Giornata nazionale del Braille

da tuttoscuola.com

Giornata nazionale del Braille

Istituita per legge, la giornata nazionale del Braille è celebrata il 21 febbraio dall’Unione ciechi, quest’anno con con un convegno nazionale a Napoli che punta l’attenzione sulla scuola e sull’accesso alle nuove tecnologie.

Il diritto degli studenti ai testi scolastici elettronici, le lavagne multimediali, i registri di classe elettronici, iscrizioni e comunicazioni genitori-insegnanti on line, corsi obbligatori per la sicurezza: questi i temi centrali dell’iniziativa organizzata dall’Unione nazionale ciechi e ipovedenti insieme al Club italiano del Braille ed enti fondatori a Napoli presso il Teatro Cilea in via San Domenico, 11.

Il Braille oggi viene letto spesso e volentieri attraverso l’ausilio informatico, se il programma è inaccessibile il Braille diventa cieco“, spiega l’Uici.

E’ la legge 3 agosto 2007 n. 126 a istituire la Giornata nazionale del Braille, il metodo di lettura e scrittura per i ciechi ideato da Louis Braille. La Legge ha stabilito che la celebrazione di questa giornata sia considerata solennità civile da utilizzare per “promuovere idonee iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, nonche’ studi, convegni, incontri e dibattiti presso le scuole e i principali mass-media, per richiamare l’attenzione e l’informazione sull’importanza che il sistema Braille riveste nella vita delle persone non vedenti e di quanti sono coinvolti direttamente o indirettamente nelle loro vicende“.

Spiega l’Uici: “Ottenere che l’educazione dei ciechi e degli ipovedenti avvenisse nella scuola di tutti ha costituito una grande conquista, un segno di civiltà. Tuttavia, la scuola non era allora e non è ancora preparata a garantire a questi soggetti le pari opportunità”.

Molte le criticità elencate: “I testi scolastici che devono essere adottati arrivano in ritardo, qualche volta a metà anno scolastico; gli insegnanti di sostegno non hanno una preparazione specifica e spesso non conoscono neppure il Braille; la scuola non crea le condizioni perchè i nostri ragazzi possano praticare le attività sportive e giocare con i compagni di classe; manca del tutto l’assistenza scolastica domiciliare e qualsiasi forma di consulenza ai genitori ed agli insegnanti di sostegno“.