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T.A.R. SICILIA. Risultati positivi dei ricorsi collettivi per il diritto al sostegno scolastico

T.A.R. SICILIA. Risultati positivi dei ricorsi collettivi per il diritto al sostegno scolastico

Primi importanti successi ottenuti con le sentenze relative ai ricorsi collettivi di ben 74 famiglie, assistite dalle avv. Rosaria Capo e Chiara Garacci, contro la negazione del diritto al sostegno per gli alunni diversamente abili (http://cobasscuolapalermo.wordpress.com/2013/10/31/ricorsi-ore-sostegno/).
Il T.A.R. Sicilia ha infatti riconosciuto il diritto ad avere sin da subito le ore negate nel corrente anno scolastico per 74 alunni diversamente abili di Agrigento, Palermo e Trapani, confermando in maniera inequivocabile che il diritto all’integrazione – mediante le ore di sostegno dei disabili – è un diritto soggettivo assoluto non condizionabile da vincoli economici o di organico.
Dopo anni di denunce e mobilitazioni che abbiamo promosso contro la carenza degli insegnanti di sostegno e che hanno accompagnato e sostenuto le richieste delle famiglie, esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per questo primo risultato raggiunto, ben consci del fatto che il percorso avviato non è ancora giunto alla definitiva conclusione.
Rafforzati anche da questi riconoscimenti giudiziari contro il vergognoso taglio del sostegno, facciamo presente che continueremo a vigilare affinché le Amministrazioni Scolastiche provvedano, come intimato nei provvedimenti, ad integrare le ore di sostegno dovute.
Rilanciamo inoltre la mobilitazione e la campagna per i ricorsi collettivi: diverse famiglie sono già pronte a un nuovo ricorso e, a breve, riprenderemo il ciclo di incontri con le famiglie per coinvolgerne altre.

SCATTI, PRESENTATI EMENDAMENTI IN SENATO

SCATTI, FGU PRESENTA EMENDAMENTI IN SENATO

La Federazione Gilda-Unams è intervenuta ieri pomeriggio in audizione alla VII Commissione Cultura del Senato. Il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio, ha illustrato ai senatori la questione degli scatti, ribadendo che sono finanziati da risorse contrattuali e che, dunque, non privilegiano gli insegnanti rispetto agli altri dipendenti pubblici. Di Meglio ha inoltre sottolineato l’ingiusto prelievo effettuato dal ministero dell’Economia sui risparmi derivanti dai tagli della legge Gelmini, che dovevano essere destinati agli scatti e invece sono stati spesi per altri scopi.

Il coordinatore della Fgu ha presentato una serie di emendamenti per recuperare lo scatto del 2013, oltre che quello del 2012, e ha chiesto il ripristino delle posizioni economiche del personale Ata. Di Meglio ha infine sottolineato che l’anzianità di servizio, riconosciuta ai docenti in tutti i Paesi europei, in Italia è la più bassa in termini assoluti e che, secondo il rapporto Ocse, tra il 2001 e il 2010, in controtendenza rispetto ad altri Paesi europei, la spesa per studente è calata dell’8%.

Sciopero della attività aggiuntive per docenti, personale educativo e ATA

Scatti e taglio del MOF: la FLC CGIL proclama lo sciopero della attività aggiuntive per docenti, personale educativo e ATA

Scatti e taglio del MOF: la FLC CGIL proclama lo sciopero della attività aggiuntive per docenti, personale educativo e ATA

Dal 21 febbraio al 22 marzo, stop alle attività retribuite con il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. La nostra protesta per il recupero degli scatti 2012 e 2013 e per dire no alla riduzione del MOF.

La FLC CGIL ha proclamato lo sciopero delle attività aggiuntive retribuite con il MOF per il personale docente, educativo e ATA della scuola.

Scarica i volantini in allegato.

La nostra organizzazione nei giorni scorsi aveva esperito con esito negativo il tentativo obbligatorio di conciliazione e non aveva avuto risposte soddisfacenti dall’incontro con la Ministra Carrozza.
Infatti, pur valutando positivamente l’aver scongiurato, attraverso il decreto legge 3/14, il prelievo diretto in busta paga, ad oggi non ci sono risorse aggiuntive per coprire totalmente i costi dello “scatto” 2012. Ciò significa che le risorse verranno, per il secondo anno consecutivo, recuperate dalle tasche dei lavoratori, vale a dire dal fondo per il miglioramento dell’offerta formativa.

Il MOF avrà quindi un’altra pesante riduzione a regime e nell’immediato dovrà farsi carico anche dell’attribuzione degli arretrati dovuti per l’anno 2013: alle scuole cioè per il corrente anno scolastico non sarà erogato più neanche un centesimo. Gli effetti di tale scelta si scaricheranno sul personale e sull’offerta formativa di scuola.

La FLC da tempo denuncia l’aggressione al salario dei lavoratori della scuola a partire dai mancati rinnovi dei contratti nazionali, al blocco degli scatti di anzianità fino alla riduzione delle risorse finalizzate alla contrattazione decentrata.

E’ una aggressione al lavoro e al suo valore.

Per queste ragioni chiediamo con forza che vengano reperite le risorse necessarie per evitare che a pagare siano ancora una volta i lavoratori e le famiglie e proclama dal 21 febbraio al 22 marzo in concomitanza con la conversione in legge del DL 3/2014, lo stop alle attività retribuite con il MOF.

