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Ritorna “Tutti 10 in pagella”, gli alunni più bravi d’Italia

da La Tecnica della Scuola

Ritorna “Tutti 10 in pagella”, gli alunni più bravi d’Italia

Dopo il grande successo delle edizioni passate, torna l’iniziativa della nostra Casa Editrice. Tutte le info per partecipare.

Si avvia a conclusione l’anno scolastico (clicca qui per visualizzare le date per ogni regione) e per gli studenti sta per arrivare il momento della valutazione finale.

Ritorna, puntuale, come la pagella di fine anno scolastico, l’iniziativa de “La Tecnica della Scuola”, giunta alla quarta edizione, intitolata “Tutti 10 in pagella” che vuole rendere merito all’impegno e alla costanza profusa sui libri dalle giovani leve della scuola italiana: gli alunni, le loro famiglie, i docenti possono segnalarci le pagelle che hanno ricevuto 10 in tutte le discipline.

I nomi e le relative foto saranno pubblicate sul nostro sito.

Partecipare è semplice. E’ necessario scrivere a  info@tecnicadellascuola.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E’ necessario abilitare JavaScript per vederlo. , inviando i seguenti dati:

 

nome e cognome dello studente che ha conseguito la valutazione di 10 in tutte le discipline

nome ed indirizzo della scuola, classe e sezione

foto del tabellone degli esiti finali o scansione della pagella (formato jpg o pdf)

numero di telefono di riferimento (solo per uso della redazione)

 foto dello studente (con autorizzazione alla pubblicazione).

 

Come già accaduto lo scorso anno pubblicheremo solo i nomi di coloro che invieranno la documentazione completa.

Governo: no ad esoneri per collaboratori dirigente

da La Tecnica della Scuola

Governo: no ad esoneri per collaboratori dirigente

Lo conferma in Commissione Bilancio il viceministro dell’Economia Morando.
Qualche problema anche per la “school card” che potrebbe essere soggetta a tassazione dimezzando di valore.

Nelle giornate di mercoledì 3 e giovedì 4 giugno, la Commissione Bilancio del Senato ha preso in esame il testo del ddl sulla scuola, analizzandone gli aspetti strettamente finanziari.
Nella seduta di mercoledì la Commissione ha “fatto le pulci” a tutti gli articoli del provvedimento che revedono impegni di spesa ed ha chiesto chiarimenti al Governo.
Nella seduta successiva, il viceministro Morando ha chiarito che per il momento il Governo non è in grado di produrre una relazione scritta e documentata, ma ha comunuqe fornito a voce alcune risposte.
Particolarmente attesa era quella relativa alla questione dell’eventuale esonero dall’insegnamento dei docenti chiamati a collaborare con il dirigente.
Ecco quanto risulta dal verbale della seduta: “Il vice ministro Morando prende, poi, la parola sull’articolo 9, per confermare che i collaboratori del preside, già a legislazione vigente, non ottengono una riduzione dell’orario di docenza in relazione all’incarico aggiuntivo svolto”.
Un cambio di rotta sul punto appare poco probabile visto che la Commissione Bilancio sta lavorando proprio per garantire che la legge non determini ulteriori costi.
La Commissione, anzi, ha espresso forti dubbi sulla introduzione della “school card” di 500 euro per i docenti.  Il testo attuale prevede che tale somma non costituisca “salario accessorio” e pertanto non è soggetto a tassazione. A parere della Commissione, invece, la school card dovrebbe essere tassata: se passasse questa linea interpretativa il valore reale della carta si dimezzerebbe subito.

Giannini è categorica: il DdL non è terreno di trattativa

da La Tecnica della Scuola

Giannini è categorica: il DdL non è terreno di trattativa

Il ministro fredda sul nascere le speranze dei tanti che fremevano nelle ultime ore per un possibile slittamento dei tempi della riforma della scuola: ormai siamo all’ultimo miglio, sono molto fiduciosa sul suo passaggio in Senato. Eppure a Palazzo Madama la maggioranza ha numeri ridotti.

Il disegno di legge sulla scuola? “non è terreno di trattativa”. A freddare le speranze dei tanti che fremevano nelle ultime ore per un possibile slittamento dei tempi della riforma della scuola, ci ha pensato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: a chi le chiedeva se la riforma della scuola potesse diventare terreno di trattativa e scontro con la sinistra dem, il responsabile del Miur  ha tenuto a precisare che “ieri (giovedì 4 giugno ndr) abbiamo fatto la parte finale della discussione generale in Commissione Istruzione con contributi molto articolati e costruttivi. Sono molto fiduciosa, che, con gli emendamenti la prossima settimana e con il passaggio in aula, si arrivi a definire un progetto educativo”.

Giannini ha fatta intendere che per l’approvazione del ddl è solo questione di qualche settimana. Non certo di mesi. “Siamo all’ultimo miglio” della riforma della scuola e “sono molto fiduciosa” sul suo passaggio in Senato. Prima di lasciare i cronisti, che l’avevano avvicinata a margine di un incontro al Miur, il ministro ha tenuto a ricordare che “la scuola, per la sua importanza, fin dal giorno in cui il governo si è insediato, è stata al centro dell’azione dell’esecutivo”.

