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V. Robles, Il fascismo dietro le quinte

Quando la storia “locale” invera ed arricchisce la storia “generale” …

di Carlo De Nitti

È con vero e sincero piacere che ho voracemente letto quest’ultima fatica storiografica che Vincenzo Robles, storico e studioso di alto profilo, regala ai suoi affezionati lettori (certamente molti di più dei venticinque che si augurava Alessandro Manzoni). Questo suo Il fascismo dietro le quinte. Il caso Bitonto ha visto luce in queste settimane a Bari per i tipi della Edizioni Dal Sud.

A chi scrive non appare possibile non connettere le vicende storiche bitontine qui studiate narrate senza potesse la nobile figura di antifascista del pedagogista Giovanni Modugno (1880-1957). A lui Vincenzo Robles ha già dedicato due eccellenti volumi: Giovanni Modugno Il volto umano del Vangelo e Giovanni Modugno Il rifugio bresciano, rispettivamente pubblicati nel 2020 e nel 2022 dalla medesima casa editrice barese, non a caso nella medesima collana dal titolo ” Memoria”.

Com’è ampiamente noto, Giovanni Modugno, nel trentennio studiato in questo volume, non viveva nella città di Bitonto, abitando egli, dal 1920 fino alla morte, nel “quartiere umbertino” di Bari, in via Cardassi, poiché insegnava nell’allora Istituto Magistrale Statale “Giordano Bianchi-Dottula”. La sua figura, le sue idee, le sue azioni sono efficacemente presenti nche in questo volume, a cominciare dalla citazione di un suo pensiero nella nota n° 2 della Premessa

Il volume si snoda attraverso la Premessa, nove capitoli (Il locale brodo primordiale: il giolittismo; Il 1920: la svolta; Il biennio 1922-23; Verso l’amministrazione podestarile; L’amministrazione del Podestà Achille Lorenzo; L’amministrazione del Podestà Serafino Santoro; Il Podestà Giovanni Dragone 1938-1943; La città verso la fine dell’amministrazione podestarile; La lenta ripresa democratica) e la Conclusione.

In questo itinerario, l’Autore analizza con puntualità le vicende politiche cittadine dalle origini del fascismo in Bitonto fino alle prime elezioni democratiche a suffragio universale, maschile e femminile, del 1946 (non quello giolittiano del 1912)!

Perché “dietro le quinte”? Cosa sta a dire la metafora teatrale utilizzata dall’Autore? Nel suo volume, Vincenzo Robles scrive: “una storia ‘dietro le quinte’, una storia che non ha voluto raccontare il fascismo scenografico, ma il fascismo come è stato interpretato e vissuto dai nostri concittadini Da noi mancò un iniziale entusiasmo, il fascismo fu accettato con calma e senza una completa adesione: I nostri concittadini lo vollero e pian piano si adeguarono e si lasciarono convincere (p. 15).

Nei capitoli centrali del suo volume, Robles ricostruisce con grande acume storiografico e con ricchezza di documentazione, riveniente da un profondo lavoro di archivio, come il fascismo a Bitonto si sia inserito nel brodo di coltura costituito dal notabilato giolittiano ed abbia attraversato varie e conflittuali fasi nel biennio 1922-23 ed attraverso le esperienze podestarili di Achille Lorenzo, di Serafino Santoro e di Giovanni Dragone.

Non è questa la sede – quella modesta di una recensione – per rendere conto di tutta la ricchezza documentaria su cui si fonda la ricostruzione storica dell’Autore che, con questo volume, persegue un fine eminentemente educativo, come sottolinea nell’epilogo della sua trattazione: “Il fascismo non è qualcosa di astratto, non è soltanto un’idea e un movimento politico del passato, il suo posto non è soltanto nei libri scolastici, dove appare sempre meno. Per questo si è voluto raccontare la storia del fascismo a Bitonto come fosse la cronaca di tante giornate, la cronaca di tante amministrazioni che si sono succedute […] una storia che si è insinuata nel quotidiano di tanta gente distratta o forse occupata a gestire il proprio interesse” (p. 199) 

Non é per caso che la narrazione di Vincenzo Robles non si concluda con la fine del ventennio ma giunga alle prime elezioni democratiche del 1946: il “disorientamento che aveva accompagnato la fine del fascismo continuò a caratterizzare il nuovo che avanzava. Diventava conveniente dimenticare il passato per poter più facilmente accettare e vivere il nuovo presente” (p.16). A Bitonto, come altrove. il nuovo presente non era esente da conversioni e gattopardismi, come la storia di ogni epoca ci insegna

Del resto, già nell’ormai remoto 1987, il decano dei sociologi italiani Franco Ferrarotti, nel suo volume laterziano, Il ricordo e la temporalità – ovviamente tutt’affatto diverso da quello di cui qui si discorre -scriveva che l’amnesia favorisce l’amnistia. L’assonanza tra i due vocaboli e la comune origine nel medesimo verbo greco dice una verità da non sottovalutare né nascondere.

Il volume di Vincenzo Robles di cui qui si discorre è completato da una preziosa appendice documentaria ed è arricchito dalla prefazione di Ferdinando Pappalardo, letterato, docente illustre dell’Università degli studi di Bari, e storico esponente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Egli sottolinea in modo inequivocabile la valenza pedagogica attuale dell’indagine condotta da Vincenzo Robles e consegnata a questo volume tutto da leggere e da meditare. “La sincera passione civile che anima Robles, e che lo induce a rivendicare la funzione pedagogica di ogni (e dunque anche del suo) impegno teso al restauro e alla conservazione della memoria collettiva, spesso abrasa o rimossa per ipocrita perbenismo, è temperata da una vigile acribia, che lo tiene distante da atteggiamenti inquisitori e che lo induce a dichiarare con sincerità i limiti della sua ricostruzione storica, dovuti alla parzialità delle fonti documentarie disponibili” (pp. 9 – 10).

Il sigillo dell’intenzione pedagogica dell’Aurore non può che essere invenuto nella dedica del volume: “Ai miei nipoti”.

Cos’altro aggiungere ai lettori – bitontini e non (al pari di chi scrive) – che hanno avuto la pazienza di leggere sin qui, se non il sincero augurio di buona (ed educativa) lettura dell’interessantissimo volume!  

Tutele alle lavoratrici madri nel comparto scuola

Tutele alle lavoratrici madri nel comparto scuola.
Indennità di maternità “fuori nomina” e allattamento a rischio

di Dario Angelo TUMMINELLI e Luciano GRASSO

La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e a parità di lavoro le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”, così è stabilito nell’articolo 37 della Costituzione italiana.

