Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 218

218 del 17-09-2024

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 217

217 del 16-09-2024

Tutti a Scuola

Lunedì 16 settembre il Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari ospiterà la XXIV edizione di “Tutti a Scuola”, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico. 

La diretta della cerimonia viene trasmessa su Rai Uno, a partire dalle 16.30, e condotta da Eleonora Daniele. Come ogni anno, presenti delegazioni di studenti provenienti da tutto il Paese e un’ampia rappresentanza del mondo scolastico. Per il Ministero dell’Istruzione e del Merito, oltre al Ministro Giuseppe Valditara, sarà presente il Sottosegretario on. Paola Frassinetti. Durante la manifestazione si esibiranno alcuni Istituti che si sono distinti in attività creative e di approfondimento culturale nell’ultimo anno scolastico. Sarà presente anche un’orchestra composta da una selezione di elementi provenienti dai Licei musicali del Veneto. All’evento parteciperanno personalità del mondo della musica, dello spettacolo, dello sport, della divulgazione scientifica, della cultura. Tra i temi al centro della manifestazione, l’intelligenza artificiale e l’innovazione digitale nella didattica. Ma saranno approfondite anche tematiche di attualità e le novità in atto nel mondo della scuola.

L’evento si svolgerà alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.


Intervento del Presidente Mattarella alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2024/2025

L’iniziativa sarà rilanciata sui canali social del Ministero dell’Istruzione e del Merito con l’hashtag #TuttiAScuola. 

