14 – 30 giugno Esami
L’art. 4 dell’OM 110/99 prevede:
- 14 giugno 2000: inizio degli esami di licenza di scuola media;
- 21 giugno 2000: inizio, con la prova scritta di Italiano, degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d’istruzione secondaria superiore e di abilitazione all’insegnamento nelle scuole materne (vd. anche art. 1 OM 31/00).
Gli esami di Stato nel mese di giugno si svolgono, in ragione di quanto previsto dall’art 12 dell’OM 31/00, secondo il seguente calendario:
Termine delle lezioni | Valutazione degli alunni interni e attribuzione del credito scolastico. |
19 – 20 giugno | Riunione preliminare delle Commissioni d’esame (art. 13, OM 31/00) |
21 giugno | Svolgimento della prima prova scritta (art. 15, OM 31/00). |
22 giugno | Svolgimento della seconda prova scritta, grafica o scritto-grafica (art. 15, OM 31/00).
Per gli esami nei licei artistici lo svolgimento della seconda prova continua nei due giorni seguenti per la durata giornaliera indicata nei testi proposti. Per gli esami negli istituti d’arte, la seconda prova si svolge in non meno di tre giorni e in non più di cinque giorni. Poiché uno dei giorni dello svolgimento di detta prova coincide con il sabato, la prova stessa può essere sospesa per i soli candidati che per motivi di culto non intendono proseguire l’esame in detto giorno. |
23 giugno | Giornata a disposizione della commissione per definire la struttura della terza prova scritta. |
26 giugno | La commissione decide il testo della terza prova scritta. Svolgimento della terza prova scritta (art. 15, OM 31/00).
Terza prova scritta Per i licei artistici e gli istituti d’arte le operazioni si svolgono entro il giorno successivo al termine della seconda prova scritta e il giorno seguente (la prova può svolgersi anche in due giorni). |
Data variabile | Due giorni prima della data di inizio dello svolgimento del colloquio (esclusi dal computo le domeniche e i giorni festivi intermedi) la commissione rende noti i punteggi delle prove scritte ed il calendario dei colloqui mediante pubblicazione all’albo. E’ facoltà di ogni candidato richiedere alla commissione di conoscere il punteggio attribuito alle singole prove. La commissione riscontra tale richiesta entro il giorno precedente la data fissata per il colloquio del candidato interessato.Svolgimento Colloquio (art. 16, OM 31/00). Per l’espletamento dei colloqui, vengono convocati per primi, in base a sorteggio, i candidati interni; successivamente, sempre in base a sorteggio, i candidati esterni. Il numero dei candidati che sostengono il colloquio, per ogni giorno, non può essere di norma superiore a cinque. |
Di seguito il comunicato stampa del MPI relativo agli esami di Stato nelle scuole italiane all’estero:
Il Ministero della Pubblica Istruzione provvede ogni anno alla predisposizione delle tracce di 1ª e 2ª prova scritta da assegnare agli esami di Stato nelle scuole italiane all’estero.
Tali scuole, per le quali valgono gli stessi ordinamenti della scuola secondaria superiore italiana e quindi la stessa legge di riforma dell’esame di Stato, sono dislocate in città dell’Europa, dell’Africa, degli Stati Uniti e dell’America Latina.
Le date di svolgimento degli esami sono fissate dal Ministero degli Affari Esteri, che cura la gestione amministrativo-contabile di queste scuole attraverso le Ambasciate e i Consolati italiani esistenti nei rispettivi paesi.
Considerata la diversità dei fusi orari delle varie località, vengono stabilite tre date diverse: la prima per le scuole degli Stati Uniti e dell’America Latina, la seconda per le scuole ubicate in Europa, la terza per i licei di Lima e Buenos Aires, dove gli esami si svolgono a dicembre secondo il calendario australe.
Le tracce preparate dal Ministero della Pubblica Istruzione per queste tre tornate di esami, oltre ad essere ovviamente diverse tra loro, sono sempre diverse da quelle predisposte per le sessioni, ordinaria e suppletiva, delle scuole metropolitane.
Sono, pertanto, inutili i tentativi di conoscere in anticipo le tracce assegnate ai candidati delle scuole italiane all’estero.
In Educazione&Scuola:
- Esami@edscuola.com a cura di Davide Leccese
- Terza Prova d’Esame in Rete: Esercitati con E&S
- Scrutini ed Esami
- Diario d’Esame 1999-200
Una guida, passo per passo, al lavoro delle Commissioni
03 – 30 giugno Termine attività educative e didattiche
L’art. 3 dell’OM 110/99 prevede:
- 03 giugno 2000: termine delle lezioni nelle classi terminali degli istituti professionali e degli istituti d’arte in cui si effettuano, rispettivamente, esami di qualifica ed esami di licenza di maestro d’arte;
- 10 giugno 2000: termine delle lezioni nelle scuole e istituti di tutti gli ordini;
- 30 giugno 2000: termine delle attività educative nelle scuole materne e delle attività didattiche negli altri istituti e scuole.
29 – 30 giugno DPEF 2001-2004
Il Consiglio dei Ministri approva il Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2001-2004: previsti, entro il 30 giugno, alcuni emendamenti al testo originale a favore di ambiente, scuola e agricoltura.
Di seguito un estratto del Comunicato Ufficiale relativo alla riunione del Consiglio dei Ministri del 29 giugno 2000:
Il Consiglio ha approvato, su proposta del Presidente del Consiglio, Amato, del Ministro del Tesoro, Visco, e del Ministro delle Finanze, Del Turco, il Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2001-2004.
Il risanamento della finanza pubblica realizzato nel corso di questa legislatura consente per la prima volta, dopo molti anni di manovre di aggiustamento, di raggiungere gli obiettivi di bilancio senza bisogno di ricorrere ad interventi correttivi.
Il controllo sulla spesa – nonostante alcune aree di tensione che richiedono attenta vigilanza – e il gettito fiscale danno luogo, nell’anno in corso, a un disavanzo della Pubblica Amministrazione pari all’1,3% del Pil, inferiore, quindi, all’1,5% indicato nel Patto di Stabilità al quale l’Italia è vincolata. Per il 2001, è previsto il raggiungimento dell’obiettivo di deficit dell’1% del Pil a legislazione vigente e senza alcun intervento correttivo. Questo risultato è fra l’altro la conseguenza di un abbattimento particolarmente significativo dello stock di debito pubblico (per circa 65.000 miliardi).
