Uno spettro si aggira per l’Europa…

Uno spettro si aggira per l’Europa…

di Cosimo De Nitto

Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro della dispersione scolastica. E’ uno spettro che si fa sentire molto di più in Italia, quasi il doppio della Francia e della Germania. Questi paesi, infatti, investono nella scuola molto più di noi, che con la Gelmini abbiamo somministrato una cura da cavallo, tagliando le già magre e insufficienti risorse di ben 8 miliardi in tre anni. Rossi D’Oria e Profumo, sollecitati nella loro sensibilità, hanno deciso, bontà loro, di investire 30 milioni di fondi europei per aiutare le quattro regioni più disgraziate: Sicilia, Campania, Calabria, Puglia.

Certo togliere 8 miliardi in tre anni e poi aggiungere 30 milioni in due, sempre fondi europei, non è la stessa cosa e non c’è la benché minima compensazione.

Andiamo più nello specifico e seguiamo Rossi D’Oria che nell’articolo “Scuola, è allarme abbandoni. Uno su cinque senza diploma. Italia tra i peggiori d’Europa”, pubblicato su Repubblica lunedì 27 febbraio scorso, dichiara:

“Dobbiamo puntellare il ciclo delle elementari: resta la fase migliore della scuola italiana, ma mostra le prime crepe. Più ore il pomeriggio e rafforzamento degli alfabeti di base. L’obiettivo è quello di tenere le scuole aperte tutto il giorno.”

Questa dichiarazione merita qualche osservazione e un piccolo approfondimento.

Per caso questo “puntello” si è reso ancor più necessario per la devastazione operata dalla Gelmini, della quale vogliono essere continuatori scrupolosi? C’entra qualcosa lo smantellamento del modulo, nel quale c’era qualche spazio per interventi di recupero, del tempo pieno, scambiato per tempo lungo, c’entra qualcosa la brillante idea amarcord del maestro unico con le “crepe” degli alfabeti di base? Altrimenti sembra che le “crepe” siano il frutto di un destino cinico e baro accanitosi, non si sa perché, contro la nostra scuola. Magari anche queste “crepe” sono figlie del ’68.

La ricetta di Rossi D’Oria è facile facile: il problema della dispersione si risolve tenendo aperte le scuole tutto il giorno. Magari fosse così semplice.

Questo suo mi sembra un approccio doposcuolistico, stile anno ’50, destinato ai figli dei poveri. La storia della scuola ci insegna che si tratta di un modello superato, perché il tempo prolungato è cosa diversa affatto dal “tempo pieno”, che negli anni ’70 si proponeva proprio come superamento del doposcuola tramite un progetto didattico. Tutto si basava sulla considerazione che non è tanto decisiva la quantità di tempo, che pure occorre, ma la sua qualità didattica, i suoi contenuti, la sua organizzazione e strutturazione.

Continua Rossi D’Oria: “L’INVALSI, con i suoi test in seconda e quinta elementare ci sta aiutando a guidare i nostri figli…”

Questa, poi, è la più grossa che abbia sentito mai a proposito di test INVALSI! Ho capito bene? I test strumenti per la “guida” dei bambini? Una volta la guida era la figura del maestro punto di riferimento che insegna la via. Ora questa funzione l’attribuiamo a un quiz? Questo non ha il coraggio di dirlo nemmeno il più talebano dei seguaci della scuola del “Theaching to the test”.

Altra ricetta di Rossi D’Oria: “Riqualificare gli istituti tecnici”. Dalla Moratti alla Gelmini i ministri si sono sempre proposti di riformare  i tecnici. Risultato di queste straordinarie riforme è che i tecnici hanno visto sempre più peggiorare le loro condizioni e le “cure” somministrate hanno aggravato lo stato di salute del paziente. Anche su questo occorre continuità, basta “oliare” le riforme precedenti? Rossi D’Oria non dice niente, il ministro poi non sente, non vede, non parla.

Secondo il sottosegretario la seconda parte del piano ministeriale prevede una “rete” tra la realtà scolastica e le strutture sociali del territorio circostante. Anche questa è roba vecchia stile anni ’70, figlia della cultura della “gestione sociale della scuola”. La “rete” tra le cosiddette “agenzie” formative non ha mai funzionato per il semplice fatto che ogni ente, istituto, associazione ecc. ha una sua vocazione, ha sue finalità specifiche che sono diverse da quelle di una scuola pubblica. Se non ha funzionato qualche interrogativo, qualche riflessione forse non sarebbero sprecati prima di riproporre questo tipo di intervento. Magari in qualche posto ci sarà stato un risultato apprezzabile, qualche rondine ci sarà pure stata, ma non ha portato la tanto attesa primavera.