Il sostegno alla genitorialità trova il suo fondamento giuridico nel T.U. delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, che da oltre un ventennio è operante in Italia. In particolare, il Decreto Legislativo 26 marzo 2001 n. 151, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 26 aprile 2001 n. 96 (Supplemento Ordinario), promulgato su specifica delega al governo contenuta nell’articolo 15 della Legge 8 marzo 2000 n. 53 “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità”, rappresenta un punto di riferimento normativo fondamentale. Tale decreto è stato successivamente modificato e integrato dal Decreto Legislativo 23 aprile 2003 n. 115.

Approfondimento storico-normativo L’iter evolutivo della normativa di settore inizia con la Legge 30 dicembre 1971 n. 1204, pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio 1972 n. 14, che per la prima volta tutela le lavoratrici madri. Successivamente, la Legge 9 dicembre 1977 n. 903 “Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro”, pubblicata in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 343 del 17 dicembre 1977, integra ulteriormente queste disposizioni.

Indennità di maternità

Due sono i casi più ricorrenti nella scuola: l’indennità di maternità in costanza di rapporto di lavoro e l’indennità al di fuori del rapporto di lavoro. Nel primo caso, come previsto dall’art. 12 comma 2 del C.C.N.L. Comparto Scuola 2006-2009, alla lavoratrice madre docente/A.T.A. spetta il 100% della retribuzione fissa mensile, sia che si tratti di contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato. Nel secondo caso, alla scadenza naturale del contratto di lavoro (o per “giusta causa”), la lavoratrice percepisce un’indennità ridotta pari all’80% di quella inizialmente prevista per il corrispondente personale con contratto a tempo indeterminato, comprensiva dei contributi versati (trattamento previdenziale, pensionistico e assistenziale).

Sentenza e pareri giuridici rilevanti La sentenza della Corte Costituzionale n. 405/2001 del 14 dicembre 2001 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 17 comma 1 della Legge 1204/71, estendendo il diritto all’indennità di maternità anche nei casi di licenziamento per giusta causa a seguito di mancanze e/o colpa grave della lavoratrice madre. Il Parere del Consiglio di Stato Sez. II n. 460/2003, reso in data 11 febbraio 2004, conferma che il prolungamento dell’interdizione anticipata dal lavoro e la contestuale indennità economica possono essere concessi anche in assenza di un rapporto di impiego.

L’art. 22 del testo normativo prevede: “Le lavoratrici hanno diritto ad un’indennità giornaliera pari all’80 per cento della retribuzione per tutto il periodo del congedo di maternità o di interdizione obbligatoria durante la gravidanza”. Tale indennità è omnicomprensiva e sostituisce l’indennità di disoccupazione (NaSpi) eventualmente in godimento durante la vacanza contrattuale, non essendo cumulabile con essa.

Il beneficio economico viene calcolato sulla base della retribuzione media globale giornaliera della mensilità immediatamente precedente rispetto a quella dalla quale ha avuto inizio il congedo di maternità. A tale importo si aggiungono il rateo giornaliero relativo alla tredicesima mensilità e eventuali altri premi (ove previsti) o trattamenti retributivi accessori, qualora erogati alla lavoratrice.

L’art. 24 del medesimo testo normativo prevede un prolungamento del diritto alla corresponsione del trattamento economico nei casi di cessazione o risoluzione naturale del rapporto di lavoro durante il congedo di maternità, purché tra l’inizio della disoccupazione e quello del suddetto periodo non siano decorsi più di 60 giorni (vedi commi 1 e 2 del citato articolo).

Tale sostegno economico è un apprezzabile riconoscimento a tutte le lavoratrici in maternità del comparto scuola, nell’ambito del più generale sostegno alla natalità e/o alla genitorialità. È importante sottolineare che se la lavoratrice accettasse un nuovo contratto di lavoro durante il periodo di godimento del sostegno economico “fuori nomina”, tutti i benefici dell’indennità cesserebbero immediatamente subentrando il nuovo rapporto di impiego.

Per accedere al trattamento economico, la lavoratrice deve presentare una formale istanza scritta all’Istituzione scolastica di ultimo servizio. L’Istituzione scolastica, dopo aver valutato l’istanza, procede con l’inserimento sul portale SIDI (Sistema Informativo dell’Istruzione) del contratto “fuori nomina” in cooperazione con il MEF.

Il trattamento giuridico durante il periodo di fruizione dell’indennità di maternità “fuori nomina” non è considerato servizio utile ai fini della progressione di carriera e dell’anzianità di servizio, e non permette di maturare punteggio nelle graduatorie (GaE, GPS, di circolo o di istituto).

Allattamento a rischio

Riguardo all’allattamento a rischio, la normativa di riferimento è sempre il D.lgs n. 151 (art. 17 e ss.), che stabilisce regole precise per la sicurezza e i rischi sui luoghi di lavoro per le donne durante la gravidanza e l’allattamento. Il Dirigente scolastico è obbligato a redigere una “Valutazione del rischio per donne gravide e puerpere” e individuare le azioni da intraprendere in caso di potenziali situazioni a rischio nell’Istituto e le conseguenziali azioni da intraprendere nel caso in cui fossero presenti nell’Istituto da lui diretto, potenziali situazioni a rischio che ne potrebbero influenzare negativamente l’allattamento.

Le categorie più interessate sono le maestre, le professoresse (personale docente) e le collaboratrici scolastiche (personale A.T.A.), soggette a rischi biologici, fisici e chimici derivanti dalla presenza in ambienti confinati con studentesse e studenti, potenziali vettori di agenti biologici. In particolare, le insegnanti specializzate che prestano servizio sul sostegno didattico potrebbero essere ulteriormente esposte a pericoli legati agli sforzi fisici nel sostenere alunni disabili a loro affidati.

Nel caso in cui vi fosse la presenza di classi nutrite, ad esempio le cd. “classi Pollaio”, con un elevato numero di discenti presenti nelle aule, queste categorie, già di per sé soggette ai rischi come meglio sopra specificati, si aggiungerebbe il rischio da “stress da lavoro correlato”.

Per accedere al beneficio dell’astensione dal lavoro per allattamento a rischio, la lavoratrice deve presentare una formale istanza entro 30 giorni dalla data del parto, allegando il certificato di nascita del figlio/a. Il Dirigente scolastico valuta la presenza di potenziali rischi per il nascituro e adotta le opportune misure necessarie. Se non fosse possibile assegnare la lavoratrice ad altra mansione, spetta l’astensione dal lavoro (interdizione) fino al 7^ mese di vita del figlio/a, previa richiesta all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, che ne dispone l’interdizione temporanea dal lavoro comunicandolo e/o notificandolo all’Istituzione scolastica

L’astensione prevede una retribuzione piena, nella misura pari al 100% dell’importo abitualmente percepito dalla lavoratrice madre, oltre al trattamento previdenziale, ed è erogata dal datore di lavoro, rimborsato dall’INPS. Questo periodo è considerato servizio utile ai fini della progressione di carriera e dell’anzianità di servizio, maturando punteggio nelle graduatorie (GaE, GPS o ancora di circolo o di istituto).