L’azione di lotta si articolerà secondo le seguenti modalità:

Il personale docente ed educativo si asterrà:

  • dalle attività aggiuntive di insegnamento oltre l’orario obbligatorio, retribuite con il MOF;
  • dall’espletamento delle funzioni strumentali;
  • dalle ore aggiuntive per l’attuazione di progetti retribuiti con il MOF e dagli incarichi di coordinatore di progetti retribuiti con il MOF;
  • dalla sostituzione e collaborazione con il dirigente scolastico e dagli incarichi di responsabile di plesso, di laboratorio, di dipartimento, coordinatore del consiglio di classe e coordinatore personale educativo;
  • dalle ore aggiuntive prestate per l’attuazione dei corsi di recupero per gli alunni con debiti formativi;
  • dalle attività complementari di educazione fisica e avviamento alla pratica sportiva.

Il personale ATA si asterrà:

  • dalle attività aggiuntive oltre le 36 ore settimanali;
  • da tutte le ulteriori attività previste nelle lettere di incarico comprese quelle collegate alle posizioni economiche (I^ e II^ ) e agli incarichi specifici;
  • dall’intensificazione della attività nell’orario di lavoro relativa alla sostituzione dei colleghi assenti con limitazione al proprio piano di lavoro o settore;
  • dallo svolgimento incarico sostituzione Dsga;
  • dallo svolgimento di incarico di reggenza come Dsga presso le scuole sottodimensionate.

Deludente e vago l’Atto di indirizzo del Ministro Carrozza per il 2014

Deludente e vago l’Atto di indirizzo del Ministro Carrozza per il 2014

Le 11 priorità del consueto Atto d’indirizzo del Ministro dell’istruzione in carica, più una
liturgia consolidata che un effettivo piano programmatico come si evince leggendo a ritroso quanto
effettivamente realizzato delle indicazioni prioritarie enunciate in passato, confermano il carattere
di genericità e di prassi formale dell’azione politica.
Formalità che sembra consolidarsi quest’anno più di quanto sia stato fatto l’anno scorso dal
Ministro Profumo, che pure si era “spinto in avanti” con l’istituzione dei Prestiti d’onore, relativi
alla promozione del diritto allo studio universitario che adeguerebbero il nostro Paese a quelle
virtuose strategie che molti altri paesi della UE e anche gli USA, hanno da tempo messo in campo.
Parliamo della promozione di quella Fondazione per il merito, istituita dal Ministro Gelmini nel
2010, in cui sarebbero dovute confluire sia risorse pubbliche che private, con il compito di elargire i
prestiti d’onore, per sostenere gli studi universitari degli studenti meritevoli e capaci. La fine
anticipata della Legislatura ha ovviamente lasciato questo intento al suo successore che tuttavia
non ha ritenuto di doverlo recepire.
E’ di questi giorni, infatti, la notizia che la Corte dei Conti ha espresso un duro giudizio nei
confronti del MIUR, su come sia stata fatta fallire la Fondazione per il merito: i magistrati contabili
denunciano che i 20 milioni stanziati per gli studenti, non sono mai stati spesi evidenziando
poca chiarezza per il futuro, un groviglio di norme contraddittorie e mancanza di progettualità.
Come pure tra le priorità di Profumo c’era la questione della riduzione di un anno degli studi, in
cui il Ministro si era concretamente impegnato istituendo una commissione tecnica che ha
proposto e studiato soluzioni concrete. Argomento, anche questo, che evidentemente il Ministro
Carrozza ha preferito lasciare cadere
Nell’atto d’indirizzo per il 2014, da segnalare una generica quanto scarna indicazione
all’introduzione di un sistema di valutazione esterno, che sia di supporto alla gestione delle
istituzioni scolastiche, finalizzato ad agevolare un processo di auto-miglioramento della qualità di
apprendimento e della didattica e che dovrà verificare i risultati raggiunti e gli obiettivi.
Francamente la valenza dell’argomento avrebbe meritato ulteriori e concreti dettagli.
Temiamo che la prudenza politica abbia prevalso sulla responsabilità dovuta di realizzare
finalmente un sistema nazionale di Valutazione che, com’è noto, non piace ai sindacati e ad una
parte dell’area politica, cui appartiene il ministro Carrozza.
Fa sorridere, infine, gli addetti ai lavori l’ultima priorità riguardante la Scuola, che auspica il
generico rafforzamento dell’Autonomia delle Scuole, per due ordini di motivi, il primo: è sotto gli
occhi di tutti che quei successi che il documento cita sono solo potenzialità minimamente
realizzate nelle Scuole dove l’Autonomia didattica e finanziaria è ormai da anni un convitato di
pietra. Secondo: un Atto d’indirizzo dovrebbe appunto dare l’indirizzo per realizzarla, quel “come”
che si traduce in strumenti concreti, operativi che oggi mancano ai Dirigenti delle scuole e agli
insegnanti. Scrivere semplicemente che una cosa si deve realizzare per il solo fatto di averlo
scritto, è la solita affermazione gentiliana che non porta da nessuna parte.
Nel documento è poi assente tutta quella parte “incompiuta” che riguarda gli insegnanti: la
formazione, l’attuazione del Regolamento per il reclutamento, la necessità di nuovi profili, che pure
il ministro ha evocato quando ha parlato in questi giorni di annullamento degli scatti di anzianità in
funzione di una progressione di carriera. La questione “professionale” dovrebbe essere una priorità
per un Ministro dell’istruzione, eppure la Carrozza è il primo Ministro che non ha ancora voluto
sentire, a distanza di quasi un anno dal suo insediamento, il mondo delle associazioni professionali
dei docenti e dei dirigenti.