(Cagliari, 16/09/2024) Rinnovo un saluto molto cordiale ai Ministri, alla Presidente della Regione, al sindaco di Cagliari e, attraverso di loro, a tottu sa genti sarda.
Ringrazio il ministro Valditara per il suo intervento, ringrazio questo eccellente Convitto Nazionale e il suo Rettore per l’ospitalità, ringrazio la RAI per la consueta ed eccellente, puntuale partecipazione e collaborazione.
Ringrazio i conduttori, Eleonora Daniele e Pierpaolo Spollon. Ringrazio gli artisti, numerosi, che sono intervenuti allietando questo incontro. Si sono affiancate le belle performance dei ragazzi. Ringrazio il Maestro De Amicis e l’Orchestra giovanile.
Ringrazio – a nome di tutti – gli sportivi, le atlete e gli atleti che sono intervenuti, le nostre straordinarie campionesse olimpioniche della pallavolo. E ringrazio le quattro medaglie d’oro delle Paralimpiadi, altrettanto straordinarie. Non posso non ringraziare la guida della pallavolo, Julio Velasco, e vorrei ringraziare Marta Maggetti, che non poteva mancare qui, sul mare di Sardegna; come non poteva mancare Alessia Orro, che è sarda anch’ella.
Ringrazio gli influencer, che hanno trasmesso un’idea positiva, un messaggio che sollecita ad acquisire competenze, all’affiancamento, alla fiducia.
La scuola riparte. E con essa ripartono speranze ed emozioni, si riallacciano amicizie, si fanno nuovi incontri. Il ritmo scolastico scandisce da sempre il calendario delle famiglie e rappresenta un momento di grande importanza per l’intera comunità nazionale.
L’avvio dell’anno scolastico si ripete alla fine di ogni estate, ma in realtà è un momento sempre nuovo.
Le ragazze e i ragazzi sono cresciuti, nel fisico e nella mente. Sono cambiati. I loro insegnanti, vecchi e nuovi, hanno arricchito le loro esperienze, si sono posti nuovi e più ambiziosi traguardi. Anche la società è andata avanti, tra problemi annosi e sfide del tutto nuove.
La scuola è movimento. Non si ferma. È una strada su cui camminare insieme, giovani e adulti. È palestra, innanzitutto, di vita. Per le conoscenze indispensabili che trasmette a chi la frequenta. Per i valori preziosi che propone: fiducia, responsabilità, dialogo, accoglienza, rispetto. 
Trasmette cultura e conoscenza, forma professionalità e competenze, come è necessario in un mondo che reclama, sempre più, sapere e preparazione.
La scuola educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, sviluppa il senso di comunità, fa sperimentare la convivenza.
Talvolta, questo nostro tempo dominato dall’assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare che l’impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso.
Siamo immersi in un cambiamento impetuoso a livello globale. Che ci costringe, di continuo e in ogni ambito, a fare i conti con nuove e sorprendenti realtà. La scuola non può restare ferma ma si deve inserire efficacemente nell’innovazione e nel cambiamento, così da contribuirvi, rendendo i ragazzi e le ragazze protagonisti di questo cambiamento.
Il futuro non deve incutere paura. I nuovi orizzonti sono essi stessi frutto dell’ingegno e dell’opera umana. Il nodo della questione – poc’anzi qualcuno ce lo ha rammentato –  non riguarda le nuove scoperte e le nuove intuizioni, ma l’uso – benefico o fraudolento – che se ne intende fare. I processi di conoscenza e di nuove opportunità non si arrestano, ma bisogna governarli e orientarli al bene comune.
I giovani sono più avanti nella conoscenza digitale. Ne hanno fatto strumento di vita quotidiana. Tante volte nonni e genitori chiedono loro aiuto e consiglio e quelli che non lo fanno scoprirebbero un mondo prezioso se iniziassero.
I ragazzi apprendono da noi, dalla nostra esperienza, e noi impariamo da loro. Per essere produttivo deve essere uno scambio alla pari. La tecnologia e il suo uso non devono diventare una barriera di incomunicabilità, un territorio recintato, distinto, divisivo, tra mondo giovanile e società degli adulti.
Non possiamo e non dobbiamo abbandonare i ragazzi a una chiusura solitaria, in un mondo dominato dalla tecnologia in cui talvolta rischiano di essere imprigionati. Lo smartphone, ragazzi, è uno strumento che aiuta, prezioso nella vita quotidiana, ma non è, non rappresenta la vita, che è molto più complessa, più ricca, più emozionante. Non possiamo correre il rischio che lo strumento tecnologico, in continua evoluzione, assorba la quasi totalità dell’attenzione e delle relazioni della vita.
Anche in questo il sistema educativo ha un compito decisivo.
La scuola e l’università, ha scritto Umberto Eco, sono luoghi in cui “le persone si incontrano ancora a faccia a faccia, in cui giovani e studiosi possono capire quanto il progresso del sapere abbia bisogno di identità umane reali e non virtuali”.
La scuola è un percorso di convivenza, di legalità, di libertà. Libertà di pensiero, naturalmente. Ma anche libertà da quegli ostacoli – di natura materiale o psicologica – che impediscono la corretta maturazione delle coscienze.
Abbiamo ascoltato con emozione profonda – poc’anzi – la testimonianza, il dialogo tra la signora Manes e il giovane attore che impersona suo figlio Andrea, vittima innocente di cyberbullismo. Ringrazio ancora la signora Manes per il suo impegno educativo, che ha dato una svolta condivisa al suo immenso dolore. Purtroppo, nonostante i tanti sforzi, bullismo e cyberbullismo sono tuttora diffusi tra i nostri giovani.
Occorre rinnovare un’azione rivolta a reprimere e anzitutto a prevenire, incidendo sulle cause profonde – frustrazione, mancanza di modelli positivi, paura del futuro – che provocano momenti così gravi e inaccettabili.
Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili.
