Mercoledì 12 giugno, presso la Sala “Aldo Moro” del Ministero dell’Istruzione e del Merito, si è svolta la premiazione del concorso “Il nostro futuro insieme all’intelligenza artificiale”, organizzato da “Programma il Futuro”, il progetto promosso dal MIM e realizzato dal Laboratorio Informatica e Scuola del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale Informatica), con l’obiettivo di diffondere nelle scuole le basi scientifiche dell’informatica e promuovere la cittadinanza digitale consapevole.
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Latino e Intelligenza artificiale
Lo studio del Latino e i linguaggi dell’Intelligenza Artificiale
di Gabriele Boselli
Sintesi
L’ A.I. sarà il principale detonatore del novum nei prossimi decenni. Una forte ripresa dello studio del latino in tutto il sistema dell’istruzione potrebbe, per la potenza metalinguistica di questa lingua, mettere in grado i futuri studenti e ricercatori di fronteggiarne gli sviluppi e di produrne di nuovi.
Il latino, scrigno d’identità e linguaggio-matrice del Novum
Deboli segnali di rinascimento
Vi è un luogo in Roma ove da oltre trent’anni, nonostante la dif-ferenza (ma non la di-versità) degli orientamenti partitici di governo, dominano debolmente contrastate l’incultura generale e pedagogica. Questo luogo è situabile in via di Trastevere, un tempo si chiamava Ministero della pubblica Istruzione, ed è motivo di stupefatta e lieta meraviglia che ora vi si stia ventilando, almeno da parte del sottosegretario Paola Frassinetti, l’ idea di una reintroduzione della lingua latina fin dalla secondaria di primo grado e di un rafforzamento della stessa in quella di II grado.
Ricordi di gioventù
Gli alunni della mia generazione, nati poco oltre la fine della seconda guerra mondiale e viventi alle soglie della terza, pur studiando a dovere la matematica hanno appreso il latino fin dall’undicesimo anno di età: alla fine della scuola media (allora chiamata anche “ginnasio”) traducevano d’impronta gli autori latini di più semplice interpretazione. In concorrenza con altri compagni, negli ultimi anni dell’istituto magistrale, si contendevano le grazie delle compagne scrivendo poesie latine dense di risonanze tibulliane; nel mio caso, purtroppo, conseguendo in quella prospettiva scarsi risultati ma non per incertezze nella metrica.
Intelligenza artificiale, strumento della signoria del pensare umano
Per non farsi dominare dai padroni dell’ A.I. , rimanere signori del proprio pensiero, avventurarsi con ragionevole sicurezza nel novum e sfruttare appieno il potenziale dell’intelligenza artificiale in posizioni non subordinate la ripresa di uno studio serio del latino sarebbe assai importante fin dall’inizio della scuola secondaria. Questo, principalmente, perchè l’A.I. si snoda in strutture linguistiche ancora innervate nelle matrici fossili di quella lingua latina in cui conversero e si rigenerarono le linee generativo-trasformazionali del ceppo indoeuropeo producendo ramificazioni in tutte le scienze.
Gamma di fini
Dobbiamo prestare attenzione e non timore ai linguaggi dell’ A.I. Ove non appesantiti dal MIM d nuovi oneri psicologistici, gli insegnanti sono pronti e gli alunni disponibili non solo ad applicare il preconfezionato ma anche a creare programmi o quantomeno a modificarli. Ma molto sarebbe perduto se i linguaggi non fossero stati innestati a livello logico e sintattico sulla lingua storicamente formatasi nella terra natìa. Sarebbero linguaggi alieni: e’ il latino nascosto nella struttura profonda delle lingue moderne a rivestire tuttora un ruolo essenziale nell’universo semiotico. La conoscenza (e non certo la sola competenza cara agli esperti MIUR degli ultimi trent’anni) nella lingua delle origini d’Europa è accesso all’unico vero sistema di comunicazione che può decodificare e relazionare i sistemi di segni e i linguaggi dell A.I.
La lingua -sia “naturale” che artificiale- è luce, madre, figlia (Rosenzweig La stella della redenzione 1919 ed it Adelphi, 1988); incontrare con essa per la via latina la luce occidentale è nascere di nuovo, non subire ma generare un altro mondo.
Funzione metalinguistica del latino nell’A.I.
La funzione metalinguistica efficacemente attivabile con l’insegnamento del latino fin dalla prima adolescenza si esprime nel far volgere la lingua trasversalmente verso ciò che sta sotto e oltre il proprio volto, partendo dalla propria grammatica e sintassi. Le funzioni-sorgente attuano un codice in comune fra mittente e destinatario per un autocontrollo e controllo funzionale. Una funzione -ad esempio- molto carente negli apparati di censura automatica attivi su internet e che, difettandone. operano colossali fraintendimenti. Non avendo letto Marziale né Apuleio gli istruttori dell A.I. non trasmettono (ancora?) il senso dell’ironia e del paradosso. Pare che con Bard e soprattutto con Apple GPT (prossimamente veicolata con IOS 18 e Iphone 16, buttare via i device precedenti Iphone 12 ) questi limiti dovrebbero ridursi. I ricercatori e gli sviluppatori di intelligenza artificiale della Mela -alcuni selezionati anche per la loro conoscenza delle lingue classiche- affermano di aver compiuto una svolta fondamentale nella distribuzione di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) su iPhone e altri dispositivi Apple come Powerbook con M4 o 5 con memoria meno limitata, inventando una tecnica syn-tattica innovativa di utilizzo della memoria flash.
La sintassi latina ha una enorme possibilità di conservare, veicolare e generare economicamente significati e ne fa dono a chi la possiede. I chatbot basati su LLM come ChatGPT richiedono una quantità incredibile di dati e di memoria per funzionare, il che rappresenta una sfida per dispositivi come gli iPhone, o dispositivi mobili in generale, che hanno una capacità di memoria limitata. Nell’imminente IOS 18 appare possibile eludere questa limitazione utilizzando tecniche chiave che riducano al minimo il trasferimento dei dati e massimizzino il throughput della memoria flash-
Un trans-durre e un pro-durre articolati sulle matrici della syn-taxis latina
I traduttori automatici innestati direttamente sui dispositivi come Samsung 24 Ultra e quelli enormemente più avanzati e non bisognosi di costante connessione internet imminenti su Iphone 16 aprono possibilità di comprensione e riarticolazione del testo in profondità, operando su oltre 200 miliardi di parametri, suggerendo un alto livello di complessità e capacità di comprensione e generazione del linguaggio. Ma per costruire una qualche simmetria tra strumento e utilizzatore occorre che questi sia in grado di comprendere e controllare le logiche operanti a livello strumentale. Gli utenti, non solo traduttori, saranno sviluppatori e generatori di pensiero sui vettori sintattici sia gli sviluppatori professionisti che gli utenti evoluti. Anche a questo e alle aspettative connesse è dovuto il notevole incremento delle quotazioni di Apple in Borsa pur in tempo di calo dei ritorni immediati di Cupertino.
Con gli sviluppi venturi di un’ A.I. reiventata da sviluppatori o semplici utenti che conoscano il latino (auspicabilmente avendolo appreso fin dall’adolescenza) e in futuro attuata con hardware quantistico sarà molto più difficile inibire la potenza innovatrice del novum nella costruzione della scienza, nel mondo del lavoro, nella vita della scuola e nell’esistere quotidiano. A.I. non solo per conoscere il mondo, ma anche per aiutarci ad averne più estesa coscienza.
- Ricordo che, avendo io sempre cercato di superare con qualche accorgimento il mio deficit di memoria e non ricordando bene le coniugazioni dei verbi latini, attivavo strategie che oggi chiameremmo di risparmio dati: ad esempio per tradurre “a essere crocifisso” scrivevo “ad crucem”. Un metodo usato oggi dagli informatici è chiamato Windowing: invece di caricare nuovi dati ogni volta, il modello di intelligenza artificiale sviluppato da Apple riutilizza alcuni dei dati che ha già elaborato. Ciò riduce la necessità di recuperare costantemente la memoria, rendendo il processo più efficiente, veloce e fluido, accelerando la capacità dell’AI di comprendere e soprattutto generare il linguaggio del Novum.
