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Docenti neoassunti, 20% ore moduli formativi su Didattica digitale integrata e Nuovi linguaggi. Ministero fornirà chiarimenti

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il decreto Legge 2 marzo 2024 n. 19 “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)” propone delle modifiche anche per la scuola. Si tratta dell’art. 14 “Misure urgenti per l’attuazione delle previsioni della Missione 4 – Componente 1 « Istruzione e Ricerca » del PNRR in materia di riforma del sistema di orientamento, di reclutamento dei docenti, di didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico e di nuove competenze e nuovi linguaggi. Ecco cosa è previsto per l’anno di prova dei docenti neoassunti, già dall’anno scolastico 2023/24.

Il decreto Legge, incardinato alla Camera, dovrà adesso seguire l’iter parlamentare.

L’art. 14 dispone

c) all’articolo 18, dopo il comma 1, è aggiunto, infine, il seguente: «1 -bis . A decorrere dall’anno scolastico 2023/2024, le attività formative durante il periodo annuale di servizio in prova prevedono anche la frequenza, comprovata dal conseguimento di apposito attestato finale, di uno o più moduli formativipari ad almeno il 20 per cento delle ore complessivamente previste nel decreto di cui al all’articolo 13, comma 1, quinto periodo, erogati nell’ambito delle linee di investimento 2.1 e 3.1 della Missione 4, Componente 1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza.».

La linea di investimento 2.1 riguarda la Didattica digitale integrata e formazione alla transizione digitale per il personale scolastico di cui DM 12 aprile 2023 n.66

La linea di investimento 3.1 riguarda “Nuove competenze e nuovi linguaggi” di cui al Decreto 3 aprile 2023, n. 61

La lettera c) modifica l’articolo 18 del decreto legislativo n. 59 del 2017 mediante l’introduzione, dopo il comma 1, del comma 1-bis, volto a prevedere che, a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024, le attività formative durante il periodo annuale di servizio in prova prevedono anche la frequenza, comprovata dal conseguimento di apposito attestato finale, di uno o più moduli formativi, pari almeno al 20 per cento delle ore complessivamente previste nel decreto di cui all’articolo 13, comma 1, quinto periodo, erogati nell’ambito delle linee di investimento 2.1 e 3.1 della missione 4, componente 1, del PNRR.

I moduli formativi

Le attività dell’anno scolastico 2023/24 prevedono per i docenti neoassunti o comunque tenuti al periodo di prova sono state indicate dal Ministero con nota del 7 novembre 2023

Decreto Ministeriale 226 del 16 agosto 2022, prevede un impegno formativo complessivo di 50 ore, suddiviso in quattro fasi distinte.

  1. Incontri propedeutici e restituzione finale: Questa fase si articola in 6 ore di incontri, progettati per offrire una panoramica e una chiusura del percorso formativo.
  2. Laboratori formativi: Impostati su 12 ore, questi laboratori sono momenti cruciali di apprendimento e sviluppo competenze.
  3. Peer to Peer e osservazione in Classe: Altri 12 ore sono dedicate allo scambio tra pari e all’osservazione diretta nelle classi.
  4. Formazione online: Una componente significativa del percorso, con 20 ore dedicate, sottolinea l’importanza dell’apprendimento digitale.

(La struttura dei laboratori formativi (incontri a piccoli gruppi, con la guida operativa di un tutorformatore) implica complessivamente la fruizione di 12 ore di formazione.

L’art.8, comma 4, del DM 226/2022 individua le aree trasversali utili alla strutturazione dei laboratori formativi, fermo restando che altri temi potranno essere inseriti in considerazione dei bisogni formativi di ogni contesto territoriale e delle diverse tipologie di insegnamento.
Durante questo anno scolastico appare comunque di particolare interesse dedicare una specifica attenzione ai seguenti temi:
• attività di orientamento; ruolo dei docenti tutor e orientatore (nei percorsi di istruzione secondaria);
• gestione della classe e delle attività didattiche in situazioni di emergenza,
• tecnologie della didattica digitale e loro integrazione nel curricolo;
• ampliamento e consolidamento delle competenze digitali dei docenti;
• inclusione sociale e dinamiche interculturali;
• bisogni educativi speciali;
• innovazione della didattica delle discipline e motivazione all’apprendimento
• buone pratiche di didattiche disciplinari;
• gestione della classe e dinamiche relazionali, con particolare riferimento alla prevenzione dei fenomeni di violenza, bullismo e cyberbullismo, discriminazioni;
• percorsi per competenze relazionali e trasversali;
• contrasto alla dispersione scolastica;
• insegnamento di educazione civica con particolare riferimento alla prevenzione e al contrasto delle dipendenze;
• valutazione didattica degli apprendimenti;
• valutazione di sistema (autovalutazione e miglioramento);
• educazione alla sostenibilità;

A queste adesso il Ministero aggiunge /sostituisce quei moduli corrispondenti agli argomenti Didattica digitale e Nuovi linguaggi, per i quali sarà necessario l’attestato finale.