Ciò significa che il risanamento realizzato è strutturale e permanente, anche se il percorso non breve di progressiva riduzione del debito pubblico accumulato nel passato richiede costanza nel rigore, determinazione nelle politiche di privatizzazione e di riduzione del debito, e impone, tuttora, limiti precisi alla possibilità di spesa e di riduzione delle imposte.
Il risanamento della finanza pubblica realizza le condizioni che consentono al sistema produttivo italiano di beneficiare in pieno della ripresa economica in atto: le previsioni di crescita sono tutte in aumento e la disoccupazione, nel 2001, infrangerà lo zoccolo del 10% per attestarsi al 9,9 in un andamento di rapida discesa che nel 2004 prevede il 7,8%.
Gli interventi che il governo prospetta per il 2001 consisteranno (oltre all’adeguamento delle risorse per i contratti di lavoro per i dipendenti pubblici) quindi, nella riallocazione di alcune poste di spesa, allo scopo di realizzare maggiore equità e di offrire maggior sostegno allo sviluppo economico, e nell’introduzione di ulteriori alleggerimenti fiscali (dopo il taglio di imposte di 11.300 miliardi, pari a mezzo punto di Pil, attuato con la manovra precedente) resi possibili dal surplus di gettito ottenuto rispetto alle previsioni. L’ammontare delle risorse destinate alle riduzioni delle imposte sarà determinato dai primi consuntivi di entrata dell’autotassazione annuale, in base ai quali sarà possibile fare una stima attendibile dell’andamento complessivo delle entrate nell’arco del periodo in corso.
Le priorità.
Il benessere del Paese dipende dalla capacità di competere sul piano economico e dall’essere in grado di sfruttare nella maniera migliore le opportunità offerte dai processi di innovazione in atto, nel quadro di uno sviluppo sostenibile.
Per questi motivi, il governo ha indicato nel Dpef alcune linee di intervento strutturali centrate su:
– Riduzione del prelievo tributario, con particolare attenzione alle categorie più deboli
– Sostegno alle piccole imprese, anche attraverso la riduzione del cuneo fiscale;
– Sostegno alle infrastrutture immateriali della Nuova economia: scuola, formazione, ricerca
– Potenziamento e il miglioramento del sistema infrastrutturale e del sistema di mobilità e valorizzazione del territorio come infrastruttura primaria del Paese;
– L’innovazione della Pubblica Amministrazione e la prosecuzione dell’impegno per la sburocratizzazione delle procedure;
– Accelerazione della riqualificazione degli investimenti pubblici e potenziamento delle politiche per il Mezzogiorno
– Riforma delle politiche attive del lavoro, degli ammortizzatori sociali, e delle misure di lotta alla povertà
– Ammodernamento e potenziamento delle politiche della giustizia e della sicurezza interna ed esterna.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
09 – 29 giugno 2000 Dimensionamento Rete Scolastica
Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 9 giugno 2000, con tre decreti presidenziali, nomina i presidenti delle regioni Campania, Molise e Puglia commissari ad acta per l’approvazione della rete scolastica nelle rispettive regioni.
Il 29 giugno viene inoltre approvato un DPR che consente l’approvazione del piano di dimensionamento per la regione Calabria.
Riportiamo di seguito i comunicati stampa del CdM e del MPI:
(CdM: 9 giugno 2000)
(…) Il Consiglio (ha approvato) su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, De Mauro:
– tre decreti presidenziali che demandano ai Presidenti delle Giunte regionali (designati Commissari ad acta) della Campania, del Molise e della Puglia l’approvazione dei piani di dimensionamento delle istituzioni scolastiche nei rispettivi territori. Tali interventi sostitutivi si sono resi necessari in quanto le predette Regioni non hanno provveduto in materia nei termini prescritti e nonostante i successivi atti di diffida. (…)
La seduta ha avuto termine alle ore 11,25.(MPI: 9 giugno 2000)
Il Consiglio dei Ministri ha nominato questa mattina, con tre distinti decreti, i presidenti delle Regioni Campania, Molise e Puglia commissari ad acta delle rispettive regioni per approvare il piano di dimensionamento della rete scolastica entro quindici giorni dalla data di comunicazione del decreto.
Il provvedimento si è reso necessario ai fini dell’entrata in vigore in tutto il Paese dell’autonomia scolastica, in particolare del formale riconoscimento dell’autonomia giuridica alla singola istituzione scolastica e il relativo conferimento della dirigenza al capo d’istituto. Ciò allo scopo di evitare una penalizzazione ingiusta degli alunni, delle famiglie e degli operatori scolastici che verrebbero ad essere esclusi dai processi di autonomia.
La legge sull’autonomia ha attribuito alle Regioni e alle Provincie il potere di determinare i piani regionali della rete scolastica. Il regolamento per il dimensionamento (DPR 233/98) ha previsto come termine per l’approvazione dei piani il 28 febbraio 1999, con la possibilità di modificarli entro e non oltre il 28 febbraio 2000.
Tutte le Regioni ad eccezione della Sicilia, Calabria, Campania, Molise e Puglia hanno approvato nel tempo utile i piani. Per la Sicilia la legge di recepimento è entrata in vigore il 1 marzo 2000; questa ha fissato in tempi relativamente brevi, 90 giorni, i termini per la redazione del piano. Per le altre quattro Regioni, con autorizzazione del Consiglio dei ministri si è proceduto a diffidarle a perfezionare ed approvare i piani entro 60 giorni. Le diffide per Calabria, Molise e Puglia sono scadute il 29 maggio, quella per la Campania il 6 giugno. La perentorietà dei termini prefissati ha imposto, dunque, l’attivazione del potere sostitutivo. La Giunta regionale della Calabria ha approvato in extremis il piano di dimensionamento, ora in attesa della successiva ratifica consiliare, in mancanza della quale anche per tale Regione si dovrà procedere nell’identica maniera.(CdM: 29 giugno 2000)
(…) Il Consiglio ha, inoltre, approvato (…) su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, De Mauro:
– un decreto presidenziale che demanda al Presidente della Giunta regionale della Calabria (designato Commissario ad acta) l’approvazione del piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche nella regione.(MPI: 30 giugno 2000)
Il Consiglio dei Ministri nella riunione del 29 giugno – con apposito decreto emesso su iniziativa del Ministro della Pubblica Istruzione, Tullio De Mauro – ha nominato il Presidente della Giunta Regionale della Calabria commissario ad acta per l’approvazione del piano di dimensionamento della Regione.
