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Tutti a Scuola

Lunedì 16 settembre il Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari ospiterà la XXIV edizione di “Tutti a Scuola”, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico. 

La diretta della cerimonia viene trasmessa su Rai Uno, a partire dalle 16.30, e condotta da Eleonora Daniele. Come ogni anno, presenti delegazioni di studenti provenienti da tutto il Paese e un’ampia rappresentanza del mondo scolastico. Per il Ministero dell’Istruzione e del Merito, oltre al Ministro Giuseppe Valditara, sarà presente il Sottosegretario on. Paola Frassinetti. Durante la manifestazione si esibiranno alcuni Istituti che si sono distinti in attività creative e di approfondimento culturale nell’ultimo anno scolastico. Sarà presente anche un’orchestra composta da una selezione di elementi provenienti dai Licei musicali del Veneto. All’evento parteciperanno personalità del mondo della musica, dello spettacolo, dello sport, della divulgazione scientifica, della cultura. Tra i temi al centro della manifestazione, l’intelligenza artificiale e l’innovazione digitale nella didattica. Ma saranno approfondite anche tematiche di attualità e le novità in atto nel mondo della scuola.

L’evento si svolgerà alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.


Intervento del Presidente Mattarella alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2024/2025

L’iniziativa sarà rilanciata sui canali social del Ministero dell’Istruzione e del Merito con l’hashtag #TuttiAScuola. 

(Cagliari, 16/09/2024) Rinnovo un saluto molto cordiale ai Ministri, alla Presidente della Regione, al sindaco di Cagliari e, attraverso di loro, a tottu sa genti sarda.
Ringrazio il ministro Valditara per il suo intervento, ringrazio questo eccellente Convitto Nazionale e il suo Rettore per l’ospitalità, ringrazio la RAI per la consueta ed eccellente, puntuale partecipazione e collaborazione.
Ringrazio i conduttori, Eleonora Daniele e Pierpaolo Spollon. Ringrazio gli artisti, numerosi, che sono intervenuti allietando questo incontro. Si sono affiancate le belle performance dei ragazzi. Ringrazio il Maestro De Amicis e l’Orchestra giovanile.
Ringrazio – a nome di tutti – gli sportivi, le atlete e gli atleti che sono intervenuti, le nostre straordinarie campionesse olimpioniche della pallavolo. E ringrazio le quattro medaglie d’oro delle Paralimpiadi, altrettanto straordinarie. Non posso non ringraziare la guida della pallavolo, Julio Velasco, e vorrei ringraziare Marta Maggetti, che non poteva mancare qui, sul mare di Sardegna; come non poteva mancare Alessia Orro, che è sarda anch’ella.
Ringrazio gli influencer, che hanno trasmesso un’idea positiva, un messaggio che sollecita ad acquisire competenze, all’affiancamento, alla fiducia.
La scuola riparte. E con essa ripartono speranze ed emozioni, si riallacciano amicizie, si fanno nuovi incontri. Il ritmo scolastico scandisce da sempre il calendario delle famiglie e rappresenta un momento di grande importanza per l’intera comunità nazionale.
L’avvio dell’anno scolastico si ripete alla fine di ogni estate, ma in realtà è un momento sempre nuovo.
Le ragazze e i ragazzi sono cresciuti, nel fisico e nella mente. Sono cambiati. I loro insegnanti, vecchi e nuovi, hanno arricchito le loro esperienze, si sono posti nuovi e più ambiziosi traguardi. Anche la società è andata avanti, tra problemi annosi e sfide del tutto nuove.
La scuola è movimento. Non si ferma. È una strada su cui camminare insieme, giovani e adulti. È palestra, innanzitutto, di vita. Per le conoscenze indispensabili che trasmette a chi la frequenta. Per i valori preziosi che propone: fiducia, responsabilità, dialogo, accoglienza, rispetto. 
Trasmette cultura e conoscenza, forma professionalità e competenze, come è necessario in un mondo che reclama, sempre più, sapere e preparazione.
La scuola educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, sviluppa il senso di comunità, fa sperimentare la convivenza.
Talvolta, questo nostro tempo dominato dall’assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare che l’impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso.
Siamo immersi in un cambiamento impetuoso a livello globale. Che ci costringe, di continuo e in ogni ambito, a fare i conti con nuove e sorprendenti realtà. La scuola non può restare ferma ma si deve inserire efficacemente nell’innovazione e nel cambiamento, così da contribuirvi, rendendo i ragazzi e le ragazze protagonisti di questo cambiamento.
Il futuro non deve incutere paura. I nuovi orizzonti sono essi stessi frutto dell’ingegno e dell’opera umana. Il nodo della questione – poc’anzi qualcuno ce lo ha rammentato –  non riguarda le nuove scoperte e le nuove intuizioni, ma l’uso – benefico o fraudolento – che se ne intende fare. I processi di conoscenza e di nuove opportunità non si arrestano, ma bisogna governarli e orientarli al bene comune.
I giovani sono più avanti nella conoscenza digitale. Ne hanno fatto strumento di vita quotidiana. Tante volte nonni e genitori chiedono loro aiuto e consiglio e quelli che non lo fanno scoprirebbero un mondo prezioso se iniziassero.
I ragazzi apprendono da noi, dalla nostra esperienza, e noi impariamo da loro. Per essere produttivo deve essere uno scambio alla pari. La tecnologia e il suo uso non devono diventare una barriera di incomunicabilità, un territorio recintato, distinto, divisivo, tra mondo giovanile e società degli adulti.
Non possiamo e non dobbiamo abbandonare i ragazzi a una chiusura solitaria, in un mondo dominato dalla tecnologia in cui talvolta rischiano di essere imprigionati. Lo smartphone, ragazzi, è uno strumento che aiuta, prezioso nella vita quotidiana, ma non è, non rappresenta la vita, che è molto più complessa, più ricca, più emozionante. Non possiamo correre il rischio che lo strumento tecnologico, in continua evoluzione, assorba la quasi totalità dell’attenzione e delle relazioni della vita.
Anche in questo il sistema educativo ha un compito decisivo.
La scuola e l’università, ha scritto Umberto Eco, sono luoghi in cui “le persone si incontrano ancora a faccia a faccia, in cui giovani e studiosi possono capire quanto il progresso del sapere abbia bisogno di identità umane reali e non virtuali”.
La scuola è un percorso di convivenza, di legalità, di libertà. Libertà di pensiero, naturalmente. Ma anche libertà da quegli ostacoli – di natura materiale o psicologica – che impediscono la corretta maturazione delle coscienze.
Abbiamo ascoltato con emozione profonda – poc’anzi – la testimonianza, il dialogo tra la signora Manes e il giovane attore che impersona suo figlio Andrea, vittima innocente di cyberbullismo. Ringrazio ancora la signora Manes per il suo impegno educativo, che ha dato una svolta condivisa al suo immenso dolore. Purtroppo, nonostante i tanti sforzi, bullismo e cyberbullismo sono tuttora diffusi tra i nostri giovani.
Occorre rinnovare un’azione rivolta a reprimere e anzitutto a prevenire, incidendo sulle cause profonde – frustrazione, mancanza di modelli positivi, paura del futuro – che provocano momenti così gravi e inaccettabili.
Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili.
Vi è oggi disagio tra i giovani, tra i giovanissimi. È un disagio che si mescola e si sovrappone alle loro straordinarie qualità e a grandi generosità di cui sono capaci. Non è sempre facile interpretare e a volte la cortina dell’incomunicabilità è talmente spessa che, per genitori e insegnanti, diventa difficile anche soltanto parlarne.
Occorre rompere il muro delle solitudini e quello del silenzio. Andare incontro. Ascoltare. Offrire possibilità. Costruire occasioni di dialogo, di socialità, di crescere insieme. Senza dialogo, senza umanità, senza empatia, non ci sarà progresso. Nessun progresso tecnologico può esaudire il desiderio di una vita piena, ricca di relazioni, di affetti, di emozioni, di serenità.
Il disagio giovanile è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l’impegno e i mezzi a disposizione. Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza neppure nutrire l’idea che tutto possa essere risolto attraverso l’illusione di un’ottica esclusivamente securitaria.
La scuola è decisiva. La scuola è per tutti e di tutti. Va pertanto continuata l’opera per rimuovere gli ostacoli, di natura economica, sociale e culturale, che impediscono ai giovani di frequentarla o di sfruttare pienamente le sue opportunità.
L’abbandono scolastico è una piaga ancora aperta, nonostante l’impegno e la dedizione di tanti insegnanti. In taluni contesti sociali la scuola è l’unica vera speranza di riscatto. Marginalità e violenze creano barriere all’inclusione, ma sarebbe una sconfitta inaccettabile se la presenza dello Stato si arrendesse di fronte alla problematicità di alcuni territori.
L’integrazione scolastica deve continuare a crescere nonostante le difficoltà. Vi sono vari e diversi fronti da curare con impegno e attenzione costanti: nei confronti dei portatori di disabilità, nei confronti dei meno abbienti, nei confronti degli immigrati.
È un impegno che viene richiesto dalla Costituzione. Ma è anche un investimento per la società del futuro. Ogni risorsa spesa in educazione la ritroveremo moltiplicata nel bene della collettività.
La coesione della società passa anche dai territori. Desidero dirlo qui, a Cagliari, nel capoluogo della Sardegna. Ridurre i divari, che dal territorio si proiettano sugli stessi diritti di cittadinanza, è anche questo un compito a cui ci richiama direttamente la Costituzione.
La scuola, cioè l’apertura al mondo e al vivere sociale di bambini, adolescenti, giovani, va dotata delle strutture che favoriscano questo inserimento, includendo, oltre agli strumenti della didattica classica, la possibilità di avvicinarsi alla musica, alle arti, allo sport. Purtroppo molte scuole, e intere aree, risultano carenti di mezzi adeguati.
A questo scopo va utilizzata al meglio l’occasione offerta dal grande Piano di ripresa europeo, conosciuto sotto il nome di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che già ci aiuta a incrementare la sicurezza degli edifici scolastici. È necessario proseguire su questo percorso virtuoso, facendo dell’Europa un investitore centrale nei settori strategici che aprono al futuro. La scuola è certamente uno di questi. E l’Europa è l’orizzonte della nostra scuola.
Nel 1958, Aldo Moro, allora ministro della Pubblica istruzione, introdusse l’insegnamento dell’educazione civica. Decisione lungimirante, e ancora oggi può aiutarci a connettere i programmi didattici con l’impegno più vasto della formazione di buoni cittadini. Educando ed esortando ai valori della nostra Costituzione, alla democrazia, alla libertà, che è piena soltanto se uguale ed effettiva per tutti.
L’apertura dell’anno scolastico è l’occasione per riflettere sul livello di istruzione dell’intero Paese.
La scuola – si suol dire – è per tutta la vita, volendo sottolineare l’importanza del momento formativo di cittadini consapevoli.
Oggi la vita si propone con un percorso più lungo e, non a caso, si parla, da un lato, di educazione permanente nell’arco della vita attiva, dall’altro di accesso a opportunità di natura culturale, una volta a riposo, terminati gli anni di lavoro. Il pensiero, oggi, va anche a queste attività e rivolgo quindi un augurio a quanti sono impegnati nelle numerose iniziative delle Università popolari e nelle Università della terza età. Svolgono una funzione preziosa per la nostra collettività.
Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente.
Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini in crescita. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia.  
La scuola può molto, ma non può tutto. Una partecipazione attiva e positiva delle famiglie è essenziale nel processo educativo. Purtroppo si registrano segnali che il patto educativo tra famiglie e insegnanti sia a volte incrinato. Occorre ricostruirlo ovunque. Con pazienza e fiducia.
I genitori devono essere sempre attenti a non trasferire le loro ansie di successo sui ragazzi. Devono vedere nei docenti non una controparte, ma interlocutori che aiutano nella formazione, evitando di trasmettere ai ragazzi un senso di indifferenza o addirittura di superiorità rispetto alle regole. Senso che ne distruggerebbe il futuro. Qualche insuccesso, i richiami aiutano a crescere. 
Non si dà una mano ai ragazzi se si imposta una dinamica di scontro con la scuola o di sfrenata competizione tra gli stessi studenti.
Con questa giornata viene sottolineato che il mondo della scuola riparte. Nella giornata “Tutti a scuola”, iniziata nel 2000 per volontà del Presidente Ciampi, di cui oggi ricorrono gli otto anni dalla morte.
Il centro, il cuore, la ragione della scuola siete voi. Bambine, bambini, ragazze e ragazzi. Vi auguro un anno di crescita, di amicizia, di grande soddisfazione, di gioia, di incontro con gli altri. La scuola accende la nostra speranza.
Buon anno a tutti!

