Ponte sullo Stretto di Messina

Si è svolta il 10 luglio, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, una riunione con le istituzioni centrali e locali e i soggetti competenti delle Regioni Calabria e Sicilia per avviare una collaborazione sistematica finalizzata a soddisfare il fabbisogno occupazionale richiesto dalla realizzazione e gestione delle opere infrastrutturali, tra cui il Ponte sullo Stretto di Messina.

“L’istruzione tecnica e professionale ricopre un ruolo chiave nella formazione dei tecnici necessari alla realizzazione e gestione di grandi opere, come il Ponte sullo Stretto di Messina, funzionali allo sviluppo dei territori. Non è un caso che Regioni come la Calabria e la Sicilia abbiano registrato un alto numero di adesioni alla sperimentazione della riforma 4+2” ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Il Ponte sullo Stretto – ha aggiunto il Ministro – non è solo un’opera infrastrutturale necessaria a collegare la Sicilia al continente, ma rappresenta un’opportunità straordinaria di sviluppo del Mezzogiorno che necessita di tecnici con una formazione di eccellenza, quale quella a cui puntiamo con la riforma del 4+2. Auspico un puntuale e costante coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, affinché insieme possiamo delineare il futuro del Sud Italia e riunire il Paese partendo dalla scuola”.

Alla riunione hanno partecipato il sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali Claudio Durigon, il vicepresidente del Gruppo Lega al Senato, Antonino Germanà, la senatrice Tilde Minasi, l’europarlamentare Giusi Princi, l’assessore all’istruzione e formazione professionale della Sicilia, Girolamo Turano, l’amministratore delegato della Società Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, il delegato dalla Presidenza della Fondazione ITS per l’efficienza energetica di Reggio Calabria, Giacomo Guglielmo, e il presidente della Fondazione ITS per l’efficienza energetica della Provincia di Enna, Gaetano Mino Mangione.

L. Gentile, La felicità è una storia semplice

Lorenza Gentile, quando si crede nella vita

di Antonio Stanca

   Nella “Universale Economica” della Feltrinelli è comparsa da poco una terza edizione de La felicità è una storia semplice, romanzo di Lorenza Gentile. Lo aveva pubblicato nel 2017 e già da prima aveva cominciato a farsi conoscere e apprezzare come scrittrice. Nel 2014 con Teo aveva vinto il Premio Edoardo Kihlgren, il Premio Seminara-Rhegium Julii e il Premio dei Giovani Critici della Literaturhaus di Vienna. Il romanzo era stato, inoltre, tradotto in Germania, Spagna e Corea. Di seguito, nel 2021, ne Le piccole libertà aveva ripercorso l’esperienza di lavoro che, giovanissima, aveva fatto nella famosa libreria parigina “Shakespeare and Company”. L’ultimo romanzo è dell’anno scorso e s’intitola Le cose che ci salvano.

   La Gentile è nata a Milano nel 1988 e tra Milano e Firenze ha trascorso gli anni dell’adolescenza. A Londra si è laureata in Arti dello Spettacolo alla “Goldsmiths University” e a Parigi ha frequentato la Scuola Internazionale di Arti Drammatiche “Jacques Lecod”. Ha cominciato a lavorare e a scrivere quando ancora studiava e dalla vita sua e degli altri ha tratto i motivi delle sue opere narrative. Scrittrice è diventata in maniera naturale, senza proporselo, senza farsene un compito. Di come si vive oggi, di dove, di quanto si vive, di cosa si pensa, si crede, si fa, dei sistemi che si sono costituiti, dei costumi che si sono diffusi in ambito privato e pubblico, individuale e sociale, dice la Gentile scrittrice. In verità tanto, tutto è cambiato nel giro di poco tempo, da quando si è cominciato a parlare di modernità. Si è passati a condizioni, concezioni completamente diverse da quelle di poco precedenti, concezioni non destinate a durare, a rappresentare un riferimento fondamentale, definitivo, a svolgere una funzione morale, ideale ma a cambiare, a rinnovarsi come succede con gli elementi di quell’enorme macchina detta della rivoluzione industriale che è diventata il segno, il simbolo dei tempi. Come quella anche la vita moderna ha assunto un aspetto soprattutto materiale, ha messo da parte i valori dello spirito ed anche di questo problema dice la Gentile nelle sue opere. Ma pur mostrandosi rassegnata ai nuovi modi non rinuncia a cercare una soluzione per la grave situazione che si è creata. Lei nella vita si muove, della vita riporta ma non vi rimane, non si arrende, non crede impossibile un modo, un mezzo per superare i problemi che senza sosta sopraggiungono, si creano nell’ambiente umano e sociale, che fanno di quella quotidiana, contingente l’unica vita possibile, che impediscono tant’altra di quella che era stata vita. Sarà così anche in La felicità è una storia semplice dove dopo aver mostrato come si possa caricare d’imprevisti, incomprensioni di ogni genere quello che sarebbe dovuto essere, negli anni ’80, un normale viaggio in treno da Milano a Gibellina, in Sicilia, compiuto alla ricerca delle proprie origini dalla vecchia nonna Elvira, che vive sola a Milano, e dall’attempato e scapolo nipote Vito, che vive solo, senza lavoro a Londra, fa giungere la soluzione dei loro casi in modo molto semplice. Con facilità annulla quelli che per entrambi sembravano ostacoli destinati ad aggravarsi, a non risolversi. Fa diventare i due più disposti a stare, a capirsi tra loro e con gli altri, ad adattarsi alle circostanze. Fa vedere come pur in tempi così difficili si possa star bene, quanto possano valere piccole rinunce, semplici parole di partecipazione, di conforto, come si possa ottenere altro anche quando, come per Vito ed Elvira, sembrava impossibile.