Bibliografia

  • COSTITUZIONE ITALIANA, art. 37 co. 1
  • CORTE COSTITUZIONALE sentenza n. 405/2001 del 14 dicembre 2001
  • LEGGE 30 dicembre 1971, n. 1204 “Tutela delle lavoratrici madri
  • LEGGE 9 dicembre 1977, n. 903 “Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro
  • LEGGE 8 marzo 2000, n. 53 “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità
  • DECRETO LEGISLATIVO 26 marzo 2001, n. 151 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53
  • DECRETO LEGISLATIVO 23 aprile 2003, n. 115 “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151
  • DECRETO LEGISLATIVO 15 giugno 2015, n. 80 “Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, in attuazione dell’articolo 1, commi 8 e 9, della legge 10 dicembre 2014, n. 183.”
  • DECRETO del PRESIDENTE della REPUBBLICA 25 novembre 1976, n. 1026 “Regolamento di esecuzione della legge 30 dicembre 1971, n. 1204, sulla tutela delle lavoratrici madri
  • PARERE del CONSIGLIO DI STATO, Sez. II, n. 460/2003 reso in data 11 febbraio 2004
  • C.C.N.L. “Comparto Scuola” 2006-2009 sottoscritto il 29 novembre 2007, artt. 12 co. 2 e 19
  • CIRCOLARE INPS n. 8 del 17 gennaio 2003 “Prestazioni economiche di maternità di cui al D. Lgs. n. 151 del 26/03/2001 (T. U. sulla maternità). Chiarimenti.”  
  • CIRCOLARE INPS n. 50 del 17 marzo 2005 “Provvedimenti di interdizione dal lavoro concessi dai Servizi ispettivi delle Direzioni provinciali del lavoro.”
  • NOTA Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali prot. n. 15 del 14 novembre 2005

Progressioni di carriera ATA

Decreto Direttoriale 17 luglio 2024, AOODPIT 1897

Procedura valutativa, per complessivi 1.435 posti, per la progressione all’area dei funzionari e dell’elevata qualificazione


Partono dalle ore 12:00 di venerdì 19 luglio, i termini per partecipare alla procedura valutativa di progressione all’Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione, finalizzata alla copertura di 1.435 posti.

“Con la procedura che si apre oggi, gli assistenti amministrativi che hanno svolto le funzioni di DSGA, contribuendo con particolare impegno al funzionamento delle istituzioni scolastiche, avranno una concreta prospettiva di retribuzione e di carriera. Un altro passo in avanti lungo il percorso di riconoscimento e valorizzazione delle competenze del personale scolastico, decisivo per migliorare la qualità dell’intero sistema scuola”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

NOTA DI SINTESI

La procedura, indetta su base regionale, è finalizzata alla copertura di 1.435 posti, destinati alle immissioni in ruolo nell’arco degli anni scolastici 2024/2025, 2025/2026, 2026/2027.

Potranno partecipare gli assistenti amministrativi con laurea magistrale e con almeno 5 anni di esperienza nell’area degli assistenti e/o nell’equivalente area del precedente sistema di classificazione e gli assistenti amministrativi con diploma di Scuola secondaria di II grado e con almeno 10 anni di esperienza nell’area degli assistenti e/o nell’equivalente area del precedente sistema di classificazione. In entrambi i casi, la partecipazione è riservata a chi abbia svolto a tempo pieno le funzioni di DSGA (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi) per almeno tre anni scolastici interi, compreso il 2023/2024, laddove sia stato conferito incarico annuale. Ogni candidato può presentare domanda per una sola regione.

Le istanze possono essere presentate esclusivamente online dalle ore 12.00 del 19 luglio 2024 alle ore 23.59 del 29 luglio 2024, attraverso il Portale unico del reclutamento, www.inpa.gov.it. Per accedere alla compilazione dell’istanza occorre essere in possesso delle credenziali del Sistema Pubblico di identità digitale (SPID) o di quelle della Carta di Identità Elettronica (CIE). Inoltre, occorre essere abilitati al servizio “Istanze on line”. Il servizio è eventualmente raggiungibile anche attraverso l’applicazione “Piattaforma Concorsi e Procedure selettive” del sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Le commissioni di valutazione disporranno di 100 punti e la distribuzione del punteggio sarà effettuata sulla base dell’esperienza nell’area di provenienza (per un massimo 25 punti), dei titoli di studio (per un massimo di 25 punti) e delle competenze professionali acquisite (per un massimo di 50 punti). Conclusa la valutazione, gli aspiranti saranno inseriti in graduatorie regionali.

I posti disponibili nel triennio per Regione:

Abruzzo 36

Basilicata 11

Calabria 34

Campania 47

Emilia-Romagna 120

Friuli Venezia Giulia 31

Lazio 137

Liguria 36

Lombardia 382

Marche 40

Molise 4

Piemonte 128

Puglia 66

Sardegna 41

Sicilia 64

Toscana 90

Umbria 19

Veneto 149

TOTALE 1.435

B. Bove Angeretti, Il Sonno dei Bambini

“Il Sonno dei Bambini”, il libro della psicologa Barbara Bove Angeretti da mettere in valigia: perché i genitori non vanno (realmente) mai in vacanza

Non esistono metodi miracolosi o scorciatoie per gestire il sonno dei bambini. Ecco alcuni suggerimenti, frutto della ricerca della psicologa, perfetti da portare sotto l’ombrellone, basati sui concetti di abitudine ed empatia

“Il sonno dei bambini è un momento significativo in cui la genitorialità ha un ruolo fondamentale. A maggior ragione in vacanza, quando saltano le abitudini e vengono meno i riti rassicuranti della quotidianità. E allora la soluzione è una e una soltanto: “aumentare il tempo che si trascorre insieme, i genitori non vanno “realmente” mai in vacanza”.

Ad affermarlo è Barbara Bove Angeretti, ricercatrice, laureata in Psicologia dello Sviluppo, Consulente per il sonno infantile e per l’educazione empatica. Autrice del libro “Il Sonno dei Bambini” che spiega come i genitori possano rispondere in modo positivo ai bisogni dei bambini anche di notte, momento critico che ogni genitore ha dovuto affrontare perché i bambini si svegliano di notte e spesso chiedono il contatto con i genitori.

Con le vacanze alle porte molte famiglie si preparano a gestire i cambiamenti nelle abitudini e nel sonno dei propri bambini. Bove Angeretti spiega come sia molto diffusa la tendenza a credere che esistano metodi efficaci e senza controindicazioni, dispositivi o oggetti specifici per gestire facilmente il sonno dei nostri figli ma nulla come delle corrette abitudini, unite alla rassicurazione e alla vicinanza dei genitori, può essere più efficace per gestire  il sonno dei piccoli e anche quello degli adulti perché, diciamolo, se addormentamento e risveglio del piccolo vengono gestiti con serenità, anche la qualità del sonno dei genitori migliora indicibilmente!

