Lorenza Gentile, quando si crede nella vita
di Antonio Stanca
Nella “Universale Economica” della Feltrinelli è comparsa da poco una terza edizione de La felicità è una storia semplice, romanzo di Lorenza Gentile. Lo aveva pubblicato nel 2017 e già da prima aveva cominciato a farsi conoscere e apprezzare come scrittrice. Nel 2014 con Teo aveva vinto il Premio Edoardo Kihlgren, il Premio Seminara-Rhegium Julii e il Premio dei Giovani Critici della Literaturhaus di Vienna. Il romanzo era stato, inoltre, tradotto in Germania, Spagna e Corea. Di seguito, nel 2021, ne Le piccole libertà aveva ripercorso l’esperienza di lavoro che, giovanissima, aveva fatto nella famosa libreria parigina “Shakespeare and Company”. L’ultimo romanzo è dell’anno scorso e s’intitola Le cose che ci salvano.
La Gentile è nata a Milano nel 1988 e tra Milano e Firenze ha trascorso gli anni dell’adolescenza. A Londra si è laureata in Arti dello Spettacolo alla “Goldsmiths University” e a Parigi ha frequentato la Scuola Internazionale di Arti Drammatiche “Jacques Lecod”. Ha cominciato a lavorare e a scrivere quando ancora studiava e dalla vita sua e degli altri ha tratto i motivi delle sue opere narrative. Scrittrice è diventata in maniera naturale, senza proporselo, senza farsene un compito. Di come si vive oggi, di dove, di quanto si vive, di cosa si pensa, si crede, si fa, dei sistemi che si sono costituiti, dei costumi che si sono diffusi in ambito privato e pubblico, individuale e sociale, dice la Gentile scrittrice. In verità tanto, tutto è cambiato nel giro di poco tempo, da quando si è cominciato a parlare di modernità. Si è passati a condizioni, concezioni completamente diverse da quelle di poco precedenti, concezioni non destinate a durare, a rappresentare un riferimento fondamentale, definitivo, a svolgere una funzione morale, ideale ma a cambiare, a rinnovarsi come succede con gli elementi di quell’enorme macchina detta della rivoluzione industriale che è diventata il segno, il simbolo dei tempi. Come quella anche la vita moderna ha assunto un aspetto soprattutto materiale, ha messo da parte i valori dello spirito ed anche di questo problema dice la Gentile nelle sue opere. Ma pur mostrandosi rassegnata ai nuovi modi non rinuncia a cercare una soluzione per la grave situazione che si è creata. Lei nella vita si muove, della vita riporta ma non vi rimane, non si arrende, non crede impossibile un modo, un mezzo per superare i problemi che senza sosta sopraggiungono, si creano nell’ambiente umano e sociale, che fanno di quella quotidiana, contingente l’unica vita possibile, che impediscono tant’altra di quella che era stata vita. Sarà così anche in La felicità è una storia semplice dove dopo aver mostrato come si possa caricare d’imprevisti, incomprensioni di ogni genere quello che sarebbe dovuto essere, negli anni ’80, un normale viaggio in treno da Milano a Gibellina, in Sicilia, compiuto alla ricerca delle proprie origini dalla vecchia nonna Elvira, che vive sola a Milano, e dall’attempato e scapolo nipote Vito, che vive solo, senza lavoro a Londra, fa giungere la soluzione dei loro casi in modo molto semplice. Con facilità annulla quelli che per entrambi sembravano ostacoli destinati ad aggravarsi, a non risolversi. Fa diventare i due più disposti a stare, a capirsi tra loro e con gli altri, ad adattarsi alle circostanze. Fa vedere come pur in tempi così difficili si possa star bene, quanto possano valere piccole rinunce, semplici parole di partecipazione, di conforto, come si possa ottenere altro anche quando, come per Vito ed Elvira, sembrava impossibile.
Tanta altra vita, tanta altra scrittura entra nel romanzo dopo che tra infiniti impedimenti erano stati i suoi protagonisti. Si era arrivati a credere che non fossero capaci di salvarsi e proprio allora era giunta la soluzione, quella buona per loro, fatta per loro. Anche altre volte era stato così nelle opere della Gentile. È un procedimento che ricorre, che le viene spontaneo, dalla sua vita, da come è cresciuta, si è formata, da quanto ha creduto, che mostra come una donna semplice possa diventare una scrittrice.
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