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PNRR/Scuola 4.0: prorogare la scadenza

PNRR/Scuola 4.0: prorogare la scadenza per l’affidamento di forniture e servizi al 30 ottobre 2023

Le scuole hanno regolarmente inserito i progetti entro il 28 febbraio

Roma, 25 maggio 2023. Con una missiva inviata alla dott.ssa Carmela Palumbo, capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito, e alla dott.ssa Simona Montesarchio, direttrice generale dell’Unità di Missione per l’attuazione del PNRR, l’ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici) chiede al Ministero di prorogare al 30 ottobre 2023 la scadenza, al momento fissata al 30 giugno, per definire con atti giuridicamente vincolanti le procedure selettive dei soggetti affidatari delle forniture e dei servizi.

Precisando che le scuole hanno regolarmente seguito l’iter operativo inserendo i progetti entro lo scorso febbraio e che tali progetti sono stati validati dall’Unità di Missione a partire dalla seconda metà di marzo, l’ANDIS sottolinea come la piattaforma di gestione per le azioni ha fatto registrare ritardi, causando un rallentamento delle attività.

Prendendo atto inoltre che la scadenza per la realizzazione dei laboratori e per il collaudo è fissata al 30 giugno 2024 e che l’entrata in funzione e l’utilizzo didattico di tali laboratori è previsto per l’anno scolastico 2024/2025 chiede la proroga della scadenza, attualmente fissata al 30 giugno 2023, per definire con atti giuridicamente vincolanti le procedure selettive dei soggetti affidatari delle forniture e dei servizi.

La richiesta della proroga è stata avanzata per permettere alle scuole una scelta efficace, meditata e corretta di attrezzature, soluzioni e prodotti innovativi adeguati e funzionali all’innovazione. L’adozione della proroga – spiega l’ANDIS, non apporterebbe alcuna criticità alla gestione nazionale delle linee di investimento in esame, in quanto non sarebbero modificate le scadenze per il raggiungimento dei target e dei milestone.

Contratto scuola

Contratto scuola, oltre alla considerazione servono i fatti!

Adesso è il momento di dare un segno tangibile della volontà di cambiar marcia, occorre che il personale della scuola torni a riconoscersi nella sua Istituzione guardando al futuro con il piglio ottimistico che alcune posizioni del Ministero lasciano presagire. È tempo che la considerazione verso il personale scolastico, sia esso docente che ATA, tante volte asserita si trasformi in fatti e quindi in un rinnovo contrattuale che accolga in modo innovativo tutte le esigenze del comparto”.

Questa l’affermazione del Segretario Nazionale UGL Scuola, Ornella Cuzzupi, che continua:

Noi comprendiamo – afferma il Segretario Nazionale – le difficoltà che vi sono ma, considerato anche l’interlocuzione attenta che questo ministero manifesta, è adesso che occorre mettere in atto una semplificazione dei processi e lo sforzo comune di dare risposte concrete per avviare quel processo virtuoso che deve spingere la scuola verso il futuro avvicinando, in maniera realistica e soprattutto corretta, gli studenti al mondo produttivo. Non è possibile che il nostro personale abbia uno stipendio che, in media, rimane fanalino di coda sia nel comparto pubblico nazionale che in Europa. Non è solo questione di denaro – che pure è un aspetto di forte importanza -, ma è anche il vedersi attribuita la rilevanza che un tale comparto, un comparto che disegna il futuro del Paese, merita”.

Ma Ornella Cuzzupi non si ferma allo specifico aspetto economico spaziando su vari temi che necessitano di essere rivisti, alcuni dei quali ancora poco sollevati.

Vi è poi il problema di chi lavora lontano dalla propria famiglia. Una questione che non investe solo la necessità di accelerare il ritorno verso casa, e quindi rivedere i termini della mobilità, ma anche quella relativa alla spesa da sostenere per gli alloggi di chi svolge il proprio compito fuori regione. Si parla tanto, e giustamente, del problema legato al costo degli alloggi che devono affrontare gli studenti universitari, ebbene analoga questione esiste per il nostro personale impegnato in sedi lontane dalla propria naturale residenza. Tra l’altro molti di loro si trovano realmente in difficoltà perché oltre a doversi sostenere nelle città in cui esercitano devono garantire il necessario supporto alla propria famiglia. Un aspetto che, se sottovalutato, rischia di trasformarsi spesso in critica emergenza. Per questo – continuaCuzzupichiediamo al Ministro di prevedere, se non una sorta di calmiere dei fitti legati alla professione scolastica, almeno un bonus – da riparametrare secondo precisi canoni – in modo da garantire, un bilanciamento più equo tra personale che svolge lo stesso compito. Noi, come UGL Scuola, crediamo che la strada per raggiungere un accordo che possa rappresentare un importante step per la scuola del futuro esista, ora però tocca costruire dopo le tante, troppe macerie che gravano sul settore”.