AGGIORNAMENTO 18 marzo 2024: il sindacato FLC CGIL riferisce di aver chiesto all’Amministrazione dei chiarimenti in merito, verranno presto fornite indicazioni.

TESTO DL [PDF]

RELAZIONE ILLUSTRATIVA [PDF]

RELAZIONE TECNICA [PDF]

Prove Invalsi candidati detenuti, in forma cartacea in sessione aperta fino al 6 giugno

da OrizzonteScuola

Di redazione

Con nota del 18 marzo il Ministero dell’istruzione e del merito fornisce indicazioni sullo svolgimento delle prove Invalsi nei percorsi di II livello, III periodo didattico funzionanti presso le sezioni carcerarie.

Anche per il corrente anno scolastico 2023-2024, le prove Invalsi per gli studenti frequentanti le sezioni carcerarie, saranno somministrate in forma cartacea in una sessione che rimarrà aperta dal 1° marzo al 6 giugno 2024.

Le prove potranno essere effettuate in giornate differenti con le seguenti durate: prova di italiano – 120 minuti, prova di matematica – 120 minuti, prova di inglese
– 90 minuti per la sezione di reading e 50 minuti per la prova di listening listening (si consiglia una pausa di 10 minuti tra le due sezioni) mediante file mp3.

I Dirigenti scolastici della scuola secondaria di secondo grado cui afferisce la sezione carceraria individuano un docente referente che somministrerà le prove.

La nota ricorda che gli studenti frequentanti l’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado devono aver sostenuto le prove Invalsi quale requisito di ammissione
all’esame conclusivo del II ciclo di istruzione.

NOTA

Concorsi docenti PNRR, i risultati molto positivi faranno salire in cattedra numerosi vincitori a discapito delle altre graduatorie

da La Tecnica della Scuola

Di Lucio Ficara

Il dato anomalo dei risultati della prova scritta del concorso PNRR, ovvero il 90% circa di aspiranti docenti che hanno preso un voto compreso tra 70 e 100 e solo il 10% di non ammessi alla prova orale, farà salire in cattedra, quasi certamente, 44000 posti disponibili alla scuola secondaria per più di 110 mila aspiranti passati all’orale, oppure 15000 posti all’infanzia e primaria per 45 mila potenziali vincitori da graduare nelle graduatorie di merito regionali. Questi dati statistici sono del tutto anomali rispetto alle altre tornate di concorsi ordinari, ma, se da una parte faranno occupare totalmente tutti i posti disponibili, dall’altra non consentiranno lo scorrimento di altre graduatorie di merito ancora vigenti.

Quali sono le GM ancora attive

Diciamo immediatamente che la precedenza alle immissioni in ruolo per la scuola dell’infanzia e la primaria, è assegnata alle graduatorie di merito del PNRR che saranno pronte per il giugno 2024. Solo i posti residuati e altri posti eventualmente disponibili saranno assegnati ai docenti vincitori, ma non agli idonei, del concorso ordinario 2016 ( nel caso siano ancora presenti), poi sarà il turno del concorso straordinario 2018 e del concorso ordinario 2020. Teniamo conto che i oltre ai concorsi ordinari c’è anche la presenza, in qualche provincia, delle GAE. Quindi fatti salvi i posti messi a bando con il concorso PNRR, il resto va diviso tra il 50% alle GM e il 50% alle GAE.

Per la scuola secondaria avrà priorità, nel limite dei posti disponibili messi a bando nel concorso ordinario PNRR, la graduatoria di merito del concorso a cattedra 2023. Tale concorso avrà validità annuale e non ci saranno idonei messi in gradutoria, ma solo vincitori. I posti residui, più eventuali altri posti, andranno al 50% alle GAE e 50% alle GM. Le gradutorie di merito esistenti sono: GM 2016 vincitori nel caso esistano, GM straordinario 2018 qualora ci siano aspiranti, GM 2020 ordinario STEM e GM straordinario 2020.

Non esisterà più, per l’anno scolastico 2024/2025, l’immissione in ruolo da GPS I fascia sostegno. Sarà abolita, molto probabilmente, la call veloce ed ovviamente anche la mini call veloce.

Protestano i docenti inseriti nelle precedenti GM

Il fatto che il concorso PNRR prenda quasi tutte le cattedre disponibili e lasci le briciole alle altre graduatorie di docenti, a partire dalle GAE e alle altre GM vigenti, sta sollevando non poche polemiche nel mondo del precariato e molte sono le segnalazioni alla nostra redazione.

Al problema suddetto, si intersecano altre problematiche come quella dei docenti della classe di concorso A-07 che sono stati esclusi dall’ultimo concorso ordinario a vantaggio della classe di concorso A061.

Carta docente, come richiedere il riconoscimento del beneficio a seguito di sentenza

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

I docenti destinatari di provvedimenti giurisdizionali relativi alla Carta Elettronica del docente dovranno attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero per richiedere il riconoscimento del beneficio.