Per leggere
G. Boselli, Inibizioni del novum in Encyclopaideia – Journal of Phenomenology and Education. Vol.24, n.56, 2020
F.Faggin, Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura, Mondadori 2022
L’IA tra i banchi di scuola
Si è svolta nel pomeriggio di mercoledì 22 maggio la cerimonia di premiazione del Concorso nazionale “L’IA tra i banchi di scuola: idee e progetti per sviluppare competenze trasversali per il futuro”, promosso dalla Direzione Generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale. L’evento si è svolto alla presenza del Sottosegretario del MIM on. Paola Frassinetti, che ha premiato i progetti vincitori.
La competizione, rivolta a tutti gli Istituti di diverso grado di istruzione, è stata progettata con l’obiettivo di informare e formare le studentesse e gli studenti sui rischi legati ad un uso non consapevole della GenAI e di potenziare le loro conoscenze e competenze in relazione al tema dell’Intelligenza Artificiale Generativa sottolineando le opportunità che essa può offrire nell’attività didattica. L’iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo e partecipazione da parte delle scuole: circa 135 le candidature pervenute per un totale di 405 prodotti digitali. Alla premiazione hanno partecipato anche il Capo del Dipartimento per il sistema educativo, di istruzione e formazione Carmela Palumbo e il Direttore generale Gianna Barbieri.
La Commissione preposta ha individuato le tre istituzioni scolastiche vincitrici:
- ISTITUTO COMPRENSIVO FABRIANI – Spilamberto – classe VB (Categoria Scuola Primaria)
- SCUOLA ISTITUTO COMPRENSIVO RITA LEVI-MONTALCINI – Salerno – classe IIA e IIF (Categoria Scuola Secondaria di primo grado)
- LICEO CLASSICO TOMMASO CAMPANELLA – Reggio Calabria – gruppo di lavoro classe VG (Categoria Scuola Secondaria II grado)
Le scuole hanno scelto di realizzare i prodotti digitali su due tematiche a scelta tra cinque, ispirandosi alle opere d’arte del Rinascimento. La Commissione ha attribuito una menzione speciale per ogni tematica:
- Cyberbullismo: LICEO “D. DE RUGGIERI” – Taranto
- “Non sei sola”: basta violenza sulle donne: ISTITUTO VINCENZO GIOBERTI – Roma – Scuola secondaria di secondo grado – gruppo di lavoro classi IVM, IVF, IIIF
- STEAM in rosa: le donne nella scienza: I.C. ARRONE “G. FANCIULLI” – Terni – Scuola primaria – Classe VA del plesso C. Riccardi Montefranco
- Multiculturalità e multilinguismo: ISTITUTO G. GALILEI – Ancona – Secondaria di secondo grado – classe IIM
- Transizione ecologica e digitale: ISTITUTO COMPRENSIVO LIVIO VERNI – Gorizia – Secondaria primo grado – classe IA
Scuola Futura
A partire da venerdì 17 maggio arriva a Palermo, in Sicilia, “Scuola Futura”, il campus itinerante del Ministero dell’Istruzione e del Merito sugli investimenti del Pnrr per promuovere la formazione sulla didattica innovativa e coinvolgere le comunità scolastiche sulle sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza. All’evento è prevista la partecipazione di 2200 studenti coinvolti in laboratori, visite, partecipazione ad attività didattiche; 1300 docenti, dirigenti, personale amministrativo partecipanti ad attività di formazione e 440 scuole, coinvolte nelle diverse attività didattiche e formative.
Da sabato 18 a martedì 21 maggio, quindi, migliaia di studenti, docenti e dirigenti scolastici prenderanno parte a decine di laboratori di formazione e attività che spazieranno dall’educazione digitale al cibo, a percorsi culturali per scoprire il profilo urbano Palermo, la bellezza degli ecosistemi insulari, la ricchezza delle lingue e dei linguaggi del territorio, alla musica e allo sport, all’interno dei luoghi più significativi della città.
La cerimonia di apertura di Scuola Futura si svolgerà alle 19.30, presso l’Ecomuseo Mare Memoria Viva.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sarà presente all’iniziativa martedì 21 maggio per visitare i laboratori di Scuola Futura Campus, incontrare le scuole partecipanti e intervenire alla sessione finale, che si terrà al Teatro Politeama Garibaldi alle 14.30.
In allegato il programma completo dell’iniziativa: https://scuolafutura.pubblica.istruzione.it/scuola-futura-campus/palermo
Scuola Futura
A partire da sabato 4 maggio si svolgerà ad Alessandria, in Piemonte, la tre giorni di “Scuola Futura”, il campus itinerante del Ministero dell’Istruzione e del Merito sugli investimenti del Pnrr per promuovere la formazione sulla didattica innovativa e coinvolgere le comunità scolastiche sulle sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Da sabato 4 a martedì 7 maggio centinaia di studenti, docenti e dirigenti scolastici prenderanno parte a decine di laboratori di formazione e attività che spazieranno dalla comunicazione al cibo, alla moda e al design, alla musica e allo sport, ispirati alla storia e alla cultura del territorio, all’interno dei luoghi più significativi della città.
La cerimonia di apertura di Scuola Futura si è svolta oggi alle 19, presso il Palazzo Cuttica di Alessandria.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sarà presente all’iniziativa martedì 7 maggio, per visitare i laboratori di Scuola Futura Campus, incontrare le scuole partecipanti e intervenire alla sessione finale, che si terrà al Teatro Alessandrino alle ore 12.00.
“Ad Alessandria ho incontrato ragazzi entusiasti e di talento, animati da grandi passioni. La scuola che stiamo costruendo deve essere il mezzo attraverso cui questi giovani possano realizzare i loro sogni, incanalando questa creatività ed energia nel lavoro che si troveranno a svolgere. Questo processo virtuoso, che parte dalla scuola, darà nuovo slancio allo sviluppo del nostro Paese”.
Così Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, in visita ad Alessandria per la tre giorni di Scuola Futura, il campus itinerante del Mim sugli investimenti del Pnrr per promuovere la formazione sulla didattica innovativa e coinvolgere le comunità scolastiche sulle sfide del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Le risorse per il Piemonte
Per gli istituti scolastici del Piemonte il Ministero ha stanziato, con risorse Pnrr:
– 388 milioni e 441mila euro per interventi di edilizia scolastica.
– 271 milioni e 421mila euro circa per interventi a contrasto della dispersione scolastica, Scuola 4.0, potenziamento delle discipline Stem, didattica digitale e formazione dei docenti, Centri territoriali di supporto (CTS) per la fornitura di supporti e ausili per gli studenti con disabilità, Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA) per la formazione degli adulti e il contrasto alla dispersione scolastica a favore dei 12 CPIA del Piemonte.
– 73 milioni di euro circa per gli Istituti tecnologici superiori – ITS Academy.
– Oltre 7 milioni di euro per gli istituti agrari/alberghieri/nautici/aeronautici.
In totale, per la Regione Piemonte il Mim ha stanziato risorse per 739.714.995,44 euro.
Le risorse per la provincia di Alessandria
Per la provincia di Alessandria il Ministero ha stanziato, con risorse Pnrr:
– 43 milioni di euro circa per interventi di edilizia scolastica.
– 26 milioni di euro circa per interventi a contrasto della dispersione scolastica, per la Scuola 4.0, potenziamento delle discipline Stem, didattica digitale e formazione dei docenti.
– Per la Regione Piemonte, inoltre, sono stati assegnati 1 milione e 500mila euro per gli istituti agrari/alberghieri/nautici/aeronautici, per 6 progetti.
In totale, per le scuole del territorio di Alessandria il Mim ha stanziato risorse Pnrr per 69.567.831,36 euro.
Scuola Futura
In occasione della Giornata nazionale del Made in Italy e della Giornata mondiale dell’Arte (entrambe celebrate il 15 aprile) si svolgerà a Caserta Scuola Futura, il campus itinerante del Ministero dell’Istruzione e del Merito sugli investimenti del Pnrr per promuovere la formazione sulla didattica innovativa e coinvolgere le comunità scolastiche sulle sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Da sabato 13 a lunedì 15 aprile più di 2.600 studentidi scuole secondarie e oltre 850 tra dirigenti, docenti e personale scolastico saranno impegnati in numerose attività formative che abbineranno alla didattica ambiti come lo sport, l’alimentazione, le nuove tecnologie digitali e l’arte, con il coinvolgimento oltre 350 scuole provenienti dalla Campania e da tutta Italia. Nel corso dell’iniziativa saranno inoltre presentate le buone pratiche artistiche, musicali, coreutiche e del Made in Italy delle scuole italiane e sarà attivo lo Sportello Edilizia Scolastica Pnrr.
