Buonascuola noi facciamo

BUONASCUOLA NOI FACCIAMO di Umberto Tenuta

CANTO 525. SETTEMBRE è TEMPO DI PROGRAMMARE UNA SCUOLA BUONA

Una buona occasione!

 

Docenti, non perdete questa buona occasione!

La Programmazione che andrete ad approvare nel mese di settembre è l’occasione buona per cominciare a creare una SCUOLABUONA.

Quale uomo di scuola di lungo corso, ho l’impudenza di offrirvi alcune proposte.

1° PROPOSTA

La vostra prima preoccupazione sia quella di conoscere i vostri singoli allievi, perchè molto probabilmente non li conoscete affatto nei loro livelli di sviluppo e di apprendimento, nei loro ritmi e stili apprenditivi, nelle loro motivazioni ad apprendere.

2° PROPOSTA

Non raggruppate i vostri allievi per classi di età cronologica, ma in base alle loro caratteristiche di cui al punto precedente e, di conseguenze, non per classi, ma per gruppi mobili.

3° PROPOSTA

Non lavorate in base ai vostri titoli di studio, ma in base alle vostre effettive competenze.

Ad esempio, il Professore Giuseppe Magliano, che è un grande musicista, non sprechiamolo a insegnare Matematica ma impieghiamolo a insegnare Musica.

3° PROPOSTA

Non più studenti dietro i tavolinetti su tre file, ma tavoli a tre/cinque posti per il lavoro di gruppo degli studenti, da privilegiare sempre.

4° PROPOSTA

Non dite ai propri allievi: Ora vi spiego il teorema di Pitagora!

Ma suscitate una motivazione a comprendere le relazioni tra i cateti e l’ipotenusa del triangolo rettangolo.

5° PROPOSTA

Abbasso Abbasso Abbasso le lezioni!

Viva Viva Viva le attività di ricerca/riscoperta/reinvenzione/ricostruzione.

6° PROPOSTA

Ancora la carta straccia?

Suvvia, sic transit gloria mundi!

È finita la belle époque della pergamena.

Ora è il tempo del digitale.

Via i libri.

Avanti i Tablet.

Prossimamente 3D.

7° PROPOSTA

I Tablet si utilizzano dopo le esperienze con materiali concreti, agazziani e montessoriani.

Umberto Tenuta ha scritto la Quarta rappresentazione.[1]

Arricchite le scuole dei materiali relativi alle singole rappresentazioni, vietandone l’utilizzazione da parte dei docenti.

8° PROPOSTA

Non più in chiesa ad ascoltare il Pontifex maximus.

Oh il COOPERATIVE LEARNING ed il MASTERY LEARNING!

Chi non sa l’inglese vada subito ad impararlo in Inghilterra.

9° PROPOSTA

Ma sì, un contentino anche a te, meritevole docente!

Quando i giovani studenti hanno riscoperto il Teorema di Pitagora, tu ne scrivi la formula sui loro Tablet.

10° PROPOSTA

Docenti cari!

Il vostro compito è garantire il successo formativo a ciascuno dei vostri alunni!

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[1] http://www.rivistadidattica.com/metodologia/metodologie_60.htm

 

Fiori e bellezza

FIORI E BELLEZZA di Umberto Tenuta

CANTO 524 AMBORELLA mio primo amore… fiore

Duecento milioni di anni fa nasceva il primo fiore, l’ambonella…

Eva colse il primo frutto…

Ma dal suo bel giardino fu mandata via,

La sciagurata aveva osato cogliere il frutto del primo fiore!

 

Certo è che i fiori rappresentano la vita.

Nasce il frutto dal fiore.

E ciascuno di noi è figlio di un fiore.

L’albero a cui tendevi

la pargoletta mano,

il verde melograno

da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo

rinverdì tutto or ora

e giugno lo ristora

di luce e di calor.

Tu fior della mia pianta…

I fiori, quanto di più bello la Terra ha prodotto, nella meraviglia delle forme, dei colori, dei profumi, dei frutti…

Il Paradiso Terrestre è un giardino.

I Giardini pensili di Babilonia, una delle sette meraviglie del Mondo antico, rappresentano il Paradiso.

I fiori sono il regalo per antonomasia.

Non si sbaglia mai regalando fiori.