Federazione Nazionale UGL Scuola

UNA SOLUZIONE URGENTE PER I DIRIGENTI DESTITUITI

Comitato “Merito e Cambiamento”

IL MeC CHIEDE UNA SOLUZIONE URGENTE PER I DIRIGENTI DESTITUITI
IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE RESPINGE AL MITTENTE LA BOZZA DEL DECRETO ATTUATIVO

Il Comitato Merito e Cambiamento rileva, con sgomento e preoccupazione, che non è previsto nella bozza di decreto attuativo al mille proroghe un trattamento specifico per i concorrenti che hanno superato la prova scritta e la prova orale del concorso per Dirigenti scolastici del 2017, successivamente destituiti.
Tra questi candidati molti sono stati assunti come Dirigenti Scolastici e hanno anche superato l’anno di formazione e prova, prestando servizio senza demerito anche per oltre tre anni.
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), con un atto prevedibile, ha espresso un parere negativo (Prot. n. 16337 del 16/05/2023) alla bozza di decreto del Ministero dell’Istruzione e del Merito per il concorso straordinario DS previsto dalla legge 14/2023 di conversione del D.L. Milleproroghe, evidenziando “numerose e significative criticità in relazione allo schema di decreto”, criticità rilevate dai maggiori sindacati di categoria come UGL, CISL, UIL RUA e FLC CGIL.
In particolare, i componenti del CSPI e con loro tali sindacati condividono la preoccupazione espressa dal Comitato MeC relativamente all’avere assimilato la posizione di coloro che hanno superato le prove concorsuali, avendo peraltro svolto il ruolo di dirigente scolastico, con la posizione di coloro che non hanno superato alcuna prova concorsuale. È di palmare evidenza quanto il decreto penalizzi i dirigenti destituiti.
Costoro sembra che siano diventati gli invisibili, gli unici da penalizzare!
Un’ulteriore penalizzazione è derivata dall’operato dei Direttori generali degli Uffici scolastici regionali, che hanno applicato le sentenze in tempi diversi e con modalità difformi, creando disparità di trattamento dettate da scelte discrezionali discutibili.

A ciò si aggiunga che vi sono contenziosi fermi al 2018 di altri dirigenti scolastici, nelle medesime situazioni, che beneficiano “dell’immobilismo” del Tar Lazio che non ancora ha fissato le udienze di merito, nonostante il PNRR preveda lo smaltimento del contenzioso pregresso.
Inoltre, il Comitato MeC rileva che la resistenza a prevedere la valorizzazione delle competenze acquisite da questi dirigenti scolastici destituiti del concorso 2017 (circa 20), anche attraverso un eventuale reintegro, stride palesemente con il numero di candidati che con il decreto avrà facoltà di partecipare al concorso straordinario (circa 6000) e stride, altresì, con la vicenda che vede coinvolti i dirigenti scolastici siciliani, per i quali invece si è immediatamente trovata una soluzione.
Questi ultimi, già bocciati al concorso 2006 (e alcuni bocciati anche al corso concorso riservato), destituiti a seguito di sentenza negativa del Consiglio di Stato, sono unici destinatari di ben due emendamenti nel D.D.L. 1114/2023 in sede di conversione del D.L. 44/2023 che li reintegra, sic et simpliciter, nelle sedi di precedente titolarità.
Il Comitato MeC chiede con fermezza al Ministero dell’Istruzione e del Merito, al Parlamento e ai vari sindacati di trovare con urgenza una giusta, equa e dovuta soluzione, che restituisca dignità e valorizzi il know-how acquisito in anni di onorato servizio anche ai dirigenti destituiti e in attesa di nomina del concorso 2017.

