DL 104 del 12 settembre 2013

A seguito del DL 104 del 12 settembre 2013, l’amministrazione scolastica si accinge a nominare le nuove commissioni che provvederanno alla ricorrezione delle prove scritte del Concorso a Dirigenti Scolastici  in Lombardia, ai sensi del DDG del 13 luglio 2011, in parte annullato dal Consiglio di Stato con sentenza definitiva dell’11 luglio scorso. Chiediamo all’amministrazione scolastica, per ogni livello impegnato in tale rinnovazione, il rispetto di quella correttezza e quelle procedure che sono sancite nell’articolo 97 della nostra Carta costituzionale. Ci aspettiamo dall’amministrazione il rispetto dell’imparzialità dovuta sempre ai sensi del dettato costituzionale e della trasparenza della procedure che purtroppo vediamo già pericolosamente poste in discussione da alcune prassi che andranno sicuramente corrette. Allo stesso tempo, certi che la rinnovazione e la conseguente ricorrezione siano la via maestra alla quale dovremo tutti attenerci, non ci nascondiamo gli ostacoli posti sul suo svolgimento. Il primo dei quali consiste nel fatto che centinaia di copie delle prove scritte siano circolate o addirittura siano state pubblicate sulla rete web. Come impedire che tali informazioni non appaiano pregiudiziali a una corretta e distaccata opera di ricorrezione? E infine, ci attendiamo dalla stessa amministrazione scolastica che sarà chiamata alla cura amministrativa e alla gestione di tale fase di rinnovazione il giusto distacco e la fondamentale cura delle buone pratiche amministrative.

COMITATO ARTICOLO 97 – LOMBARDIA

[Il Comitato Articolo 97 – Lombardia si è ampliato con apporti provenienti da docenti e non docenti diversamente collocati rispetto alla vicenda concorsuale per la dirigenza in Lombardia.]

Scheda di lettura del Decreto Scuola – DL 104/2013

Scheda di lettura del Decreto Scuola – DL 104/2013

L’associazione sindacale Anief ha realizzato una scheda di lettura sintetica su tutti i punti riguardanti il comparto Scuola inclusi nel Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 9 settembre 2013 e pubblicato il G.U. il 12 settembre 2013 con il n. 104 (artt. da 1 a 20):

Gazzetta Ufficiale n. 214 del Decreto Legge n. 104 del 12 settembre 2013

Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca: il testo originale

 

 

Sintesi esplicativa dell’ANIEF

CAPO I

DISPOSIZIONI PER GLI STUDENTI E PER LE FAMIGLIE

Art. 1 – Welfare dello studente

1. Al fine di favorire il raggiungimento dei più alti livelli negli studi nonché il conseguimento del pieno successo formativo, incrementando l’offerta di servizi per facilitare l’accesso e la frequenza dei corsi nell’anno scolastico 2013/2014, è autorizzata la spesa di euro 15 milioni per l’anno 2014 per l’attribuzione di contributi e benefici a favore degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado in possesso dei requisiti di cui al comma 2.

2. I soggetti di cui al comma 1 sono ammessi al beneficio sulla base di requisiti inerenti a:

a) merito negli studi risultante dalla valutazione scolastica del profitto conseguito nel percorso formativo;

b) esigenza di servizi di ristorazione o trasporto non soddisfatta con altri benefici erogati da Amministrazioni pubbliche;

c) condizioni economiche individuate sulla base dell’Indicatore della situazione economica equivalente, di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, e successive modificazioni.

3. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono ripartite tra le regioni, sulla base del numero degli studenti, le risorse di cui al comma 1 e sono definiti la tipologia dei benefici e i requisiti per l’accesso agli stessi, nonché le modalità di monitoraggio dei risultati ottenuti. Nei successivi 30 giorni ciascuna regione pubblica un bando per l’erogazione dei benefici agli studenti, nel quale sono indicati la natura e l’entità dei benefici, le modalità per la presentazione delle domande, anche in via telematica, nonché i criteri per la formazione delle graduatorie. Le risorse sono attribuite sulla base delle graduatorie regionali fino a esaurimento delle risorse stesse.

4. I pagamenti relativi all’attuazione degli interventi di cui al comma 1, finanziati con le risorse statali erogate alle regioni, nei limiti dell’importo previsto, sono esclusi dai limiti del patto di stabilità interno delle regioni.

 

 

 

 

 

Per il solo anno scolastico 2013/2014 vengono stanziati 15 milioni di euro per gli studenti meritevoli, iscritti a corsi di scuola secondaria di primo e secondo grado, con esigenze particolari o condizione economiche svantaggiate.

Un successivo Decreto Interministeriale Miur – Mef, da emanare al massimo entro 120 giorni, ripartirà i finanziamenti tra le regioni italiane.

Le regioni, successivamente, entro 30 giorni, pubblicheranno i bandi per attribuire i benefici (esclusi dai limiti previsti dal patto di stabilità) agli studenti sulla base delle graduatorie regionali (fino ad esaurimento delle risorse).

 

Art. 2 – Diritto allo studio

1. Al fine di garantire una programmazione degli interventi per il diritto allo studio a decorrere dall’anno 2014, il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio di cui all’articolo 18, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68, è incrementato nella misura di 100 milioni di euro annui.

2. I pagamenti relativi all’attuazione degli interventi di cui al comma 1, finanziati con le risorse statali erogate alle regioni, nei limiti degli importi previsti per ciascun anno, sono esclusi dai limiti del patto di stabilità interno delle regioni.

 

 

Si tratta dell’incremento di 100 milioni di euro annui del fondo per le borse di studio riguardanti gli studenti universitari. Anche in questo caso, gli interventi integrativi attuati dalle regioni risultano esclusi dai limiti previsti dal patto di stabilità regionale.

Art. 3 – Borse di studio per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica

1. Al fine di sostenere la formazione artistica presso le Istituzioni di cui all’articolo 2, comma 1, della legge 21 dicembre 1999, n. 508, promuovendone l’eccellenza, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca bandisce, entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, borse di studio a favore degli studenti iscritti, nell’anno accademico 2013/2014, presso le suddette Istituzioni. Il bando stabilisce l’importo delle singole borse di studio nei limiti delle risorse disponibili, nonché le modalità per la presentazione delle domande, anche in via telematica, per la formazione delle commissioni e per la valutazione dei candidati.

2. I soggetti di cui al primo comma sono ammessi al beneficio sulla base dei seguenti criteri:

a) per i residenti in Italia, condizioni economiche dello studente individuate sulla base dell’indicatore della situazione economica equivalente, di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, e successive modificazioni;

b) per i non residenti in Italia, condizioni economiche comprovate mediante autocertificazione;

c) valutazione del merito artistico mediante audizioni e verifica della qualità delle opere artistiche eventualmente prodotte.

3. Le borse di studio sono attribuite fino a esaurimento delle risorse e sono cumulabili con quelle assegnate ai sensi del decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68. La comunicazione della graduatoria e l’individuazione dei destinatari delle borse sono effettuate dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca entro il 30 novembre 2013.

4. Ai fini del presente articolo è autorizzata la spesa di euro 6 milioni per l’anno 2014.

 

 

 

Arrivano 6 milioni di euro di borse di studio per promuovere le eccellenze nell’Afam.

Il Ministero dell’Istruzione, entro 15 giorni dall’entrata in vigore del D.L. 104, emanerà i bandi.

Potranno farne richiesta tutti gli studenti iscritti nell’anno accademico 2013/14.

Art. 4 – Tutela della salute nelle scuole

1. All’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, dopo il comma 1 è inserito il seguente: “1/bis. Il divieto di cui al comma 1 è esteso anche alle aree all’aperto di pertinenza delle istituzioni scolastiche statali e paritarie.”.

2. E’ vietato l’utilizzo delle sigarette elettroniche nei locali chiusi delle istituzioni scolastiche statali e paritarie, comprese le sezioni di scuole operanti presso le comunità di recupero e gli istituti penali per i minorenni, nonché presso i centri per l’impiego e i centri di formazione professionale.

3. Chiunque violi il divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche di cui al comma 2 è soggetto alle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all’articolo 7 della legge 11 novembre 1975, n. 584, e successive modificazioni.

4. I proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie previste dal comma 3 del presente articolo, inflitte da organi statali, sono versati all’entrata del bilancio dello Stato, per essere successivamente riassegnati, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, allo stato di previsione del Ministero della salute, per il potenziamento dell’attività di monitoraggio sugli effetti derivanti dall’uso di sigarette elettroniche, nonché per la realizzazione di attività informative finalizzate alla prevenzione del rischio di induzione al tabagismo.

5. Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, al fine di favorire il consumo consapevole dei prodotti ortofrutticoli nelle scuole, elabora appositi programmi di educazione alimentare, anche nell’ambito di iniziative già avviate. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali sono definite le modalità per l’attuazione del presente comma. Dal presente comma non possono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

 

 

Il divieto di fumo all’interno degli istituti scolastici si estende anche agli spazi esterni. Vale per scuole statali e paritarie.

Viene introdotto il divieto delle sigarette elettroniche, ma solo nei locali chiusi degli istituti scolastici.

Il Ministero delle politiche agricole elabora specifici progetti di educazione alimentare. Con il supporto del Ministero dell’Istruzione, ne verrà stabilita la loro attuazione (senza però prevedere spese per lo Stato).

Art. 5 – Potenziamento dell’offerta formativa

1. Nelle more dell’ulteriore potenziamento dell’offerta formativa negli istituti tecnici e professionali, per consentire il tempestivo adeguamento dei programmi, a decorrere dall’anno scolastico 2014/2015, i quadri orari dei percorsi di studio previsti dai decreti del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87 e n. 88, relativi al riordino degli istituti tecnici e professionali, sono integrati, in una delle due classi del primo biennio, da un’ora di insegnamento di “geografia generale ed economica” laddove non sia già previsto l’insegnamento di geografia. A tale fine è autorizzata la spesa di euro 3,3 milioni nell’anno 2014 e di euro 9,9 milioni a decorrere dall’anno 2015.