Durante l’estate poi, in particolare quando iniziano le ferie, semplici consuetudini (che consentono di scandire a gestire meglio i piccoli come mangiare e dormire sempre alla stessa ora) risultano utili a regolarizzare e rendere più semplice l’organizzazione della vita della famiglia.

Durante le vacanze, aggiunge la psicologa, è più che mai importante passare la maggior parte del tempo con i piccoli, anche senza fare niente di speciale, solo dedicandosi alla relazione familiare.

I consigli di Barbara Bove Angeretti da portare in spiaggia:

  • Da 0 a 6 mesi. E’ importante identificare e soddisfare il bisogno del bambino, bisogno di contatto e di dormire (finestre di veglia) e mangiare (allattamento al seno o artificiale) quando lo richiede.
  • Dopo i 6 mesi. E’ possibile iniziare a introdurre buone abitudini che consentano agli adulti di organizzare la giornata conoscendo gli orari in cui il bimbo dorma, mangia, ecc…
  • Il tempo di qualità non esiste: Il concetto di “tempo di qualità” è definito dagli adulti senza considerare la prospettiva dei bambini. Questo può creare un’illusione soprattutto nei primi anni di vita di un bambino, da 0 a 3 anni, quando è di cruciale importanza la presenza costante di un adulto per sviluppare un legame di attaccamento sicuro come lo definisce lo psicologo John Bowlby.
  • Meno metodi, più abitudini sane: Sia per l’educazione, sia per il sonno i metodi hanno poco valore. Molti genitori vorrebbero avere un bel manuale sul comodino ma le relazioni non si basano su procedure e vanno costruite da persone sulla base dei propri valori. Parlare di metodi educativi può essere fuorviante, come per esempio quando si tratta di sleep training, una serie di pratiche che mirano a rendere il bambino autonomo dal supporto del genitore per l’addormentamento e per i risvegli. Viceversa le abitudini sono fondamentali: fare le stesse cose ogni giorno alla stessa ora crea una stabilità necessaria per i bambini.
  • L’eccezione solo in vacanza:. Per garantire il benessere dei bambini, è utile cercare di mantenere comunque una certa continuità in abitudini e comportamenti. Quando si devia da questo sentiero, è importante sottolineare il fatto che si tratta di un’eccezione: allontanarsi troppo dai bisogni dei bambini rischia di compromettere la qualità delle giornate, con conseguenze come disturbi del sonno o comportamenti problematici, rendendo la situazione difficile da gestire anche a vacanze finite.
  • L’empatia, la competenza essenziale dell’educazione: In linea generale l’empatia dovrebbe essere la chiave di ogni processo educativo ed è proprio durante l’infanzia che si apprende e si tramanda: essere trattati con empatia crea futuri genitori empatici. La presenza di questa capacità nei primi anni di vita permette al bambino di crescere in maniera equilibrata e imparare a gestire, in età adulta, le proprie emozioni. Al contrario l’assenza di empatia durante lo sviluppo apre la strada a comportamenti problematici.

Il bagaglio ideale per andare in vacanza con i figli è la conoscenza

Marsupi, fasce, doudou sono sicuramente importanti se il bambino li gradisce ma se, come sottolineato dalla psicologa Bove Angeretti, “l’essenziale è invisibile agli occhi”, il bagaglio principale da portare in vacanza è la conoscenza. Nei suoi libri, la dottoressa offre una guida completa comprendente vari aspetti cruciali per lo sviluppo, come il legame di attaccamento, l’empatia come strumento educativo e bisogni primari ed universali di ogni bambino.

  • Rivolto a genitori di bambini tra 0 e 3 anni, educatori e caregiver, il libro “Il Sonno dei Bambini” combina esperienza professionale e ricerche scientifiche per fornire consigli pratici su risvegli, addormentamenti difficili e gestione dell’allattamento notturno. Lo scopo è quello di essere una guida per affrontare le sfide del sonno infantile e favorire una crescita sana.
  • Nell’altra opera “Il Circolo Virtuoso dell’Attaccamento” si sottolinea l’unicità di ogni bambino, rifiutando così qualsiasi metodo universalistico per crescere i propri figli, vista l’impossibilità di replicare esattamente le esperienze altrui. Si invita a riflettere sulla centralità della famiglia, rivalutare le aspettative sociali e sviluppare competenze personali. Si critica l’anticipazione dell’autonomia nei bambini, sostenendo che la dipendenza dal caregiver durante l’infanzia è naturale e benefica. Si analizzano i bisogni primari e il legame di attaccamento, trattando temi come empatia, allattamento, sonno e comunicazione, con lo scopo di dimostrare che rispondere ai bisogni affettivi non vizia i bambini, ma è fondamentale per il loro sviluppo.

Avviso 25 luglio 2024, AOODGPER 115399

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per il personale scolastico

Apertura delle funzioni per la presentazione delle istanze di partecipazione alle procedure di attribuzione dei contratti a tempo determinato ai sensi dell’articolo 14, comma 1, lettera c-bis, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, convertito con modificazioni dalla legge 29
aprile 2024, n. 56, e dell’articolo 12 dell’O.M. 16 maggio 2024, n. 88.

Nota 25 luglio 2024, AOODPPR 5546

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale

A tutte le Istituzioni scolastiche
p.c.: alle Organizzazioni sindacali rappresentative del comparto scuola e della dirigenza scolastica

Oggetto: Trasmissione alle istituzioni scolastiche del parere dell’Avvocatura Generale dello Stato sulla spettanza in capo all’INPS degli interessi di rivalsa a seguito della violazione da parte dell’Amministrazione scolastica dell’obbligo di cui agli artt. 24, comma 4, e 26, commi 1-3, del d.P.R. n. 1032/73.

Coppa Primavela 2024

Si è conclusa la procedura di selezione degli elaborati grafici prodotti dalle Scuole aderenti al Concorso nazionale per la realizzazione del Poster “Coppa Primavela 2024” promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito in collaborazione con la Federazione Italiana Vela e con il coinvolgimento di Difesa Servizi S.p.A.

L’edizione del 2024 ha visto la partecipazione di 63 scuole con 540 elaborati grafici realizzati da alunni delle classi III-IV-V della scuola primaria e agli studenti delle scuole secondarie di I grado.

Gli elaborati sono stati sviluppati sui tre temi riportati di seguito:

  1. Sostenibilità ambientale e lo sport della vela: “Vela e ambiente: proteggiamo gli oceani, i laghi e le risorse marine e lacustri per un futuro sostenibile”;
  2. Lo sport della vela alle Olimpiadi: “La vela ai Giochi Olimpici Parigi 2024”;
  3. Il Giro dell’Italia a Vela: “Quali sensazioni ed emozioni ti aspetti di vivere”.

