Pasticcio ‘bonus’. Tutti scontenti, ma il problema è reale

da tuttoscuola.com

Pasticcio ‘bonus’. Tutti scontenti, ma il problema è reale 

Nei giorni scorsi il ministero dell’Istruzione ha pubblicato le tabelle per il calcolo del bonus maturità nella versione rivista dal ministro Carrozza. Ma le polemiche continuano, e c’è chi prevede una valanga di ricorsi contro un meccanismo che premia con bonus molto diversi ragazzi che hanno conseguito lo stesso voto.

Il bonus si sommerà infatti al risultato dei test per l’accesso alle facoltà a numero programmato nazionale: chi si è diplomato con un voto superiore a 80 centesimi dovrà però aver preso un voto superiore all’80° percentile dei voti  dati dalla commissione dove lo studente ha sostenuto l’esame. Se la commissione è stata generosa e l’80° percentile si colloca, per esempio, a quota 97, chi ha preso 96 non avrà neanche un punto. Ma se l’80% percentile si attesta a 85 o 90 perché la commissione è stata più severa lo stesso punteggio di 96 darà fino a 7 punti di bonus. Di qui le proteste.

Il ministro Carrozza ha istituito un’apposita commissione per modificare il meccanismo.  “Ci stiamo impegnando per arrivare ad una revisione che possa entrare in funzione il prossimo anno accademico”, ha detto, senza però entrare nel merito della questione.

E’ un fatto comunque, messo in luce anche da Tuttoscuola già con il primo ‘Rapporto sulla qualità nella scuola’ (2007) che esistono grandi squilibri settoriali e territoriali nell’assegnazione del voto di maturità. E perciò, sempre che venga confermata la scelta di tenerne conto nel calcolo del punteggio complessivo dei test universitari, ci sembra giusto che venga individuato un correttivo che ponga riparo a questa evidente stortura.

Possibili rimedi per la disparità nei criteri di valutazione dei docenti? Come abbiamo sottolineato in altre occasioni, il problema dovrebbe essere approfondito su basi scientifiche e sarebbe opportuno discutere a fondo coinvolgendo i docenti nel dibattito. Si possono avanzare alcune ipotesi di soluzione:

– la trasformazione della ‘terza prova’ dell’esame di maturità in una prova nazionale

– fissare dei criteri standard, consistenti in griglie e criteri di correzione idonei a limitare la soggettività locale delle valutazioni e a diffondere una cultura docimologica

– un piano nazionale di formazione dei docenti

Si tratta di misure che potrebbero forse rendere gli esiti degli esami più omogenei e più corrispondenti all’effettiva preparazione degli studenti e all’esito delle prove oggettive. Il dibattito è aperto, chi vuole intervenire può scrivere a redazione@tuttoscuola.com , pubblicheremo l’intervento.