Decreto Ministeriale 2 agosto 2012, n. 72

Decreto Ministeriale 2 agosto 2012, n. 72

Consistenza organica dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2012/201

 

Avviso 2 agosto 2012

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione generale per l’istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni

 

Avviso 2 agosto 2012

Decreto Interministeriale del 24 aprile 2012 prot. n. 7428 – Opzioni Istituti Professionali

Si comunica che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale – serie generale n. 170 del 23 luglio 2012, il Decreto Interministeriale del 24 aprile 2012 prot. n. 7428 riguardante la definizione degli ambiti, dei criteri e delle modalità per l’ulteriore articolazione delle aree di indirizzo dei percorsi degli Istituti Professionali (di cui agli articoli 3 e 4 del d.P.R. 15 marzo 2010, n. 87) negli spazi di flessibilità previsti dall’art. 5, comma 3, lettera b)del citato decreto presidenziale.

Con il suddetto Decreto Interministeriale sono stati definiti gli ambiti, i criteri e le modalità per l’ulteriore articolazione delle aree di indirizzo dei percorsi degli istituti professionali in Opzioni ed è stato altresì istituito il relativo Elenco Nazionale al quale si dovrà fare riferimento nell’ambito della programmazione dell’offerta formativa regionale.

 

Nota 2 agosto 2012, Prot. n. AOODGPER 5909

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per il personale scolastico
Uff. III

Ai Direttori Generali degli U.S.R.
Ai Dirigenti delle sedi provinciali degli U.S.R.
LORO SEDI

Oggetto: Immissioni in ruolo a.s. 2012/13 – Convocazione del personale tramite PEC. – Precisazioni

In riferimento alla nota prot. n. 5838 del 31 luglio u.s., relativa alla nuova modalità di convocazione del personale interessato alla stipula dei contratti a tempo indeterminato per l’a.s. 2012/2013, si precisa che l’utilizzo di tale modalità (invio della convocazione all’indirizzo di posta elettronica certificata dell’interessato) è sicuramente auspicabile – sia per i motivi illustrati nella nota di cui sopra, sia perché si inquadra nel progetto di informatizzazione in atto del rapporto tra P.A e cittadino – ma non può considerarsi esclusivo.

Di conseguenza, nel caso si verificasse che il personale interessato non fosse provvisto di PEC, gli uffici adotteranno le modalità tradizionali di convocazione.

f.to IL DIRETTORE GENERALE
Luciano Chiappetta

 

Nota 2 agosto 2012, Prot. n. AOODGPER 5909

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per il personale scolastico

Uff. III

 

Ai Direttori Generali degli U.S.R.

Ai Dirigenti delle sedi provinciali degli U.S.R.

 

Oggetto: Immissioni in ruolo a.s. 2012/13 – Convocazione del personale tramite PEC. – Precisazioni

 

In riferimento alla nota prot. n. 5838 del 31 luglio u.s., relativa alla nuova modalità di convocazione del personale interessato alla stipula dei contratti a tempo indeterminato per l’a.s. 2012/2013, si precisa che l’utilizzo di tale modalità (invio della convocazione all’indirizzo di posta elettronica certificata dell’interessato) è sicuramente auspicabile – sia per i motivi illustrati nella nota di cui sopra, sia perché si inquadra nel progetto di informatizzazione in atto del rapporto tra P.A e cittadino – ma non può considerarsi esclusivo.

Di conseguenza, nel caso si verificasse che il personale interessato non fosse provvisto di PEC, gli uffici adotteranno le modalità tradizionali di convocazione.

 

IL DIRETTORE GENERALE

F.to Luciano Chiappetta

 

Dopo il concorso/corrida II

Dopo il concorso-corrida, ci sarà un futuro per i Dirigenti Scolastici?

di Cinzia Mion

 

Gabriele Boselli affermava recentemente che l’attuale concorso a Dirigente Scolastico, in via di espletamento, costituisce una selezione “inversa”.

Affermazione molto forte e quasi attendibile se non fossi a diretta conoscenza che tra le maglie di un concorso così strampalato sono stati individuati anche concorrenti molto in gamba.

Certamente questo non può aver la forza però di annullare le critiche che Boselli avanza anche perché non abbiamo la prova che quelli che non sono passati all’esame potessero essere meglio dei promossi. Ma le critiche suddette sono sacrosante sia verso i famigerati quiz di ammissione – roba da sprofondare al centro della terra – sia verso molte domande di lana caprina che sono state fatte all’orale, costringendo i candidati ad esercitare la memoria meccanica fino allo spasimo.

Ivana Summa (autrice del testo precedente con il medesimo titolo) mette il dito sulla piaga sottolineando come non esista “un modello professionale di dirigenza scolastica in grado di connotare in modo specifico le competenze educative, giuridiche ed organizzative più adeguate in base alle quali preparare e poi selezionare i docenti che aspirano a guidare una scuola …per migliorare la qualità del nostro sistema scolastico”

Ivana si chiede poi come mai “non sono stati creati specifici percorsi di sviluppo professionale di un certo numero di docenti ai quali far acquisire quel quid specifico della dirigenza scolastica che altrimenti viene lasciato al caso o alle aspirazioni personali.”

Questa rimane una domanda cruciale che dovrebbe essere assunta ai più alti vertici di governo e del potere legislativo per un eventuale avviamento di una possibile “scuola di dirigenza scolastica” , magari a livello regionale – come esiste la scuola della Pubblica Amministrazione – nella salvaguardia però sempre del fatto che la carriera dirigenziale nella scuola deve restare una gemmazione di quella docente.