Qualcosa sicuramente avrebbe potuto portare la sperimentazione negli anni ’70 delle cosiddette “150 ore” che fu tentata sul versante educazione degli adulti; si trattava di un rientro nel canale formativo da parte di chi aveva abbandonato gli studi e in età adulta sentiva il bisogno di elevare il proprio grado di cultura. Ma anche quello dell’educazione permanente è un filone abbandonato negli anni fino alla sua scomparsa totale dagli orizzonti “riformatori” degli ultimi governi. Non solo non si è prevenuta la dispersione, ma nemmeno si è agevolata la sua riduzione attraverso il rientro in età adulta.

Il problema fondamentale, e non da oggi, è quel complesso fenomeno che va sotto il nome di “dispersione scolastica”. Dalle cose dichiarate, da quelle fatte, da quelle in progetto non pare che Rossi D’Oria e il ministro Profumo abbiano studiato a fondo il fenomeno e lo abbiano capito nei diversi aspetti e nelle più profonde implicazioni. Se l’avessero fatto 30 milioni sarebbero sembrati una mancetta o una piccola foglia di fico.

Il fenomeno per cui una parte socialmente rilevante di ragazzi e giovani lascia la scuola prima di aver concluso il ciclo di studi obbligatori per andare a finire nella più bassa manovalanza del mercato del lavoro, negli anni ’50 e ’60 fu chiamato “selezione di classe”.

Selezione, perché si riteneva fosse un processo attraverso il quale il sistema duale “scartava” i soggetti già deboli all’ingresso, la scuola poi accentuava queste differenze programmando, in un certo senso, l’insuccesso, la frustrazione, che rendevano insostenibile il proseguimento degli studi.

Di classe, perché questi ragazzi/giovani appartenevano, guarda caso, alle classi sociali meno agiate, più deprivate dal punto di vista economico e culturale.

Le strategie adottate furono quelle che puntavano a trattenere questi ragazzi quanto più possibile negli ambienti scolastici, convinti che la loro permanenza in un luogo “protetto” non solo li togliesse dalla strada, ma poteva colmare il divario culturale e metterli sulla via del successo scolastico.

Non fu così e non poteva essere altrimenti, nonostante le buone intenzioni. La variabile tempo era ed è sì importante, ma non è risolutiva. Dipende da cosa si mette dentro questo tempo e se si intacca il cuore dell’insegnamento-apprendimento, dal quale dipende il successo scolastico. Solo il successo scolastico può prevenire la dispersione, almeno quella che dipende dal modo di funzionare della scuola.

Negli anni ’80 non si è parlato più di selezione di classe, ma di “abbandono”, come se la scelta apparentemente autonoma del soggetto  possa scaricare la responsabilità della fuoriuscita dal sistema sulle sue spalle; se gli si chiede come mai, dirà sempre che ha abbandonato lui la scuola, che non gli piaceva, che era distratto da altri interessi ecc, ma si sa che le cose non stanno così.

In questi anni si è cominciato a studiare il problema sotto ottiche diverse. Si è cominciato a capire che la condizione socio-culturale-ambientale non è automaticamente l’unica responsabile dell’abbandono, ma concorre con essa e le è preminente il modo di funzionare della scuola: i curricoli, i saperi, le pratiche, le didattiche, i metodi di insegnamento-apprendimento, le relazioni ecc. Certo è più facile dire che i ragazzi non studiano per colpa della loro provenienza, del degrado ambientale ecc., più difficile ricercare cosa non va nella scuola, come è pensata, organizzata, vissuta.

A partire dagli anni ’90 è prevalso un approccio sistemico al problema e si è cominciato a parlare di “dispersione”. Un termine che si usa nell’ottica, nella fisica, nella statistica, con connotazioni tanto particolari che a volte è difficile vederne l’attinenza al campo dell’istruzione e della formazione.

Nel campo scolastico la “dispersione” è stata studiata e analizzata a lungo e ci sono studi, non solo teorici, di rilevante interesse che hanno dato luogo a sperimentazioni che varrebbe la pena recuperare in un’ottica più ampia e complessiva.

In genere chi ha approfondito il problema e ha fatto ricerca sa quanto sia limitato l’approccio che si ferma alle considerazioni socio-culturali-ambientali,  e prevederne poi la pesatura per calcolare il “valore aggiunto” nel campo degli apprendimenti, del merito dei docenti, della scuola tutta appare come minimo problematico e comunque molto discutibile. D’altronde la scuola non ha il potere, la possibilità, il compito di agire su questa variabile, ad altri la responsabilità e il dovere di farlo.