2. Al fine di promuovere la formazione continua dei docenti della scuola e la consapevole fruizione del patrimonio culturale, con particolare riferimento agli studenti delle scuole, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, fermo restando quanto previsto nell’articolo 119 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e ferma restando la possibilità di concludere convenzioni con le regioni per coordinare le rispettive iniziative in materia, bandisce un concorso per la realizzazione di progetti didattici nei musei, nei siti di interesse archeologico, storico e culturale o nelle fondazioni culturali. Al concorso possono partecipare le università, le accademie di belle arti e le istituzioni scolastiche, le quali elaborano i progetti acquisendo l’assenso dei musei interessati, che partecipano alla progettazione mediante i rispettivi servizi didattici, ed eventuali cofinanziamenti da parte di fondazioni di origine bancaria o di altri enti pubblici o privati. Gli enti e le istituzioni che ricevono finanziamenti dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per la diffusione della cultura possono cofinanziare i progetti. Non può essere finanziato più di un progetto per ogni museo. I criteri e le modalità di selezione, tali da assicurare il finanziamento di un congruo numero di progetti e la loro adeguata distribuzione sul territorio nazionale, sono definiti con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali. Il concorso è bandito entro il 30 ottobre 2013. I progetti sono realizzati dai docenti delle università, delle accademie di belle arti o delle istituzioni scolastiche, con la partecipazione degli studenti, e possono riguardare l’organizzazione di mostre all’interno dei musei, l’elaborazione di guide e percorsi per i visitatori, la realizzazione di aule o laboratori multimediali, l’elaborazione di libri o di materiale illustrativo relativi al museo. I progetti devono includere tutte le spese per la loro realizzazione senza determinare oneri diretti o riflessi ai musei in cui si svolgono i progetti medesimi.

3. Per l’anno 2014 è autorizzata, per le finalità di cui al comma 2, la spesa di euro 3 milioni.

4. All’articolo 1 della legge 18 dicembre 1997, n. 440, dopo il comma 1 è inserito il seguente:
”1/bis. A decorrere dall’anno scolastico 2013/2014 parte del Fondo di cui al comma 1 è espressamente destinata al finanziamento di progetti volti alla costituzione o all’aggiornamento, presso le istituzioni scolastiche statali, di laboratori scientifico-tecnologici che utilizzano materiali innovativi, necessari a connotare l’attività didattica laboratoriale secondo parametri di alta professionalità. Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca individua con proprio decreto la tipologia di laboratori e i materiali per i quali è possibile presentare proposte di progetto finanziate con la parte di Fondo di cui al comma 1, individuata ai sensi del primo periodo.”.

 

 

Dall’anno scolastico 2014/15 viene introdotta un’ora a settimana di geografia generale ed economica: la novità curricolare è limitata ai corsi di studio del primo biennio degli istituti tecnici e professionale, ma solo in quelli per i quali non è già previsto lo stesso insegnamento.

Il Miur ha ipotizzato l’assunzione di 287 docenti, per i quali attraverso il D.L. n. 104 vengono stanziati 3,3 milioni per l’anno 2014 e 9,9 di euro milioni a decorrere dal 2015.

 

Il Miur bandirà, entro il 30 ottobre 2013, il primo concorso per la realizzazione dei progetti didattici nei musei o nei siti di interesse archeologico, storico e culturale. Potranno partecipare istituti scolastici, università e accademie di belle arti.

Per finanziare l’iniziativa vengono assegnanti 2 milioni di euro.

 

Il Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa, riconducibile alla Legge 440 del 1997, servirà anche al finanziamento di progetti volti alla costituzione o all’aggiornamento, presso le istituzioni scolastiche statali, di laboratori scientifico tecnologici che utilizzano materiali innovativi

Per individuare la tipologia di laboratori e i materiali per i quali è possibile presentare le proposte di questi progetti, il Miur emanerà apposito decreto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Art. 6 – Riduzione del costo dei libri scolastici

1. Al fine di consentire la disponibilità e la fruibilità a costi contenuti di testi, documenti e strumenti didattici da parte degli studenti, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all’articolo 151 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, la parola: “sono” è sostituita dalle seguenti: “possono essere”;

b) al decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono apportate le seguenti modificazioni:

1) all’articolo 15, comma 1, le parole: “nell’adozione” sono sostituite dalle seguenti: “nell’eventuale adozione”;

2) all’articolo 15, comma 1, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: “I testi consigliati possono essere indicati dal collegio dei docenti solo se hanno carattere di approfondimento o monografico.”;

3) all’articolo 15, comma 2, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: “L’esecuzione da parte del dirigente scolastico di delibere del collegio dei docenti che determinino il superamento dei predetti tetti di spesa costituisce illecito disciplinare.”.

2. Al fine di ridurre la spesa per l’acquisto dei libri scolastici e consentire alle istituzioni scolastiche statali di dotarsi tempestivamente di libri per l’uso da parte degli studenti, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca assegna direttamente alle medesime istituzioni scolastiche la somma complessiva di euro 2,7 milioni nell’anno 2013 ed euro 5,3 milioni nell’anno 2014 per l’acquisto, anche tra reti di scuole, di libri di testo e dispositivi per la lettura di materiali didattici digitali da concedere in comodato d’uso a studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, individuati sulla base dell’Indicatore della situazione economica equivalente, di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, da adottare entro 7 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono assegnate le risorse, sulla base del numero di studenti, e sono definiti i criteri per la concessione dei libri agli stessi.

3. Per l’anno scolastico 2013/2014 non può essere escluso l’uso da parte dei singoli studenti di libri nelle edizioni precedenti, purché conformi alle Indicazioni nazionali.

 

 

Nella scuola primaria, sarà il Collegio dei docenti a decidere se adottare o no i libri di testo. A tal fine, l’art 151 del Testo Unico della Scuola, viene così modificato: i libri di testo, infatti, “possono essere” adottati dai Collegi, sempre sentiti i Consigli di interclasse. I docenti, in pratica, potrebbero anche decidere di sostituire i testi con altri materiali.

Per tutti gli ordini scolastici si stabilisce che le adozioni dei libri di testo diventino “eventuali”: il Collegio dei docenti, dunque, può decidere di non adottarli.

Il Collegio può indicare libri di testo “consigliati” solo se sono di approfondimento o monografici.

Spetta ai dirigenti scolastici l’obbligo di controllare gli sforamenti della spesa. Qualora vengano accertati sforamenti dei “tetti” di spesa previsti dal Miur, non rilevati ed eliminati dai dirigenti scolastici, si entra nella sfera dell’illecito disciplinare verso gli stessi ds.

Al fine di calmierare i costi per l’acquisto dei libri scolastici e per fornirli con celerità agli alunni, viene stanziata la somma complessiva di euro 2,7 milioni nell’anno 2013 ed euro 5,3 milioni nell’anno 2014 per l’acquisto, anche tra reti di scuole, di libri di testo e “tablet” da concedere in comodato d’uso a studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado.

Entro 7 giorni dall’entrata in vigore del D.L. 104, il MIUR emanerà un decreto per attribuire le risorse alle scuole e per determinare i criteri di attribuzione dei libri di testo agli studenti.

Per l’anno in corso, il Miur autorizza l’uso da parte dei singoli studenti di libri nelle edizioni precedenti (purché conformi alle Indicazioni nazionali).

 

 

Art. 7 – Apertura delle scuole e prevenzione della dispersione scolastica

1. Al fine di evitare i fenomeni di dispersione scolastica, particolarmente nelle aree a maggior rischio di evasione dell’obbligo, nell’anno scolastico 2013/2014 è avviato in via sperimentale un Programma di didattica integrativa che contempla tra l’altro, ove possibile, il prolungamento dell’orario scolastico per gruppi di studenti, con particolare riferimento alla scuola primaria.

2. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, vengono indicati gli obiettivi, compreso il rafforzamento delle competenze di base, i metodi didattici, che contemplano soluzioni innovative e percorsi specifici per gli studenti maggiormente esposti al rischio di abbandono scolastico, nonché i criteri di selezione delle scuole in cui realizzare il Programma di cui al comma 1. Con il medesimo decreto sono definite altresì le modalità di assegnazione delle risorse alle istituzioni scolastiche, che possono avvalersi di associazioni e fondazioni private senza scopo di lucro tra le cui finalità statutarie rientrino l’aiuto allo studio, l’aggregazione giovanile e il recupero da situazioni di disagio, all’uopo abilitate dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nonché le modalità di monitoraggio sull’attuazione e sui risultati del Programma.

3. Per le finalità di cui al comma 1e per quelle di cui all’articolo 1, comma 627, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è autorizzata la spesa di euro 3,6 milioni per l’anno 2013 e di euro 11,4 milioni per l’anno 2014, oltre alle risorse previste nell’ambito di finanziamenti di programmi europei e internazionali per finalità coerenti.

 

 

Nell’anno scolastico in corso, con l’obiettivo di prevenire gli abbandoni della scuola da parte degli studenti, soprattutto nella scuola primaria, ove possibile, è avviata una sperimentazione di prolungamento dell’orario di scuola per gruppi di studenti.

A tal fine, attraverso decreto ministeriale, sentita la Conferenza delle Regioni, sono fissati gli obiettivi, i metodi didattici, i criteri di selezione, le modalità d’assegnazione delle risorse delle scuole per attuare la sperimentazione, per la quale possono avvalersi di collaborazioni con associazioni private senza scopo di lucro, abilitate dal Miur, e le modalità di monitoraggio per la verifica dei risultati.

Per questi scopi si autorizza la spesa di 3,6 milioni di euro per l’a.s. in corso e di 11.4 milioni per il prossimo. A cui potrebbero aggiungersi eventuali finanziamenti europei.

