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Scuola: presidi, concorsi e ricorsi

Scuola: presidi, concorsi e ricorsi

Franco Buccino

da Scuolanapoletana

I concorsi per un posto a tempo indeterminato nella scuola hanno visto, nel tempo, un aumento esponenziale di ricorsi. Questo si sa. Forse non è altrettanto noto che il maggior numero di ricorsi, o altro contenzioso, in rapporto agli addetti, non si ha nei concorsi per docenti o per personale amministrativo, tecnico, ausiliare, bensì in quelli per dirigente scolastico.
In Campania, per diverse settimane, non è partita la prova orale dell’ultimo concorso a dirigente scolastico. Per un insieme di motivi, da quelli “ordinari” come mancanza di titoli richiesti, ecc., che hanno provocato un gran numero di ricorsi, al Tar e alla magistratura anche
per illeciti penali, all’incredibile motivo che non si riusciva a completare la commissione per rinunce a catena. Ora sembra che riparta, ma i ricorsi stanno tutti in piedi. Dall’”opacità” sull’estrazione delle tracce, alla manomissione dei verbali con contestuali richieste di perizie calligrafiche, alla nomina nelle sottocommissioni, perfino, di colleghi bocciati nelle prove preselettive! In Campania come nel resto d’Italia. E si potrebbe continuare.
Ma cosa spinge i candidati a fare ricorso? Certo, avvocati e uffici sindacali sempre più specializzati a trovare motivi a vantaggio dei propri assistiti: sia a scoprire ogni tipo di irregolarità, incompatibilità riguardanti gli altri, sia a fare le pulci alle commissioni esaminatrici. L’obiettivo per i loro assistiti è entrare in una graduatoria, fosse pure “con riserva”. Con la quasi certezza che nel decreto “omnibus” di fine anno ci sarà un comma che li “sana”. O addirittura che preveda la ripetizione della prova non superata in concorsi diversi e poi l’inserimento degli idonei in un’unica graduatoria. Quel che è successo di recente.
Ma cosa spinge tanti docenti a fare il concorso a preside? Buoni propositi: contribuire al miglioramento del sistema d’istruzione o voler far carriera ritenendo di avere tutti i requisiti.
Ma anche propositi pratici: migliorare di parecchio la propria retribuzione, o risalire un po’ la scala sociale, almeno rispetto ai docenti.
E veniamo al cuore della questione. Abbiamo per lo meno un milione di docenti che stabilmente vive nell’orbita della scuola, tra quelli di ruolo, supplenti, neolaureati. La loro carriera, nei circa quarant’anni di servizio, passa attraverso due concorsi: quello per passare di ruolo (concorso ordinario, riservato, ecc.) all’inizio o, più spesso, dopo diversi anni di
precariato, e il concorso a dirigente scolastico, per tanti, a carriera avanzata.
Allora, non stupisce che l’interesse è tutto concentrato su questi due concorsi. E se il primo è per avere un lavoro stabile, il lavoro che si vuol fare e magari già si sta facendo, il secondo, il concorso a preside, diventa l’occasione concreta per fare un “salto” di carriera, magari uno dei pochi, se non l’unico, riconoscimenti di merito.
Ci sono alternative? Lo diciamo sempre in tanti fino alla noia: la piena applicazione dell’autonomia scolastica. Che ci permetterebbe le cose ostinatamente ripetute, l’ottimizzazione delle risorse, l’organizzazione più efficiente, anche una dirigenza effettiva del preside e un’articolazione di funzioni del personale, tutte cose utili e decisive per raggiungere, la singola scuola autonoma, i risultati. Tutte a vantaggio dei ragazzi.
In questa prospettiva sarebbero accettati e riconosciuti, anche internamente, i ruoli affidati ai singoli, la loro competenza, il merito, perfino le differenze salariali. E, forse, anche i concorsi diventerebbero più seri. Di sicuro quello a dirigente scolastico!

Il riconoscimento di PEIC: un valore aggiunto per la carriera dei docenti

da Tuttoscuola

Nel panorama educativo italiano, il Pearson English International Certificate (PEIC) rappresenta un’opportunità di crescita per i docenti che desiderano certificare le proprie competenze linguistiche in modo riconosciuto e spendibile nel mondo del lavoro. Il PEIC, infatti, non è solo un certificato di lingua, ma un passaporto per avanzare nella carriera, accedere a concorsi e migliorare le proprie prospettive professionali. Valido a vita e disponibile per tutti e sei i livelli del Quadro Europeo di Riferimento, la certificazione Pearson è disponibile sia in modalità cartacea paper based che computer based.

