In aumento i casi di autismo

Diagnosi tardive e fattori ambientali, in aumento i casi di autismo
Redattore Sociale del 24/01/2024

ROMA. “Diagnosi tardive, fattori ambientali e così i casi di persone con autismo sono in aumento. Ma in arrivo anche nuovi approcci. Sono le coordinate, molto in sintesi, del pianeta autismo. In sintesi perché, al netto di alcuni comuni denominatori, ogni caso rappresenta una storia a sé. E va trattato come tale, senza prescindere dal rapporto con le famiglie delle persone con autismo, oltre che con le persone con autismo, uniti dalla condivisione di questa condizione complessa”, si legge così in un articolo. 

 “Da un lato l’autismo mostra delle difficoltà: nella capacità di relazionarsi a livello sociale, nel comunicare in particolare a livello non verbale, nell’adeguarsi alle variazioni di un contesto, nella peculiare risposta agli stimoli sensoriali. Dall’altra parte manifesta attraverso la neurodivergenza anche un modo di essere, di esistere meno comune, meno banale, con potenzialità creative uniche- ha spiegato il dottor Roberto Keller, direttore Centro Regionale Disturbi Spettro Autistico in Età Adulta Asl Città di Torino-. Non esiste un autismo, ma tanti autismi quante sono le persone con autismo”.  

Il punto è stato fatto in un convegno di specialisti organizzato presso l’Auditorium Carlo Levi di Grugliasco dal Dipartimento Salute Mentale dell’Asl e dal Centro Regionale Esperto. 

Trend in crescita 
E ancora si legge: Quante sono le persone con autismo? Un bambino ogni 77 persone, secondo lo studio nazionale pubblicato dall’Istituto superiore di sanità. Uno ogni 36, ultimo dato pubblicato dal Cdc di Atlanta, Stati Uniti. Dati in aumento, in ogni caso. E drammatici. Vale anche in Piemonte, dove le persone con autismo superano l’uno per cento della popolazione e dove il trend sta salendo. Un costante innalzamento, quello della curva, dovuto all’azione di fattori ambientali inquinanti che con una azione epigenetica modificano il DNA  ma anche alla maggiore accuratezza delle diagnosi. Un numero, e solo con riferimento agli adulti, rende l’idea: oltre 1.200 i soggetti seguiti dal Centro dell’Asl cittadina, principale ambulatorio territoriale nazionale. 

Diagnosi più accurate 
Diagnosi più accurate, si diceva. “Negli adulti continuiamo a fare molte prime diagnosi che quindi erano sfuggite in età evolutiva- ha precisato Keller-. In particolare nelle femmine, dove l’autismo è mascherato da un camouflage, vale a dire da una apparente migliore empatia su base biologica che nasconde i sintomi e complica la diagnosi”. Altro problema, a monte: “Se è vero che l’autismo è trasversale a tutte le fasce d’età, l’esordio clinico dei sintomi è sempre nei primi anni di vita. Mai bambini molto intelligenti possono vedere lette le difficoltà relazionali come una sorta di effetto collaterale di una intelligenza elevata, e non essere diagnosticati: questo li espone a problemi di ansia e depressione in adolescenza e ad essere spesso vittima di bullismo”. 

Mente e corpo 
Molti fattori, molte variabili, molte inadeguatezza che finiscono per diversificare l’essere nel mondo della persona con autismo. Anche il funzionamento intellettivo spazia da gravi disabilità intellettive a funzionamenti superiori alla media della popolazione. La difficoltà di relazionarsi di queste persone può portare anche a problemi di comportamento, talora gravi, che mettono in grande difficoltà le famiglie. Anche così, prima di pensare al disturbo del comportamento come espressione di una alterazione a livello psicologico è fondamentale pensare al corpo, a una malattia organica da cui il disturbo – meglio: i disturbi – vengono originati ha proseguito l’esperto: “Sarebbe quindi un grave errore non esaminare prima il corpo e attribuire un disagio comportamentale a un problema mentale e ancor più errato curarlo con psicofarmaci”. 

Professionisti in rete
Questa la premessa dell’incontro, pubblico e formativo,- si legge- punto di partenza della creazione di una rete di professionisti che, nel Sistema sanitario nazionale, hanno cercato di dare una risposta alla valutazione dei disturbi organici nella disabilità e nell’autismo: professionisti preparati e soprattutto capaci di visitare le persone, rispettando le loro peculiarità in termini di comunicazione, organizzazione del tempo e di sensorialità. Una rete di cui dovranno far parte anche le famiglie. La persona al centro, insomma, e così pure il suo corpo: anche nei soggetti con autismo.