 

 

Art. 8 – Percorsi di orientamento per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado

1. Al fine di facilitare una scelta consapevole del percorso di studio e di favorire la conoscenza delle opportunità e degli sbocchi occupazionali per gli studenti iscritti alle scuole secondarie di secondo grado, anche allo scopo di realizzare le azioni previste dalla “Garanzia giovani”, a decorrere dall’anno scolastico 2013/2014, al decreto legislativo 14 gennaio 2008, n. 21, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all’articolo 2, dopo il comma 1 è inserito il seguente: “1/bis. Le attività inerenti ai percorsi di orientamento sono ricomprese tra le attività funzionali all’insegnamento non aggiuntive e riguardano l’intero corpo docente. Ove siano necessarie attività ulteriori, che eccedano l’orario d’obbligo, queste possono essere remunerate con il Fondo delle istituzioni scolastiche nel rispetto della disciplina in materia di contrattazione collettiva.”;

b) all’articolo 2, comma 3, le parole da: “che intendano fornire” fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: “camere di commercio e agenzie per il lavoro che intendano fornire il loro apporto ai fini predetti nell’ambito degli stanziamenti di bilancio ordinariamente disponibili e nel rispetto dei principi di pluralismo, concorrenza e trasparenza.”;

c) all’articolo 3, comma 2, le parole: “nell’ultimo anno” sono sostituite dalle seguenti: “negli ultimi due anni”;

d) all’articolo 3, dopo il comma 3 è inserito il seguente: “3/bis. Nel Piano dell’offerta formativa e sul sito istituzionale delle istituzioni scolastiche vengono indicate le iniziative di orientamento poste in essere.”.

2. Per le finalità di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 14 gennaio 2008, n. 21, è autorizzata la spesa di euro 1,6 milioni per l’anno 2013 e di euro 5 milioni a decorrere dall’anno 2014, quale contributo per le spese di organizzazione e programmazione delle attività, oltre alle risorse agli stessi fini previste nell’ambito di finanziamenti di programmi regionali, nazionali, europei e internazionali, le quali potranno essere utilizzate anche per iniziative di orientamento per gli studenti delle scuole secondarie di primo grado. Le risorse sono assegnate direttamente alle istituzioni scolastiche, sulla base del numero di studenti interessati.

 

 

 

L’orientamento scolastico va svolto a partire dal quarto anno delle superiori e va “ricompreso” nelle attività funzionali all’insegnamento (art. 29 del Ccnl, quindi nei “pacchetti” di 40 + 40 ore): pertanto, eventuali costi che le scuole dovessero sostenere graveranno sul Fondo d’Istituto.

Ai progetti di orientamento (da inserire obbligatoriamente nel POF e sul sito internet delle scuole) possono partecipare, oltre enti, associazioni, imprese, rappresentanze del mondo del lavoro e delle professioni, anche camere di commercio e agenzie del lavoro: tutti devono assicurare il rispetto dei principi di pluralismo, concorrenza e trasparenza.

Vengono stanziati dei fondi ad hoc: 1,6 milioni per

il 2013 e 5 milioni a partire dal 2014 (oltre ad eventuali altri finanziamenti), attribuiti direttamente agli istituti sulla base del numero degli studenti interessati alla fruizione dell’orientamento.

Art. 9 – Durata del permesso di soggiorno per la frequenza a corsi di studio o per formazione

1. All’articolo 5, comma 3, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, la lettera c) è sostituita dalla seguente:

“c) inferiore al periodo di frequenza, anche pluriennale, di un corso di studio o per formazione debitamente certificata, fatta salva la verifica annuale di profitto;”.

2. Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, si provvede all’adeguamento del regolamento adottato ai sensi dell’articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286. La disposizione di cui al comma 1 si applica a decorrere dal quindicesimo giorno successivo all’entrata in vigore delle predette norme regolamentari di adeguamento.

3. Dal presente articolo non possono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

 

 

 

La novità è nel fatto che il permesso di soggiorno si adegua ai corsi di studio o per la formazione.

Lo straniero in permesso per corsi di studio e formazione ha diritto a rimanere in Italia per la durata del periodo di frequenza dei corsi stessi. A tale scopo viene cancellata la norma, contenuta nel Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286, nella parte che disciplina l’immigrazione e la condizione dello straniero, nella quale risultava il limite di un anno (anche se rinnovabile).

CAPO II

DISPOSIZIONI PER LE SCUOLE

Art. 10 – Mutui per l’edilizia scolastica e detrazioni fiscali

1. Al fine di favorire interventi straordinari di ristrutturazione, messa in sicurezza, efficientamento energetico di immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica, nonché costruzione di nuovi edifici scolastici pubblici, per la programmazione triennale 2013-2015, le regioni interessate possono essere autorizzate dal Ministero dell’economia e finanze, d’intesa con il Ministero dell’istruzione e della ricerca e con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a stipulare appositi mutui trentennali, con oneri di ammortamento a carico dello Stato, con la Banca europea per gli investimenti, la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa, la Cassa depositi e prestiti, e con i soggetti autorizzati all’esercizio dell’attività bancaria, ai sensi del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385. A tal fine sono stanziati contributi pluriennali per euro 40 milioni annui per la durata dell’ammortamento del mutuo, a decorrere dall’anno 2015. Le modalità di attuazione della presente disposizione e del successivo comma 2 sono stabilite con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministro dell’istruzione e della ricerca e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

2. I pagamenti di cui al comma 1 effettuati dalle regioni, finanziati con l’attivazione dei mutui di cui al medesimo comma, sono esclusi dai limiti del patto di stabilità interno delle Regioni per l’importo annualmente erogato dagli Istituti di credito.

3. Al fine di promuovere iniziative di sostegno alle istituzioni scolastiche, alle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e alle università, fermo restando quanto già previsto dall’articolo 15, comma 1, lettera i/octies), del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, alla medesima lettera i/octies), dopo le parole: “successive modificazioni” sono inserite le seguenti: “, nonché a favore delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e delle università”, e dopo le parole “edilizia scolastica” sono inserite le seguenti: “e universitaria”. Le disposizioni del presente comma si applicano a partire dall’anno di imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.

 

 

 

 

 

Viene data alle scuole la possibilità di stipulare mutui trentennali per 40 milioni annui nella programmazione 2013-2015, attraverso specifici trasferimenti agli enti per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli edifici.

Nelle spese edilizie sono comprese anche Università e Afam.

 

Art. 11 – Wireless nelle scuole

1. E’ autorizzata la spesa di euro 5 milioni nell’anno 2013 e di euro 10 milioni nell’anno 2014 per assicurare alle istituzioni scolastiche statali secondarie, prioritariamente di secondo grado, la realizzazione e la fruizione della connettività wireless per l’accesso degli studenti a materiali didattici e a contenuti digitali. Le risorse sono assegnate alle istituzioni scolastiche in proporzione al numero di edifici scolastici.

 

 

Al fine di assicurare la connessione wireless negli istituti, prioritariamente di secondo grado, vengono stanziati 5 milioni di euro per il 2013 e 10 milioni per il 2014

 

Art. 12 – Dimensionamento delle istituzioni scolastiche

1. Al fine di consentire l’ottimale dimensionamento delle istituzioni scolastiche e la programmazione degli organici, all’articolo 19 del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 5 la parola “Alle” è sostituita da “Negli anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014 alle”;

b) al comma 5/bis le parole “A decorrere dall’anno scolastico 2012/2013” sono sostituite dalle parole “Negli anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014”;

c) dopo il comma 5/bis è aggiunto il seguente: “5/ter. I criteri per l’individuazione delle istituzioni scolastiche ed educative sede di dirigenza scolastica e di direttore dei servizi generali e amministrativi sono definiti con accordo in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, fermi restando gli obiettivi finanziari di cui ai commi 5 e 5/bis, come modificati dalla legge 12 novembre 2011, n. 183, su proposta del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze. Fino al termine dell’anno scolastico nel corso del quale è adottato l’accordo di cui al periodo precedente si applicano le regole di cui ai commi 5 e 5/bis.”.

2. Dall’attuazione del comma 1 non possono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

3. La Scuola per l’Europa di Parma di cui all’articolo 1, comma 1, della legge 3 agosto 2009, n. 115 rientra tra le amministrazioni pubbliche, di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

 

 

Le norme in vigore sul dimensionamento scolastico (D.L. 98/2011) sono così modificate:

il numero minimo di 600 alunni per l’assegnazione di un dirigente scolastico (400 per piccole isole e comuni di montagna), vale solo per gli anni scolastici 2012/13 e 2013/14;

gli stessi parametri valgono per l’individuazione del D.S.G.A.;

vengono introdotti nuovi criteri per l’individuazione delle istituzioni scolastiche cui assegnare D.S. e D.S.G.A., definiti in Conferenza unificata (Stato-Regioni), su proposta del Miur e di concerto del Mef (senza oneri per lo Stato), fermi restando i costi complessivi già previsti dal D.L. 98/2011.

Tuttavia, in attesa della definizione dell’accordo, valgono le attuali regole.

La Scuola Europea di Parma passa dall’ordinamento delle Scuole Europee all’ordinamento delle amministrazioni pubbliche italiane (al personale si applica il CCNL della scuola)

Art. 13 – Integrazione delle anagrafi degli studenti

1. Al fine di realizzare la piena e immediata operatività e l’integrazione delle anagrafi di cui all’art. 3 del decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 76, entro l’anno scolastico 2013/2014 le anagrafi regionali degli studenti e l’anagrafe nazionale degli studenti sono integrate nel sistema nazionale delle anagrafi degli studenti.

2. Le modalità di integrazione delle anagrafi di cui al comma 1 e di accesso alle stesse sono definite, prevedendo la funzione di coordinamento del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nel rispetto di quanto disposto dall’art. 3 comma 4, del decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 76, sentito il parere del Garante per la protezione dei dati personali.

3. Dal presente articolo non possono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

 

 

 

Entro l’a.s. 2013/14 le anagrafi regionali degli studenti vengono integrate con quella nazionale.

Art. 14 – Istituti tecnici superiori

1. All’articolo 52, comma 2, lettera a), del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, sono soppresse le parole da “con la costituzione” fino alla fine del periodo.

2. Dal presente articolo non possono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica inerenti alla costituzione o al funzionamento degli istituti tecnici superiori.

 

Viene cancellato il limite della costituzione di un solo ITS per regione per la stessa area tecnologica.

Anche in questo caso, non sono previsti maggiori oneri per lo Stato.