Uno degli aspetti più rilevanti della certificazione Pearson è il suo riconoscimento ufficiale da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Questo rende la certificazione un valore aggiunto non solo per gli insegnanti, ma anche per le istituzioni scolastiche che desiderano offrire un percorso di qualità ai propri studenti. In un contesto educativo che valorizza sempre più le competenze certificate, il PEIC consente a chi lo possiede di affermarsi nel mercato del lavoro con un titolo riconosciuto, in grado di attestare l’effettiva padronanza della lingua inglese.

Il valore di PEIC va oltre la semplice certificazione linguistica: per i docenti, può essere un punto di riferimento per accedere a bandi pubblici e partecipare a concorsi per la carriera scolastica. Molti istituti di istruzione, infatti, richiedono il possesso di un certificato di lingua inglese come requisito per il miglioramento della carriera o per ottenere l’abilitazione all’insegnamento di materie in lingua straniera. In questo contesto, PEIC rappresenta una risorsa fondamentale per tutti i docenti che vogliono dimostrare il proprio impegno nella formazione continua e nell’aggiornamento professionale.

Il riconoscimento del PEIC ha anche un impatto diretto sulla mobilità professionale dei docenti, che possono utilizzare la certificazione per cercare opportunità di insegnamento all’estero o partecipare a programmi di scambio internazionale. L’acquisizione di competenze linguistiche avanzate è, infatti, un requisito sempre più richiesto in un mercato del lavoro che privilegia i professionisti con una solida preparazione internazionale.

Ma il valore del Pearson English International Certificate non è solo esterno: esso rappresenta anche una risorsa importante per il docente che desidera migliorare la propria didattica. La preparazione per l’esame, infatti, non solo perfeziona le competenze linguistiche, ma sviluppa anche una maggiore consapevolezza delle proprie capacità comunicative, elemento che si riflette positivamente sul rapporto con gli studenti. I docenti che scelgono di ottenere il PEIC possono così portare in aula non solo un titolo, ma una maggiore competenza nell’insegnamento dell’inglese.

Infine, il PEIC si inserisce in un contesto internazionale di alta qualità, dove il riconoscimento delle certificazioni è strettamente legato agli standard globali di apprendimento della lingua. Grazie alla sua affiliazione con Pearson, uno dei leader mondiali nel settore dell’education, il PEIC garantisce un marchio di qualità che viene riconosciuto in tutto il mondo, aumentando ulteriormente le opportunità di carriera a livello globale.

In conclusione, il Pearson English International Certificate rappresenta un’opportunità concreta per tutti i docenti che desiderano dare una svolta alla propria carriera, migliorare la propria preparazione linguistica e accedere a nuove opportunità professionali. Con il suo riconoscimento ufficiale e la validità a vita, il PEIC è uno strumento essenziale per chi guarda al futuro della propria professione con ambizione e determinazione.


Voto in condotta: si torna all’antico

da Tuttoscuola

Il Regio Decreto 653/1925 prevedeva che agli alunni che venivano meno ai doveri scolastici, o offendevano la disciplina, il decoro, la morale, anche fuori della scuola, fossero inflitte, secondo la gravità della mancanza, punizioni disciplinari, che interessavano sia il comportamento, sia i risultati dell’apprendimento. L’autorità doveva intervenire per turbativa al regolare andamento dell’attività didattica, per offese al decoro personale, alla religione e alle istituzioni, per offese alla morale e per oltraggio all’istituto o al corpo insegnante. Si costruiva così un muro che poteva escludere per sempre il giovane ribelle da quanto lo Stato (etico) elargiva per la sua formazione culturale.

Con la Costituzione si capovolse la prospettiva: la persona dell’allievo al centro e lo Stato al servizio della sua educazione e crescita, ed anche per i più indisciplinati l’imperativo era educare, utilizzando una didattica che potesse coinvolgere i giovani nel loro stesso processo formativo per cercare di motivarli e farli partecipare allo sviluppo sociale nel quale avrebbero dovuto trovare la loro collocazione. Lo Stato democratico si era impegnato ad abbattere il muro per far sì che nessuno restasse indietro, cercando nell’organizzazione istituzionale quei mezzi che offrissero recupero e rieducazione anche ai soggetti apparentemente più difficili, ma realmente più fragili.