Contratto “Istruzione e Ricerca” 2019-2021, scuola

Contratto “Istruzione e Ricerca” 2019-2021, scuola: sostanziale condivisione su miglioramenti normativi e attribuzione degli ultimi aumenti

Mercoledì 17 maggio è proseguita all’Aran la trattativa per il rinnovo contrattuale 2019-2021 del comparto “Istruzione e Ricerca” sezione scuola, sulla proposta presentata dall’Aran relativa alla distribuzione delle risorse disponibili per completare il contratto con l’intento di migliorare la parte normativa e di attribuire l’ultima tranche degli arretrati e degli aumenti.

Per quanto riguarda la parte normativa si va verso il riconoscimento:

  • di 30 giorni in più per i congedi a favore delle donne vittime di violenza
  • dei congedi per i parti plurimi per ciascun figlio
  • dei 3 giorni di permessi retribuiti ai precari docenti e ATA.

Sugli aspetti economici è stata sostanzialmente condivisa la scelta di destinare le risorse rimanenti all’incremento di Rpd dei docenti, CIA per gli ATA e indennità di direzione per i DSGA.

La FLC CGIL ha chiesto, inoltre, la puntuale ricognizione dei finanziamenti relativi alle annualità pregresse le cui risorse sono rimaste inutilizzate a causa dei ritardi cumulati nella trattativa. Tali risparmi dovranno essere quantificati e interamente distribuiti sottoforma di una tantum a tutto personale.
Su questo ultimo punto l’Aran, stante le novità legate all’introduzione di nuovi istituti normativi, si è riservata di fare un approfondimento sul piano tecnico.

Il prossimo incontro di trattativa si terrà il 1° giugno.

Autonomia Differenziata

Autonomia Differenziata, Di Meglio: “Il dossier del Senato rafforza la nostra battaglia”

“Il dossier del Servizio Bilancio del Senato che, pur se in bozza, evidenzia il rischio insito nel disegno di legge Calderoli di alimentare le disuguaglianze territoriali, dimostra in modo implacabile l’impraticabilità dell’Autonomia Differenziata, confermando il pericolo che non si riesca a garantire neppure i Livelli essenziali delle prestazioni. In questo modo, si getterebbero nel baratro quelle aree del Paese  già in difficoltà, condannandole inesorabilmente alla recessione”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, interviene sul caso del documento pubblicato in un post sul profilo LinkedIn del Senato.

“Lo studio elaborato dai tecnici di Palazzo Madama dà ulteriore forza alla nostra battaglia contro l’Autonomia Differenziata e alle ragioni che ci hanno portato a sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Coordinamento per la democrazia costituzionale. Il grande successo che abbiamo ottenuto nella raccolta delle firme – conclude Di Meglio – costringerà finalmente il Parlamento ad aprire un ampio dibattito, fino a oggi mancato del tutto, mettendo la classe politica italiana di fronte alle proprie responsabilità”.

Un caso di presunta corruzione non può comportare generalizzazioni

Consiglio Nazionale ANDIS: un caso di presunta corruzione non può comportare generalizzazioni

““La scuola ha la responsabilità di trasmettere attraverso comportamenti esemplari i principi riferiti all’etica pubblica essenziali per costruire il senso di cittadinanza”

Roma, 16 maggio 2023. In merito al caso che ha suscitato grande rilevanza mediatica delle indagini coordinate dalla Procura Europea sull’operato di una dirigente scolastica e di alcuni suoi collaboratori per presunta accusa di corruzione e peculato, il Consiglio Nazionale di ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici) “rimette l’eventuale espressione di colpa alle autorità giudiziarie, nel pieno rispetto del dettato costituzionale”, e “sostiene che l’esistenza di un’indagine in corso non debba assolutamente comportare un’ingiusta generalizzazione a danno dei dirigenti scolastici, né intaccare in alcun modo i comportamenti professionali agiti nel segno della legalità”.

L’ANDIS, esprimendo “agli studenti e alle famiglie la vicinanza in questa vicenda che ha scosso l’opinione pubblica, ma anche la comunità scolastica impegnata a difendere la legalità e la trasparenza”, “ribadisce con forza che la scuola resta ferma nel suo mandato, come definito negli incarichi conferiti ai dirigenti scolastici dai Direttori degli Uffici Regionali, finalizzati a garantire un servizio scolastico di qualità, aderente ai bisogni degli studenti e capace di promuovere il successo formativo di tutti e di ciascuno”.