L’intervento del Ministro dell’Istruzione e del Merito : video.

Nota 6 settembre 2024, AOODGOSV 37296

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la formazione del personale scolastico e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Sovrintendente agli studi della Valle D’Aosta – AOSTA
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovraintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado LORO SEDI
e,p.c. Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE
Al Capo Ufficio Stampa SEDE

Oggetto: Fiera Didacta Italia edizione Puglia 2024. Nuova Fiera del Levante – Bari 16-17-18 ottobre 2024.

Nota 31 luglio 2024, AOODGOSV 34125

Ministero dell’ i struzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione
e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio IV

Alle Direzioni generali degli Uffici Scolastici Regionali
Alla Direzione Istruzione e Formazione italiana della Provincia Autonoma di BOLZANO
Alla Direzione Istruzione, Formazione e Cultura ladina della Provincia Autonoma di BOLZANO
Alla Direzione Istruzione e Formazione tedesca della Provincia Autonoma di BOLZANO
Al Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia Autonoma di TRENTO
Al Dipartimento Sovraintendenza agli Studi della Regione Autonoma della VALLE D’AOSTA
Al Dipartimento Politiche del Lavoro e della Formazione della Regione Autonoma della VALLE D’AOSTA
A tutte le istituzioni scolastiche di istruzione Secondaria di secondo grado
e p.c. Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
Via Roma, 226 – 84121 Salerno info@bmta.it
Assessore Beni culturali ed Identità siciliana
Francesco Paolo Scarpinato
urp.beniculturali@regione.sicilia.it

Oggetto: ArcheoExperience nell’Isola dei Tesori – 26 – 29 settembre Sicilia

Nota 29 luglio 2024, AOODGPER 116995

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Ai Dirigenti degli Uffici per la Formazione presso gli Uffici Scolastici Regionali
Ai Dirigenti Scolastici per tramite UU.SS.RR. LORO SEDI
e., p.c. Al Capo dell’Ufficio di Gabinetto
Al Direttore generale dell’Unità di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

OGGETTO: Decreto del Ministro dell’istruzione e del merito 06 giugno 2024, n.113 recante disposizioni per il percorso iniziale del primo ciclo triennale della formazione continua di cui all’articolo 16-ter, comma 1, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59. Attivazione del percorso di formazione volontaria a.s. 2023/2024.