Per il tema relativo alla sostenibilità ambientale, la vincitrice è la studentessa Maria Alice Scacchi della classe 2D della Scuola Secondaria di I grado Marchetti di Senigallia (AN).

Vincitore per il tema sullo sport della vela alle Olimpiadi è lo studente Sri Siddhanth Sooriya Kumar della classe 5A della Scuola Primaria Falcone dell’IC 2 Rita Levi Montalcini di Montichiari (BS).

Gli alunni vincitori potranno accedere alla premialità, offerta dalla Federazione Italiana Vela, e quindi assistere alla competizione velica “Coppa Primavela” che da oltre trent’anni, rappresenta un momento di festa riservata ai giovanissimi, un evento che esprime la passione per questo sport, per quello che esso rappresenta e per la sua capacità di indurre attenzione e cura dell’ambiente marino.

Un riconoscimento diverso è assegnato invece per la vincitrice per il tema relativo al Giro dell’Italia a Vela, la studentessa Giulia Mammano della classe I G della Scuola Secondaria di I grado statale Quirino Maiorana di Catania. Premiata in occasione della chiusura del Nastro Rosa Tour a Venezia, lo scorso 20 luglio, la studentessa ha avuto l’opportunità di veleggiare davanti piazza San Marco in una parata conclusiva e avrà l’opportunità di salire a bordo della Nave Amerigo Vespucci al rientro dal Tour Mondiale nel 2025 in una delle tappe italiane.

Insieme a lei, salirà a bordo la studentessa Masry Rihanna Mohamed Salah della classe 2 A della Scuola Secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo Capraro di Procida (NA), a cui la Commissione ha deciso di assegnare una menzione speciale per le emozioni trasmesse dall’elaborato.

S. Benni, Il bar sotto il mare

Stefano Benni, una condizione dell’anima

di Antonio Stanca

    Aveva quarant’anni Stefano Benni quando pubblicò la prima volta Il bar sotto il mare. Era il 1987 e quella comparsa adesso, ancora presso Feltrinelli, è la sessantesima edizione dell’opera. In verità l’idea di un bar, dove dei quasi sconosciuti s’incontrano e si raccontano storie tra le più strane, era stata attuata dallo scrittore già prima, nel 1976, quando aveva pubblicato Bar Sport. Allora, però, si era trattato di un’opera soprattutto umoristica mentre in quest’altra va notata un’intenzione, un’aspirazione che non si limita a pochi risultati ma ambisce a verità più ampie, a significati più estesi. E l’altra differenza sta nell’ambientazione giacché stavolta il bar con le persone che narrano si trova sotto il mare ed in esso lo scrittore ha immaginato di far entrare da un ingresso particolare il personaggio che sarà la voce narrante del romanzo, che dirà tutto quanto avrà visto e sentito. 

     Benni è nato a Bologna nel 1947. Ha vissuto fino a giovane in ambienti di campagna lontani dai grossi centri urbani. Si è formato all’insegna dei valori, dei principi che in quegli ambienti vigevano e valevano. Erano regole di carattere morale, spirituale, non ammettevano alterazioni, erano il segno di una vita, di un’umanità sicura dei suoi propositi, convinta delle sue azioni. Si viveva di pensiero, di sentimento, d’idea, non c’era posto per trasgressioni. Benni rimpiangerà quegli ambienti quando, diventato maturo, trasferitosi in importanti città e conosciuto ormai come scrittore, poeta, giornalista, si accorgerà che c’era una vita diversa da quella dei suoi primi posti, una vita che aveva perso tanti dei suoi aspetti morali, spirituali perché annullati da altri di carattere materiale. Era la vita moderna, quella dei tempi nuovi che avanzavano senza sosta con le loro conquiste, le loro trasformazioni. Non si sarebbe, tuttavia, arreso ai nuovi sistemi, non avrebbe rinunciato a quanto aveva creduto durante gli anni della sua formazione, agli ideali che lo avevano sostenuto, ispirato. Protesterà contro quanto della nuova storia, della nuova vita tendeva a combatterli, eliminarli. Sarà nelle sue opere, di qualunque genere fossero state, che questa protesta troverà la sua maggiore espressione. Scriverà molti romanzi Benni, alcuni diventeranno famosi e saranno molto tradotti, sarà autore di molte poesie, farà molto giornalismo, produrrà opere teatrali, libri per ragazzi, fumetti e ovunque sarà possibile rintracciare un senso di amarezza, di delusione, quasi di sconforto per un tempo che era finito per sempre, che non poteva essere recuperato. Erano stati due i tempi della sua vita ma uno, il primo, sarebbe valso di più, alla sua fine non si sarebbe mai rassegnato.

     Anche Il bar sotto il mare sarà percorso da quest’aria di perdita, anche i racconti degli avventori che in quel bar si susseguiranno la lasceranno intravedere. Saranno tanti perché tanti saranno i narratori, diversi saranno come questi, di diversi luoghi, di diversi tempi, di diverse persone, di diversi eventi diranno. Ma pur tra una varietà così articolata sarà sempre possibile rintracciare quella pena che ogni cambiamento, ogni passaggio comporta, quel rimpianto per quanto si è lasciato, si è perduto senza che possa essere sostituito. È il problema, il motivo che ha caratterizzato questo autore fin dalle prime opere, è la sua difficoltà a trovare elementi, aspetti della modernità nei quali possa egli riconoscersi, con i quali possa identificare quanto ancora crede che sia unico, assoluto. Impossibile è diventato dal momento che tutto ormai è esposto a cambiamenti, modifiche, niente può rimanere inalterato. Una constatazione quasi tragica è stata questa per il Benni, è stato come accettare che di tutto si deve dubitare, che di nulla si può essere sicuri.

   È il mondo moderno, il mondo nuovo dove quelli che prima erano errori sono diventati la norma al punto da non ammettere altra maniera. Questo il significato che Benni ha perseguito tramite i racconti strani degli strani personaggi del romanzo. Stavolta, però, è diventato più difficile scoprirlo dal momento che non è una la vicenda impegnata a mostrarlo ma tante sono le situazioni, le persone, le circostanze alle quali quei racconti si riferiscono. Più difficile da cogliere ma più esteso, più ampio è risultato quel significato, quel senso di sfiducia proprio del Benni autore. Dell’uomo è diventato, non dell’uomo di un particolare momento ma dell’uomo di ogni momento, di ogni tempo, di ogni luogo, dell’uomo proprio dei racconti che è sempre cambiato, sempre ha rinunciato a quanto aveva acquisito, sempre ha saputo di non poterlo più avere. È una condizione dell’anima, è quella che Benni ancora vive, ancora soffre e che ha voluto mostrare come propria dell’umanità.