Vi è oggi disagio tra i giovani, tra i giovanissimi. È un disagio che si mescola e si sovrappone alle loro straordinarie qualità e a grandi generosità di cui sono capaci. Non è sempre facile interpretare e a volte la cortina dell’incomunicabilità è talmente spessa che, per genitori e insegnanti, diventa difficile anche soltanto parlarne.
Occorre rompere il muro delle solitudini e quello del silenzio. Andare incontro. Ascoltare. Offrire possibilità. Costruire occasioni di dialogo, di socialità, di crescere insieme. Senza dialogo, senza umanità, senza empatia, non ci sarà progresso. Nessun progresso tecnologico può esaudire il desiderio di una vita piena, ricca di relazioni, di affetti, di emozioni, di serenità.
Il disagio giovanile è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l’impegno e i mezzi a disposizione. Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza neppure nutrire l’idea che tutto possa essere risolto attraverso l’illusione di un’ottica esclusivamente securitaria.
La scuola è decisiva. La scuola è per tutti e di tutti. Va pertanto continuata l’opera per rimuovere gli ostacoli, di natura economica, sociale e culturale, che impediscono ai giovani di frequentarla o di sfruttare pienamente le sue opportunità.
L’abbandono scolastico è una piaga ancora aperta, nonostante l’impegno e la dedizione di tanti insegnanti. In taluni contesti sociali la scuola è l’unica vera speranza di riscatto. Marginalità e violenze creano barriere all’inclusione, ma sarebbe una sconfitta inaccettabile se la presenza dello Stato si arrendesse di fronte alla problematicità di alcuni territori.
L’integrazione scolastica deve continuare a crescere nonostante le difficoltà. Vi sono vari e diversi fronti da curare con impegno e attenzione costanti: nei confronti dei portatori di disabilità, nei confronti dei meno abbienti, nei confronti degli immigrati.
È un impegno che viene richiesto dalla Costituzione. Ma è anche un investimento per la società del futuro. Ogni risorsa spesa in educazione la ritroveremo moltiplicata nel bene della collettività.
La coesione della società passa anche dai territori. Desidero dirlo qui, a Cagliari, nel capoluogo della Sardegna. Ridurre i divari, che dal territorio si proiettano sugli stessi diritti di cittadinanza, è anche questo un compito a cui ci richiama direttamente la Costituzione.
La scuola, cioè l’apertura al mondo e al vivere sociale di bambini, adolescenti, giovani, va dotata delle strutture che favoriscano questo inserimento, includendo, oltre agli strumenti della didattica classica, la possibilità di avvicinarsi alla musica, alle arti, allo sport. Purtroppo molte scuole, e intere aree, risultano carenti di mezzi adeguati.
A questo scopo va utilizzata al meglio l’occasione offerta dal grande Piano di ripresa europeo, conosciuto sotto il nome di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che già ci aiuta a incrementare la sicurezza degli edifici scolastici. È necessario proseguire su questo percorso virtuoso, facendo dell’Europa un investitore centrale nei settori strategici che aprono al futuro. La scuola è certamente uno di questi. E l’Europa è l’orizzonte della nostra scuola.
Nel 1958, Aldo Moro, allora ministro della Pubblica istruzione, introdusse l’insegnamento dell’educazione civica. Decisione lungimirante, e ancora oggi può aiutarci a connettere i programmi didattici con l’impegno più vasto della formazione di buoni cittadini. Educando ed esortando ai valori della nostra Costituzione, alla democrazia, alla libertà, che è piena soltanto se uguale ed effettiva per tutti.
L’apertura dell’anno scolastico è l’occasione per riflettere sul livello di istruzione dell’intero Paese.
La scuola – si suol dire – è per tutta la vita, volendo sottolineare l’importanza del momento formativo di cittadini consapevoli.
Oggi la vita si propone con un percorso più lungo e, non a caso, si parla, da un lato, di educazione permanente nell’arco della vita attiva, dall’altro di accesso a opportunità di natura culturale, una volta a riposo, terminati gli anni di lavoro. Il pensiero, oggi, va anche a queste attività e rivolgo quindi un augurio a quanti sono impegnati nelle numerose iniziative delle Università popolari e nelle Università della terza età. Svolgono una funzione preziosa per la nostra collettività.
Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente.
Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini in crescita. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia.  
La scuola può molto, ma non può tutto. Una partecipazione attiva e positiva delle famiglie è essenziale nel processo educativo. Purtroppo si registrano segnali che il patto educativo tra famiglie e insegnanti sia a volte incrinato. Occorre ricostruirlo ovunque. Con pazienza e fiducia.
I genitori devono essere sempre attenti a non trasferire le loro ansie di successo sui ragazzi. Devono vedere nei docenti non una controparte, ma interlocutori che aiutano nella formazione, evitando di trasmettere ai ragazzi un senso di indifferenza o addirittura di superiorità rispetto alle regole. Senso che ne distruggerebbe il futuro. Qualche insuccesso, i richiami aiutano a crescere. 
Non si dà una mano ai ragazzi se si imposta una dinamica di scontro con la scuola o di sfrenata competizione tra gli stessi studenti.
Con questa giornata viene sottolineato che il mondo della scuola riparte. Nella giornata “Tutti a scuola”, iniziata nel 2000 per volontà del Presidente Ciampi, di cui oggi ricorrono gli otto anni dalla morte.
Il centro, il cuore, la ragione della scuola siete voi. Bambine, bambini, ragazze e ragazzi. Vi auguro un anno di crescita, di amicizia, di grande soddisfazione, di gioia, di incontro con gli altri. La scuola accende la nostra speranza.
Buon anno a tutti!