Decreto Ministeriale 6 giugno 2024, AOOGABMI 113
Disposizioni per il percorso iniziale del primo ciclo triennale della formazione continua di cui all’articolo 16-ter, comma 1, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59. Attivazione del percorso di formazione volontaria a.s. 2023/2024

Dati INVALSI 2024

Presentato l’11 luglio, presso la Camera dei Deputati, il Rapporto Nazionale INVALSI 2024.

Alle Rilevazioni nazionali 2024 hanno preso parte circa 2.500.000 di alunne e alunni delle classi II e V Primaria, della III Secondaria di primo grado e del secondo e dell’ultimo anno della Secondaria di secondo grado.

Le Prove hanno coinvolto oltre 12.000 istituti scolastici, statali e paritari, e hanno portato alla somministrazione di oltre 2.400.000 prove cartacee nella Scuola primaria e di circa 5.000.000 prove computerizzate nella scuola secondaria di primo e di secondo grado.


“I risultati dei test Invalsi di quest’anno mostrano un importante miglioramento sin dalla scuola primaria dei rendimenti dei nostri studenti. Si riduce il divario Nord-Sud e diminuisce la percentuale della dispersione scolastica, sia implicita che esplicita, tema particolarmente delicato che ci ha visto sempre in fondo alle classifiche internazionali”. Così il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intervenendo alla presentazione del Rapporto nazionale “Le prove Invalsi 2024”.

“Dai risultati si evince da un lato un aumento nel Mezzogiorno di studenti con performance buone o eccellenti, dall’altro un peggioramento della conoscenza dell’italiano nelle scuole del Centro-Nord e in particolare nelle periferie. Questi dati confermano che la strada che abbiamo imboccato è quella giusta: varare Agenda Nord, per recuperare i gap riscontrati insistendo sulle discipline in cui gli studenti sono più fragili, riformare l’istruzione tecnico-professionale, prevedendo non solo più competenze tecniche ma anche il potenziamento dello studio dell’italiano, oltre che di matematica e inglese. Per il prossimo futuro, puntiamo a investire ulteriori risorse su Agenda Sud e a estendere alle secondarie di I grado la presenza dei docenti tutor per favorire, anche attraverso una didattica innovativa, la personalizzazione dell’apprendimento. Cruciale è e sarà il ruolo dei nostri insegnanti, fondamentali per riaccendere l’entusiasmo, per alimentare quella comunità educante che deve essere la scuola” ha concluso il Ministro.

ITS 4.0 Day 2024

Premiati due progetti ex aequo come migliori progetti 2024: un sistema che recupera l’energia cinetica e potenziale dispersa dai treni e dai passeggeri della metropolitana per favorire l’economia circolare nei trasporti pubblici e un avanzato sistema di monitoraggio neonatale

È l’immagine di un’Italia che progetta e realizza soluzioni tecnologicamente avanzate per affrontare le sfide del prossimo futuro in modo attivo quella che emerge dall’ITS 4.0 Day 2024, evento conclusivo del Progetto ITS 4.0, avviato lo scorso febbraio.

Il primo premio è stato assegnato alle due migliori proposte: “Rimes” della Fondazione ITS Nuove Tecnologie della Vita BIOMEDICALE di Mirandola (MO) che ha progettato un avanzato sistema di monitoraggio neonatale e a “Eolico MetroPolitano” della Fondazione ITS. Professionalità per lo Sviluppo dei Sistemi Energetici Ecosostenibili di Pinerolo (TO) con l’elaborazione di un sistema che sfrutta l’energia cinetica e potenziale disperse al passaggio dei treni e dei loro utenti in metropolitana per promuovere l’economia circolare all’interno del sistema di trasporto pubblico.

Sostenibilità sociale e ambientale, tecnologie per la vita, nuove soluzioni per il settore moda, alimenti e trasporti sono alcuni degli ambiti nei quali gli studenti ITS hanno lavorato nel 2024 per arrivare a realizzare 50 prototipi innovativi, presentati venerdì 5 luglio alla Camera di Commercio di Roma, nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano, dove oltre 150 partecipanti tra docenti, ricercatori e studenti di tutta Italia si sono incontrati per votare i migliori progetti.

Il Progetto ITS 4.0, arrivato quest’anno alla VIII edizione, è promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e sviluppato in partnership con Università Ca’ Foscari Venezia e ha coinvolto – solo nel 2024 – 50 Fondazioni ITS di tutta Italia, circa 80 imprese e quasi 900 studenti nello sviluppo di progetti di innovazione tecnologica in versione 4.0.

I 50 prototipi presentati all’ITS Day Challenge 2024 sono stati realizzati in un percorso di sei mesi nel quale gli studenti sono stati supportati dal team di ricercatori Ca’ Foscari attraverso la metodologia del Design Thinking.

Tante le tecnologie utilizzate dagli studenti: intelligenza artificiale, modellazione digitale in 3d, realtà aumentata e virtuale, interfacce per applicazioni, piattaforme hardware open source.

I prototipi vincitori sono veri e propri strumenti per un futuro più attento alla persona, più inclusivo.

I temi principali su cui hanno lavorato i giovani talenti delle Fondazioni ITS assieme al team di professionisti di Ca’ Foscari, nel 2024, sono compresi in cinque macro-categorie: Fabbrica Intelligente, Moda e Design, Servizi Digitali, Sostenibilità e Tecnologie Immersive.

In ciascuno di questi ambiti, gli studenti degli ITS Academy hanno collaborato a fianco delle imprese e dei ricercatori di Ca’ Foscari in un percorso di sperimentazione tecnologica da febbraio a giugno 2024, utilizzando gli strumenti del Design Thinking, una metodologia consolidata per il management dell’innovazione.

Per Fabrizio Manca, direttore generale del Ministero dell’Istruzione e del Merito, “anche quest’anno l’evento conclusivo dedicato alla premiazione del Progetto ITS 4.0 ha confermato il successo ed il crescente interesse che riscuote negli ITS Academy e rappresenta un significativo valore aggiunto per il Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore. Si tratta di un tributo ai numerosi allievi, quest’anno più di 800, di 50 Fondazioni ITS Academy che hanno presentato i prototipi di innovazione digitale e tecnologica realizzati nell’ambito del progetto ITS 4.0, promosso annualmente dal Ministero dell’Istruzione e del Merito in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia. I progetti sono il frutto di mesi di interazione tra teoria e pratica degli allievi affiancati dal team di ricercatori della Ca’ Foscari, con l’ausilio delle imprese e dei docenti degli ITS Academy. I prototipi presentati nell’attuale edizione sono stati elaborati con gli strumenti del Design Thinking, metodologia ormai consolidata per il management dell’innovazione, e coinvolgono ampi ambiti dalla sostenibilità ambientale, alla mobilità sostenibile, alla moda, al design, al risparmio energetico, al supporto alla persona, tutti realizzati con l’utilizzo delle più avanzate tecnologie. A dimostrazione della grande sensibilità ed efficacia del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore a supporto delle sfide e strategie fondamentali per il nostro presente e, soprattutto, per il nostro futuro e delle prossime generazioni”.