Il provvedimento (che prevede il compimento delle attività entro 15 giorni dalla data di comunicazione dello stesso), si è reso necessario – spiega il Ministro – per consentire un corretto avvio del prossimo anno scolastico anche in Calabria e per evitare che in essa si possa verificare, a causa dell’inadempienza, un’ingiustificata penalizzazione degli alunni, delle famiglie e delle comunità scolastiche esclusi dal processo dell’autonomia, con grave diseguaglianza rispetto al restante territorio nazionale.
La sua adozione, peraltro, è risultata indispensabile perché il Consiglio regionale non ha ratificato nei tempi previsti dallo Statuto regionale la precedente delibera di Giunta, con la quale la Regione, già diffidata in tal senso, aveva in extremis definito un’ipotesi di dimensionamento.
01 – 29 giugno Scuola e Parlamento
Camera | ||||||||||||||||||||||||||||||
Aula | 21 | Approvazione DdL 4953 bis (ex AS S. 1496-2157), Nuove norme di tutela del diritto d’autore (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 2, 3, 4 e 6 del progetto di legge n. 4953, approvato, in un testo unificato, dalla II Commissione permanente del Senato) | ||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 6, 13, 20 | Interrogazioni
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7a Com. | 20 | seguito audizione del Ministro della pubblica istruzione sulle linee programmatiche del suo dicastero | ||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 20, 21, 27 | in sede referente, DdL AC 7073, Utilizzo degli stanziamenti previsti dalla legge sulla parità scolasticaIl termine per la presentazione di emendamenti al disegno di legge è fissato alle ore 18 del 21 giugno
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7a Com. | 1 | audizioni in ordine al trasferimento allo Stato di insegnanti dipendenti da amministrazioni comunali | ||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 8 | audizione del Sottosegretario di Stato per l’università e la ricerca scientifica e tecnologica Antonino Cuffaro sulle linee guida del Piano nazionale per la ricerca | ||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 21, 28 | in sede referente, DdL AC 6560, Istruzione e Ricerca
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7a Com. | 1 | in sede consultiva, Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il Regolamento di organizzazione del Ministero della pubblica istruzione La Commissione approva lo Schema di regolamento con le seguenti osservazioni:
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7a Com. | comitato ristretto, DdL AC 2338, 3582 e 5688, Libri scolastici in comodato | |||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 8, 13, 22, 29 | in sede referente, DdL Editoria AC 390, 794, 1441, 3380, 3381, 3672, 4349, 4627, 4629, 4950, 6946 | ||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 6, 8, 13, 15, 22, 28, 29 | in sede referente, DdL AC 6562, Docenti UniversitariIl termine ultimo per la presentazione di emendamenti è fissato per le ore 20 del 6 giugno 2000.
L’8 giugno 2000 la Commissione delibera di nominare un Comitato ristretto. |
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7a Com. | in sede referente, DdL AC 3907 e abb., Diritti dei bambini nelle comunicazioni radiotelevisive e nell’informazione e tutela dei minori dalla pubblicità televisiva | |||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 29 | in sede consultiva, Schema di regolamento recante Organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali | ||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 21 | in sede referente, DdL, Associazioni Sportive Dilettantistiche (DdL AC 2761, 769, 1776, 2489, 2739, 3607, 3912)La Commissione delibera di dare mandato al relatore a riferire favorevolmente all’Assemblea sul testo unificato da essa predisposto; chiede di essere autorizzata a riferire oralmente e nomina il Comitato dei nove. | ||||||||||||||||||||||||||||
Senato | ||||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 6, 27, 29 | Interrogazioni
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7a Com. | 22, 29 | in sede referente, testo unificato DdL AS 4047 e 4110, Istituzione della cattedra di maestro accompagnatore al pianoforte e docente di repertorio vocale nei Conservatori | ||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 13, 20 | dibattito sulle comunicazioni rese, nella seduta del 25 maggio 2000, dal Ministro della pubblica istruzione sugli indirizzi generali della politica del suo Dicastero (si veda anche l’audizione del Ministro della PI ed il dibattito alla 7a Commissione della Camera):
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7a Com. | 14, 21 | audizione del Sottosegretario di Stato per l’università e la ricerca scientifica e tecnologica Antonino Cuffaro e dibattito sulle linee guida del Piano nazionale per la ricerca | ||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 1 | in sede consultiva, Piano di riparto dello stanziamento iscritto al capitolo 1800 del Ministero della pubblica istruzione per l’anno finanziario 2000La Commissione esprime parere favorevole con osservazioni.
Riportiamo di seguito un estratto del resoconto sommario della seduta:
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7a Com. | 1 | in sede consultiva, Schema di regolamento recante la fornitura gratuita o semigratuita di libri di testo La Commissione esprime parere favorevole.
Riportiamo di seguito un estratto del resoconto sommario della seduta:
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7a Com. | 1, 7 | in sede consultiva, Schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali ammesse al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2000-2002Il 7 giugno 2000 la Commissione esprime parere favorevole con osservazioni.
Riportiamo di seguito un estratto del resoconto sommario della seduta dell’1 giugno:
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7a Com. | 27, 28 | in sede consultiva, Schema di regolamento recante Organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali | ||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 1 | in sede consultiva, Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il Regolamento di organizzazione del Ministero della pubblica istruzione | ||||||||||||||||||||||||||||
7a Com. | 21, 27 | affare assegnato: “La politica del Governo in ordine all’insegnamento della religione cattolica previsto dal Concordato tra l’Italia e la Santa Sede” | ||||||||||||||||||||||||||||
direttiva 28 giugno 2000, n. 175
“Individuazione degli interventi prioritari e criteri generali per la ripartizione delle somme, le indicazioni sul monitoraggio, il supporto e la valutazione degli interventi stessi”, ai sensi dell’articolo 2 della legge 18 dicembre 1997, n.440
circolare 28 giugno 2000, n. 174
Prima integrazione delle graduatorie permanenti: D.M. n. 146 del 18 maggio 2000 – Chiarimenti – Valutazione titoli e operazioni connesse
15 – 27 giugno Commissione Riordino Cicli
Il 15 giugno 2000 il ministro della PI firma il decreto che istituisce la Commissione incaricata della realizzazione del programma per l’attuazione progressiva, nel prossimo quinquennio, del riordino dei cicli scolastici previsto dalla Legge 10 febbraio 2000, n. 30, nonché dell’individuazione degli obiettivi formativi scolastici al termine sia della Scuola di Base, che del Ciclo Secondario.