Paola Tonna
presidente APEF

Vengo anch’io? NO tu NO PAS!!!!

Vengo anch’io? NO tu NO PAS!!!!

Domani giovedì 5 febbraio alle 16,30 gli insegnanti precari di lingue straniere del Piemonte saranno presenti rivendicando le nostre ragioni al Rettorato Universitario di Via PO 17.

Intendiamo affrontare la gravissima situazione derivante dal fatto che in Piemonte non sono stati attivati, a differenza di quanto è avvenuto nelle altre regioni italiane, i corsi PAS – Percorsi Abilitanti Speciali, appunto, per lingue straniere.

Questa situazione determina un’inaccettabile disparità di trattamento a danno delle centinaia di colleghe e colleghi precari che vivono e lavorano in Piemonte che rischiano seriamente di vedersi scavalcati dai colleghi che avranno conseguito questo titolo in altre regioni.

Troviamo inaccettabile che il tutto venga giustificato con la non retribuzione dei ricercatori precari dell’Università che hanno tenuto i precedenti corsi.
Siamo restati letteralmente basiti e ci siamo posti la domanda  e abbiamo domandato come mai l’amministrazione universitaria ha assegnato incarichi per i quali non è prevista retribuzione.

La CUB Scuola Università Ricerca ribadisce che l’avvio a settembre dei corsi è inaccettabile e che manterremo alta la mobilitazione a tutela dei circa cinquecento colleghi e colpite danneggiati da quanto il Dipartimento non ha fatto e, sembra, non intende fare.

Per la CUB Scuola Università Ricerca

Cosimo Scarinzi

PAS: Miur sollecita l’attivazione dei corsi AFAM

PAS: Miur sollecita l’attivazione dei corsi AFAM

 

Con nota 281 del 31 gennaio 2014, il Miur ha sollecitato i direttori dei Conservatori e degli Istituti Superiori di studi musicali a procedere all’attivazione dei corsi anche per le classi di concorso A031, A032, A077 presso le istituzioni AFAM.

 

Confermata, quindi, la posizione dell’Anief che già in diverse occasioni aveva auspicato un intervento ministeriale che chiarisse la necessità di far partire i corsi PAS anche per il settore AFAM.

 

Ci auguriamo che in seguito alla pubblicazione di questa nota, la situazione di stallo creatasi venga adesso sbloccata in tempi brevi.

 

ISCRIZIONI: I CONSIGLI PER I GENITORI

ISCRIZIONI: I CONSIGLI PER I GENITORI

Genitori tutti pronti alle linee di partenza per iscrivere i propri figli alle classi prime: parte adesso la seconda tornata di iscrizioni on line, che occuperà le famiglie per tutto il mese di febbraio, per fortuna con un po’ di ansie in meno e qualche consapevolezza in più rispetto allo scorso anno. C’è anche la soddisfazione, per l’Associazione Genitori A.Ge. Toscana, di vedere che la protesta dello scorso anno ha ottenuto i risultati dovuti e finalmente ai genitori si riconosce il diritto di scegliere il tempo scuola per il proprio figlio.

”Lo scorso anno protestammo vivamente contro la procedura on line, che consentiva alle scuole di scegliere l’offerta di tempo scuola secondo il loro piacimento, in aperta violazione della normativa vigente, che invece rimette la scelta alle famiglie –commenta Rita Manzani Di Goro, presidente di A.Ge. Toscana- Constatiamo con piacere che il Ministero ha preso atto della fondatezza delle nostre obiezioni e ha modificato sia il modulo on line che le istruzioni alle scuole”.

La procedura on line (www.iscrizioni.istruzione.it) non è difficile e c’è più serenità da parte delle famiglie. Per contro, cresce l’attenzione a fare scelte oculate, perché a nessuno sfugge il fatto di giocarsi con pochi clic il benessere dei propri figli a scuola per i prossimi tre o cinque anni.

Ecco alcuni consigli e informazioni utili per vivere con serenità questo momento:

– ai genitori competono le scelte tra i diversi percorsi formativi e le opzioni del tempo scuola;
– è possibile presentare una sola domanda di iscrizione;
– se non si è più che certi della scelta, non affrettarsi eccessivamente a presentare la domanda: c’è tempo fino al 28 febbraio e non esiste alcuna priorità per chi arriva prima;
– le scuole, sia quelle di destinazione che quelle di provenienza, sono tenute a offrire un supporto informatico alle famiglie che ne hanno bisogno;
– i codici meccanografici, che identificano le scuole a cui iscrivere gli alunni, possono essere richiesti alle scuole di provenienza; altre informazioni su “Scuola in chiaro” http://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola;
– i criteri di priorità nell’accoglimento delle domande debbono essere stati adottati dal Consiglio di Circolo o d’Istituto prima dell’avvio delle iscrizioni e la delibera deve essere pubblicata all’albo e sul sito web;
– nella determinazione dei criteri, i Consigli debbono ispirarsi a principi di ragionevolezza, quali la vicinanza dell’abitazione alla scuola o gli impegni lavorativi dei genitori; l’estrazione a  sorte dovrà essere lasciata come estrema ‘ratio’, a parità di tutti gli altri requisiti;
– tutte le situazioni che attribuiscono un il diritto a precedenza debbono essere possedute entro la data di scadenza delle iscrizioni (28 febbraio 2014);
– se l’affido del minore non è congiunto, i due genitori devono perfezionare la domanda di iscrizione presso la scuola entro l’avvio del nuovo anno scolastico;
– in caso di alunno con disabilità o disturbi specifici di apprendimento (DSA), la domanda dovrà essere perfezionata presso la segreteria scolastica, consegnando copia della certificazione entro 10 giorni dalla chiusura delle iscrizioni;
– nell’eventualità che la domanda possa non essere accolta, non conviene comunque scegliere una o due scuole in subordine, perché in questo caso lo spostamento verrà effettuato automaticamente, senza interpellare di nuovo la famiglia;
– tempo scuola: la scelta delle famiglie è un’indicazione, che però diventa vincolante se si raggiunge il numero di domande minimo necessario per attivare una classe (18 alunni per l’infanzia e la media, 15 per la primaria), sempre che vi siano le condizioni logistiche necessarie;
– la scelta migliore è quella che tiene prioritariamente conto del bambino e delle sue necessità;
– è sconsigliabile mettere l’ordine di priorità a tutte le possibilità offerte di tempo scuola, perché in questo caso la scuola può legittimamente attribuirci quella che è la nostra terza o quarta scelta;
– per la scuola dell’infanzia la domanda è solo cartacea e c’è possibilità di scegliere fra 25, 40 e fino a 50 ore, tenendo conto che le attività in compresenza sono possibili con la formula a 40 ore e vengono progressivamente meno, via via che ci si avvicina alle 50 ore settimanali (es: 42,5, che corrisponde a otto ore e mezzo al giorno per cinque giorni);
– per l’iscrizione alla primaria, le scuole debbono consegnare il Piano dell’Offerta Formativa con le articolazioni e le scansioni dell’orario, inclusi i rientri pomeridiani e i servizi mensa;
– per l’iscrizione alla prima media, gli istituti comprensivi non provvederanno più d’ufficio e le famiglie dovranno effettuare la normale iscrizione on line; gli alunni provenienti dallo stesso istituto hanno priorità rispetto a quelli provenienti da fuori;
– la prova orientativo-attitudinale per le classi prime a indirizzo musicale dovrà essere svolta in tempi utili a consentire l’iscrizione ad altra classe o istituto entro il 15 marzo 2014;
– grande novità per la scuola superiore sono le sezioni ad indirizzo sportivo dei licei scientifici, che per quest’anno saranno limitate a una sola classe per ciascun istituto;
– per combattere la dispersione, i genitori hanno facoltà di chiedere il cambiamento del corso di studi prima dell’inizio delle lezioni o comunque nei primi mesi dell’anno scolastico; si rispetta così la facoltà dei genitori di scegliere liberamente il corso di studi ritenuto più confacente alle attitudini e alle aspirazioni del figlio;
– gli studenti figli di cittadini europei residenti in Italia sono assegnati alla classe successiva, per numero di anni di studio, a quella frequentata con esito positivo nei Paesi di provenienza;
– i minori rifugiati e i minori stranieri non accompagnati hanno accesso agli studi di ogni ordine e grado, secondo le modalità prescritte per i cittadini italiani;
– gli alunni con cittadinanza non italiana sprovvisti di codice fiscale, possono effettuare l’iscrizione on line grazie a una funzione del sistema che crea un codice provvisorio;
– il termine delle iscrizioni per i corsi per adulti è fissato al 31 maggio 2014;
– la scelta di avvalersi o avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica vale per tutto il corso di studi e può essere modificata solo a richiesta delle famiglie o dello studente maggiorenne, ciascun anno entro il termine delle iscrizioni;
– la scelta specifica di attività alternative deve essere effettuata all’inizio dell’anno scolastico.

”Un suggerimento rivolto a tutti i consigli d’istituto è quello di inserire, sia nelle domande di iscrizione che in quelle di riconferma per gli anni successivi al primo, una specifica liberatoria affinché i recapiti dei genitori possano essere forniti ai rappresentanti di classe –conclude Di Goro- Molte segreterie non hanno difficoltà a fornire email e numeri di telefono, prendendo a riferimento gli artt. 5 T.U. 297/1994 e 95 D.Lgs. 196/2003, ma altre sollevano numerose obiezioni. Basta questo piccolo accorgimento per rendere più viva e proficua la partecipazione dei genitori, che ogni giorno di più è una risorsa per le scuole”.

Percorsi Abilitanti Speciali, l’indifferenza del Miur non è più tollerabile

Percorsi Abilitanti Speciali, l’indifferenza del Miur non è più tollerabile

 

Anief torna a spronare il Ministero: deve dare risposte immediate alle tante questioni irrisolte. Ad iniziare dalla pubblicazione definitiva dei corsi attivati, dei programmi delle lezioni e dei corsisti accolti. Servono risposte per i percorsi formativi che nessuno vuole organizzare, come quello per la scuola dell’infanzia e primaria. Ma soprattutto serve finalmente lungimiranza sulla spendibilità del titolo: chi si è abilitato con i Pas, ma anche attraverso i Tfa ordinari, deve essere inserito già a luglio nella seconda fascia delle graduatorie d’istituto. E contemporaneamente nella terza fascia delle GaE. Essere formati per fare gli insegnanti, ma poi rimanere per strada non ha alcun senso.