   Tanta altra vita, tanta altra scrittura entra nel romanzo dopo che tra infiniti impedimenti erano stati i suoi protagonisti. Si era arrivati a credere che non fossero capaci di salvarsi e proprio allora era giunta la soluzione, quella buona per loro, fatta per loro. Anche altre volte era stato così nelle opere della Gentile. È un procedimento che ricorre, che le viene spontaneo, dalla sua vita, da come è cresciuta, si è formata, da quanto ha creduto, che mostra come una donna semplice possa diventare una scrittrice.

Assegnazioni provvisorie e utilizzazioni docenti e ATA, ecco tutta la MODULISTICA utile. Chi presenta domanda cartacea

da OrizzonteScuola

Di redazione

Domande di assegnazione provvisoria e utilizzazione fino al 19 luglio per il personale ATA, dall’11 al 24 luglio per il personale docente ed educativo e insegnanti di religione cattolica. Le date sono contenuta nella nota ministeriale n. 38631 del 4 luglio 2024.

Le operazioni di utilizzazione e assegnazione provvisoria per l’anno scolastico 2024/25 si svolgono sulla base del CCNI 2019/22  prorogato con l’Ipotesi di Intesa sottoscritta da MIM e OOSS in data 27 giugno 2024. Ecco l’Ipotesi di intesa

Ecco la modulistica da utilizzare:

  1. Modulo U1 2024
  2. Modulo U2 2024
  3. Modulo U3 2024
  4. Modulo U4 2024
  5. Modulo AP1 2024
  6. Modulo AP2 2024
  7. Modulo AP3 2024
  8. Modulo AP4 2024
  9. Modulo UE – utilizzazione e assegnazione provvisoria personale educativo
  10. Modulo UR1 2024
  11. Modulo UR2 2024
  12. Autodichiarazione percorso specializzazione su sostegno
  13. Autodichiarazione servizio su sostegno
  14. Domanda di utilizzazioni e assegnazioni provvisorie – personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA)
  15. Modulo assegnazione docenti assunti a tempo determinato da procedure straordinarie – scuola dell’infanzia
  16. Modulo assegnazione docenti assunti a tempo determinato da procedure straordinarie – scuola primaria
  17. Modulo assegnazione docenti assunti a tempo determinato da procedure straordinarie – scuola secondaria di primo grado
  18. Modulo assegnazione docenti assunti a tempo determinato da procedure straordinarie – scuola secondaria di secondo grado
  19. ALLEGATO G Dichiarazione docenti beneficiari deroghe
  20. ALLEGATO H Dichiarazione lavoratrici vittime di violenza
  21. Modulo utilizzazioni docenti assunti a tempo determinato – scuola dell’infanzia
  22. Modulo utilizzazioni docenti assunti a tempo determinato – scuola primaria
  23. Modulo utilizzazioni docenti assunti a tempo determinato – scuola secondaria di primo grado
  24. Modulo utilizzazioni docenti assunti a tempo determinato – scuola secondaria di secondo grado

Presentano domanda cartacea, tramite e-mail/PEC, il personale educativo, i docenti di religione cattolica, il personale ATA.