Art. 15 – Personale scolastico

1. Per garantire continuità nell’erogazione del servizio scolastico ed educativo e conferire il maggior grado possibile di certezza nella pianificazione degli organici della scuola, in esito a una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della scuola, che assicuri l’invarianza finanziaria, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, nel rispetto degli obiettivi programmati dei saldi di finanza pubblica, nell’ambito delle risorse rese disponibili per effetto della predetta sessione negoziale, è definito un piano triennale per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo e Ata, per gli anni 2014-2016, tenuto conto dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno, delle relative cessazioni del predetto personale e degli effetti del processo di riforma previsto dall’articolo 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, fatto salvo quanto previsto in relazione all’articolo 2, comma 414, della legge 24 dicembre 2007, n. 244. Il piano è annualmente verificato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze e con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione pubblica, ai fini di eventuali rimodulazioni che si dovessero rendere necessarie, fermo restando il regime autorizzatorio in materia di assunzioni di cui all’articolo 39, comma 3/bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 e successive modificazioni.

2. Al fine di assicurare continuità al sostegno aglialunni con disabilità, all’articolo 2, comma 414, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dopo il primo periodo è aggiunto il seguente: “La predetta percentuale è rideterminata, negli anni scolastici 2013/2014 e 2014/2015, in misura pari rispettivamente al settantacinque per cento e al novanta per cento ed è pari al cento per cento a decorrere dall’anno scolastico 2015/2016”.

3. Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca è autorizzato, a decorrere dall’anno scolastico 2013/2014, ad assumere a tempo indeterminato docenti a copertura di tutti i posti vacanti e disponibili nell’organico di diritto di cui all’articolo 2, comma 414, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ferma restando la procedura autorizzatoria di cui all’articolo 39, comma 3/bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449.

4. A decorrere dal 1° gennaio 2014 sono apportate le seguenti modificazioni:

a)all’articolo 14 del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135:

1) il comma 13 è abrogato;

2) al primo periodo del comma 15, le parole “dei commi 13 e 14” sono sostituite dalle seguenti: “del comma 14”;

3) al secondo periodo del comma 15, le parole “dai predetti commi 13 e 14” sono sostituite dalle seguenti: “dal predetto comma 14”;

b) il comma 15 dell’articolo 19 del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111 è abrogato.

5. Ai fini della dichiarazione di inidoneità del personale docente della scuola alla propria funzione per motivi di salute, le commissioni mediche operanti presso le aziende sanitarie locali sono integrate, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, da un rappresentante del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca designato dal competente ufficio scolastico regionale.

6. Al personale docente della scuola dichiarato, successivamente al 1° gennaio 2014, permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, si applica, anche in corso d’anno scolastico, la procedura di cui all’articolo 19, commi da 12 a 14, del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, con conseguente assunzione, su istanza di parte da presentare entro 30 giorni dalla dichiarazione di inidoneità, della qualifica di assistente amministrativo o tecnico ovvero, in assenza di istanza o in ipotesi di istanza non accolta per carenza di posti disponibili, applicazione obbligatoria della mobilità intercompartimentale in ambito provinciale verso le amministrazioni che presentino vacanze di organico, anche in deroga alle facoltà assunzionali previste dalla legislazione vigente con mantenimento del maggior trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti.

7. Entro il 20 dicembre 2013 il personale docente della scuola, che alla data di entrata in vigore del presente decreto legge è già stato dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, è sottoposto a nuova visita da parte delle commissioni mediche competenti, integrate secondo le previsioni di cui al comma 5, per una nuova valutazione dell’inidoneità. In esito a detta visita, ove la dichiarazione di inidoneità non sia confermata, il personale interessato torna a svolgere la funzione docente. Al personale per il quale è confermata la precedente dichiarazione di inidoneità si applica il comma 6 del presente articolo. In tal caso i 30 giorni di cui al comma 6 decorrono dalla data di conferma della inidoneità. Il suddetto personale può comunque chiedere, senza essere sottoposto a nuova visita, l’applicazione del comma 6.

8. In relazione ai trasferimenti di personale inidoneo di cui ai commi 6 e 7, operati in deroga alle facoltà assunzionali, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, sono trasferite alle amministrazioni riceventi le corrispondenti risorse finanziarie. Il Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca comunica, con cadenza trimestrale, al Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento della ragioneria generale dello Stato ed alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione pubblica le unità trasferite e le relative risorse anche ai fini dell’adozione delle occorrenti variazioni di bilancio.

9. Fermo restando quanto disposto dall’articolo 14, comma 14, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, anche nell’anno scolastico 2013/2014 al relativo personale è consentito di transitare su altra classe di concorso docente per la quale sia abilitato o in possesso di idoneo titolo, purché non sussistano condizioni di esubero nella relativa provincia.

10. Il Comitato di cui all’articolo 64, comma 7, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, verifica gli effetti finanziari delle disposizioni del presente articolo ai fini della determinazione del Fondo di cui al comma 9 dello stesso articolo 64.

 

 

A partire dall’anno scolastico 2014/15, le assunzioni di docenti e Ata verranno effettuate considerando tutti i posti vacanti. Con questo provvedimento, il Governo cancella la norma che limitava al solo turn over le assunzioni del personale della scuola.

Nella relazione tecnica si quantificano le immissioni in ruolo (sempre assicurando l’invarianza finanziaria, con decreto del Miur, di concerto con Mef e Funzione Pubblica), considerando anche le stime sui pensionamenti e le riforme in atto: 26.264 docenti curricolari, 1.608 docenti di sostegno e 13.400 Ata.

Per effettuarle servirà, di anno in anno, l’autorizzazione del C.d.M.

 

L’invarianza di spesa sarà garantita tramite apposita sessione negoziale, da realizzarsi presso l’Aran.

 

A partire dall’a.s. 2013/14, e per i successivi due anni, viene incrementato di 26.684 unità complessive il numero di posti di sostegno in organico di diritto. Questo provvedimento prelude alla stabilizzazione dello stesso personale, da attuarsi nello stesso triennio.

 

I docenti inidonei non saranno più obbligati a transitare nei ruoli del personale Ata, così come prevedeva la legge 7 agosto 2012, n. 135 (norma cancellata).

Entro il prossimo 20 dicembre, tutti i docenti inidonei saranno di nuovo sottoposti a visita medica (con le commissioni integrate da un rappresentante del Miur individuato dall’Usr), al fine di ottenere una valutazione aggiornata dello stato di inidoneità.

Coloro che dovessero risultare idonei all’insegnamento, torneranno a fare i docenti.

Chi, invece, permarrà nello stato di inidoneo avrà 30 giorni di tempo per presentare domanda di trasferimento come amministrativo o tecnico nella scuola.

Se lo stesso personale docente oggi inidonei non volesse sottoporsi a visita medico-collegiale, verrà automaticamente trasferito su altri profili o comparti pubblici.

Tutti i docenti che verranno dichiarati inidonei dopo il 1° gennaio 2014 avranno 30 giorni di tempo dalla dichiarazione di inidoneità, per presentare domanda di trasferimento come Ata (anche nel corso dell’a.s.). Coloro che non dovessero presentare domanda o questa non dovesse essere accolta (per la mancanza di posti liberi), verranno sottoposti a mobilità intercompartimentale, sempre nell’ambito della provincia, verso amministrazioni con vacanze di organico, anche senza le autorizzazioni ad assumere da parte del C.d.M.. Qualsiasi mutamento di ruolo professionale non andrà ad incidere sul trattamento stipendiale, che rimarrà sempre quello di docente.

Nulla cambia per il trasferimento tra gli Ata dei docenti tecnico-pratici delle classi di concorso C555 e C999: potranno rimanere ad insegnare solo coloro che siano in possesso di un titolo di studio o di un’abilitazione per altro insegnamento. Sempre che su queste discipline non siano presenti esuberi a livello provinciale.

 

Il Comitato di cui all’art. 64 della Legge 133/2008 sottoporrà la fattibilità di questo articolo di legge per individuare “ la quota parte delle economie di spesa destinata, nella mi-sura del 30 per cento, ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola”

 

 

 

Art. 16 – Formazione del personale scolastico

1. Al fine di migliorare il rendimento della didattica, particolarmente nelle zone in cui i risultati dei test di valutazione sono meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo, e potenziare le capacità organizzative del personale scolastico, per l’anno 2014 è autorizzata la spesa di euro 10 milioni, oltre alle risorse previste nell’ambito di finanziamenti di programmi europei e internazionali, per attività di formazione obbligatoria del personale scolastico con particolare riferimento:

a) al rafforzamento delle conoscenze e delle competenze di ciascun alunno, necessario per aumentare l’attesa di successo formativo, in particolare nelle regioni ove i risultati delle valutazioni sugli apprendimenti effettuate dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema
educativo di istruzione e di formazione (Invalsi), anche in relazione alle rilevazioni Ocse-Pisa, risultano inferiori alla media nazionale;

b) al potenziamento delle competenze nelle aree ad alto rischio socio-educativoe a forte concentrazione di immigrati;

c) all’aumento delle capacità nella gestionee programmazione dei sistemi scolastici;

d) all’aumento delle competenzerelativamente ai processi di digitalizzazione e di innovazione tecnologica;

e) all’aumento delle competenze dei docenti delle istituzioni scolastiche impegnate nei percorsi di alternanza scuola-lavoro.

2. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono definite le modalità di organizzazione e gestione delle attività formative di cui al comma 1, anche attraverso convenzioni con le università statali e non statali, da individuare nel rispetto dei principi di concorrenza e trasparenza.

3. Al fine di promuovere la formazione culturale del personale docente della scuola, con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definite le modalità per l’accesso gratuito del suddetto personale ai musei statali e ai siti di interesse archeologico, storico e culturale gestiti dallo Stato in via sperimentale per l’anno 2014, nei limiti del Fondo di cui al periodo successivo. A tal fine è istituito nello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali un Fondo per il recupero delle minori entrate per l’ingresso gratuito al personale docente della scuola, con la dotazione finanziaria di euro 10 milioni per l’anno 2014, a titolo di recupero delle minori entrate di cui al precedente periodo. Con il medesimo decreto di cui al primo periodo sono definite le modalità di monitoraggio degli accessi gratuiti e dei conseguenti oneri, al fine di eventuali interventi per gli esercizi successivi.

 

 

Vengono stanziati 10 milioni di euro, nell’anno 2014 (con le modalità di organizzazione e gestione da definire con decreto del Miur, anche in convenzione con le Università), per attività di formazione obbligatoria rivolta al personale scolastico.

