Prove tecniche di Educazione Civica
Compiti e funzioni del Coordinatore
di Giuseppe Adernò
I nostri nonni dicevano: “Vai a scola ca t’insignanu adducazione”. La parola “adducazione” con la doppia “d” della
pronuncia dialettale siciliana significava tutto quello che oggi si chiama
“istruzione e formazione”, “contenuti e competenze”, buon comportamento,
galateo che a scuola corrisponde alla “condotta”, significa anche orientamento
e successo formativo, in quanto la scuola è utile e indispensabile, essendo
orientata non alla semplice trasmissione di nozioni, bensì alla formazione integrale dell’uomo e del
cittadino.
Tutto ciò in parte la scuola l’ha fatto,
ma non sempre in maniera sistematica e organica.
Le carenze di conoscenze dell’ordinamento
dello Stato e dei diritti e doveri del cittadino, la frequenza degli atti vandalici
e d’inciviltà, da parte dei giovani che vivono senza regole, e agiscono senza
pensare, rivelano un vuoto educativo e di conoscenze che ora s’intende colmare
con la reintroduzione di 33 ore di Educazione Civica e, anche se in maniera
trasversale, l’assegnazione di un voto finale dovrebbe stimolare e valutare
tale impegno di cittadinanza attiva e responsabile.
E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 agosto il testo definitivo della legge n. 92/2019 “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”, approvato al Senato il primo luglio (Disegno di legge n.1264), promulgata dal Presidente della Repubblica e tale provvedimento entrerà formalmente in vigore il prossimo 5 settembre.
Nell’art. 2 si indica come data di avvio
di tale insegnamento “ il 1° settembre del primo anno scolastico successivo
all’entrata in vigore della presente legge” e pertanto tutto dovrebbe essere
rinviata all’anno scolastico 2020-2021.
In attesa che il Ministero individui una soluzione amministrativa: l’ipotesi più probabile è che per il 2019/20 le scuole vengano invitate ad aderire ad una sorta di sperimentazione nazionale, nell’esercizio attivo dell’autonomia didattica.
NOMINA DEL COORDINATORE
Ecco quindi che i primi Collegi Docenti
individueranno tra le “funzioni strumentali” la nomina del docente “Coordinatore dell’Educazione Civica”.
Un compito nuovo, impegnativo che sarà
sostenuto da un particolare percorso di formazione, unico beneficio economico:
4 milioni già esistenti per la formazione, come già disposto dalla legge
107/2015. L’introduzione dell’insegnamento dell’Educazione Civica è stata pensata
e approvata “senza nuovi o maggiori oneri
a carico della finanza pubblica” e senza alcun aumento di organico.
Il Coordinatore, specie negli istituti
comprensivi, avrà cura di costituire uno staff di cooperazione per la
progettazione dei contenuti didattici nei diversi ordini di scuola:
dell’infanzia, primaria e secondaria. Per le scuole superiori anche la
diversità d’indirizzi di studi sollecita una cooperazione multipla di docenti
nel gruppo o staff del Coordinatore dell’Educazione Civica, al fine di
diversificare i percorsi didattici delle classi nell’anno di sperimentazione.
I contenuti da proporre, strutturare e
diversificare nell’articolazione del percorso didattico delle 33 ore di
Educazione Civica trasversale sono elencati nell’articolo 3 della legge, che
indica le tematiche e gli obiettivi di apprendimento e lo sviluppo delle
competenze cui è indirizzato l’insegnamento sistematico e graduale dell’Educazione
Civica:
a) Costituzione, istituzioni dello Stato
italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della
bandiera e dell’inno nazionale;
b) Agenda 2030 per lo sviluppo
sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25
settembre 2015;
c)
educazione alla cittadinanza digitale;
d) elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro;
e) educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;
f) educazione alla legalità e al contrasto delle mafie;
g) educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni;
h) formazione di base in materia di protezione civile.
Il comma 2 integra i contenuti
disciplinari elencando anche: l’educazione stradale, l’educazione alla salute e
al benessere, l’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva ed una
particolare sottolineatura al senso del “rispetto
nei confronti delle persone, degli animali e della natura”.
In riferimenti a tali contenuti il comma 1
dell’art.3 stabilisce che il Ministero dovrà emanare apposite linee guida per l’insegnamento
dell’educazione civica, in coerenza con le Indicazioni nazionali per il
curricolo dei diversi ordini di scuola.
Inoltre nell’art. 4 viene ribadita la necessità
di curare in tutti gli ordini di scuola la conoscenza e lo studio della
Costituzione, in considerazione anche che il 75% degli studenti di maturità
hanno dimostrato scarsa conoscenza della “grammatica istituzionale dello Stato”
e nell’art. 5 s’introduce il “capitolo” dell’educazione alla cittadinanza digitale.