Anche i docenti neoassunti con contratto a tempo determinato finalizzato alla nomina in ruolo utilizzeranno i modelli cartacei e secondo le modalità previste dal Codice dell’amministrazione digitale (es. posta elettronica certificata), all’Ufficio scolastico territorialmente competente.

Il personale docente invia invece la domanda tramite il portale Istanze online.

SPECIALE OS assegnazioni provvisorie 


Supplenze docenti 2024/25: non sarà possibile presentare domanda MAD. Risponde il Ministero

da OrizzonteScuola

Di redazione

Dal prossimo anno scolastico i docenti non potranno presentare domande di messa a disposizione (MAD): è una delle novità contenute nell’OM 88/2024 sull’aggiornamento delle GPS e il conferimento delle supplenze. Sulla pagina ministeriale URP la risposta al quesito: “Posso presentare le MAD per le supplenze del personale docente?”

Ecco la risposta del Ministero:

No. In caso di esaurimento delle graduatorie di istituto le scuole pubblicano sul proprio sito istituzionale specifici avvisi finalizzati al reclutamento di docenti forniti dell’abilitazione – per i posti di sostegno, della relativa specializzazione per l’insegnamento agli alunni disabili – o, in subordine, del titolo di studio.

La copia degli avvisi viene inviata all’Ufficio scolastico territorialmente competente, che provvede alla pubblicazione sul proprio sito in un’apposita sezione.

Non è consentito partecipare alla procedura a coloro che sono già stati individuati quali destinatari di contratto a tempo determinato.

La disposizione è contenuta all’articolo 13, comma 23, dell’OM 88/2024.

Fiducia verso i docenti, crollata dal 71 al 48%: per gli alunni si studia troppo e i voti sul registro non vanno inseriti subito

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Il 72% degli studenti considera il tempo trascorso a scuola “moderatamente” o “decisamente” piacevole. Solo il 17% considera la scuola noiosa e l’8% addirittura un incubo. Questi sono alcuni dei dati emersi dall’indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia realizzata annualmente da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca Iard, in collaborazione con la pagina Scuola di Corriere.it. Lo riporta Il Corriere della Sera.

Registro elettronico, la voce degli studenti

La maggioranza assoluta degli studenti (58%) trova il carico di studio pesante o eccessivo. E va ancora peggio nei licei dove questa maggioranza arriva al 64%. A lamentarsi di più sono le femmine rispetto ai maschi.

Maggioritaria (60%) anche la percezione di essere “giudicati” in modo corretto e, soprattutto, in linea con la loro stessa percezione. Il 34% (che nei licei diventa il 43%) ritiene, invece, di essere sottovalutato e il 5% di essere sopravvalutato.

Ed anche il registro elettronico, tutto sommato, viene accettato. Il 37% lo considera utile, il 31% vorrebbe che i voti fossero inseriti non immediatamente, ma qualche giorno dopo, per dare modo di poter essere “loro” a comunicarlo ai genitori nel momento più adatto. Solo un terzo del campione (la percentuale sale un po’ nei licei) lo considera, invece, una forma di controllo inaccettabile.

Il crollo

Colpisce il dato sulla fiducia dei ragazzi nei confronti dei docenti: una percentuale molto bassa (e in forte calo rispetto al passato) di studenti la esprime: 48,8%. Il calo di fiducia nei confronti delle tipiche figure di riferimento della società è stato abbastanza generalizzato (per fare un esempio significativo la fiducia nella classe politica è al 2,9%), ma il calo degli insegnanti (la fiducia era al 71% nel 2014) è stato particolarmente significativo.

Educazione sessuale, la chiede il 78% dei ragazzi

Il 78,4% dei giovani, inoltre, vorrebbe una maggiore presenza dell’educazione sessuale a scuola, che è considerata troppo ingessata sui programmi. Altri temi su cui ragazzi vorrebbero una maggiore attenzione della scuola sono i comportamenti a rischio, il rispetto tra i generi, il bullismo, la Costituzione.

Educazione sessuale, la chiede il 78% dei ragazzi: per loro la scuola è troppo ingessata sui programmi

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

I ragazzi vorrebbero fare educazione sessuale a scuola e sono soliti usare OnlyFans e inviarsi, tra loro, contenuti sessualmente espliciti. Questi alcuni degli aspetti che emergono dall’Indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, realizzata dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca Iard e pubblicata oggi. Lo riporta Ansa.