“Il valore innovativo dei progetti presentati a conclusione del progetto ITS 4.0 2024 testimoniano il grande potenziale delle nuove metodologie didattiche nell’ambito della formazione tecnica avanzata”, ha detto Stefano Micelli, docente di Università Ca’ Foscari Venezia e direttore scientifico del progetto. “La qualità messa in campo da allievi, docenti e organizzazioni datoriali dimostrano una padronanza delle tecnologie e una progettualità sorprendenti che permetteranno di confrontarsi in futuro in modo attivo”.

I progetti vincitori dell’ITS 4.0 DAY verranno presentati alla Maker Faire Rome 25-27 ottobre 2024 al Gazometro Ostiense.


PROGETTI VINCITORI ITS DAY 2024

Link ai progetti vincitori

MIGLIORI PROGETTI 2024 in assoluto ex aequo
Rimes della Fondazione ITS Nuove Tecnologie della Vita BIOMEDICALE Mirandola (MO).
Eolico MetroPolitano della Fondazione ITS Professionalità per lo Sviluppo dei Sistemi Energetici Ecosostenibili Pinerolo (TO).
Primo classificato e vincitore della categoria MODA E DESIGN
Titolo: Tailored Glamping Bliss
ITS che l’ha realizzato: Fondazione ITS Nuove Tecnologie per il Made in Italy, indirizzo per l’Industria Meccanica e Aeronautica (UD).
CATEGORIA: FABBRICA INTELLIGENTE
Titolo: WiFire. Il box per rendere smart qualsiasi estintore
ITS che l’ha realizzato: Fondazione ITS Nuove Tecnologie per il Made in Italy – settore Meccanico/Navalmeccanico – Cantieristica e Nautica da Diporto (SP).
CATEGORIA: SERVIZI DIGITALI
Titolo: RIMES
ITS che l’ha realizzato: Fondazione ITS Nuove Tecnologie della Vita BIOMEDICALE Mirandola (MO).
CATEGORIA: SOSTENIBILITÀ
Titolo: Eolico MetroPolitano
ITS che l’ha realizzato: Fondazione ITS Professionalità per lo Sviluppo dei Sistemi Energetici Ecosostenibili Pinerolo (TO).
CATEGORIA: TECNOLOGIE IMMERSIVE
Titolo: SilentSpeech
ITS che l’ha realizzato: Fondazione ITS APULIA DIGITAL MAKER (FG).

Nota 3 luglio 2024, AOODGOSV 29990

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici , la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio I

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
Al Sovrintendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per le Scuole delle località ladine di Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione e cultura per la Provincia di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle D’Aosta
Ai Dirigenti/Coordinatori scolastici delle scuole del primo e secondo ciclo, statali e paritarie, dei CPIA
Alla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO
LORO SEDI
e, p.c.: Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Al Capo Ufficio Stampa
All’Ufficio del Consigliere Diplomatico

Oggetto: Scuola estiva La pratica filosofica per lo sviluppo sostenibile. Il clima, tra natura e cultura VII edizione A.S. 2023-2024 – Modalità virtuale Piattaforma Zoom 15-16-17 luglio 2024

Riunione ministri G7 Istruzione

Trieste, 28 – 29 giugno 2024



I Ministri del G7 responsabili per l’istruzione hanno adottato congiuntamente la Dichiarazione in occasione della Riunione dei Ministri dell’Istruzione del G7 a Trieste, presieduta dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.


Discorso di benvenuto del Ministro alle delegazioni

(Trieste, 27 giugno 2024) Ministri del G7, rappresentanti dell’Unione Europea, dell’Unione Africana, dell’Ucraina, del Brasile e delle Organizzazioni Internazionali, è con grande piacere che vi do il benvenuto a Trieste, in questo meraviglioso Castello di Miramare, per aprire questa Riunione Ministeriale del G7 sull’Istruzione.

Non è un caso che abbiamo scelto Trieste per ospitare questo incontro. Grazie alla sua posizione geografica, Trieste è una città unica, crocevia di persone, lingue e culture, che ben rappresenta lo spirito del multilateralismo, della tradizionale cooperazione tra i Paesi del G7 per trovare soluzioni alle sfide globali.

Con questo spirito, siamo qui riuniti per riaffermare il valore universale e il ruolo centrale dell’istruzione in merito a molte sfide globali e per raggiungere gli obiettivi del G7 di crescita sociale ed economica, accelerazione e sostegno dell’innovazione tecnologica, prosperità e pace.

Le evidenze fornite dalle Organizzazioni Internazionali dimostrano che le politiche educative realmente efficaci sono fondamentali per sostenere i giovani verso il pieno sviluppo dei loro talenti e, più in generale, per garantire la crescita sociale ed economica.

L’istruzione può davvero creare le condizioni per la vera indipendenza della persona, facilitando il suo sviluppo e la sua piena realizzazione, quando promuove l’acquisizione di competenze ma anche dei valori fondamentali, che sono essenziali per diventare cittadini attivi e responsabili.

I dati pubblicati nell’ultimo anno, tuttavia, evidenziano che le condizioni economiche e sociali di una persona influenzano in modo significativo il successo scolastico e la carriera professionale.

Vi sono ancora notevoli carenze di competenze e tassi elevati di abbandono scolastico precoce tra gli studenti più svantaggiati e i sistemi di istruzione non riescono a fornire loro un sostegno adeguato, o ad offrire percorsi di orientamento e di istruzione e formazione che incoraggino la realizzazione dei talenti variegati e multiformi dei giovani.

È necessario cambiare rotta. Non possiamo permettercelo, soprattutto in un periodo di crescente instabilità e sfide internazionali, come l’accelerazione dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.

Insieme, dobbiamo ripensare la missione dell’istruzione, promuovendo sistemi che facilitino lo sviluppo del potenziale di ciascuno, senza lasciare indietro nessuno, anche attraverso nuovi percorsi tecnici e professionali, per la piena realizzazione di ogni persona nella prospettiva di un’adeguata integrazione nella società e nel mercato del lavoro.

Dobbiamo lavorare insieme, condividendo approcci pedagogici e soluzioni di successo per acquisire una conoscenza più profonda e promuovere costanti progressi delle buone pratiche e migliori risultati di apprendimento. È altresì essenziale rafforzare la nostra cooperazione al di là dei paesi del G7, in particolare con l’Unione africana e i paesi africani, e garantire la continuità dell’istruzione in caso di conflitti, crisi, sfollamenti.

Questi giorni insieme offriranno un’importante opportunità per portare avanti la discussione sulle politiche per l’istruzione, con una riflessione comune sul tipo di modello scolastico a cui dovremmo mirare.

Lavoriamo insieme, verso una scuola democratica aperta a tutti, in grado di rimuovere gli ostacoli al raggiungimento dei migliori risultati che ogni studente, con impegno e responsabilità, può raggiungere. Aiutiamo ogni giovane a sviluppare i propri talenti e capacità, senza sottovalutare le diverse intelligenze. Sono profondamente convinto che ogni giovane studente sia come una lampada ad olio che aspetta solo il fuoco per accendersi. La scuola innovativa deve essere quel fuoco.