L’altro approccio che si è dimostrato fallimentare è quello che punta ad una sorta di scuola parallela e di più basso livello, con più tempo scuola (doposcuola), più limitata nell’offerta formativa e più servizi assistenziali ai soggetti a rischio tramite la “rete” con le altre agenzie nel territorio.

La sfida è ardua e non si può vincere riducendo, ma al contrario, elevando la qualità dell’offerta formativa. Non una scuola, una didattica per i soggetti a rischio, ma una scuola che ordinariamente per tutti, nel suo curricolo, nell’insieme delle relazioni, nei metodi, negli ambienti,  nell’organizzazione contenga e si fondi su strategie che abbiano una marcata valenza di “prevenzione del rischio” della dispersione.

Via via che si è riflettuto è cambiato e si è ampliato il concetto stesso di “dispersione”; si sa ormai che il fenomeno non riguarda solo i soggetti che abbandoneranno la scuola, ma riguarda tutti, perché è da considerarsi dispersione anche la perdita, o la non acquisizione, di conoscenze, competenze, non perché mancano le capacità, ma perché gli allievi sono travolti dalla noia, dal disinteresse, dalle scarse motivazioni dovuti ad un metodo di apprendimento meccanico, nozionistico, mnemonico, poco significativo, distante dal mondo con i suoi nuovi linguaggi, tecnologie, forme di comunicazione e interazione. Si può essere “dispersi” anche se si continua a stare tra i banchi di scuola trascinandosi stancamente da un anno all’altro e accontentandosi dei risultati minimi e indispensabili per essere “promossi”.

Se questo è, a poco serve curare la pianta, bisogna curare il terreno. Servono interventi strutturali e generalizzati che riguardano l’intero sistema scolastico. Il quartiere Zen di Palermo, o i quartieri Spagnoli di Napoli sono solo la punta dell’iceberg, la parte in cui emergono e sono visibili nelle forme rese più estreme e drammatiche dal degrado ambientale i problemi che affliggono in misura diversa l’intero sistema scolastico.

Tutti gli interventi che sono stati fatti in almeno due decenni non hanno avuto cura per questo problema, e i diversi governi, non occupandosene (Lisbona, Lisbona!), si sono dimostrati miopi, lasciando che le cose peggiorassero fino al punto in cui siamo oggi, quando per affrontare meglio la crisi avremmo bisogno di tutte quelle “risorse umane” che sono andate disperse per quella miopia.

Da molti, troppi anni la parola “riforma” è stata un mantra che ci ha accompagnato, una stanca liturgia che ha spacciato per cambiamento ciò che tale non è, per avanzamento e innovazione ciò che al contrario è un ritorno indietro per strade già percorse e fallite o comunque superate, inadatte ad affrontare le nuove sfide.

Chi è chiamato a governare e dirigere la scuola deve avere ben piantata in testa una cosa: la prevenzione della dispersione è la madre di tutte le riforme, connota la qualità del sistema scolastico, ne rivoluziona il modo di operare e funzionare, è il parametro principale che permette alla “valutazione”, a tutte le valutazioni, di avere un senso e una ragion d’essere fondata sul principio cardine di una scuola moderna e di qualità, il principio del “non uno di meno”.

Tutto il bailamme che si fa con la “valutazione per test”, “valutazione reputazionale”, “valore aggiunto” e quante altre ne saranno inventate o meccanicamente copia-incollate da altri sistemi scolastici, perché ce lo chiede l’Europa dirà qualcuno, non partendo dal principio e fine del funzionamento della scuola, che è quello prevenire la dispersione, appaiono come campati in aria, inefficaci a produrre veri cambiamenti, a risolvere i problemi, e oltretutto sono discutibili anche dal punto di vista scientifico.

La “Didattica del greco” non esiste

La “Didattica del greco” non esiste

di Bijoy M. Trentin

La “Didattica del greco” non esiste? Dal punto di vista teorico e metateorico, tutte le didattiche disciplinari sono dotate di un apparato epistemologico e metodologico consolidato, anche storicamente: quella del greco è ancora composta solo da tentativi e da proposte sparsi, che di certo non si possono considerare organici e complessivi: qualcosa di piú articolato esiste per il latino, ma anche questo soffre ultimamente. Inoltre, è anche tornata la moda di considerare la didattica una disciplina di seconda categoria, di secondo livello, di scarto, qualcosa che si limita a rendere digeribili i difficili e ampi saperi accademici: considerare chiacchiere la pedagogia e la didattica è come dire che sono chiacchiere la matematica e la filologia: non è un caso che una tale idea sia stata propagandata dalla ex-Ministra dell’Istruzione Gelmini. Ma il problema è che, su questo, sono veramente tante, e spesso insospettabili, le persone, gli intellettuali che la pensano come lei.