La Commissione, formata da 240 componenti, che si insedia il 27 giugno 2000, concluderà i suoi lavori entro la prima metà del prossimo settembre.
Riportiamo di seguito il comunicato stampa del MPI ed il testo dell’intervento del ministro all’atto dell’insediamento della Commissione:
Comunicato Stampa MPI (19 giugno 2000)
Il ministro della Pubblica Istruzione, prof. Tullio De Mauro, ha firmato il decreto istitutivo della Commissione che dovrà aiutare il ministro a presentare, entro la prima metà di settembre, il programma per l’attuazione progressiva del riordino dei cicli scolastici nel successivo quinquennio. Parte delicata e essenziale del lavoro della Commissione sarà l’individuazione degli obiettivi formativi scolastici al termine del primo ciclo settennale di studi e al termine del ciclo secondario quinquennale.
La Commissione è formata da 228 componenti del più vario orientamento ideologico e culturale e delle diverse specializzazioni e professionalità: accanto a molti insegnanti e capi d’istituto della scuola militante vi sono esperti delle diverse aree disciplinari che concorrono alla formazione primaria e secondaria, ispettori ministeriali di lunga esperienza, rappresentanti delle associazioni professionali dei docenti, delle case editrici, delle famiglie. Nella Commissione sono rappresentati anche esponenti dei comitati nazionali di Bioetica e delle Pari opportunità, dell’intero ufficio di presidenza del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione, dell’Anci, dell’Upi e delle Regioni e Province autonome.Tra gli esperti più noti ricordiamo:
- sociologi come Alberto Abruzzese, Alessandro Cavalli, Michele Colasanto, Luisa Ribolzi;
- studiosi di Filosofia come Dario Antiseri, Giuliano Tagliagambe, Giovanni Reale, Massimo Baldini;
- storici come Paul Ginsborg, Andrea Giardina, Nicola Tranfaglia, Mario Veggetti;
- studiosi di educazione letteraria e linguistica come Alberto Asor Rosa, Paolo Balboni, Umberto Eco, Carlo Ossola, Claudio Magris, Maurizio Bettini, Raffaele Simone, Mario Santagata, Stefano Gensini;
- giuristi come Francesco Casavola, presidente dell’Enciclopedia Italiana;
- classicisti come Michele Coccia, Leopoldo Gamberale, Giovanni Polara, Paolo Pontani;
- matematici e statistici come Alberto Conte, Claudio Bernardi, Enzo Lombardo, Giunio Luzzatto, Lucio Russo, Edoardo Vesentini, presidente dell’Accademia dei Lincei;
- pedagogisti come Luciano Corradini, Franco Frabboni, Raffaele Laporta, Cesare Scurati, Benedetto Vertecchi;
- psicologi come Clotilde Pontecorvo e Anna Ferraris;
- esperti di tecnologia come Giorgio De Michelis;
- fisici e ingegneri come Vittorio Marchis e Franco Bassani;
- biologi e studiosi di Scienze naturali come Alberto Oliverio e Giovanni Berlinguer;
- geografi come Cosimo Palagiano e Franco Salvatori.
Intervento del ministro Tullio De Mauro in occasione della prima riunione plenaria della commissione per il riordino dei cicli d’istruzione (27 giugno 2000)
In tema di scuola è un grave errore ignorare la storia e la geografia. Permettetemi di chiedervi aiuto per non commettere questo grave errore. Non è una storia lunga. Nel 1955 l’ISTAT rese pubblici i dati del censimento generale della popolazione svoltosi quattro anni prima.
L’autorevolezza della fonte e la nettezza dei dati, i dati stessi nella loro crudezza, scossero nel profondo le coscienze più avvertite. Fu drammaticamente chiaro lo scarto storico misurabile in secoli che ci separava dal resto dell’Europa occidentale, non meno che dell’Europa dell’Est comunista. Sei italiani su dieci risultavano privi di qualsiasi titolo di studio, compresa la licenza elementare e la cosiddetta licenza di proscioglimento dall’obbligo, introdotta per un breve periodo durante il regime fascista.
Un terzo abbondante di questi sei italiani si dichiaravano incapaci di leggere e di scrivere, ossia completi analfabeti. Solo il 10% della popolazione si era spinto oltre le elementari, verso la scuola di avviamento, il ginnasio e verso l’Università. La scossa di questi dati fu benefica: i potentati economici si resero conto che il paese non avrebbe retto il passo con lo sviluppo economico a cui si avviava a metà degli anni Cinquanta con un tasso di scolarità pro capite di soli tre anni. Le forze politiche e sociali si resero conto che la Costituzione della Repubblica non predicava nell’astratto, inutilmente, quando prescriveva almeno – dice il testo – otto anni di scuola per tutti i cittadini. Otto anni che corrispondevano alla istituzione della scuola media unificata che, per la verità storica, era stata già prefigurata dalla Carta della Scuola del ministro Bottai sul declinare estremo del regime fascista prima che venisse travolto dalle catastrofi provocate da esso stesso.
La scuola media unificata e l’effettiva estensione dell’obbligo furono le mete comuni verso cui intesero muoversi forze politiche e personalità assai diverse e in contrasto. Cominciò allora l’itinerario di ripensamento radicale da parte di un parroco che si trovava nel suburbio operaio fiorentino, don Lorenzo Milani. Gli Amici del Mondo si riunirono nel convegno “Scuola secondo Costituzione”. Le grandi forze politiche si riorientarono secondo questo tema. L’opposizione all’idea che tutti dovessero frequentare la scuola media era violenta, e serpeggiava sia nel maggiore partito politico di governo, la Democrazia Cristiana, sia nel massimo partito d’opposizione. “Todos caballeros” fu il titolo di un articolo di ripulsa all’idea della media unificata scritto da uno dei più illustri intellettuali comunisti del tempo. Questa tesi fu tuttavia sconfitta e si andò all’istituzione della media unificata.
E’ cominciato da allora, non senza scosse e ritardi, il lungo cammino che le nostre scuole hanno saputo far percorrere al Paese. Il 60% di coloro che a metà degli anni Cinquanta non avevano un titolo di studio si è ridotto oggi al 10%. Tocca invece il 60% la percentuale di coloro che hanno proseguito oltre la licenza elementare fino a raggiungere i diplomi di scuola secondaria e la stessa Università. La scolarità media da tre anni pro capite del 1950 è passata agli otto anni del 1991 e ai nove di fine anni Novanta. Eravamo, in media, un paese fermo alla terza elementare. Oggi ci affacciamo tutti alla media superiore.