Oltre ad esprimere “sostegno e incoraggiamento ai dirigenti scolastici, che ogni giorno adempiono con diligenza e puntualità ai propri compiti, andando ben oltre i meri obblighi burocratici, concretizzando i principi dell’equità di trattamento, dell’inclusione, del buon andamento, della valorizzazione delle risorse”, l’ANDIS riafferma l’articolo 13 del proprio Codice Etico: “La scuola ha la responsabilità di trasmettere attraverso comportamenti esemplari i principi riferiti all’etica pubblica essenziali per costruire il senso di cittadinanza. Perseguire il bene comune significa contemperare il criterio della convenienza individuale con la costruzione dell’interesse della collettività”.

Stipendi docenti e dichiarazioni del Ministro

Stipendi docenti e dichiarazioni del Ministro Valditara: puntualizziamo – Articolo FLC CGIL

Cosa ha detto il Ministro e come effettivamente stanno le cose.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, nel corso del suo intervento a Sky Tg 24 di qualche giorno fa ha rilasciato alcune dichiarazioni sulle retribuzioni dei docenti e sull’aumento contrattuale. Vogliamo analizzarle passo dopo passo e commentarlo per fare il punto su come stanno realmente le cose. 
“La prima cosa che abbiamo fatto è stata quello di fare il più significativo aumento contrattuale, non solo mettendo altri 100 mila euro rispetto al Governo precedente…”, ha affermato Valditara. 
L’aumento contrattuale è stato di circa 100 euro lordi mensili grazie alle risorse stanziate dai precedenti Governi. Le risorse aggiuntive disposte dal Ministro Valditara sono 100 milioni ma va evidenziato che queste risorse sono una tantum, ovvero si percepiscono una sola volta in un anno, e che ammontano a circa 65 euro lorde a testa (nette circa 45 euro).

“Ma – ha continuato il Ministro – (abbiamo) anche definalizzato 300 milioni destinati inizialmente a piccoli progetti e altre finalità che non avevano a che fare con gli stipendi di tutto il personale della scuola”: 
Si tratta di risorse già nella disponibilità dei docenti – ma destinate in un primo momento alla “dedizione” (sic!) del personale – e che, a seguito di rivendicazione sindacale, ora saranno distribuite direttamente sullo stipendio. Tuttavia la cifra definalizzata non è di 300 milioni ma di 220 milioni di euro poichè nel  frattempo il Ministero ha effettuato delle distrazioni di somme da destinare ad altre finalità decise autonomamente.

“Noi prevediamo di pagare il docente tutor quasi 5mila euro in più”, ha continuato.
Il compenso previsto per il docente tutor va da un minimo di 2.850 euro ad un massimo pari a 4.750 euro, ma le cifre sono lordo Stato (come prevede il DM 63/2023). Tolti gli oneri statali i compensi si riducono da un minimo di 2.147 euro lordo dipendente ad un massimo di 3.579 lordo dipendente (a cui poi occorre sottrarre ancora il lordo a carico del dipendente). Ben lontano dalla cifra di cui parla il Ministro.

“Io credo che dobbiamo farci carico di valorizzare la professione docente e consentire a tutti i docenti di avere uno stipendio dignitoso”, ha concluso.
Per fare questo occorre non solo chiudere il CCNL ancora da completare relativamente al triennio 2019-2021 ma soprattutto finanziare il nuovo triennio contrattuale 2022-2024 già in corso e per il quale il Governo in legge di bilancio non ha stanziato neanche un euro, nè il DEF ha previsto specifici stanziamenti nella prossima manovra finanziaria. Tutto ciò a fronte di un’inflazione che viaggia ormai a cifra doppia, con la conseguenza di far retrocedere drasticamente i docenti sul piano salariale e sociale. Il punto di partenza e…di arrivo deve essere l’equiparazione allo stipendio dei colleghi europei.

Dati adesione sciopero 5 maggio 2023

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Ufficio di Gabinetto

COMPARTO E AREA ISTRUZIONE E RICERCA

Settore scuola

Sciopero indetto da Cobas Scuola Sardegna, Cobas Scuola (solo scuola primaria), Unicobas Scuola e Università per tutto il personale docente, dirigente, educativo ed ATA a tempo indeterminato e determinato per l’intera giornata del 5 maggio 2023

Dati di adesione

In ottemperanza a quanto previsto dalla Legge 146/90 e successive modifiche e integrazioni, si comunicano i dati di adesione allo sciopero del personale docente, dirigente, educativo ed Ata nelle istituzioni scolastiche ed educative e digitati dalle stesse nell’apposito programma di rilevazione presente sul portale SIDI.