Il pensiero pedagogico di Gaetano Santomauro

IL PENSIERO PEDAGOGICO DI GAETANO SANTOMAURO NELLA SCUOLA PUGLIESE E MERIDIONALE DEL XXI SECOLO
a cura di CARLO DE NITTI

Ripensare, a distanza di trentacinque anni dalla sua morte prematura, all’itinerario teoretico attraverso il quale si è sviluppata la riflessione pedagogica di Gaetano Santomauro non ha la sua ragione di essere soltanto nella volontà storiografica di scrivere su di uno dei più illustri pedagogisti meridionali del ‘900, ma soprattutto nella rilettura criticamente sostenuta delle tematiche da lui affrontate ancora particolarmente attuali nella temperie culturale che, come uomini di scuola, viviamo oggi, alla fine del primo decennio del XXI secolo.

Nota 1 marzo 2012, Prot. 1051

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

Ufficio IV

 

Agli Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

All’Intendenza Scolastica per la Lingua Italiana di

BOLZANO

All’Intendenza Scolastica per la Lingua Tedesca di

BOLZANO

All’Intendenza Scolastica per la Lingua Ladina di

BOLZANO

Alla Provincia di Trento Servizio Istruzione

TRENTO

Alla Sovrintendenza Agli Studi per la Regione Autonoma della Valle D’Aosta

AOSTA

Ai Referenti Regionali per l’Educazione stradale

LORO SEDI

Ai Coordinamenti Regionali dei Presidenti delle Consulte Studentesche Provinciali

LORO SEDI

Ai Forum regionali delle associazione dei genitori

LORO SEDI

 

Oggetto: Portale di educazione stradale – sito internet www.lges.it

 

Nell’ambito delle iniziative volte alla diffusione e al potenziamento dell’educazione stradale, questa Direzione Generale ha realizzato una piattaforma digitale accessibile tramite sito internet ed utilizzabile da tutti gli stakeholders al fine di fornire un inquadramento generale sul tema dell’educazione stradale nelle scuole.

Il sito nasce dalla volontà di creare un portale di informazione e scambio sulle tematiche attinenti la sicurezza e l’educazione stradale, permettendo ai referenti regionali e provinciali, ai docenti e agli alunni di ogni ordine e grado di mettere a confronto le proprie esperienze, oltre che di arricchire le proprie conoscenze ed essere sempre aggiornati sul delicato tema delle sicurezza stradale. La novità principale della piattaforma è la possibilità di effettuare direttamente l’upload dei files e non solo il download.

Considerando l’alto valore formativo delle tematiche trattate e la piena coerenza con le competenze di questo Ufficio riguardanti l’Educazione Stradale, si pregano le SS. LL. di voler prendere visione del portale, consultabile al seguente sito internet http://www.lges.it e di divulgare il più possibile l’iniziativa, anche raccogliendo dove possibile materiale da inviare alla piattaforma.

Si prega di dare massima diffusione alla presente nota presso gli istituti scolastici.

Si ringrazia per la consueta collaborazione.

 

Il Dirigente

F.TO Dott.ssa Michela Corsi

 

Nota 1 marzo 2012, MIURAOODGSSSI prot. n. 986/RU/U

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali

Direzione generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi

Uff VII

 

 

Ai Dirigenti/Coordinatori

delle Istituzioni scolastiche

statali e paritarie

 

e p.c.

 

Ai Direttori Generali

degli Uffici Scolastici Regionali

 

Ai Dirigenti degli

Uffici Scolastici Territoriali

 

Al Sovrintendente Scolastico

per la Regione Valle d’Aosta

 

Al Sovrintendente Scolastico

per la Provincia di Trento

 

Al Sovrintendente Scolastico

per la scuola in lingua italiana di Bolzano

 

All’Intendente Scolastico

per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

 

All’Intendente Scolastico

per la scuola delle località ladine

di Bolzano

Loro Sedi

 

Oggetto: Anagrafe alunni – gestione delle iscrizioni in scuole interessate dal piano di razionalizzazione della rete scolastica (codici meccanografici in corso di definizione).

 

Pervengono all’Ufficio di Statistica richieste di chiarimento sul trattamento delle domande di iscrizione da inoltrare a scuole che nel prossimo anno scolastico cambieranno il codice meccanografico o il cui codice non è stato finora inserito nell’anagrafe delle scuole, a causa delle operazioni, ancora in corso, di razionalizzazione della rete scolastica.

 

Nel primo caso – cambio di codice meccanografico – l’iscrizione può essere comunque trasmessa indicando il codice valido per l’anno scolastico in corso; alla chiusura delle operazioni di razionalizzazione della rete scolastica tale codice sarà automaticamente aggiornato con quello valido per il prossimo a.s. 2012/13. Sarà cura dell’istituzione scolastica interessata dal cambiamento del codice meccanografico, verificare il corretto inserimento delle iscrizioni sul nuovo codice.