Un lavoro immenso è stato fatto, certamente dalle famiglie – seppur gravate dall’investimento privato nell’istruzione dei figli – ma anche da due categorie, spesso dimenticate, che saranno però al centro delle riflessioni di questa commissione. Voglio dire, le varie generazioni di giovani che si sono succedute in questi decenni e la classe degli insegnanti.
Bisogna che noi insegnanti teniamo presente che le generazioni più giovani provengono da famiglie in cui fino a 20, a 15 anni fa si parlava all’80% soltanto uno dei nostri bellissimi dialetti: bellissimi ma lontanissimi dall’italiano. Tra le mura di casa ancora oggi è dominante una variabile italo-dialettale. Solo in un terzo di queste case si leggono quotidiani, e solo in un quinto vi è un nucleo di libri che supera le poche decine. Ragazze e ragazzi hanno imparato e imparano a scuola a parlare l’italiano e a scrivere, imparano a leggere libri non scolastici in una misura che è quadrupla rispetto a quella delle generazioni più anziane, tripla rispetto a quella delle generazioni adulte.
Sarà pur vero ciò che i giornali scrivono e cioè che i giovani leggono poco: ma leggono tre volte di più rispetto a babbi e mamme e quattro volte di più dei nonni. Asini? Forse. Ma il loro raglio si va affievolendo, se di raglio si deve parlare.
Questo è il paese da cui viene quel 75% di ragazzi che la scuola, le famiglie e l’impegno generoso degli stessi studenti portano alla licenza media superiore. Provate voi a essere Gianni, a essere Samantha col “th”, e su queste basi a distaccarvi dal vostro ambiente nativo e ad incamminarvi verso integrali, derivate, Aristotele, Newton, Galilei, verso la pianificazione territoriale e Omero. Provate voi ad arrivare appunto al diploma medio superiore in una percentuale del 75%.
Veniamo ora agli insegnanti. La loro attività è parsa un atto dovuto, e io credo che debbano avere l’orgoglio di dirlo. Un atto dovuto alla Costituzione della Repubblica italiana e alla loro coscienza professionale, non ad altri. Si dice che gli insegnanti siano mal formati, da noi nelle Università; e ancor peggio reclutati, si dice. E si aggiunge: lavorano poco. Ma guardando le cose con un po’ di distacco, si nota che le prime due accuse, mal formati e mal reclutati, sono titoli di merito per chi ha dovuto imparare sul campo – ed evidentemente ha imparato bene – l’arte di insegnare.
Quanto al rimprovero sulle 18-20 ore settimanali di insegnamento, la dice lunga non sugli insegnanti, ma proprio su chi lo muove. Coloro che fanno questo rimprovero pensano che si debba e si possa insegnare senza continuare ad apprendere. Costoro si riempiono la bocca di tumultuosa avanzata dei saperi e contemporaneamente pensano che sia possibile insegnare ripetendo sempre e solo ciò che si è studiato venti, trenta, quaranta anni prima.
Oggi i governi dicono che il long life learning è la meta verso cui deve avanzare la società dell’informazione nelle aree del mondo più sviluppate: ma questa è un’abitudine che i nostri insegnanti praticano da tempo.
Se riteniamo il monte ore troppo modesto, teniamo presente quanto è difficile, pensando a quel Gianni, a quella Samantha col th, e anche a quel Pierino del dottore, per citare ancora don Milani, Pierino che non vive più in una colta casa borghese, ma che è frastornato dalle sciocchezze, dalle vacuità, che è corrotto dalla droga, e portare tutti alla scuola media superiore e all’esame conclusivo. Questo è un lavoro molto difficile. Mi auguro che questa commissione voglia trovare il modo di ribattere: “se 18 ore vi sembrano poche, provate voi ad insegnare in queste condizioni”.
L’immenso lavoro che scuole e insegnanti hanno compiuto in questi anni rappresenta, probabilmente insieme allo Statuto dei Lavoratori, lo sforzo meglio riuscito per tradurre espressioni formali come “libero sviluppo delle persone” e “pari condizioni di partecipazione alla vita del paese”, contenute nella Costituzione, in una realtà concreta, per lo meno per le giovani generazioni.
Grazie al lavoro delle scuole alcuni dei segmenti più alti della Costituzione formale sono diventati realtà operante. Lo ricordo non solo per segnare un esplicito debito di riconoscenza che governo, Parlamento, nazione devono sapere di avere verso la scuola, ma perché questo lavoro ha sedimentato un patrimonio enorme di esperienze, di progetti, di disegni didattici, di offerte e di sperimentazioni formative: tutte cose che questa commissione potrà richiamare in sintesi e analiticamente.
Esiste un patrimonio di programmi, che forse hanno circolato troppo poco nelle scuole, che è riferimento irrinunciabile da un punto di vista culturale. Penso ai programmi delle medie, ai primi orientamenti per la scuola dell’infanzia, ai programmi delle elementari, a quelli Brocca dei bienni e dei trienni, ai documenti dei saggi.
Tutto questo patrimonio ci consente di immaginare che potremo raccordare alla realtà delle nostre scuole il lavoro a cui siamo chiamati. Voglio dire il lavoro di attuare quelle leggi che derivano direttamente dalla nostra Costituzione.
Quello che dobbiamo fare è predisporre un programma che attui progressivamente le leggi sul riordino dei cicli e la legge sull’autonomia scolastica, insieme alle altre norme che sono in via di perfezionamento, come il riordino del Ministero Pubblica Istruzione e l’accentuato decentramento regionale di funzioni e compiti che queste norme prevedono. Queste leggi giungono d’improvviso sulle spalle della scuola, ma giungono anche con enorme ritardo, perché sono la proiezione sul terreno della scuola di un processo antico, che parte dalla volontà di adeguare tutta l’amministrazione pubblica, dunque anche tutte le scuole, statali e paritarie, a quello che la Costituzione indica. Dopo molti tentennamenti questo processo ha cominciato a decollare negli anni Settanta, ha avuto un momento alto nel progetto di riforma della struttura dello Stato di Massimo Severo Giannini, si è poi proiettato nella importante Giornata della Scuola promossa dal ministro Mattarella nel 1989. Finalmente ha cominciato a trovare la via di provvedimenti incisivi con ministri della Funzione Pubblica, di assai vario orientamento, da Cassese, a Frattini, a Urbani, a Bassanini. Già questo dimostra che il processo di decentramento e di riforma non è affare di una parte politica, ma una questione che travalica i partiti e coinvolge l’intero Parlamento e riguarda l’intero processo di ringiovanimento e miglioramento del nostro Stato. Vi prego di rileggere tutti gli articoli di quella parte della Costituzione che Giannini ha definito “splendida”: mi riferisco ai primi 12 articoli, quelli che contengono i principi fondamentali. In essi è possibile leggere abbastanza immediatamente le indicazioni che noi, riordinando i cicli e preparando un piano per il governo, possiamo dare per il futuro della scuola.