La cerimonia di apertura di Scuola Futura si svolgerà alle 18 di oggi, presso il PalaPiccolo di Caserta. Nel corso della tre giorni i laboratori e i percorsi di formazione si terranno nella Reggia di Caserta e in diversi altri spazi cittadini (Scuola Nazionale di Amministrazione, Scuola specialisti Aeronautica, Biblioteca Vescovile).
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sarà presente all’evento lunedì 15 aprile a partire dalle 15.30, per visitare i laboratori di Scuola Futura Campus presso la Reggia di Caserta e incontrare i tanti studenti, docenti, dirigenti e lavoratori della scuola lì presenti. Il Ministro parteciperà anche all’evento conclusivo, che si terrà al Palazzetto di Caserta alle ore 16.
A.I. e la questione coscienza. Prolegòmena 1
A.I. e la questione coscienza. Prolegòmena 1
di Gabriele Boselli
Sono stato, anzi sono, un maestro di scuola elementare. Un maestro di quelli, “unici” di prima della controversa riforma degli anni ’90 in cui -salvo che in poche scuole- con i “moduli” e i tests oggettivistici di valutazione degli apprendimenti andarono in frantumi nel pensare e nel conoscere delle scuole ampie capacità d’ intuizione dell’Intero. Sono un maestro “unico” che porgeva/porge agli alunni e ai colleghi coscienza e intelligenza dei nessi che collegano tutti gli esseri, gli oggetti e le pagine materiali e immateriali dei mondi che costituiscono il mondo.
I maestri “unici”, quelli che ancora siedono in cattedra come i colleghi in congedo, continuano sempre il loro studio ad ampio raggio dell’intero panorama culturale e scientifico, panorama irriducibile in ristretti ambiti disciplinari. Ogni disciplina, da sola, è errata. Negli ultimi anni mi sono occupato delle fondazioni epistemologiche dell’Intelligenza Artificiale, una rivoluzione di immense conseguenze su tutte le forme del sapere, della vita e del lavoro dell’uomo.
Dirò di seguito di come i programmi dell’intelligenza artificiale e generativa pongano in termini nuovi le antiche questioni della conoscenza e in particolare della coscienza. Sono pure questioni eminentemente pedagogiche, di pedagogia come, gentilianamente, scienza filosofica.
Inizio da alcune questioni che -da buon “maestro unico” volto all’Intero come nella vecchia scuola elementare- cercherò di dibattere nelle puntate successive. Le prime che argomenterò sono di carattere che potrebbe apparire fondamentale; sono invece fondazionali (tendenti a costituire fondazioni oscillanti, mutevoli per natura e intensità, sviluppantesi per vettori multipli) e operazionalizzabili nella generalità delle discipline. Le seconde potrebbero esser messe in atto nel mondo dell’istruzione, dalla scuola dell’infanzia all’università e agli istituti di ricerca.
Questioni generali
Che conoscenza sarebbe quella che non emanasse da una coscienza umana?
L’Intelligenza Artificiale di una macchina potrà davvero essere cosciente ovvero, (Faggin, 2022) costituirsi in uno stato quantistico puro (matematicamente rappresentabile) irreplicabile e irriducibile?
Vi sono omologie -o magari qualcosa di più- tra strutture della sintassi ordinaria e le architetture dei microprocessori?
E tra dinamiche della memoria dei viventi (umani e non) e memorie dinamiche artificiali, es. RAM? In che senso quel che il computer, manipolatore simbolico ad alta velocità attraverso reti neurali, produce ulteriorità di conoscenza?
L’assemblaggio a divergenza a controllo debole (“creativa”) di n. pagine aggiunge qualcosa di nuovo al patrimonio intellettuale dell’umanità?
Si potranno sviluppare algoritmi di esercizio e sviluppo dell’intuizione e della gamma emozionale? I nuovi computer potranno eludere gli attuali fattori inibitivi dello sviluppo delle scienze (Boselli, 2020)?
Gli imminenti computer quantistici -non più inanimati come gli attuali- troveranno negli spazi sub- atomici di indeterminazione varchi per quelle capacità di intuizione e magari di emozione sinora non accessibili anche per i più potenti fra i computer attuali (macchine con funzioni semplicemente computazionali)?
G. Boselli voce Conoscere in AAVV Per un lessico di pedagogia fenomenomologica, EricKson 2005
G. Boselli Inibizioni del novum in Encyclopaideia – Journal of Phenomenology and Education. Vol.24, n.56, 2020
F.Faggin Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura, Mondadori 2022
Verso linee guida sull’uso dell’IA
Verso linee guida sull’uso dell’intelligenza artificiale
di Gennaro Palmisciano *
È recente la notizia di una intera classe che nel fine settimana aveva svolto un compito scritto ricevuto per casa su ChatGPT. Il docente si era reso conto della variazione di stile, per svolgimenti perfetti, e aveva chiesto agli alunni di integrare verbalmente ponendo alcune domande, con esiti “drammatici”: non sono stati in grado neanche di leggere e capire il testo che avevano consegnato. La soluzione trovata da quel docente mi sembra una buona idea. Ma le questioni sono di più vasta portata.
Il problema non è solo come posso controllare la veridicità di un testo generato da ChatGPT.
L’uso massiccio dell’intelligenza artificiale (IA o AI) implica gravi rischi connessi, per esempio, al trattamento dei dati personali e ad un aumento di produttività con pochi precedenti nella storia. Siamo posti di fronte a questioni non solo educative ed etiche, ma anche economiche e sociali del tutto inesplorate.
La concentrazione della tecnologia in poche reti dominanti, il fatto di poter fare tutto su una sola piattaforma, facilita la nostra vita. Più scelta, più comodità, più informazioni, a prezzi spesso più bassi. Ma la concentrazione riduce anche la concorrenza e l’innovazione e può lasciare molti indietro. Ci sono persone e imprese in condizioni di svantaggio che rischiano di rimanere ancora più indietro. Alle persone meno giovani e alle aziende meno dinamiche viene chiesto uno sforzo maggiore per rimanere al passo. Oppure pensiamo alle persone o alle aziende che non hanno le risorse necessarie per dotarsi di tecnologia all’avanguardia. C’è perciò il rischio che le diseguaglianze nell’accesso e nella capacità d’uso della tecnologia aumentino le tensioni sociali già esistenti.
L’intelligenza artificiale è comunque uno strumento nelle mani dell’uomo e, se programmato male, può produrre danni terribili: si immagini a quello che potrebbe accadere in seguito ad armi guidate da un’IA fallace.
Il problema di fondo, oggi come ieri, è governare, anziché subire, il progresso tecnologico.
I governi a vari livelli hanno cercato di dare una risposta.
“L’intelligenza artificiale ha un grande potenziale: può trasformare l’istruzione e la formazione per gli studenti, gli insegnanti e il personale scolastico, può aiutare gli studenti con difficoltà di apprendimento e sostenere gli insegnanti grazie all’apprendimento personalizzato. L’utilizzo dell’IA e dei dati comporta tuttavia rischi per la vita privata e la sicurezza, in particolare quando riguarda i nostri giovani. Sono quindi lieta che gli orientamenti contribuiranno a garantire che questi rischi siano presi in considerazione e che i nostri figli possano essere protetti e al sicuro” ha affermato Maryia Gabriel, commissaria per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani.
“L’intelligenza artificiale (IA) sta diventando onnipresente nella nostra economia e nella nostra società: influisce sul modo in cui restiamo informati e prendiamo le decisioni. È quindi naturale che abbia raggiunto anche le nostre scuole. L’uso dell’IA nell’istruzione non è più un miraggio lontano. L’intelligenza artificiale – scrive Mariya Gabriel – sta già cambiando le modalità di lavoro di scuole, università ed educatori, e le modalità di apprendimento dei nostri figli. Sta inoltre rendendo i contesti educativi più reattivi aiutando gli insegnanti a rispondere alle necessità specifiche di ciascun discente, e si sta rapidamente convertendo in un elemento fondamentale del tutoraggio personalizzato e della valutazione, mettendo sempre più in luce il potenziale di cui dispone per fornire preziose informazioni sullo sviluppo degli studenti. L’impatto dell’IA sui nostri sistemi di istruzione e formazione è innegabile, e aumenterà ulteriormente in futuro. Ecco perché gli Orientamenti etici per gli educatori sull’uso dell’intelligenza artificiale (IA) e dei dati nell’insegnamento e nell’apprendimento sono non solo utili ma addirittura indispensabili. Se ne allega copia certi che l’UE ha risposto, in questa prima fase, già dal 2022, alle prime sollecitazioni del mondo dell’Istruzione e dell’Università; sostanzialmente della formazione”.