 

Nel caso, invece, che la scuola richiesta sia di nuova istituzione è necessario, per poter procedere all’inoltro di tutte le domande, che la scuola di partenza lasci vuoto il campo previsto per il codice scuola utilizzando la voce “nessuna scelta comunicata”, e invii, come previsto dalla circolare n. 101/2011, la documentazione cartacea alla scuola di destinazione.

 

Quest’ultima, ricevuta la comunicazione da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale del nuovo codice meccanografico attivo per l’a.s. 2012/13, sulla base delle domande cartacee pervenute, potrà prendere in carico le nuove iscrizioni utilizzando un’apposita funzione. In considerazione delle suddette novità emerse, si ritiene opportuno prorogare il termine di scadenza per l’inoltro delle domande di iscrizione alle scuole di destinazione al 14 marzo 2012.

 

Il Direttore Generale

Emanuele Fidora

Agenda digitale (1.3.12)

I ministeri che compongono la cabina di regia per lo sviluppo dell’Agenda digitale italiana (Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti, Funzione Pubblica, Istruzione, Università e Ricerca, Economia e Finanze, Coesione Territoriale) presentano un documento relativo ad obiettivi e strategie.

Circolare Ministeriale 1 marzo 2012, n. 19

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’istruzione
Direzione Generale per il personale scolastico – Uff. IV

Prot. N. AOODGPER 1609

Al Capo Dipartimento per la Programmazione e la
Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali
S E D E
Ai Direttori Generali degli Uffici Centrali
LORO SEDI
Ai Direttori Generali degli
Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
e p.c.
Al Gabinetto
SEDE
Agli Uffici Scolastici Provinciali
LORO SEDI
Alla Provincia Autonoma
Dipartimento istruzione
TRENTO
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di BOLZANO
All’ Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
BOLZANO
All’ Intendente Scolastico per la
Scuola delle località ladine BOLZANO
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA

Oggetto: Collocamenti fuori ruolo e comandi dei dirigenti scolastici e del personale docente presso: enti e associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale, assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento di tossicodipendenti; associazioni professionali ed enti cooperativi da esse promossi; università e altri istituti di istruzione superiore. Legge 23 dicembre 1998, n. 448 – articolo 26, commi 8, 9 e 10.

1) PREMESSA
L’articolo 26 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, al comma 8, nel prevedere l’abrogazione dell’articolo 456 del decreto legislativo n. 297/94, ad eccezione dei commi 12, 13 e 14, ha introdotto sostanziali modifiche alla previgente disciplina delle utilizzazioni, in compiti connessi con la scuola, dei dirigenti scolastici e del personale docente.
Il sopracitato articolo prevede che, in aggiunta al contingente di 300 unità, numero rideterminato in applicazione dell’art. 4, comma 68 della legge 12 novembre 2011, n. 183, di dirigenti scolastici e personale docente da assegnare all’Amministrazione scolastica centrale e periferica per lo svolgimento di compiti connessi con l’attuazione dell’autonomia scolastica, due ulteriori contingenti di dirigenti scolastici e personale docente, compreso il personale educativo, nel limite massimo di cento unità ciascuno, possano essere rispettivamente assegnati: agli enti e alle associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale, assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento di tossicodipendenti; alle associazioni professionali dei dirigenti scolastici e del personale docente e agli enti cooperativi da esse promossi, nonché agli enti e alle istituzioni che svolgono, per loro finalità istituzionale, impegni nel campo della formazione e della ricerca educativa e didattica.
Dette assegnazioni comportano il collocamento in posizione di fuori ruolo del personale interessato.
Ai sensi del comma 10 del medesimo articolo 26, le predette associazioni, gli enti cooperativi da esse promossi, nonché gli enti, le istituzioni e le amministrazioni che svolgono, per loro finalità istituzionale, impegni nel campo della formazione e in campo culturale e artistico, possono richiedere, con oneri interamente a loro carico, in aggiunta al contingente di cento unità, comandi annuali di docenti, compreso il personale educativo, e di dirigenti scolastici.
Lo stesso comma prevede, altresì, comandi di durata annuale della stessa tipologia di personale presso le Università degli Studi e altri Istituti di istruzione superiore, con oneri interamente a carico dell’Istituzione richiedente.
Il personale da collocare fuori ruolo deve aver superato il periodo di prova. Il servizio prestato in posizione di collocamento fuori ruolo dai dirigenti scolastici e dai docenti è valido come servizio d’istituto per il conseguimento di tutte le posizioni di stato giuridico ed economico nelle quali sia richiesta la prestazione del servizio medesimo.
Qualora il collocamento fuori ruolo (o il comando), ai sensi del decreto legge 28agosto 2000, n. 240, convertito con modificazioni nella legge 27 ottobre 2000, n. 306, abbia durata non superiore ad un quinquennio, a partire dall’anno scolastico 2001/2002, i docenti, all’atto della cessazione dalla posizione di collocamento fuori ruolo (o di comando), sono assegnati alla sede nella quale erano titolari all’atto del provvedimento.
Ai Dirigenti scolastici si applicano le disposizioni dei vigenti contratti collettivi dell’area della Dirigenza scolastica.
I collocamenti fuori ruolo (o i comandi) che abbiano durata superiore ad un quinquennio, a partire dall’anno scolastico 2001/2002, comportano la perdita della sede di titolarità.
A tal fine, i periodi trascorsi in posizione di fuori ruolo ai sensi del comma 8 (o in posizione di comando ai sensi del comma 10) dell’art. 26 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, si sommano se tra gli stessi non vi sia soluzione di continuità.
I docenti che perdono la titolarità, all’atto del rientro in ruolo o della cessazione del comando hanno priorità di scelta tra le sedi disponibili, secondo le modalità definite in sede di contrattazione collettiva nazionale integrativa in materia di mobilità.
Gli enti, le associazioni e le Università presso cui il personale presta servizio avranno cura di comunicare le assenze esclusivamente al dirigente scolastico dell’ultima sede di titolarità del docente o, per i dirigenti scolastici, ai Direttori generali degli Uffici scolastici regionali.

