M. e C. Giovannetti, Dall’acqua alla luce

Dall’acqua alla luce

di Maurizio Tiriticco

Maurizio e Cristiana Giovannetti hanno voluto raccontare in un volume dal titolo “Dall’acqua alla luce, Ante Supuk moderno visionario”, edito nel 2019 dalla Rotostampa di Roma, “le origini, la vita, la famiglia, lo spirito imprenditoriale e il pensiero del loro trisnonno Ante Supuk, dando così la possibilità di conoscerlo ai propri figli e nipoti e, in ogni caso, a chi fosse interessato alla storia di Sebenico nella seconda metà dell’Ottocento e alle ‘imprese’ del suo Podestà” (p. 85).

Il volume è l’esito di una ricerca lunga e minuziosa, condotta su molteplici fonti (nella bibliografia ne figurano ben trentuno), e le più diverse: articoli, saggi, volumi, informazioni tratte da anagrafi, archivi di Stato (Sebenico, Spalato, Zara). Per ben due volte ricorre anche Niccolò Tommaseo. Ne consegue che le informazioni sono tante, e su un “pezzo di storia” poco noto! Gli storici in genere si interessano di “cose di grandi dimensioni”, spesso dimenticando che anche le vicende cosiddette piccole fanno la storia. Dobbiamo sempre ricordare quanto ci dice BertoltBrecht ne “Le domande di un lettore operaio”: “Il giovane Alessandro conquistò l’India. Lui solo? Cesare sconfisse i Galli. Non aveva con sé nemmeno un cuoco? … Ogni pagina una vittoria. Chi cucinò la cena della vittoria? Ogni dieci anni un grande uomo.Chi ne pagò le spese? Tante vicende. Tante domande”.

In effetti, oltre alla grande storia, quella dei grandi generali e dei grandi politici, c’è anche la piccola storia, quella che tocca la gente comune, i servi, i sudditi, i cittadini, i poveri soldati! Nella battaglia di Waterloo, tra amici e nemici, morirono circa 50.000 uomini! Molti di più, tra amici e nemici, persero la vita nella “campagna di Russia”! Ma i generali non muoiono mai! O quasi! A mia memoria solo un comandante, l’ammiraglio Horatio Nelson, trovò la morte nella battaglia navale di Trafalgar nel 1805! Per non dire poi che i nostri italici generali salvarono tutti la pelle quando, dopo la proclamazione dell’armistizio, l’8 settembre del ’43, scapparono da Roma per raggiungere Pescara, da dove si sarebbero imbarcati sulla corvetta Baionetta per raggiungere Brindisi! Già liberata dagli Angloamericani!

Ma c’è anche la piccola storia, che non si trova né sulle ricerche mirate né sui libri per le scuole! Quella che, purtroppo, riguarda solo le madri, le spose e le figlie dei caduti; e dei tanti civili caduti forse senza sapere bene il perché. E c’è anche la piccola storia quotidiana sulla quale nessuno storico si cimenta! Ma sulla quale c’è la testimonianza orale dei civili, delle persone comuni, le quali sono più spesso vittime della storia che protagonisti. Ma vi sono anche protagonisti attivi, che non fanno Storia, quella con la iniziale maiuscola, ma fanno tanto di quella bella storia minuscola, che è quella che conta di più! Vissuta! Goduta e sofferta!

Ed è il caso di Ante Supuk, né Giulio Cesare né Napoleone, ma un uomo come tanti, nato il 21 agosto del 1838 a Borgo di Terra (Varos), in quel di Sebenico nel Regno di Dalmazia, allora parte dell’Impero Austriaco. Ed ivi deceduto nel 1904. Nel volume molte pagine sono dedicate a Sebenico e alla sua storia, le cui origini risalgono all’Alto Medioevo e si intrecciano con la storia di Venezia, il cui dominio durò fino al 1797. Sono secoli nel corso dei quali a Sebenico vengono costruiti monumenti di grande importanza, la Cattedrale di San Giacomo, il Palazzo Divnic, il Palazzo Foscolo, il Palazzo Rossini. E sulle sue alture si erge maestosa la Fortezza di San Michele. Di fatto Sebenico costituiva una sorta di fortezza difensiva sul mare: un baluardo europeo – se vogliamo usare questa espressione – contro le minacce e gli attacchi continui dei Turchi. Dopo alterne vicende – va ricordato che per alcuni anni Sebenico fu anche sotto il dominio napoleonico – Sebenico e l’intera Dalmazia passano sotto la dominazione austriaca, che durerà fino al 1918. Ovviamente non mancarono i movimenti rivoluzionari ed irredentisti. Infine, “nella Dieta del 1870 i Nazionalisti ottengono la maggioranza con 25 seggi contro16, e la manterranno per sempre fino all’ultima votazione avvenuta nel 1908. Tra gli eletti si distingue Ante Supuk” (p. 43).