A tal proposito risulta che i dati definitivi dello sciopero in questione sono i seguenti:

  • le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 6.348 su un totale di 8.333 (76,18%);
  • per quanto attiene il personale gli aderenti allo sciopero sono stati 8.058, cioè lo 0,94% delle 858.653 unità di personale tenuto al servizio. Questo numero non comprende le 75.999 unità di personale assente per altri motivi (es: malattia, ferie, permesso, etc…).

PNRR per ridurre la dispersione scolastica

Utilizzare i fondi del PNRR per ridurre la dispersione scolastica

La percentuale di giovani che non studiano, non lavorano e non sonoin percorsi di formazione (NEET) colpisceoltre 2 milioni di ragazzi e ragazze.

Roma, 12 maggio 2023. Il tema della dispersione scolastica è stato uno degli argomenti principali affrontati durante la seduta del Consiglio Nazionale di ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici) del 4 maggio. “La dispersione scolastica in Italia ha raggiunto valori allarmanti. Negli ultimi 15 anni la condizione dei minori è in costante e preoccupante peggioramento. Tra gli indicatori del circolo vizioso delle povertà – rileva l’ANDIS – vi è il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione che in Italia, secondo i dati ISTAT 2021, è salito al 12,7% rispetto alla media europea del 9,9% e la percentuale di giovani che non studiano, non lavorano e non sono in percorsi di formazione (NEET) colpisce oltre 2 milioni di ragazzi e ragazze tra i 15-29 anni, un fenomeno che interessa il 23% dei e delle giovani.

Per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica l’ANDIS sottolinea l’importanza dei fondi del PNRR, osservando però come alcune condizioni strutturali potrebbero renderli più funzionali al successo formativo: “Le proposte dovrebbero essere multilivello, agendo contemporaneamente sulle famiglie, sugli allievi, sui docenti e sui territori con un coinvolgimento di tutti gli attori; pluriennali, per evitare la contingenza di interventi che non dialogano e non interagiscono e quindi di sistema e tempestive”

In merito alla misura Scuola 4.0, l’ANDIS spiega che “i fondi ricevuti sono consistentima il relativo documento, condivisibile inquanto coinvolge molteplici dimensioni,all’atto pratico pare ridurre l’intervento a meri acquisti. Per rendere tale misura funzionaleal cambiamento atteso è necessario agire sulle tecnologie con una chiara struttura pedagogica di fondo e con dimestichezza con i vari setting”.

Il Consiglio Nazionale di ANDIS evidenzia, inoltre, come “l’orientamento debba partire dalla scuola dell’infanzia, educando alle scelte ed incentivando il riconoscimento delleinclinazioni dei bambini e delle bambine” e come “le rilevazioni INVALSI siano uno strumento fondamentale per intercettare la
dispersione implicita”.

Denatalità

Denatalità: FLC CGIL, non sia alibi per tagliare sulla scuola

Roma, 11 maggio – “La crisi demografica è un dato di fatto: denunciamo da anni che siamo in presenza non solo di un calo delle nascite, ma di un vero e proprio fenomeno migratorio che sta svuotando le aree interne del Paese. Bene che il Ministro ne abbia preso oggi piena consapevolezza, se ne traggano le dovute conseguenze”. È quanto afferma, in una nota, la Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

“Per invertire la denatalità – secondo la FLC- servono politiche per sostenere l’occupazione stabile e di qualità di giovani e donne e investimenti negli strumenti di condivisione vita-lavoro: più asili nido, gratuità e obbligatorietà delle scuole dell’infanzia, più tempo pieno e tempo prolungato. È bizzarro parlare di docenti in eccesso quando abbiamo classi affollate nelle aree urbane e impossibilità di formare classi nelle aree interne, quando manteniamo livelli altissimi di dispersione scolastica e quando si continua a far cassa riducendo il numero delle scuole”. 

“Quello che proprio non serve – conclude la FLC – è utilizzare il calo demografico come alibi per ridurre le risorse e gli investimenti a favore dell’istruzione”.

Sciopero generale 26 maggio

USB Scuola sarà presente in tutte le piazze del Paese nella giornata dello sciopero generale del 26 maggio. I temi dello sciopero investono direttamente tutti i lavoratori della scuola: 300 euro di aumento mensile netto, stabilizzazione dei precari, aumento degli organici e internalizzazione dei servizi.