I fiori sono il simbolo più bello della Bellezza.

Dice Papa Francesco in Piazza San Pietro:

<<La missione della scuola consiste nello sviluppo del “senso” del vero, del bene e del bello, ovvero nello sviluppo della capacità di conoscere, capire, apprezzare, riconoscere, la realtà nella sua verità, bontà e bellezza>>.

E Peppino Impastato aggiunge:

Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore “.

D’altra parte, Froebel chiamava Giardini d’infanzia le sue scuole, nelle quali i fiori non mancavano.

L’Attivismo pedagogico valorizzava il contatto con la natura.

Perchè, dunque, non valorizzare i giardini delle scuole per l’educazione al bello, al vero ed al buono.

−Maestra, ti accogliamo con un mazzo di fiori!

−Grazie, bambini, quest’anno noi coltiveremo i fiori nel giardino della nostra scuola.

O Franco Bruno, non me lo volevi regalare il tuo bel tulipano coltivato con tanto amore!

Via i posteggi delle auto che intossicano l’ambiente!

Spazio ai giardini dai meravigliosi colorati fiori!

O Maria Boschetti Alberti, o Pierina Boranga, vi abbiamo dimenticate!

O Giuseppe Lombardo Radice, non predicavi tu l’educazione al bello!

Le scuole senza giardini.

I davanzali senza fiori.

I fiori di carta incollati alle pareti.

Dirigente, è questo il TEST del merito.

Laddove vedi i bambini disegnare fiori, passa via!

Fermati invece ad ammirare i giardini pensili nell’atrio della scuola.

I fiori sui davanzali.

I fiori nel buco dei calamai.

I fiori nei capelli delle bambine.

Il BELLO DEI FIORI!

Kalós kai agathos!

Il Bello e il Buono.

Il Bello e il Vero.

Oh lo studio della natura!

Botanica.

Lombrichi nella terra nera.

Farfalle colorate sui fiori.

Oh lo studio della Zoologia!

Diario del giardiniere.

Dipingere i fiori del nostro giardino.

Oh la pittura a tempera!

Fiori modellati in argilla.

Oh la scultura!

Oh, Maestre e Maestri, raccontate le vostre esperienze!

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Mappe cognitive uniche

522 MAPPE COGNITIVE UNICHE di Umberto Tenuta
CANTO 522 IO SONO UNICO.
Io sono unico tra i miliardi di esseri umani che sono stati e che sono sulla faccia della terra.
E tu mi vuoi indicare gli amori, le capacità e le conoscenze che debbo acquisire.
Ma sei proprio senza cervello!

Dedicato ai disegnatori di mappe cognitive e di mappe concettuali.
Mappe che nessun docente di buon senso prende sul serio.
Pensate un po’ al reticolo delle mie esperienze.
Chi altri può aver fatto le stesse mie esperienze.
Il mio fratello omozigote, che stava alla mia sinistra, ha cominciato a fare esperienze diverse sin dal grembo materno.
Poi è nato prima di me.
Ha qualche secondo di vita più di me.
In questo secondo ha fatto esperienze che io non ho fatto.
Ed io farò esperienze che egli non farà, perchè starà sempre alla mia destra o alla mia sinistra, davanti o dietro a me.
E poi la maestra lo farà sedere a un altro banco.
E poi il professori gli assegnerà problemi diversi dai mie.
E poi…
E poi non sposerà la sorella gemella della mia sposa.
E poi non abiterà nel mio stesso appartamento.
E il suo letto non sarà il mio letto.
E con tutto questo ben di dio volete che egli costruisca le mie stesse mappe cognitive?
Orsù, figliuoli cari, ma l’avete un cervello vostro?
Oppure usate quello del vostro fratello gemello omozigote?
Ma, saggiamente, direte voi che non è poi la stessa cosa quando il meritevole docente:
a) impartisce la medesima lezione a tutt’e venticinque gli scolaretti eterozigoti, biondi, bruni e gialli?
b) assegna lo stesso tema a tutti i suoi venticinque discepoli?
c) adotta lo stesso libro di testo per tutte le venticinque teste variamente colorate dei suoi studentelli?
d) fa le parti uguali tra diseguali?
La BUONASCUOLA è una scuola di uguagliamento sociale.
Ed allora, su con le mappe concettuali!
Ed allora, su con le mappe cognitive!
Ragazzi, ve li hanno aperti i cervelli.
Ed hanno letto le vostre mappe cognitive!
Eccole qui stampate su carta di Amalfi.
Pardon, eccole qui sul LINK che vi linkiamo a pagamento effettuato!