Mobilità 2024/2025

Calendario Mobilità

a cura di Dario Cillo


Mobilità

Mobilita@edscuola.com


Mobilità del personale docente, educativo e ATA per l’anno scolastico 2024/2025 (MIM)


Utilizzazioni e Assegnazioni provvisorie

La Nota 4 luglio 2024, AOODGPER 101933, prevede il seguente calendario per le domande di utilizzazione ed assegnazione provvisoria per l’anno scolastico 2024/2025:

Tipo di personaleTermine presentazione domande
Personale Docente11 – 24 luglio 2024 
Personale Educativo11 – 24 luglio 2024 
Personale IRC11 – 24 luglio 2024 
Personale ATA8 – 19 luglio 2024

Trasferimenti

Il 22 febbraio presentata l’informativa sull’annuale Ordinanza Ministeriale relativa alle operazioni di mobilità per l’a.s. 2024/25.

Di seguito il calendario per la presentazione delle domande: 

Termine presentazione domandeTermine acquisizione domandeDiffusione risultati
Personale Docente (1 – 2)26 febbraio – 16 marzo23 aprile17 maggio
Personale Educativo (3)28 febbraio – 19 marzo24 aprile22 maggio
Personale ATA (4)8 – 25 marzo6 maggio27 maggio
Personale IRC (5)21 marzo – 17 aprile30 maggio
NB: Sono indicate in rosso le date che hanno subito variazioni

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha sottoscritto il 21 febbraio il Contratto collettivo nazionale integrativo sulla mobilità del personale della scuola per l’anno scolastico 2024/2025, in un clima di proficua collaborazione con le organizzazioni sindacali di categoria.
L’accordo ha permesso di integrare il CCNI vigente per applicare già ai trasferimenti del prossimo anno scolastico le novità introdotte dal Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL), sottoscritto in via definitiva il 18 gennaio scorso. In questo modo sarà data attenzione alle esigenze familiari del personale della scuola e, in particolare, alle situazioni soggettive di chi ha figli minori di 12 anni o ai cosiddetti caregiver, cioè coloro che prestano assistenza e cura a familiari disabili.
È stato raggiunto un importante risultato – ha dichiarato il Ministro Giuseppe Valditara – ampliando le tutele per il personale con esigenze familiari e di assistenza e ponendo le basi per una più ampia revisione del prossimo contratto integrativo, con l’obiettivo di valorizzare le tante professionalità impegnate nel campo dell’innovazione didattica”.

(1 – Scuola Infanzia e Primaria) Il dirigente scolastico competente provvede, entro i 15 giorni successivi al termine fissato dall’O.M. per la presentazione delle domande di mobilità, alla formazione e pubblicazione all’albo dell’istituzione scolastica delle relative graduatorie comprendenti gli insegnanti titolari su scuola nel rispetto della disciplina prevista per la protezione dei dati personali. (art. 19, c. 4, CCNI)

(2- Scuola Secondaria) I dirigenti scolastici, entro i 15 giorni successivi alla scadenza delle domande di trasferimento, formulano e affiggono all’Albo, nel rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali, le graduatorie per l’individuazione dei soprannumerari in base alla sopracitata tabella con le precisazioni concernenti i trasferimenti d’ufficio, tenendo presente che debbono essere valutati soltanto i titoli in possesso degli interessati entro il termine previsto per la presentazione della domanda di trasferimento. (art. 21, c. 3, CCNI)

(3) Il dirigente scolastico competente, provvede – entro 10 giorni dalla data di pubblicazione della tabella organica – alla formazione e pubblicazione, nel rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali, all’albo della direzione delle graduatorie relative al personale educativo interessato al fenomeno delle soppressioni. (art. 31, c. 4, CCNI)

(4) I dirigenti scolastici, entro i 15 giorni successivi alla scadenza delle domande di trasferimento, formulano, nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali, e affiggono all’albo le graduatorie per l’individuazione dei perdenti posto. (art. 45, c. 5, CCNI)

(5) Gli insegnanti di religione cattolica che si vengano a trovare in posizione di soprannumero rispetto alle dotazioni organiche di ogni singola diocesi sono individuati sulla base della graduatoria articolata per ambiti territoriali diocesani, predisposta dall’Ufficio scolastico regionale competente, di cui alla successiva specifica ordinanza ministeriale. (art. 27, c. 7, CCNI)

Filiera formativa tecnologico-professionale

Il 24 luglio il Comitato dei Nove della Camera esamina gli emendamenti al DdL C. 1691​ Governo, già approvato dal Senato, recante Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale .

Il 3 luglio all’esame dell’Assemblea della Camera dei deputati l’AC 1691, già approvato dal Senato, recante Istituzione della filiera formativa tecnologico professionale. 

Il 26, 27 marzo, 3, 4, 10, 11, 23, 24 aprile, 8, 9, 15, 23 maggio, 13 giugno 2024 la 7a Commissione della Camera esamina in sede referente il DdL A.C. 1691 del Governo, giò approvato dal Senato, Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale.

Il termine per la presentazione, in modalità digitale, di proposte emendative riferite al disegno di legge C. 1691​ Governo, approvato dal Senato, recante istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale, è fissato alle ore 15del 22 marzo 2024.

Il 13 febbraio ed il 4 marzo 2024 la 7a Commissione della Camera esamina in sede referente il DdL A.C. 1691​ del Governo, giò approvato dal Senato, Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale.

L’Aula del Senato, il 31 gennaio 2024, con 101 voti favorevoli, 41 contrari e cinque astensioni ha licenziato per la Camera il ddl d’iniziativa governativa, collegato alla manovra, sull’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale (A.S. 924).

Il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge governativo che riforma l’istruzione tecnico-professionale con l’introduzione del nuovo modello 4+2. “Il via libera di oggi segna una tappa fondamentale di una riforma che serve ai nostri giovani e al Paese. Ringrazio il Presidente della Commissione Istruzione, Roberto Marti, la relatrice, Ella Bucalo, il Sottosegretario Paola Frassinetti e tutta la maggioranza parlamentare per aver sostenuto il disegno di legge, apportando integrazioni certamente migliorative. Ringrazio anche le Regioni per l’importante contributo dato”, dichiara il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

“Si tratta di una riforma molto attesa dalle scuole e dal mondo produttivo e in cui questo governo crede fortemente”, prosegue il Ministro. “Avremo una filiera della formazione tecnica e professionale di serie A, che potrà contare sul potenziamento delle discipline di base e sull’incremento di quelle laboratoriali e professionalizzanti; sul maggior raccordo fra scuola e impresa, ma anche sulla maggiore internazionalizzazione e ricerca. Non si tratta dunque di ridurre di un anno i programmi alle superiori ma di avere programmi rivisti e potenziati su 4 anni, mantenendo inalterato il numero dei docenti e dunque avendo più insegnanti per classe. Il nostro obiettivo è che i giovani abbiano la preparazione adeguata per trovare più rapidamente un impiego qualificato e che le imprese abbiano le professionalità necessarie per essere competitive”.


