APPELLO A TUTTI I DIRIGENTI SCOLASTICI D’ITALIA

APPELLO A TUTTI I DIRIGENTI SCOLASTICI D’ITALIA

 

Gentili colleghi,

penso sia noto a tutti che nell’art. 10 del DDL n. 1577 è prevista la nostra esclusione dalla dirigenza unica dello  Stato. Se il Parlamento voterà  la sciagurata previsione rischiamo di perdere addirittura la qualifica dirigeniale: altro che riserva indiana, specificità e confinamento nell’Area V!

Se dovesse passare questo autentico disegno criminoso non potremmo più neanche ricorrere al Giudice per rivendicare la perequazione retributiva con gli altri dirigenti statali: se non saremo più dirigenti, o una sottospecie di dirigenti professional, addio perequzione

In questi mesi DIRIGENTISCUOLA si è spesa, oltre ogni limite, per rivendicare la dirigenza pleno iure in tutte le sedi. Ho  consegnto personalmente al ministro Madia ampia documentazione e interi dossier per dimostrare la palese  ingiustizia, tipica di un Pase al limite della schizofrenia.

Da una parte  Renzi che elogia la dirigenza scolastica affermando pubblicamente che  “Anche i presidi (sic!) sono prima di tutto dirigenti!”; dall’altra il citato art. 10 che prevede l’esclusione della dirigenza scolastica dal ruolo unico della dirigenza statale.

O Renzi è schizzato perché afferma una cosa e poi firma un DDL dove si afferma il contrario, o è consapevole e conscio che la categoria è così presa dai quotidini problemi di getione delle istituzioni scolstiche che non ha il tempo di interessarsi di queste problematche; oppure  ci sono poteri così forti che, per tutelare privilegi, riescono a emarginare la dirigenza scolastica “spiazzando” anche Renzi.

Noi, per le conoscenze che abbiamo di quello che succede dietro le quinte, propendiamo per questa’ultima ipotesi,  peraltro molto facile da prevedere,  visto il silenzio di tutte le altre OO.SS. che, peraltro, sono anche molto coerenti!! Come può chi ha confinato i dirigenti scolastici nella riserva indiana dell’Area V, chi ha tolto la R.I.A., chi ha avuto i propri tornaconti svendendo la categoria che avrebbe dovuto rappresentare e tutelare, invertire la tendenza?  Qualcuno potrebbe pretendere una dettagliata rendicontazione!!! Costoro possono, al massimo, far finta di sostenere la nostra causa, prendendo, ancora una volta, in giro la categoria.

Coerentemente e conseguenzialmente, DIRIGENTICUOLA ha proclamato lo stato di agitazione della categoria (All. 1); ha invitato tutte le OO.SS. a fare altrettanto; ha presentato, disgiuntamente e congiuntmento alla Confedir,  un emendamento (All.2) per eliminare dall’art. 10 il sintagma Esclusione dai suddetti ruoli unici della dirigenza scolastica”; ha allertato tutte le forze politiche; ha organizzato convegni in tutta Italia per illustrare la complessa problamatica e …. svegliare le coscienze.

Ora invita tutta la categoria a esternare il proprio malcontento, la propria indignazione, la propria rabbia alle istituzioni, inviando una semplice mail al decisore politico rimettendone copia a DIRIGENTISCUOLA – dirigentiscuola@libero.it –  DIRIGENTISCUOLA  provvederà, con propria delegazione,  a stampare  e a consegnare il tutto alle autorità politiche e governative.

     Invitiamo tutti a reagire, a prescindere dall’appartennza politica o iscrizione ad altre OO.SS. Il problema riguarda l’intera categoria che, mai come in questa occasione, deve essere unita.

    La categoria deve rendersi conto che divisi non si va da nessuna parte. Bisognerebbe “copiare” dall’A.N.M., un’associazione alla quale sono iscritti tutti i magistrati. Questa è la loro forza.  Noi, invece, siamo divisi in decine di sigle, anche di poche decine di soci. Le nostre associazioni crescono come i funghi e con l’unico obiettivo di dare visibilità a chi le rappresenta.  

E’ ORA DI ESSERE UNITI, ALZARE LA VOCE E FARE

PRESSING SUL GOVERNO E SUL PARLAMENTO.

 

Alleghiamo un fac-simile di nota di protesta, con i relativi indirizzi (All. 3). E’ solo un fac-simile in word in modo che  ognuno può modificarlo esternando il proprio risentimento, la propria indignazione e la propria rabbia.

La I commissione del Senato, su esplicita nostra richiesta, ha fissato un’audizione per martedì 7  p.v. .  Da tale data ogni momento è buono per inondare di mail le sedi del potere.

     E’ ora di dire “basta” a questa emarginazione e di bloccare la previsione scellerata dell’art. 10. La stessa nota può essere inviata anche ai gruppi parlamentri, a singoli deputati, ai componenti della I Commissione del Senato, ecc…

    Ora o mai più, cari colleghi. Se facciamo passare il testo stando in silenzio potremo solo recitare il mea culpa. Inutile illudersi. Nessuna OO.SS. muoverà un dito per noi. Qualcuno farà un po’ di ammuina perché l’abbiamo provocato, perché deve dimostrare ai propri soci che li sta tutelando, che li difende. Ma, in realtà, non farà niente di incisivo per non  perdere i “privilegi acquisiti” .  La prova provata è stato l’incontro del 12 giugno con il ministro Madia: nessuno ha perorato la nostra causa, come abbiamo denunciato con il nostro comunicato. Lo abbiamo fatto solo noi presenti come Confedir, scatenendo le reazioni del presidentissimo, a vita, rappresentante del sindacato maggioritario della categoria; lo stesso che rappresenta, quale presidente della CIDA- FP,  anche  altre categorie di dirigenti.

Idem per i rappresentanti di tutte le altre OO.SS. Come si può pensare che rappresentanti di sigle di comparto, ossia di lavoratori, possano tutelare dei datori di lavoro appartenenti alle aree dirigenziali? Sono categorie diverse e con interessi contrapposti. Peccato che la categoria non ne prende atto!

Vogliono dimostrare che non è così? Lo facciano!Sottoscrivano anche loro l’emendamento che ci interessa; lo sostengano; proclamino anche loro lo stato di agitazione della categoria. Noi saremo ben lieti. Non ci interessa la primogenitura.

Cari colleghi urge far sentire forte la nostra voce. Se perdiamo questa occasione dovremo prendercela solo con noi stessi. Senza il nostro tangibile e compatto sforzo, senza il “nostro grido di dolore” corriamo il rischio che l’art. 10 sarà votato così come è stato formulato. Ed allora a nulla servirà cospargerci la testa di cenere per aver contribuito alla morte della dirigenza e alla più che legittima  speranza di perequzione retributiva. Troviamo, quindi, il tempo per farci sentire in modo determinato e deciso. Basta con questa assurda situazione: alla dirigenza scolastica il doppio delle competenze, il doppio delle responsabilità e la metà della retribuzione degli altri dirigenti; ergo, onori inversamente proporzionali agli oneri: una intollerabile assurdità. Non è certo un castigo di Dio! I responsabili li conosciamo: siamo noi. Siamo stati noi a permettere a chi doveva rappresentarci di svenderci……. E, naturalmente, non senza tornaconti!

Il Segretario Generale Dirigentiscuola e Segretario Generale aggiunto Confedir
Attilio Fratta

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