L’articolo 1 recita che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro: è un impegno affinché i cittadini e le cittadine non siano persone inerti, ma siano tutti chiamati a dare il loro contributo di lavoro alla vita comune e alla crescita del Paese.
L’articolo 2 parla di valori di solidarietà, di parità sociale a cui dobbiamo tendere con il lavoro svolto a scuola.
L’articolo 3 parla di sviluppo libero delle persone: un tema a cui tutti siamo legati profondamente. Ci parla della centralità di coloro che studiano. Ci parla di progressività nella rimozione degli ostacoli che impediscono l’eguale partecipazione alla vita del paese.
L’articolo 4 prospetta come compito delle istituzioni della Repubblica quello di creare raccordi con il mondo del lavoro. E’ l’articolo che stiamo cercando di attuare attraverso la legge sull’elevamento dell’obbligo formativo.
L’articolo 5 ci mette sulla strada dell’autonomia delle offerte formative e del decentramento. L’articolo 6, che parla delle minoranze linguistiche, è di estrema attualità, visto che il nostro paese si prepara nei prossimi venti anni ad avere il 30% di bambine e bambini di altra lingua e altra cultura. Questo articolo ci ricorda il dovere di costruire le condizioni per la parità di opportunità e per l’integrazione.
L’articolo 7 parla dell’insegnamento della religione cattolica, garantito dal Concordato. E l’articolo 8 parla di quella pluralità religiosa che è tutelata dalla Costituzione e che dobbiamo trovare modo di garantire nel concreto della vita scolastica.
L’articolo 9 parla della territorialità, del radicamento delle scuole nell’ambiente. Un tema caro anche all’attuale Capo dello Stato che ne ha fatto un filo di dialogo con le scuole, cosa che vorrei ricordare con gratitudine.
L’articolo 10 parla di accoglienza degli stranieri: un tema che sentiamo tutti L’articolo 11 ci parla di educazione alla pace e di prospettive di integrazione europea e internazionale.
Queste non sono parole vuote: oggi, finalmente le leggi che abbiamo alle spalle ci consentono di riempirle di contenuti.
Vorrei ricordare l’articolo 1 della legge sul riordino dei cicli, affinché ci guidi nel nostro lavoro: “Il sistema educativo di istruzione e di formazione è finalizzato alla crescita e alla formazione della persona umana nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e delle identità di ciascuno, nel quadro di cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con le disposizioni in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La Repubblica assicura a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le conoscenze, le capacità e le competenze, generali e di settore, coerenti con le attitudini e con le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle specifiche realtà territoriali”.
Che dobbiamo fare noi? Entro settembre 2000, come prevede l’articolo 6 della legge sul riordino dei cicli, dobbiamo preparare per il governo, perché la presenti al Parlamento, una documentazione doppia, ossia un programma quinquennale di progressiva attuazione della riforma dei cicli e una relazione che ne illustri la praticabilità e la fattibilità.
In particolare la commissione deve procedere alla definizione di questo programma che deve comprendere un progetto generale di riqualificazione del personale docente e i criteri generale per la formazione degli organici d’istituto. Queste saranno le materie su cui sarà molto prezioso il collegamento tra il lavoro della commissione e le strutture del ministero che la fiancheggeranno.
Dobbiamo individuare i criteri generali per la riorganizzazione dei curricoli sia disciplinari, sia di un intero ciclo scolastico. Per ora il nostro compito è quello di definire i criteri generali di organizzazione dei curricoli delle scuole di base e della scuola secondaria. Solo successivamente potremo riarticolare questa commissione in commissioni specifiche per definire i curricoli di singole aree disciplinari e di singole materie. Vorrei precisare che nella dizione che sto utilizzando in questa occasione “scuola di base” comprende anche la scuola dell’infanzia, ossia l’educazione prescolare che è nostro compito estendere e generalizzare. Proprio in questo segmento di scuola, talvolta ignorato nella sua straordinaria positività, vi sono alcune delle punte di eccellenza del nostro sistema formativo. Un’eccellenza riconosciuta più spesso fuori d’Italia che entro i suoi confini: per questo abbiamo progettato un convegno a dicembre per la valorizzazione internazionale del lavoro svolto dalle scuole dell’infanzia. Dovremo occuparci anche di esse, sapendo di avere alle spalle non solo esperienze eccezionali, ma anche orientamenti sui quali si è lungamente riflettuto.
La legge ci chiede in particolare di badare alla valorizzazione dello studio delle lingue e all’impiego delle tecnologie didattiche. Dovremo pensare anche ad un piano per l’adeguamento delle infrastrutture e dovremo indicare tempi per l’attuazione della legge. Esistono proposte, di cui potremo discutere. Su questi temi dovremo preparare una relazione complessiva, sulla quale entro 45 giorni le Camere dovranno produrre una deliberazione che contenga indirizzi specificamente riferiti alle singole parti del programma. Solo dopo questo atto potremo riarticolarci in nuove commissioni o gruppi di lavoro, per affrontare i curricola disciplinari delle singole materie. Questa commissione ad alcuni è parsa ampia, in realtà è smilza: se si fa il conto dei componenti delle commissioni che dal 1980 fino ai saggi hanno lavorato sui singoli segmenti delle nostre materie si arriva a circa 600 persone. Noi siamo 240, dunque non siamo troppi, anche perché il nostro lavoro si allarga verso fronti che non sono solo quelli della prefigurazione dei possibili curricula disciplinari, ma tocca tutti i temi della nostra futura scuola. Non è stato trascurato nessuno sforzo per garantire la composizione più ampia dal punto di vista delle posizioni culturali e ideali e dal punto di vista della collocazione professionale. Ci sono “saggi”, cioè esperti di livello universitario nelle varie discipline, ci sono rappresentanti delle associazioni degli studenti e delle famiglie, delle associazioni disciplinari, c’è una rappresentanza non esigua degli ispettori del ministero, e degli insegnanti della scuola che possono garantirci il concreto collegamento alla realtà delle scuole. Ci sono gli editori e i rappresentanti delle massime istituzioni culturali del nostro paese.