Affermato il principio costituzionale non tutta l’eredità lasciata dal regio decreto è stata superata, ma certamente, pur all’interno di condizioni di sicurezza sociale, prevaleva il proposito educativo rispetto al risentimento punitivo. Il voto di condotta che era l’emblema di tale regolazione è rimasto ancora per molto tempo nella scuola, ma c’era da aspettarsi il suo superamento.

La svolta avvenne con l’apertura della scuola alla società e l’introduzione degli organi collegiali: genitori, studenti e personale scolastico insieme per dare continuità all’educazione familiare, migliorare la qualità della formazione, inserire la stessa nelle dinamiche di sviluppo del territorio. Fu una grande occasione di collaborazione e di protagonismo da parte delle diverse componenti, con spazi di partecipazione e di innovazione. La scuola poteva diventare il centro della comunità, attraverso momenti di incontro anche spontaneo da parte di genitori, studenti e cittadini. Si sarebbe potuto andare verso un cambiamento significativo nella progettazione e nella gestione del servizio scolastico se non fosse intervenuta la burocrazia a frenare quel tentativo di maggiore libertà, facendo calare la tensione partecipativa soprattutto nei genitori, i quali nel mentre vedevano crescere una visione meno socializzante e più inserita in una dimensione economica e individualistica, che anziché cooperatori li faceva clienti e valutatori del sistema (la carta dei servizi).

Questa situazione ha mutato anche il comune sentire delle famiglie mettendole alla ricerca dei presunti diritti da rivendicare, con atteggiamenti di difesa nei confronti dei figli-studenti, che a loro volta hanno intravisto uno spazio più favorevole al disimpegno o ad altre manifestazioni di disagio, specialmente per i casi più fragili, che sfociano in comportamenti isolanti o devianti, di minore rispetto e di bullismo nei confronti dei docenti e di altri giovani.


Nomi commissari esterni maturità 2025: quando vengono pubblicati?

da Tuttoscuola

Ormai ci siamo, uno dei momenti tanto attesi dai maturandi sta per arrivare: a breve i nomi dei commissari esterni maturità 2025 saranno online sul motore di ricerca MIM. Gli studenti non solo quindi potranno richiedere le liste per conoscere i nomi dei commissari esterni maturità 2025, ma possono anche visionarle online sul motore di ricerca del MIM raggiungibile all’indirizzo: https://matesami.pubblica.istruzione.it/. L’anno scorso, nel 2024, i nomi dei commissari esterni sono stati pubblicati sul sito del MIM il 5 giugno, ma nel 2020 i nomi commissari esterni maturità sono stati pubblicati il 26 maggio, mentre nel 2019 il giorno della pubblicazione è stato 3 giugno. Nel 2021, a causa del Coronavirus le cose sono un po’ diverse. Alla maturità 2021 i commissari saranno tutti interni. Nel 2023 si è invece dovuto attendere fino al 1 giugno per conoscere la composizione della commissione.

Intanto sono stati pubblicati gli elenchi dei presidenti di commissione maturità 2025. E’ possibile trovarli qui.

Ricordiamo che commissioni d’esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e tre interni all’istituzione scolastica. La pubblicazione delle commissioni rappresenta un’altra tappa di avvicinamento alle prove di giugno.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha realizzato una pagina informativa sugli Esami di Stato consultabile da studenti, famiglie, personale della scuola.

Ricordiamo che i compensi di commissari e presidenti sono fermi al decreto interministeriale del 24 maggio 2007 e consistono in:

  • Presidente: € 1.249,00
  • Commissario esterno: € 911,00
  • Commissario interno: € 399,00
  • Commissario sostituto del presidente: maggiorazione del 10% del compenso spettante
  • Segretario della sottocommissione: nessun compenso
  • Docente di sostegno, esperto liceo musicale, esperto esterno: nessun compenso
  • Docente in sorveglianza durante le prove scritte: nessun compenso.

Il calendario delle prove d’esame, per l’anno scolastico 2024/2025, è il seguente:

– prima prova scritta: mercoledì 18 giugno 2025, dalle ore 8:30 (durata della prova: sei ore);
– seconda prova in forma scritta, grafica o scritto-grafica, pratica, compositivo/esecutiva, musicale e coreutica: giovedì 19 giugno 2025.
– terza prova scritta: mercoledì, 25 giugno 2025, dalle ore 8:30. Tale prova si effettua negli istituti presso i quali sono presenti i percorsi EsaBac ed EsaBac techno e nei licei con sezioni ad opzione internazionale cinese, spagnola e tedesca.