Resta da capire se, allora, i conteggi sulla maggioranza sempre più contenuta (si parla di appena uno o due senatori in più) a Palazzo Madama siano reali. In tal caso, le parole del ministro avrebbero più una valenza formale che pratica. Per capire come stanno le cose, comunque, l’attesa non sarà lunga.

 

Certificazione dello svolgimento delle attività complementari di educazione fisica

da La Tecnica della Scuola

Certificazione dello svolgimento delle attività complementari di educazione fisica

L.L.

Il caricamento dei dati per il finanziamento deve avvenire dall’8 al 30 giugno 2015

Con la nota n. 3725 del 5 giugno 2015 il Miur ha comunicato che dal 8 giugno al 30 giugno 2015, sul portale www.campionatistudenteschi.it, sarà attiva la funzione di “Certificazione

svolgimento attività”.

La funzione consente la rilevazione delle attività complementari di educazione fisica, ai fini della richiesta del finanziamento da parte delle singole istituzioni scolastiche.

Il corretto inserimento dei dati prevede i seguenti passaggi:

  • Inserire la spunta su una delle seguenti tre opzioni:
  1. 1.nel caso di svolgimentttale dell’ attività dichiarata a inizio annlastico: Si dichiara di aver svnteramente le attività programmate per il tle della cifra assegnata per l’a.014/2015;
  2. 2.nel caso sia stata svolta soltanto una parte dell’ attività programmata: Si dichiara di aver svzialmente le attività programmate per il totale della cifra assegnata per l’a.s. 2014/2015 per un importrziale utilizzatpari a € XXXXXX (indicare la cifra lordStat
  3. 3.nel caso nn sia più stata svolta l’attività programmata: Si dichiara di non aver svle attività programmate per il ttale della cifra assegnata per l’u.s. 2014/2015.
  • Caricare in formato PDF, in un unicfile, la “Dichiarazione di svolgimentttività programmate” firmata dal Dirigente Sclastico.
  • Effettuare il salvataggio dei dati cliccando sulla voce “Salva i dati” in fondalla pagina.

Gli importi sono lordo stato e non lordo dipendente.

Esami di Stato II ciclo: attività a supporto della procedura e comunicazione dei dati

da La Tecnica della Scuola

Esami di Stato II ciclo: attività a supporto della procedura e comunicazione dei dati

L.L.

Il Miur riepiloga le varie fasi in cui sono impegnate le segreterie scolastiche nell’ambito degli esami di Stato, dalla presentazione dei candidati alla produzione dei diplomi

Il Miur, con la nota prot. n. 1918 del 4 giugno 2015, ha fornito indicazioni alle scuole sulle procedure inerenti le varie attività delle segreterie per gli esami di Stato del secondo ciclo e ha illustrato le varie fasi del processo:

Prima fase: PRESENTAZIONE DEI CANDIDATI (a cura delle segreterie scolastiche)

In questa fase, le segreterie scolastiche, accedendo sul SIDI, nell’area Alunni – Gestione alunni – “Esiti Esami di Stato” eseguono le seguenti operazioni:

1) dal 5 giugno fino all’insediamento della Commissione

– Individuazione dei candidati interni agli esami di Stato, abbinandoli alla classe commissione. Qualora si renda necessario, è possibile correggere eventuali inesattezze anagrafiche dei dati degli alunni intervenendo prima in “Gestione Alunni;

– Inserimento per ciascun candidato interno dei dati di presentazione (l’esito dello scrutinio finale “ammesso” o “non ammesso”, credito scolastico, eventuale inserimento della delibera di ammissione);

– Inserimento degli “altri candidati” (candidati esterni, provenienti da scuole non paritarie, abbreviazione per merito) utilizzando la funzione presente nell’area “Ammissione agli esami” con cui è possibile eseguire anche l’abbinamento alla classe commissione;

– Registrazione dei dati di presentazione per gli “altri candidati”;

– Scelta dell’applicativo software di supporto ai lavori della Commissione;

– Chiusura dell’attività di presentazione.

In caso di scelta del software ministeriale “Commissione web” prima della chiusura della fase di presentazione occorre anche:

a. Associare i nominativi della componente esterna ed interna alla commissione/classe e assegnare le materie d’esame;

b. Rilasciare le autorizzazioni, oltre a quella del presidente che sarà assegnata in automatico, e relativa assegnazione del contesto di operatività alle utenze dei membri di commissione, già registrati al sistema POLIS, in base all’associazione alla classe d’esame.