L’obiettivo è:

migliorare conoscenze e competenze degli alunni nelle regioni con performances nelle valutazioni inferiori alla media nazionale;

realizzare interventi di potenziamento nelle zone a rischio socio-educativo e ad alto tasso di immigrazione;

implementare le capacità di gestione e programmazione dei sistemi scolastici;

incrementare le competenze digitali e di innovazione tecnologica;

incrementare le competenze relative ai percorsi di formazione-lavoro attraverso stage o tirocini aziendali.

 

In via sperimentale, per l’anno 2014, con decreto del Ministero dei Beni Culturali, assieme al Miur, saranno definite entro 60 giorni le modalità per l’accesso gratuito dei docenti ai musei statali, ai siti archeologici o di interesse culturale.

Lo stanziamento pubblico è di 10 milioni di euro: l’attivazione dell’iniziativa sarà monitorata per eventuali iniziative nel futuro.

 

Art. 17 – Dirigenti scolastici

1. Al fine di garantire continuità e uniformità a livello nazionale al reclutamento dei dirigenti scolastici, l’articolo 29 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 è sostituito dal seguente:

“Art. 29 – Reclutamento dei dirigenti scolastici

1. Il reclutamento dei dirigenti scolastici si realizza mediante corso-concorso selettivo di formazione bandito dalla Scuola nazionale dell’amministrazione. Il corso-concorso viene bandito annualmente per tutti i posti vacanti, il cui numero è comunicato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della funzione pubblica e alla Scuola nazionale dell’amministrazione, sentito il Ministero dell’economia e delle finanze e fermo restando il regime autorizzatorio in materia di assunzioni di cui all’articolo 39, comma 3/bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 e successive modificazioni. Al corso-concorso possono essere ammessi candidati in numero superiore a quello dei posti, secondo una percentuale massima del venti per cento, determinata dal decreto di cui all’ultimo periodo. Al concorso per l’accesso al corso-concorso può partecipare il personale docente ed educativo delle istituzioni scolastiche ed educative statali, in possesso del relativo diploma di laurea, che abbia maturato dopo la nomina in ruolo un periodo di servizio effettivo di almeno cinque anni. E’ previsto il pagamento di un contributo, da parte dei candidati, per le spese della procedura concorsuale. Il concorso può comprendere una prova preselettiva e comprende una o più prove scritte, cui sono ammessi tutti coloro che superano la preselezione, e una prova orale, a cui segue la valutazione dei titoli. Il corso-concorso si svolge presso la Scuola nazionale dell’amministrazione, in giorni e orari e con metodi didattici compatibili con l’attività didattica dei partecipanti, con eventuale riduzione del carico didattico. Le spese di viaggio e alloggio sono a carico dei partecipanti. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono definite le modalità di svolgimento delle procedure concorsuali, la durata del corso e le forme di valutazione dei candidati ammessi al corso.”.

2. Il decreto di cui all’articolo 29, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come modificato dal precedente comma 1, è adottato entro quattro mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.

3. Le risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per il reclutamento e la formazione iniziale dei dirigenti scolastici sono trasferite alla Scuola nazionale dell’amministrazione e costituiscono limite di spesa per l’organizzazione dei corsi-concorsi di cui al comma 1.

4. Il comma 618 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 è abrogato. Ai concorsi per il reclutamento dei dirigenti scolastici già banditi alla data di entrata in vigore del presente decreto continuano ad applicarsi le disposizioni del comma 618 dell’articolo 1 della citata legge.

5. In deroga a quanto previsto dai parametri di cui all’articolo 459, commi 2 e 3, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, a far data dalla data di entrata in vigore del presente decreto e per il solo anno scolastico 2013/2014, nelle regioni nelle quali uno dei concorsi a posti di dirigente scolastico banditi rispettivamente con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004, e con decreto direttoriale 13 luglio 2011, pubblicato nella Gazzetta ufficiale, 4a serie speciale, n. 56 del 15 luglio 2011, non si è ancora concluso con la definitiva approvazione delle graduatorie, per un numero non superiore a quello dei posti banditi con il suddetto decreto direttoriale, vacanti e disponibili, con priorità per le istituzioni scolastiche con maggior numero di studenti e per quelle situate nelle aree caratterizzate da specificità linguistiche, i docenti di cui al comma 1 del predetto articolo 459, che prestano la propria attività d’insegnamento presso istituzioni scolastiche autonome, non assegnate a dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato o alla conferma degli incarichi di presidenza di cui all’art. 1/sexies del decreto legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2005, n. 43, ma conferite in reggenza a dirigenti aventi incarico presso altra istituzione scolastica autonoma, possono ottenere l’autorizzazione all’esonero dall’insegnamento, indipendentemente dai criteri previsti dai commi 2 e 3 dell’articolo 459 suddetto.

6. Gli incarichi di reggenza ai dirigenti scolastici titolari presso altre istituzioni scolastiche e gli esoneri dall’insegnamento, conferiti nelle scuole individuate al comma 5, cessano alla conclusione, nella relativa regione, della procedura concorsuale per il reclutamento dei dirigenti scolastici indetta con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004, o di quella indetta con decreto direttoriale 13 luglio 2011, pubblicato nella Gazzetta ufficiale, 4 a serie speciale, n. 56 del 15 luglio 2011, con la nomina in corso d’anno, ove possibile, dei vincitori di concorso, nel limite delle assunzioni già autorizzate, ovvero all’assegnazione, alle predette scuole, di un dirigente scolastico titolare, con incarico a tempo indeterminato.

7. Alla sostituzione dei docenti in esonero ai sensi del comma 5 si procede con supplenze temporanee, il cui termine finale di durata è individuato contestualmente alle cessazioni di cui al comma 6. Alla relativa spesa si dà copertura a valere sulle facoltà assunzionali relative ai dirigenti scolastici con riferimento alle assunzioni già autorizzate e, in subordine, mediante utilizzo delle risorse iscritte sul Fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici. Il Ministero dell’economia e delle finanze è autorizzato, con proprio decreto, ad apportare le necessarie variazioni di bilancio.

8. Nell’ipotesi di rinnovazione delle procedure concorsuali per il reclutamento dei dirigenti scolastici in seguito ad annullamento giurisdizionale, al fine di assicurare la tempestiva conclusione delle operazioni, qualora il numero dei concorrenti sia superiore alle 300 unità, la composizione della commissione può prevedere l’integrazione, per ogni gruppo di 300 o frazione di 300, con altri componenti in numero sufficiente a costituire sottocommissioni, a ciascuna delle quali è preposto un presidente aggiunto ed è assegnato un segretario aggiunto. Il presidente della commissione cura il coordinamento delle sottocommissioni. Anche nel caso di rinnovazione concorsuale, a ciascuna delle sottocommissioni non può comunque essere assegnato un numero di candidati inferiore a cento. A tal fine è autorizzata la spesa di euro 100.000 nell’anno 2013 e di euro 400.000 nel 2014.

 

 

Cambiano le modalità di reclutamento dei dirigenti scolastici: si realizzeranno attraverso un corso-concorso bandito dalla Scuola nazionale dell’amministrazione, con cadenza annuale, su tutti i posti vacanti, comunicati dal Miur alla Funzione Pubblica, sentito il MEF, e autorizzati dal C.d.M..

Al corso-concorso saranno ammessi un numero di candidati superiore del 20% al numero dei posti disponibili, che abbiano la laurea e almeno 5 anni di ruolo.

Tutti i candidati dovranno pagare un contributo per le spese delle procedure concorsuali.

Il concorso per l’ammissione prevederà una prova preselettiva: chi la passerà, verrà ammesso ad una o più prove scritte, una prova orale e quindi alla valutazione dei titoli.

Il corso-concorso sarà organizzato presso la Scuola nazionale dell’amministrazione, anche in modo da favorire la frequenza dei docenti, impegnati nell’insegnamento, che potrà anche essere ridotto.

Le spese di viaggio, vitto e alloggio per partecipare alle prove concorsuali rimangono sempre a carico dei candidati.

Con decreto del Miur, da attuare entro 4 mesi dalla conversione del presente D.L., sono stabilite, di concerto con Funzione Pubblica e il Mef, le modalità di svolgimento delle procedure concorsuali, la durata del corso e le forme di valutazione dei candidati ammessi al corso.

Alla Scuola nazionale dell’amministrazione sono cedute le risorse del Miur per il reclutamento e la formazione iniziale dei dirigenti scolastici.

La disciplina normativa oggi in vigore sul reclutamento è abrogata, ma continua ad applicarsi per i concorsi già banditi all’entrata in vigore del D.L..

Solo nelle regioni in cui non si sono ancora concluse le procedure concorsuali già bandite per il reclutamento dei dirigenti scolatici (Lombardia e Abruzzo), in deroga alle disposizioni in vigore e solo per l’a.s. 2013/14, è possibile che i docenti “vicari”  nelle scuole senza dirigente titolare possano ottenere l’autorizzazione all’esonero dall’insegnamento.

 

Gli incarichi di reggenza e l’esonero dei docenti “vicari” cessano in contemporanea alla eventuale nomina dei dirigenti titolari, (anche nel corso dell’a.s).

Per sostituire i docenti esonerati dall’insegnamento sarà possibile nominare supplenti temporanei per la durata dell’esonero stesso: la spesa sarà attribuita al fondo conseguente alla autorizzazione ad assumere i dirigenti scolastici e, in subordine, al Fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato (sempre dei dirigenti scolastici).

Qualora le sentenza delle procedure concorsuali optino per l’annullamento delle stesse, per la nuova realizzazione delle prove vengono dettate nuove norme sulla composizione delle commissioni esaminatrici: per oltre 300 candidati (e per ogni gruppo di 300 o frazione superiore a 100) sarà prevista una sottocommissione, con un presidente e un segretario aggiunto.

A tal fine, vengono stanziati 100mila euro per il 2013 e 400mila euro per il 2014.