Mense scolastiche

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato un decreto che autorizza lo scorrimento delle graduatorie per la realizzazione e messa in sicurezza di mense scolastiche, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’intervento consente di finanziare ulteriori 210 progetti, grazie alla disponibilità di oltre 83 milioni di euro per potenziare l’offerta scolastica a tempo pieno in tutto il territorio nazionale.

“Il tempo pieno favorisce un migliore equilibrio tra vita privata e impegni lavorativi delle famiglie, sostiene il successo formativo e contrasta le diseguaglianze educative. Crea le premesse indispensabili per la estensione del tempo scuola. Con questo provvedimento proseguiamo con decisione il nostro impegno, rafforzando quanto già avviato con i programmi Agenda Sud e Agenda Nord, per colmare i divari territoriali, soprattutto nel Mezzogiorno. Vogliamo che ogni studente trovi nella scuola un luogo di crescita e socialità”, ha dichiarato il Ministro Valditara.

Il decreto prevede che almeno il 66,3% delle risorse sia destinato agli enti locali del Sud. Gli enti beneficiari dovranno concludere i lavori entro il 31 marzo 2026 e completare i collaudi entro il 30 giugno dello stesso anno, pena la decadenza dal finanziamento.

Protocollo d’intesa MIM – Fondazione “Umberto Veronesi ETS”

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e il Presidente di Fondazione “Umberto Veronesi ETS”, Professor Paolo Veronesi, hanno rinnovato il Protocollo d’intesa per l’educazione alla prevenzione delle malattie oncologiche.
L’intesa sottoscritta al MIM sottolinea l’importanza della ricerca scientifica e della solidarietà e definisce obiettivi e modalità di collaborazione tra le due Istituzioni per favorire attività formative presso le scuole del primo e del secondo ciclo. Grazie al coinvolgimento di autorevoli figure in ambito scientifico e all’utilizzo di materiali didattici innovativi e attuali, gli studenti potranno approfondire tematiche rilevanti come la prevenzione primaria e secondaria, la prevenzione oncologica, i sani e corretti stili di vita, l’importanza di una solida cultura scientifica che potrà, tra l’altro, agevolare l’orientamento allo studio delle discipline scientifiche.

Una nuova visione per l’edilizia scolastica

Roma, 15 maggio 2025 – Si è insediato presso il MIM il Comitato tecnico per la proposta di revisione del Decreto Ministeriale 18 dicembre 1975 «Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica».

Il Comitato , costituito da esperti di settore, provenienti dai diversi ambiti professionali, sia pubblici sia privati, con comprovata esperienza in materia di edilizia scolastica, si occuperà della redazione di un documento tecnico propedeutico all’aggiornamento e all’integrazione della disciplina. La revisione terrà conto dell’intensa evoluzione normativa che ha interessato il mondo dell’edilizia, nonché delle riforme degli ordinamenti scolastici, dell’innovazione nella didattica e dal ruolo che la “scuola” assume all’interno della comunità sociale.

Il Presidente del Comitato tecnico, istituito presso la Direzione generale per l’edilizia scolastica, le risorse e il supporto alle istituzioni scolastiche del Ministero dell’istruzione e del merito è il Direttore Gianna Barbieri; la funzione di Coordinatore è svolta dall’Ing. Alessandra Cafardi, Dirigente presso la stessa Direzione generale.

«Esprimo grande soddisfazione per l’avvio dei lavori – ha dichiarato il Direttore Barbieri – è fondamentale contribuire all’aggiornamento e all’innovazione di una norma che rappresenta un pilastro per la qualità degli ambienti scolastici, insieme a un gruppo di tecnici ed esperti altamente qualificati.»

IDEArium

IDEArium è la piattaforma del Ministero dell’Istruzione e del Merito dedicata al crowdfunding scolastico. La Direzione generale per l’edilizia scolastica, le risorse e il supporto alle istituzioni scolastiche mette a disposizione uno strumento innovativo che consente alle scuole italiane di raccogliere fondi per realizzare progetti educativi, culturali e infrastrutturali.

Come funziona?

Il processo è semplice e trasparente: la scuola crea il progetto, dopo l’approvazione viene pubblicato sulla piattaforma. Privati cittadini o aziende possono contribuire economicamente tramite i sistemi sicuri di pagamento Pago In Rete e pagoPA. I fondi raccolti vanno direttamente alla scuola. La rendicontazione consente di aggiornare i sostenitori sull’uso dei fondi e sull’avanzamento del progetto.