L’intervento del Ministro dell’Istruzione e del Merito : video.

S. Casati Modignani, Segreti e ipocrisie

Sveva Casati Modignani, non si finisce di valere

di Antonio Stanca

   Un’edizione speciale Pickwick, per conto della Sperling & Kupfer, è comparsa lo scorso Gennaio di Segreti e ipocrisie, romanzo di Sveva Casati Modignani. Era uscito nel 2019 presso Mondadori Libri e aveva confermato quello che tante altre opere della scrittrice hanno stabilito come il tema fondamentale, il leit-motiv della sua scrittura, il confronto, cioè, tra passato e presente, tra i tempi, gli ambienti, gli usi, i costumi di prima improntati ai valori dello spirito, alle regole della morale e quelli di adesso devastati dalla diffusione, dall’invasione di una vita fatta solo di interessi materiali, attenta soltanto a quanto vale, a quanto serve per i bisogni del corpo, per le necessità concrete, immediate. 

   Nata a Milano nel 1938, la Modignani, a ottantasei anni, sta ancora qui nella casa dove è nata che era della nonna. A Milano è cresciuta, si è formata e da quando aveva quarantanni, dopo essersi applicata in vario modo, aveva cominciato a dedicarsi alla scrittura, prima giornalistica, poi narrativa. Anche gli ambienti dello spettacolo l’avevano vista impegnata ma l’attività di scrittrice sarebbe stata la sua preferita. Anche il marito l’avrebbe aiutata finché sarebbe vissuto e molti sarebbero stati i romanzi prodotti, molte le traduzioni ottenute. Una delle più prolifiche, delle più importanti autrici contemporanee sarebbe risultata.

   In Segreti e ipocrisie quattro sono i personaggi principali, gli interpreti delle vicende narrate. Sono successe nel periodo delle feste natalizie, di Capodanno, dell’Epifania. Le quattro donne protagoniste, Carlotta, Andreina, Gloria e Maria Sole, sono ancora giovani e belle anche se reduci da difficili rapporti con i loro uomini. Tutte sono colte in un momento di passaggio, di cambiamento, in uno stato di sospensione, d’indecisione tra come era stata e come vorrebbe o potrebbe essere la loro vita, tra quanto era successo e quanto poteva succedere. Vivono a Milano, in ambienti agiati, conducono una vita libera da problemi economici, sono affermate nel privato e nel pubblico, dividono il loro tempo tra case in città e altre in campagna, al mare. Ovunque si muovono tra servitù. Austeri, rigorosi come appunto quelli della vecchia aristocrazia erano stati i tempi, i luoghi della loro formazione, regolati da principi, valori di carattere morale e per questo non riescono a superare le crisi che hanno investito le loro vite. Non capiscono come sia stato possibile che quanto veniva dalla tradizione, dal passato, dalla buona condotta, abbia cessato di valere, come sia stato annullato da verità, sistemi completamente diversi quali quelli apportati dalla modernità. Nessuna di loro è stata risparmiata dalla nuova maniera, nessuna sa come fare per rimediare al problema sopravvenuto, per risolvere il disagio, il danno che sta soffrendo. Tutte si sono trovate di fronte ad una svolta, chi ad una gravidanza inattesa, chi al ritorno di una vecchia passione, chi ad un nuovo amore, chi ad un grave inganno. Tutte vedono finiti i vecchi modi di pensare, di fare, quelli che erano stati delle loro case, tutte vedono stabilirsi, definirsi altri, diversi modi per i quali non si sentono, non sono preparate. In questo stato di mancata convinzione, di difficile decisione mostrano di rimanere ed alla rappresentazione di una simile condizione dell’anima, di un senso perenne di sfiducia, di incapacità, la Modignani dedica lo svolgimento dell’intero romanzo. Farà scorrere le storie, le vite di quelle donne tra quanto richiesto dal passato e quanto dal presente. Continuo, interminabile sarà il movimento tra i due estremi, non si finirà mai di assistere al loro confronto, non si arriverà mai a vederlo risolto. Se questi erano stati i temi propri della Modignani scrittrice non ci poteva essere modo migliore per rappresentarli in una delle ultime opere se non lasciandoli divisi, incompiuti, lasciando ognuno libero di valere, di riconoscere l’altro.                                                                                

Gli edifici scolastici in Italia hanno un’età media di 50 anni: un problema di sicurezza e qualità dell’istruzione

da OrizzonteScuola

Di redazione

La situazione degli edifici scolastici in Italia è preoccupante. Secondo i dati raccolti da Open Polis, l’età media degli edifici scolastici italiani supera i 50 anni, con il 59% delle scuole costruite prima del 1976, ovvero prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche.

Ciò significa che molti edifici scolastici non sono stati progettati per resistere a eventi sismici e potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza degli studenti e del personale scolastico. Inoltre, la mancanza di interventi di manutenzione e riqualificazione edilizia potrebbe aggravare la situazione.