I dati

L’indagine rileva che 15% delle ragazze e il 10% dei maschi ammette di aver postato almeno una volta sui propri profili social proprie foto o video dal contenuto sessualmente provocante. La percentuale arriva al 18% nella fascia 17-19 anni.

Ancora più frequente l‘invio di foto intime al proprio partner: a farlo è il 55% delle ragazze e il 52% dei maschi. La percentuale è del 75% nella fascia di età più alta. La consapevolezza sui rischi non manca: il 45% afferma che “non andrebbe mai fatto”, mentre il 34% riconosce che “non è prudente, ma è comprensibile che si faccia”. La rilevazione mostra anche un cambiamento nello scenario di fruizione dei social. Instagram e TikTok sono sempre in testa, mentre è pressoché scomparso Facebook. Il nuovo dato è però OnlyFans, frequentato dal 10% delle ragazze e dal 20% dei maschi.

Diversi ruoli tra maschi e femmine

A preoccupare è il fatto che sulla piattaforma è, teoricamente, possibile pubblicare e visualizzare contenuti a esplicito riferimento sessuale. “Ma se il ruolo dei maschi è prevalentemente quello di ‘voyeur’, quello delle ragazze è verosimilmente quello di protagoniste attive”, affermano gli estensori del rapporto che notano, inoltre “tra i generi di siti maggiormente frequentati si contendono la vetta i siti che parlano di salute (56,3% femmine e 43,7% maschi) e i siti porno (42,8% femmine e 64,3% i maschi)”.

Il 78,4% dei giovani vorrebbe una maggiore presenza dell’educazione sessuale a scuola, che è considerata troppo ingessata sui programmi. Altri temi su cui ragazzi vorrebbero una maggiore attenzione della scuola sono i comportamenti a rischio, il rispetto tra i generi, il bullismo, la Costituzione.

Lilli Gruber a Che Tempo Che Fa: “Per favore, politici, rendete l’educazione sessuale materia obbligatoria a scuola”

A dire la sua in merito è stata la giornalista, conduttrice e scrittrice Lilli Gruber, ospite di Fabio Fazio a “Che Tempo Che Fa” ieri, 14 aprile, sul canale Nove. “Possiamo avere l’educazione sessuale e sentimentale nelle scuole come materia d’obbligo? Per favore, politici, date l’educazione sessuale come materia obbligatoria nelle scuole italiane”, ha detto.

Decreto Coesione è legge. Dagli interventi per la riduzione dei divari territoriali, ai contratti ATA: tutte le misure per la scuola

da Tuttoscuola

Confermata la destinazione dei fondi già stanziati sulle infrastrutture, di potenziamento dell’istruzione tecnica e professionale e per il miglioramento dell’offerta educativa nella fascia 0-6 anni contenuta nel decreto Coesione che è stato convertito in legge. Nello specifico, tutte le misure di interesse per la scuola sono contenute nell’art. 29 del testo della legge 95 del 4 luglio 2024 e vanno dalla destinazione di risorse in favore delle Regioni meno sviluppate con interventi finalizzati a ridurre i divari territoriali, alla gestione e proroga dei contratti Ata, stipulati per la realizzazione dei progetti finanziati dal PNRR e dal Piano “Agenda Sud” fino al riconoscimento della retrodatazione giuridica del servizio ai fini dell’inserimento nelle graduatorie provinciali Ata (24 mesi). Vediamole di seguito.

Decreto Coesione: i finanziamenti per il potenziamento dello sport a scuola, per il supporto all’istruzione tecnica e professionale, per la realizzazione dei laboratori innovativi e per gli ambienti didattici

In particolare i commi 1, 2 e 3, all’interno del Programma nazionale “Scuola e competenze” 2021-27, prevedono lo stanziamento di 450 milioni di euro per le regioni del Sud. Nel dettaglio, 200 milioni sono stanziati per il potenziamento delle infrastrutture sportive e gli interventi previsti rientrano nella graduatoria per la messa in sicurezza nell’ambito della Missione 4 – Componente 1 – Investimento 1.3 “Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola” del PNRR. Altri 50 milioni di euro andranno invece per il supporto all’istruzione tecnica e professionale e per la realizzazione di laboratori innovativi, misura contenuta nella riforma 1.1 “Riforma degli istituti tecnici e professionali” della Missione 4, Componente 1 del PNRR. A questi  si aggiunge uno stanziamento di 100 milioni di euro per gli arredi didattici innovativi per il settore 0-6 anni sempre nelle regioni meno sviluppate.