Questo lavoro sarà presentato anche alle scuole. Ritengo doveroso confermare un impegno preso dal ministro Berlinguer, di portare direttamente nelle scuole i documenti che noi produrremo e raccogliere dalle scuole opinioni, indicazioni e dubbi.
Indicazioni e dubbi che se ci sono devono provenire anzitutto dall’interno di questa commissione: questa non è una raccolta di yes men, ma una raccolta di spiriti liberi, che potranno esprimere anche progetti alternativi pur nel rispetto della legge. E’ con questo spirito che la commissione è stata composta e spero lavori.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
circolare 27 giugno 2000, n. 172
Una Banca per l’Arte oltre il Mecenatismo – Chiostro del Bramante – dal 21 settembre al 15 ottobre 2000
nota 27 Giugno 2000, Gab/I 1816/DM
Anno scolastico 2000/2001 – Calendario scolastico nazionale – Calendari scolastici per regioni e per province autonome – Prospetto riepilogativo generale
nota 27 giugno 2000, Prot. n. 2130
Mobilità del personale Ata proveniente dagli enti locali per l’a.s. 2000/2001
nota 27 giugno 2000, Prot. n. 124/VM
Personale amministrativo, tecnico ed ausiliario – Organici a.s. 2000/2001 – Schema di decreto ministeriale – Risposta a quesiti
decreto 26 giugno 2000, n. 234 (in GU 25 agosto 2000, n. 198)
Regolamento, recante norme in materia di curricoli nell’autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275
ordinanza 26 giugno 2000, n.170
Nuovi termini mobilità dirigenti scolastici
nota Ispettorato Istruzione Artistica 22 giugno 2000, Prot. n. 9171
Esami di ammissione degli alunni per l’anno accademico 2000/2001
22 giugno Graduatorie Permanenti
Il termine ultimo per la presentazione delle domande per l’integrazione delle graduatorie permanenti è fissato per il 22 giugno 2000, trenta giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale – 4a serie speciale – n. 40 del 23 maggio 2000, del decreto 146/00 per l’integrazione delle graduatorie permanenti.
In Educazione&Scuola:
- Forum: Dibattito sulle Graduatorie Permanenti
- Concorsi@edscuola.com a cura di Pino Santoro
- nota 01 giugno 2000 (Graduatorie Permanenti)
- nota 31 maggio 2000 (Graduatorie Permanenti)
- DM 146/00 (Integrazione Graduatorie Permanenti)
Modelli di domanda per l’integrazione delle graduatorie permanenti:
Modello per l’Autocertificazione
a cura di Giampaolo PolettoModello Dichiarazione Sostitutiva
a cura del dr. Palumbo
04 – 21 giugno Adozione Libri di testo
Le circolari ministeriali nn. 64 e 65 del 10 marzo 2000, prevedono che le deliberazioni di adozione dei libri di testo siano pubblicate all’albo delle scuole elementari entro il 7 giugno 2000, e che le copie degli elenchi dei testi adottati siano trasmesse all’Associazione Italiana Editori, Via delle Erbe n. 2 – 20121, Milano
- entro il 4 giugno 2000, per le scuole superiori,
- entro il 21 giugno 2000, per le scuole elementari.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
- DM 547/99 (Libri di Testo)
- DM 63/00 (Prezzi Libri SS)
- CM 64/00 (Adozione Testi SE)
- CM 65/00 (Adozione Testi SS)
- DM 20.03.00 (Prezzi Libri SE)
- CM 85/00 (Prezzi Libri SE)
circolare 19 giugno 2000, n.165
Applicazione dell’art.26, comma 14 della legge 23/12/1999, n. 448 – Aspettativa non retribuita al personale docente e direttivo delle istituzioni scolastiche statali
19 giugno Mobilità 2000-2001
Il 19 giugno sono pubblicati i trasferimenti del personale docente della scuola elementare; slitta invece a luglio (OM 164/00) la pubblicazione dei trasferimenti del personale docente delle scuole materne e secondarie, nonché quello dei dirigenti (OM 170/00); dovrà attendere il 4 agosto il personale ATA.