Perché scegliere IDEArium?

E’ Gratuito, è sicuro, è inclusivo e trasparente.

IDEArium rappresenta un ponte tra scuola e comunità, offrendo a tutti l’opportunità di partecipare attivamente alla crescita del sistema educativo italiano.

Scopri di più https://idearium.pubblica.istruzione.it/crowdfunding/comefunziona

Stipendi docenti e ATA, a giugno il taglio del cuneo fiscale con gli arretrati: come si calcola e come rinunciare

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Dal mese di giugno NoiPA applicherà i benefici per il taglio del cuneo fiscale. Verranno inoltre riconosciuti i benefici spettanti da gennaio a maggio.

A dirlo è il MEF, con un comunicato del 13 maggio 2025, con il quale spiega come saranno applicate le misure previste dalla Legge di Bilancio con decorrenza 1° gennaio 2025.

A chi spetta il bonus

Per i dipendenti con reddito complessivo annuo non superiore a 20.000 euro è previsto un bonus, ovvero una somma integrativa che non concorre alla formazione del reddito imponibile.

L’importo del bonus è calcolato sul reddito da lavoro dipendente rapportato all’intero anno, secondo le seguenti percentuali:

  • 7,1% per redditi fino a 8.500 euro;
  • 5,3% per redditi da 8.501 a 15.000 euro;
  • 4,8% per redditi da 15.001 a 20.000 euro.

Ulteriore detrazione fiscale

Per i dipendenti con reddito complessivo annuo compreso tra 20.001 e 40.000 euro, in aggiunta alle detrazioni fiscali già previste, è attribuita un’ulteriore detrazione fiscale annua:

  • pari a 1.000 euro per i redditi tra 20.001 e 32.000 euro;
  • di importo progressivamente decrescente per i redditi da 32.001 a 40.000 euro, fino ad azzerarsi al superamento della soglia.

Come effettuare il calcolo

Gli importi spettanti come taglio del cuneo fiscale per il 2025 vengono determinati da NoiPA sulla base del reddito da lavoro dipendente annuo, calcolato sommando i redditi percepiti nei primi 5 mesi dell’anno alla proiezione del reddito atteso per gli ulteriori 7 mesi compresa la tredicesima mensilità. Per la proiezione dei mesi successivi si tiene conto anche di eventuali cessazioni del rapporto di lavoro previste entro l’anno.

Se il reddito del 2025 risulta inferiore a quello dell’anno precedente, viene preso a riferimento il dato della CU riferita all’anno 2024. In questo modo, il sistema tiene conto anche di eventuali compensi accessori o ulteriori voci retributive non calcolate nella fase di determinazione del reddito 2025.

Come rinunciare al beneficio

Se un dipendente prevedeo di superare le soglie di reddito complessivo previste dalla normativa (come nel caso di chi percepisce altri redditi), potrà rinunciare al beneficio per evitare l’erogazione indebita e conseguenti recuperi in sede di conguaglio fiscale o dichiarazione dei redditi.

Per farlo, sarà attivato nei prossimi giorni, un apposito servizio, disponibile nell’Area riservata del portale NoiPA, che consentirà di effettuare la rinuncia in autonomia.

Intelligenza artificiale: c’è chi parla di un’ora alla settimana a scuola; ma siamo sicuri che sia una soluzione corretta?

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Il titolo del disegno di legge della deputata di Forza Italia Chiara Tenerini è assolutamente inequivocabile: introduzione dell’insegnamento dei fondamenti dell’intelligenza artificiale nella scuola secondaria.

L’articolo 2 del disegno di legge è chiaro: l’insegnamento in questione dovrà essere impartito per un’ora alla settimana a partire dal primo anno della secondaria di primo grado e sarà affidato ai docenti delle discipline scientifiche appartenenti alle classi di concorso A-20 (Fisica), A-26 (Matematica), A-27 (Matematica e Fisica), A-28 (Matematica e Scienze) e A-41 (Scienze e tecnologie informatiche); questi docenti potranno avvalersi dell’ausilio di esperti in possesso di adeguati requisiti e comprovata esperienza del settore, scelti nelle forme e nei modi previsti da apposite deliberazioni degli organi collegiali degli istituti scolastici.

Curiosamente di questa proposta di legge si è iniziato a parlare da pochi giorni anche se la deputata di Forza Italia l’aveva depositata in Parlamento più di un anno fa, nell’aprile del 2024.
Ma non è questa l’unica stranezza.