Futuro e sostenibilità: la voce ai bambini e ai ragazzi

UNICEF Italia in collaborazione con Istat

Webinar “Futuro e sostenibilità: la voce ai bambini e ai ragazzi”

27 giugno 2024 dalle 10.00 alle 13.00

L’UNICEF Italia, in collaborazione con Istat, promuove il prossimo 27 giugno dalle 10.00 alle 13.00, il webinar “Futuro e sostenibilità: la parola a bambini e ragazzi”.

Nell’ambito delProgramma Città Amiche dei bambini e della Campagna Cambiamo ARIA, la mattinata sarà l’occasione per mettere a confronto esperti, rappresentanti delle istituzioni ragazzi sui temi della sostenibilità e della rappresentatività dei più giovani nelle statistiche e nelle politiche che li riguardano.

Durante l’incontro saranno presentati, dai ricercatori coinvolti, alcuni dati dell’indagine Istat “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti, progetti futuri”, la prima indagine nazionale su un così vasto campione di minorenni e che offrirà spunti di riflessione su come i ragazzi vivono il loro presente e pensano il loro futuro.

I più giovani stanno ereditando un mondo che fatica a raggiungere gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile: in termini ambientali, ad esempio, le giovani generazioni pagheranno per un tempo di vita più lungo i costi dell’inazione. Questo si ripercuote sui loro diritti e sulle loro aspirazioni, per questo è importante continuare a promuovere politiche per l’infanzia e l’adolescenza basate sui dati e costruite attraverso la partecipazione attiva di bambini e ragazzi.

Il programma

Saluti istituzionali di Paolo Rozera, Direttore Generale dell’UNICEF Italia. 

Presentazione introduttiva dei risultati dell’indagine IstatBambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri. Ne parleranno: 

  • Gabriella Fazzi, Ricercatrice, Direzione centrale per la Raccolta dati, Dipartimento per la produzione statistica, Istat.
  • Cinzia Conti, Prima ricercatrice, Direzione centrale delle statistiche demografiche e del censimento della popolazione, Dipartimento per la produzione statistica, Istat.

Se ne discuterà con:

  • Monica Pratesi, Direttrice del Dipartimento per la produzione statistica, Istat.
  • Francesco Mulas, Gruppo giovani volontari YOUNICEF, UNICEF Italia
  • Irene Archilletti, Funzionaria ufficio dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza
  • Maura Striano, Assessore all’Istruzione e alle Famiglie, Comune di Napoli, Commissione Istruzione di ANCI.

Infine le conclusioni con Marta Fiasco, Specialista di Advocacy, Ufficio Sostenibilità e Climate Change, UNICEF Italia. Modera il Webinar Federica Aguiari, Responsabile Programma Città amiche dei bambini e degli adolescenti, UNICEF Italia.

Sarà possibile seguire il webinar sul canale YouTube di UNICEF Italia, collegandosi a: https://www.youtube.com/live/cQn6hR1aNJQ

Festa della Musica

Il 21 giugno si svolge la Festa della Musica, coordinata dall’AIPFM – Associazione Italiana per la Promozione della Festa della Musica e dal Ministero della Cultura.

La manifestazione è aperta alla partecipazione di musicisti professionisti e amatori, solisti e gruppi, scuole, Enti Locali, istituzioni, associazioni che potranno esibirsi nella propria città aderendo all’iniziativa, con le modalità indicate nel sito ufficiale www.festadellamusica.beniculturali.it.

Migrazioni e grandi vie della storia

Migrazioni e grandi vie della storia.

Convegno internazionale a Ragusa 

Due giornate internazionali di studio il 15 e 16 giugno 2004 a Ragusa (Italia) sotto l’egida di: Laboratorio degli Annali di storia, Sorbonne Université de Paris, Università degli Studi di Genova, Università degli Studi di Bari, Università di Siena, Unitelma-Sapienza, Università degli Studi di Roma, Università degli Studi di Messina, Centre National de la Recherche Scientifique France, Laboratorio di Storia Marittima e Navale Fernand Braudel di Unige.

Dopo quattro appuntamenti scientifici internazionali dedicati al ruolo tecnologico del legno nella vicenda umana, ad un riesame storico sul Medioevo come età logica e delle lingue d’Europa, all’Uomo del Rame come incitatore della storia e alla nascita della guerra storica, Ragusa per la quinta volta è sede di un forum scientifico di rilievo globale. Si tratta del 5° Convegno internazionale di studi intitolato Migrazioni e grandi vie della storia: il mare, i deserti, i ghiacci, le steppe. Sguardi sulle mobilità che hanno orientato le epoche umane, che entrerà nel vivo nell’intera giornata di sabato 15 giugno 2024 per concludersi la sera della domenica successiva.

Anche il 5° Convegno, elaborato e diretto come i precedenti dal prof. Carlo Ruta, storico, teorico della storia e direttore del Laboratorio degli Annali di storia, nasce dal partenariato scientifico con l’Università Sorbona di Parigi, il Centre National de la Recherche Scientifique francese, l’Università di Siena, l’Università di Bari, l’Università di Messina, l’Università degli Studi di Genova Unitelma-Sapienza Università degli Studi di Roma, il Laboratorio Fernand Braudel dell’Università di Genova.

Sul significato e gli obiettivi scientifici di questo appuntamento di studio internazionale il prof. Carlo Ruta spiega: «Sono, in prima istanza, le necessità a smuovere la storia e a farne i sedimenti culturali. E le grandi necessità chiamano in causa, per forza di cose, le grandi mobilità. Lungo le epoche, le popolazioni della Terra, anche sedentarie di temperamento, non hanno mai smesso di spostarsi. Essenzialmente, la storia è fatta quindi di itinerari, attraversamenti materiali e immaginativi, sociali e culturali. Prima ancora che dalle corti, dalle cancellerie e dagli ordinati tracciati ortogonali delle capitali, essa passa attraverso le movimentate geografie dell’estremo e dell’instabile». E così continua il prof. Ruta: « È la vicenda lunga di mari, steppe, deserti, vie del ghiaccio e del gelo che, come è ben riscontrabile, hanno impresso svolte decisive, materiali e culturali, alla vita dei continenti. È importante allora che si stabilisca un confronto nuovo e serrato con tali fenomenologie, che dalla sconnessione, dall’instabile e dall’imprevedibile hanno tratto e irradiato razionalità, manualità e saperi».

Lo storico illustra infine i criteri metodologici che ispirano il 5° Convegno: «Come è avvenuto negli altri incontri di studio e come è nella missione di questo progetto scientifico, viene privilegiata l’esperienza interdisciplinare. Vengono seguiti inoltre dei fili conduttori ispirati ad elaborazioni mirate in corso d’opera. Anche il campo scelto per questo Convegno internazionale, le mobilità e le grandi vie della storia, è sufficientemente largo ma i confini sono definiti con chiarezza, perché la missione rimane quella di produrre conoscenze nuove e coese. Anche qui si apre perciò un’esperienza di lavoro complessa e difficile, di cui resteranno una serie di strumenti di memoria resistente».

Il Convegno sarà aperto la mattina del 15 giugnoda un’ampia relazione del direttore scientifico Carlo Ruta, su un tragitto paradigmatico che convergerà sul modello della lunga distanza come elemento propulsore della storia e asse dinamico delle civilizzazioni, dopo cui si aprirà un primo dibattito. Seguiranno nella sessione pomeridiana le relazioni dei seguenti studiosi: i paletnologi Alberto Gazzella e Giulia Recca (Sapienza Università di Roma), l’epistemologo Giuseppe Varnier (Università di Siena), la storica della filosofia Annamaria Anselmo (Università di Messina), l’egittologo francese Juan Carlos Moreno García (Sorbonne Université Paris), il glottologo Michele Longo (Università di Palermo), la sociologa Eleonora Sparano (UnitelmaSapienza di Roma), l’antropologa Annalisa Di Nuzzo (Università Benincasa di Napoli), la storica Sandra Origone (Università di Genova), il fisico-matematico Luigi Russo. Dalle 19 alle 20,30 seguirà la seconda discussione.