 

A due settimane dalla denuncia pubblica dell’Anief sul caos organizzativo che sta caratterizzando l’avvio dei Percorsi Abilitanti Speciali, il sindacato è costretto a inviare un altro altolà al Miur: si fa infatti sempre più urgente la necessità di dare immediata risposta alle tante questioni irrisolte. Ad iniziare dalla pubblicazione definitiva da parte degli atenei dei corsi che effettivamente verranno attivati, al fine di permettere ai tanti candidati ai PAS, una volta acquisita la certezza della mancata attivazione del corso richiesto, di poter avviare la richiesta formale del nulla osta utile allo spostamento in un’altra regione.

 

Va poi data la possibilità a tutti i corsisti PAS di poter fruire dei permessi per il diritto allo studio, anche per un numero inferiore alle 150 previste dal C.C.N.L., vanno sollecitati tutti gli atenei a pubblicare il programma delle lezioni e l’elenco degli ammessi ai corsi. Va valutato per intero il servizio svolto nei Centri di formazione professionale. E va risolto una volta per tutte il problema della mancata organizzazione dei PAS indirizzati ai docenti della scuola dell’infanzia e primaria: evidentemente, non basta aver genericamente fornito la possibilità alle Facoltà di Scienze della formazione primaria di attivare i corsi.

 

Ma, una volta superati questi aspetti organizzativi, il nodo più difficile da sciogliere rimane sicuramente quello della spendibilità del titolo: premesso che gli atenei organizzatori dovranno ottemperare all’indicazione del Miur di assegnare i titoli di abilitazione entro la fine del prossimo mese di luglio: ciò permetterebbe l’immediato inserimento dei neo-abilitati nella seconda fascia delle graduatorie d’Istituto, la cui “finestra” di aggiornamento dovrebbe chiudersi più o meno in quei giorni.

 

Ma soprattutto, il Ministro Carrozza colga l’occasione per inserire i prossimi abilitati tramite i Pas, come attraverso i Tfa ordinari, all’interno delle graduatorie permanenti, da qualche anno ribattezzate “ad esaurimento”, perché rappresentano l’unico canale di assunzione, per il 50% dei posti vacanti, destinato al personale abilitato attraverso i corsi universitari. Mantenere in vita una norme astrusa, come quella introdotta con la Legge 296 del dicembre 2006, significa perpetrare nell’errore di formare di docenti e poi precludergli la possibilità di essere stabilizzati. Senza un intervento del Ministro, infatti, quasi 100mila precari, tra abilitati Pas e Tfa, verranno collocati in una graduatoria fuori fascia, che non avrà valenza ai fini dell’assunzione in ruolo. Mentre tutti i corsi abilitanti attivati dal 1999 ad oggi hanno sempre consentito l’inserimento nella terza fascia delle GaE.

 

Quel che devono comprendere al Ministero dell’Istruzione – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – è che coloro che sono stati selezionati per fare gli insegnanti hanno il diritto di essere inseriti nella terza fascia di quelle graduatorie, le GaE, dove sono stati collocati i loro colleghi abilitati in precedenza allo stesso modo: tramite le università. E lo Stato ha il dovere di dare seguito a questa legittima richiesta. Perché il bivio che l’amministrazione scolastica ha artificiosamente creato negli ultimi anni non si sarebbe dovuto mai creare. Anche se con ritardo, è giunto il momento di rimuoverlo. Altrimenti – conclude il sindacalista Anief-Confedir – sarà compito delle aule di tribunale permettere a questi docenti di fare quello per cui sono stati formati: insegnare”.

 

PAS: ANCORA CAOS SUI CORSI, CARROZZA INTERVENGA

PAS, GILDA: ANCORA CAOS SUI CORSI, CARROZZA INTERVENGA

“Alla scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione ai Pas, si brancola ancora nel buio e la confusione regna sovrana”. A lanciare l’allarme è la Gilda degli Insegnanti. “Dalle numerose segnalazioni che continuano ad arrivarci – spiega la Gilda – sembra che i corsi siano al palo per molte classi di concorso, in particolare per la scuola dell’infanzia e la primaria, a causa delle resistenze del settore universitario. A tutt’oggi mancano le necessarie delucidazioni sulla validità abilitante dei titoli di scuola magistrale ottenuti dal 1997 al 2001. Chiediamo al ministro Carrozza di intervenire con urgenza – conclude la Gilda – per evitare che un provvedimento così importante per la scuola e le migliaia di docenti precari venga travolto dalla macchina burocratica del Miur e dagli interessi degli atenei”.

Ricorsi Stabilizzazione

Ricorsi Stabilizzazione: ‘a segno’ un’altra sentenza ANIEF. Docente precaria firma il contratto a tempo indeterminato

 

A seguito di una delle sentenze ottenute dall’ANIEF per la stabilizzazione dei precari con più di 36 mesi di servizio su posti vacanti e disponibili, un’altra docente ha finalmente stipulato l’agognato contratto a tempo indeterminato che il MIUR le aveva sempre negato reiterando con lei, colpevolmente, innumerevoli contratti a termine in evidente contrasto con quanto disposto dalla normativa europea. L’Avv. Michele Ursini raggiunge l’ennesimo “obiettivo stabilizzazione” grazie ai ricorsi patrocinati per il nostro sindacato; il Ministero dell’Istruzione dovrà ora eseguire anche la condanna al risarcimento del danno cagionato per un totale di 18.000 Euro oltre accessori.