Seconda fase: LAVORI DELLA COMMISSIONE

(a cura delle commissioni d’esame secondo quanto previsto dall’O.M. n.11/2015)

Terza fase: COMUNICAZIONE DEGLI ESITI DEGLI ESAMI DI STATO (a cura delle segreterie scolastiche)

In questa fase, dal 1° al 22 luglio, le segreterie scolastiche effettuano sul SIDI le seguenti

operazioni:

1) Verificare la corretta importazione dei dati da “Commissioni web” o altro applicativo, oppure, nel caso in cui la commissione non abbia utilizzato alcun applicativo, inserire direttamente nell’area “Esiti Esami di Stato” i risultati delle singole prove d’esame di tutti i candidati;

2) Provvedere all’integrazione dei risultati per la quarta prova ESABAC, per gli aspiranti al titolo supplementare;

3) Chiudere la rilevazione degli Esiti utilizzando la funzione “Chiusura attività”, presente nell’area.

Quarta fase: ADEMPIMENTI FINALI (a cura delle segreterie scolastiche)

In questa fase, le segreterie scolastiche eseguono le seguenti operazioni:

1) Gestione dei piani orario per la predisposizione dei certificati di superamento prove;

2) Produzione del Certificato di superamento prove;

3) Produzione dell’Attestato di credito formativo;

4) Produzione del Diploma, funzione disponibile in “Esiti Esame di Stato” (in formato A3).

DdL, aria di frenata: si parla di approvazione che slitta a fine luglio e stralcio assunzioni

da La Tecnica della Scuola

DdL, aria di frenata: si parla di approvazione che slitta a fine luglio e stralcio assunzioni

Le agenzie di stampa, vicine alle “correnti” politiche, dicono che a seguito della maggioranza risicata a Palazzo Madama, sembra prendere corpo un rallentamento del ddl, che possa arrivare ad aprire a un decreto che salvi le immissioni in ruolo. Ma se così fosse, ci troveremmo davanti ad un flop dei ‘renziani’: non sarebbe stato meglio approvare l’iniziale decreto legge?

Potrebbe davvero rallentare la corsa tutta d’un fiato prevista dal Governo e sinora rispettata in Parlamento, per l’approvazione e il varo del disegno di legge sulla ‘Buona Scuola’: l’uscita di alcuni senatori dalla maggioranza, starebbe convincendo il premier e il suo staff a valutare le proposte di modifica pressanti della minoranza dem.

Il crocevia, per capire se le indiscrezioni delle ultime ore prenderanno corpo o rientreranno, sarà con ogni probabilità la direzione del Pd, programmata per lunedì prossimo 8 maggio.

“Molti, renziani e non – scrive l’Ansa -, si aspettano però anche un messaggio sulla riforma della scuola, un’apertura più ampia al dialogo che consenta di superare le forche caudine, sempre più impervie, del Senato. E c’è anche chi arriva a ipotizzare – ma fonti renziane bollano l’ipotesi come assai improbabile – che, a fronte dell’ormai inevitabile rallentamento del ddl (si punta al via libera definitivo entro il 30 luglio), possa arrivare ad aprire a un decreto che metta in sicurezza le assunzioni”.

Se così dovesse andare, con le assunzioni scorporate dal disegno di legge, e quest’ultimo slittato verso tempi, la fine di luglio, che renderebbero in larga parte impossibile la sua attuazione già con l’anno scolastico 2015/16, francamente ci ritroveremmo di fronte ad un vero flop politico: tanto valeva, allora, approvare il decreto legge iniziale. Senza fare corse contro il tempo. E magari anche ricorrere alla fiducia parlamentare.

Assunzioni sì, ma per tutti coloro che ne hanno diritto

da La Tecnica della Scuola

Assunzioni sì, ma per tutti coloro che ne hanno diritto

Si cerca di sanare un annoso problema, quello relativo al reclutamento del personale docente, avvenuto attraverso la costituzione di una pluralità di graduatorie, a loro volta suddivise internamente in più fasce contrapposte tra loro.

Come tutti ormai sanno, il piano straordinario di assunzioni del Governo esclude a tutt’oggi i docenti abilitati di II fascia d’istituto, nonché quelli di III fascia non abilitati, ma in possesso di titolo di studio valido per poter accedere all’insegnamento, non prevedendo il loro inserimento nelle graduatorie a esaurimento (GAE) da cui, unitamente alla graduatoria del concorso 2012, si attingerà per le immissioni.

Non a caso allora la 7ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame del famigerato disegno di legge n. 1934 sulla Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, ha presentato un Odg con il quale impegna il Governo a inserire nelle graduatorie a esaurimento, in funzione della formazione di un unico elenco a scorrimento, anche gli appartenenti alle graduatorie di II e III fascia d’istituto, in modo da riconoscere e valorizzare il loro titolo di studio, gli anni di servizio prestati, i titoli scientifici ed eventuali specializzazioni conseguite, nonché creare le condizioni affinché, indipendentemente dalla provenienza e dalla categoria di appartenenza, tutti gli aspiranti docenti siano immessi in ruolo in base a criteri di equità, trasparenza e meritocrazia.