Rimane di basilare importanza infatti la difesa della specificità di tale profilo professionale che alle competenze prettamente psicopedagogiche – essenziali e mai abbastanza sottolineate – devono essere aggiunte quelle giuridico-amministrative, quelle organizzative e quelle relazionali.

Questa ultima è un’affermazione scontatissima ma le competenze snocciolate non sono mai abbastanza sviscerate nel loro aspetto applicativo.

Nel testo precedente si accenna alla gestione delle risorse umane dal punto di vista organizzativo, aggiungendo però che sono importanti le” persone” che lavorano all’interno dell’organizzazione stessa.

Deve essere allora chiara la consapevolezza che le persone reali, non astrattamente considerate, entrano nell’organizzazione con tutte le implicazioni emotivo-affettive del loro mondo interno, con tutte le dinamiche che attraversano i gruppi come strumento di lavoro, con tutti i riflessi che si riverbereranno su chi si sta apprestando a gestire i soggetti implicati nelle attività che connotano un Istituto Scolastico, docenti e non docenti.

Tutto ciò provocherà altrettante risonanze nel mondo interno del neodirigente che non può affrontare questo coacervo emotivo pensando che basti applicare le procedure studiate – così diligentemente restituite al commissario pignolo – per essere a posto.

Dovrà sapere che gestire le risorse umane – oltre agli altri aspetti più formali e scontati – significherà resistere alla tentazione della “captatio benevolentiae” se deve prendere delle decisioni che sa benissimo essere indigeste al personale che si trova davanti ma che sono funzionali ed importanti per il progetto di scuola o POF di cui è diventato garante.

Captatio benevolentiae per mettersi al riparo da eventuali attacchi che pensa di poter subire secondo le classiche fantasie persecutorie tipiche di chi assume un nuovo lavoro per cui non si sente ancora pronto e adeguato.

Dovrà sapere che dovrà trovare la “forza” per non incappare in questo tranello che io vedo apparire frequentemente con evidente danno per la qualità del servizio. L’argomento classico, su cui ho sempre osservato questa deleteria dinamica, è stata la suddivisione delle ore di non insegnamento, risorsa temporale da cui trarre occasioni importanti per dialoghi di “riflessività” e la realizzazione delle comunità di pratica professionale. Suddivisione che invece può assorbire come un inghiottitoio tempi assurdamente inutili, o non ben programmati – solo previsti a livello burocratico ma non riempiti di contenuti essenziali – lasciando scoperte attività più interessanti.

Oppure la concessione del permesso di articolare l’orario scolastico su unità orarie inferiori ai 60 minuti, senza pretenderne il completo recupero da parte dei docenti e degli allievi, e non solo per rispettare la legge ma per qualificare la didattica.

Non scandalizzatevi : succede, succede…

Un altro campo in cui ho visto dirigenti cedere alla pressione dei docenti, ed anche dei genitori, a volte usati strumentalmente, è stato il tempo scuola, spesso accorpato solo in orario antimeridiano, con una stupefacente noncuranza per i carichi cognitivi dei ragazzi.

La scusa che non ci sono locali per le mense o che i Comuni non se ne fanno carico non regge di fronte al fatto del cedimento immediato e sospetto, senza nessuna sollecitazione e pressione, direi quasi lotta, per migliorare l’erogazione complessiva del servizio.

Non ci si ferma davanti alle difficoltà, si cerca la realizzare di relazioni fiduciarie che sono alla base del capitale sociale da attivare nella comunità di appartenenza, attraverso le quali sconfiggere l’eventuale “collusione” tra docenti e politici (che, specie nei piccoli centri, sono legati a livello parentale o amicale) tesa ad evitare il cambiamento se questo sfiora interessi consolidati.

Succede, succede…

La medesima sollecitazione vale per qualsiasi processo innovativo, che riguardi la valutazione, oppure l’applicazione delle nuove Indicazioni, oppure la realizzazione del curricolo verticale all’interno dell’Istituto Comprensivo, ecc.

Il nuovo dirigente dovrà sapere relazionarsi, per raggiungere tale finalità, in modo fermo ma convincente, comprensivo delle difficoltà e della sofferenza di deludere le aspettative degli operatori, senza però inflessioni autoritarie ma riuscendo con la sua passione a coinvolgere gli altri nella “vision” della scuola di qualità.

In altri termini saper crescere e far crescere.

Saper “ap-prezzare” questo processo, significa attribuirgli un prezzo, simbolico naturalmente, ed essere disponibili a pagarlo, sapendo che il più delle volte questo prezzo sarà la “fatica” della riflessione ed elaborazione interna del leader, fatica però alla fine autogratificante.

Naturalmente, nella scuola dell’autonomia, dove dovrebbe abitare una leadership diffusa, l’entusiasmo del dirigente dovrà contaminare tutti perché la passione si trasmette e lo sanno bene i docenti che l’hanno già verificato con gli allievi. E’ per questo che qualcuno ha definito la leadership del dirigente scolastico”trasformazionale”, perché tesa a sostenere il cambiamento.