La situazione è particolarmente critica nel Mezzogiorno e nelle Isole, dove il degrado degli edifici scolastici è maggiore. Secondo i dati di Open Polis, il 18% degli edifici scolastici è classificato come “vetusto” e solo il 13% è stato progettato secondo le norme antisismiche.

Anche Legambiente ha lanciato un allarme sulla situazione degli edifici scolastici in Italia. Nel report pubblicato a gennaio del 2024, l’organizzazione ha sottolineato la necessità di intervenire per migliorare la qualità dell’istruzione e la sicurezza degli studenti.

La situazione è particolarmente grave nelle grandi città, dove gli edifici scolastici sono spesso vecchi e in cattivo stato. Ad esempio, a Torino, solo il 2,6% degli edifici scolastici è stato realizzato a partire dal 1997, mentre a Milano quasi il 97% degli edifici scolastici è stato realizzato prima del 1997.

La situazione è simile a Roma, dove solo 25 scuole su 1067 sono state costruite dopo il 1997, e a Napoli, dove solo il 3% degli edifici scolastici è stato realizzato all’inizio del Duemila.

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 216

216 del 14-09-2024

Bando mense scolastiche

Si è chiuso il bando da 515 milioni pubblicato dal MIM il 29 luglio scorso per la realizzazione e messa in sicurezza, come previsto dal PNRR, delle mense scolastiche.

L’obiettivo è quello di incrementare il numero delle mense così da favorire la diffusione del tempo pieno, rispondendo alle esigenze dei Comuni, per le scuole del primo ciclo, e delle Province e le città metropolitane, per i convitti.
Sono pervenute 1.203 candidature, per un fabbisogno di oltre 636 milioni. Il 61,69% delle istanze riguarda Comuni e Province del Sud, che hanno potuto beneficiare delle nuove azioni di supporto e di accompagnamento messe in campo dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, oltre che della semplificazione della procedura di candidatura.

“Abbiamo registrato una risposta molto positiva da parte degli enti locali”, dichiara il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, “e un dato particolarmente importante riguarda la straordinaria partecipazione del Mezzogiorno, dove continueremo a investire per dare a tutti, al di là delle condizioni di partenza e del territorio di residenza, le stesse opportunità di successo formativo di altre realtà. Investire sulle mense”, conclude Valditara, “significa consentire alle scuole di ampliare il tempo pieno, a favore degli studenti ma anche delle famiglie e delle donne lavoratrici”.

La graduatoria degli interventi ammessi al finanziamento sarà pubblicata nei prossimi giorni sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nella sezione dedicata al PNRR (https://pnrr.istruzione.it/).

Educazione sessuale a scuola, in Italia un’urgenza ignorata che lascia i giovani soli

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

In Italia, l’educazione sessuale è un argomento che riguarda solo una scuola su quattro, un dato preoccupante, soprattutto considerando che l’età media della prima esperienza sessuale si sta abbassando. Secondo quanto riporta la rivista Ok, Benessere e Salute, per gli esperti introdurre un’educazione sessuale obbligatoria già nelle scuole primarie non solo aiuterebbe a prevenire gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili (MST), ma contribuirebbe anche a rendere i giovani più consapevoli e responsabili nelle loro relazioni affettive e sessuali.

Nonostante il tema sia oggetto di discussione da decenni, l’Italia non ha ancora una legge che renda obbligatoria l’educazione sessuale nelle scuole. Il primo tentativo di introdurre una normativa in materia risale addirittura al 1975, e da allora ben 16 proposte di legge sono state respinte. Più recentemente, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha avanzato una proposta per l’introduzione di un corso volontario chiamato “Educazione alle relazioni”, composto da 30 ore di lezione annuali. Tuttavia, questa iniziativa, non essendo obbligatoria, non risolve la necessità di un programma strutturato e accessibile a tutti gli studenti.

Marta Giuliani, psicosessuologa e autrice di un manuale sull’educazione sessuale, sottolinea come un approccio multidisciplinare sia fondamentale. Non basta parlare solo di prevenzione delle MST: è essenziale promuovere una consapevolezza critica su consenso, emozioni e relazioni. Un’educazione olistica e strutturata permetterebbe ai giovani di sviluppare competenze emotive e relazionali che vanno oltre la semplice informazione medica, rendendoli più capaci di affrontare le sfide della vita affettiva e sessuale con maggiore autonomia e responsabilità.