Si cerca così di sanare un annoso problema, quello relativo al reclutamento del personale docente, avvenuto attraverso la costituzione di una pluralità di graduatorie, a loro volta suddivise internamente in più fasce contrapposte tra loro: da una parte i vincitori di concorsi, dall’altra coloro che hanno ottenuto l’abilitazione avendo frequentato Scuole di specializzazione all’insegnamento secondario (SSIS), tirocini formativi attivi (TFA e TFA speciali) e percorsi abilitanti speciali (PAS).

Invece, non solo non si attuano le 150mila assunzioni promesse nel piano “La Buona scuola”, ma il disegno di legge in esame contribuisce a creare ulteriori tensioni all’interno del comparto scuola generando conflitti tra lavoratori e personale precario della scuola e alimentando innumerevoli contenziosi amministrativi.

Assunzioni sì, ma per tutti coloro che ne hanno diritto. O, come sempre, bisognerà accontentarsi?

         

Giannini: Stiamo all’ultimo miglio del ddl scuola, sono fiduciosa

da tuttoscuola.com

Giannini: Stiamo all’ultimo miglio del ddl scuola, sono fiduciosa

Credo che stiamo all’ultimo miglio: ieri si è svolta la parte finale della discussione generale in commissione al Senato, con contributi molto articolati e costruttivi, e sono molto fiduciosa che con gli emendamenti la prossima settimana e il successivo passaggio in Aula si arrivi a definire questo progetto educativo importante“. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini riferendosi al ddl di riforma della scuola, attualmente all’esame della commissione Istruzione pubblica e beni culturali del Senato.

Parlando al dicastero di viale Trastevere, a margine della cerimonia di premiazione del concorso ‘Regoliamoci’, promosso da Libera, Giannini ha aggiunto che “la scuola non è un terreno di trattativa, ma è al centro della nostra azione di governo“.

Per quello che riguarda i lavori parlamentari, lunedì 8 giugno, aggiungono le stesse fonti, dovrebbero invece essere illustrati gli emendamenti presentati, in attesa del parere della V Commissione Bilancio, che dovrebbe arrivare lo stesso giorno o martedì 9. Da quel momento inizieranno le votazioni, “e – riferiscono fonti interne alla Commissione Cultura – se tutto va bene, il ddl dovrebbe essere licenziato entro la settimana prossima per approdare in Aula tra il 15 e il 22 giugno“.

Graduatorie di merito, quando l’incostituzionalità bussa alla porta del legislatore

da tuttoscuola.com

Graduatorie di merito, quando l’incostituzionalità bussa alla porta del legislatore

Sarebbero quattro le fattispecie di incostituzionalità del rinvio delle assunzioni dei docenti ‘idonei’ del concorso 2012: 1) l’assenza di una giustificazione alla deroga alla legge che invece impone di continuarne le assunzioni anche nel 2015, 2) anche in presenza di una giustificazione, la violazione del principio del concorso pubblico (art. 97 della Costituzione), 3) l’irragionevolezza e l’irrazionalità della norma, che va a violare il principio d’eguaglianza (art. 3 Cost.), e 4) la lesione del principio dell’affidamento (art. 2 Cost.). È quanto scrive il costituzionalista Michele Ainis in un parere pro veritate diffuso ieri dai docenti del gruppo Graduatoria di Merito 2012 in rispetto del T.U.

Il parere è disponibile a questo indirizzo in versione integrale e lascia pochi dubbi circa l’illegittimità del provvedimento che la VII Commissione del Senato sta discutendo in questi giorni, per quello che concerne l’interruzione (vincitori esclusi) delle assunzioni dalle graduatorie di merito concorsuali attualmente in vigore.

In particolare, Ainis rileva come manchino le motivazioni della possibile deroga legislativa al Testo Unico e più in generale al principio costituzionale dell’accesso alle pubbliche amministrazioni tramite concorso. Inoltre, osserva come la norma sia contraddittoria con i principi del merito e con le intenzioni dell’esecutivo di assumere – per il futuro – solo da concorso, e come sia iniqua per il fatto che distingue tra idonei che già sono stati assunti nel 2014 e idonei che ci si appresta a non assumere nel 2015.

Infine, il costituzionalista constata la “lesione del principio dell’affidamento, che a sua volta discende dalla legittima aspettativa degli idonei a ottenere l’assunzione, ove l’amministrazione scolastica decida nuovi reclutamenti durante il triennio di validità delle graduatorie di merito”. Il tradimento delle aspettative degli idonei, spiega Ainis, “offende i «diritti inviolabili» evocati dall’art. 2 Cost.; ma offende soprattutto il principio di lealtà, e insieme il senso stesso della legalità. Sussiste infatti, e non a caso, un’assonanza tra «leale» e «legale». Sicché la legalità subisce una ferita quando la legge stessa è falsa, ingannatrice. Quando la legge tradisce le promesse della legge, raggirando il cittadino che vi aveva confidato. In questi casi la decisione normativa diventa una prepotenza, una sopraffazione; ma i principi costituzionali le si oppongono. Perché ogni Costituzione, dopotutto, ha un unico scopo: è un ombrello contro gli abusi del potere“.