Dovrà anche sapere che l’organizzazione, insieme ai compiti istituzionali espliciti e agli obiettivi di trasformazione, ha anche obiettivi “latenti”, non esplicitati, che hanno però l’incombenza di “protezione e difesa” dalle fantasie ed ansie legate a conflitti interni inerenti la vita professionale (es. svalutazione della propria identità professionale). Essere a conoscenza di queste dinamiche interne significa affinare la propria capacità di leggere ed “interpretare” determinati comportamenti o atteggiamenti lavorativi che di primo acchito potrebbero essere attribuiti ad ignoranza, all’ ambizione, all’egoismo, alla rigidità, alla chiusura. Avere chiavi di lettura potrebbe rendere tali comportamenti più comprensibili, anche se non giustificabili, come tentativi per difendersi dalle ansie prima appena accennate, ma non investigate fino in fondo in questo testo, per ovvie ragioni.

Il dirigente scolastico di fronte a tali frangenti dovrebbe sapere che l’unico modo per coinvolgere risorse riottose è la loro valorizzazione. Una attenta osservazione e cura delle relazioni, insieme al contrasto ai propri pre-giudizi, faranno senz’altro emergere degli aspetti validi e diversificati della professionalità di ognuno su cui far leva per motivare e coinvolgere, intorno al progetto di scuola, il numero più grande di operatori.

C’è tempo per le sanzioni, non si cavalchi il decreto Brunetta prima ancora di capire dove si è capitati. Questo sarebbe un gran segnale di insicurezza e inadeguatezza.

Prima di usare il potere e la colpa, si faccia leva sull’etica della responsabilità.

Dovrebbe essere questo il motto dell’Istituto che ci si trova a dirigere, motto che dovrebbero adottare prima i docenti con i loro allievi e poi i dirigenti con tutti gli altri operatori.

Il processo di “empowerment” è ancora la strategia che funziona di più ed in modo

profondo. Il senso di autoefficacia che ne deriva sconfigge qualsiasi frustrazione lasciata da esperienze di insuccesso.

Un altro aspetto che nessuna preparazione al concorso ha scandagliato è quello che potrebbe essere definita la difficoltà di “decidere” nell’incertezza. Questo è infatti lo scenario che si troverà ad affrontare il più delle volte il vincitore di concorso che ha imparato a menadito leggi e leggine, pensando che questi fossero gli scogli da superare, indotto a ciò dalle miopi richieste ministeriali.

Il fenomeno che caratterizza infatti l’attualità è la non prevedibilità, la difficoltà a realizzare previsioni sul futuro rassicuranti e affidabili, la frenesia come caratteristica costante per cui sembra fondamentale la velocità delle decisioni, nell’illusione di controllare meglio la propria realtà e la gestione del proprio lavoro, costretti all’interno di questa frenesia ad una micidiale coazione a ripetere

Il paradigma culturale della complessità, che caratterizza il nostro tempo, con buona pace di Maurizio Ferraris e il suo “Manifesto sul nuovo realismo”, ci chiede continuamente di coniugare logiche diverse, spesso contrapposte come l’uguaglianza e la differenza, la tradizione e l’innovazione, l‘universale e il particolare, l’inclusione e l’eccellenza, la managerialità e la leadership, ecc.

Questa richiesta di pensiero riflessivo forte ci richiede di avere un buon rapporto con l’incertezza e quindi ci espone alla necessità di imparare più il “problem posing” che il “problem solving”.

Le disposizioni legislative inoltre, una volta nel posto di lavoro, si possono cercare e rinvenire su Internet, l’importante è essere consapevoli che ciò che diventa molto importante e ricco di implicazioni per il governo della scuola, da parte di chi desidera diventare “il valore aggiunto”, non è spesso la loro pedissequa applicazione ma è la capacità di scovare nelle pieghe della norma ciò che non appare subito ad un semplice amante delle procedure e che, spesso, ne rappresenta il vero spirito. Nelle pieghe della legge si può rinvenire ciò che serve per ottimizzare il servizio che la legge esplicitamente non impedisce.

Ciò che invece non si può trovare è l’aiuto a vincere il disorientamento dato dal cosiddetto “incerto organizzativo”.

Qui compare il tratto distintivo fondamentale della resistenza allo stress, soprattutto oggi di fronte al divario tra risorse disponibili e i risultati da raggiungere.

Potrei continuare di questo passo ma la tipologia dei testi da “sito” induce alla brevità.

Spero che il mio discorso sia stato sufficientemente chiaro per essere capito e so che i neodirigenti l’avranno capito benissimo. Sarebbe importante che fosse compreso anche dai decisori politici e ministeriali, più attenti a scrivere riforme ordinamentali e curriculari, piuttosto che ad investire sulle persone che fanno la scuola giorno per giorno..

La sfida è quella di inventare modi più adeguati per scegliere e formare le nuove leve dirigenziali per una scuola che ha molto bisogno di iniezioni di vitalità, di “coraggio e desiderio” come sono usa raccomandare.

 

Ricordo di Giuseppe Chiarante

Ricordo di Giuseppe Chiarante

di Maurizio Tiriticco

Con Giuseppe Chiarante ho avuto un’ottima frequentazione quando coordinava la sezione scuola del Pci.

Erano gli anni Settanta e dovevamo correggere tutta una serie di “errori” che riguardavano il difficile avvio e poi la difficile tenuta della scuola dell’obbligo ottonnale!

E non fu un caso che giungemmo a quella legge 517 del ’77 con cui avviammo un processo valutativo tutto nuovo (cancellammo voti e pagelle e li sostituimmo con giudizi e schede).

Ma le attenzioni maggiori in quegli anni erano per la riforma della scuola secondaria: i “dieci punti di Frascati”, varati nel 1970 in un convegno internazionale organizzato dal Cede diretto allora da Aldo Visalberghi, costituivano una piattaforma di discussione e di elaborazione molto intensa.