Da giovane Ante aveva magistralmente amministrato i possedimenti della famiglia sia nella Regione del Konjevrate, dove aveva una fattoria, che lungo le cascate del Krka, a Stradinski Buk, dove aveva dei mulini impiegati per macinare il piretro, un insetticida naturale. Ma Supuk ha una grande attenzione anche per la sua città. E’ infatti grazie all’impiego civico di Supuk che Sebenico conosce un grande sviluppo. Vengono asfaltate le strade, nascono la rete idrica e quella fognaria. Vengono rafforzate le strutture portuali e nasce la prima linea ferroviaria, la Siveric-Spalato. Attende alla costruzione di edifici pubblici: il Tribunal Circolare e l’Ufficio Postale; crea i primi impianti industriali moderni e fa erigere la statua di Niccolò Tommaseo. Vede anche la luce il primo parco cittadino. Ante attende anche alla costruzione del Teatro Mazzoleni, in onore dell’omonimo cantante lirico sebenicense.

Al fine di illustrare meglio quanto Supuk ha fatto per il suo Paese, è doveroso ricordare la testimonianza di Giuseppe Modrich, riportata su “La Dalmazia romano-veneta-moderna: note e ricordi di viaggio”, del 1892: “Idolo, nume, profeta dei subenzani è il loro podestà, Antonio Supuk, deputato del Parlamento di Vienna. Ad un suo cenno, sarebbero capaci di sacrificare la vita e le sostanze, di incendiare la città… La sua casa da anni è aperta in permanenza a chiunque, povero o ricco, cittadino o paesano. Alla mancanza di istruzione supplisce con una straordinaria prontezza di intuizione, con una bontà di cuore infinito, con un senso squisito per le miserie del popolino…” 

Occorre ricordare che nell’aprile del 1875 Sebenico riceve la visita dell’Imperatore Francesco Giuseppe, giuntovi a bordo del Miramar. E in tale occasione a Skrandinski Buk, la più grande cascata del Krka, viene costruito un ampio e panoramico belvedere che si affaccia sulla città. Insomma, è l’intera regione che acquista rinomanza e prestigio, ma…

…le cose non sono affatto finite! Verso la fine del secolo, ed esattamente nel maggio del 1888, il croato Nikola Tesla, fisico e ingegnere elettrico, tiene una conferenza nel municipio di Zagabria, cercando di convincere i cittadini a costruire una centrale elettrica. La cosa non era sfuggita ad Ante che, con il figlio Marco, si reca a Francoforte per visitarne l’esposizione, le innovazioni presentate e conoscere il valore delle proposte di Tesla. Di ritorno a Sebenico, Ante si adopera perché anche nella sua regione venga costruita una simile centrale! La sua proposta e la sua tenacia hanno successo. Dopo sedici mesi di lavori, nel 1895, con la costruzione della Centrale idroelettrica sul Skradinski Buk, grazie all’aiuto dell’ingegnare Vjekoslav Meichsner, ebbe inizio la distribuzione dell’energia elettrica in tutta la regione. E Sebenico, ovviamente, ne usufruì in modo particolare. In seguito lungo il fiume Krka vennero costruite altre centrali elettriche!

Nel 1895 Ante – con l’aiuto del figlio Marko e dell’ingegnere Vjekoslav Meichsner – procedette alla costruzione della centrale idroelettrica “Jaruga” alle cascate della Cherca. La centrale fu in grado di distribuire energia elettrica per l’intera città di Sebenico: vennero così alimentati il centro industriale e le strade cittadine. Si trattò del primo impianto idroelettrico dell’intera Dalmazia.

Nel 1904, l’11 maggio, Ante Supuk muore. La stampa dell’epoca riporta che “il funerale del 13 maggio è stato magnifico. Hanno partecipato i cittadini di Sebenico e i rappresentanti di molti Comuni della Croazia”. Il 4 giugno 1903 la posta croata ha voluto ricordarlo con l’emissione di un francobollo celebrativo del centenario della messa in funzione della Centrale elettrica di Jaruga. E nello scorso 2018 l’Archivio di Stato di Sibemik e il Museo della città di Sebenico hanno inaugurato una mostra dedicata ad Ante Supuk, “moderno visionario, politico e imprenditore di Sibenik, che ha usato le sue conoscenze e il suo potere per sostenere il progresso sotto ogni aspetto”.