. Anche in ambito fisico si utilizza lo scarto quadratico medio, come un perfetto indice per valutare l’errore casuale della misura di una data grandezza fisica. Lo scarto quadratico medio è usato anche per valutare la prestazione di un’atleta, per valutare scientificamente i miglioramenti di performance per raggiungere un obiettivo di risultato. Quindi lo scarto quadratico medio viene usato in ambiti diversi fra loro, ma con lo stesso scopo, quello di osservare, monitorare e valutare. Dal 2010 anche nel mondo della scuola è entrato un indicatore simile. Esso si chiama lo “scatto quadratico medio” ed è capace di misurare la volatilità degli scatti di anzianità. In un momento storico dove gli scatti di anzianità non rappresentano più una certezza e un diritto contrattuale, misurare la volatilità degli scatti è una cosa utile. Possiamo affermare, ormai con assoluta certezza, che a maggio entrerà in busta paga il recupero dell’anno congelato dal decreto legge n. 78/2010. Esso sarà valido ai fini giuridici per tutti i lavoratori della scuola, mentre i benefici economici, interessano solamente poco meno di duecentomila lavoratori della scuola, che vedranno lievitare la loro magra busta paga di circa cento euro nette al mese. Con questo si potrebbe dire che il problema degli scatti di anzianità bloccati rimane solo un ricordo lontano? Assolutamente no! Lo scatto quadratico medio ci parla di volatilità, di incertezza e di una deviazione standard preoccupante. Cosa significa tutto ciò? Significa che il futuro per gli scatti di anzianità non è roseo. Infatti si parla già di nuovi blocchi contrattuali e congelamento degli scatti di anzianità: il decreto del Presidente della Repubblica con il quale si dispone la proroga per il 2013/2015 del blocco dei contratti pubblici, e con essi di tutte le progressioni individuali, comprende gli scatti di anzianità nella scuola per il 2013. Per dirla alla Lorenzo il Magnifico che affermava: “Quanto è bella giovinezza che si fugge tutta via, del domani non c’è certezza, chi vuol essere lieto sia”, a significare, che per adesso, visto che del futuro non possiamo sapere cosa ci riserva, godiamoci lo sblocco dell’anno 2011. In sostanza ci conviene, godere dell’ormai certo e prossimo aumento per lo sblocco degli scatti di anzianità del 2011, e non stare a calcolare le pessime previsioni dello “scatto quadratico medio”.

Sulla scuola tra Pd-Pdl non ci sono convergenze

da Tecnica della Scuola

Sulla scuola tra Pd-Pdl non ci sono convergenze
di Pasquale Almirante
Si parla di governissimo, di una alleanza tra Pd e Pdl per formare il nuovo esecutivo su base programmatica, che potrebbe essere forse valida (ne dubitiamo) nei confronti di altri settori, ma per la scuola appare impraticabile. Sulla base dei programmi presentati in campagna elettorale infatti fra i due partiti non c’è un solo punto in comune
Se la politica vuole essere cosa seria e se alle parole devono seguire i fatti e se la demagogia non può praticarsi in “Utòpia” allora il “Governissimo” insieme col Pd, auspicato dal Pdl, non può soffiare nessuna conseguenza positiva sulla scuola. Ciò significa che tutti i suoi problemi o vengono ancora ulteriormente dilazionati oppure si continua a rattoppare alla meno peggio, accontentando ora l’uno ora l’altro schieramento politico, ma non certamente si potrà centrare l’obiettivo verso un futuro sereno per l’istruzione italiana, quello che in effetti merita da tempo. Mentre per il Partito democratico uno dei punti qualificanti è l’aumento del Pil (benché non si capisca dove trovi i fondi necessari) da impegnare per la scuola, rivolgendo tutti gli sforzi sulla scuola pubblica, l’idea del Pdl è quella del “bonus scuola a tutti” per consentire alle famiglie di iscrivere i propri ragazzi nelle scuole che desiderano, in omaggio al principio di libertà educativa. Ha detto a tale proposito Berlusconi: “Anche le famiglie meno agiate hanno il diritto di mandare i loro figli alle scuole private e dare loro un’educazione cattolica e non devono essere obbligati a iscriverli alla scuola pubblica dove gli insegnanti vogliono tirare su i figli con i principi della sinistra”. Se dunque le parole hanno senso appare impossibile, già solo da questo enunciato, conciliare i due schieramenti. Ma se le uscite di Berlusconi possono pure passare per folkloristiche, e quindi senza un effettivo riscontro (ma non lo crediamo) sul campo, rimane come un macigno la volontà del suo partito di aprire alla scuola privata sul “Modello Milano”, con tutte le implicazioni (ricordiamo la Governance della scuola di Valentina Aprea) anche in ordine al reclutamento dei docenti, che verrebbe affidato ai presidi. Punto questo sul quale il Pd è assai distante, avendo sempre fatto perno sulla libertà dell’insegnamento e quindi sulla nomina in base alle graduatorie. Se dunque il Pd ha promesso investimenti, nei programmi elettorali del Pdl non si trova affatto indicata l’intenzione di tornare a investire sulla scuola e, pur non prospettando nuovi ed ulteriori tagli, viene troppo speso ventilato che 80miliardi di spesa a carico della pubblica amministrazione sono troppi e che bisogna tagliare da qualche parte: dove? Se poi il Pd proponesse all’alleato Pdl di investire sulla scuola, per il partito di Berlusconi significherebbe il riconoscimento evidente di aver sbagliato tutto con i tagli operati della già ministra dell’istruzione Gelmini, con una ammissione di colpa senza precedenti, mentre le promesse alle scuole private andrebbero disattese, inimicandosi un affidabile elettorato. Ma si capisce pure che invertendo gli ordini, stesso discorso si potrebbe fare col Pd se accettasse le proposte programmatiche degli eredi di Gelmini, cioè di non fare investimenti in istruzione e di incentivare il privato. Ancora, tra le proposte del Pdl c’è un generico richiamo a un “Piano di sviluppo degli asili nido”, di iniziare la scuola a 5 anni e di affidare, come abbiamo già detto, ai presidi-manager la scelta dei docenti, mentre martella su una fantomatica oasi di meritocrazia su cui, sempre la Gelmini, spese tempo e denaro ma senza risultati, in ciò supportata da Brunetta.
Mentre il Pd ha intenzione, con promessa sottoscritta, di assorbire tutti i precari storici anche con la reintroduzione del “modulo di tre maestri”, il Pdl non ha mai parlato chiaro se, come e quando assorbire il precariato, tranne gli accenni trascorsi di Gelmini sui supplenti che non possono pensare di usare la scuola come un “ufficio di collocamento”. Andando insieme al Governo, quale direttiva prevarrà? O una delle due o nessuna, lasciando quindi un altro problema della scuola, ma soprattutto di persone e di lavoro, sul guado, con nocumento e colpa. Non ha mai inoltre considerato il Pdl di arginare la dispersione scolastica, cosa che il Pd ha messo fra i punti centrali del suo programma, per cui, anche su questo aspetto, quale sintesi dovrebbero trovare in un fantomatico comune Governo della Nazione? Per chi l’avesse dimenticato, ricordiamo pure che per il Pd è centrale smaltire e ridurre le classi pollaio con 30-35 alunni che però, essendo state implementate da Gelmini, non si capisce come una nuova “santa alleanza” possa smantellare. Di elementi comuni dunque non c’è neanche l’ombra e mancando l’ombra manca il soggetto che la possa proiettare, tranne che, come nella fantastica storia di Peter Schlemihls, qualcuno se l’è venduta pensando di fare un buon affare