La Carta docente, ricordiamo, è un’iniziativa del Ministero prevista dalla legge 107 del 13 luglio 2015, art.1 comma 121 volta a consentire ai docenti, attraverso un’apposita applicazione web, di usufruire dei benefici previsti dalla carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di cui all’art.1, comma 121 della Legge 107/2015 (Buona Scuola).

I 500 euro potranno essere utilizzati per acquistare, fra l’altro, libri, riviste, ingressi nei musei, biglietti per eventi culturali, teatro e cinema, per l’iscrizione a corsi di laurea o master universitari e per l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento, svolti da enti accreditati.

Nel dettaglio, questo è quello che dovranno fare i docenti interessati:

Per eventuali richieste di riconoscimento del bonus Carta del Docente è necessario trasmettere copia della sentenza al Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) all’indirizzo di posta certificata dgpersonalescuola@postacert.istruzione.it.

La richiesta dovrà riportare il codice fiscale del docente ricorrente e le annualità per le quali è stato riconosciuto il contributo.

Il Ministero, una volta esaminata la richiesta, la inoltrerà a Sogei che provvederà ad accreditare sul borsellino elettronico le annualità dovute al docente”.

Bonus psicologo 2023, chi può richiederlo: al via le domande, ci sarà tempo fino al 31 maggio 2024

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Con Circolare n. 34 del 15 febbraio 2024 l’INPS ha fornito le istruzioni per la presentazione delle domande per l’accesso al bonus psicologo, una delle misure introdotte nel periodo post Covid e confermata dalla legge di Bilancio 2023, che l’ha resa strutturale a decorrere dall’annualità 2023.

Chi può richiederlo

Il beneficio è destinato ai cittadini richiedenti con Isee non superiore ai 50mila euro, per sostenere le spese di assistenza psicologica. Alla scadenza saranno elaborate le graduatorie per Regione/Provincia autonoma degli aventi diritto, nei limiti delle risorse disponibili. Il beneficio sarà erogato prioritariamente alle persone con Isee più basso e, a parità di valore ISEE, in base all’ordine di arrivo della domanda.

Quando inoltrare la domanda

Le domande per la richiesta del “Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia” per l’anno 2023 potranno essere presentate dal 18 marzo 2024 al 31 maggio 2024.

Per il 2024 si dovranno attendere successive comunicazioni.

Come inoltrare la domanda

Per inoltrare la domanda è necessario disporre delle credenziali SPID, CIE o CNS.

La procedura è disponibile accedendo al servizio “Contributo sessioni psicoterapia” raggiungibile tramite home page del sito web dell’Istituto www.inps.it, seguendo il percorso: “Sostegni, Sussidi e Indennità” > “Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità” > “Strumenti” > “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”.

In alternativa al sito web, la domanda può essere presentata tramite il servizio di Contact Center Integrato, contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).

LA CIRCOLARE INPS

Scuola, le supplenze non finiscono mai

Scuola, le supplenze non finiscono mai

Franco Buccino

Repubblica ed. Napoli, 18 marzo2024

Si sono svolte in questi giorni le prove scritte del concorso a cattedre: quasi 375 mila candidati per 45mila posti. Contemporaneamente è arrivata l’ordinanza sulla “mobilità” per il prossimo anno scolastico, è a dire su trasferimenti definitivi o annuali, passaggi di ruolo o di cattedra, assegnazioni provvisorie. Poi verranno le “utilizzazioni” e infine le supplenze annuali, fino al 30 giugno o fino al 31 agosto. Operazioni analoghe anche per il personale Ata, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici.

Ad oggi per le supplenze dei docenti siamo a quota 240mila: più di metà sul sostegno, più di metà nel Nord Ovest (Piemonte e Lombardia), i tre quarti sono donne. Altre 60mila supplenze riguardano il personale Ata. Il ministro Valditara nella lunga intervista, nel mese di settembre scorso, a Repubblica  parlava di 130-140mila supplenze annuali: sono più del doppio.

Poi ci sono le supplenze temporanee: spendevamo 800 milioni di euro, di recente siamo passati a oltre un miliardo all’anno. Per supplenze che nel 60% dei casi hanno una durata inferiore ai dieci giorni!

Nonostante il consistente calo della popolazione scolastica, i concorsi e le immissioni in ruolo, purtroppo le supplenze annuali e temporanee aumentano, aumenta il precariato, peggiorano le condizioni economiche del personale. E peggiorano le condizioni, già precarie, delle scuole: carenze di strutture, carenze di spazi, laboratori e palestre.

Spesso ci siamo soffermati sulle cause di queste evidenti contraddizioni. Veniamo ai rimedi. Alcuni interni al sistema scuola, altri compresi in sistemi più ampi.

Il primo rimedio, secondo me, è una profonda revisione della mobilità. Non possono esserci tutti gli anni i “trasferimenti” e tutte le operazioni collegate. E di sicuro non per tutti. Non avviene per nessuna categoria di lavoratori, né pubblica, né privata. E chiaramente la revisione della mobilità riguarda docenti, Ata e dirigenti.