Erano gli anni della programmazione educativa e didattica e delle prime sperimentazioni.

Chiarante e Raffaele Sciorilli Borrelli, che coordinava la sezione, mi affidarono il compito di stendere un documento sulla sperimentazione (la norma, l’esistente, il possibile, il contrasto delle “sperimentazioni selvagge”), documento che poi discutemmo e che fu anche apprezzato.

E meritai un viaggio… “premio”!!! Era il 1978, se non erro!

Eravamo attenti a quanto accadeva nelle scuole europee (l’allora Cee aveva il limite di occuparsi solo di formazione professionale) e anche in quelle dei Paesi “socialisti” di oltre cortina.

L’Ungheria presentava una situazione interessante per quanto riguardava sia l’istruzione tecnica che quella liceale, su cui da sempre c’era un certo appeal; ed era allora uno dei Paesi meno conformisti rispetto alla pervasività dell’Unione Sovietica.

La delegazione era diretta da Chiarante e ne facevano parte tra gli altri, io, Vincenzo Magni, Roberto Maragliano, Andrea Margheri.

Avemmo incontri ad alto livello istituzionale (il ministro in persona e alcuni specialisti del settore educativo) e poi visitammo aziende (sul versante della esperienze che potremmo chiamare di scuola-lavoro) e più scuole dei diversi ordini.

Molto interessante fu la visita al liceo Szent Làszlò, di Budapest, molto famoso perché era ed è attiva una classe bilingue italo-ungherese.

L’accoglienza fu addirittura festosa!

Parlare in italiano con italiani per quelle studentesse (non ricordo quanti fossero i maschietti) fu una cosa eccezionale! E declamare Paolo e Francesca all’unisono, noi e loro, fu una cosa veramente eccezionale e commovente. Di quel viaggio discutemmo poi a lungo al nostro ritorno e ne facemmo un bilancio più che positivo.

La mia frequentazione con la sezione scuola continuò fino a quando Chiarante passò ad altri impegni e la sezione passò ad Occhetto.

E poi un breve percorso accidentato fino alla Bolognina e Chiarante dichiarò il suo profondo dissenso contro la scelta di cambiare nome al partito.

Io fui con lui. E ancora mi chiedo: a che pro quella scelta?

Ma questo è un altro discorso che con Giuseppe non potrò più fare!

Non solo Indicazioni…

NON SOLO INDICAZIONI…

di Manuela Ghizzoni
Presidente VII Commissione Cultura, Camera dei Deputati

 

Un fatto positivo

Ora che il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) ha espresso il suo parere sulla bozza revisionata delle Indicazioni Nazionali per il primo ciclo (25 luglio 2012), ci sono tutte le condizioni perché il documento assuma il carattere di testo programmatico giuridicamente definito e stabile per le scuole dell’infanzia, elementari e medie del nostro Paese, a far tempo – ma con gradualità – dal prossimo anno scolastico 2012-13.

Si pone così fine ad un periodo di incertezze che si protrae ormai da molto tempo, per le molte forzature che sono state imposte alla vita delle scuole in questi ultimi anni. Dopo le turbolenze di un decennio caratterizzato dall’alternarsi di diverse ipotesi transitorie di Indicazioni (De Mauro, Moratti, Fioroni, Gelmini…), bene ha fatto il Ministro Francesco Profumo a prendere sul serio la delega, contenuta nel regolamento del primo ciclo (DPR 89/2009), che consentiva al Governo a dare stabilità agli indirizzi culturali e curricolari della scuola di base entro il 31 agosto 2012. E bene ha fatto a ripartire dal testo che più aveva raccolto le adesioni del mondo della scuola, cioè le Indicazioni del 2007 (firmate dal Presidente della Commissione Mauro Ceruti), stante l’esito del sondaggio tra le scuole effettuato dal Ministero dell’istruzione nel novembre-dicembre 2011 (CM 101/2001).

Si è così evitata l’affannata ricerca di una improbabile armonizzazione ed assemblaggio tra testi troppo diversi e si è scelta la strada maestra, ben impersonata dal Sottosegretario Marco Rossi-Doria e dai suoi collaboratori, di inserirsi nell’alveo delle parole-chiave della scuola di base degli ultimi 25 anni: curricolo, ambiente di apprendimento, inclusione, valore formativo delle discipline, classe e laboratorio, qualità delle relazioni educative.

Apprezzabile è stato anche il metodo scelto che, nonostante si fosse ormai agli sgoccioli del periodo utile alla revisione (ma di chi il ritardo, se non del precedente dicastero?), ha visto procedere per bozze pubbliche successive, con il coinvolgimento “discreto” di numerosi esperti di scuola e con un passaggio di consultazione con oltre 5.000 scuole che hanno risposto – in modo articolato ma positivo – ad un questionario elaborato dall’apposito gruppo redazionale.

 

I problemi che restano

Dunque, tutto bene quel che finisce (per ora) bene? Non vogliamo anticipare giudizi nel merito dei contenuti culturali, compito che spetta pienamente alla scuola ed ai suoi operatori. Qui vogliamo solo segnalare la migliore leggibilità del testo, la maggiore chiarezza di traguardi ed obiettivi (a volte quasi la loro puntigliosità), la scelta della prospettiva della verticalità del curricolo (alla luce della generalizzazione dei comprensivi), lo scenario europeo di riferimento. Certo faranno discutere i richiami ad una più sicura padronanza degli alfabeti, della lingua italiana (dall’ortografia alla grammatica) e delle altre conoscenze fondamentali, quasi un segnale alle scuole (ma anche ai genitori) a non rassegnarsi di fronte ad una certa fragilità delle competenze dei ragazzi. Questioni su cui ritornare, nella consapevolezza che un testo di Indicazioni non sia “per sempre”, ma debba essere quotidianamente fatto vivere nel rapporto tra scuola reale, comunità scientifiche, mondo della politica e dell’amministrazione.