La 7a Commissione del Senato il 21 dicembre ha approvato il disegno di legge governativo che riforma l’istruzione tecnico-professionale con l’introduzione del nuovo modello 4+2. La Commissione ha conferito mandato alla relatrice a riferire favorelmente all’Assemblea sul disegno di legge come modificato dalla Commissione.


Ringrazio il Presidente della Commissione Istruzione, Roberto Marti, la relatrice, Ella Bucalo, la Sottosegretaria Paola Frassinetti, tutta la maggioranza parlamentare e le Regioni per l’importante lavoro che è stato fatto in questa tappa fondamentale dell’iter di approvazione del ddl. Un ringraziamento anche a quelle forze di opposizione che hanno collaborato in modo costruttivo alla riforma”, dichiara il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “Si tratta di una riforma ambiziosa”, prosegue Valditara, “molto attesa dalle scuole e dal mondo produttivo e in cui questo governo crede fortemente. Avremo una filiera della formazione tecnica e professionale di serie A, grazie al potenziamento delle discipline di base e all’incremento di quelle laboratoriali e professionalizzanti; sarà più forte il raccordo fra scuola e impresa, si punterà molto anche sull’internazionalizzazione e sulla ricerca. Il nostro obiettivo è che i giovani abbiano la preparazione adeguata per trovare più rapidamente un impiego qualificato e che le imprese abbiano le professionalità necessarie per essere competitive. Valorizziamo lo straordinario capitale umano rappresentato dai nostri giovani, diamo al sistema Paese la possibilità di correre”.

Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale

Revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento
delle studentesse e degli studenti


Il DdL è stato presentato al Senato il 27 ottobre 2023, dal 30 novembre 2023 è in corso l’esame in 7a Commissione Senato.


Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione di lunedì 18 settembre 2023, ha approvato, con procedura d’urgenza, un disegno di legge volto all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale e di revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti.

Il testo, tra l’altro:

  • istituisce, a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la filiera formativa tecnologico-professionale costituita dai percorsi sperimentali del secondo ciclo di istruzione, dai percorsi formativi degli ITS Academy, dai percorsi di istruzione e formazione professionale e da quelli di istruzione e formazione tecnica superiore; anche le regioni potranno aderire alla filiera formativa tecnologica;
  • prevede la creazione di un’unica offerta di istruzione e formazione, anche mediante la possibilità di costituire le reti (campus), a cui potranno aderire, oltre alle istituzioni formative sopra citate, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, le Università, gli istituti AFAM, e anche altri soggetti pubblici o privati: all’interno delle reti sono assicurati passaggi orizzontali e verticali tra i percorsi;
  • prevede, quale principale novità, che la filiera formativa consenta il completamento del percorso di studi tecnico-professionali in quattro anni. Gli studenti in possesso di un diploma professionale conseguito a seguito di un percorso di durata almeno quadriennale potranno iscriversi direttamente ai percorsi ITS Academy, a seguito di validazione INVALSI;
  • prevede, per gli studenti in possesso del diploma professionale conseguito a conclusione di un percorso di durata quadriennale, la possibilità di sostenere l’esame di Stato senza esame preliminare.

Inoltre, in merito alla disciplina relativa alla valutazione del comportamento degli studenti, si prevede che nella scuola secondaria di primo grado la valutazione sia espressa in decimi e, nel caso di valutazione del comportamento inferiore a sei decimi, che il consiglio di classe deliberi la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi. Per la scuola secondaria di secondo grado, in caso di giudizio pari a sei decimi, il Consiglio di classe assegnerà allo studente un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio dell’esame di Stato. Analogamente a quanto avviene per il primo ciclo, nel caso di valutazione del comportamento inferiore a sei decimi, il Consiglio di classe dovrà deliberare la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi. Infine, il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti dello scrutinio finale sarà attribuito soltanto se il voto di comportamento sia pari o superiore a nove decimi.


Inoltre, su proposta del Ministro dell’istruzione e del merito, è stato approvato, in esame preliminare, un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo alla riorganizzazione dei due ministeri, che risponde alla necessità di razionalizzarne l’assetto organizzativo e di garantire un efficace svolgimento delle funzioni di direzione attribuite all’autorità politica.


Il Consiglio dei Ministri di oggi ha approvato il disegno di legge per l’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale e per la revisione della valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti.

“Oggi l’istruzione tecnica e professionale diventa finalmente un canale di serie A, in grado di garantire agli studenti una formazione che valorizzi i talenti e le potenzialità di ognuno e sia spendibile nel mondo del lavoro, garantendo competitività al nostro sistema produttivo”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “L’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa: secondo i dati Unioncamere Excelsior, dalla meccatronica all’informatica serviranno da qui al 2027 almeno 508mila addetti, ma Confindustria calcola che il 48% di questi sarà di difficile reperimento. A settembre 2023 questo dato ha già raggiunto quota 48% (+ 5 punti rispetto al 43% di un anno fa, nel 2019 era il 33%). ll disegno di legge approvato oggi ha l’obiettivo di trasformare questi numeri allarmanti in una grande opportunità per i nostri giovani”.

“Inoltre, la riforma del voto in condotta responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti. Prosegue con atti concreti il nostro percorso di ricostruzione di una scuola che dia valide opportunità ai nostri giovani, valorizzi i territori e offra competenze di qualità alle imprese. Nel contempo, una scuola che sia anche capace di affermare la cultura del rispetto”, ha concluso il Ministro.

Da uno sguardo – film di studentesse e studenti sulla violenza contro le donne

In occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il 4 settembre 2024, presso l’Hotel Excelsior, si terrà la cerimonia di premiazione del concorso scolastico nazionale promosso dal MIM “Da uno sguardo – film di studentesse e studenti sulla violenza contro le donne”.

“Con iniziative come questa vogliamo promuovere a partire dalle scuole non solo la consapevolezza del fenomeno della violenza contro le donne, ma anche il valore del rispetto, pilastro di una società realmente democratica”. Così dichiara il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. 

Il concorso, che ha coinvolto studentesse e studenti delle Scuole secondarie di I e II grado, rientra nell’ambito delle iniziative previste dal Protocollo d’Intesa, dal titolo “Prevenzione e contrasto della violenza maschile nei confronti delle donne e della violenza domestica – iniziative rivolte al mondo della scuola”, sottoscritto a novembre dello scorso anno dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio e dal Ministero della Cultura. 

Il bando di concorso ha promosso la riflessione e l’approfondimento sul valore del rispetto reciproco con l’obiettivo di prevenire e contrastare atteggiamenti discriminatori e violenti. Utilizzando il linguaggio audiovisivo come strumento educativo, gli studenti hanno potuto affrontare e comprendere meglio le dinamiche alla base dei comportamenti violenti, imparando a riconoscerne precocemente i segnali. I partecipanti hanno realizzato cortometraggi e videoclip.

