Test Ocse-pisa, dubbi sui presidi italiani: risposte sospette

da Repubblica.it

Test Ocse-pisa, dubbi sui presidi italiani: risposte sospette

Lo sostiene uno studio condotto da due professori universitari: i dirigenti scolastici del nostro Paese forniscono informazioni “semplificative” o ripetitive, cosa statisticamente poco probabile, per dare un’immagine migliore. Ne deriverebbero dati falsati

Presidi italiani sul banco degli imputati. “Possiamo fidarci dei dati del sondaggio Ocse-Pisa?”. E’ questo il titolo, dal tenore decisamente provocatorio, di uno studio sui risultati del sondaggio Ocse-Pisa del 2009 condotto da due professori universitari: Jörg Blasius, professore di sociologia presso l’università di Bonn, e Victor Thiessen, professore emerito di sociologia alla Dalhousie University in Canada. Uno studio che fa discutere prima ancora di vedere la luce. Perché questa volta il dito viene puntato contro i dirigenti scolastici italiani che vengono accusati di avere “fabbricato i dati col copia/incolla” o di essere stati superficiali nel dare le risposte. “Non ci sono dubbi sui dati”, afferma Blasius.

Il test promosso ogni tre anni dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico è conosciuto in Italia per le carenze evidenziate dai quindicenni nostrani in italiano, matematica e scienze e per il divario con i coetanei di tantissimi Paesi, europei e non. Quello che pochi sanno è che, oltre ai questionari per saggiare le competenze degli adolescenti di 72 nazioni sparse in tutti e cinque i continenti, in occasione del test, vengono forniti anche tre questionari – studenti, genitori e scuola – che servono all’Ocse per contestualizzare le performance dei ragazzi. Uno di questi questionari – quello relativo alla Scuola – viene compilato dal dirigente scolastico e raccoglie informazioni sulla struttura e l’organizzazione dell’istituto, sugli studenti e sul corpo docente, sulle risorse. Ma anche sulla didattica, sul clima scolastico e le politiche seguite.

Tutte informazioni che “servono – spiegano da Parigi – ad illustrare gli aspetti comuni e le differenze fra gruppi di scuole per chiarire meglio il contesto nel quale si colloca il rendimento degli studenti nelle prove”. Per valutare la qualità statistica delle risposte fornite dagli oltre mille presidi che hanno partecipato alla tornata 2009, i due studiosi hanno individuato due indicatori: il numero di risposte “semplificative” e le sequenze che si ripetono. Il fatto è che il questionario è strutturato con domande relative a tre ambiti – risorse della scuola, clima scolastico, politiche e pratiche dell’istituto – che prevedono più risposte standard per le quali sono previsti quattro livelli di giudizio.

E’ statisticamente improbabile, sostengono i due professori universitari, che alcune risposte possano ripetersi. Basta fare un esempio per comprenderlo. “Nella sua scuola, in che misura la didattica risente delle seguenti carenze?”, recita una domanda sulle risorse di cui dispone l’istituto. Alla quale è possibile rispondere in 13 diversi modi – “Carenza di insegnanti di scienze qualificati” o “Carenza o inadeguatezza di attrezzature nei laboratori di scienze”, per citarne soltanto due – con quattro livelli di giudizio: “Per niente”, “Molto poco”, “In una certa misura”, “Molto”. Eppure in Italia, Slovenia e Emirati arabi uniti si verificano “strane” sequenze di risposte ripetute che secondo la statistica hanno pochissime probabilità di verificarsi.

Nel nostro Paese, su 67 milioni di combinazioni possibili alla domanda 11, una sequenza si verifica tre volte e tredici addirittura due volte. Una coincidenza che la statica non ammetterebbe.

Altra anomalia riscontrata è quella delle risposte che gli studiosi definiscono “semplificative”: risposte “per niente” o “molto poco” a tutte le opzioni possibili. Una circostanza che non appare statisticamente

possibile e che denoterebbe l’intenzione da parte dei dirigenti scolastici di far apparire la loro scuola in una situazione migliore di quella reale o che i capi d’istituto hanno fornito risposte automatiche senza leggere le opzioni. Tutte situazione che falserebbero i dati Ocse-Pisa e che potrebbero portare i governi a decisioni sbagliate, visto che l’indagine Pisa (Programme for International Student Assessment) è una delle più seguite in ambito internazionale.