I presidi attaccano il bonus maturità “Sistema ingiusto, va cambiato”

da LaStampa.it

I presidi attaccano il bonus maturità “Sistema ingiusto, va cambiato”

Non convince la novità di quest’anno “Favoriti gli studenti diplomati nelle scuole che hanno un rendimento medio peggiore”

maria teresa martinengo

Per chi sta cercando di entrare in uno dei corsi di laurea a numero programmato in tutta Italia, dopo la fatica della preparazione, arriva un nuovo stress: il «bonus maturità». Il ministero ha pubblicato sul sito www.universitaly.it i voti dell’esame di stato scuola per scuola, in base ai quali i candidati possono calcolare i propri eventuali punti aggiuntivi. E i presidi degli istituti superiori: «È un sistema di calcolo che non garantisce equità, è un vero scandalo», afferma Anna Boggio, dirigente del liceo classico e linguistico Gioberti, dopo aver passato in rassegna le tabelle torinesi. «Uno studente che ci lasci e si iscriva ad un diplomificio ha più chance di avere il bonus rispetto ai suoi vecchi compagni. E si sa che l’accesso a Medicina si gioca su uno scarto minimo, il bonus vale molto».

«È un sistema che non garantisce uniformità di giudizio. Nessun sistema aritmetico lo può fare», commenta Tommaso De Luca, preside dell’Itis Avogadro e presidente di Asapi, l’associazione delle scuole del Piemonte nel cui ambito si discuterà del bonus. Per capire dove sta l’ingiustizia è eclatante il caso del liceo classico dell’istituto paritario Fossati di Rivoli: la soglia per il bonus qui, come nella sezione esaminata dalla stessa commissione allo statale Norberto Rosa di Susa, è 100/100. «La nostra sezione di classico – racconta Paola Bonaudo, coordinatrice didattica del Fossati – era di appena 12 allievi che siamo riusciti a “curare” con successo: l’esame è finito con un 100 e lode, quattro 100, un 99, un 91. Il voto più basso? 80. Immaginare lo stato d’animo della studentessa che ha avuto 99, che sosterrà il test di Medicina e che non avrà il bonus…».

«L’università si lamenta che i ragazzi arrivano dalla scuola superiore con una preparazione inadeguata – riflette Caterina Bocchino -: credo che sia indispensabile chiarire con l’università cosa serve davvero. I ragazzi studiano per i test cose mai viste a scuola e l’anno prossimo i test saranno in primavera: bisogna trovare in fretta dei punti di contatto». Quanto ai punteggi: «Anche a scuola c’è qualcosa di sbagliato: la lode è diventata inarrivabile, lo standard di prestazioni impone incredibili sacrifici».