La necessità di introdurre l’educazione sessuale nelle scuole emerge anche dai dati di un sondaggio condotto da Skuola.net e Durex. Questo studio rivela che l’11,6% dei ragazzi ha la prima esperienza sessuale completa tra gli 11 e i 13 anni, una tendenza in crescita rispetto agli anni precedenti. Nonostante il 94% dei giovani desideri che l’educazione sessuale venga inserita nei programmi scolastici, molti sono costretti a cercare risposte su internet o a confrontarsi con i coetanei, piuttosto che con figure educative o medici. Solo il 9,3% discute di sessualità con i propri genitori e appena il 5,9% si rivolge a un medico.

Sempre secondo la rivista specializzata, questa mancanza di dialogo istituzionalizzato incide anche sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, si registra un aumento del 20-40% annuo di casi di infezioni come clamidia, gonorrea e sifilide tra i giovani, aggravato dal fatto che oltre il 60% dei ragazzi non utilizza il preservativo e non è pienamente consapevole dei rischi legati alla mancanza di protezione.

La situazione italiana appare ancora più arretrata se confrontata con quella di altri Paesi europei, dove l’educazione sessuale è obbligatoria: in Svezia dal 1955, in Austria dal 1970 e in Francia dal 2001. Introdurre un programma simile anche in Italia potrebbe rappresentare una svolta decisiva nella prevenzione di comportamenti a rischio, contribuendo a creare una generazione di giovani più informata, consapevole e responsabile.

Rapporto Ocse, stipendi docenti troppo bassi. Valditara si difende: “Dati relativi a prima della firma del contratto nel 2023”

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha partecipato al question time al Senato di oggi, 12 settembre alle ore 15,00 per rispondere ad interrogazioni a risposta immediata. In questa occasione c’è stato modo di discutere dell’ultimo studio Ocse sugli stipendi dei docenti.

I dati

I dati dell’ultimo rapporto OCSE 2024, relativo agli anni 2015-2023, rivelano che negli ultimi anni, gli stipendi degli insegnanti in Europa hanno mostrato significative differenze tra Paese e Paese. Dati raccolti dal 2015 al 2023 evidenziano che la Germania ha costantemente offerto i compensi più elevati, con una retribuzione annua media di circa 47.250 euro nel 2019, seguita dalla media OCSE di 42.300 euro. Francia e Spagna presentano stipendi inferiori, ma stabili: in Francia, la retribuzione media per il 2019 si attesta sui 37.080 euro, mentre in Spagna è leggermente più bassa, a 33.030 euro.

L’Italia, tuttavia, rimane fanalino di coda tra le nazioni considerate, con un salario medio degli insegnanti fermo a 31.950 euro nel 2019, mostrando una stagnazione rispetto agli altri Paesi europei e una parabola discendente fino al 2023 con uno stipendio medio di 31.320 euro. Questa differenza retributiva è particolarmente evidente se confrontata con il trend tedesco, che ha visto un costante aumento degli stipendi nel corso degli anni.

M5s e Flc Cgil all’attacco

Ecco il commento di Valditara nel corso del question time: “L’interrogazione mi consente di fare chiarezza su un dato OCSE che si riferisce all’anno 2021/2022, cioè prima del contratto firmato nel 2023″.

“Invieremo a Giuseppe Valditara una copia dell’ultimo rapporto dell’OCSE, “Education at a glance, dove si conferma che gli insegnanti italiani sono i meno pagati in Europa, situazione aggravata dall’inflazione. Anziché pensare a provvedimenti ideologici e a costo zero pensi a questo e metta risorse vere sul nuovo contratto. In manovra sarà uno degli aspetti su cui incalzeremo di più questo governo”, così il capogruppo M5S in commissione cultura alla Camera Antonio Caso.

“Assistiamo a continue e roboanti dichiarazioni del Governo circa aumenti stratosferici per il personale della scuola, dell’università, della ricerca e dell’Afam, tali da allineare gli stipendi a quelli europei. Niente di più lontano dalla verità”, così Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL.

“Il Contratto istruzione e ricerca è scaduto da due anni e le ultime leggi di bilancio hanno stanziato risorse di gran lunga al di sotto rispetto all’inflazione maturata nel triennio di riferimento. Infatti – continua la leader sindacale -, a fronte di un’inflazione reale di circa il 18%, i finanziamenti previsti comportano aumenti pari al solo 5,78%, con un differenziale di oltre il 10% rispetto a quanto necessario a garantire la piena tutela delle retribuzioni del personale e a mantenere lo stesso potere d’acquisto. E ciò avviene con un’inaccettabile disparità di trattamento economico con gli altri settori della pubblica amministrazione, pari a circa il 18% in meno”.