E qui si innesta una domanda per la politica, proprio per rispondere a quelle domande che scaturiscono dagli interrogativi delle scuole di fronte ad un progetto culturale, tutto sommato condiviso. Se i traguardi sono più ambiziosi, se le competenze delineate sono da raggiungere e da valutare, se la scuola di base non deve lasciare indietro nessuno (apprezzabile quel richiamo chiaro all’art. 3 della Costituzione nell’incipit delle finalità), allora occorre rispondere alle seguenti domande: quali sono le condizioni in cui la scuola si trova ad operare? Quali i mezzi (umani, finanziari, di tempo) a disposizione? Quali i rapporti e gli impegni che ogni comunità – e il nostro Paese in generale – sapranno esprimere verso le proprie scuole?

Domande non semplici, soprattutto in tempi di crisi finanziaria, di spending review, di sfiducia della società civile nei confronti dei nostri servizi pubblici, di sottile diffidenza che a volte coinvolge la nostra scuola, i nostri insegnanti. Costretti negli ultimi anni a far fronte ad una riduzione consistente di risorse (con un vistoso – 4,86% certificato dai tecnici) che ha colpito indistintamente realtà virtuose e zone grigie, bisogni effettivi o richieste aleatorie, buona amministrazione o ritardi inammissibili.

 

Tempo di scelte politiche

Occorre cambiare passo, risolvendo gli annosi problemi di governance all’interno delle scuole: ecco perché è urgente un ripensamento delle funzioni di governo, di partecipazione e di valutazione di sistema, come abbiamo cercato di delineare nelle proposte di riforma degli organi collegiali che la Camera, in prima lettura, è in procinto di approvare. Bisogna superare difficoltà e ritardi nella governance complessiva del sistema, nel rapporto tra Stato centrale, ruolo delle Regioni e degli Enti locali ed iniziativa responsabile delle autonomie scolastiche.

Ci sono decisioni politiche da prendere, risorse da predisporre, leggi da portare avanti. Le Indicazioni nazionali certamente faranno fatica a conquistare la priorità nella difficile agenda d’autunno, però sarebbe un bel segnale se, una volta tanto, fosse la scuola – ed in particolare la scuola dei piccoli, la scuola di tutti – a diventare il parametro di quello sviluppo di cui tutti a parole dicono di volersi preoccupare:

– rinnovamento qualitativo del parco-scuole (e messa in sicurezza totale);

– eliminazione delle liste d’attesa per la scuola dell’infanzia e risposta alle istanze di tempo pieno;

– formazione iniziale degli insegnanti;

– turn-over del personale e stabilità da raggiungere nel reclutamento (questione aperta, ma non chiusa, con il provvedimento sull’organico funzionale, previsto dalla legge 35/2012);

– innovazione nella didattica e nelle tecnologie.

Sono solo alcuni dei nodi da aggredire con più convinzione, con un programma politico di respiro, che partendo dall’emergenza di oggi, sappia guardare all’indispensabile speranza di un futuro migliore (non solo per la scuola). Solo così una vicenda apparentemente tutta interna alla scuola, come è la riscrittura dei programmi didattici, potrà trasformarsi in una occasione di risveglio e di riscatto per un ruolo più centrale e rispettato della scuola nella vita del paese. E’ ciò che tutti auspichiamo e che cercheremo di fare, ognuno con le sue possibilità e le sue energie, nelle aule scolastiche e nelle aule parlamentari.

 

Direttiva 1 agosto 2012, n. 70

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Direttiva 1 agosto 2012, n. 70
(in SO n. 200, alla GU n. 253 del 29-10-2012 )

Linee Guida per i percorsi degli Istituti Professionali relative alle ulteriori articolazioni delle aree di indirizzo negli spazi di flessibilità previsti dall’art. 5, comma 3, lettera b), e dall’art. 8 ,comma 4, lettera c) del d.P.R. 15 marzo 2010, n. 87. (Direttiva n. 70). (12A11382)