 

Il Giudice del Lavoro di Trani, accogliendo senza riserve tutte le richieste del nostro legale, aveva dato piena ragione all’ANIEF e, costatato l’evidente abuso di contratti a termine perpetrato dal MIUR nei confronti della nostra iscritta, aveva dichiarato “che il rapporto di lavoro tra la ricorrente e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca deve essere “considera(to) a tempo indeterminato”, con decorrenza dal 1° aprile 2009 […] con conseguente ricostruzione della carriera i fini previdenziali, pensionistici, di anzianità e retributivi e di risarcirle il danno in misura pari ad “un’indennità onnicomprensiva” di 9 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto”, maggiorata degli accessori di legge”. Il MIUR non ha potuto far altro che eseguire l’ulteriore sentenza ottenuta dal nostro sindacato e convocare la docente per l’effettiva stipula del contratto a tempo indeterminato retrodatato con effetti giuridici ed economici al 2009.

 

Successo pieno per l’ANIEF, dunque, che ha permesso a un’altra docente precaria non solo la possibilità di vedersi riconosciuto il giusto diritto all’immissione in ruolo dopo molteplici contratti a tempo determinato stipulati con il MIUR, ma anche al risarcimento del danno subito per l’illecita reiterazione di contratti a termine per un totale di più di 18.000 Euro.

Concorso a cattedra

Concorso a cattedra: Tar Lazio con sentenza 1301/14 accoglie ricorso Anief su diploma magistrale ad indirizzo linguistico, ex art. 4 D.P.R. 419/74, e scioglie ogni ammissione con riserva

 

Ancora un successo del sindacato che aveva impugnato il bando. Diversi ricorrenti ottengono la vittoria grazie all’annullamento della nota del 14 novembre 2012 del Miur per violazione di diverse sentenze del Consiglio di Stato, che aveva dato origine ai decreti di esclusione. Il titolo di maturità linguistica andava riconosciuto, come sostenuto in udienza dall’avv. Tiziana Sponga.

 

Non era necessaria la precisazione riguardante il titolo “maturità magistrale ad indirizzo linguistico” perché contraria alla normativa di riferimento e alle previsioni dello stesso bando concorsuale.

 

Per i giudici, il Miur ha violato così diverse norme e atti amministrativi tra cui il D.I. del 10 marzo 1997, art. 2 comma 1, il d.lgs. 207/94, art. 402 comma 1, il D.P.R. 419/74, art. 4.

 

Così si esprime il Collegio: Contrariamente da quanto ritenuto dall’amministrazione, il Collegio condivide l’orientamento del Consiglio di Stato richiamato da parte ricorrente, secondo cui la piena validità riconosciuta, secondo i criteri di corrispondenza fissati nel decreto del Ministro della Pubblica Istruzione che autorizza la sperimentazione, al diploma di maturità linguistica non priva il titolo di studio conferito dall’Istituto Magistrale della sua natura di diploma di maturità magistrale a pieno titolo, ma aggiunge anche qualcosa in più, senza modificarne la tipologia originaria.

 

A questo punto, vista la giurisprudenza ormai consolidata, può considerarsi archiviata l’errata interpretazione ministeriale, che non ha impedito ai candidati di dimostrare il merito nel risultare idonei nelle graduatorie finali.

Assemblea nazionale dei precari scuola 19 gennaio

Si è svolta a Roma, il 19 gennaio scorso, un’assemblea di lavoratori precari della scuola a cui hanno partecipato precari romani delle diverse realtà operanti sul territorio, delegazioni di docenti precari e di ruolo e del personale ATA provenienti da Ravenna, Napoli, Milano, Modena, Bologna, Firenze, Cosenza, Latina, Torino, Palermo, Bari. Oltre ai precari “storici”, hanno partecipato anche i neo-abilitati o abilitandi di TFA e PAS, consci del fatto che ogni percorso di formazione ha ed avrà come sbocco il precariato a tempo indeterminato, a meno che non cambi radicalmente la politica scolastica.

Gli interventi hanno palesato la comune percezione che la Scuola continui ad essere considerata, anche dal governo Letta, un settore sacrificabile. I precari hanno constatato che le politiche scolastiche continuano ad essere dettate da due istanze incompatibili con il rilancio dell’istruzione pubblica:

1) il risparmio e la “compressione della spesa pubblica”.

2) la volontà di assimilare i processi di apprendimento, di istruzione e di gestione della Scuola alle dinamiche aziendali e di introdurre logiche “premiali” incompatibili con la dignità dei docenti e con la libertà di insegnamento, nonché con il dettame costituzionale.

A testimonianza di ciò, i precari hanno rilevato e messo in evidenza i seguenti portati delle politiche scolastiche del Governo Letta:

–  conferma dei tagli Gelmini e il mancato ritiro della riforma Fornero sulle pensioni;

– nuovi tagli di posti di lavoro mascherati da innovativa “sperimentazione”, illegittima ed illegale per la mancanza del parere favorevole del CNPI, attraverso la riduzione indiscriminata della durata dei cicli scolastici;

– taglio dei salari precari, attraverso la mancata monetizzazione delle ferie non godute;

– riduzione del diritto allo studio dei disabili, colpito dalle direttive sui BES, volte a “medicalizzare” l’intervento didattico sugli alunni con difficoltà di apprendimento;

– violenta imposizione dei demenziali e discriminatori quiz INVALSI, che calpestano le prerogative dei docenti, rimodellano la didattica sulle esigenze dell’imprenditoria e costituiscono il pretesto per tagliare fondi proprio a quegli istituti che costituiscono il solo presidio di legalità e la sola occasione di riscatto di certi territori;

– istituzione assurda di corsi abilitanti costosissimi, a fronte di una ormai cronicizzata mancanza di posti, allo scopo di foraggiare università pubbliche e private prive di risorse e di tenere occupati i precari in un’eterna lotta contro i colleghi altrimenti abilitati o inseriti nelle mai esaurite graduatorie ad esaurimento.