In vigore le procedure standardizzate della valutazione dei rischi

da Tecnica della Scuola

In vigore le procedure standardizzate della valutazione dei rischi
di Aldo Domenico Ficara
Sono state recepite dal decreto interministeriale del 30 novembre 2012 firmato dai Ministeri del Lavoro, della Salute e dell’Interno, le procedure standardizzate di effettuazione della valutazione dei rischi di cui all’art.29, comma 5, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81 e ai sensi dell’art.6, comma 8, lettera f), del medesimo decreto legislativo
In altre parole il documento, approvato dalla Commissione consultiva permanente nella seduta del 16 maggio 2012, ha lo scopo di indicare il modello di riferimento sulla base del quale è possibile eseguire la valutazione dei rischi e il suo aggiornamento, al fine di individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione ed elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. In queste procedure si individuano quattro diverse fasi in cui sviluppare la valutazione dei rischi: • descrizione dell’azienda, del ciclo lavorativo e delle mansioni; • identificazione dei pericoli presenti in azienda; • valutazione dei rischi associati ai pericoli identificati e individuazione delle misure di prevenzione e protezione attuate; • definizione del programma di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza.
Per ogni fase sopra descritta il documento illustra come utilizzare il modello e la sequenza di operazioni da compiersi nel pieno rispetto del D.Lgs. 81/08, ovvero illustra le sequenze di operazioni riguardanti l’eliminazione dei rischi, la completezza della valutazione, le priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale, l’importanza della sorveglianza sanitaria, e di adeguata informazione e la formazione e addestramento per i lavoratori. Si ricorda che il decreto è entrato in vigore dal sessantesimo giorno successivo alla notizia della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 6 dicembre 2012.

Cobas scioperano contro le prove Invalsi

da Tecnica della Scuola

Cobas scioperano contro le prove Invalsi
di A.T.
In tre giornate di maggio in cui sono fissate le prove Invalsi, nei vari ordini e gradi di scuola i Cobas indicono uno sciopero contro quiz “che immiseriscono la scuola e l’istruzione”.
Contro i quiz-Invalsi “che immiseriscono la scuola e l’istruzione”, i Cobas hanno convocato lo sciopero generale della scuola il 7 maggio nelle scuole materne ed elementari, il 14 maggio nelle secondarie di I grado e il 16 maggio nelle scuole superiori, per cancellare – come si legge in un comunicato a firma di Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas – il Sistema di (S)valutazione che annulla la libertà di insegnamento e subordina scuole, studenti, docenti e i loro salari, a demenziali indovinelli; per restituire a docenti ed Ata il salario rubato con il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità; per impedire la deportazione dei docenti “inidonei” e l’espulsione degli Ata precari; per l’assunzione dei precari su tutti i posti disponibili; per dire NO alle prove selettive per entrare a scuola e alle classi-pollaio; per eliminare il monopolio della casta dei sindacati di Stato ed esigere il diritto di assemblea e di contrattazione per tutti/e. I Cobas fanno sapere che nelle giornate del 7 e del 16 maggio si svolgeranno manifestazioni e iniziative cittadine e provinciali secondo modalità che verranno comunicate successivamente.