Decreto Coesione: proroga contratti ATA e Agenda Sud

Prevista poi la proroga dei contratti di supplenza dei collaboratori scolastici assunti per la realizzazione dei progetti finanziati dal PNRR e nell’ambito del piano “Agenda Sud” (comma 4, art 29). Nello specifico, le scuole sono autorizzate a stipulare, nei limiti delle risorse previste, fino al 15 giugno i contratti per incarichi a tempo determinato di personale ausiliario e ad attingere dalle graduatorie di istituto in caso di rinuncia.

Il comma 5 dell’art 29 riguarda i contratti a tempo determinato per gli assistenti amministrativi assunti nell’ambito dei progetti PNRR e Agenda Sud prevedendo una modifica dell’articolo 20-bis del decreto-legge n. 145 del 2023, che riguarda il pagamento degli stipendi del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con gli incarichi temporanei  per lo svolgimento di attività di  supporto al  PNRR e al piano Agenda Sud. Precisamente, è stato eliminato il riferimento al termine del 15 aprile 2024 per la comunicazione al Ministero dell’economia e delle finanze dei dati finanziari relativi a tali contratti. In sostanza sono modificati i termini per l’inserimento dei dati dei contratti stipulati entro il 31 marzo 2024 nel sistema del Ministero. Posticipato l’inserimento al 20 maggio 2024 e al 5 giugno il monitoraggio.

Decreto Dipartimentale 10 luglio 2024, AOODPPR 27

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione

Graduazione nazionale istituzioni scolastiche.


Graduazione nazionale istituzioni scolastiche.


Ai Direttori generali degli Uffici scolastici regionali (PEC)
Ai Dirigenti scolastici delle istituzioni scolastiche
Alle Organizzazioni sindacali

INDIVIDUAZIONE DEI CRITERI GENERALI DI GRADUAZIONE DELLE POSIZIONI DI DIRIGENTE SCOLASTICO

Fasce di complessità


Adottati i decreti che definiscono i nuovi criteri per la pesatura delle istituzioni scolastiche. Questi criteri sono stati sviluppati con l’obiettivo di armonizzare la complessità delle scuole italiane e dare conto delle diverse realtà presenti nel territorio, anche ai fini dell’individuazione delle fasce retributive dei dirigenti scolastici.

Un’ulteriore importante novità riguarda l’individuazione da parte del MIM di risorse finanziarie aggiuntive per il Fondo dei dirigenti scolastici per l’anno 2024-2025. Grazie a questi ulteriori finanziamenti sarà possibile definire in sede di contrattazione integrativa incrementi della retribuzione di parte variabile, mediamente 500 euro annui lordo dipendente per tutte le fasce.

“Si tratta di un risultato importante che punta a riconoscere e valorizzare il lavoro della dirigenza scolastica, componente fondamentale per migliorare la qualità delle nostre istituzioni scolastiche”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Il Ministro ha sottolineato come l’adozione dei nuovi criteri sia frutto di un lungo e approfondito processo di analisi e di confronto con i sindacati: “Abbiamo lavorato insieme per creare un sistema più equo e rappresentativo delle reali condizioni delle nostre scuole”, ha detto Valditara.

Tra le principali novità, spicca l’introduzione dell’indicatore ESCS (Economic, Social, and Cultural Status), che permetterà di tenere conto in modo più accurato delle condizioni economiche, sociali e culturali degli studenti iscritti nella singola scuola. Questo indicatore, insieme alla specificità dell’indirizzo musicale e ad ulteriori nuovi criteri, contribuirà a una classificazione più precisa della complessità delle istituzioni scolastiche. Nonostante l’adozione di questi nuovi criteri, la percentuale delle scuole in ciascuna fascia di complessità subisce scostamenti marginali.

Per l’anno scolastico 2024-2025, le scuole in fascia A rappresenteranno il 22% del totale, pari a 1671 istituzioni, rispetto alle attuali 1760. Le scuole in fascia B saranno 4934, rispetto alle precedenti 5160, e quelle in fascia C saranno 994, a fronte delle attuali 1169.