2) COLLOCAMENTO FUORI RUOLO – ART. 26 – COMMA 8 III PERIODO
PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE
Per l’ anno scolastico 2012/2013 le richieste di assegnazione sono riferite, per quanto precisato nel successivo paragrafo 2A, esclusivamente a quelle previste dal paragrafo 2B; esse dovranno essere indirizzate al Ministero dell’ Istruzione, dell’ Università e della Ricerca – Dipartimento per l’istruzione – Direzione generale per il personale scolastico – Ufficio IV – V.le Trastevere, 76/A – 00153 Roma – e prodotte entro il 27 marzo 2012 .
A corredo della richiesta di assegnazione, dovrà essere inviata la documentazione, ivi comprese le relazioni riferite alle attività svolte, sulla base delle assegnazioni disposte, nell’anno scolastico 20010/11 e nell’anno scolastico in corso (2011/12).
Copia della richiesta e della relativa documentazione sarà inviata all’Ufficio scolastico regionale, individuato in base alla sede di titolarità del personale richiesto.
I provvedimenti di collocamento fuori ruolo dei docenti e di incarico nominale per i Dirigenti scolastici sono adottati dal Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale competente in relazione rispettivamente alla sede di titolarità o di incarico del personale interessato.
Al termine di ciascun anno scolastico gli enti, le associazioni e le istituzioni, presso cui il personale presta servizio, dovranno presentare alla sopracitata Direzione generale – Ufficio IV ed al competente Ufficio Scolastico Regionale una relazione nella quale dovranno essere illustrati i compiti svolti dal personale assegnato o comandato e i risultati conseguiti.

2A) ASSEGNAZIONI PRESSO ENTI E ASSOCIAZIONI CHE SVOLGONO ATTIVITÀ DI PREVENZIONE DEL DISAGIO PSICO-SOCIALE, ASSISTENZA, CURA, RIABILITAZIONE E REINSERIMENTO DI TOSSICODIPENDENTI
ARTICOLO 26 – COMMA 8 – II PERIODO
Le assegnazioni dei dirigenti scolastici e del personale docente da effettuarsi presso enti e associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale, assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento di tossicodipendenti, possono essere disposte, a condizione che gli enti e le associazioni risultino iscritti all’albo di cui all’ articolo 116 del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, nel numero massimo di cento unità.
Al riguardo, ai sensi della circolare n. 12 dell’8 febbraio 2011, le assegnazioni sono state disposte per una durata biennale, con conseguente collocamento fuori ruolo per gli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013.
Pertanto, per l’ anno scolastico 2012/2013, non devono essere prodotte nuove istanze per le assegnazioni riferite al presente paragrafo.