 

 

Art. 18 – Dirigenti tecnici per il sistema nazionale di valutazione

1. Per le necessità di cui all’articolo 2, comma 4/undevicies, lettera c), del decreto legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca è autorizzato ad assumere i vincitori e gli idonei della procedura concorsuale a 145 posti di dirigente tecnico pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 5 febbraio 2008, n. 10 – 4ª Serie speciale “Concorsi ed esami”, in aggiunta alle facoltà assunzionali di cui all’articolo 3, comma 102, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, a decorrere dal 2014. Al relativo onere, pari ad euro 8,1 milioni a decorrere dall’anno 2014, si provvede mediante utilizzo dei risparmi di spesa di cui al comma 2.

2. All’articolo 4, comma 6, della legge 10 dicembre 1997, n. 425, le parole da “, provinciale” fino a “interregionale.” sono sostituite da “e provinciale.”. Conseguentemente l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 3, comma 2, della legge 11 gennaio 2007, n. 1, è ridotta di euro 8,1 milioni a decorrere dall’anno 2014.

 

 

 

Derogando al limite del 20% dei pensionamenti per le nuove assunzioni, viene autorizzata, a decorrere dal 2014, l’assunzione di ispettori tecnici vincitori o idonei del concorso bandito nel 2008.

Nella relazione tecnica viene imposto il limite di 55 vincitori e due idonei.

Il finanziamento dell’operazione viene ottenuto limitando al massimo la nomina dei presidenti e dei commissari esterni degli Esami di Stato a personale proveniente, nell’ordine, dall’ambito comunale e provinciale. L’ambito regionale o interregionale, più oneroso, rimane solo una possibilità residua.

 

Art. 19 – Alta formazione artistica, musicale e coreutica

1. Al fine di garantire il regolare avvio dell’anno accademico 2013/2014, fermi restando il limite percentuale di cui all’articolo 270, comma 1, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, il ricorso in via prioritaria alle graduatorie previste dall’articolo 2, comma 6, della legge 21 dicembre 1999, n. 508, e il regime autorizzatorio di cui all’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, le graduatorie nazionali di cui all’articolo 2/bis del decreto legge 7 aprile 2004, n. 97, convertito con modificazioni, dalla legge 4 giugno 2004, n. 143, sono trasformate in graduatorie nazionali a esaurimento, utili per l’attribuzione degli incarichi di insegnamento con contratto a tempo indeterminato e determinato.

2. I contratti a tempo determinato in essere nell’anno accademico 2012/2013, stipulati con il personale docente delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam) che abbia maturato almeno 3 anni accademici in incarichi di insegnamento, possono essere rinnovati per il solo anno accademico 2013/2014, nelle more dell’adozione del regolamento di cui all’articolo 2, comma 7, lettera e), della legge 21 dicembre 1999, n. 508,per la copertura di posti che risultino vacanti e disponibili, in subordine agli incarichi di cui al comma 1.

3. Al fine di dare attuazione alle linee programmatiche degli organi di governo delle Istituzioni di cui all’articolo 1 della legge 21 dicembre 1999, n. 508, le funzioni di direttore amministrativo di cui all’articolo 13, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 2003, n. 132, sono attribuite, con incarico deliberato dal Consiglio di amministrazione, a personale dell’area “Elevata professionalità” del comparto Afam in possesso di laurea magistrale nello specifico ambito professionale dell’incarico da ricoprire o, in assenza di detto personale, a personale con profilo equivalente di altre pubbliche amministrazioni collocato in posizione di comando o in aspettativa, a valere sulle facoltà assunzionali di cui all’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449. Dall’applicazione del presente comma non possono derivare maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

4. Nelle more di un processo di razionalizzazione degli Istituti superiori di studi musicali non statali ex pareggiati nell’ambito del sistema dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, al fine di rimediare alle gravi difficoltà finanziarie degli stessi, è autorizzata per l’anno finanziario 2014 la spesa di 3 milioni di euro.

5. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca si provvede a ripartire le risorse di cui al comma 4, sulla base di criteri, definiti con lo stesso decreto, che tengono conto della spesa storica di ciascun istituto.

 

 

 

Le graduatorie nazionali dell’Afam vengono trasformate in graduatorie nazionali ad esaurimento. Le quali diventeranno utili sia per le immissioni in ruolo, sia per gli incarichi a tempo determinato.

 

I contratti a tempo determinato dell’anno accademico 2012/13 possono essere rinnovati per chi ha maturato tre anni di insegnamento solo per l’anno 2013/14.

 

Il Cda può attribuire la funzione di direttore amministrativo a personale di “elevata professionalità” del comparto Afam o a personale con profilo equivalente di altre P.A.

CAPO III

ALTRE DISPOSIZIONI

Art. 20 – Corsi di laurea ad accesso programmato

1. L’articolo 4 del decreto legislativo 14 gennaio 2008, n. 21 è abrogato. L’articolo 4 del citato decreto legislativo n. 21 del 2008 non è applicato agli esami di ammissione ai corsi universitari già indetti e non ancora conclusi alla data di entrata in vigore del presente decreto.

 

Sparisce il discusso “bonus maturità, introdotto dall’ex Ministro Profumo per ottenere una migliore posizione nelle graduatorie di accesso ai corsi di laurea a numero programmato.

 

 

Alunni somari? L’insegnante torna tra i banchi

da Repubblica.it

Alunni somari? L’insegnante torna tra i banchi   

Scuola, corsi obbligatori se gli studenti hanno pessimi test Invalsi. È polemica per la novità inserita nel decreto appena varato: riguarda soprattutto gli istituti del sud

di SALVO INTRAVAIA

ALUNNI somari? La “colpa” è dell’insegnante che li ha preparati e che ora va adeguatamente (ri)formato. Sembra questa la logica che ha ispirato un articolo del decreto-scuola inserito nella versione definitiva apparsa sulla Gazzetta ufficiale. Uno di quei “ritocchi” dell’ultimo momento che divide i sindacati, da una parte, e chi invece ne apprezza i benefici, dall’altra.
La sostanza della norma è che in quelle scuole dove i risultati dei test Invalsi sono “meno soddisfacenti”, cioè inferiori alla media nazionale, gli insegnanti si devono sottoporre a un programma di formazione obbligatoria che avrà il compito di aumentare le conoscenze e le competenze degli alunni, ma anche di incrementare le competenze di gestione, di programmazione e informatiche dei docenti.
Soprattutto quelli che lavorano in particolari contesti come le zone a rischio o a forte concentrazione di immigrati. Il tutto, probabilmente, senza un soldo di retribuzione e non si sa neppure per quante ore pomeridiane di lavoro aggiuntivo. L’unica cosa che si sa è che il governo ha stanziato 10 milioni di euro per il 2014.
Ma dov’è che i risultati dei test Invalsi sono più deludenti? Basta dare un’occhiata al report dell’istituto di Frascati pubblicato pochi mesi fa per rendersi conto che è nel meridione d’Italia che scolari e studenti arrancano maggiormente.
Ogni anno, il test Invalsi misura le competenze in Italiano e Matematica degli alunni di seconda e quinta elementare, prima e terza media e secondo anno delle superiori. I due fascicoli proposti agli alunni italiani contengono domande a risposta multipla o aperta, grafici da interpretare, frasi da completare e altri quesiti per saggiare il livello raggiunto dagli alunni e fare dei confronti tra le diverse aree del Paese.
In Sicilia, con una media nazionale a 200 punti, gli studenti di terza media racimolano in Italiano soltanto 186 punti. Punti che diventano addirittura 181 in Matematica per i ragazzini che frequentano le scuole della Calabria. Ma è al secondo anno delle superiori che il divario Nord-Sud diventa evidente. Tra i 183 punti in Italiano degli adolescenti siciliani e i 214 dei compagni lombardi ci sono ben 31 punti di differenza che salgono ancora se si passa alle competenze in Matematica, dove gli studenti della provincia di Trento riescono ad accumulare ben 226 punti che precipitano a 178 se si prendono in considerazione i quindicenni sardi: ben 48 punti di differenza.
Un gap fra regioni settentrionali e meridionali che permane anche nelle altre classi del monitoraggio. E che riguarda anche gli alunni delle periferie delle grandi città: Roma, Milano, Napoli, Palermo. Ma che secondo i sindacati non dipende dalla preparazione dei docenti. “Sgombriamo subito il terreno – dichiara Francesco Scrima, leader della Cisl Scuola – da possibili equivoci: non sta né in cielo né in terra che si possa scaricare sugli insegnanti ogni colpa per risultati scolastici insoddisfacenti, quando è fin troppo evidente che il peso determinante è delle condizioni di contesto. Chi spende il suo lavoro nelle aree di più acuta emergenza sociale non merita di essere fatto oggetto di banalizzazioni di questa portata”.
Addirittura incredulo il commento di Massimo Di Menna, a capo della Uil scuola: “Una formazione obbligatoria, decisa per decreto, senza specificare le modalità, legata agli esiti delle prove Invalsi: ma stiamo scherzando?”. “E poi – continua Di Menna – per quante ore? 20, 40, 200. E chi decide?In ogni caso, ricordiamo al governo che decidere in materia di lavoro per decreto, e non per contratto, non porta lontano”.
Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi, vede invece di buon occhio il provvedimento: “Sono convinto che l’amministrazione debba farsi carico delle situazioni di disagio e minore successo scolastico e i finanziamenti per la formazione dei docenti vanno proprio in questa direzione”.