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10° Convegno Nazionale Qualità della Vita per le Disabilità.Tra scienza e valori

7-8 settembre 2015 – 10° Convegno Nazionale Qualità della Vita per le Disabilità.Tra scienza e valori – Università Cattolica di Milano

Il convegno per la qualità della vita per le disabilità, organizzato dalla Fondazione Sospiro Onlus, giunto alla decima edizione, è incentrato attorno al tema del metodo scientifico e dei valori personali. Il convegno “Tra scienza e valori” coniuga contributi provenienti dal panorama scientifico di oltre 50 clinici, ricercatori ed esperti a livello nazionale e internazionale e il pragmatismo e l’esperienza di chi lavora quotidianamente con la disabilità
Nelle due giornate congressuali sono previste varie sessioni plenarie e simposi in parallelo, che permetteranno ai partecipanti di approfondire le tematiche e gli argomenti che più si allineano ai propri interessi personali e professionali.

A conclusione del convegno è prevista un workshop specialistico, dedicato ai gravi disturbi del comportamento, nell’ottica della condivisione e confronto tra le varie professionalità e figure educative.

10° Convegno Nazionale Qualità della Vita per le Disabilità.Tra scienza e valori
Università Cattolica del Sacro Cuore, Largo Gemelli 1, Milano

Gli insegnanti della “buona” scuola: luci e ombre della legge 107/15

Seminario di studio organizzato dall’Uil-Scuola Campania
I DIRIGENTI SCOLASTICI SI INTERROGANO SULLA LEGGE 107/2015
Napoli, Hotel Ramada, 31 agosto 2015

intervento di Maurizio Tiriticco

Gli insegnanti della “buona” scuola: luci e ombre della legge 107/15

 

La legge con cui si riordina il Sistema Nazionale di Istruzione ha suscitato, com’è noto, più critiche che consensi. In effetti, si tratta di una legge con cui si intende dare una vigorosa spinta al processo di autonomia delle Istituzioni Scolastiche, avviato con la legge 59/97 (art. 21) e il dpr 275/99, ma mai portato a compimento. In effetti, la possibilità di realizzare concretamente quanto indicato negli articoli 4, 5, 6, 8, 9 e 11 del suddetto dpr, relativamente all’autonomia didattica, organizzativa, di ricerca, sperimentazione e sviluppo, alla definizione dei curricoli, all’ampliamento dell’offerta formativa e alle iniziative finalizzate all’innovazione, urta contro un sistema scolastico in cui la rigidità formale delle cattedre, delle classi di età e degli orari di insegnamento rende di fatto difficili modifiche intese a innovare profondamente i percorsi di studio e gli stessi curricoli. Tuttavia, nonostante questi limiti, va ricordato che ci sono istituti secondari, quali il Pacioli di Crema, il Fermi di Mantova, il Volta di Perugia, il Savoia Benincasa di Ancona, il Marco Polo di Bari, il Majorana di Brindisi, che innovano costantemente, profondamente e con lusinghieri risultati, la didattica tradizionale.

Va, comunque, sottolineato che i curricoli, di fatto, nonostante i recenti riordini, rimangono quelli di sempre. E non c’è ricerca metodologico-didattica che, invece, non solleciti l’estrema necessità di costruire un percorso curricolare obbligatorio decennale articolato, continuo, progressivo e verticale: che sia finalizzato a garantire a tutti gli alunni quelle competenze di base, di cittadinanza e culturali che le Raccomandazioni europee del 18/12/2006 e del 23/04/2008 indicano a noi e a tutte le scuole dei 28 Paesi membri dell’Ue. Per non dire, poi, della estrema necessità che i percorsi secondari si concludano ai 18 anni di età con la certificazione di quelle competenze di cui si parla da anni, ma che il Miur, in effetti, ha sempre omesso di proporre al Sistema nazionale di istruzione. Di fatto, si tratta di finalità totalmente disattese e ignorate dalla legge 107, anche se descritte nelle Raccomandazioni citate e fatte proprie dal Governo italiano (cm 139/2007 e Accordo quadro del 20 dicembre 2012).