Le linee guida etiche sull’uso dell’intelligenza artificiale e dei dati nell’insegnamento e nell’apprendimento per gli educatori sono un documento della Commissione europea pubblicato nel 2022.
“Le linee guida sono progettate per aiutare gli educatori a comprendere il potenziale che le applicazioni dell’IA e l’utilizzo dei dati possono avere nell’istruzione e per aumentare la consapevolezza dei possibili rischi in modo che siano in grado di impegnarsi in modo positivo e critico ed eticamente con i sistemi di intelligenza artificiale e sfruttarne appieno il potenziale.
L’obiettivo è sfatare pregiudizi diffusi sull’IA che potrebbero causare confusione o timori riguardo al suo utilizzo, in particolare nel settore dell’istruzione. Inoltre il documento tratta le considerazioni e i requisiti di natura etica offrendo consigli pratici agli educatori e ai dirigenti scolastici su come pianificare un utilizzo efficace dell’IA e dei dati nelle scuole. Ad esempio gli orientamenti suggeriscono come utilizzare queste tecnologie per adattare l’insegnamento alle abilità di ciascuno studente o come preparare interventi personalizzati per studenti con esigenze speciali. Rappresentano infine una base solida da cui trattare le competenze emergenti per un uso etico dell’IA e dei dati da parte degli insegnanti e degli educatori, proponendo metodi volti a sensibilizzare la comunità e a interagire con essa”.
The Future of Education and Skills: Education 2030 è l’importante documento realizzato dall’OCSE ovvero l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che, nella fattispecie ricorda che “Esiste una domanda crescente nei confronti delle scuole perché preparino gli studenti ai cambiamenti economici e sociali più rapidi, ai posti di lavoro che non sono stati ancora creati, alle tecnologie che non sono state ancora inventate e a risolvere problemi sociali che non esistevano in passato”.
Lo scopo del progetto Education 2030: The Future of Education and Skills dell’OCSE è quello di aiutare i paesi a trovare risposte a due domande di vasta portata: “Di quali conoscenze, abilità, attitudini e valori avranno bisogno gli studenti di oggi per modellare e far prosperare il loro mondo nel 2030?” e “Come possono i sistemi didattici sviluppare queste conoscenze, abilità, attitudini e valori in modo efficace?” Questo documento di posizione dell’OCSE sull’Istruzione 2030 esamina le sfide all’alba del terzo millennio.
Nell’aprile 2021, la Commissione ha proposto il primo quadro normativo dell’UE sull’IA. Ha proposto che i sistemi di intelligenza artificiale utilizzabili in diverse applicazioni siano analizzati e classificati in base al rischio che rappresentano per gli utenti. I diversi livelli di rischio comporteranno una maggiore o minore regolamentazione. Una volta approvate, queste saranno le prime regole al mondo sull’IA. Non a caso, all’interno dell’AI Act, ovvero il Regolamento del parlamento europeo e del consiglio che stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale (legge sull’intelligenza artificiale) e modifica alcuni atti legislativi dell’Unione sono rappresentati dei sistemi di Intelligenza Artificiale con rischio limitato, obbligati a requisiti minimi che possiamo definire di trasparenza.
Gli alunni possono e debbono fare scelte informate e stabilire, consapevolmente, se e quando continuare a adoperare l’IA. Nella categoria del rischio limitato abbiamo i sistemi di Intelligenza Artificiale in grado di originare o maneggiare contenuti di immagini, audio o video, quelli che chiamiamo “deepfake”. Anche in questo caso la scuola ha degli obblighi precisi: formare gli alunni a un uso consapevole e a un uso responsabile dell’Intelligenza Artificiale. L’approccio adottato nel documento distingue i sistemi di intelligenza artificiale sulla base del livello di rischio che implicano.
Ci sono quattro livelli di rischio considerati:
1) Rischio Inaccettabile: Questo è il livello di rischio più elevato e indica che il sistema di IA ha il potenziale per causare danni gravi o inaccettabili alle persone, alle loro vite, ai loro diritti sul lavoro e alla salute e sicurezza. Un esempio è un giocattolo in grado di dialogare con un bambino e di indurlo a comportamenti pericolosi verso se stesso o gli altri. Altro esempio è il social scoring adottato in Cina, sistema nel quale ogni cittadino riceve all’inizio del suo percorso di giudizio un determinato punteggio, che determinate azioni possono abbassare o aumentare: il meccanismo è vulnerabilissimo alle manipolazioni artificiali.Questo livello va correlato a disposizioni molto stringenti o va addirittura proibito.
2) Rischio Elevato: Questo livello indica un rischio significativo associato al sistema di IA, anche se non è considerato inaccettabile. In questa fascia troviamo ad esempio la gestione e l’elaborazione di dati biometrici, gli strumenti di analisi e ranking dei CV dei candidati nell’ambito di un colloquio di selezione, ecc. Vanno certamente previste disposizioni rigorose per minimizzare i rischi e garantire la sicurezza e i diritti delle persone.
3) Rischio Limitato: In questo caso, il sistema di IA è associato a un rischio moderato o limitato. In questo ambito, per esempio, vanno inserite le immagini reali ritoccate da IA che potrebbero prevedere uno speciale contrassegno. Le disposizioni in questo livello saranno meno stringenti rispetto ai livelli di rischio più elevati, ma comunque necessarie per garantire un utilizzo responsabile.
4) Rischio Minimo o Nullo: Questo è il livello di rischio più basso, indicando che il sistema di IA ha un impatto molto limitato o nullo sulle persone, le loro vite e i loro diritti. Qui troviamo i software antispam, i videogiochi e i prodotti di intrattenimento come le chatbots, i quali vanno semplicemente incoraggiati ad aderire a codici di condotta volontari. In questo caso, vanno applicate normative meno rigide.
Il Ministero dello Sviluppo Economico è stato l’autore del documento Proposte per una Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale.
Successivamente è stato pubblicato il Programma strategico Intelligenza Artificiale 2022-2024 voluto dal Governo Italiano a cura del Ministero dell’Università e della Ricerca, del Ministero Dello Sviluppo Economico e del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione Digitale. Il primo dei due documenti sottolinea che l’IA “dovrebbe essere adottata come metodo educativo in grado di portare alla formazione del cosiddetto pensiero computazionale, alla multidisciplinarietà intrinseca nella soluzione di problemi e nella trasversalità delle competenze”.
Nel Libro Bianco per l’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino a cura dell’Agenzia per l’Italia Digitale, viene specificato che l’uso di soluzioni di IA nel settore dell’istruzione permetterebbe di diminuire le diseguaglianze sociali. Nel documento si legge “…è ipotizzabile un intervento significativo dei sistemi intelligenti dì supporto all’apprendimento. C’è una lunga tradizione nell’uso del calcolatore per tali scopi: dai sistemi Computer Assisted Instruction (CAI) ai sistemi Intelligent Tutoring Systems (ITS). Negli ITS è sempre presente uno student model, inteso come base di conoscenza in cui sono rappresentate in modo esplicito le caratteristiche e le conoscenze dello studente. Questa soluzione svolge un ruolo di sostegno fornendo un’integrazione ai sistemi di insegnamento tradizionali, contribuendo a colmare le lacune di apprendimento degli studenti con problemi cognitivi”. L’IA nelle scuole ridurrebbe, evidentemente, quello che è il gap linguistico. “L’offerta di servizi di traduzione simultanea adeguatamente modellati potrebbe aiutare a colmare il divario generato dalle nuove ondate migratorie, offrendo dunque una preziosa assistenza allo studio”. L’IA, potrebbe permettere di “superare i limiti posti dall’esigenza di possedere conoscenze specialistiche per svolgere determinate attività”. Grazie all’Intelligenza Artificiale, potrebbero essere attivati nuovi approcci di valutazione basati su proposte personalizzate per fornire ai docenti e agli alunni informazioni più significative in tutte le aree dell’apprendimento. Per non considerare il fatto che la utilizzabilità di Small Data sarebbe da supporto agli insegnanti per accertare quelli che sono i punti di forza e i punti di debolezza nel percorso dell’apprendimento degli alunni e per favorire la personalizzazione dei contenuti. Disporre di dati darebbe lettura immediata ai progressi e alla conoscenza di sé in relazione al percorso scolastico.