Il secondo rimedio è scuole con un organico autosufficiente. Varie volte si è pensato a organici aggiuntivi, a disposizione delle scuole,collocati sui territori. A livello di singola scuola sembra irrealizzabile. Ci sono le “classi di concorso”, soprattutto nella secondaria: troppe per essere presenti in tutte le scuole. La novità sarebbe quella di creare ambiti disciplinari: veri e propri raggruppamenti di classi di concorso affini. Ai quali si accede con titoli di studio di quell’area, di quell’ambito. Si tien conto anche di seconde lauree, di piani di studio, di specializzazioni, di interessi, di esperienze. All’organico tradizionale della singola scuola si aggiungerebbe un organico snello ed essenziale, ma in grado di coprire tutti gli ambiti disciplinari. Anzi, l’idea è ancora più ambiziosa: quella di una scuola con un unico  organico  più che con due organici, il titolare e l’aggiuntivo. Una scuola che non ha bisogno di supplenti, se non in casi molto particolari. Una scuola che è in rete con altre scuole, con le quali può fare scambi di iniziative didattiche e anche di personale.

Stiamo parlando di scuole autonome. Solo l’autonomia delle singole scuole ci può far risolvere problemi annosi. Si garantirebbe tra l’altro maggiore continuità didattica ai ragazzi e anche, con i notevoli risparmi, una migliore retribuzione del personale.

Valditara: “Impegnati per una formazione tecnica e professionale di eccellenza nei settori strategici”

da OrizzonteScuola

Di redazione

Compiuto un altro importante passo per la realizzazione del Piano Mattei per l’Africa. In occasione della missione istituzionale in Egitto guidata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato un Memorandum di Intesa con il Ministro dell’Istruzione e dell’Istruzione Tecnica egiziano, Reda Hegazy.

Alla luce della centralità che il Piano Mattei riserva al tema dell’istruzione, l’incontro con il Ministro Hegazy e la firma del Memorandum rappresentano un’azione strategica per rafforzare la cooperazione tra l’Italia e l’Egitto e favorire lo sviluppo e la crescita di entrambi i Paesi.

L’Italia si impegna a cooperare con l’Egitto per promuovere una formazione professionale di eccellenza. In particolare, puntiamo a favorire lo sviluppo in Egitto di percorsi tecnico-professionali di qualità e di Its Academy che sono strategici per la crescita economica”, ha dichiarato il Ministro Valditara.

Occorre partire dalla promozione della conoscenza della lingua italiana per favorire l’acquisizione di competenze tecniche adeguate alle esigenze specifiche del sistema produttivo italiano ed egiziano e assicurare una più forte integrazione”, ha concluso il Ministro.

Il Memorandum persegue l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra il sistema scolastico italiano e quello egiziano, a partire dalla formazione dei docenti di lingua italiana delle scuole secondarie egiziane e gli scambi di studenti e docenti. Facendo leva sulla conoscenza della lingua italiana, la cooperazione nel settore dell’istruzione tecnica e professionale sarà finalizzata all’innalzamento della qualità dei percorsi e delle opportunità di mobilità per l’apprendimento e l’occupazione, consolidando i legami tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro, con particolare attenzione ai settori dell’energia, del turismo, dell’industria, della meccatronica, del tessile, dell’agrifood e della salute.

Primo esempio concreto di tale collaborazione sarà l’istituzione, nella Scuola italiana Don Bosco del Cairo, del nuovo percorso che prevede 4 anni di scuola tecnica, seguiti da 2 anni di percorso post-diploma attuati in collaborazione con l’ITS Academy Malignani di Udine. Anche gli studenti egiziani in possesso di un diploma tecnico potranno iscriversi ai percorsi ITS. Grazie al Memorandum sarà possibile non solo incoraggiare l’apprendimento e la mobilità per l’occupazione in Italia dei giovani egiziani, già formati nella lingua e nella cultura italiana, ma anche sostenere le imprese egiziane e le imprese italiane che operano nel nostro Paese e in Egitto.

I docenti idonei dei vecchi concorsi trattati da “invisibili”: mai assunti, presto scalzati dai 70.000 delle selezioni Pnrr e 200mila cattedre sempre a supplenza

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Perché si fanno concorsi nuovi per assumere docenti di ruolo e non si stabilizzano i candidati idonei delle procedure già svolte negli ultimi anni? A chiederlo sono stati i componenti del movimento ‘Idonei 2020 per il ruolo, gli invisibili’: sabato 16 marzo i due portavoce nazionali – Gian Michele Mostardini e Alessandra Torrioni – sono stati ricevuti alla Camera dei Deputati dalla vicepresidente della Commissione cultura Valentina Grippo e da Maria Stella Gelmini, vice presidente vicario del Gruppo parlamentare di “Azione” ed ex ministro dell’Istruzione nell’ultimo Governo Berlusconi.

Mostardini e Torrioni hanno voluto rappresentare le preoccupazioni delle migliaia di persone che hanno definito “parcheggiate” nelle graduatorie di merito del personale docente: il problema, hanno detto ai parlamentari, è che in questi giorni è partito uno dei tre concorsi Pnrr per diventare insegnanti di ruolo; i vincitori, secondo l’attuale disposizione normativa, avranno la precedenza assoluta nelle assunzioni rispetto a chi già ha sostenuto il medesimo concorso (sempre con i parametri europei) ma due anni prima ed è attualmente in graduatoria, avendo maturato il diritto giuridico all’assunzione.