L’aspetto più difficile da comprendere è un altro; infatti, nella relazione introduttiva si dice, correttamente a nostro parere, che “le straordinarie tecnologie di cui disponiamo indicano la via per la nascita di nuove conoscenze, che a loro volta comporteranno la necessità di sviluppare nuove competenze”.
Gli algoritmi e i sistemi dell’IA, si legge ancora nella relazione, sono generati grazie alla collaborazione interdisciplinare di matematici, fisici, cyberscienziati, statistici ma anche filosofi, letterati, economisti, giuristi e sociologi.

Peccato che poi le conoscenze e le competenze di carattere umanistico (filosofia, letteratura, sociologia, ecc…) non vengano minimamente tenute in considerazione quando si tratta di stabilire a chi si dovrà assegnare il compito di “insegnare l’IA”.

Un’altra questione difficile da affrontare e risolvere riguarda la scuola secondaria di primo grado che, proprio in questa fase, è interessata dalla revisione delle Indicazioni nazionali, indicazioni nelle quali l’IA non viene affatto considerata una “materia” di insegnamento quanto piuttosto una componente fondamentale della “competenza digitale”.

La sensazione è che, allo stato attuale, prima di discutere se e come “insegnare” l’IA a scuola, sarebbe necessario affrontare alcune questioni dirimenti cercando di rispondere a domande niente affatto banali: cos’è di preciso l’IA? L’IA è una “disciplina” con un suo “statuto” epistemologico chiaro? Cosa significa esattamente affrontare i problemi dell’IA in ottica interdisciplinare?

Molte delle risposte potrebbero essere trovate in alcuni studi che l’Unesco ha dedicato ai curricoli di/su IA realizzati da diversi paesi nel mondo, all’uso dell’intelligenza artificiale generativa in educazione e ricerca e, da ultimo, alla definizione, nel settembre 2024, dei framework delle competenze in IA sia per docenti che per studenti. “La prima cosa da fare – ci suggerisce Aluisi Tosolini, uno dei nostri esperti in IA e didattica – potrebbe essere tradurre i rapporti Unesco in italiano e avviare una discussione tra i docenti. Lo abbiamo appena fatto a Scuola Futura ad Arezzo ed è stato davvero molto interessante e utile”.

Solo aprendo il confronto e studiando, ci pare, è possibile affrontare seriamente l’argomento per poterlo inserire in modo sistematico e non episodico nel percorso formativo dei nostri giovani.

Comandi dirigenti scolastici e docenti a.s. 2025/26, richieste di assegnazione entro il 4 giugno

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

La nota 71700 del 9 maggio 2025 disciplina i comandi dei dirigenti scolastici e del personale docente anno scolastico 2025/26 ai sensi dell’articolo 26, comma 8 della legge 23 dicembre 1998, n. 448 e dell’articolo 1, comma 65 della legge 13 luglio 2015, n. 107.

Ai sensi della normativa vigente, a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024, possono essere disposte assegnazioni di docenti e dirigenti scolastici, nel limite massimo di centocinquanta unità di personale, presso:

a) enti e associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale, assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento di tossicodipendenti, di cui al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 ; in tali casi possono concorrere alle assegnazioni i docenti e i dirigenti scolastici che documentino di avere frequentato i corsi di studio di cui al comma 5 dell’articolo 105 del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990;

b) associazioni professionali del personale direttivo e docente ed enti cooperativi da esse promossi, ivi compresi gli enti e le istituzioni che svolgono, per loro finalità istituzionale, attività nel campo della formazione e della ricerca educativa e didattica.

Per le assegnazioni, le domande devono essere trasmesse entro le ore 23.59 del 4 giugno 2025.

Le assegnazioni comportano il collocamento in posizione di fuori ruolo del personale interessato. Il servizio prestato in posizione di collocamento fuori ruolo dai dirigenti scolastici e dai docenti è valido come servizio d’istituto per il conseguimento di tutte le posizioni di stato giuridico ed economico nelle quali sia richiesta la prestazione del servizio medesimo.

Qualora il collocamento fuori ruolo abbia durata non superiore ad un quinquennio i docenti, all’atto della cessazione dalla posizione di comando, sono assegnati alla sede nella quale erano titolari all’atto del provvedimento. I collocamenti fuori ruolo che abbiano durata superiore ad un quinquennio comportano quindi la perdita della sede di titolarità. A tal fine, i periodi trascorsi in posizione di comando si sommano, se tra gli stessi non vi sia soluzione di continuità.