IL MINISTRO

VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275, recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n.122, relativo al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.87, recante norme per il riordino degli istituti professionali reso in attuazione dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n.112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n.133;
VISTO in particolare, l’articolo 8, comma 6, del citato decreto del Presidente della Repubblica n,87/2010, il quale prevede che il passaggio al nuovo ordinamento sia definito da linee guida a sostegno dell’autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche, anche per quanto concerne l’articolazione in competenze, abilità e conoscenze dei risultati di apprendimento di cui agli allegati B e C del predetto decreto;
VISTA la Direttiva n. 65 del 28 luglio 2010 con la quale sono state emanate le Linee Guida per il primo biennio dei percorsi degli Istituti Professionali previsti agli articoli 3 e 4 del d.P.R 15 marzo 2010, n. 87;
VISTA la Direttiva n. 5 del 16 gennaio 2012 con la quale sono state emanate le Linee Guida per il secondo biennio e quinto anno dei percorsi degli Istituti Professionali previsti agli articoli 3 e 4 del d.P.R 15 marzo 2010, n. 87;
VISTO il Decreto interministeriale prot. n. 7428 del 24 aprile 2012, registrato alla Corte dei Conti il 13/06/2012, reg. 8 foglio 162 con il quale in applicazione dell’art. 5, comma 3, lettera b) e dell’ art. 8, comma 4, lettera c) del decreto del Presidenté della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87, sono definiti gli ambiti, i criteri e le modalità per l’ulteriore articolazione delle aree di indirizzo dei percorsi degli istituti professionali in un numero contenuto di opzioni incluse nell’Elenco Nazionale (allegato B del decreto interministeriale);
CONSIDERATO che le ulteriori articolazioni delle aree di indirizzo, denominate Opzioni, dovranno essere avviate, sulla base della programmazione dei piani dell’offerta formativa da parte delle singole Regioni, dall’anno scolastico 2012/2013;
RITENUTO necessario, a completamento dei provvedimenti da rendersi in applicazione dell’art. 8, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 87/2010, integrare le Linee Guida di cui alla Direttiva n. 5112 sopra citata con le schede disciplinari dei percorsi relativi alle opzioni degli Istituti Professionali che costituiscono completamento dell’ordinamento;

emana la seguente direttiva:

Art. 1
Oggetto

1. Con la presente Direttiva sono definite le Linee Guida per i percorsi relativi alle ulteriori articolazioni delle aree di indirizzo in opzioni rese in applicazione dell’articolo 8, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87.
2. Le Linee Guida di cui all’allegato documento sono poste in linea di continuità con le Linee Guida del primo biennio emanate con la Direttiva n. 65/2010 e a completamento delle Linee Guida del secondo biennio e quinto anno dei percorsi degli Istituti Professionali emanate con la Direttiva n. 5/2012.
3. Le presenti Linee Guida, il cui contenuto è costituito dalle schede disciplinari dei percorsi relativi alle opzioni previste per gli Istituti Professionali ed incluse nel relativo Elenco Nazionale, intendono fornire un supporto all’autonomia delle istituzioni scolastiche per sostenere il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti professionali, a partire dalle terze classi funzionanti dall’anno scolastico 2012/2013.

Art. 2
Monitoraggio

1. L’attuazione delle presenti Linee Guida è oggetto di periodico monitoraggio ai fini della loro innovazione permanente.
2. Per le predette attività di monitoraggio ci si· avvarrà della collaborazione dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (A,N.S.A.S) e dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e formazione (I.N.VAL.SI).

La presente Direttiva è sottoposta ai controlli di legge e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

IL MINISTRO
Francesco Profumo

Direttiva 1 agosto 2012, n. 69

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Direttiva 1 agosto 2012, n. 69
(in SO n. 200, alla GU n. 253 del 29-10-2012 )

Linee guida per i percorsi degli istituti tecnici relative alle ulteriori articolazioni delle aree di indirizzo negli spazi di flessibilita’ previsti dall’articolo 5, comma 3, lettera b), e dall’articolo 8 , comma 2, lettera d) del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88 – Opzioni. (Direttiva n. 69). (12A11381)

IL MINISTRO

VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275, recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n.122, relativo al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.88, recante norme per il riordino degli istituti tecnici reso in attuazione dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n.112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n.133;
VISTO in particolare, l’articolo 8, comma 3, del citato decreto del Presidente della Repubblica n.88/2010, il quale prevede che il passaggio al nuovo ordinamento sia definito da linee guida a sostegno dell’autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche, anche per quanto concerne l’articolazione in competenze, abilità e conoscenze dei risultati di apprendimento di cui agli allegati B e C del predetto decreto;
VISTA la Direttiva n. 57 del 15 luglio 2010 con la quale sono state emanate le Linee Guida per il primo biennio dei percorsi degli Istituti Tecnici previsti agli articoli 3 e 4 del d.P.R 15 marzo 2010, n. 88;
VISTA la Direttiva n. 4 del 16 gennaio 2012 con la quale sono state emanate le Linee Guida per il secondo biennio e quinto anno dei percorsi degli Istituti Tecnici previsti agli articoli 3 e 4 del d.P.R 15 marzo 2010, n. 88;
VISTO il Decreto interministeriale prot. n. 7431 del 24 aprile 2012, registrato alla Corte dei Conti il 13/06/2012, reg. 8 foglio 161 con il quale in applicazione dell’art. 5, comma 3, lettera b) e dell’art. 8, comma 2, lettera d) del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88 sono definiti gli ambiti, i criteri e le modalità per l’ulteriore articolazione delle aree di indirizzo dei percorsi degli istituti tecnici in un numero contenuto di opzioni, contenute nell’Elenco Nazionale (allegato B del decreto interministeriale) che include anche, come previsto al comma l del citato articolo 8, la definizione del sesto anno dei percorsi finalizzati al conseguimento della specializzazione di “Enotecnico”;
CONSIDERATO che le ulteriori articolazioni delle aree di indirizzo, denominate Opzioni, dovranno essere avviate, sulla base della programmaiione dei piani dell’ offerta formativa da parte delle singole Regioni, dall’anno scolastico 2012/2013;
RITENUTO necessario, a completamento dei provvedimenti da rendersi in applicazione dell’art. 8, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 88/20 l O, integrare le Linee Guida di cui alla Direttiva n. 4/2012 sopra citata con le schede disciplinari dei percorsi relativi alle opzioni degli Istituti Tecnici indicate nell’Elenco nazionale che costituiscono completamento dell’ordinamento;

emana la seguente direttiva:

Art. 1
Oggetto

1. Con la presente Direttiva sono definite le Linee Guida per i percorsi relativi alle ulteriori articolazioni delle aree di indirizzo in opzioni in applicazione dell’articolo 8, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88.
2. Le Linee Guida di cui all’allegato documento sono poste in linea di continuità con le Linee Guida del primo biennio emanate con la Direttiva n. 57/2010 e a completamento delle Linee Guida del secondo biennio e quinto anno dei percorsi degli Istituti Tecnici emanate con la Direttiva n. 4/2012.
3. Le presenti Linee Guida, il cui contenuto è costituito dalle schede disciplinari dei percorsi relativi alle opzioni previste per gli Istituti Tecnici ed incluse nel relativo Elenco Nazionale, intendono fornire un supporto all’autonomia delle istituzioni scolastiche per sostenere il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti tecnici, a partire dalle terze classi funzionanti dall’anno scolastico 2012/2013.

Art. 2
Monitoraggio

1. L’attuazione delle presenti Linee Guida è oggetto di periodico monitoraggio ai fini della loro innovazione permanente.
2. Per le predette attività di monitoraggio ci si avvarrà della collaborazione dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (A,N.S.A.S) e dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e formazione (I.N.VAL.SI).

La presente Direttiva è sottoposta ai controlli di legge e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

IL MINISTRO
Francesco Profumo

Ordinanza Ministeriale 1 agosto 2012, n. 68

(in GU n. 225 del 26-9-2012 )

Prot. n. 5254

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica – Ufficio VI

CALENDARIO DELLE FESTIVITÀ E DEGLI ESAMI PER L’ANNO 2012/2013
(12A10211)

IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

 

VISTO  l’art. 74, comma 5, del Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 e successive modificazioni, per il quale “Il Ministro della pubblica istruzione, sentito il Consiglio nazionale della pubblica istruzione, determina, con propria ordinanza, il termine delle attività didattiche e delle lezioni, le scadenze per le valutazioni periodiche ed il calendario delle festività e degli esami.”

VISTO l’art. 138 del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112, che delega alle Regioni la determinazione del calendario scolastico a far tempo dall’anno scolastico 2002/2003;

RITENUTO che, ferma restando la delega sopra richiamata, è propria del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca la competenza relativa:
– alla determinazione, per l’intero territorio nazionale, della data della prova scritta, a carattere nazionale, compresa nell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione (prova di cui all’articolo 11, comma 4-ter del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59);
– alla determinazione, per l’intero territorio nazionale, della data di inizio (prima prova) dell’esame di Stato conclusivo dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore;
– alla determinazione del calendario delle festività a rilevanza nazionale;

VISTO  l’art. 74, comma 2, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 e successive modificazioni, per il quale “Le attività didattiche, comprensive anche degli scrutini e degli esami, e quelle di aggiornamento, si svolgono nel periodo compreso tra il 1° settembre ed il 30 giugno con eventuale conclusione nel mese di luglio degli esami di maturità”;

VISTA l’ordinanza ministeriale 1° agosto 2011, n. 68 (“ Calendario scolastico nazionale per l‘anno 2011/2012”);

VISTO  l’art. 184, commi 2 e 3, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 e successive modificazioni, per i quali “L’esame di licenza media si sostiene in un’unica sessione con possibilità di prove suppletive per i candidati assenti per gravi e comprovati motivi. Le prove suppletive devono concludersi prima dell’inizio delle lezioni dell’anno scolastico successivo”;

VISTO l’articolo 7, comma 2, dell’ordinanza ministeriale 29 luglio 1997, n. 455 (“Educazione in età adulta – Istruzione e formazione”), per il quale “Le prove d’esame, per coloro per i quali è previsto all’interno del patto formativo il conseguimento del titolo di licenza media, vengono predisposte al termine delle attività, anche in periodi non coincidenti con quelli dei corsi ordinari in relazione a specifici progetti finalizzati”;

VISTO il Decreto Legge 13 agosto 2011, n.138, convertito con modificazioni dalla Legge n.148/2011, il quale prevede all’art.1, comma 24, alcune disposizioni sulle celebrazioni  e le festività, concernenti anche la determinazione annuale delle date delle festività  dei Santi Patroni;

CONSIDERATO che le disposizioni sulle celebrazioni e le festività di cui al citato art.1, comma 24, del Decreto Legge n.138/2011, convertito con modificazioni dalla Legge n.148/2011, sono attuate  con apposto D.P.C.M.;

ATTESO che il D.P.C.M. di cui trattasi non risulta ancora emanato;

RITENUTO, pertanto, che fino all’emanazione del D.P.C.M., sono confermate le date delle festività dei Santi Patroni determinate secondo la normativa precedente all’articolo 1, comma 24, del Decreto legge 13 agosto 2011,n.138, convertito con modificazioni dalla Legge n.148/2011;

ATTESA l’esigenza di procedere agli adempimenti sopra menzionati per l’anno scolastico 2012/2013;

ACQUISITO il parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione espresso nell’adunanza del 25 luglio 2012;

RITENUTO di accogliere il citato parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, formulato nell’adunanza del 25 luglio 2012;

 

O R D I N A

Art. 1 – La prova scritta, a carattere nazionale, nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione si svolge, per l’anno scolastico 2012/2013, per l’intero territorio nazionale ed in sessione ordinaria il giorno 17 giugno 2013 con inizio alle ore 8.30; in prima e seconda sessione suppletiva potrà essere espletata il giorno 25 giugno 2013  e il giorno 2 settembre 2013 , con inizio alle ore 8.30.