Il movimento chiede una soluzione rapida, che sancisca la difesa del diritto degli idonei 2020 all’assunzione fin dalla prima occasione utile, chiarisca l’impiego di queste graduatorie e stabilisca una volta per tutte il pari scorrimento rispetto a quelle che emergeranno dai nuovi concorsi.

Per completezza, vale la pena ricordare che sono oltre 70.000 gli insegnanti che secondo le previsioni del ministero dell’Istruzione e del Merito dovrebbero essere immessi in ruolo nell’arco di un biennio. Sono tre le procedure selettive che serviranno a questo scopo: la prima è quella in corso e che a breve prevederà lo svolgimento dell’orale; la seconda verrà avviata nel prossimo autunno; la terza sessione concorsuale, invece, è prevista entro le fine del prossimo anno solare.

A rigor di logica, comunque, le cattedre vacanti per assorbirli in ruolo dovrebbero esserci. Nel frattempo, infatti, continua ad essere altissimo il numero di supplenti: quest’anno hanno ancora una volta superato quota 200.000 i contratti annuali con scadenza almeno 30 giugno 2024 e di questi un po’ meno della metà sono in organico di diritto, quindi utili anche per eventuali immissioni in ruolo.

Concorsi: ammessi in massa. E ora 350 mila prove orali da sostenere

da Tuttoscuola

In base ai dati ufficiali della prova scritta del concorso di infanzia e primaria, svolta la settimana scorsa, il numero dei candidati che hanno superato la prova e potranno accedere direttamente all’orale sono stati 44.615 su 55.676 (80,1%) presenti alla prova.

Rispetto ai 69.101 candidati che avevano presentato domanda di partecipazione al concorso di infanzia e primaria, oltre 13 mila non si sono proprio presentati alla prova, mentre circa 11 mila non l’hanno superata. Insomma dei 69 mila ai nastri di partenza sono ancora in gara – e dovranno essere esaminati all’orale – in quasi 45 mila (circa due su tre).

Se si considera che mediamente per i suddetti concorsi ogni candidato ha presentato poco meno di due domande di partecipazione (esattamente 1,7 domande a testa), le commissioni di concorso potrebbero essere impegnate ad esaminare complessivamente circa 75mila candidati, alcuni dei quali per due, tre o fino a quattro tipologie tra posti comuni e posti di sostegno sia per il concorso di scuola dell’infanzia che per quello di scuola primaria.

Per quanto riguarda il concorso di scuola secondaria per il quale le prove scritte sono tuttora in corso, una prima comunicazione ministeriale ha riferito che nei primi quattro turni di prove hanno superato lo scritto 113.543 candidati su 130.252 presenti (l’87,2%).

Per la secondaria è opportuno tenere presente anche l’elevato numero di candidati (303.687) che hanno presentato 437.351 domande (in media circa 1,4 a testa).

Da questi esiti parziali della prova scritta, sta emergendo, come e più di quanto avvenuto per il concorso di infanzia e primaria, un’elevata percentuale di ammessi, tanto che potrebbe risultare attendibile una stima finale di ammessi di poco inferiore a due terzi, quantificabile, pertanto, intorno a 200 mila persone.

Se il dato finale sarà confermato, le commissioni di concorso potranno essere impegnate ad esaminare complessivamente circa 280 mila candidati, alcuni dei quali per due, tre o fino a quattro tipologie tra posti comuni e posti di sostegno.

Tra infanzia-primaria e secondaria i candidati ancora in gioco dopo lo scritto potrebbero essere 245 mila, e le prove orali da sostenere ben 355 mila.

Il concorso che non seleziona

da Tuttoscuola

“Di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?”. L’ammissione in massa all’orale nel concorso per docenti richiama alla mente un vecchio, surreale indovinello. Tra i quiz dell’ultimo concorso per insegnanti non ci sono domande come questa. Ma in alcuni casi, poco ci manca.

Di fronte a 158.158 ammessi su 185.928 candidati (tasso di ammissione: 85%) che la scorsa settimana hanno affollato migliaia di scuole – con uno sforzo organizzativo non indifferente – per la prova scritta del concorso a cattedre previsto dal Pnrr, i casi sono due: o il livello medio di preparazione dei candidati è altissimo, oppure l’“asticella” dei quiz della prova scritta è stata posta a livello ginocchia.

Il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara non ha dubbi: “L’alta percentuale di ammessi all’orale testimonia la preparazione dei futuri componenti di una classe docente che verrà selezionata anche in base all’attitudine all’insegnamento”. Ma i commenti di chi ha sostenuto la prova (50 domande a risposta chiusa) fanno pensare alla seconda ipotesi, a prescindere dalla preparazione dei candidati che in molti casi può essere stata elevata (ma certo non è stata granché sollecitata). Quel che è certo è che ora si scaricano sulla macchina organizzativa della prova orale numeri monstre, di cui parliamo separatamente.