Molti hanno richiamato la messa in mora e la minaccia di pesanti sanzioni che pendono sull’Italia per indebita e illegale reiterazione dei contratti a termine, in violazione della legge europea 70/1999. Perfino quell’Europa che da anni “ci chiede” lacrime e sangue, ha trovato la condizione dei precari italiani indecente e non più tollerabile!

Di fronte alla gravità della situazione e a fronte di questo pronunciamento europeo a loro favorevole, i precari hanno rilanciato, già dal prossimo febbraio, un piano di azioni di protesta e mobilitazioni coordinate (sit-in e presidi davanti al MEF e alle sedi degli organismi europei, contestazioni davanti alle sedi degli Uffici scolastici e del PD, principale partito di governo) che culmineranno in due giornate:

– 21 marzo, che sarà il “giorno della dignità precaria”, in cui precari chiederanno un giorno di quelle ferie delle quali è stato loro sottratto il pagamento.

– 11 aprile, in cui si terrà il primo “sciopero precario”, a cui sarà chiamato a partecipare tutto il mondo della scuola con una manifestazione nazionale a Roma.

Le richieste imprescindibili dei precari della scuola sono: un reale rifinanziamento del settore; il ripristino delle ore di lezione tagliate e il potenziamento dell’offerta culturale; la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari nelle mansioni per cui si sono formati; il rifiuto dell’organico funzionale. .

I coordinamenti hanno inoltre assicurato il loro impegno per promuovere l’approvazione, in tutte le scuole, di mozioni No-BES e azioni di boicottaggio degli stessi e delle prove Invalsi.

Si è ribadito, infine, il rifiuto delle logiche di contrapposizione tra docenti, determinate dalla molteplicità dei percorsi abilitanti, e si è auspicata la realizzazione di un percorso di mobilitazione comune a tutti gli insegnanti, di ruolo e precari, anche in vista della nuova contrattazione, perché non ci devono essere e affinché non ci siano, in futuro, privilegi da conquistare a detrimento dei colleghi, ma dignità e centralità sociale della funzione docente da recuperare e riaffermare.

Ricorso graduatoria di merito triennale e abilitazione idonei concorso a cattedra

Ricorso graduatoria di merito triennale e abilitazione idonei concorso a cattedra: istruzioni per ricorrere al Presidente della Repubblica

Per coloro le cui graduatorie di merito definitive (anche in seguito a ripubblicazione) sono state pubblicate da più di 60 giorni ma meno di 120. Richiedi le istruzioni a idonei.pdr@anief.net.

Viste le numerose richieste, pervenute al sindacato, di adesione al ricorso per il riconoscimento dell’abilitazione e per la durata triennale delle graduatorie di merito degli idonei del concorso a cattedra, ANIEF ha deciso di attivare le procedure per il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica a beneficio di coloro le cui graduatorie definitive sono state pubblicate (o ripubblicate) da più di 60 giorni ma meno di 120.

Ricordiamo che solo pochi giorni fa Marco Rossi Doria, Sottosegretario all’Istruzione, nel corso di un’interrogazione alla Camera ha ribadito che l’idoneo ma non vincitore non potrà acquisire l’abilitazione, ma dovrà partecipare agli appositi corsi abilitanti.

Gli interessati devono inviare una mail a idonei.pdr@anief.net per ricevere le istruzioni operative. Il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica è destinato solamente a coloro che non hanno già adito il TAR del Lazio e le cui graduatorie sono state pubblicate (o ripubblicate) dall’Ufficio Scolastico Regionale di proprio interesse da più di 60 giorni ma meno di 120.

Qualora, invece, le graduatorie siano state pubblicate da meno di 60 giorni, è ancora possibile aderire al ricorso al TAR del Lazio scrivendo a concorsoacattedra@anief.net per ricevere le relative istruzioni.

La scuola in carcere: una grande occasione

La scuola in carcere: una grande occasione per i cittadini detenuti/e e per la società
I progetti assistiti e la nuova istruzione adulti
14 febbraio (dalle 9 alle 17) Convegno Cesp-Cobas  a Roma
Sala Teatro della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso
(Via Raffaele Majetti,70)