Il dibattito riprenderà la mattina di domenica 16 giugno con le relazioni dei seguenti studiosi: la sinologa statunitense Pamela Kyle Crossley (Dartmouth College), lo storico Antonello Folco Biagini (Sapienza Università di Roma), lo storico Emiliano Beri (Università di Genova, il Rettore di UnitelmaSapienza Bruno Botta, lo storico Gianclaudio Civale Università Statale di Milano), il filosofo teoretico Giuseppe Gembillo (Università di Messina), il filosofo Andrea Velardi (Xenophon College London), l’antropologo e geografo Matteo Meschiari (Università di Palermo), il geografo Giuseppe Bettoni (Università Tor Vergata Roma), l’archeologo Claudio Giardino (Università del Salento), l’archeologa Bianca Maria Giannattasio (Università di Genova). Seguirà il terzo dibattito.   

Infine, dalle 17 alle 20 del 16 giugno si terrà la sessione conclusiva, con la conferenza La quinta via della storia. La «colonizzazione» dello spazio e lo slargamento del mondo-villaggio, dalla rivoluzione aerea del primo Novecento ai sistemi satellitari: cosa cambia?, con la relazione di apertura di Carlo Ruta e gli interventi di Anna Maria Anselmo, Giuseppe Bettoni, Gianclaudio Civale, Giuseppe Gembillo, Matteo Meschiari, Sandra Origone, Eleonora Sparano, Giuseppe Varnier, Andrea Velardi. Seguirà il dibattito.

Infine, chiusi i lavori, il direttore scientifico del Laboratorio annuncerà il tema e la data del 6° convegno internazionale.


Quando la storia dei popoli si muove per le vie del mondo

Il 5° convegno internazionale di Ragusa sulle lunghe distanze e le grandi migrazioni epocali apre nuove prospettive alla conoscenza della storia. Eccone il resoconto, con le riflessioni del direttore scientifico Carlo Ruta.

Il progetto di studi storici avviato dallo storico Carlo Ruta per la ricerca di nuovi accostamenti al passato, continua a volare alto, con esiti produttivi. E il quinto convegno internazionale, tenutosi nei giorni 15 e 16 giugno 2024 ne dà l’ennesima prova. Anche questo appuntamento, intitolato Migrazioni e grandi vie della storia, è partito da modelli storiografici che, illustrati con cura dallo studioso nel suo lungo ragionamento di apertura, ancora una volta escono ampiamente confortati da una discussione serrata di carattere interdisciplinare. Anche stavolta tutto è avvenuto sotto i migliori auspici. L’evento scientifico, svoltosi a Ragusa presso il Laboratorio degli Annali di storia,  è stato sostenuto infatti da un ampio parterre di enti accademici e scientifici italiani ed esteri in cui figurano La Sorbonne University di Parigi, Il Centre National de la Recherche Scientifique francese, l’Università degli Studi di Genova, L’Università di Siena, l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, l’Università degli Studi di Messina, Unitelma Sapienza Università degli Studi di Roma e il Laboratorio di Storia Marittima e Navale Fernand Braudel dell’Università degli Studi di Genova.      

Lo storico ha preso le mosse dalla nozione di lunga distanza, che ha approntato per indagare le relazioni che corrono tra le «piste» materiali percorse dalle comunità umane e la storia, intesa questa nei suoi sostrati materiali e culturali. Egli, dopo un’ampia premessa metodologica, ha preso le mosse dagli spostamenti dell’uomo legati alle liquidità originarie, costituite dai laghi e dai fiumi, per definire poi le quattro vie che più hanno permesso di mobilitare materialmente la storia umana, cioè la via del mare, quella dei ghiacci, delle steppe e dei deserti. Servendosi di un modello teorico che valorizza il confronto biologico e storico tra bisogni e risorse e proponendone un secondo che ritrova nei corsi lineari e reversibili dei fiumi e nelle rotondità dei laghi i primi sistemi di orientamento delle comunità umane, egli ha messo in luce, in una chiave paradigmatica, una serie di aspetti della mobilità umana, sui quali gli chiediamo di fornire qualche dettaglio. 

«Uno di questi aspetti nodali – spiega il prof. Ruta – è la ‘circolarizzazione’ dell’esperienza esistenziale nelle comunità lacustri, in cui si avverte una fissità esperienziale che non implica però una stasi, ma, specie nelle fasi formative della storia, una tendenza a stabilizzare nel ‘circolo’ lacustre, che forma solitamente un sistema compiuto, la ricerca di risorse per le necessità vitali». È allora differente l’esperienza umana dei fiumi? «Certamente. L’estensività materiale dei grandi fiumi, non circolare ma lineare e a determinate condizioni reversibile, permette tutt’altre aperture, costiere e liquide, con effetti tecnologico-costruttivi, manuali e di contatto molto significativi. Centrale e generativa della storia, nei termini epocali che conosciamo, rimane tuttavia la scoperta del mare navigato, vissuto cioè attraverso l’impiego di una macchina mobile fatta in tavole di legno assemblate, la nave, che permette un cambio di passo dirompente nella vicenda umana complessiva e apre accessi fondamentali alle civilizzazioni allargate che hanno sollecitato e animato le epoche storiche». 

Qual è allora il senso del progetto storiografico che persegue? «Il senso – osserva lo studioso –  è quello della presa d’atto di una vicenda multidimensionale, in gran parte da investigare con approcci differenziati e strumenti idonei, contaminati anche da altri saperi, come l’antropologia, la geografia, la biologia e l’archeologia. Si tratta di focalizzare dialettiche complesse, che corrono tra ambienti di mare e terrestri e che chiamano in causa, appunto, le mobilità delle steppe, dei deserti e dei ghiacci che hanno fatto millenni di storia. Si tratta di liberare, contestualmente, quelle mobilità dai vincoli innaturali di epoche rigidamente date, oltre che da una messe di pregiudizi e luoghi comuni, anche storiografici». Si ritorna allora ai motivi ispiratori del forum internazionale. Il tema prescelto e l’impostazione metodologica adottata dal direttore scientifico vanno oltre la storia perfettamente cadenzata, divisa rigidamente in epoche, e la discussione è stata all’altezza delle aspettative. Pressoché tutti i relatori, storici, archeologi, antropologi, epistemologi, glottologi e geografi, hanno tenuto conto infatti degli schemi interpretativi forniti dallo storico, per poi seguire, ognuno, una traccia propria, per lo più epocale. 