Significativo il comma “c”, dove si legge:
“informarsi e partecipare al dibattito
pubblico attraverso l’utilizzo di servizi digitali pubblici e privati;…. conoscere
le norme comportamentali da osservare nell’ambito dell’utilizzo delle
tecnologie digitali e poi ancora creare e gestire l’identità digitale, tutelare
i dati che si producono, ….rispettare i dati e le identità altrui, evitare i
rischi per la salute, prevenire il bullismo e il cyberbullismo”.
Il 12 agosto il Ministro Bussetti ha firmato il decreto con cui vengono stanziati 20 milioni di euro per attivare laboratori innovativi in 1000 scuole di tutta Italia, utilizzando il kit multimediale “Stop Cyberbullismo”: predisposto dal Dipartimento per le politiche della famiglia.
Tutte queste tematiche sollecitano da
parte dei docenti una preparazione e una formazione specifica e anche questa è
Educazione Civica.
La trasversalità dell’insegnamento
dell’Educazione civica sollecita non solo la cooperazione di tutti i docenti,
ma investe anche la cooperazione e la collaborazione con le famiglie e come si
legge nell’art. 7 si propone di integrare il “Patto educativo di corresponsabilità” che viene esteso anche alla
scuola primaria.
“Nelle scuole del primo ciclo –
precisa il comma 4 art.2 – l’insegnamento
trasversale dell’educazione civica è affidato, in contitolarità, a docenti
sulla base del curricolo di istituto”.
Le indicazioni di n.33 ore annuali corrispondono all’insegnamento di un’ora la
settimana nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti
vigenti, ma si potranno anche organizzare moduli o pacchetti orari a beneficio
di un apprendimento efficace.
E’ previsto l’avvio d’iniziative di
sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile nella scuola dell’infanzia, magari “studiando” i colori della
bandiera, imparando le parole dell’inno nazionale, i simboli della Repubblica,
le norme di igiene, di galateo, di comportamento civile, di sana alimentazione,
tematiche che già a scuola vengono proposte nei diversi ambiti disciplinari
come avviene nella scuola primaria.
Quel che potrebbe ritenersi innovativo e funzionale al progetto didattico dell’Educazione Civica è un percorso tematico strutturato e graduato per classi e per livelli.
I docenti sono bravi a “saper scrivere dritto su righe storte” e
ancora una volta sono chiamati a mettere in moto un’azione intelligente e
cooperativa per il bene dei propri studenti.
“Qui
si parrà la tua nobilitate”, docente coordinatore di scuola primaria nel riuscire a scalettare
i 33 interventi annuali sviluppando i diversi ambiti di “educazione”: ambientale,
stradale, salute, igiene, legalità.
Pianificare le tematiche per classe,
compito connesso alla programmazione didattica, non è un lavoro aggiuntivo, ma sarà
compito del Coordinatore estrapolare dalla programmazione le tematiche
confluenti al percorso didattico dell’educazione civica.
Il medesimo esercizio si potrà riproporre
per la scuola secondaria di primo grado, dove i docenti delle singole
discipline individuano degli argomenti specifici disciplinari e li fanno
confluire nel progetto.
E’ stato proposto da alcuni di assegnare a
ciascun docente 3 ore da dedicare ai temi dell’educazione civica. Non sono
argomenti estranei ai contenuti didattici, ma diventano arricchimento culturale
delle tematiche che fanno parte del programma curriculare e indirizzato ad uno
specifico intervento formativo, capace di coniugare nozioni teoriche e prassi
operativa per un comportamento civico responsabile e consapevole.
PER LE SCUOLE DI PRIMO GRADO
Ecco la bozza di una proposta di tematiche
da integrare e completare nella gradualità del percorso triennale per la scuola
secondaria di primo grado.
Materia
|
ore
|
Tematiche
|
Italiano
|
6
|
La Costituzione . Struttura e Principi fondamentali L’organizzazione del
Comune, della Regione dello Stato e della Comunità Europea –– La Legalità. Il
senso civico
|
Storia
|
3
|
Storia del Tricolore. Gli eroi e le vittime della mafia. Il cammino storico
dell’Europa
|
Scienze
|
6
|
Ed. Alimentare. E Alla salute Igiene. Galateo
|
Tecnologia
|
6
|
Cittadinanza digitale – Cyberbullismo
|
Arte e immagine
|
3
|
Il patrimonio artistico da
rispettare I simboli della Repubblica Segnaletica stradale
|
Musica
|
3
|
Inno d’Italia, d’Europa, di Sicilia
|
Ed Fisica
|
3
|
Ed Stradale regole –
|
Religione
|
3
|
Cultura dei diritti e dei doveri. Il senso del dovere
|
|
33
|
|
Tali contenuti vengono poi sviluppati
nella gradualità del triennio di scuola secondaria di primo grado mediante
percorsi tematici per le classi prime, seconde e terze.
Nelle scuole dove si attiva il progetto
didattico del Consiglio Comunale dei
Ragazzi molti degli elementi teorici vengono vissuti e applicati attraverso
un “imparare facendo” e gli studenti
che esercitano l’elettorato attivo e passivo (seconda classe) saranno meglio
avvantaggiati in tale percorso formativo.