Nel Libro Bianco per l’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino a cura dell’Agenzia per l’Italia Digitale, come detto sopra, tra gli esempi di come la Scuola potrebbe trarre beneficio dall’adozione di soluzioni di IA cita:
- strumenti automatici per la valutazione;
- personalizzazione del materiale didattico;
- tutoring automatizzato, per mezzo di strumenti di raccomandazione per tenere viva l’attenzione;
- suggerimenti inerenti variazioni personalizzate da introdurre nel programma scolastico;
- estrazione di indicatori predittivi di rischio di abbandono scolastico.
Se solo recentemente personal digital tutor sono stati introdotti per l’assistenza dei dottorandi (in didattica generale e pedagogia speciale presso Unisa), dove l’Intelligenza Artificiale è stata già applicata da tempo nel campo educativo – si legge sul sito dell’INVALSI – invece, è l’automazione delle attività di tipo amministrativo e quelle di routine e gestione della quotidianità dirigenziale e amministrativa di ciascuna Istituzione Scolastica. È il caso, per esempio, dei sistemi per:
- produzione della certificazione digitale che attesta in modo oggettivo il livello di competenze acquisito;
- elaborazione delle pagelle elettroniche;
- gestione del calendario delle lezioni;
- aggiornamento immediato delle presenze e delle assenze.
L’Intelligenza Artificiale apre a prospettive nuove e indirizzate al miglioramento dell’attenzione all’inclusività dell’Istituzione Scolastica. Sono validi esempi, per esempio, le tecnologie multisensoriali e tra queste la robotica sociale, adoperata per incoraggiare l’apprendimento e le relazioni negli alunni con, per esempio, di disturbi dello spettro autistico, o soluzioni adeguate per supportare allievi con BSE e DSA.
In merito alle possibilità offerte dalla realtà aumentata, nelle scuole potrebbero nascere nuovi ambienti educativi innovativi, inclusivi e coinvolgenti, in grado di incentivare l’interazione con e tra gli studenti, coniugando esigenze di formazione e innovazione tecnologica.
L’Intelligenza Artificiale nella scuola può, inoltre, supportare lo studio individuale, come strumento di autovalutazione attraverso la redazione automatica di esercizi aggiuntivi e interrogazioni virtuali.
Il piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027)dell’UE è l’iniziativa strategica rinnovata dell’Unione europea (UE) a sostegno dell’adattamento sostenibile ed efficace dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri dell’UE all’era digitale.
Il piano d’azione per l’istruzione digitale:
- offre una visione strategica a lungo termine per un’istruzione digitale europea di alta qualità, inclusiva e accessibile;
- affronta le sfide e le opportunità evidenziate dalla pandemia di COVID-19, che ha portato a un uso senza precedenti della tecnologia nel campo dell’istruzione e della formazione;
- mira a rafforzare la cooperazione a livello dell’UE in materia di istruzione digitale e sottolinea l’importanza di collaborare in tutti i settori per integrare l’istruzione nell’era digitale;
- presenta opportunità, tra cui un maggiore e migliore insegnamento in materia di tecnologie digitali, il sostegno alla digitalizzazione dei metodi di insegnamento e delle pedagogie e la messa a disposizione delle infrastrutture necessarie per un apprendimento a distanza inclusivo e resiliente.
Insomma, l’IA è uno strumento intelligente se usato in modo intelligente, specie con gli alunni speciali, e può essere uno strumento dannoso, se usato in modo non intelligente.
* Dirigente Ispettore Tecnico – Ministero dell’Istruzione e del Merito
Orientamenti etici per gli educatori sull’uso dell’intelligenza artificiale (IA) e dei dati nell’insegnamento e nell’apprendimento (2022)
Commissione europea
Osservatorio Scuola Digitale
Ministero dell’Istruzione e del Merito
Osservare i cambiamenti in atto monitorare il processo di transizione digitale delle scuole
Gianna Barbieri Direttore Generale DGEFID
Ezia Palmeri Dirigente Ufficio VI – DGEFID
Ambienti di apprendimento: evoluzione di un futuro possibile
Gli ambienti di apprendimento, evoluzione di un futuro possibile
di Bruno Lorenzo Castrovinci
Nel racconto dell’evoluzione degli ambienti di apprendimento, si dipana una narrazione avvincente che attraversa epoche e tecnologie, dalla semplice penna e calamaio fino all’affascinante era degli ologrammi e del Metaverso. Siffatto viaggio nella storia dell’educazione non è solo una successione di cambiamenti fisici e tecnologici, ma è intriso di significato e di sfide umane, a testimonianza della costante ricerca dell’innovazione e della migliore pratica educativa.
Le prime aule, con i loro banchi e lavagne nere di ardesia, rappresentavano un’epoca in cui l’istruzione era rigidamente strutturata e basata sulla trasmissione passiva del sapere da parte degli insegnanti ai loro studenti. In questo contesto, l’apprendimento era spesso un processo meccanico e mnemonico, incentrato sulla ripetizione e sulla memorizzazione, con poco spazio per la creatività e l’esplorazione individuale.
Con l’avvento delle tecnologie informatiche, le aule hanno cominciato a trasformarsi in spazi più interattivi e dinamici. Le lavagne interattive multimediali e i computer hanno aperto nuove possibilità per l’apprendimento, permettendo agli studenti di esplorare concetti in modi più visivi e pratici. Questa fase di transizione, tuttavia, non è stata priva di sfide, poiché molti insegnanti hanno dovuto adattarsi a nuove modalità di insegnamento e apprendimento, mentre le istituzioni educative si sono scontrate con questioni logistiche e di accesso alle nuove tecnologie.
L’attuale era digitale rappresenta un ulteriore passo avanti nell’evoluzione degli ambienti di apprendimento. Le tecnologie digitali, come dispositivi mobili, piattaforme online e realtà virtuale, sono diventate parte integrante dell’esperienza educativa, offrendo agli studenti accesso a un’enorme quantità di risorse e possibilità di apprendimento personalizzato. Questa trasformazione ha portato con sé una maggiore autonomia degli studenti nel loro percorso educativo, spingendo verso approcci pedagogici più centrati sull’individuo e sulla sua crescita personale.
Tuttavia, nonostante i benefici evidenti delle nuove tecnologie, le scuole si sono trovate ad affrontare una serie di sfide. La rapida evoluzione delle tecnologie ha reso difficile per gli insegnanti tenere il passo con le ultime novità e l’integrazione efficace nella loro pratica quotidiana. Inoltre, è emersa come tema critico la questione dell’accesso equo alle risorse digitali, dato che non tutti gli studenti hanno accesso a dispositivi e connessioni affidabili al di fuori delle mura della scuola.
Il futuro degli ambienti di apprendimento si configura come un panorama affascinante e pieno di promesse. Le tecnologie emergenti, come la realtà aumentata e gli ologrammi, stanno aprendo nuove possibilità per l’istruzione, consentendo agli studenti di esplorare concetti complessi in modi innovativi e coinvolgenti. Gli ambienti educativi del futuro saranno caratterizzati da una maggiore personalizzazione e flessibilità, con sistemi educativi adattabili alle esigenze e ai ritmi individuali degli studenti.
Tuttavia, mentre ci avventuriamo verso questo futuro luminoso, è importante rimanere consapevoli delle sfide che potrebbero emergere lungo il cammino. Dalle questioni legate all’equità e all’accesso alle tecnologie all’esigenza di formare gli insegnanti per affrontare un mondo sempre più digitalizzato, c’è ancora molto lavoro da fare per assicurare che tutti gli studenti possano beneficiare appieno delle opportunità offerte dagli ambienti di apprendimento del futuro. Ma con impegno, determinazione e una visione condivisa, possiamo creare ambienti di apprendimento che non solo preparino gli studenti per il mondo di domani, ma li ispirino a esplorare e a realizzare il loro pieno potenziale, trasformando così il nostro mondo per le generazioni a venire.
Il futuro degli ambienti di apprendimento si profila come un’epoca di trasformazione radicale, in cui la tecnologia e l’innovazione pedagogica si fondono per creare esperienze educative senza precedenti. Immaginate aule in cui le tradizionali pareti statiche sono sostituite da schermi interattivi ad alta definizione che circondano gli studenti, trasformando lo spazio fisico in un ambiente dinamico e immersivo. Questi schermi non sono solo strumenti per la visualizzazione di contenuti, ma diventano portali verso mondi virtuali e interattivi, in cui gli studenti possono esplorare concetti astratti, interagire con simulazioni realistiche e collaborare con i propri compagni di classe in tempo reale, tutto grazie alla potenza della realtà aumentata e virtuale.
