SI CONTINUA A PARLAR DI SCUOLA
Franco Buccino
da ScuolaNapoletana
Si continua a parlar di scuola. I risultati delle prove Invalsi, il rapporto Istat “Benessere e disuguaglianze in Italia”, i recenti casi di ragazzi che rifiutano la prova orale agli esami di maturità. Manca solo la polemica sui voti agli esami di Stato, con i “cento e lode” in maggior numero al Sud, che tradizionalmente ci accompagna al mare, sotto gli ombrelloni.
Tra qualche luce e più ombre, come da copione, i risultati delle prove Invalsi 2025. Ogni piccolo dato positivo, il Ministero lo fa risalire a Agenda Italia e al “decreto Caivano”, iniziative circoscritte, costose e poco significative. E pure presentate come “modelli” per l’Italia e l’Europa. Colpisce, in positivo, la diminuzione della dispersione nella secondaria di secondo grado. Peccato che agli studenti “recuperati” e riportati nelle aule venga addebitato l’abbassamento di qualità di questo segmento di scuola! Sarà per questo che il Ministro Valditara ha inaugurato i due canali scolastici: uno, quellotradizionale, l’altro più corto, con l’aiuto delle imprese, per i ragazzi destinati a un lavoro precoce?
Più netto e impietoso il rapporto Istat “Benessere e disuguaglianze in Italia”. In quasi tutti gli indicatori esaminati ci ritroviamo con la maglia nera, ultime in classifica, la Campania e la Sicilia, e poi le altre regioni del sud. Sia che si tratti di salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, ambiente. E svantaggi in tutti i campi per le nuove generazioni. In particolare, le disparità regionali, di genere e socio-economiche influenzano negativamente l’accesso e la qualità dell’istruzione, mentre è proprio l’istruzione l’antidoto più efficace alle disuguaglianze.
I risultati delle prove Invalsi, anche se un po’ scontati, e i rapporti Istat, quelli relativi a istruzione e formazione, sempre complessivi e illuminanti, offrono materiali imponenti per chi decide le politiche scolastiche. L’amministrazione scolastica dovrebbe prenderli in carico, elaborare piani, investire risorse e dar conto dei risultati. Prima di pretenderli dalle singole scuole!
Nella coda degli esami di Stato, quest’anno è successo che alcuni studenti si sono rifiutati di “fare l’orale”, di sottoporsi alla prova orale. Una novità che ha sconcertato docenti, esperti, famiglie e opinione pubblica. Sono nate discussioni, anche accese, con posizioni divere, risposte articolate. C’è chi ha parlato di esibizionismo, chi di disagio giovanile. Chi dice che si tratta di “bravate” di ragazzi che comunque, tra scritti e crediti, avevano già raggiunto abbondantemente il minimo, e chi invece parla di insofferenza dei ragazzi verso un esame tutto da riformare. Il Ministro ha annunciato, insieme a “radicali” modifiche dell’esame, una norma specifica per cui sarà bocciato chi rifiuta di sottoporsi a una prova dell’esame. Di sicuro ci sarà questa norma. Mentre per una radicale modifica dell’esame chissà quanto bisognerà ancora attendere…
E intanto, le scuole del Sud, ci prepariamo all’effimero momento di gloria con l’uscita dei “quadri” dell’esame di maturità. Tradizionalmente siamo al primo posto per i “cento” e per le “lodi”, suscitando le ire e le gelosie degli altri. Una brevissima parentesi, e già siamo al prossimo anno scolastico con i drammatici problemi, vecchi e nuovi.