Va anche aggiunto che la legge è, di fatto, estremamente ponderosa e di lettura non sempre facile. Si sviluppa per 50 pagine formato A4 – 90 con le note – e consta di un solo articolo scandito in 212 commi. Il che, a mio vedere, rende complessa la realizzazione delle singole norme, che necessiterà di tempi non brevi. Per non dire, poi, del fatto che, per una messa a regime conclusiva, saranno necessari almeno otto ulteriori decreti attuativi di competenza del Miur.

Si tratterà di operazioni non facili. Basti pensare che, a tutt’oggi quegli spazi di flessibilità, aggiunti a quelli dell’autonomia, introdotti nei tre percorsi dell’istruzione secondaria di secondo grado con i dpr 87, 88 e 89 del 2010, le istituzioni scolastiche, nella larga maggioranza, difficilmente riescono a utilizzarli e continuano a progettare e a realizzare i lori curricoli sulla base dei consueti quadri orari ministeriali, applicati con scansioni rigidamente settimanali. In ordine a tale situazione di stallo, la legge 107 intende, comunque, dare “piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche” (comma 1).

A tal fine, l’intero articolo 3 del dpr 275 concernente l’adozione del Pof (Piano dell’offerta formativa) annuale viene completamente riscritto (comma 14) e viene introdotto un Pof triennale da realizzare con procedure assolutamente diverse e molto più articolate rispetto a quelle abrogate. Il Pof triennale deve prevedere essenzialmente, oltre ai contenuti di cui al dpr 275/99, “il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell’organico dell’autonomia” e il “fabbisogno dei posti per il potenziamento dell’offerta formativa”. In tale nuovo scenario, al dirigente scolastico vengono attribuiti nuovi e particolari poteri, non solo per quanto riguarda l’ampliamento dell’offerta formativa, ma anche e soprattutto per quanto riguarda il rapporto con i docenti, in quanto è il dirigente scolastico l’esecutore di un Pof che prevede contenuti e obiettivi molto più ampi e dettagliati rispetto al consueto Pof annuale.

In tale scenario cambia profondamente anche il sistema di assunzione del personale docente. Gli insegnanti di nuova nomina, sotto il profilo della prestazione del servizio, mentre fino ad oggi sono stati assegnati alle istituzioni scolastiche dall’amministrazione in base ai titoli e ai punteggi che possono vantare, a partire dall’anno scolastico 2016/17 saranno invece scelti dal dirigente scolastico. In effetti è lui che individua e coopta il personale da assegnare ai posti dell’organico dell’autonomia “con le modalità di cui ai commi da 79 a 83”, alla cui complessa e non facile lettura si rinvia. Si tratta di commi che ridisegnano completamente competenze e compiti del dirigente scolastico.

Di fatto, i nuovi insegnanti vincitori di concorso assunti a tempo indeterminato non sceglieranno più la sede di servizio tra quelle offerte dall’amministrazione in quanto, stando al comma 64, “a decorrere dall’anno scolastico 2016/2017, i ruoli del personale docente sono regionali, articolati in ambiti territoriali, suddivisi in sezioni separate per gradi di istruzione, classi di concorso e tipologie di posto”. E da questi ambiti, di cui non si indica l’estensione, gli insegnanti saranno scelti dal dirigente scolastico sulla base di criteri che la legge non indica e che saranno a completa discrezione del dirigente stesso. Il servizio da loro prestato ha una durata triennale e, alla fine del triennio, l’incarico “è rinnovato purché in coerenza con il piano dell’offerta formativa” (comma 80). Il docente, pertanto, potrebbe – si sottolinea il condizionale – essere confermato dal dirigente oppure no, a sua assoluta discrezione, e si troverebbe a dovere optare per un’altra scelta proposta da un altro dirigente. Nel caso in cui non venisse scelto, sarà l’Ufficio scolastico regionale ad assegnarlo d’ufficio. Ma secondo quali criteri? Si incrociano e si alternano competenze di cui non si vede con estrema chiarezza quale sviluppo avranno.