I docenti che perdono la titolarità, all’atto del rientro in ruolo o della cessazione del comando hanno priorità di rientro come titolari, secondo le modalità definite in sede di contrattazione collettiva nazionale integrativa in materia di mobilità. Ai dirigenti scolastici si applicano le disposizioni dei vigenti contratti collettivi dell’area della dirigenza scolastica.

LA NOTA

L’attimo decisivo

“L’attimo decisivo”, intitolato “La virgola”, un’iniziativa della campagna nazionale “Io non rischio” rivolta alle ragazze e ai ragazzi delle scuole secondarie. Il progetto mira a sensibilizzare i più giovani sui rischi naturali, in particolare quelli legati al fenomeno del bradisismo e al rischio vulcanico nell’area dei Campi Flegrei.
Protagonisti della storia sono Samira, Carlo, Katja e Paolo, quattro giovani che vivono un’avventura ai Campi Flegrei, scoprendo la natura vulcanica dell’area, le eruzioni del passato, il fenomeno del bradisismo e le misure di prevenzione da adottare. Un racconto avvincente che unisce intrattenimento e formazione, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza tra i più giovani.
Il progetto è promosso dal Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, che ha avuto un ruolo centrale nel coinvolgimento delle scuole e nella diffusione del materiale educativo.
Alla realizzazione del fumetto hanno contribuito il Dipartimento della Protezione Civile, la Regione Campania, l’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, insieme a esperti della comunicazione e della narrazione.
Scarica il fumetto https://gies.indire.it/lavirgola/index.html

Uso degli smartphone in classe

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha presentato oggi, nel corso della riunione del Consiglio dell’Unione europea dedicata all’Istruzione, la proposta per una raccomandazione europea che scoraggi l’uso degli smartphone in classe in tutte le e secondarie di primo grado dell’Unione.

“I risultati degli studi scientifici dimostrano che l’abuso di dispositivi mobili durante l’infanzia e la preadolescenza incide negativamente sullo sviluppo cognitivo, causando perdita di concentrazione e memoria, riduzione delle competenze linguistiche e del pensiero critico. Oltre al calo delle performance scolastiche, l’uso eccessivo degli smartphone in età precoce è riconosciuto come una delle principali cause di isolamento sociale. È giunto il momento di intervenire con decisione per tutelare il benessere e l’apprendimento dei nostri giovani”, ha dichiarato il Ministro Valditara, aggiungendo: “Valuteremo se estendere il divieto anche alle superiori”.

La proposta italiana si inserisce in un contesto europeo già attivo su questo fronte, dove diversi Stati membri hanno adottato misure per limitare o vietare l’uso dei dispositivi mobili nelle scuole, in particolare per gli alunni più piccoli.

In Italia, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha già avviato interventi concreti: “A partire da settembre 2024, è stato disposto il divieto di utilizzo degli smartphone in classe per tutti gli alunni, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado. Rimane consentito l’uso dei dispositivi previsti nei piani didattici personalizzati per studenti con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento. Se vogliamo davvero bene ai nostri figli, dobbiamo garantirgli a scuola una pausa dai cellulari. Ora”, prosegue Valditara, “è necessario un approccio coordinato a livello europeo anche sul tema dell’accesso ai social network per contrastare fenomeni come il cyberbullismo, la pedopornografia, gli atti di autolesionismo, e la violenza di genere”.

La proposta italiana ha riscosso una ampia condivisione all’interno del Consiglio. Diversi Stati membri sono intervenuti per sostenere l’iniziativa italiana. Nessun intervento contrario.

Consiglio Nazionale dei Presidenti delle Consulte Provinciali degli Studenti

Conclusi il 9 maggio, a Silvi Marina (TE), i lavori del Consiglio Nazionale delle Consulte Provinciali 2025, principale organo della rappresentanza studentesca. Ragazze e ragazzi provenienti da tutte le province italiane, accompagnati dai docenti referenti, hanno dato vita a una rassegna di quattro giorni in cui sessioni di confronto, lavori di gruppo e momenti di formazione hanno permesso di approfondire aspetti cruciali della vita scolastica.

Dall’ “Inclusione” al “Benessere”, passando per l’attenzione all’ “Educazione Civica” e alle sfide connesse al “Digitale”, senza dimenticare “Edilizia, Trasporti e Pcto”, l’assemblea dei rappresentanti ha approvato sei documenti di proposte tematiche con cui il Ministero potrà perfezionare nuove misure a beneficio dell’intera comunità scolastica. Una tappa importante nella cornice del costante confronto tra le rappresentanze studentesche e il Ministro dell’Istruzione e del Merito.