C’è chi ha risposto a tutte le domande in un quarto d’ora (il tempo a disposizione era di 100 minuti) conseguendo il punteggio pressoché massimo. Da tantissime testimonianze raccolte emerge che alcune domande erano banali. Ma soprattutto che la struttura delle quattro risposte era tale da poterne escludere con certezza almeno due, mentre delle restanti due una pur verosimile aveva spesso un dettaglio che portava a individuare l’ultima risposta come quella “da accendere”.

Qualche esempio? Dal tam tam delle chat rimbalzano alcuni quesiti e relative risposte chiuse tra cui scegliere (seguiti da un nostro commento), che non si possono non definire imbarazzanti, se si ha in mente che un concorso ha il delicato compito di individuare la classe docente da cui dipenderà la formazione delle generazioni di domani, e che dovrebbe contribuire a risollevare il prestigio e l’autorevolezza di questa straordinaria professione.

Domanda: “Quale tra i seguenti non è un organo collegiale?

Risposte possibili:

  1. Collegio docenti
  2. Consiglio di interclasse
  3. Consiglio di intersezione
  4. Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF)

Il PTOF è un documento, non è un organo…

Vediamone altre:

Domanda: “Chi è l’autore della riforma della scuola del 1923

Risposte possibili:

  1. Luigi Berlinguer
  2.  Tina Anselmi
  3. Aldo Moro
  4. Giovanni Gentile

No comment.

Domanda: “Il pedagogista Piero Bertolini afferma che ‘l’educatore non ha che un mezzo per comunicare all’educando un certo valore o un certo modo di intendere e di impostare la vita, il metterli in pratica’. Che cosa sta affermando?”

Risposte possibili:

  1. Il valore pedagogico del discorso retorico
  2. Il valore pedagogico della semplicità nello spiegare i concetti più difficili
  3. Il valore pedagogico dell’indottrinamento
  4. Il valore pedagogico dell’esempio e della testimonianza

Non occorre aver studiato il pensiero del pedagogista e filosofo dell’educazione torinese per rispondere correttamente.

Domanda: “Da chi è redatto il Piano Didattico Personalizzato (PDP)?

Risposte possibili:

  1. Dalla famiglia
  2. Dallo studente
  3. Dall’azienda sanitaria
  4. Dalla scuola

Chi potrebbe redigere un piano didattico?

Domanda: “Un evento stressante:”

Risposte possibili:

  1. Ha effetto solo durante l’adolescenza
  2. Ha lo stesso effetto su tutti gli alunni
  3. Può avere effetti solo nel contesto familiare
  4. Può avere effetti diversi in base alle caratteristiche degli alunni

Bisogna aver studiato pedagogia per individuare la risposta giusta?

Domanda: “Nelle attività didattiche è possibile utilizzare immagini o fotografie prodotte da altri e reperite online. Cosa è però necessario fare?

Risposte possibili:

  1. E’ bene ricordarsi di eliminare i credits in fondo, per non rovinarne l’estetica
  2. E’ sufficiente scaricarle e inserirle nella propria presentazione
  3. E’ possibile farne uno screenshot, anche se il sito su cui sono ospitate non permette di scaricarle
  4. Verificare se ne è concesso il riuso e citarne la fonte

Crediamo di non sbagliare nel ritenere che un quiz del genere possa essere appropriato per testare le competenze di cittadinanza digitale di un alunno della scuola media, mentre non è sufficiente a valutare le competenze professionali di un suo insegnante.

Se e quando il ministero dell’istruzione e del merito pubblicherà integralmente i quesiti delle prove scritte dei concorsi che si stanno svolgendo in questi giorni, si potrà capire meglio.

Ad oggi, a parte casi estremi come quelli che abbiamo riportato, quel che emerge dall’ascolto di tanti candidati dopo la prova è che chi ha un minimo di preparazione e magari ha fatto qualche lezione in una scuola (ricordiamo che è prevista una riserva del 30% dei posti per chi ha più di tre anni di servizio negli ultimi dieci) ha avuto ben pochi problemi a passare (non c’è quindi scrematura dei migliori). Ma quel che è peggio, è che la formulazione delle domande e soprattutto delle risposte è tale che utilizzando la logica si poteva rispondere correttamente a molti quesiti non solo senza essere profondi conoscitori della materia, ma anche senza saperne quasi nulla. Del resto diversi candidati hanno ammesso di avere affrontato il concorso senza preparazione, ottenendo risultati insperati grazie ad una facilità disarmante delle prove. E ricordiamo che non si tratta di una prova preselettiva ma di una delle due prove del concorso, il cui punteggio concorre all’esito finale della selezione.

L’indice è puntato soprattutto sulle quattro risposte al quesito. In molti dei 50 quesiti della prova scritta tre delle quattro risposte presentate erano palesemente sbagliate, consentendo al candidato di scegliere la risposta ad excludendum, pur non conoscendo la risposta esatta. Insomma, anche se non sai, puoi arrivare alla risposta giusta. E così potrebbe aver passato lo scritto anche chi non ha la preparazione necessaria per ambire al delicato ruolo di insegnante.