Aggiornamento obbligatorio: pochi soldi e tanti interrogativi

da Tecnica della Scuola

Aggiornamento obbligatorio: pochi soldi e tanti interrogativi
di R.P.
Al di là della questione contrattuale, le disposizioni del DL 104 in materia di formazione e aggiornamento appaiono di difficile attuazione. Tralasciando l’entità delle risorse: 10milioni per il 2014, ma non negli anni successivi, contro i 100milioni del 2000 e i 32 del 2003.
L’ipotesi di promuovere iniziative di formazione/aggiornamento a carattere di obbligatorietà soprattutto nelle scuole dove i risultati delle prove Invalsi sono più scadenti è, forse, una invasione del campo contrattuale come sostengono i sindacati che però sembrano dimenticare che c’è un articolo della legge delega 15/2009 (quella da cui ha avuto origine il “decreto Brunetta”). Si tratta precisamente del primo articolo che ricorda che disposizioni di legge che intervengono nella disciplina del lavoro pubblico “possono essere derogate da successivi contratti o accordi collettivi e, per la parte derogata, non sono ulteriormente applicabili, solo qualora ciò sia espressamente previsto dalla legge”. Ora, l’articolo 16 del decreto legge 104 stabilisce appunto che l’aggiornamento, almeno in talune condizioni e situazioni, è obbligatorio e quindi modifica di fatto una norma contrattuale. D’altra parte il dubbio che l’aggiornamento possa essere materia di contrattazione integrativa serpeggia già da tempo sia al Miur sia al Dipartimento della Funzione Pubblica. Nel 2011 e nel 2012, infatti, nel comparto scuola non è stato di fatto sottoscritto nessun contratto integrativo in materia di formazione e aggiornamento; quest’anno, il 24 luglio scorso, è stata sottoscritta una ipotesi di contratto che però è ancora ferma presso la Funzione Pubblica e non si sa ancora se verrà approvata. Ma, al di là della questione contrattuale, i punti deboli del decreto 104 sono altri. Intanto va detto che il decreto legge 104 stanzia 10milioni di euro ma solo per il 2014 e non per gli anni successivi. Solo per avere una idea, il CCNI del 2003 (era Moratti) prevedeva uno stanziamento complessivo di più di 32milioni di euro; nel 2000 (era Berlinguer) si sfioravano addirittura i 100milioni, ma quelli erano tempi di vacche grasse. Nel 2008 si scende a 10milioni di euro, ma all’epoca c’erano ancora i fondi della legge 440/97. Insomma 10milioni di euro sono davvero poca cosa ed è difficile capire come potranno essere usati per sostenere le scuole con modesti risultati nelle prove Invalsi che peraltro riguardano solamente italiano e matematica. Questo significa che i docenti delle altre discipline saranno esentati dall’obbligo ? E se in una scuola il risultato medio è basso ma con punte di eccellenza in alcune classi, l’obbligo riguarderà anche i docenti di queste classi ? E ancora: l’insegnante che si trasferisce da una scuola con buoni risultati ad una scuola con esiti bassi, avrà l’obbligo di frequentare ugualmente le attività di aggiornamento ? Le domande insomma sono tante e saremmo curiosi di sapere se gli estensori della norma se le sono poste e se hanno già trovato qualche risposta.

Affronteremo anche il tema “Quota 96”

da Tecnica della Scuola

Affronteremo anche il tema “Quota 96”
di Pasquale Almirante
La ministra Carrozza, oggi a Caorle alla festa di Scelta Civica, ha assicurato che il governo affronterà anche questo il tema della cosiddetta ”quota 96”
Sennonché il personale scolastico, che non è potuto andare in pensione a causa della legge Fornero, legittimamente dubita e fortemente delle parole della ministra, anche perché da due anni circa riceve similari promesse, tutte regolarmente disattese.  Era ovvio, dicono dunque, che a conclusione di un iter, durante il quale era stato assicurato la risoluzione del caso ma con il nulla di fatto, si ritornasse a istillare speranza e fiducia. E infatti la ministra è tornata sulla materia dicendo: “Affronteremo con calma questo tema, vorrei rassicurare che pensiamo anche a loro”. ”Abbiamo dato priorità all’aggiornamento degli insegnanti e agli insegnanti di sostegno nell’ambito di una politica economica in cui non abbiamo molti margini di manovra, abbiamo cercato di definire un primo set di misure”.
Quando tuttavia sarà riaffrontato il problema non lo ha detto, mentre è bene sottolineare che una buona parte dei “Quota 96” il prossimo 1 settembre 2014 andrà in quiescenza senza intervento ulteriore di alcuno, ma proprio sulle disposizioni della riforma Fornero. E a tal riguardo è bene anche precisare che alla data attuale non si conosce bene neanche il numero esatto delle persone interessate dal provvedimento di cui la ministra parla, per cui è anche praticamente difficile fare un conteggio veritiero delle risorse da destinare per pensionare i “Quota 96”. Ciò a dimostrazione, dicono gli aderenti al comitato, che non c’è mai stata la volontà di risolvere la faccenda. Gli occhi comunque di questo personale sono rivolti al prossimo novembre quando la Corte costituzionale si esprimerà sulla legittimità della riforma Fornero

Aggiornamento obbligatorio: sicuri che serve?

da Tecnica della Scuola

Aggiornamento obbligatorio: sicuri che serve?
di Lucio Ficara
L’articolo 16 del decreto legge 104 prevede atttività di aggiornamento obbligatorio per tutti i docenti, in particolare per quelli che operano nelle realtà dove gli esiti di apprendimento sono più scadenti.
Quando un pilota di formula uno possiede una grande macchina è molto probabile che possa fare una grande gara e possa vedere, dallo specchietto retrovisore del suo bolide, i concorrenti allontanarsi come puntini neri da confondersi con l’asfalto della pista, ma se allo stesso pilota dai, per correre la gara, un’auto scassata, allora il rischio che perda la competizione esiste eccome, ma sarebbe ingiusto attribuirgli anche le colpe della sconfitta. L’immagine appena descritta, di un pilota di formula uno perdente, a causa della sua pessima auto, è l’immagine figurata di alcuni bravi docenti che operano in un sistema scolastico disastrato e magari con alunni che vivono in  un contesto familiare, sociale ed economico compromesso e difficile. In questo spaccato sociale, che peraltro è molto diffuso in macro aree del sud Italia, ma anche in aree di alcune periferie metropolitane del nord del Paese, la corrispondenza biunivoca che associa gli alunni ciucci o somari alla scarsa attitudine al buon insegnamento dei docenti di quegli stessi alunni, è veramente una grande corbelleria, che non è supportata dal comune buon senso. Eppure questa sarebbe la logica che avrebbe ispirato gli esperti del Miur ad inserire nel decreto legge n.104 una norma che prevede, per le scuole dove i risultati dei test Invalsi sono al di sotto della media nazionale, l’obbligo di formazione e aggiornamento rivolto agli insegnanti di tali scuole, in modo da raggiungere lo scopo di aumentare le conoscenze e le competenze degli alunni, ma anche di incrementare le competenze di gestione, di programmazione e informatiche dei docenti. Qual è l’articolo del decreto legge 104 del 12 settembre 2013 in cui si addossano così tante responsabilità ai docenti e dove è fatto obbligo per l’espiazione della colpa seguire da parte degli insegnanti una sana e ricostituente formazione?
L’articolo incriminato è l’art.16 in cui è scritto: “Al fine di migliorare il rendimento della didattica, particolarmente nelle zone in cui i risultati dei test di valutazione sono meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo, e potenziare le capacità organizzative del personale scolastico, per l’anno 2014 è autorizzata la spesa di euro 10 milioni, oltre alle risorse previste nell’ambito di finanziamenti di programmi europei e internazionali, per attività di formazione obbligatoria del personale scolastico con particolare riferimento al rafforzamento delle conoscenze e delle competenze di ciascun alunno, necessario per aumentare l’attesa di successo formativo, in particolare nelle regioni ove i risultati delle valutazioni sugli apprendimenti effettuate dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi), anche in relazione alle rilevazioni Ocse-Pisa, risultano inferiori alla media nazionale”. Per parte nostra rimaniamo convinti che il pilota bravo e vincente, se ha un’automobile scassata, non sarà in grado di vincere, nemmeno se si forma in maniera obbligatoria e continuativa. 

Pas, le domande regolari sono 66mila. Ancora tanti nodi da sciogliere

da Tecnica della Scuola

Pas, le domande regolari sono 66mila. Ancora tanti nodi da sciogliere
di A.G.
Comunicati i dati ufficiali: 8.685 per la scuola d’infanzia, 15.043 per la primaria, 17.958 per le medie e 24.278 per le superiori. I sindacati puntano il dito sui problemi organizzativi. L’intenzione del Miur è concludere la prima tornata abilitante nell’estate 2014. Coloro che si sono avvalsi come servizio dell’a.s. 2012/13 saranno gli ultimi ad abilitarsi. Notizia importante per tutti i precari: nel 2014 il rinnovo delle GaE e delle graduatorie d’istituto sarà anticipato.
Scende a 65.973 il numero di candidati a frequentare i Percorsi abilitanti speciali: dalle 68.892 domande inoltrate, il ministero dell’Istruzione ha già individuato 2.919 prive dei requisiti minimi necessari (vi sarebbero presenti nel sistema telematico altre 7mila domande però mai inoltrate). I dati ufficiali sono stati comunicati ai sindacati il 13 settembre, assieme ad alcune tabelle sui diversi ordini di scuola (anche se ancora senza alcun riferimento alle singole classi di concorso): 8.685 le domande regolari per la scuola d’infanzia, 15.043 per la primaria, 17.958 per la secondaria di primo grado e 24.278 per quella di secondo grado.