“Anche gli ultimi dati Ocse – Education at glance 2024 confermano che le retribuzioni italiane sono le più basse della media UE in tutti i gradi di scuola”, sottolinea Fracassi.

“Come FLC CGIL, in vista dell’approvazione della Legge di Bilancio 2025, chiediamo risorse aggiuntive per rispondere all’inflazione del triennio e valorizzare, in modo sostanziale, i settori della conoscenza. Se ciò non dovesse accadere, organizzeremo iniziative di mobilitazione generale”, così si conclude la nota.

Liceo del Made in Italy, il MIM rassicura: nessuno stop nonostante il parere interlocutorio del Consiglio di Stato

da Tuttoscuola

Il Ministero dell’Istruzione ha confermato che non ci sarà alcuno stop all’introduzione del nuovo Liceo del Made in Italy, nonostante il parere interlocutorio e non definitivo espresso dalla Sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato. La conferenza Stato-Regioni ha, infatti, dato pieno sostegno all’iniziativa, mentre le osservazioni del Consiglio di Stato non sono ritenute sufficienti a fermare il progetto.

La Sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato aveva sollevato alcune perplessità, portando alla sospensione temporanea del parere sul regolamento che definisce il quadro orario e i risultati di apprendimento del nuovo liceo. Tuttavia, secondo il Ministero dell’Istruzione, le questioni sollevate non rappresentano ostacoli significativi.

Il Liceo del Made in Italy Già Avviato

Nel frattempo, i primi corsi del Liceo del Made in Italy sono già iniziati in diverse regioni, come confermato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Il liceo del Made in Italy andrà avanti”, ha dichiarato Urso durante un evento sugli stati generali della space economy. Ha sottolineato come il nuovo percorso educativo, che punta a valorizzare le competenze legate all’eccellenza produttiva italiana, sia stato attivato in tempi record.

Urso ha spiegato che l’anno in corso sarà un anno pilota, durante il quale il liceo sarà sperimentato per valutare come i corsi saranno attuati. Ha inoltre espresso fiducia che, nel prossimo anno, il numero di licei del Made in Italy aumenterà, permettendo a molti più studenti di accedere a questo innovativo percorso formativo.

Una Collaborazione Interistituzionale

Il ministro Urso ha infine lanciato un appello a tutte le istituzioni affinché lavorino insieme per il bene del Paese, ribadendo l’importanza di sostenere questo progetto formativo, che mira a formare i giovani su temi legati all’economia manifatturiera e al patrimonio culturale e industriale italiano.

Con il sostegno della Conferenza Stato-Regioni e la fiducia del governo, il Liceo del Made in Italy sembra destinato a consolidarsi, nonostante le iniziali incertezze sollevate dal Consiglio di Stato.

Nota 13 settembre 2024, AOODGOSV 38012

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la formazione del personale scolastico e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici Scolastici Regionali
All’Ufficio speciale di lingua slovena presso l’Ufficio scolastico regionale per il Friuli-Venezia Giulia
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione della Provincia di Trento
Al Sovrintendente agli studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie per il tramite dei rispettivi UU.SS.RR.

Oggetto: Concorso nazionale “10 febbraio“ – “Nel marmo e nel bronzo. Itinerari storici in luoghi e spazi urbani delle città italiane alla ricerca della memoria delle terre della Frontiera Adriatica” A.S. 2024-2025

Decreto Direttoriale 13 settembre 2024, AOODGRUF 1643

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie

Procedura di progressione tra le aree del personale di ruolo del Ministero dell’istruzione e del merito

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 215

215 del 13-09-2024

Assenza per covid di docenti e ata, per il 2024/2025 viene equiparata al periodo di ricovero ospedaliero

da La Tecnica della Scuola

Di Lucio Ficara

I docenti e il personale Ata che si dovessero assentare durante l’anno scolastico 2024/2025, perché positivi al Covid-19 e quindi dovessero risultare positivi al test del tampone, potranno fruire dei giorni di assenza per malattia senza alcun comporto e senza nessuna trattenuta accessoria dal cedolino, in quanto tale assenza verrebbe equiparata al periodo di ricovero ospedaliero.