I paletnologi dell’Università Sapienza di Roma Alberto Cazzella e Giulia Recchia hanno fatto una disamina ampia e strutturata sugli spostamenti lungo il vicino Oriente, l’Asia minore e il Mediterraneo di età protostorica. Hanno rilevato quindi la presenza di un sistema di contatti, marittimi soprattutto, che ha avuto una influenza decisiva nella caratterizzazione storica di quelle regioni. Il glottologo Michele Longo dell’Università di Palermo ha allargato la prospettiva dei flussi con un esame sugli spostamenti linguistici dall’Asia centrale verso Occidente, che hanno interessato gran parte dell’Europa, con ripercussioni anche ideologiche, legate all’uso storico, non esente da inflessioni razziste ed etnocentriche, delle culture ariane. Il tema linguistico ritorna poi, anche da altri versanti, con l’elaborazione dell’epistemologo Giuseppe Varnier dell’Università di Siena che, traendo spunti da percorsi chomskyani ma tenendo conto anche degli sviluppi tecnologici, manuali e cognitivi che caratterizzano le linee di passaggio tra preistoria e storia, traccia un profilo argomentato della formazione e dell’evoluzione delle lingue. Il sistema nilotico dell’Egitto dinastico come processo diacronico di espansione è invece il tema elaborato dall’egittologo Juan Carlos Moreno García, dell’Università Sorbona di Parigi e direttore del Centre National de la Recherche Scientifique di Francia. Al centro della ricognizione storica sono le modalità di penetrazioni, belliche e legate allo scambio di beni, che portarono il regno egizio lungo le cateratte del Nilo, fino alle terre fertili e metallifere della Nubia. Ritorna nell’Asia centrale l’attenzione dell’archeologo Claudio Giardino dell’Università del Salento, che visualizza le interconnessioni di commerci e culture attraverso steppe e deserti nelle prime età dei metalli. E converge sul mondo greco-egeo lo sguardo dell’archeologa Bianca Maria Giannattasio, dell’Università di Genova, che annoda il tema degli spostamenti con quello delle identità mitico-sacrali. 

Il dibattito poi imbocca altri snodi epocali, con sguardi mirati sulla premodernità e sulla prima modernità, ancora coerenti con il profilo della lunga distanza tracciato dal direttore scientifico. La sinologa e storica statunitense Pamela Kyle Croosley ha fornito una rappresentazione coesa dell’Eurasia percorsa dai Mongoli di Gengis Khan, nel XIII secolo, e dai suoi eredi, lungo le steppe che si spandono lungo l’Oriente, fino alla Rus’ di Kiev, alle soglie e del Mar Nero e del Mediterraneo. Essa scandaglia quindi i caratteri materiali ed etnici di quel sistema a lungo coeso, che attraverso l’Orda d’Oro e altri kanati, esercita un’influenza forte anche nell’Occidente euromediterraneo. Dall’Occidente italiano e genovese parte invece la medievista Sandra Origone, dell’Università di Genova, che riprende di fatto quella vicenda di spostamenti, dalla prospettiva però dei mercanti e viaggiatori europei, come Giovanni dal Pian del Carpine e Marco Polo, che scoprono l’Oriente, e la Cina di Kublai Khan in particolare. Si completa quindi, con la Croosley e con la Origone, la rappresentazione di un mondo euroasiatico che si apre, interloquisce e tende all’avvicinamento, anche attraverso le vie della seta e delle spezie.  

È poi focalizzato il passaggio della prima modernità, da prospettive emblematiche, che mettono in luce le fratture dell’epoca, percorsa da tensioni imperiali e divisioni religiose. Al centro della disamina dello storico Gianclaudio Civale, dell’Università degli Studi di Milano, è l’ordito coloniale della Spagna di Filippo II, del casato asburgico. Il punto focale è dato dalla conquista di Tunisi, strappata all’impero turco-ottomano e amministrata dal condottiero Don Giovanni d’Austria con chiusure e progetti di ghettizzazione che si traducono di fatto in una condizione di autoisolamento delle guarnigioni e delle élite occupanti. Ligure è invece la prospettiva adottata dallo storico Emiliano Beri dell’Università di Genova, che affronta il tema delle migrazioni militari, in relazione soprattutto al traffico di disertori durante le guerre di Corsica che si combatterono tra il 1729, quando per le tasse eccessive scoppiò nell’isola una rivolta contro il Banco di S. Giorgio che governava l’isola, e il 1768, quando, dopo le campagne militari e il governo indipendentista di Pasquale Paoli, l’isola passò alla Francia.    

Molto articolati sono infine gli sguardi sulla contemporaneità, soprattutto geografici e antropologici, che fanno i conti con le lunghe distanze di oggi percorse per necessità, soprattutto dalle popolazioni dei Sud del mondo verso paesi a economie avanzate. Attraverso un’ampia disamina, che si accorda con il quadro definitorio tracciato da Carlo Ruta sui grandi spostamenti come chiave di lettura e sostrato dei processi epocali, l’antropologa Annalisa Di Nuzzo dell’Università Benincasa di Napoli fa un’analisi accurata delle condizioni esistenziali dei migranti in Europa. Esamina la trasformazioni in atto, per lo più traumatiche, e la nascita di nuove identità transnazionali, con riferimento soprattutto alle aree giovanili nei paesi di nuova permanenza, che spesso sono più di uno. La studiosa tende a recuperare quindi, attualizzandolo, il quadro delle «apocalissi culturali» di Ernesto De Martino, per la definizione delle nuove diaspore, delle transmigrazioni, dell’invisibilità dei soggetti migranti e, infine, dei contatti empatici che spesso vengono a mancare. Puntato sulle geografie mutevoli dei maggiori mari «mediterranei» del Globo, incasellati cioè tra sistemi terrestri, è invece il ragionamento del geografo Giuseppe Bettoni dell’Università Tor Vergata di Roma, che identifica nelle maggiori penisole del mar Mediterraneo un modello archetipico dei processi di civilizzazione, per le combinazioni complesse che nelle epoche presentano tra l’elemento marino e quello terrestre.

Su una linea sfumata, che percorre una varietà di tempi storici, si collocano infine gli interventi del geografo e fisico Lucio Russo, già docente dell’Università Tor Vergata di Roma, e dello storico Antonello Folco Biagini dell’Università Sapienza di Roma. Con una ricognizione rigorosa, corredata da mappe nautiche e altri elementi iconografici, Russo ha focalizzato la strutturazione degli oceani prima dell’età moderna per spiegare i termini che li rendevano una barriera invalicabile e quelli che, in condizioni particolari, li rendevano una via di comunicazione. Di tipo prettamente metodologico è invece la relazione di Biagini, che s’interroga sull’approccio alla mobilità umana, tra geografia, antropologia e storia. 

Il convegno internazionale così chiude, con l’ultimo adempimento da parte del direttore scientifico: l’annuncio ufficiale del 6° Convegno internazionale di studi, che si terrà nei giorni 14 e 15 dicembre di quest’anno e avrà per tema «Sacrifici umani nelle società antiche e premoderne. I miti tenebrosi, il pregiudizio e la storia». 

Nota 14 giugno 2024, AOODGPER 86830

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per il personale scolastico
Ufficio VI – Formazione del personale scolastico, formazione dei dirigenti scolastici e accreditamento enti

Al Capo Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione
Al Direttore Generale della Direzione Generale per il Personale Scolastico
Ai Dirigenti degli Uffici per la Formazione presso gli Uffici Scolastici Regionali
Ai Referenti della Formazione presso gli Uffici Scolastici Regionali
All’Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa
All’ Ing. Maria Chiara Pettenati Dirigente di Ricerca Indire

Oggetto: Coordinamento e confronto di restituzione sulla Governance della Formazione per Docenti Neoassunti e in Passaggio di Ruolo a.s. 2023-24.