Per quanto riguarda la prima tornata di corsi abilitanti, il Miur ha comunicato che se le procedure non subiranno ulteriori intoppi dovrebbe terminare nel corso della prossima estate. Nelle classi di concorso per le quali è stato presentato un alto numero di domande, soprattutto in alcune regioni (Lombardia, Veneto, Lazio, Campania, Sicilia), sarà comunque necessario attivare almeno una seconda annualità di corsi
Secondo la Uil Scuola rimangono in piedi “le problematiche connesse alla distribuzione più idonea dei corsisti tra le diverse università, il possibile recupero degli esclusi, la possibilità di utilizzare le scuole nei percorsi formativi ed altre saranno affrontate in un incontro specifico già programmato per il prossimo 17 settembre”.
Indicazioni arrivano anche dalla Gilda degli insegnanti: “si tratta ora di affrontare i complessi problemi di organizzazione accentuati anche dalla strutturale mancanza di collaborazione del settore universitario che spesso vede i PAS o come una entrata monetaria accessoria o come un fastidio”. Nei giorni scorsi su questo ultimo punto, vi era stata anche una precisa denuncia della Cisl Scuola.
L´amministrazione ha però cercato di tranquillizzare i rappresentanti dei lavoratori, ricordando che tutte le università sono tenute a collaborare e partecipare all´organizzazione dei PAS e che i PAS devono finire necessariamente entro giugno-luglio 2014.
Dalla prossima settimana si apriranno tavoli con le organizzazioni sindacali (il primo il prossimo martedì 17 settembre) per definire i problemi riscontrati in merito al riconoscimento dei titoli, degli anni di servizio e alle modalità di organizzazione (ad iniziare quelli del settore AFAM e arti applicate, classi di concorso con numeri inferiori a 10, Itp) I sindacati, dal canto loro, si sono impegnati a rappresentare le situazioni di criticità: in particolare, è stato chiesto di garantire l’avvio dei corsi su tutte le discipline e su tutti i territori, attraverso il pieno coinvolgimento delle università incaricate; di valorizzare il contributo delle scuole nei percorsi formativi abilitanti; di assicurare a tutti la fruizione dei corsi, anche ai docenti appartenenti a classi di concorso con numeri limitati (sotto alle 10 unità, soprattutto arti applicate, discipline tecniche, professionali e musicali) individuando specifiche modalità organizzative; di consentire la spendibilità contestuale dei titoli acquisiti nei percorsi ordinari e nei percorsi speciali abilitanti.
Per quanto riguarda i candidati che si sono avvalsi dell’a.s. 2012/13 per raggiungere le tre annualità minime di accesso, il Miur ha fatto intendere che dovrebbero essere tra gli ultimi a partecipare ai Pas.
Sulla spendibilità immediata del titolo, l´amministrazione dopo aver spiegato che nel 2014 intende anticipare le scadenze in merito all´aggiornamento triennale (di norma in primavera) delle Gae e delle graduatorie di Istituto (di norma ad inizio estate), ha annunciato l’intenzione di farvi inserire gli iscritti ai PAS con la modalità della riserva. Nessun riferimento, ancora una volta, sui costi che le università richiederanno ai corsisti.

Studenti a ottobre in piazza e arrabbiati

da Tecnica della Scuola

Studenti a ottobre in piazza e arrabbiati
di P.A.
Gli studenti si preparano alla manifestazione dell’11 ottobre, dopo le polemiche sui test di ingresso all’Università. Dl poco risolutivo per la scuola
Settembre di rodaggio in attesa dell’entrata in pista di ottobre, mentre gli studenti si mobilitano distribuendo volantini con flash-mob davanti al Ministero dell’Istruzione. Non mancano gli slogan : “Non c’è più tempo. Verso l’11 ottobre” e l’Unione degli Studenti è convinta di una massiccia partecipazione da parte dei loro colleghi, arrabbiati anche loro anche per le modalità in cui si sono svolti quest’anno i test di ingresso per i corsi universitari ad accesso programmato. Ma c’è pure la polemica a causa dell’odissea dei test di ingresso di quest’anno, dalla critica al numero chiuso a quella per la cancellazione del bonus maturità durante lo svolgimento dei test. Cambiamenti nella scuola sull’onda del nuovo decreto? Pochi, anzi per loro esso sembra una sorta di riparazione alle decisioni prese in questi anni proprio ai danni dell’istruzione e della scuola pubblica. “Non c’è più tempo” dunque per l’Unione degli studenti, l’attesa è finita. “Il DL Istruzione non ha risolto i problemi strutturali della scuola italiana, nonostante tanti buoni propositi i finanziamenti individuati dal Governo sono totalmente insufficienti. 100 mln di € coprono a malapena un terzo degli aventi diritto alla borsa di studio universitaria, 8 mln di € sono poche briciole per finanziare un sistema decente di comodato d’uso per i libri di testo”: questa la denuncia esposta dall’Unione degli Studenti, che aggiunge: “Vogliamo uno Statuto degli Studenti in Stage che ci tuteli durante l’alternanza scuola-lavoro, vogliamo un piano straordinario di 15 mld di euro per mettere in sicurezza le scuole, vogliamo una legge nazionale sul diritto allo studio” Protesta ma anche proposte: “Le risorse ci sono e vanno prelevate dai grandi sprechi che il Governo continua a sostenere: dagli F-35, alle grandi opere inutili, all’evasione fiscale, parliamo di decine di miliardi di euro di risorse sperperate ai danni della nostra generazione senza futuro”. Anche per questo i giovani sono assolutamente contraria ad interventi bellici in Siria. Anche la questione siriana non va risolta, secondo quanto da loro affermato, con soluzioni militari. In primo piano deve esserci la promozione di una “cultura di pace” da costruire e diffondere partendo proprio dalle scuole.

Docenti di sostegno, il Miur ne immette subito in ruolo 4.447

da Tecnica della Scuola

Docenti di sostegno, il Miur ne immette subito in ruolo 4.447
di Alessandro Giuliani
L’amministrazione anticiperà di un anno l’annunciata stabilizzazione triennale di 26.684 insegnanti specializzati: per l’a.s. 2014/15 sono state previste altre 13.342 assunzioni, per il 2015/16 le ultime 8.895. L’obiettivo è arrivare a 90mila posti in organico di diritto su 102mila totali.
Per i docenti di sostegno precari arriva una notizia positiva e inaspettata: nel corso di un’informativa  sul Decreto Legge del 12 settembre 2013, n. 104, l’amministrazione ha comunicato ai sindacato che una parte del decreto sulla stabilizzazione dei 26.684 docenti di sostegno avrà applicazione immediata. Il Miur ha deciso, anticipando di un anno quanto previsto inizialmente, che 4.447 insegnanti specializzati nell’insegnamento agli alunni disabili o con problematiche di apprendimento verranno collocati entro lunedì 7 ottobre nell’organico di diritto. E assunti con effetto immediato.
Pertanto, la suddivisione delle assunzioni dei docenti di sostegno viene così modificata: per l’anno in corso, come detto, verranno immediatamente assunti 4.447 unità, per l’anno scolastico 2014/15 sono state previste altre 13.342 assunzioni, per l’a.s. 2015/16 le ultime 8.895 assunzioni. Riformulato anche il calcolo dell´organico di diritto di sostegno: al termine del triennio, a fronte di un organico complessivo di circa 102.000 posti, i docenti inglobati nell’organico di diritto saranno poco più di 90mila. Portando così a compimento quel processo di stabilizzazione del personale specializzato, al fine di assicurare maggiore continuità didattica agli alunni “certificati”.

Una divisione per aumentare le sedi di presidenza

da Tecnica della Scuola

Una divisione per aumentare le sedi di presidenza
di A.D.F.
A partire dall’anno scolastico in corso sarà un accordo in Conferenza Unificata, e non lo Stato, a definire i criteri e le modalità del dimensionamento scolastico
Di conseguenza entro l’anno scolastico appena iniziato, ogni singola regione dovrà organizzare la propria rete scolastica considerando come punto di riferimento una semplice divisione, in altre parole si definirà il numero di istituzioni scolastiche autonome dalla divisione del numero degli alunni per 900.  Quindi il numero delle istituzioni che dovranno essere attivate con decorrenza 1° settembre 2014 sarà definito a livello nazionale, ma sempre derivante dal risultato numerico delle divisioni sopra esposte. Secondo i dati previsionali del Ministero dell’istruzione dell’Università e della Ricerca il nuovo numero di istituzioni scolastiche autonome determinerà un aumento di circa 800 unità nell’ organico dei Dirigenti scolastici e in quello dei DSGA.  Da queste stime si potrebbe osservare che in media si aggiungerebbero rispetto all’organico attuale circa 40 presidenze per regione, numeri che incoraggerebbero l’avvio del nuovo reclutamento dei Dirigenti scolastici, che con le nuove regole avrebbe una cadenza annuale condizionata dalle cattedre di presidenza realmente disponibili. Il dato numerico medio delle 40 presidenze per regione aumenterebbe per quelle regioni più grandi come la Lombardia o la Sicilia, dove l’ultimo concorso per Dirigenti scolastici ha riservato spiacevoli strascichi giudiziari.

Supplenti pagati con fondi contrattuali dei dirigenti scolastici

da Tecnica della Scuola

Supplenti pagati con fondi contrattuali dei dirigenti scolastici
di R.P.
Lo prevede il comma 7 dell’articolo 17 del decreto legge 104. Protestano Anp e Flc-Cgil. Intanto, già nelle prossime settimane in Lombardia e in Abruzzo, le due regioni interessate dal provvedimento, 400 collaboratori vicari potranno essere esonerati dall’insegnamento.
Fra i nodi che dovranno essere sciolti quando il decreto legge 104 passerà al vaglio delle Camere per essere convertito, c’è anche quello, delicato e complesso, dell’articolo 17 relativo ai dirigenti scolastici. In realtà i problemi più complessi sono contenuti nella seconda parte dell’articolo, quella in cui si parla delle reggenze e dei docenti designati come collaboratori del dirigente scolastico. Innanzitutto va detto che il comma 5, che si applica alle sole regioni in cui non si sono ancora concluse le procedure concorsuali (Lombardia e Abruzzo), prevede che i docenti collaboratori che prestano servizio nelle scuole in cui sono stati nominati dei reggenti (si tratta di circa 400 sedi in tutto) possono ottenere l’esonero dall’insegnamento indipendentemente dal numero delle classi della scuola, come invece stabiliti dall’art. 459 del TU 297/94. In queste stesse scuole, reggenze ed esoneri cesseranno, anche in corso d’anno, non appena saranno nominati i vincitori del concorso. Il punto controverso è contenuto però nel comma 7, quello in cui si precisano le forme di copertura delle spese connesse per nominare i supplenti temporanei che saranno nominati per sostituire i docenti collaboratori esonerati. La norma introdotta dal decreto 104 stabilisce che i fondi dovranno essere reperiti prioritariamente attingendo alle risorse ancora disponibili per l’assunzione dei dirigenti scolastici e in subordine utilizzando il fondo unico nazionale destinato al pagamento della retribuzione di risultato dei dirigenti scolastici in servizio. Ma su questo si è aperto un piccolo “giallo”, perché la relazione tecnica allegata al decreto dice una cosa diversa e cioè che il fondo unico nazionale dovrà servire per retribuire le reggenze. “Quello che conta – sostiene l’Anp – è la formulazione letterale della legge che è secondo noi del tutto inaccettabile. Non si possono pagare i supplenti con fondi contrattuali dell’area V”. Anche la Flc-Cgil protesta e sostiene che questo comma configura di fatto una vera e propria invasione del campo contrattuale. Si vedrà dunque cosa capiterà nel corso del dibattito parlamentare.