Negli anni abbiamo assistito a continui tagli al personale e all’aumento del numero di alunni nelle classi. Le mansioni, i carichi di lavoro, le responsabilità sono cresciute a dismisura, a fronte di rinnovi contrattuali con aumenti di salario al limite della beffa. Sono state istituite nuove figure che nulla hanno a che vedere con la professionalità dei docenti. L’obiettivo, costantemente perseguito, è stata la creazione di figure di staff fedeli al DS. Abbiamo assistito inoltre a un lavoro nascosto teso al costante svilimento della figura del lavoratore della scuola da parte delle istituzioni e dei media.

Il carico di lavoro del personale ATA è diventato negli anni insostenibile: numeri risicati e mansioni sempre più pesanti.

Inoltre, molti servizi dello Stato sono stati affidati ai privati, consentendo un risparmio economico che si è tradotto in sfruttamento dei lavoratori da parte delle cooperative. La verità è che reinternalizzare i servizi significherebbe migliorare la scuola: come è stato per i lavoratori delle pulizie, così vogliamo che sia per gli assistenti alla comunicazione e all’autonomia.

In una fase di aumento del costo della vita, di restringimento delle garanzie sindacali e politiche, di privatizzazioni sempre più selvagge, USB Scuola rivendica la dignità del lavoro, la qualità della scuola pubblica statale e il diritto ad una retribuzione dignitosa, all’assunzione, alla stabilizzazione dei precari: queste stabilizzazioni devono essere prive di vincoli e ricatti! È essenziale poi assicurare la sicurezza sul lavoro e del lavoro, recuperare la dignità lavorativa e individuale di ogni insegnante, collaboratore scolastico, assistente amministrativo, assistente tecnico.

Chiediamo a tutti i lavoratori della scuola di partecipare alle manifestazioni che si terranno il 26 maggio in tutte le città italiane, per rivendicare la dignità del nostro lavoro. A breve verrà pubblicato l’elenco degli appuntamenti. 

Non mancate!

Autonomia differenziata, soddisfazione dei sindacati scuola: superate le 50mila firme necessarie al progetto di legge contro la regionalizzazione

Autonomia differenziata, soddisfazione dei sindacati scuola: superate le 50mila firme necessarie al progetto di legge contro la regionalizzazione

Roma, 5 maggio – Obiettivo 50mila firme raggiunto: la proposta di legge di iniziativa popolare in difesa dell’unitarietà della scuola italiana ha ora tutte le carte in regola per poter essere presentata in Parlamento. Il risultato di oggi – 64.681 firme – premia lo straordinario impegno che da novembre scorso ha visto coinvolti in prima linea i sindacati FLC CGIL, UIL Scuola RUA e Federazione Gilda Unams. Sei mesi intensi di iniziative, tra manifestazioni, assemblee, campagne di comunicazione e appelli alla cittadinanza, per fermare il disegno di legge Calderoli sull’Autonomia Differenziata la cui attuazione rischierebbe di disgregare il carattere nazionale del sistema di istruzione e di alimentare le disuguaglianze territoriali.

Per Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL: “Con il superamento delle 50mila firme abbiamo raggiunto l’obiettivo più importante: portare in Parlamento la legge di iniziativa popolare. E’ evidente che il mondo della scuola, che abbiamo incontrato nelle tante iniziative di questi mesi, ha sentito forte la minaccia disgregatrice del progetto di Autonomia differenziata per il sistema nazionale di Istruzione. Questa attenzione non deve calare nei prossimi giorni, c’è possibilità a sottoscrivere il progetto di legge fino al 9 maggio per continuare a dimostrare che la Scuola vuole essere fuori da ogni progetto di regionalizzazione”.

“È un grande risultato – sottolinea Giuseppe D’Aprile, Segretario generale Uil Scuola Rua – frutto di tante assemblee e incontri con migliaia di lavoratori che conoscono davvero la scuola italiana, che la fanno funzionare tutti i giorni con passione e responsabilità, in ogni istituto del nostro Paese. Per questo voglio ringraziare l’impegno di questi mesi, di tutti”.

“Abbiamo fatto un buon lavoro – commenta Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale della Federazione Gilda Unams – e ci auguriamo che questa proposta di legge possa mettere il Parlamento di fronte alle proprie responsabilità”.