In queste aule del futuro, gli studenti indossano dispositivi di realtà aumentata che trasformano il mondo intorno a loro in un’esperienza interattiva e personalizzata. Attraverso questi dispositivi, possono vedere oggetti tridimensionali fluttuare nello spazio, ascoltare lezioni di esperti provenienti da tutto il mondo e partecipare a discussioni in gruppo con compagni di classe lontani migliaia di chilometri. Una tale esperienza altamente immersiva non solo rende l’apprendimento più coinvolgente e divertente, ma apre nuove porte per l’educazione globale e la collaborazione internazionale.
Al centro di questo ecosistema educativo avanzato c’è l’intelligenza artificiale, che agisce come un tutor virtuale personalizzato per ciascuno studente. Utilizzando algoritmi avanzati e dati di apprendimento personalizzati, l’IA è in grado di adattare i materiali didattici e le attività agli interessi, alle capacità e al ritmo di apprendimento di ciascuno studente, garantendo così un’esperienza educativa altamente personalizzata e efficace per tutti.
Ma il vero cuore di questa rivoluzione educativa risiede nel Metaverso, un universo digitale condiviso in cui gli studenti possono immergersi totalmente in esperienze educative interamente nuove. Attraverso il Metaverso, gli studenti possono esplorare mondi virtuali creati da esperti educatori, partecipare a simulazioni realistiche e interagire con compagni di classe da tutto il mondo, il tutto senza mai lasciare il comfort delle proprie case. Questa visione futuristica degli ambienti di apprendimento apre la porta a un’educazione veramente globale e inclusiva, in cui gli studenti possono connettersi, collaborare e imparare insieme, indipendentemente dalle barriere geografiche o socio-economiche.
La crescente dipendenza dalle tecnologie digitali ha sollevato, a ogni buon conto, preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei dati degli studenti e alla loro privacy online. Diviene pertanto fondamentale garantire che le informazioni personali degli studenti siano protette e che gli ambienti di apprendimento digitali siano sicuri e affidabili. Tutto ciò richiede una stretta collaborazione tra istituzioni educative, governi e aziende tecnologiche per sviluppare politiche e protocolli che proteggano gli studenti e promuovano un ambiente educativo sicuro e inclusivo per tutti.
Infine, non possiamo trascurare l’importanza di una formazione adeguata per gli insegnanti nell’utilizzo delle nuove tecnologie educative. È essenziale che gli insegnanti ricevano la formazione e il supporto necessari per integrare in modo efficace le tecnologie digitali nella loro pratica pedagogica e per adattarsi ai rapidi cambiamenti nel panorama educativo. Fondamentale e inevitabile la necessità di investimenti significativi nella formazione degli insegnanti e nello sviluppo professionale continuo, al fine di garantire che siano in grado di fornire un’istruzione di qualità ai loro studenti in un mondo sempre più digitalizzato.
Il futuro degli ambienti di apprendimento è pieno di promesse e possibilità ma anche di sfide e complessità. Con impegno, collaborazione e una visione condivisa, sarà comunque possibilecreare ambienti educativi che siano veramente trasformativi, preparando gli studenti non solo per il mondo di domani, ma per affrontare sfide e opportunità che al momento possiamo solo immaginare.
Dieci consigli sulla cybersicurezza per i docenti
Le proposte del Cybersecurity National Lab per i docenti: consigli su cybersicurezza, corsi e workshop gratuiti
Il Cybersecurity National Lab, in occasione della sua partecipazione alla Fiera Didacta di Firenze, propone 10 consigli per la cybersicurezza a scuola, workshop di formazione e gioco e nuovi corsi gratuiti base e avanzati aperti a docenti delle scuole superiori
Pubblicato dal Cybersecurity National Lab del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) un manifesto con 10 consigli e regole che i docenti delle scuole possono seguire per garantire un uso sicuro dei dispositivi digitali in classe. La mini guida – elaborata dai docenti dei corsi di cybersicurezza erogati periodicamente dal Laboratorio – sarà distribuita in occasione della fiera dell’innovazione didattica Didacta 2024 che si svolgerà a Firenze, presso la Fortezza dal Basso, dal 20 al 22 marzo e che vedrà la presenza del Laboratorio con un proprio stand presso il Padiglione Spadolini, Piano Attico, e con l’organizzazione di 6 workshop per docenti delle scuole superiori.
“L’attività con le scuole – afferma il direttore del Laboratorio Paolo Prinetto – è per noi centrale. In questi anni, oltre ad aver coinvolto oltre 30mila ragazzi e ragazze nei nostri programmi di formazione e gaming sulla cybersicurezza, abbiamo creato un network, CyberHighSchools, che adesso conta oltre 600 scuole con sede in tutta Italia che hanno accesso alle nostre iniziative di formazione gratuita, come i corsi base e avanzati per insegnanti, pubblicati sulla piattaforma SOFIA. Federare la propria scuola è semplice e gratuito e le opportunità per studenti e docenti sono davvero preziose”.
Il prossimo corso in partenza, le cui iscrizioni sono ancora aperte (fino al 29 marzo), è quello di cybersicurezza base, con inizio il 4 aprile 2024. Una seconda edizione del corso base è in programma in autunno. Oltre a questi percorsi formativi, i docenti potranno iscriversi ai 6 workshop in programma a Didacta: CYBERUNLOCK segui le carte e risolvi la cyber sfida, un gioco di carte guidato che ha l’obiettivo di proporre enigmi legati alla cybersicurezza da risolvere, ispirato a UNLOCK e ideato dalle ricercatrici della Scuola IMT Alti Studi Lucca; Capture-The-Flag: metodi didattici innovativi per imparare la cybersicurezza giocando, una serie di challenge sulla cybersicurezza che intendono dimostrare come questa modalità possa essere sfruttata anche nella didattica.
“Il senso che queste iniziative possono avere per noi insegnanti – afferma Tiziana Varone, docente dell’ITT G.C. Falco di Capua – è quello di tenerci aggiornati sulle novità in un ambito tecnologico in rapida evoluzione e offrirci strumenti didattici (le challenges, ad esempio) adatti allo stile di apprendimento della generazione Z. Devo confessare che, grazie alle iniziative del Cybersecurity National Lab, rimpiango di non avere trent’anni di meno per poter entrare a far parte del Team dei CyberDefender!”.
Federando il proprio istituto alla rete CyberHighSchools, gli studenti e le studentesse possono infatti iscriversi alla prossime edizioni dei programmi formativi a loro dedicati organizzati dal Lab, tra cui: OliCyber.IT, le Olimpiadi italiane di cybersicurezza; CyberTrials, il programma di formazione rivolto esclusivamente alle ragazze, e CyberChallenge.IT.
“Noi docenti siamo quotidianamente a rischio dal punto di vista della sicurezza informatica, utilizzando ormai solo piattaforme digitali per il nostro lavoro, come il registro elettronico. Quindi è fondamentale per noi formarci e aggiornarci sempre su questo tema per poi trasmettere queste informazioni ai ragazzi ” – spiega Michele Stecca, docente dell’ITT Eugenio Barsanti di Castelfranco Veneto, già partecipante ai corsi per gli insegnanti del Laboratorio. “Due dei nostri ragazzi, hacker buoni, hanno per esempio scoperto delle falle di sicurezza in alcune piattaforme che utilizziamo quotidianamente e ce le hanno segnalate prontamente”.
Per informazioni su come federare le scuole e iscriversi ai corsi gratuiti:
https://cyberhighschools.it
Workshop in programma a Didacta 2024:
Mercoledì 20 marzo alle 11.30,
CYBERUNLOCK segui le carte e risolvi la cyber sfida!
https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/2655-cyberunlock-segui-le-carte-e-risolvi-la-cyber-sfida
Mercoledì 20 marzo alle 16.30,
Capture-The-Flag: metodi didattici innovativi per imparare la cybersicurezza giocando
Giovedì 21 marzo alle 9.30,
Capture-The-Flag: metodi didattici innovativi per imparare la cybersicurezza giocando
https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/2611-capture-the-flag-metodi-didattici-innovativi-per-imparare-la-cybersicurezza-giocando
Giovedì 21 marzo alle 16.30,
CYBERUNLOCK segui le carte e risolvi la cyber sfida!
https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/2656-cyberunlock-segui-le-carte-e-risolvi-la-cyber-sfida
Venerdì 22 marzo alle 9.30,
CYBERUNLOCK segui le carte e risolvi la cyber sfida!
https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/2657-cyberunlock-segui-le-carte-e-risolvi-la-cyber-sfida
Venerdì 22 marzo alle 11.30,
Capture-The-Flag: metodi didattici innovativi per imparare la cybersicurezza giocando
https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/2612-capture-the-flag-metodi-didattici-innovativi-per-imparare-la-cybersicurezza-giocando
WeTambara
Alla Scoperta di WeTambara
Innovazione Didattica e Sviluppo Software
di Diego Benna
L’istruzione tecnologica in Italia sta percorrendo nuovi sentieri grazie a WeTambara, una piattaforma dedicata allo sviluppo e all’apprendimento della programmazione informatica che sta rivoluzionando il modo in cui insegnanti e studenti interagiscono con il codice.