Cui prodest? La Costituzione prevede che nel pubblico impiego si acceda per concorso. E in tanti abbiamo sempre sostenuto che si devono fare i concorsi. Sì, ma fatti bene. Con il giusto livello di selezione (intesa come accertamento delle qualità necessarie a ricoprire quel ruolo), altrimenti hanno poco senso. E attenzione, non è una scusa per non fare i concorsi (come in tanti vorrebbero), ma un serio motivo per organizzarli meglio.

Il vero punto è: quale preparazione ci aspettiamo per salire in cattedra? Il resto è una conseguenza, e se le prove sono queste, vengono molti dubbi.

I numeri monstre della prova orale: immissioni in ruolo a settembre a rischio

da Tuttoscuola

Almeno 350 mila prove orali da sostenere, tenuto conto che molti candidati hanno presentato più domande (per posti comuni e posti di sostegno, su più gradi di scuola). Ci vorranno circa mille tra commissioni e sottocommissioni, con almeno 4 o 5 mila tra commissari e segretari di commissione (e, virtualmente, altrettanti sostituti pronti a intervenire in caso di assenza dei titolari).

Prima ancora di incontrare i candidati ammessi alla prova orale, i componenti delle commissioni e sottocommissioni saranno impegnati in un duro lavoro di predisposizione delle prove.

Infatti, oltre a predisporre per ciascun candidato un test didattico specifico per una lezione simulata (comunicato 24 ore prima e da svolgere in 15 minuti per il concorso di infanzia e primaria o in 22-23 minuti per quello di secondaria), i commissari dovranno anche predisporre i quesiti da porre ai candidati, nella misura del triplo dei candidati da esaminare (da sorteggiare all’inizio della prova e da svolgere in un tempo uguale a quello riservato alla trattazione della lezione simulata).

Le tracce estratte saranno escluse dai successivi sorteggi.

Se ogni commissione/sottocommissione sarà impegnata ad esaminare mediamente circa 350 candidati, dovrà anche predisporre preventivamente 350 test di lezione simulata e 1.050 quesiti. Ci vorrà molto tempo.

Memorandum di Intesa con il Ministro dell’Istruzione e dell’Istruzione Tecnica egiziano

Compiuto un altro importante passo per la realizzazione del Piano Mattei per l’Africa. In occasione della missione istituzionale in Egitto guidata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato un Memorandum di Intesa con il Ministro dell’Istruzione e dell’Istruzione Tecnica egiziano, Reda Hegazy. Alla luce della centralità che il Piano Mattei riserva al tema dell’istruzione, l’incontro con il Ministro Hegazy e la firma del Memorandum rappresentano un’azione strategica per rafforzare la cooperazione tra l’Italia e l’Egitto e favorire lo sviluppo e la crescita di entrambi i Paesi.

“L’Italia si impegna a cooperare con l’Egitto per promuovere una formazione professionale di eccellenza. In particolare, puntiamo a favorire lo sviluppo in Egitto di percorsi tecnico-professionali di qualità e di Its Academy che sono strategici per la crescita economica”, ha dichiarato il Ministro Valditara. “Occorre partire dalla promozione della conoscenza della lingua italiana per favorire l’acquisizione di competenze tecniche adeguate alle esigenze specifiche del sistema produttivo italiano ed egiziano e assicurare una più forte integrazione”, ha concluso il Ministro.

Il Memorandum persegue l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra il sistema scolastico italiano e quello egiziano, a partire dalla formazione dei docenti di lingua italiana delle scuole secondarie egiziane e gli scambi di studenti e docenti. Facendo leva sulla conoscenza della lingua italiana, la cooperazione nel settore dell’istruzione tecnica e professionale sarà finalizzata all’innalzamento della qualità dei percorsi e delle opportunità di mobilità per l’apprendimento e l’occupazione, consolidando i legami tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro, con particolare attenzione ai settori dell’energia, del turismo, dell’industria, della meccatronica, del tessile, dell’agrifood e della salute.

Primo esempio concreto di tale collaborazione sarà l’istituzione, nella Scuola italiana Don Bosco del Cairo, del nuovo percorso che prevede 4 anni di scuola tecnica, seguiti da 2 anni di percorso post-diploma attuati in collaborazione con l’ITS Academy Malignani di Udine. Anche gli studenti egiziani in possesso di un diploma tecnico potranno iscriversi ai percorsi ITS. Grazie al Memorandum sarà possibile non solo incoraggiare l’apprendimento e la mobilità per l’occupazione in Italia dei giovani egiziani, già formati nella lingua e nella cultura italiana, ma anche sostenere le imprese egiziane e le imprese italiane che operano nel nostro Paese e in Egitto.

Pensione anticipata ordinaria, semplificato l’invio delle domande telematiche

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Con il messaggio n. 1041 dell’11/03/2024 l’INPS ha fatto sapere che il sistema di gestione delle domande di pensione anticipata ordinaria è stato implementato al fine di semplificare la presentazione dell’istanza.