La cerimonia prevede:

  • la premiazione dei primi due migliori prodotti audiovisivi presentati dalle scuole secondarie di I grado
  • la premiazione dei primi tre migliori prodotti audiovisivi presentati dalle scuole secondarie di II grado.


L’evento sarà trasmesso anche in streaming.

Caro diario ti scrivo…

Caro diario ti scrivo…

 di Rita Manzara

Negli ultimi anni l’assegnazione dei compiti domestici attraverso il registro elettronico è diventata una pratica comune nelle scuole rendendo – almeno in apparenza – più semplice ed efficiente la gestione di questa attività. 

Tale novità ha comportato un periodo di adattamento da parte degli insegnanti, in quanto ha richiesto un cambiamento significativo rispetto a consolidate abitudini tradizionali.

La normativa inerente l’introduzione del registro elettronico – di classe e personale – ha previsto, tra l’altro, che la compilazione avvenga contestualmente alle attività in aula, non contemplando ritardi dovuti, ad esempio, a un possibile malfunzionamento del software.

In seguito all’adozione di tale strumento, ai docenti è stato fatto obbligo, pertanto, di riportare “in tempo reale” anche il lavoro da svolgere a casa, con l’obiettivo di far risparmiare tempo e di migliorare la comunicazione con gli studenti e le famiglie.

La consegna dei compiti on line ha comportato un diffuso “sollievo” da parte dei familiari dei discenti, che in precedenza si sono spesso trovati a dover gestire difficoltà legate ad una compilazione non corretta del diario da parte dei propri figli, difficoltà che hanno alimentato il ricorso a gruppi WhatsApp perdubbi sulla trascrizione di avvisi e compiti. 

Quest’ ultimo fenomeno si è verificato soprattutto nel primo ciclo d’istruzione, tuttavia anche tra le famiglie degli allievi di scuola superiore è sempre emersa l’esigenza di ottenere un’informazione corretta e consultabile. 

In considerazione del fatto che le indicazioni andavano necessariamente riportate sul registro elettronico molti insegnanti (già a partire dalla scuola secondaria di primo grado) hanno eliminato il momento della dettatura dei compiti al termine delle lezioni.

Si è automaticamente registrata, quindi una drastica riduzione del ruolo attribuito dagli studenti al tradizionale diario scolastico.

L’accesso al registro elettronico, anche quando effettuato dai ragazzi con la mediazione dei genitori, titolari delle password di accesso, ha portato ad un maggior utilizzo dei dispositivi tecnologici da parte dei discenti (che, tra l’altro, ha fatto lievitare le richieste di acquisto di smartphone, da parte dei figli, in età sempre più precoce).

Tuttavia, è opinione diffusa tra i docenti che il ricorso al supporto informatico costituisca una sorta di delega allo stesso della memoria dei compiti assegnati.

Alcuni insegnanti ritengono tuttora che il diario scolastico aiutassegli studenti a sviluppare abilità organizzative e di gestione del tempo permettendo loro, nel contempo, di esprimere la propria creatività e personalità.

Ora, con la recente nota ministeriale n. 5274 dell’11 luglio 2024 si afferma che, ai fini della verifica delle attività da svolgere a casa,deve essere posto un limite al ricorso sistematico al registro elettronico da parte degli studenti, esortando implicitamente le scuole a riservare quell’attenzione che dovrebbe essere data in caso di mancato possesso di uno strumento di connessione personale.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito intende in tal senso promuovere una maggiore responsabilità e autonomia degli alunni “fin dai primi anni della scuola primaria e proseguendo nella scuola secondaria di primo grado”, mettendoli nelle condizioni di organizzare i compiti domestici in modo più efficace e autonomo e di dosare, nel contempo, il ricorso alla tecnologia. 

La circolare ministeriale introduce, in altre parole, l’obbligo – da parte degli studenti – di trascrizione su diario cartaceo del lavoro da svolgere a casa. 

Il virgolettato sopra riportato sembra inoltre porre un quesito in merito all’estensione temporale dell’indicazione: anche nella scuola secondaria di II grado si può pensare al ripristino del diario per la gestione dei compiti domestici?

E, più in generale, per i nostri ragazzi quale attrattività potrà riavere il diario, soprattutto pensato come “concorrente” del telefono cellulare?

È innanzitutto necessario chiedersi se attualmente i nostri studenti possiedano le competenze necessarie a far sì che il diario cartaceo, che negli ultimi anni era diventato un accessorio sostanzialmente inutilizzato, diventi realmente uno strumento utile ad organizzare gli impegni di studio.

In realtà, per ragazzi abituati ad accedere alle informazioni da qualsiasi dispositivo connesso a Internet può risultare impegnativo tenere traccia di compiti, appuntamenti e scadenze su carta eritrovare le informazioni quando necessario qualora le stesse non siano ben organizzate.

Per far sì che questo passaggio risulti produttivo per i ragazzi, sarà quindi necessario che i docenti offrano una guida alla miglior gestione del diario scolastico cartaceo.

Potranno essere forniti suggerimenti riguardanti l’organizzazione(es. l’uso di colori o evidenziatori per distinguere tra le diverse categorie), la pianificazione anticipata (per prevenire dimenticanze), l’assegnazione di priorità ai compiti (per evidenziare ciò che è più importante), l’individuazione dei tempi di studio, la revisione giornaliera e via dicendo.

Il diario, infine, non andrebbe vissuto esclusivamente come “agenda dei doveri”: esso dovrebbe essere caratterizzato da una certa flessibilità, offrendo spazi anche agli imprevisti e alle riflessioni personali … forse non solo sul percorso scolastico…

Quest’ ultima affermazione mi riporta personalmente a ripensare ai miei anni di scuola e all’importanza che il diario aveva nella quotidianità per me e per tutti i miei compagni d’avventura. Era infatti uno spazio (o meglio ancora, un luogo) non solo di registrazione delle indicazioni per il lavoro domestico, ma di trascrizione di idee, di sentimenti, di emozioni, di pensieri sulla vita e sul futuro. Era anche uno strumento di comunicazione da utilizzare con una riservatezza inversamente proporzionale all’affettività e alla fiducia nell’altro. La scelta del diario all’inizio dell’anno scolastico era un rito simbolico, propiziatorio di un ritmo di vita costellato da sorprese (e non solo in campo scolastico).

Oggi, tutte queste sfaccettature del nostro esistere hanno una connotazione ed una collocazione diversa e sono gestite prevalentemente attraverso il telefono cellulare, che tuttavia non consente di replicare appieno l’esperienza di allora. 

Per fortuna, in qualche diario di scuola primaria vediamo ancora far capolino un piccolo cuore accanto a un nome e al numero/pagina di un esercizio di matematica da svolgere per il giorno dopo.