Quello dei docenti inseriti in Graduatoria di Merito concorsuale è un caso di cui ci siamo occupati in diverse occasioni, valutando come la loro arbitraria esclusione o rinvio dalle assunzioni del 2015 sembrino indirizzati a risolversi direttamente davanti alla Corte Costituzionale con un esito sfavorevole allo Stato italiano. La diffusione di questo parere autorevole non fa che aumentare questa convinzione.

Giannini incontra al Miur una delegazione di dirigenti scolastici de L’Aquila

Giannini incontra al Miur una delegazione di dirigenti scolastici de L’Aquila

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha incontrato questa mattina a Roma, al Miur, una delegazione di dirigenti scolastici de L’Aquila. Erano presenti anche il sindaco Massimo Cialente, il Direttore Generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Abruzzo, Ernesto Pellecchia, il Direttore Generale per gli Interventi in materia di edilizia scolastica del Miur, Simona Montesarchio, e il Direttore Generale per lo Studente del Miur, Giovanna Boda. Al centro dell’incontro, il quadro dell’edilizia scolastica.

I dirigenti, accompagnati da rappresentanti di ActionAid, hanno chiesto al Governo di farsi garante della ricostruzione delle scuole. Il Ministro Giannini ha accolto la sollecitazione e dato rassicurazioni: “Per noi essere garanti della ricostruzione è un dovere basilare. Il prossimo triennio sarà decisivo”. Il Ministro ha inoltre annunciato, accogliendo l’invito dei capi di istituto, che si recherà presto a L’Aquila. Con il sindaco Cialente il Ministro ha poi dibattuto anche del ruolo che l’ateneo cittadino potrà giocare nel rilancio dell’economia del territorio.

Bando SIR 2014: pubblicati i nomi dei 144 ricercatori under 40 vincitori

Bando SIR 2014: pubblicati i nomi dei 144 ricercatori under 40 vincitori

Si è concluso, con la pubblicazione dei nominativi dei 144 giovani ricercatori under 40 vincitori, il bando SIR (Scientific Independence of young Researchers) 2014. A sette mesi dall’insediamento dei Comitati di Selezione, il decreto direttoriale n.1161 del 3 giugno 2015, sono stati così assegnati gli oltre 53milioni (53.520.612 euro) previsti dal bando per il finanziamento dei progetti vincitori. Una dotazione finanziaria che è stata aumentata, rispetto a quanto previsto inizialmente (47.215.612 euro) di 6 milioni e 305mila euro.

Dei 144 progetti approvati, 55 sono relativi al settore delle scienze della vita (LS), 49 al settore della fisica, chimica e ingegneria (PE) e 40 a quello delle scienze umanistiche (SH). Secondo quanto indicato dal bando, i primi due settori hanno avuto rispettivamente il 40% del finanziamento totale, pari a 21.408.245 euro ciascuno; mentre il restante 20% è andato al settore delle scienze umane.

Complessivamente, sono risultati vincitori 79 uomini e 65 donne. Osservando la provenienza geografica dei progetti vincitori, 63 appartengono a istituzioni del Nord Italia, 53 del Centro e 28 del Sud e delle Isole.

L’elenco completo dei vincitori è consultabile al seguente link:
http://attiministeriali.miur.it/anno-2015/giugno/dd-03062015.aspx

Ddl scuola, i senatori pd si ribellino al capo e difendano la Costituzione

da Il Fatto Quotidiano

Ddl scuola, i senatori pd si ribellino al capo e difendano la Costituzione

di

Ieri il testo del Ddl scuola approvato alla Camera è entrato in Commissione Cultura al Senato. L’anno scolastico è in conclusione: ieri sono state rese pubbliche le commissioni per l’esame di Stato, a 2 settimane dall’inizio della I prova. Molti di noi si stanno, tuttavia, attrezzando per alimentare e tener viva una mobilitazione che non stenta a scemare: blocco degli scrutini e diverse manifestazioni progettate nel Paese a partire da venerdì 5.

La mobilitazione costa sacrificio, perché la comprensione e l’interpretazione – autentiche e profonde, non superficiali e orientate dagli slogan cari ai media e ai sicofanti dell’innovazione “a prescindere” – richiedono documentazione.

E così questo governo – attraverso il suo interventismo antidemocratico – ci sta imponendo un estenuante tour de force fatto di studio, informazione continua, dispendio economico (costo di scioperi e spostamenti per partecipare alle iniziative), energie aggiuntive rispetto a quelle richieste per chiudere l’anno nella maniera migliore possibile, continuando a dire un no intransigente al progetto La Buona Scuola.