La malattia per covid 19 di docenti e Ata

Ai sensi dell’articolo 87, comma 1, del DL n. 18/2020, convertito in legge n. 27/2020, tuttora vigente nonostante la cessazione dello stato di emergenza (decreto legge n. 24 del 24 marzo 2022), la malattia dei docenti e ata a tempo indeterminato e determinato, anche quella dei docenti supplenti nominati dal dirigente scolastico per periodi brevi e saltuari, riferita alla positività COVID-19, è un’assenza giustificata senza alcun comporto e senza nessuna trattenuta dal cedolino. Ricordiamo che l’art.87, comma 1 del decreto legge n.18/2020 non è stato abrogato o modificato da altra disposizione di legge e che tale norma legislativa prevede espressamente che il periodo trascorso in malattia, dovuta al Covid 19, è equiparato al periodo di ricovero ospedaliero.

Chiarimento della Funzione Pubblica

Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha chiarito che la disposizione di cui all’art. 87, comma 1, del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, con legge dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 è ancora vigente “in quanto non abrogata o modificata dal citato decreto legge n. 24, né da altre fonti normative”.
“Pertanto, per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, in caso di accertata positività al Covid-19, l’assenza per malattia è equiparata, sotto il profilo della retribuzione, al ricovero ospedaliero come disciplinato nei relativi CCNL di Comparto o e non è ricompresa nel computo del periodo di comporto”.

C’è la visita fiscale per assenza Covid-19

Nonostante l’assenza per malattia dovuta al Covid-19 è equiparata al ricovero ospedaliero, tale equiparazione è solo dal punto di vista del computo e dell’intera retribuzione, mentre non è equiparata al ricovero ospedaliero per quanto riguarda la visita fiscale. Per cui il docente che si assenta da scuola perché ha contratto il Covid, deve rispettare le fasce di riperibilità delle visite fiscali.

A tal proposito ricordiamo che le fasce previste per le visite fiscali sono le seguenti: la mattina dalle 10:00 alle 12:00 e il pomeriggio dalle 17:00 alle 19:00.

La scuola del futuro è “smontabile”, “riciclabile” e green: sarà pronta a gennaio in Italia, ecco quanto costa

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

La scuola del futuro è in costruzione: si tratta di un edificio completamente smontabile in base alle necessità e green sul fronte della sostenibilità. Come riporta Il Corriere della Sera sorgerà in Veneto, nel trevigiano, e seguirà il modello degli spazi circolari modulari.

Quanto costerà

Nessun elemento strutturale della scuola diventerà un rifiuto con la necessità di smaltimento e potenziale inquinamento ambientale. L’edificio sarà realizzato grazie a 3 milioni dai fondi Pnrr e i restanti 2,3 milioni finanziati con risorse proprie dal Comune di Conegliano, per un investimento totale di 5,3 milioni.

Quando sarà pronta

La scuola sarà pronta a gennaio del 2025. L’edificio si svilupperà su 2.119 metri quadri e su un lotto di 6.800 metri quadre. Prevede dieci aule per ospitare 250 studenti. Oltre all’utilizzo dei materiali, il rispetto dell’ambiente nell’ottica del tanto ambito traguardo delle zero emissioni inquinanti.

“Il progetto prevede il ricorso a fonti energetiche rinnovabili grazie all’installazione di un’estesa superficie di pannelli fotovoltaici sul manto di copertura – spiega l’architetta Maria Alessandra Segantini, specializzata in progetti di rigenerazione urbana – Grazie all’utilizzo di energie alternative, si prevede la realizzazione di un edificio in classe energetica nZEB, ossia a energia quasi zero”.

Le caratteristiche

Il rispetto dell’ambiente e la filosofia totalmente ‘green’ riguarderà anche i materiali utilizzati: “La struttura in acciaio è riciclabile a fine vita dell’edificio – spiegano gli architetti – L’utilizzo del sughero come materiale per la pavimentazione è una materia prima naturale biodegradabile al 100 per cento, riciclabile e rinnovabile”.

Sarà il prototipo di scuola del futuro anche per la innovativa concezione degli spazi, dove la circolarità riprende la piazza come luogo aperto di incontro e di scambio. “Dalle dieci aule si potrà accedere al giardino esterno – illustra l’architetta – Il progetto conserva, inoltre, gli alberi esistenti: i due filari di tigli, lungo via Padova e il confine settentrionale del lotto e i due grandi cedri dell’attuale giardino pubblico, aggiungendo nuovi tigli, betulle, cachi e siepi di lavanda”.