Art. 2 – L’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione per gli studenti iscritti e frequentanti i Centri per l’istruzione degli adulti (Centri Territoriali Permanenti) si effettua in via ordinaria al termine dell’anno scolastico con esonero dalla somministrazione della prova nazionale da parte dell’INVALSI. Può essere effettuato, altresì, in una o più sessioni speciali nel corso dell’anno scolastico nei confronti degli studenti per i quali i Centri abbiano accertato il possesso di un livello adeguato di crediti formativi. L’individuazione delle date nelle quali tenere tali sessioni speciali di esame è rimessa alle determinazioni organizzative dei singoli Centri.

Art. 3 – L’esame di Stato conclusivo dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2012-2013 ha inizio, per l’intero territorio nazionale, con la prima prova scritta, il giorno 19 giugno 2013 alle ore 8.30.
La prima prova scritta suppletiva  verrà svolta il giorno 3 luglio 2013, alle ore 8.30.

Art. 4 – Il calendario delle festività, in conformità alle disposizioni vigenti, relative all’anno scolastico, 2012-2013 è il seguente:

tutte le domeniche;
il 1° novembre, festa di tutti i Santi;
l’8 dicembre, Immacolata Concezione;
il 25 dicembre, Natale;
il 26 dicembre;
il 1° gennaio, Capodanno;
il 6 gennaio, Epifania;
il giorno di lunedì dopo Pasqua;
il 25 aprile, Anniversario della Liberazione;
il 1° maggio, festa del Lavoro;
il 2 giugno, festa nazionale della Repubblica;
la festa del Santo Patrono.

La presente ordinanza sarà inviata alla Corte dei Conti per la registrazione.

IL MINISTRO
FRANCESCO PROFUMO

CALENDARI SCOLASTICI REGIONALI A.S. 2012/2013

L’inizio e termine delle lezioni, nonché le ulteriori sospensioni sono determinate dalle singole Regioni, secondo il prospetto specificato:

REGIONI INIZIO TERMINE FESTIVITA’ FESTIVITA’ VARIE
LEZIONI LEZIONI NATALIZIE PASQUALI
ABRUZZO 17 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 03/04/13
BASILICATA 17 SETT.2012 11 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012; 11 e 12/02/2013
CALABRIA 17 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012;
CAMPANIA 13 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 01/04/13 02/11/12; 12/02/13
EMILIA ROMAGNA 17 SETT.2012 06 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02/11/12;
FRIULI VENEZIA G. 12 SETT.2012  08 GIUGNO 2013 ** 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 dall’11 al 13/02/13;
LAZIO 13 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012; 26 e 27/04/2013
LIGURIA 17 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 30/03/13 02/11/12;
LOMBARDIA    12 SETT.2012 § 08 GIUGNO 2013 * 23/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 11 e 12/02/2013
MARCHE 12 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/12
MOLISE 11 SETT.2012 11 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02/11/2012
PIEMONTE 12 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012; dall’8 al 12/02/2013
26 e 27 aprile 2013
PUGLIA 17 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012;
SARDEGNA 17 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02/11/2012; 12/02/2013; 28/04/2013
SICILIA 14 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 22/12/12- 05/01/13 29/03/13 – 02/04/13 15/05/2013;
TOSCANA 12 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 22/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012; 26 e 27/04/2013
UMBRIA 12 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 25/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012;
VENETO 12 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012;dall’11 al 13/02/13;
VALLE D’ AOSTA 10 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012; 30 e 31/01/13;
dall’11al 16/02/13
PROV. BOLZANO 05 SETT.2012      14 GIUGNO 2013 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 dal 29/10/12 al 3/11/12;
dall’ 11al 16/2/13
PROV. TRENTO  12 SETT.2012 # 11 GIUGNO 2013 ** 22/12/12 – 05/01/13 27/03/13 – 03/04/13 02 e 03/11/12; 11 e 12/02/13;

*     Per la scuola dell’infanzia il termine delle attività educative è fissato al 29/06/2013
**   Per la scuola dell’infanzia il termine delle attività educative è fissato al 28/06/2013
§   5 settembre per le scuole dell’infanzia
#   3 settembre per le scuole dell’infanzia

 

Avviso 1 agosto 2012

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione generale per l’istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni
Ufficio II

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 177 del 31 luglio 2012 il decreto 23 aprile 2012 del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di recepimento dell’Accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano 19 gennaio 2012, riguardante “l’integrazione del Repertorio delle figure professionali di riferimento nazionale, approvato con l’Accordo in Conferenza Stato – Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano del 27 luglio 2011” .

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Allegati

1) Decreto 23 aprile 2012;

2) Accordo in C.S.R. 19 gennaio 2012;

3) Accordo in C.S.R. 27 luglio 2011.

 

Nota 1 agosto 2012, Prot. AOODPIT/1812

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’istruzione
Ufficio 4°

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Alla Direzione Generale per gli Affari Internazionali
SEDE
E, p.c.
Al Capo di Gabinetto
Al Capo dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
SEDE
All’INVALSI
Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e Formazione
Villa Falconieri, via Borromini 5
FRASCATI (RM)
All’INDIRE (ex ANSAS)
Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa
Via Michelangelo Buonarroti, 10
50122 FIRENZE

Oggetto: Progetto sperimentale di valutazione “VALeS”. Scuole ammesse a partecipare e prime indicazioni operative.