Tutto ciò costituisce una svolta a 360 gradi rispetto alle norme pregresse. E, per di più, vengono a cadere due tradizionali punti di forza: la certezza del posto di lavoro per chi insegna e la stessa continuità didattica per chi apprende, almeno come fino ad oggi è stata intesa.

Con la nuova legge, al dirigente scolastico vengono affidati compiti che poco o nulla hanno a che vedere con un’amministrazione pubblica e vengono introdotti, invece, meccanismi di assunzione tipici del settore privato, laddove un “capo” è libero di assumere dal mercato – come si suol dire – i suoi collaboratori e dipendenti. E non è detto che un curricolo valga più di una segnalazione: e ciò si verifica nel settore privato.

Fino ad oggi, chi aspira a una cattedra di insegnamento con il concorso pubblico, conosce quali sono i criteri per vincere un posto di lavoro e per essere assunto, in quanto sono dati dal bando e dalle procedure d’esame. Con la nuova legge, il vincitore di concorso non sceglie il posto di lavoro tra quelli offerti dall’amministrazione, ma, inserito nelle suddette liste in ambiti territoriali, deve attendere l’offerta da parte di un dato dirigente scolastico. Il che crea disparità di trattamento, in quanto i criteri che un dirigente adotta sua sponte, anche se opportunamente declinati e dichiarati, saranno pur sempre diversi dai criteri adottati da un altro dirigente. Non solo, ma la certezza della continuità didattica non esiste più, in quanto, alla fine del triennio, il dirigente – come abbiamo già detto – sempre secondo criteri da lui adottati, potrebbe anche procedere a una scelta diversa, giustificata da scelte diverse apportate ai percorsi curricolari. Inoltre, non si capisce perché viene mantenuto il sistema dei concorsi quando, ai fini dell’assunzione, potrebbe essere sufficiente il titolo di studio culturale, eventualmente supportato da un percorso formativo professionalizzante e da un curriculum, mirati alle esigenze del sistema nazionale di istruzione.

Si introduce, inoltre, un sistema di valutazione della professionalità di un insegnante (comma 129), di cui fanno parte anche rappresentanti dei genitori e, limitatamente al secondo ciclo di istruzione, anche gli studenti. Il che costituisce un vulnus per un insegnante che si trova ad essere valutato anche da chi viene costantemente e quotidianamente da lui valutato.

Con tali innovazioni, si introduce un fattore di privatizzazione in un settore pubblico quale il sistema scolastico è stato da sempre ed è, garantito peraltro da una serie di articoli della Costituzione, quali il 2, il 3, il 9, il 33, il 34, il 117. Di fatto, si va verso l’istituzione di un sistema scolastico ibrido, che non è totalmente pubblico e non è totalmente privato. Si tratta di un sistema in cui – a mio vedere – il contenzioso potrebbe anche assumere forme imprevedibili. Ad esempio, un insegnante non scelto, che si considera meritevole per i titoli di studio e di lavoro accumulati nel tempo, potrebbe ricorrere contro quel dirigente che, a suo giudizio, ha scelto un insegnante con titoli e competenze di minor valore. Altrettanto dicasi per quanto riguarda la valorizzazione del merito del personale docente (dal comma 126 al 130). Il solo fatto che spetta al comitato di valutazione di ogni istituto “individuare i criteri della valorizzazione dei docenti”, si potrebbero avere istituzioni scolastiche più rigorose rispetto ad altre: e un insegnante, che presso un’istituzione viene valorizzato e debitamente compensato in danaro, in un’altra potrebbe non esserlo, laddove siano stati adottati criteri più rigorosi. Si tratta di un ulteriore fattore per cui quella eguaglianza di trattamento, che da sempre ha garantito il riconoscimento e l’apprezzamento del lavoro docente, viene a incrinarsi. E ciò non potrà non avere serie ripercussioni anche nello stesso contratto di lavoro dei docenti

In conclusione, si tratta di iniziative legislative che favoriranno e incrementeranno una progressiva differenziazione tra istituzioni scolastiche, per cui alcune saranno considerate e valutate – di norma, purtroppo – “migliori” e altre “peggiori”. In tal modo quella eguaglianza della offerta educativa, quale si evince dagli articoli 2 e 3, della Costituzione, stante anche quel principio dell’equità, che negli ultimi anni ha inteso animare e arricchire l’intera azione amministrativa, sembra costituire una finalità non più da perseguire. E sarà estremamente pericoloso quando avremo, quasi “per legge”, insegnanti e scuole di serie A e insegnanti e scuole di serie B.