Dall’IA all’ottundimento programmato
Dall’IA all’ottundimento programmato
di Vittorio Zedda
Come sempre i nuovi strumenti che l’ingegno riesce a creare cambiano la vita degli umani.
Il cambiamento è buono o cattivo secondo l’uso che si fa dei nuovi strumenti.
La loro potenzialità viene commisurata all’inizio dall’aiuto e dalla velocità con cui ogni nuovo strumento consente di operare.
La riduzione dei tempi e l’aumentando della qualità, della precisione e della produttività di un processo lavorativo che prima richiedeva tanto impegno, spese, tempo e fatica emergono di prim’acchito come chiari indicatori di successo del nuovo strumento.
Ma uno strumento nuovo non serve solo a fare più agevolmente “cose vecchie”.
Penso al mondo della scuola, sempre presente nel mio vissuto, e mi viene in mente W. Kenneth Richmond.
Nel suo libro “La rivoluzione nell’insegnamento” ( sottotitolo chiarificatore ” Dall’impulso tecnologico a una nuova pedagogia” ) alludendo al ricorrente fenomeno della comparsa in campo didattico di nuove strumentazioni tecnologiche di cui non si capisce l’effettiva portata innovativa, usa un’efficace metafora: “la sindrome della carrozza senza cavalli”.
Nelle prime automobili la gente vide solo delle carrozze senza cavalli, e così ribattezzò lo “strumento nuovo” con il nome di uno “strumento vecchio”, evidenziando ciò di cui era privo piuttosto che quello che di nuovo aveva.
A ben vedere la “sindrome della carrozza” toccò anche alla denominazione di quello che chiamiamo computer ( cioè calcolatore) :un complesso congegno che non è solo un calcolatore bensì un elaboratore elettronico multimediale e multifunzionale con infinite modalità d’impiego.
Curiosamente dei nuovi strumenti tecnologici la gente non saprebbe che farsene fino a quando non li prova .
E dopo averli provati si lascia guidare affascinata dagli imprevisti percorsi che il nuovo strumento apre di fronte ai loro occhi, prima ancora di utilizzarli per effettive e concrete esigenze. In un ciclico alternarsi di tecnologia che coinvolge gli uomini e di uomini che “cavalcano” la tecnologia e continuamente la trasformano.
Coloro che acquisiscono le migliori competenze in un qualsiasi campo tecnologico esercitano un potere o poteri diversi che i meno competenti non hanno, e quindi subiscono.
La cosiddetta “Intelligenza artificiale” è la nuova arena di confronto fra coloro che ancora non sanno di che si tratti e coloro che già da tempo e sempre più largamente ne fanno uso.
Alla metafora di Richmond ne proporrei quindi in aggiunta un’altra .
Mi trovai mezzo secolo fa a girare in taxi nel traffico caotico di Napoli, dove pareva che i sensi di marcia fossero tutti permessi e i semafori non vietassero niente a nessuno. Alle mie garbate osservazioni sulla “guida creativa” dell’autista , lo stesso altrettanto garbatamente replicò : “Signo’ , accà chi prima si sveglia comanda”.
Quella risposta mi pare buona anche in materia di Intelligenza artificiale. In un dibattito in videoconferenza sul tema , una professoressa di scuola secondaria espone la sua esperienza in materia e racconta il suo primo casuale “incontro” con l’intelligenza artificiale.
Impegnata a sostenere un allievo nel suo percorso verso la maturità, aiuta lo stesso a orientarsi nell’elaborazione di un saggio dal titolo ben definito.
Lo guida quindi a individuare ed annotare , anzitutto, una sequenza logica o “scaletta” di argomenti e relativi sviluppi in previsione di una conclusione congruente con il tema e il suo svolgimento.
Ma l’allievo ad un certo punto la interrompe e le propone: “Perché non proviamo a elaborare il saggio con l’intelligenza artificiale? Possiamo usare “Chat.GPT”.
La professoressa non si lascia spiazzare dalla proposta e risponde: “Proviamo”.
L ‘alunno apre l’ “applicazione” sul pc e inizia impostando i dati che la procedura richiede : argomento, titolo, finalità, fino al numero di righe della lunghezza del testo.
Pronti? Via.
Una volta attivato “Chat. GPT” sforna il lavoro finito in breve tempo.
La prof. lo legge e lo trova completo, corretto, perfetto nella forma e nei contenuti.
Eccellente. Si chiede però che cosa potrebbe succedere in una classe in cui tutti gli allievi per lo stesso saggio si avvalessero di “Chat.GPT”.
Ne sortirebbero 25 svolgimenti identici?
Non resta che provare.
Viene reimpostato con Chat.GPT lo stesso saggio, con le stesso titolo e le stesse caratteristiche.
Risultato: ancora un ottimo svolgimento, coerente con il tema, ma diverso nell’esposizione.
Altrettanto tecnicamente valido quanto il primo.
Resta da fare un terzo tentativo per appurare questa varietà espositiva che lo strumento è in grado di fornire con lo stesso ineccepibile risultato sullo stesso tema.
L’esito conferma quanto atteso: per la terza volta uno svolgimento diverso ma coerente con l’argomento, le conclusioni, la qualità e i contenuti.
Valido come i due precedenti elaborati.. A questo punto gli interrogativi sull’uso dell’Intelligenza Artificiale a scuola più che trovare una risposta aprono una serie infinita di interrogativi.
L’ allievo impara in rapporto all’impegno personale che ha profuso nell’elaborazione meditata dell’argomento, nelle ricerche necessarie attivate per documentarsi, nella correlazione degli argomenti e nelle conclusioni cui giunge e nell’efficacia comunicativa con cui le espone.
Viceversa con il saggio elaborato da Chat.GPT, nemmeno è in grado di chiarire la scelta delle argomentazioni e la logica delle conclusioni.
Non ha fatto lavorare il cervello. In un caso del genere “la carrozza è senza cavalli” , ma ha somari al seguito e l’ottundimento mentale ne pare la conseguenza.
Orbene questa è grosso modo la cronaca di un primo impatto con l’Intelligenza Artificiale a scuola.
Ha i limiti ma anche l’utilità di un episodio ben circoscritto e definito.
Non vuole essere un giudizio da incompetenti sull’intelligenza artificiale e le migliaia (o milioni)di applicazioni che può avere in un infinito panorama di usi e di impieghi opportuni.
E’ solo un segnale su cui riflettere , non dimenticando ciò che lo stesso Elon Musk affermò e con cognizione di causa, si presume : “L’intelligenza Artificiale è un rischio per l’umanità”.
Gli interrogativi sono tutti aperti.
Scuola Futura
Arriva a Cagliari Scuola Futura, il campus itinerante del Ministero dell’Istruzione e del Merito sugli investimenti del Pnrr che toccherà tutte le regioni per coinvolgere le comunità scolastiche sui temi e sulle sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per promuovere la formazione sulla didattica innovativa.
Da venerdì 2 a lunedì 5 febbraio più di 1500 studenti e docenti provenienti da circa 200 scuole di ogni regione d’Italia saranno coinvolti in attività formative che abbineranno ambiti come lo sport, il cibo e le nuove tecnologie digitali alle discipline scientifiche e tecnologiche. Oltre ai 15 laboratori di didattica per gli studenti delle scuole primarie e secondarie sono previsti numerosi percorsi formativi dedicati ai docenti, ai dirigenti e al personale scolastico.
L’iniziativa sarà l’occasione per il lancio ufficiale della settimana delle Stem (4 – 11 febbraio), acronimo che racchiude le discipline Science (Scienza), Technology (Tecnologia), Engineering (Ingegneria) e Mathematics (Matematica), il cui potenziamento è previsto dalla riforma del Pnrr e nelle linee guida del Mim.