Migliaia di cittadini hanno dato il loro sostegno alla raccolta firme, dimostrando così quanto la scuola rappresenti un bene comune e l’importanza fondamentale che riveste per tutto il Paese. Fino al 9 maggio sarà ancora possibile sottoscrivere online la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare “Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’art. 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato” collegandosi al link https://raccoltafirme.cloud/app/user.html?codice=CDC muniti di SPID.

Assunzioni

Assunzioni, Di Meglio: speriamo si realizzino tutte. Sul Pnrr rischio spreco risorse

“Apprezziamo la ripresa delle relazioni sindacali da parte del Ministro ed esprimiamo soddisfazione per la garanzia data in merito alle misure previste in favore dei docenti tutor, affinché vengano discusse nell’ambito della contrattazione nazionale. Per quanto riguarda le assunzioni, ci auguriamo che vengano effettivamente realizzate tutte quelle stabilite dal piano, diversamente da quanto accaduto negli anni scorsi quando le cattedre assegnate sono state meno della metà rispetto ai posti autorizzati”. Così Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale della Federazione Gilda-Unams, commenta l’incontro che si è svolto ieri pomeriggio tra il Ministro Valditara e i sindacati.

I docenti assunti tra il prossimo anno scolastico e quello successivo, secondo quanto dichiarato dal titolare di viale Trastevere, saranno 100mila, di cui 65mila impiegando risorse del Pnrr e 35mila extra Pnrr con procedura straordinaria riservata a chi ha 36 mesi di servizio e 24 Cfu. Per l’anno scolastico 2023/2024, le assunzioni saranno 56mila, di cui circa 19mila sul sostegno e le altre su posto comune. 

“Purtroppo sul fronte contrattuale – aggiunge il Coordinatore Nazionale – ci troviamo in una situazione di stallo dovuta alla complessità del comparto, che comprende scuola, università, ricerca e Afam”.   

Infine, in merito ai fondi Pnrr, alla luce delle difficoltà che stanno affrontando le scuole nella realizzazione dei progetti, Di Meglio non ha nascosto il timore che possa verificarsi un grande spreco di risorse. “Non si capisce, per esempio, a cosa serve allestire aule digitali in edifici scolastici che vanno in pezzi. Un po’ come se agli alunni della primaria si chiedesse di imparare a leggere e a scrivere senza aver prima appreso l’alfabeto”, conclude Di Meglio.

Incontro con il Ministro

Incontro con Valditara, FLC CGIL: accelerare su Contratto e condividere scelte su PNRR

Roma, 3 maggio – “Riteniamo che serva un intervento politico per chiudere la parte normativa del Contratto Istruzione e Ricerca e uscire dallo stallo in cui la trattativa si trova in questo momento. Senza questo intervento non sarà possibile cominciare a negoziare il prossimo Contratto su cui vanno investite grosse risorse a beneficio di una categoria di lavoratrici e lavoratori tra le peggio pagate della pubblica amministrazione e i cui salari sono, in questo momento, fortemente erosi dall’inflazione”. Lo ha dichiarato Francesco Sinopoli, segretario generale FLC CGIL, durante l’incontro tra i sindacati e il ministro dell’Istruzione e del Merito tenutosi questo pomeriggio.

“Il negoziato sulla parte economica del contratto è stato frutto di un’autentica condivisione tra i sindacati e il Ministero – ha aggiunto – occorre dunque, rendere sistematica una prassi di collaborazione che ha dato ottimi frutti in tutte le occasioni in cui è statautilizzata”.

“È un nostro fermo obiettivo impiegare il Piano nazionale di ripresa e resilienza nella maniera più completa, la scuola ha infatti bisogno di grandi investimenti per sollevarsi da una situazione di deficit strutturale che va dagli asili alle secondarie di secondo grado. Crediamo però che il modo più efficace consista nel coinvolgimento e nella partecipazione di coloro che il mondo della scuola lo rappresentano. Tutte le risorse che impegnano il personale sul piano organizzativo o in termini remunerativi devono passare attraverso la contrattazione, anche quelle del PNRR. E ciò non sta avvenendo per i fondi stanziati per la figura del tutor, che vede la nostra assoluta contrarietà, né per la formazione del personale. Secondo le nostre leggi tutti questi passaggi dovrebbero essere sottoposti alla contrattazione nazionale integrativa. Sul riparto delle risorse del PNRR è per noi necessaria l’interlocuzione e il coinvolgimento, informato e convinto dei rappresentanti dei lavoratori della scuola”. Ha concluso Sinopoli.