L’Ora del Codice: piccoli programmatori crescono

da La Stampa

L’Ora del Codice: piccoli programmatori crescono

I 16 Apple Store italiani partecipano alla campagna Hour of Code di Code.org, con workshop gratuiti fino a domenica 13
luca indemini

«Sapete cosa stiamo per fare?», chiede Luca, uno degli animatori, per dare il via al workshop gratuito L’Ora del Codice, nell’Apple Store di via Roma a Torino. Francesco alza la mano: «Siamo qui per programmare e fare app».

Francesco ha sette anni, ha già partecipato a un CoderDojo e ha avuto modo di sperimentare il linguaggio di programmazione Scratch: «Ho fatto muovere dei personaggi, incastrando dei blocchi con scritto qualcosa dentro».

Quei blocchi contengono delle istruzioni, scritte in codice binario. Ma per iniziare a sperimentare la programmazione non è necessario conoscere il codice binario. «Puntiamo sul gioco, facciamo lavorare i ragazzi con i personaggi di Star Wars, Minecraft e Flappy Bird, per coinvolgerli, farli imparare facendo pratica – spiega Luca –. Al termine dell’ora gli facciamo vedere le strisce di codice che ci sono dietro alle istruzioni che loro hanno dato ai personaggi, incastrando i blocchi».

LA SETTIMANA DELL’INFORMATICA

L’appuntamento torinese è uno dei tanti realizzati da Apple (sono 16 gli store italiani coinvolti), nell’ambito della campagna Hour of Code di Code.org. L’iniziativa di Apple è una delle tante incastrate nella Settimana dell’Insegnamento dell’Informatica, che dal 7 al 13 dicembre porta migliaia di bambini ad avvicinarsi agli elementi di coding.

Tra gli altri appuntamenti in programma a Torino, Tim propone nella scuola secondaria di primo grado Piero Calamandrei “Do It Yourself – Applicazioni tecniche 2.0”, un evento per esplorare l’elettronica Open Source con Arduino e la programmazione di Scratch.

L’ORA DEL CODICE

Torniamo nell’Apple Store di via Roma. Per la prima giornata dell’Ora di Codice sono tre gli incontri in calendario, rivolti ai bambini dai 6 anni in su. In realtà nel primo turno c’è anche un fuori quota: Luca ha 4 anni e aiutato dal papà Marco, cerca di incastrare blocchi e istruzioni. Quando al termine gli consegnano il diploma dell’Ora del Codice, spiega con soddisfazione: «Ho fatto Maircraf». Il fratello maggiore Matteo ha 13 anni: «È la prima volta che partecipo a un laboratorio di codice, è stato molto interessante, credo che continuerò a sperimentare sul sito di Code.org». L’intento di papà Marco sembra raggiunto: «Venire qui oggi è un po’ come buttare un seme, fargli conoscere qualcosa di nuovo, se poi piace, crescerà, ma senza forzarli».

Tra tanti bambini, di età variabili dai 4 ai 15 anni che si divertono, chini sui tablet a sperimentare come funziona un’app o un gioco, c’è anche chi li guarda con una punta di invidia: Luisa ha 11 anni, è arrivata con i fratellini più piccoli, che hanno già preso posto attorno al tavolo di lavoro, «Ma io non mi posso fermare, ho già un altro impegno». Non nasconde la delusione, appassionata, come racconta il padre Michele, alla programmazione e agli strumenti tecnologici: «A scuola usiamo il tablet per studiare, con app come GeoGebra, a casa ho realizzato un libro game, inventando storie di avventura a scelta multipla. Il computer lo uso soprattutto per mandare le mail ai miei compagni».

Occasione perfetta per capire come funzionano i programmi e non limitarsi a essere solo utenti passivi, l’unico limite dell’ora di codice è che è solo un’ora. Un primo passo, a cui poi non è così facile far seguire un percorso. Mentre Francesco supera, divertendosi, i vari esercizi per costruire la galassia di Guerre Stellari, suo papà Salvatore suggerisce: «La programmazione dovrebbe entrare nelle scuole». La stessa idea proposta ieri dall’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, in visita in un Apple Store di New York, durante l’Hour of Code: «La programmazione informatica diventi un corso obbligatorio nelle scuole, al pari di studi sociali, inglese e matematica».

DO IT YOURSELF

Oggi, a partire dalle 11, la programmazione si intreccia la mondo dei makers per gli alunni della scuola Calamandrei, con “Do it yourself”, una lezione introduttiva per permettere agli studenti di avvicinarsi all’elettronica, al making e al mondo del DIY (do it yourself). Oltre ai ragazzi presenti fisicamente in aula, saranno collegate in streaming altre 20 scuole torinesi, per un totale di oltre mille studenti e tutti gli appassionati e curiosi potranno seguire l’evento registrandosi su EventBrite. Le scuole partecipanti sono state fornite di kit hardware e iragazzi saranno accompagnati da un team di docenti specializzati, tra cui il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi, Marcella Logli, presidente Fondazione Telecom Italia, Massimo Avvisati, responsabile didattico CodemotionKids, Agnese Addone, Champion CoderDojo Roma e Salvatore Giuliano, Preside ITIS Maiorana di Brindisi, che la scuola 2.0 la sta construendo da anni, insieme ai suoi allievi, attraverso il progetto Book in Progress.