L’apertura dei laboratori e delle attività di Scuola Futura si è tenuta oggi presso il Bastione Saint Remy, luogo simbolo di Cagliari ubicato nel cuore della città vecchia.
“Con Scuola Futura – afferma Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito – abbiamo inaugurato un viaggio che toccherà tutte le regioni d’Italia per valorizzare i tanti progetti Pnrr del Ministero e quello che stiamo facendo per la scuola: con la riforma dell’istruzione tecnica e professionale e il potenziamento delle materie Stem vogliamo garantire ai nostri ragazzi una formazione altamente qualificata, in linea con le esigenze richieste dalle imprese nelle varie aree del nostro Paese. Lunedì prossimo sarò a Cagliari per incontrare i tanti studenti, dirigenti, docenti e personale scolastico e illustrare gli interventi effettuati sul territorio grazie ai fondi Pnrr per la messa in sicurezza e l’efficientamento degli edifici, il potenziamento dell’offerta formativa (con la realizzazione di laboratori 4.0 e il maggiore utilizzo della didattica digitale integrata), il contrasto alla dispersione scolastica e l’erogazione di un numero sempre più alto di servizi. La Sardegna è una regione ricca di bellezza e dalle enormi potenzialità: una scuola di grande qualità può essere decisiva nel favorirne lo sviluppo”.
Il Ministro Valditara sarà a Cagliari lunedì 5 febbraio a partire dalle 13.15, per visitare Scuola Futura Campus e incontrare i tanti studenti, docenti, dirigenti e lavoratori della scuola lì presenti.
IA o valorizzazione delle eccellenze?
Intelligenza artificiale o valorizzazione delle eccellenze?
di Gennaro Iasevoli (*)
Se si presta attenzione alle scuole delle palestre dell’antica Grecia, alle esperienze della latinità classica, alle scuole di élite italiane del primo novecento fino alla scuola media unica e poi gli istituti liceali, professionali e tecnici del secondo novecento, passando ad oggi, si nota costantemente e chiaramente che la sola valorizzazione delle eccellenze non è bastata a riempire il vuoto tra la cultura ed il popolo: gli alunni bravi e super bravi hanno costituito e costituiscono ancora oggi una esigua percentuale dei frequentanti e quindi restano poco rappresentativi del livello generale di formazione e di cultura prevalente delle comunità.
Gli studenti chiamati eccellenti hanno, senza dubbio, un rendimento pienamente adeguato alla classe frequentata e quindi, nelle occasioni fornite dai gemellaggi, possono confrontarsi agevolmente anche con altri compagni di studio bravi di altre regioni geografiche.
Essi si distinguono perché frequentano la scuola con grande desiderio, trovano nello studio un ammirevole appagamento personale e mostrano talvolta, già da piccoli, un comportamento sociale ed uno stile visibilmente ispirati alla vita di futuri professionisti.
Ma, venendo ai numeri, li possiamo contare per classe sulla punta delle dita di una mano, comunque non più di tre o quattro!
Qualche docente più ottimista parla di gruppi di bravi in alcune classi e poi di esistenza di altre classi omogenee, “appiattite verso un basso rendimento”, senza alcun gruppo trainante.
Se vogliamo, immergendoci anche nel reticolo delle esperienze progettuali scolastiche, constatiamo poi un’altra realtà che in fin dei conti conferma queste premesse; infatti i progetti nazionali ed europei fanno principalmente da stimolo per la massa degli studenti, creando un maggior coinvolgimento nello studio di gruppo, rendendo l’apprendimento più interessante con l’impiego di grosse risorse strumentali e quindi economiche, spesso con stages, incontri, gemellaggi e viaggi: alla fine il numero dei ragazzi eccellenti non varia visibilmente.
Intanto, fuori le mura della scuola, le necessità economiche e geo-politiche dello stato, come di ogni stato post-moderno, esigono urgenti disponibilità di operai, tecnici, ingegneri, medici, giuristi, imprenditori, operatori, professionisti pronti a ricoprire una infinità di ruoli professionali, da allocare nel reticolo funzionale della società contemporanea, soprattutto forniti di discreta conoscenza delle lingue, della matematica, dei rischi lavoro correlati, del pc, dei principali dispositivi meccatronici funzionanti in ogni angolo ed in ogni momento della giornata.
Anzi anche quando un operaio, un operatore o un professionista torna dal lavoro ed è a casa per recuperare i suoi spazi vitali e sociali privati, non può nemmeno ritenersi immune da improvvise problematiche spurie, che continuano ad interconnetterlo col posto di lavoro, attraverso la sua onnipresente dotazione personale fatta di telefonini, pc, allarmi, chiavi elettroniche, password.
Pertanto nella formazione scolastica, emerge l’esigenza preponderante di una cultura ben delineata, finalizzata, corrispondente ad uno schema che non deve essere né vecchio né marcatamente innovativo, ma semplicemente utile alla fruizione ed alla condivisione rispetto ad una determinata e dichiarata fascia di offerta di lavoro.
Perché succede tutto questo? La risposta viene dagli economisti: necessita mantenere il livello del PIL (prodotto interno lordo) , cercando di aumentarlo! Se il PIL cade, nasce la disoccupazione, i genitori hanno meno risorse per sostenere lo studi dei figli, lo Stato riduce i fondi destinati all’edilizia scolastica ed i fondi per il funzionamento, oppure arranca per sostenere la spesa della pubblica istruzione.
Per mantenere il livello del PIL (prodotto interno lordo) lo stato deve fare i conti con l’implementazione delle nuove tecnologie, con le esportazioni e concorrenza dei mercati che impongono livelli di produzione sempre all’avanguardia come qualità, altrimenti i compratori interni ed esteri si rivolgono altrove.
Queste necessità di mercato non si possono più trascurare ed impongono alla scuola di fornire ai diplomati e laureati la giusta preparazione e formazione per essere al pari con i colleghi di altre Nazioni progredite.
Non solo: la preparazione del diplomato e del laureato deve essere predisposta “all’innesto” rapidissimo di eventuali nuove competenze tecnologiche principalmente legate alla meccatronica ed all’intelligenza artificiale, appunto per progettare e produrre ciò che la fantasia umana, le scienze ed i mercati esigono, talvolta in tempi rapidissimi. In quest’ottica una formazione scolastica che si adagiasse su pochi approfondimenti di un tempo passato e soltanto sul contributo dell’esiguo numero di ragazzi eccellenti, rimarrebbe fuori mercato, e non basterebbe nemmeno uno stuolo di scienziati in marketing per attirare gli interessi del mondo sui nostri prodotti obsoleti.
Quindi, come potrà oggi, la scuola, soddisfare le richieste formative per garantire delle competenze schematizzate o polivalenti ai suoi diplomati affinché essi si inseriscano positivamente in una determinata fascia funzionale della città intelligente, in cui c’è un irrefrenabile flusso di fruizione e condivisione di beni e servizi alla moda del momento?
Appunto per questo stanno nascendo nuove realtà formative attraverso licei di nuova generazione che cercano di mettere insieme le discipline più consone alle richieste della società attuale, che accelera le sue funzioni anche con anticipatori ed acceleratori elettronici del pensiero umano attraverso la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale.
E qui rispondo a chi chiede “se si possa sostituire l’intelligenza umana con quella artificiale” : dico che sono e saranno sempre due cose diverse ma non c’è da scherzare con gli “ordinateurs dell’ultima generazione”; queste macchine con i loro programmi composti da una miriade di contributi culturali ed ingegneristici sebbene non sostituiscano l’uomo lo surrogano abbondantemente in ogni particolare, in maniera assai complessa, fino ad arrivare a produrre delle soluzioni tanto innovative e tanto allettanti che incantano i consumatori e riescono a celare finanche alcuni effetti pericolosi.
Ma non rinneghiamo gli sforzi compiuti nel passato e consoliamoci osservando che in fin dei conti la scuola sta cambiato pelle e diminuisce la distanza fra cultura e popolo, sempre senza troppe eccellenze, in linea con questa smania collettiva di fruizione e di condivisione.
Rispondo anche a chi chiede che fine faranno quegli alunni bravi in latino, in greco, in storia dell’arte, in letteratura italiana dopo aver rappresentato per anni il lievito della cultura di uno stato?
Sarà bene continuare a valorizzarli ed a premiarli, perché la loro voce è sempre un punto di riferimento, da cui partire per le valutazioni a livello storico-antropologico.
(*) esperto scientifico Albo REPRISE, Ministero Università e Ricerca
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