Quando, invece, è il perseguire con costanza l’eccellenza, sempre e comunque, che deve caratterizzare l’azione della scuola e lo stato di civiltà di un Paese.

 

*****************

 

NB1 – E’ opportuno vedere anche la legge 7 agosto 2015, n. 124, Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche (G.U. n. 187 del 13 agosto 2015)

NB2 – E’ opportuno anche considerare quanto indicato dalla “Raccomandazione del Consiglio europeo sul programma nazionale di riforma 2014 dell’Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2014 dell’Italia” (2 giugno 2014)estratto – “È necessario compiere sforzi per migliorare la qualità dell’insegnamento e la dotazione di capitale umano a tutti i livelli di istruzione: primario, secondario e terziario. L’insegnamento è una professione caratterizzata da un percorso di carriera unico e attualmente da prospettive limitate di sviluppo professionale. La diversificazione della carriera dei docenti, la cui progressione deve essere meglio correlata al merito e alle competenze, associata ad una valutazione generalizzata del sistema educativo, potrebbero tradursi in migliori risultati della scuola. Per assicurare una transizione agevole dalla scuola al mercato del lavoro, sembrano cruciali, nel ciclo di istruzione secondaria superiore e terziaria, il rafforzamento e l’ampliamento della formazione pratica, aumentando l’apprendimento basato sul lavoro e l’istruzione e la formazione professionale. A seguito del decreto legislativo del 2013 in materia, è essenziale istituire un registro nazionale delle qualifiche per garantire un riconoscimento delle competenze a livello nazionale. In aggiunta ai primi interventi in questa direzione, assegnare i finanziamenti pubblici destinati alle università in funzione dei risultati conseguiti nella ricerca e nell’insegnamento avrebbe il merito di contribuire a migliorare la qualità delle università e, potenzialmente, di accrescere la capacità di ricerca e innovazione che, in Italia, accusa ancora un ritardo”.

 

Allegato

Possibili criteri da adottare da parte del ds per il conferimento dell’incarico ai docenti assegnati all’ambito territoriale di riferimento

I criteri saranno diversi da ds a ds e si avranno disparità nelle scelte. Pertanto, a livello di rete sarebbe opportuno adottare criteri comuni e condivisi. Eventuali elementi da considerare:

  • Titoli di studio
  • Esiti del/i concorso/i vinto/i
  • Titoli culturali e pubblicazioni
  • Carriera professionale anche extrascolastica
  • Modalità con cui progetta, promuove, valuta i processi di apprendimento
  • Modalità con cui conduce l’autoanalisi continua e finale dell’insegnamento
  • Attività particolari svolte che siano coerenti con il fabbisogno espresso dall’ISA nel POF triennale

Occorrerà anche decidere quale “peso”, anche in termini di punteggio, dare a ciascun indicatore. Ad esempio: le “attività particolari svolte che siano coerenti…” potrebbero meritare un’attenzione maggiore rispetto ad altre voci. Altrettanto dicasi per le voci 5 e 6. E non sarà un’impresa facile!

Nota 1 settembre 2015, AOODGCASIS 2966

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Direzione Generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica
Ufficio III

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
Ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali degli Uffici Scolastici Regionali
Ai Dirigenti delle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado
LORO SEDI
E p.c. Al Direttore della Direzione Generale del personale scolastico
Al Direttore della Direzione Generale risorse umane e finanziarie

Nota 1 settembre 2015, AOODGCASIS 2966

OGGETTO: Rilascio nuove funzioni SIDI – Gestione Giuridica e Retributiva Contratti Scuola.

Nota 1 settembre 2015, AOODGOSV 7904

Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado
LORO SEDI
E,p.c.
Al Capo di Gabinetto
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Al Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Al Capo Ufficio stampa
LORO SEDI

Nota 1 settembre 2015, AOODGOSV 7904

Oggetto: Pubblicazione del Rapporto di Autovalutazione (RAV) e primi orientamenti per il Piano di Miglioramento (PdM)