Il Consiglio Nazionale dei Presidenti delle Consulte Provinciali degli Studenti si riunisce in questi giorni a Silvi Marina (TE), un’importante occasione di confronto e partecipazione democratica che riunisce circa 250 persone tra studenti e docenti provenienti da tutte le province italiane.

L’iniziativa nasce con l’obiettivo di garantire una sede permanente di rappresentanza degli studenti a livello nazionale. Nel corso delle giornate, i Presidenti delle Consulte sono impegnati in Commissioni tematiche su questioni centrali per il sistema scolastico, i cui lavori confluiranno in un documento programmatico che sarà sottoposto all’attenzione del Ministro. Parallelamente, i docenti accompagnatori partecipano a momenti di formazione con esperti su tematiche di importante rilievo didattico e formativo.

“Auspico una sempre più forte collaborazione tra le Consulte e il Ministero: voi rappresentate tutte le studentesse e gli studenti italiani, le Consulte sono una straordinaria palestra di democrazia. Abbiamo bisogno di coltivare la cultura della democrazia iniziando proprio dalle scuole”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, intervenendo in video collegamento.

Il Ministro ha annunciato una serie di attività che vedranno coinvolti gli studenti e le consulte studentesche, come nel caso dell’appuntamento di carattere internazionale sull’intelligenza artificiale, quale evoluzione del dialogo avviato a Lignano Sabbiadoro in occasione del G7 Giovani e a Milano con “Next Gen AI”. “Si tratta di una grande sfida culturale, pedagogica e didattica. Mi auguro che possiate parteciparvi da protagonisti perché voi esprimete le istanze della scuola italiana”, ha concluso il Ministro.

Organici DS: ridotte le reggenze, ma non si conoscono i dati sulle assunzioni 2025/26. Presentata anche la nuova piattaforma per la mobilità

da OrizzonteScuola

Di Simone Lo Presti

Nel corso dell’incontro con le organizzazioni sindacali, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha illustrato i dati aggiornati sull’andamento dell’organico dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2025/26. Le informazioni si basano sull’attuazione del dimensionamento scolastico, già recepito in quasi tutte le Regioni.

Tra i principali dati emersi figura una riduzione del numero delle reggenze, che scenderanno da 452 a circa 380. Di queste, 73 derivano da deroghe concesse al dimensionamento da parte di alcune Regioni, valide ancora per il prossimo anno.

Concorso ordinario: conclusione e restituzione posti

L’Amministrazione ha riferito che le procedure del concorso ordinario per dirigenti scolastici sono in via di conclusione in quasi tutte le Regioni, con l’eccezione della Campania, dove si prevede un ritardo di circa un mese. Inoltre, è stata confermata la restituzione al concorso ordinario di 314 posti, precedentemente assegnati in via straordinaria ai candidati del concorso riservato per l’anno scolastico 2024/25, oltre al 40% previsto dalla normativa.

Assunzioni 2025/26: quadro ancora incerto

Nonostante le stime sull’organico, che per il 2025/26 dovrebbe essere paria 7.401 unità, il numero effettivo di assunzioni resta al momento indefinito, in attesa della disponibilità dei dati definitivi relativi a:

pensionamenti d’ufficio e pensionamenti su domanda;

numero degli idonei effettivi al concorso ordinario.

I posti in deroga, pur esistenti (73 unità), non vengono conteggiati ai fini delle immissioni in ruolo né per la mobilità interregionale.

Mobilità: in arrivo una nuova piattaforma digitale

Fuori dall’ordine del giorno, l’Amministrazione ha presentato una nuova piattaforma digitale ministeriale destinata alla gestione della mobilità dei dirigenti scolastici, con particolare riferimento a quella interregionale. Il sistema, che sarà integrato nella piattaforma SIDI, permetterà agli utenti di esprimere preferenze per Regioni e province, secondo un ordine prioritario.

La nuova modalità di gestione prevede che:

la prima Regione indicata analizzi la domanda e restituisca un esito (“non accoglimento”, “accoglibile”, “accolta”);

  • solo dopo tale risposta, le altre Regioni indicate in subordine potranno procedere all’esame della stessa.

  • L’obiettivo è ottimizzare le tempistichegarantire maggiore trasparenza e favorire l’interoperabilità tra gli Uffici Scolastici Regionali.