Tali istanze potranno dunque essere presentate attraverso i seguenti canali:

  • direttamente dal sito internet www.inps.it, accedendo tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o CIE (Carta di identità elettronica) 3.0, seguendo il percorso “Pensione e Previdenza” > “Domanda di pensione” > in Aree tematiche “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci” > cliccare su “Accedi all’area tematica”. Dopo l’autenticazione, è necessario selezionare “Nuova prestazione pensionistica” > “Pensione anticipata”;
  • utilizzando i servizi offerti dagli Istituti di Patronato riconosciuti dalla legge;
  • chiamando il Contact Center Integrato al numero verde 803164 (gratuito, da rete fissa) o il numero 06 164164 (da rete mobile, a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).

IL MESSAGGIO

Prova scritta dei concorsi docenti 2024. Gli ammessi non sono distinguibili tra posti comuni e sostegno

da Tuttoscuola

Mentre sono in corso le prove scritte del concorso docenti 2024 per la secondaria che termineranno con gli ultimi turni di martedì 19 marzo, circolano in rete dati parziali scarsamente attendibili, ma, comunque, pubblicati da taluni siti senza commenti e approfondimenti, come mini-scoop. La scarsa attendibilità dei dati riportati da alcuni quotidiani è riferita al fatto che in questa prima fase del concorso docenti 2024 non è assolutamente possibile distinguere la tipologia di posto per la quale i candidati partecipano.

Infatti, la particolarità degli attuali concorsi che non prevede per la prova scritta la distinzione per tipologia di posto o per classe di concorso, non consente di conoscere tra gli ammessi quanti candidati concorrono per posti comuni o posti di sostegno.

Per la prova scritta di infanzia e primaria svoltasi in tre turni lunedì e martedì scorsi, non è possibile sapere nemmeno quanti candidati hanno partecipato per il settore dell’infanzia o per quello della primaria, oltre a non conoscere se il superamento della prova sia riferibile a posto comune o a posto di sostegno.

La stessa considerazione vale per lo scritto della secondaria che, oltre ad essere tuttora in corso, non consente certamente anticipazioni di nessun tipo.

Unico dato attendibile, ricavato da numerosi commenti dei candidati che hanno partecipato, è riferito al contenuto complessivamente accessibile dei quesiti con conseguente elevata percentuale di candidati che hanno superato la prova scritta concorso docenti 2024.

Si può stimare che complessivamente il numero indistinto di candidati che hanno finora superato lo scritto ruoti intorno all’80%.

La distinzione tra settori scolastici e tra tipologia di posto emergerà soltanto al momento della prova orale, quando ogni candidato che ha superato lo scritto sarà canalizzato verso ognuno dei settori o tipo di posto scelti al momento dell’iscrizione al concorso.

Pertanto, potranno esserci candidati che saranno ammessi a sostenere tante prove orali quante sono state le domande presentate, portando per ognuna il punteggio (unico) acquisito allo scritto.

Ovviamente, potranno rinunciare a qualche orale, concentrandosi su quello/i di maggiore interesse o probabilità di successo.

Intelligenza artificiale, Parlamento europeo approva legge. Vietati i sistemi di riconoscimento delle emozioni nelle scuole. Il testo

da OrizzonteScuola

Di redazione

Con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato la legge sull’intelligenza artificiale (IA), che garantisce sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali e promuove l’innovazione.

L’obiettivo – spiega in una nota il Parlamento – è di proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio, promuovendo nel contempo l’innovazione e assicurando all’Europa un ruolo guida nel settore. Il regolamento stabilisce obblighi per l’IA sulla base dei possibili rischi e del livello d’impatto.

Le nuove norme mettono fuori legge alcune applicazioni di IA che minacciano i diritti dei cittadini. Tra queste, i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili e l’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o dalle registrazioni dei sistemi di telecamere a circuito chiuso per creare banche dati di riconoscimento facciale. Saranno vietati anche i sistemi di riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, i sistemi di credito sociale, le pratiche di polizia predittiva (se basate esclusivamente sulla profilazione o sulla valutazione delle caratteristiche di una persona) e i sistemi che manipolano il comportamento umano o sfruttano le vulnerabilità delle persone.

Nel testo approvato si legge che i sistemi di IA utilizzati nell’istruzione o nella formazione professionale, in particolare per determinare l’accesso o l’ammissione, per assegnare persone agli istituti o ai programmi di istruzione e formazione professionale a tutti i livelli, per valutare i risultati dell’apprendimento delle persone, per valutare il livello di istruzione adeguato per una persona e influenzare materialmente il livello di istruzione e formazione che le persone riceveranno o a cui potranno avere accesso o per monitorare e rilevare comportamenti vietati degli studenti durante le prove, dovrebbero essere classificati come sistemi di IA ad alto rischio, in quanto possono determinare il percorso d’istruzione e professionale della vita di una persona e quindi incidere sulla sua capacità di garantire il proprio sostentamento“.

Il testo approvato