Il CESP ( Centro Studi per la scuola Pubblica ) ha organizzato il III Convegno Nazionale sulla “Scuola in carcere” che si svolgerà a Roma venerdì 14 febbraio 2014, dalle ore 9.00 alle ore 17.00, presso la Sala Teatro della Casa Circondariale di Rebibbia.
Il Convegno darà seguito all’analisi sul ruolo dell’istruzione pubblica all’interno dell’istituzione penitenziaria quale elemento irrinunciabile nel programma del trattamento ” rieducativo” del detenuto, approfondendo le specificità della scuola in carcere all’interno della più ampia istruzione degli adulti e in questa nuova edizione sarà dedicata proprio al significato e alle pratiche (oltre che alle politiche culturali) della scuola in carcere, un’apposita sezione. La peculiarità dell’istruzione nelle carceri non deve, però, portare ad uno ‘sganciamento’ di questa scuola dalla più ampia istruzione degli adulti, nella quale i detenuti/e, una volta liberi, potranno proseguire il percorso iniziato, senza alcuno scollamento tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’, cosa che sarebbe invece inevitabile nel caso in cui si proponesse di “ghettizzare” nuovamente la scuola in carcere, facendone qualcosa di avulso e di ‘altro’ dal generale contesto sociale e culturale in cui gli studenti “ ristretti” si dovranno,comunque,  ricollocare.
In un momento di così grave difficoltà in cui versa l’intero sistema giudiziario riteniamo, peraltro, che alla scuola in carcere sia affidato un compito importante e delicato,di promozione sociale e culturale per molti dei “ristretti”, ma anche di  miglioramento concreto delle attuali condizioni di vita dei detenuti, offrendo loro, non solo la possibilità di uscire dalle celle e dai reparti, ma di occupare il tempo-vuoto del carcere in iniziative qualificate e qualificanti, che per essere attuate pienamente avrebbero bisogno di un potenziamento delle attività scolastiche e di una maggiore sinergia tra tutte le figure che oggi operano nelle strutture penitenziarie (educatori-insegnanti-assitenti sociali-personale penitenziario). Accanto a queste problematiche si rende necessario un’analisi e una verifica della riorganizzazione dell’attuale assetto dell’istruzione adulti e delle scuole in carcere (così come previsto dal DPR 263/2012) che sta procedendo attraverso la realizzazione dei “progetti assistiti” in nove regioni italiane ( Veneto-Piemonte-Lombardia-Emilia Romagna-Toscana-Lazio-Campania-Sicilia). In tali progetti  si evidenziano luci ed ombre che impongono una riflessione sui cambiamenti in atto e sulle ricadute che queste comporteranno, vista la scomposizione degli attuali percorsi e la generale diminuzione del tempo-scuola. Per questi motivi riteniamo importante aprire un confronto sulle pratiche e le politiche culturali dell’istruzione adulti, ma anche tra i dirigenti scolastici che gestiscono il cambiamento sui territori e i docenti che dovrebbero applicare le nuove linee guida, tenendo conto delle specificità dell’educazione in carcere e senza dimenticare il ruolo e il compito che in questo generale cambiamento assume l’amministrazione penitenziaria in tutte le sue componenti.

Anna Grazia Stammati presidente Cesp

Pas, Tfa e 150 ore: discriminazioni per tutti

Pas, Tfa e 150 ore: discriminazioni per tutti
Perché vogliamo una deroga alla quota del 3% per permettere a tutti i precari/ie di poter usufruire delle ore per il diritto allo studio

Abbiamo già espresso le nostre profonde critiche
ai cosiddetti Pas, corsi abilitanti istituiti per
gabellare i docenti precari, finanziare le università
e inventare l’ennesimo percorso di formazione di
scarsa qualità. Ma oggi, nella realizzazione
organizzativa di questi corsi, per i precari, si
aggiunge al danno la beffa! Ecco un breve
riassunto:
Dopo che il Ministero ha avviato per gli
insegnanti non abilitati che ne abbiano i requisiti
la possibilità di partecipare ai Pas sono passati
mesi prima che si sapesse chi sarebbe entrato o
meno nelle liste dei «fortunati» che avrebbero
potuto partecipare ai corsi.
Liste attese per mesi e università che spesso si
sono mostrate restie ad avviarli, tanto che in molti
casi, alla data odierna, per molti iscritti tutto
rimane un’incognita.
Le domande in tutte le regioni d’Italia sono state
decine di migliaia e per molti di questi malcapitati
insegnanti non è ancora dato sapere se i PAS
presso l’università a cui si sono iscritti partiranno
da questo o dal prossimo anno, quale sia il costo,
quale l’impegno orario in presenza e in che
giornate, in cosa consista il piano di studi e la
tempistica degli esami.
Insomma, un’iscrizione al buio in cui tutto si basa
sull’estemporaneità e l’improvvisazione.
Chi vorrebbe professionalizzare gli insegnanti sta
dimostrando una mancanza di professionalità
sconcertante.
Adesso si pone anche un altro problema: come il
ministero avrebbe potuto e dovuto prevedere a
molti precari viene negato il diritto ad usufruire
delle 150 ore di permesso previste per il diritto
allo studio, indispensabili per frequentare i corsi,
perché le domande superano il tetto stabilito per
legge del 3% annuo su base provinciale.
I Pas più che «percorsi abilitanti» ormai sono
diventati un vero e proprio «percorso ad
ostacoli».
Dopo aver subito ritardi, attese, spese, dopo non
aver avuto idea di quando e come i corsi
sarebbero stati avviati, adesso molti precari non
potranno seguirli!
Tutto questo quando da più parti si paventa un
prossimo nuovo concorso?
Riteniamo tutto questo scandaloso e
discriminatorio!
Stesse problematiche riguardano tutti coloro che
si sono iscritti e stanno partecipando (o stanno per
partecipare) alle selezioni per il TFA di sostegno.
Non si capisce perché questo sacrosanto diritto
non sia stato allargato a tutti, posto il fatto che
molti aspiranti, non avendo ancora maturato i
requisiti necessari a causa dei ritardi delle
Università nell’attivazione, addirittura non hanno
potuto fare richiesta delle 150 ore.

Per questo chiediamo con forza al Miur di concedere una deroga alla quota del 3% per
permettere a tutti i precari di poter usufruire delle ore per il diritto allo studio nella misura
necessaria a garantire la frequenza ai corsi senza alcuna discriminazione, così da tutelare gli
insegnanti precari che già vivono una difficile condizione personale e lavorativa.

Gruppo Precari Scuola Elementare
Cobas Bologna