Mai, nella storia di questo Paese, avevamo assistito ad una così pervicace incuria e rimozione rispetto a quanto espresso dalla piazza, dal popolo cui spetta, come è noto, la sovranità; mai uno degli strumenti dell’esercizio della democrazia – il dissenso, l’opposizione dei cittadini – si è trovato a scontrarsi con un muro di gomma tanto ostinato e sordo a qualsiasi richiesta, a qualunque ragione. Da parte, peraltro, di un governo che non solo non ha avuto una democratica investitura popolare, ma che recentemente ha perso un numero impressionante di voti. Un dissenso espresso da docenti, studenti, genitori che non dicono solo no, ma fanno riferimento ad un testo di legge (la Lipscuola) articolato in 29 articoli e sostenuto da 32 comitati locali, sparsi su tutto il territorio nazionale. Partecipazione e coinvolgimento di tutti i soggetti la caratteristica del suo percorso: pratica politico-culturale democratica.

La storia si incaricherà di giudicare. «Quello sulla scuola non è un voto di coscienza, si tratta di un provvedimento centrale nell’azione di governo e dunque varranno tutte le regole disciplinari del gruppo parlamentare al Senato e del partito»: prendere o lasciare, ancora una volta. La prova di forza ricattatoria che un governo sempre più autoritario e in difficoltà rivolge sottoforma di diktat direttamente ai cosiddetti “dissidenti” della maggioranza.

Qualche sera fa a PiazzaPulita su La7 Sergio Cofferati – replicando ad un patetico siparietto tra Simona Bonafè e Paolo Mieli –, parlando della nota questione del voto in Liguria, ha pronunciato parole molto chiare, rivolte ai cosiddetti “dissidenti” del Pd, quelli ai quali in queste ore stiamo affidando – al Senato – la possibilità che le nostre ragioni trovino un ascolto reale: “Quando si è contro ad una linea, la si contrasta, si spendono parole molto forti e poi alla fine ci si adegua, si rischia dopo un po’ di tempo di perdere credibilità”.

Cifre e rapporti di forza diversi al Senato, il recentissimo schiaffo elettorale, quantizzabile nella perdita di quasi 2 milioni di voti, l’uscita dei due senatori dei Popolari per l’Italia dalla maggioranza, renderebbero concreta la possibilità che a Palazzo Madama Renzi non abbia i numeri per far passare il Ddl Buona – ma c’è qualcuno che la vorrebbe “cattiva”? – Scuola con il consueto colpo di mano rapido e incurante delle ragioni di tutti, tranne che delle sue personalissime.

Quel che è certo è che la scuola ha ampiamente dimostrato in questi mesi di essere l’unico settore in grado di mettere in campo, con costanza ed intransigenza, le ragioni del proprio no, motivandole e affidandole ad una mobilitazione che non smobilita: ne sono esempio lampante i numeri dell’adesione al più grande sciopero di settore che la scuola ricordi, quello dello scorso 5 maggio. Al quale si può anche irridere; sul quale si può fare irresponsabile ironia; del quale si può anche dire: “Ascolto tutti, ma alla fine decido io”. Ma che rimane un dato numericamente, politicamente, socialmente e civilmente inemendabile (come il ddl la Buona Scuola).

Leggiamo incoraggianti segni in direzione di una assunzione di responsabilità nei confronti della scuola statale e della democrazia da parte di Tocci e Mineo, entrambi in commissione Cultura al Senato.

Ma, ormai, non bastano le parole. Occorrono fatti precisi.

E occorrono da parte di persone precise.

Parlo di quei senatori che, in occasioni diverse, si sono dichiarati non immediatamente proni alle imposizioni nei contenuti e alle forzature nelle procedure imposte dal segretario del Pd. Mi rivolgo, insomma, a Albano, Broglia, Capacchione, Chiti, Corsini, Cucca, D’Adda, Dirindin, Filippi, Fornaro, Gatti, Gotor , Guerra, Guerrieri Paleotti, Idem, Lai, Lo Moro, Manassero, Manconi, Migliavacca, Mineo, Mucchetti, Pegorer, Puppato, Sonego. L’idea che – nella furia decisionista – il partito-governo e il governo-partito decidano di (im)porre il voto di fiducia in Aula, ennesimo atto di prevaricazione dell’esecutivo sul Parlamento ed ennesimo dileggio dell’art. 67 della Carta, non è peregrina. Potrebbero, insomma, non essere più possibili trattative e conseguenti margini di ambiguità. Ovvero, potrebbe diventare un imperativo politico e morale smettere di chinare il capo.

Non solo e non tanto perché accettare supinamente la coercizione del Capo e della sua corte si è rivelato e si rivelerebbe un modo per perdere il consenso e l’espressione di voto di coloro che si oppongono al Ddl. Soprattutto perché è giunto il momento di sostituire alla meschina “fedeltà di partito” la disinteressata fedeltà ai principi costituzionali e a quello straordinario e basilare strumento di educazione alla democrazia che è la scuola pubblica.

