Blocco delle retribuzioni e del Fondo Unico Nazionale dei dirigenti scolastici

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Dr. Matteo Renzi
Al Ministro dell’istruzione università e ricerca
On. Stefania Giannini
Al Ministro dell’economia e finanze
Prof. Pier Carlo Padoan
Al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione
On. Marianna Madia

Oggetto: Blocco delle retribuzioni e del Fondo Unico Nazionale dei dirigenti scolastici.

Questa Organizzazione, quale maggioritaria rappresentate dei dirigenti delle
istituzioni scolastiche, deve ancora una volta richiamare l’attenzione delle SS.LL. sulla
grave situazione di inadempienza nei confronti delle retribuzioni dei dirigenti degli istituti
scolastici.
Questi ultimi, infatti, oltre a percepire le più basse retribuzioni nell’intero
panorama della dirigenza pubblica, si sono visti negli ultimi due anni defraudati di parte
dei compensi spettanti. È accaduto che nel luglio del 2013, a tre anni dal blocco delle
retribuzioni stabilito dal D.L. 78 del 2010, l’Ufficio Centrale del Bilancio, dopo aver
registrato quattro contratti regionali, ha ritenuto di dare una nuova interpretazione
dell’art. 9 comma 2-bis del D.L.78. Una tale “innovativa” ancorché incomprensibile
lettura, in contrasto con quella del Miur e successiva al decreto di attribuzione del Fondo
firmato dallo stesso Ministero, esorbita dalla previsione normativa ed espropria i dirigenti
di fondi derivanti da accantonamenti nella disponibilità della stessa categoria e per di più
non gravanti sulle casse dello Stato.
Questa situazione è intervenuta gravemente su tre diversi profili relativi alla
retribuzione dei dirigenti: ha impoverito il Fondo Unico Nazionale, ha comportato la
mancata registrazione degli ultimi due contratti regionali ed ha determinato la non
corresponsione, da due anni, di alcune significative voci retributive nella maggior parte
delle regioni italiane.
Infatti, l’interpretazione data dall’U.C.B nel luglio 2013 ha impoverito di circa 16
milioni il Fun – il Fondo destinato a retribuire le attività aggiuntive della categoria – già
depauperato dagli interventi normativi di revisione della spesa. Il mancato visto
dell’U.C.B. ha comportato, inoltre, che i Contratti collettivi, già firmati dagli Uffici
Scolastici Regionali e dalle Organizzazioni sindacali, non fossero registrati e che ad oggi
non si sia ancora aperto il tavolo per il contratto dell’anno scolastico appena iniziato.
Ma oltre il danno la beffa: la mancata registrazione dei contratti è stata
liberamente e fantasiosamente interpretata dalle Ragionerie territoriali e dagli Uffici
scolastici regionali con la conseguenza che, nella maggioranza dei casi, è stato bloccato il
pagamento di più voci retributive (per il dettaglio si rinvia alla scheda tecnica allegata).
Da due anni, dunque, i dirigenti delle scuole, che vedono costantemente accresciute le
responsabilità e la complessità dei propri compiti, si trovano negati i compensi loro
spettanti a fronte di prestazioni svolte e di incarichi assunti.
Purtroppo, fin qui, a nulla sono valse le azioni e le richieste di intervento mosse
dalla categoria e da questa Organizzazione, come alcun seguito ha avuto l’approvazione
in Senato di un O.d.G. (n. 1.23 del 4 marzo 2014), accolto dal Governo, che impegnava
l’Esecutivo a trovare una soluzione al problema e riconosceva che nei confronti dei
dirigenti scolastici viene perpetrata «un’illegittima, discriminatoria e non più tollerabile
sperequazione retributiva». Ad oggi i dirigenti delle istituzioni scolastiche vivono ancora
un’inaccettabile e iniqua condizione che deve essere urgentemente sanata.
È evidente come questa situazione, oltre a ledere un diritto, offenda una categoria
tra le peggio pagate ma più impegnate nel funzionamento della cosa pubblica; è altresì
evidente come una soluzione sia necessaria e come un tempestivo intervento in questo
senso risponda ad un’esigenza di equità.
Questa Organizzazione chiede, pertanto, che sia trovata con urgenza una
soluzione al congelamento dei contratti regionali e al calcolo del Fondo. Chiede, inoltre,
che sia immediatamente ripristinato il diritto dei dirigenti a vedersi corrisposte le
retribuzioni contrattualmente spettanti.
Qualora questa ingiusta situazione non venisse tempestivamente rimossa e i
dirigenti dovessero vedere ancora deluse le loro legittime aspettative e leso il loro diritto
alla retribuzione, questa Organizzazione promuoverà presso la categoria azioni legali nei
confronti dell’Amministrazione.
In attesa di riscontro si porgono distinti saluti.

IL PRESIDENTE
Giorgio Rembado

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