Di seguito il calendario relativo ai termini per la diffusione dei risultati delle domande di mobilità per l’A.S. 2000-2001 fissato dall’OM 26/00:
Tipo di personale | Diffusione risultati |
Docenti Elementari | 19 giugno |
Sul tema si veda la rubrica di Educazione&Scuola:
- Mobilità@edscuola.com a cura di Pino Santoro
In Mobilità, Utilizzazioni e Assegnazioni Provvisorie
- OM 164/00 (Nuovi Termini Mobilità)
- CM 27/00 (Mobilità 2000-2001)
- OM 26/00 (Mobilità 2000-2001)
- CCNI Mobilità 2000-2001
16 giugno Piano d’Azione per la Società dell’Informazione
circolare Ministero del lavoro 16 giugno 2000, n. 40
Partecipazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza alla gestione della sicurezza. Art. 19 del Dlgs 19 settembre 1994, n. 626 e successive modifiche e integrazioni
ordinanza 16 giugno 2000, n.164
Termini acquisizione a sistema e pubblicazione movimenti anno scolastico 2000-2001
circolare 15 giugno 2000, n. 163
L.10 marzo 2000, n.62 “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione”. Prime indicazioni applicative
decreto 15 giugno 2000
Costituzione della Commissione per il programma di riordino dei cicli di istruzione
15 giugno Formazione Direttori Servizi Amministrativi
La Circolare Ministeriale 31 gennaio 2000, Prot. n. D4/230, fissa al 15 giugno 2000 il termine ultimo per la conclusione dei corsi di formazione (della durata di circa 3 mesi) di cui all’art. 34 commi 2 e 3 del CCNL e all’art. 49 del CCNI ai fini dell’attribuzione del profilo di direttore dei servizi generali ed amministrativi.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
decreto Presidente della Repubblica 13 giugno 2000 (in GU 21 agosto 2000, n. 194)
Approvazione del Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva per il biennio 2000/2001
circolare Ministero Finanze 12 giugno 2000, n. 28, Prot.n.0041469
Art.2, comma 12, del D.L. 13.3.1988, n.69, convertito nella L. 13.5.1988, n.153 – Rivalutazione dei livelli per la corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare a decorrere dal 1° luglio 2000
circolare 9 giugno 2000, n.159
Trattamento di quiescenza – applicazione dell’art. 2 – commi 1 e 2 della Legge 8 agosto 1995, n. 335
circolare 8 giugno 2000, n. 158
Costituzione graduatorie nazionali e provinciali ad esaurimento per l’immissione in ruolo dei modelli viventi previste dall’O.M. 14 del 17 gennaio 2000. Istruzioni operative
nota 8 giugno 2000, Prot. 114/VM
Scuola materna e Istruzione secondaria – Organici di diritto – Anno Scolastico 2000/2001
nota MURST 8 giugno 2000, Prot. n. 2612
Immatricolazione degli studenti stranieri ai corsi universitari per l’Anno Accademico 2000-2001
legge 7 giugno 2000, n.150 (in GU 13 giugno 2000, n. 136)
Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni
decreto MURST 7 giugno 2000
Modalità e contenuti delle prove di accesso alle scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario
circolare 7 giugno 2000, n. 156
O.M. n.126 del 20.4.2000 – Norme per lo svolgimento degli scrutini e degli esami nelle scuole statali e non statali di istruzione elementare, media e secondaria superiore. Anno scolastico 1999-2000
circolare Ministeriale – Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale 6 giugno 2000, n. 36
Collocamento Obbligatorio L. 68 del 12.3.99. Richiesta Avviamento e Compensazione Territoriale
circolare INPS 6 giugno 2000, n. 109
Congedi parentali. Legge 8 marzo 2000, n. 53. Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”
05 giugno Intesa sul Personale ATA
Il 5 giugno 2000 le OOSS della Scuola ed il MPI raggiungo un’intesa sui servizi amministrativi, tecnici e ausiliari nel quadro del prossimo avvio dell’autonomia.
I punti salienti dell’intesa, come riporta il comunicato unitario delle OOSS, riguardano:
- il mantenimento del numero complessivo dei posti di lavoro e l’adozione di tabelle organiche sperimentali per l’anno scolastico 2000/01 che saranno oggetto di modifiche concertate con le OO.SS. e di confronto nella categoria, in modo da assicurare per l’a. s. 2001/02 piante organiche più coerenti alle esigenze dei servizi ATA della scuola dell’autonomia;
- l’attuazione del decentramento amministrativo conseguente alla riforma dell’amministrazione centrale e periferica attraverso procedure che non determineranno aggravi nei carichi di lavoro delle scuole;
- la garanzia del reperimento di ulteriori risorse economiche per la corresponsione del salario accessorio ai dipendenti transitati dagli EE.LL. che determinerà le possibili condizioni per una rapida conclusione della specifica trattativa in corso all’ARAN;
- l’emanazione tempestiva di provvedimenti per le assunzioni a tempo indeterminato e determinato per un corretto avvio del prossimo a.s. prevedendo la parità di trattamento di tutti i lavoratori precari; la prosecuzione degli appalti e le garanzie di stabilizzazione dei lavoratori impegnati nei LSU;
- la definizione di procedure atte a garantire il pagamento dei supplenti annuali e temporanei; il reperimento di risorse per l’attivazione dei corsi di formazione previsti dal CCNL.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
02 giugno Parità Scolastica
Il Consiglio dei Ministri nel corso della riunione del 2 giugno 2000 approva un DdL che consente, come previsto dalla legge n. 62/00, la spesa di 280 miliardi per la realizzazione del sistema prescolastico integrato, di 60 miliardi per le scuole elementari parificate e di 220 miliardi (già previsti dalla Legge Finanziaria 1999) destinati alle scuole dell’infanzia non statali.
Di seguito un estratto della comunicato del Consiglio dei Ministri n. 8 del 2 giugno 2000 ed il comunicato stampa del MPI:
La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica:
il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 9,20 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuliano Amato. (…)
(Il CdM approva) su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, De Mauro:
– un disegno di legge per consentire l’utilizzo, a decorrere dal prossimo anno scolastico, degli stanziamenti previsti dalla legge n.62 del 2000, finalizzati ad assicurare il funzionamento delle scuole materne ed elementari, nonché una rapida attuazione del sistema prescolastico integrato. Viene così rimossa una incongruenza della predetta legge, rilevata peraltro dalla Camera dei deputati con apposito ordine del giorno, che impegna il Governo ad intervenire sollecitamente; (…)
La seduta ha avuto termine alle ore 11,30.Comunicato Stampa MPI:
Il Consiglio dei ministri ha approvato questa mattina un disegno di legge che consente la spesa, nell’anno finanziario 2000, prevista dalla legge n.62/2000 relativa alle “Norme per la parità e disposizioni per il diritto allo studio”.
Si tratta di 280 miliardi per la realizzazione del sistema prescolastico integrato (scuole dell’infanzia non statali comunali e private), di 60 miliardi per le scuole elementari parificate; ai quali si aggiungono 220 miliardi previsti dalla finanziaria 1999 e destinati sempre alla scuole dell’infanzia non statali.
Il provvedimento si è reso necessario in quanto la legge sulla parità prevede che tali finanziamenti, pur garantiti già dal 2000, si possano spendere a partire dall’esercizio finanziario successivo all’approvazione della legge. La legge, infatti, doveva essere approvata entro il 31 dicembre 1999, ha avuto invece il via libero definitivo da parte della Camera il 2 marzo 2000. Il quell’occasione il governo ha accolto un Ordine del giorno che lo impegnava ad anticipare, anche con procedure d’urgenza, la spesa al 2000.
Il ministro della Pubblica Istruzione, prof. Tullio De Mauro, auspica che l’approvazione del disegno di legge possa avvenire rapidamente da parte delle Camere, in modo da assicurare alle scuole la redistribuzione delle somme prima dell’apertura dell’anno scolastico.
decreto MURST 2 giugno 2000
Costituzione del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU)
nota 1 giugno 2000, Prot. n. D1/4247
D.M. n. 146 del 18 maggio 2000 – termini e modalità per la presentazione delle domande per la prima integrazione delle graduatorie permanenti, ai sensi del Regolamento D.M. n. 123/00 – Indicazioni operative