Borgonovi (Ocse) in difesa delle prove Invalsi: test standardizzati utili a docenti e scuole

da Il Sole 24 Ore

Borgonovi (Ocse) in difesa delle prove Invalsi: test standardizzati utili a docenti e scuole

di Giuliana Licini

Spesso deprecati, se non boicottati in Italia, i test scolastici standardizzati sono utili agli insegnanti per insegnare e valutare, alle famiglie per scegliere e al sistema d’istruzione per progredire. Sono uno strumento per fotografare la qualità della scuola, tanto più in tempi di autonomia e sperimentazioni, «servono per vedere cosa funziona e cosa non funziona, senza nessun intento punitivo», sottolinea Francesca Borgonovi, economista all’Ocse specializzata nei temi dell’istruzione e autrice di molti studi di ambito Pisa, la versione internazionale degli Invalsi. «I test standardizzati hanno un valore per gli insegnanti, per capire il valore dei loro studenti e danno strumenti utili per aggiustare l’approccio pedagogico», spiega Borgonovi. È vero che gli insegnanti hanno tanti modi per valutare gli studenti, «ma quando c’è un’interazione diretta, il professore si pone in maniera diversa con lo studente. Tantissimi studi di sociologia fanno vedere che esistono differenziazioni del comportamento che insegnanti, genitori e gli stessi studenti hanno relazionandosi l’uno con l’altro». Per cui l’importanza del test standardizzato sta «anche nell’evitare questo tipo di condizionamenti e capire la competenza reale dei singoli studenti in aree molto specifiche, che spesso non vengono valutate in maniera approfondita dagli insegnanti».

I test hanno poi un valore di sistema, «perché se accettiamo che una scuola sperimenti e abbia autonomia e cerchi di dare un’offerta formativa diversa, bisogna poi capire» che frutti produce. In questo modo si possono diffondere gli esperimenti e le autonomie che danno buoni risultati ed evitare quanto funziona meno. «L’autonomia funziona se esiste un meccanismo di trasparenza e di ‘accountability’» nei confronti del sistema centrale «che mette i soldi della comunità e può accertarsi tramite i test cosa porta quell’autonomia».

In seconda battuta, i test possono far emergere i contesti di criticità, ad esempio legati ad ambiti socio-economici svantaggiati, a un ‘match’ di insegnanti-studenti non ottimale o a un approccio pedagogico che non funziona. «Individuare le criticità aiuta a correggerle», sottolinea Borgonovi. Tra le criticità ci sono i risultati degli ultimi test Pisa che mostrano, è vero, che le competenze medie degli studenti italiani sono basse rispetto ai loro coetanei degli altri Paesi Ocse, «ma è altresì vero che ci sono differenze notevoli non solo tra scuole in regioni diverse, ma anche tra scuole nella stessa regione». In una regione come la Puglia, anche in un contesto socio-economico svantaggiato, «ci sono stati miglioramenti notevoli nelle competenze che i 15enni esprimono negli ultimi anni», ricorda Borgonovi, citando anche «il Triveneto dove ci sono scuole che hanno competenze altissime non solo a livello italiano, ma mondiale». Insomma, “best practices” da cui trarre esempio.

Avere test standardizzati con una copertura estesa del territorio nazionale può dare informazioni anche alle famiglie a cui vanno dati strumenti validi per orientarsi e scegliere le scuole per i figli. In Italia, nella scelta della scuola «ci si basa più spesso sulla reputazione di quell’istituto, che tuttavia è basata su criteri molto diversi rispetto a quello della vera qualità del servizio formativo», spiega l’economista. D’altro canto la reputazione è nella grande maggioranza dei casi l’unico orientamento disponibile, visto che i risultati Invalsi molto raramente sono resi pubblici. I test comunque non sono l’unico strumento che può essere utilizzato per valutare la qualità di una scuola. Nell’area Ocse sono utilizzati, ad esempio, anche i colloqui con professori o studenti, oppure controlli periodici di enti preposti alla valutazione delle scuole sotto molteplici profili. Nel mondo anglosassone, poi, i ranking delle scuole sono comuni.

Un altro “nodo” su cui insiste Borgonovi è quello delle disparità di preparazione tra scuole che riflettono ambiti socio-economici diversi. Una soluzione potrebbe essere di offrire il trasferimento dei migliori insegnanti e dirigenti con adeguati incentivi economici e di carriera nelle scuole in contesti difficili e di fare poi ampio ricorso all’autonomia e alla sperimentazione, proponendo ad esempio il rafforzamento dello studio di alcune materie, delle lingue straniere o anche programmi bilingui. Questo, oltre ad aumentare competenze e chance degli studenti di quella scuola, «avrebbe anche la capacità di attrarre studenti di altre zone» e contesti, ottenendo una maggiore varietà che andrebbe a vantaggio di tutti e non solo nelle competenze. È su questa linea – ricorda Borgonovi – che si sono mossi in Cina, a Shanghai, dove, per inciso, ci sono i migliori studenti di matematica del mondo. Ma anche per arrivare a questo serve la valutazione standardizzata.