2B) ASSEGNAZIONI PRESSO ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI DEI DIRIGENTI SCOLASTICI E DEL PERSONALE DOCENTE ED ENTI COOPERATIVI DA ESSE PROMOSSI, NONCHE’ PRESSO ENTI E ISTITUZIONI CHE SVOLGONO, PER LORO FINALITA’ ISTITUZIONALE, IMPEGNI NEL CAMPO DELLA FORMAZIONE E DELLA RICERCA EDUCATIVA E DIDATTICA
ARTICOLO 26 – COMMA 8 – III PERIODO
Le assegnazioni presso le associazioni professionali dei dirigenti scolastici e del personale docente e gli enti cooperativi da esse promossi, nonché presso enti e istituzioni che svolgono, per loro finalità istituzionale, impegni nel campo della formazione e della ricerca educativa e didattica, possono essere concesse nel limite massimo di cento unità.
Le richieste di assegnazione, da effettuarsi esclusivamente da parte degli organi responsabili degli enti e delle associazioni, dovranno contenere i seguenti elementi:
a) il soggetto richiedente, con la specificazione della denominazione completa dell’istituzione;
b) il tipo di programma o di iniziativa che si intende attivare e gli obiettivi che si intendono conseguire;
c) il soggetto richiedente, con la specificazione della denominazione completa dell’istituzione;
d) il tipo di programma o di iniziativa che si intende attivare e gli obiettivi che si intendono conseguire;
e) il personale scolastico di cui si chiede l’utilizzazione. Il numero delle unità richieste deve essere correlato alla struttura ipotizzata per la ricerca;
f) la particolare qualificazione professionale in possesso del personale richiesto, funzionale al tipo di programma o di iniziativa attivata o da attivare;
g) gli altri mezzi necessari alla piena realizzazione del progetto (struttura amministrativa, supporti tecnologici, attrezzature già disponibili) e modello organizzativo studiato per la relativa attuazione;
h) periodo di durata del progetto.
In allegato alla richiesta dovrà essere trasmessa la dichiarazione di assenso dell’interessato.
In caso di associazioni professionali, alla richiesta dovrà essere allegato lo statuto dell’associazione; per gli enti cooperativi è indispensabile unire anche il documento attestante la regolare costituzione e il certificato di iscrizione presso l’Ufficio del Registro delle imprese, secondo quanto previsto dall’articolo 25 del Regolamento di attuazione dell’articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, adottato con decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 1995, n. 581 e pubblicato nel supplemento ordinario n. 18 alla Gazzetta Ufficiale n. 28 del 3 febbraio 1996.
Le richieste incomplete nei contenuti o nella documentazione non saranno prese in esame. Parimenti non saranno prese in esame le richieste pervenute direttamente dagli interessati.
Le assegnazioni disposte a norma del presente paragrafo hanno durata annuale e comportano il collocamento fuori ruolo per l’anno scolastico 2012/2013.

3) RICHIESTE DI CONTRIBUTI IN SOSTITUZIONE DI ASSEGNAZIONI DI PERSONALE DA PARTE DI ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI DEI DIRIGENTI SCOLASTICI E DEL PERSONALE DOCENTE ED ENTI COOPERATIVI DA ESSE PROMOSSI, NONCHE’ DEGLI ENTI, ISTITUZIONI E AMMINISTRAZIONI CHE SVOLGONO, PER LORO FINALITA’ ISTITUZIONALE, IMPEGNI NEL CAMPO DELLA FORMAZIONE.
ARTICOLO 26 – COMMA 9.
Per l’attuazione del disposto di cui al comma 9 dell’articolo 26 della legge 23 1998, n. 448, si rinvia al decreto ministeriale n. 100 del 31 marzo 2000.
Con il predetto decreto vengono individuati modalità e tempi secondo i quali le associazioni di cui al comma 8 del citato articolo 26 possono, in sostituzione delle assegnazioni di personale della scuola, chiedere contributi nel limite massimo delle economie di spesa realizzate per effetto della riduzione delle assegnazioni stesse.
Le eventuali richieste di contributo riferite all’anno scolastico 2012/2013 dovranno essere indirizzate al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Dipartimento per l’istruzione – Direzione generale per il personale scolastico – Ufficio IV – V.le Trastevere, 76/A 00153 Roma – entro il 27 marzo 2012.