Nota 12 giugno 2024, AOODPIT 4276

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione

Ai Direttori generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici Scolastici Regionali
ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie
per il tramite dei rispettivi UU.SS.RR.

Oggetto: BiblioFestival – Il festival delle biblioteche scolastiche. Matera 15-19 luglio 2024

I come Intelligence

Si è svolta ad Avezzano, nei giorni dal 3 al 5 giugno, la seconda tappa di “I come Intelligence”, l’iniziativa per promuovere nelle scuole la conoscenza della storia dei Servizi Segreti italiani ed i compiti affidati alla Sicurezza Nazionale.

Nell’ambito dell’accordo firmato tra Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza e Ministero dell’Istruzione e del Merito, finalizzato ad accompagnare i giovani alla scoperta di funzioni, compiti, organizzazione e protagonisti degli Organismi informativi, così come dei principali fenomeni di minaccia del mondo contemporaneo, si è svolta la seconda tappa di “I come Intelligence”, un percorso itinerante rivolto agli studenti del primo biennio delle scuole secondarie di secondo grado.

Nell’occasione, grazie al supporto organizzativo dell’Ufficio scolastico regionale per l’Abruzzo e dell’istituto scolastico ospitante, circa 750 studenti, provenienti da cinque scuole superiori di Avezzano (Liceo Scientifico Statale “Marco Vitruvio Pollione”, Liceo Statale “Benedetto Croce” e Istituti di Istruzione Superiore “Galileo Galilei”, “Ettore Majorana” e “Arrigo Serpieri”), hanno avuto la possibilità di conoscere, esplorare e confrontarsi con l’istituzione preposta alla tutela della sicurezza del nostro Paese.

I ragazzi sono stati accolti dalla mascotte “Int”, che ha illustrato il percorso della mostra, e hanno poi visitato gli stand tematici dedicati a diversi aspetti del mondo dell’intelligence, potendo approfondire, anche grazie a contenuti multimediali fruibili attraverso codici QR, la storia e gli eventi degli agenti segreti più famosi della storia, italiani ed esteri. Al termine della visita, i partecipanti hanno messo alla prova le conoscenze acquisite attraverso un quiz, ricevendo un tesserino da “agente segreto in erba”.

È proseguita così, nelle scuole secondarie di secondo grado, l’attività di promozione della cultura della sicurezza a favore dei più giovani, nella consapevolezza che la sicurezza nazionale è un bene che riguarda tutti e richiede il concorso di tutti. Dopo il successo della tappa abruzzese, che ha fatto seguito alla prima giornata a Latina, il viaggio dell’iniziativa “I come Intelligence” continuerà nei prossimi mesi nelle altre Regioni.

Giornata Mondiale dell’Ambiente

UNICEF/Giornata Mondiale dell’Ambiente: il cambiamento climatico rappresenta una minaccia ai progressi per la salute dei bambini – lanciato nuovo rapporto.

5 giugno 2024 – In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente (oggi), l’UNICEF lancia un nuovo rapporto “A threat to progress: Confronting the effects of climate change on child health and well-being” (Una minaccia per il progresso: Fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico sulla salute e il benessere dei bambini).

Fra i dati principali:

  •  Caldo estremo: un aumento di 1°C della temperatura nei Paesi a basso reddito porta a un aumento di 16,6 bambini su 1.000 nati vivi che muoiono prima di compiere un anno di età. Le probabilità di bambini nati morti e nascite pretermine aumentano del 5% per ogni aumento di 1°C della temperatura.
  •  Siccità: il rischio di un evento simile alla siccità senza precedenti del 2022 nel Corno d’Africa, che ha colpito più di 20 milioni di bambini e ha portato ad almeno 20.000 morti in più di bambini al di sotto dei cinque anni, è stato stimato essere diventato 100 volte più probabile a causa del cambiamento climatico causato dall’uomo.
  • Incendi boschivi: ogni incremento di 1 microgrammo per metro cubo d’aria (mg/m3) di PM2,5 emanato dagli incendi è stato associato a un aumento del 2,3% del rischio di mortalità dei bambini sotto i 5 anni. Rispetto al PM2,5 proveniente da altre fonti, il PM2,5 rilasciato dagli incendi boschivi è circa 10 volte più dannoso per la salute respiratoria dei bambini, in particolare per quelli di età inferiore ai 5 anni.
  •  Inondazioni e tempeste: uno studio ha rilevato che i neonati che vivevano in aree a rischio di inondazioni in Bangladesh avevano l’8% in più di probabilità di morire rispetto a quelli che non erano esposti alle inondazioni, il che ha portato a più di 150.000 morti infantili in eccesso in un periodo di 30 anni.
  •  Inquinamento dell’aria: l’inquinamento atmosferico è associato a un aumento del rischio di morte infantile e di esiti avversi alla nascita, con circa 2 milioni di nascite pretermine all’anno attribuite all’esposizione al particolato ambientale.

Il rapporto sottolinea la connessione tra i principali rischi climatici – come il caldo estremo, la siccità, gli incendi –, i fattori moltiplicatori – come la scarsità d’acqua, l’insicurezza alimentare, gli sfollamenti – e le vulnerabilità sottostanti – tra cui lo status socioeconomico –, che si traducono in impatti negativi sulla salute che contribuiscono alla mortalità e alla morbilità dei bambini.

I cambiamenti climatici rappresentano una minaccia unica per la salute e il benessere dei bambini e delle madri in gravidanza. L’esposizione ai rischi legati al clima è legata a: complicanze in gravidanza ed esiti negativi alla nascita, soprattutto parto pretermine, basso peso alla nascita e bambini nati morti; malnutrizione dei bambini,compresi malnutrizione cronica, acuta e carenze di micronutrienti; malattie infettive killer come la malaria e la dengue, che si stanno intensificando con il cambiamento climatico; malattie non trasmissibili come le malattie legate al caldo, l’asma, le malattie croniche metaboliche e cardiovascolari; impatto sul neurosviluppo e sulla salute mentale, tra cui ritardi nello sviluppo, disfunzioni cognitive e depressione; effetti sul benessere, tra cui perdita di apprendimento, violenza, abuso e sfruttamento; lesioni derivanti dall’esposizione a rischi estremi, tra cui annegamento e ustioni.

Ogni bambino ha diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile. L’UNICEF chiede a tutti gli attori, compresi i governi e il settore privato, di:

  •  ridurre le emissioni per raggiungere la soglia di 1,5°C, garantendo il superiore interesse dei bambini e dando priorità agli sforzi di mitigazione che affrontano molteplici sfide e forniscono chiari co-benefici per la salute dei bambini;
  •  proteggere i bambini dall’impatto dei cambiamenti climatici, assicurando che le politiche e gli impegni in materia di clima, come i Contributi Determinati a livello nazionale, i Piani Nazionali di Adattamento e i piani dei settori sanitari e determinanti per la salute, rispondano alle esigenze dei bambini esposti ai rischi climatici;
  •  dare priorità alla salute e al benessere dei bambini nelle politiche, negli investimenti e nelle azioni per il clima

L’UNICEF Italia dal 2022 promuove la Campagna Cambiamo ARIA per sensibilizzare sull’impatto della crisi climatica sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. È possibile partecipare a un quiz, per riflettere sulla sostenibilità delle abitudini quotidiane e leggere consigli su come migliorarle, sulla piattaforma: https://misurailtuoimpatto.unicef.it/

VIDEO (1′ e 5″) : Ambiente, non possiamo più nasconderci