La commissione Finanze del Senato conferma: senza modifiche detrazione per le paritarie a rischio

da Il Sole 24 Ore

La commissione Finanze del Senato conferma: senza modifiche detrazione per le paritarie a rischio

di Eu. B.

Il rischio lo aveva sottolineato Scuola24 del 22 maggio scorso : l’utilizzabilità della detrazione per le paritarie prevista dal ddl è quanto meno ambigua. E ora giunge anche la conferma della commissione Finanze del Senato. Nel parere depositato ieri l’organismo parlamentare suggerisce di modificare la norma.

Il difetto di coordinamento
A proposito dell’articolo 18 del ddl Buona Scuola – che nella versione uscita dalla Camera ha esteso la detrazione di 400 euro alle scuole superiori – la commissione Finanze sottolinea che «nèecessario coordinare la novella rispetto a quanto già previsto nella lettera e) del comma 1, che prevede quale limite la misura delle tasse e contributi degli istituti statali, anche con riferimento al limite di detraibilità di 400 euro». Suggerendo al tesmpo stesso di «modificare il comma 2 dell’articolo 15 del citato TUIR inserendo la lettera e-bis) in modo da consentire la fruizione della detrazione per le spese sostenute nell’interesse dei soggetti fiscalmente a carico». Altrimenti, ma questo il parere non lo dice, la detrazione potrebbe essere utilizzata solo dal diretto interessato ma trattandosi di studenti è difficile che abbiano una propria dichiarazione dei redditi.

Maturità, da oggi online tutti i nomi dei commissari d’esame

da Il Sole 24 Ore

Maturità, da oggi online tutti i nomi dei commissari d’esame

di Lorena Loiacono

Mancano meno di due settimane all’avvio degli esami di maturità e dal Miur arrivano i nomi dei docenti che, dal 15 giugno, siederanno nelle commissioni esaminatrici. Oggi infatti, come annunciato da viale Trastevere, i nomi saranno pubblicati sul sito del Miur e saranno quindi accessibili a chiunque. C’è anche chi, giocando d’anticipo, ha avuto accesso alle liste messe a disposizione delle segreterie delle singole scuole, attraverso il sistema Sidi, già a partire da mercoledì 3 giugno. Gli studenti, in queste ore, stanno mettendo in campo vere e proprie ricerche a 360 gradi.
Caccia al prof
Conoscere i nomi dei 3 commissari esterni e del presidente di commissione, per i candidati, rappresenta un momento cruciale della preparazione all’esame. Un lavoro che, in realtà, toglie anche tempo allo studio. Per loro parte infatti, da oggi, la ricerca del maggior numero di informazioni sul docente sconosciuto che dovrà esaminarli: dove insegna, innanzitutto, ma anche quali sono gli argomenti a cui tiene di più, che tipo di domande fa e che cosa bisogna necessariamente evitare per non farlo innervosire in sede di esame. Un lavoro a dir poco investigativo che parte dalla segreteria scolastica e si diffonde tramite i social.
Dal Sidi a facebook, passando per il cercaprof
Mercoledì scorso le composizioni delle commissioni esaminatrici sono state comunicate attraverso il sistema informatico Sidi, dal Miur alle singole scuole. Va da sé che i docenti, così come gli studenti in buoni rapporti con gli uffici scolastici, hanno avuto accesso ai nomi. Da oggi le liste sono accessibili a tutti e il tam tam è già partito: dal compagno di banco ad Internet il passo è brevissimo. Viaggiano online infatti richieste di informazioni di ogni tipo: conoscendo il nome della scuola in cui insegna il docente per contattare i coetanei che frequentano quella scuola. Non serve neanche andare di persona fuori dai cancelli, basta contattare i gruppi facebook dei singoli istituti e la ricerca prende corpo. Esistono anche motori di ricerca, come il Cercaprof, con informazioni sempre aggiornate di anno in anno. Chat e cinguettii online fanno il resto. E così il commissario esterno, raccontato dai suoi studenti, perde buona parte del suo mistero.
Al lavoro dal 15 giugno
Il vero avvio della maturità, ancor prima della prova di italiano fissata per il 17 giugno, ci sarà lunedì quando, alle 8.30, le commissioni saranno in riunione plenaria. E’ il momento per registrare i presenti e chiedere agli Usr eventuali sostituzioni per le assenze dei membri esterni o, al preside, per quelli degli interni. Nella riunione plenaria, inoltre, si decidono le successive riunioni delle singole commissioni e l’ordine di successione per la terza prova, fissata per il 22 giugno.
Sotto esame anche i presidenti di commissione
Quest’anno inoltre saranno particolarmente importanti le riunioni territoriali di coordinamento dei presidenti di commissione con gli Uffici scolastici regionali. La maturità 2015 segna infatti il debutto dei nuovi indirizzi della riforma e alle commissioni servono chiarimenti e informazioni su come affrontare le novità in campo. Un banco di prova, quindi, anche per i commissari.