PER LE SCUOLE DI SECONDO GRADO
Il comma 4 dell’art. 2 della legge 92 esplicita che: “Nelle scuole del secondo ciclo la materia è affidata “ai docenti
abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove
disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia”.
Per la scuola secondaria di secondo grado,
appunto, dove è presente un docente di discipline giuridico ed economiche il
piano organizzativo potrà avere una diversificata articolazione e gli altri
insegnanti potranno essere di supporto con alcuni contributi storici, letterari
e scientifici. Coordinatore sarà appunto un docente di Diritto, come tante
volte richiesto dall’APIDGE (associazione professionale dei docenti di
discipline giuridiche ed economiche) risorsa preziosa per la scuola e spesso
mal utilizzata, in quanto facendo parte dell’organico di potenziamento, sono
stati assegnati alle ore di supplenza o al sostegno anche senza titolo.
Nel compito di coordinatore e di docente
esperto della disciplina si valorizza una professionalità ed una competenza
specifica a servizio di tutti gli studenti.
Per una maggiore efficacia didattica si
potrebbero prevedere degli interventi per classi parallele con l’esercizio di
schede di verifiche e valutazione personalizzata.
Materia
|
ore
|
Tematiche
|
Italiano – Diritto
|
6 + 6
|
La Costituzione . L’organizzazione dello Stato ,le due Camere, Compiti e
funzioni . I poteri dello Stato. La Comunità Europea –– La Legalità. Il senso
civico – Diritto del lavoro.
|
Storia
|
3
|
Storia dei Partiti.Il senso della Politica. Il cammino storico dell’Europa
– le commissioni. Sviluppo sostenibile Assemblea ONU
|
Scienze
|
3
|
Ed. alla salute il benessere del cittadino. Risorse agroalimentari
|
Informatica
|
6
|
Cittadinanza digitale – Cyberbullismo
|
Arte
|
3
|
Tutela del patrimonio ambientale e
artistico da valorizzare.
|
Ed Fisica
|
3
|
Ed Stradale regole – Protezione civile
|
Religione
|
3
|
Cultura dei diritti e dei doveri. Il senso del dovere. La cultura del
rispetto
|
|
33
|
|
L’azione del Coordinatore è importante in
quanto per superare la formale “trasversalità” che tale insegnamento appartiene
a tutti, ma non lo impartisce nessuno o che ci siano dei docenti sensibili e
volenterosi che trattano nell’ambito delle loro lezioni le tematiche di
cittadinanze ed altri non se curano, sarà sua cura assicurare e garantire che tutti gli alunni, di tutte le classi possano
fruire delle nozioni e dei valori dell’educazione civica.
In occasione della valutazione intermedia sarà cura del Coordinatore registrare le attività svolte per singola classe con le indicazioni delle tematiche trattate e le indicazioni valutative circa la partecipazione e l’impegno di studio dei singoli studenti in vista della definizione del voto finale da registrare in pagella.
Come ha dichiarato nel corso del dibattito
parlamentare l’on. Gabriele
Toccafondi (Gruppo Misto), ex sottosegretario al Miur nel governo Gentiloni, “la quadratura
del cerchio viene demandata alla
bravura di un Coordinatore che dovrebbe tirare le
fila di lezioni e interventi didattici che potrebbero anche essere distribuiti
fra tutte le discipline (e ricavarne un voto unico in pagella”.
Tutto ciò potrà sembrare anomalo, ma
appare il modo migliore per sviluppare un progetto che risponde ad un bisogno
formativo degli studenti, in maniera organica e sistematica.
Magari il prossimo Governo, dopo tale
sperimentazione si convincerà di renderlo insegnamento autonomo e aggiuntivo,
ma sarà sempre necessaria un’azione interdisciplinare di contenuti e di competenze.
Il Coordinatore, inoltre, a conclusione
dell’anno di sperimentazione, presenterà al Collegio Docenti una relazione
finale, evidenziando i traguardi conseguiti e le eventuali “debolezze” e vuoti
da colmare. L’articolato piano realizzato nel corso dell’anno dovrebbe pervenire
al Ministero per contribuire anche attraverso esperienze realizzate sul campo,
alla definizione delle linee guida a servizio e a vantaggio di tutta la scuola
italiana.
E’ previsto, infatti, all’art.11 della
legge la presentazione di una relazione con cadenza biennale alle Camere da
parte del Ministro “anche nella
prospettiva di eventuali modifiche”.
Come viene indicato nell’art.10 le
migliori esperienze e l’articolazione dei progetti innovativi saranno presentate
al Ministero e inserite nell’Albo delle
buone pratiche di educazione civica”, partecipando ad un concorso
nazionale.
Si diventa così non solo esecutori di
compiti e mansioni, ma veri protagonisti e costruttori di un bene sociale e
culturale per le giovani generazioni; si colma un vuoto culturale e si
restituisce ai giovani la consapevolezza del valore di Patria, del senso dello
Stato, del Bene comune, dell’essere cittadini attivi e responsabili.
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