4) COMANDI PRESSO LE UNIVERSITA’ DEGLI STUDI E ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE SUPERIORE, LE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI DEI DIRIGENTI SCOLASTICI E DEL PERSONALE DOCENTE ED ENTI COOPERATIVI DA ESSE PROMOSSI, NONCHE’ PRESSO ENTI, ISTITUZIONI E AMMINISTRAZIONI CHE SVOLGONO, PER LORO FINALITA’ ISTITUZIONALE, IMPEGNI NEL CAMPO DELLA FORMAZIONE E IN CAMPO CULTURALE E ARTISTICO.
ARTICOLO 26 – COMMA 10.
Ai sensi del comma 10 dell’articolo 26 della citata legge n. 448/98 le Università degli Studi, gli altri Istituti di istruzione superiore, le associazioni professionali dei dirigenti scolastici e del personale docente e gli enti cooperativi da esse promossi, nonché gli enti, le istituzioni e le amministrazioni che svolgono, per loro finalità istituzionale, impegni nel campo della formazione e in campo culturale e artistico, possono richiedere, con oneri interamente a proprio carico, comandi di durata annuale dei dirigenti scolastici e del personale docente ed educativo.
Le domande, relative all’anno scolastico 2012/2013, dovranno essere presentate entro il 16 aprile 2012 esclusivamente al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale individuato in base alla sede di titolarità o di incarico del personale richiesto.
I relativi provvedimenti saranno adottati dal Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale interessato.
Per quanto concerne i comandi presso le Università e gli altri Istituti di istruzione superiore, la delibera del Consiglio di facoltà o di dipartimento con la quale viene approvata la richiesta del titolare della cattedra presso la quale il personale deve essere comandato, controfirmata dal Preside della facoltà ovvero dal Direttore del dipartimento, dovrà contenere chiaramente l’indicazione dell’impegno ad assumere tutti gli oneri relativi. Tale delibera deve essere allegata alla domanda.
Per quanto concerne le domande avanzate dai responsabili delle associazioni professionali dei dirigenti scolastici e del personale docente, degli enti cooperativi da esse promossi, e degli enti, istituzioni e amministrazioni che svolgono, per loro finalità istituzionale, impegni nel campo della formazione e in campo culturale e artistico, l’indicazione dell’assunzione di tutti gli oneri relativi deve risultare chiaramente dalla richiesta.
Le assegnazioni disposte a norma del presente paragrafo hanno durata annuale e comportano il collocamento in posizione di comando.

Si pregano le SS.LL. di dare la massima diffusione alla presente circolare e di comunicare agli uffici interessati che la stessa può essere consultata e acquisita sul sito Internet (www.pubblica.istruzione.it) e nella rete Intranet del Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

IL DIRETTORE GENERALE
f.to Luciano Chiappetta

Nota 1 marzo 2012, Prot. 0001053

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

 

Ai Direttori Generali degli v Uffici Scolastici Regionali v LORO SEDI

Al Sovrintendente Scolastico

per la Provincia di

T R E N T O

Al Sovrintendente Scolastico per

la scuola in lingua italiana

B O L Z A N O

All’Intendente Scolastico

per la scuola in lingua tedesca

B O L Z A N O

All’Intendente Scolastico per la

scuola delle località ladine

B O L Z A N O

Al Sovrintendente Scolastico

per la Regione Valle d’Aosta

A O S T A

Ai Dirigenti degli

Uffici Scolastici Provinciali

LORO SEDI

E p.c. Ai Dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado

Ai Docenti referenti alle Consulte provinciali studentesche

Ai Presidenti delle Consulte provinciali studentesche

 

Oggetto: XVII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie

 

Come ogni anno l’associazione Libera in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica organizza la XVII Giornata della Memoria e dell’Impegno, in ricordo di tutte le vittime delle mafie. La giornata si svolgerà a Genova il prossimo 17 marzo 2012: coincide, idealmente, con l’inizio della primavera e rappresenta un momento importante affinché il ricordo e la commemorazione di tutte le vittime della criminalità organizzata possano unirci nel nostro quotidiano impegno civile.

Per tale motivo l’iniziativa vuole coinvolgere in particolar modo i giovani e il mondo della scuola, luogo per eccellenza della memoria e dell’educazione alla cittadinanza e alla legalità, su tutto il territorio nazionale attraverso un calendario molto partecipato di “Cento passi verso…” che pone le basi per il protagonismo degli studenti e dei docenti alla manifestazione.

Il titolo dell’iniziativa è “Genova Porta d’Europa” e si porrà l’accento sulle tante trasversalità geografiche che interessano il nostro territorio, con alcune riflessioni specifiche sia sulle migrazioni, sia sui traffici internazionali delle mafie. Come di consueto, Libera Formazione propone alcune attività di preparazione alla Giornata, che sono raggiungibili all’indirizzo www.libera.it.

Le scuole interessate sono invitate a partecipare a questa importante iniziativa secondo le modalità previste dall’organizzazione. Per ulteriori informazioni logistiche circa le possibilità di alloggio, i parcheggi, la mobilità è possibile consultare il sito dell’associazione (www.libera.it) o contattare la segreteria organizzativa di al numero 3311778260 o all’indirizzo mail: segreteria.17marzo@libera.it.

Si invitano pertanto le SS.LL. a voler diffondere la presente nota affinché ogni scuola, nel rispetto della propria autonomia, possa valutare le modalità della propria adesione.

Si ringrazia per la collaborazione.

 

Il DIRIGENTE

f.to Raffaele Ciambrone