L’INSOSTENIBILE PROGRESSIVA ARMONIZZAZIONE

L’INSOSTENIBILE PROGRESSIVA ARMONIZZAZIONE: UN FRONTE COMUNE PER CONTRASTARE L’ENNESIMA TURLUPINATURA DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA!

 

E’ di ieri l’Atto d’indirizzo all’ARAN, a firma della ministra Madia, per il rinnovo del contratto nel comparto dell’Istruzione e Ricerca con relative aree dirigenziali, che concede ai parenti poveri provenienti dall’ex Area quinta l’armonizzazione progressiva dell’indennità di posizione parte fissa, finanziata – secondo contestuali notizie dell’ANSA – con 31,70 milioni di euro nel 2018 e  95,12 milioni a decorrere dall’anno 2019, per l’appunto al fine di armonizzare, dalla mensilità di settembre 2018, la retribuzione di posizione dei dirigenti scolastici della parte fissa a quella prevista per le rimanenti figure dirigenziali del comparto Istruzione e Ricerca.

Un’armonizzazione impellente, secondo la Relazione illustrativa che accompagna il documento di bilancio, perché, a fronte di una retribuzione sperequata (3.556,68 euro lordo dipendente annui contro 12.165,61), non corrisponde invece alcuna differenza nelle competenze e nelle responsabilità attribuite ai dirigenti scolastici rispetto agli altri.

Ma è doveroso precisare che sono, al momento, somme virtuali inserite in un disegno di legge; e neanche certe nella loro consistenza, dato che un’altra fonte le riduce a 95,6 milioni, peraltro scaglionati nei tre anni 2018-2019-2020, con loro sovrapposizione sulla susseguente tornata contrattuale 2019/2021. Di modo che non si comprende se le cifre in discorso si riferiscono al contratto relativo al periodo 1 gennaio 2016-31 dicembre 2018, per essere solo esigibili a rate con decorrenza 1 settembre 2018, oppure se il nuovo contratto sarà passato in cavalleria esattamente come i tre precedenti!

Che, verosimilmente, sia plausibile la prima ipotesi rispetto alla seconda, che costituirebbe una beffa atroce, resta il fatto che neanche al quarto giro potrà così realizzarsi la perequazione totale: quella esterna, rispetto a tutti gli altri dirigenti non aggettivati, e quella interna, che registra l’assurdità di ben quattro distinti regimi retributivi per lo  svolgimento di un’identica funzione!

Chi si è subito pronunciato tra le sigle sindacali rappresentative della dirigenza scolastica sembra attestarsi su una posizione difensiva, di clamorosa smentita delle precedenti bellicose dichiarazioni, dando mostra di accontentarsi di un’anticipazione dei termini di scaglionamento, sui quali lavorare da qui all’approvazione della legge, per intanto mettendo in sicurezza la parte fissa della retribuzione e poi spuntare almeno una prima quota del differenziale variabile, in un cammino che sarà ancora lungo.

Non va bene! Come abbiamo ripetutamente documentato, e da ultimo riconosciuto con onestà anche da chi tiene i cordoni della borsa, se non sussiste alcuna differenza nelle competenze e nelle responsabilità attribuite ai dirigenti scolastici rispetto agli altri, non può ulteriormente perpetrarsi in loro danno un trattamento economico deteriore. Dunque, s’impone la perequazione completa nel triennio contrattuale 2016/2018, senza se e senza ma.

Se ANP, FLCGIL, CISL Scuola, UIL Suola/RUA e SNALS-Confsal vorranno ancora tener fede al proclamato impegno per la perequazione piena, rinnoviamo loro l’invito a far fronte comune con DIRIGENTISCUOLA-Di.S.Conf., concordando congiuntamente le azioni di lotta per un obiettivo di giustizia, subito prima o immediatamente dopo l’incontro che si terrà al MIUR il 26 ottobre 2017 sul nuovo regolamento di contabilità

Lo ripetiamo: il bene della categoria vale molto di più della rivendicazione di diritti di primogenitura.

Noi siamo pronti. E attendiamo conferma.