Il futuro delle prove Invalsi

da tuttoscuola.com

Il futuro delle prove Invalsi 

Finita la fase della rilevazione degli apprendimenti, con gli scioperi dei sindacati di base (falliti o riusciti, secondo gli opposti comunicati rilasciati alle agenzie di stampa), è tempo di bilanci e di riflessioni.

Per il ministro Carrozza potrebbe essere l’occasione per mettere in atto una forte iniziativa di trasparenza e di condivisione. E anche di razionalizzazione.

La trasparenza è richiesta non tanto sui modi e sui contenuti della somministrazione dei quiz, quanto sulle effettive finalità della rilevazione, a cominciare dai necessari chiarimenti su quello che la rilevazione non vuole.

Pende infatti ancora il dubbio che le rilevazioni potessero servire, prima o poi, a valutare i docenti e le singole scuole. Le rilevazioni devono servire prima di tutto all’autovalutazione delle singole scuole, oltre che a misurare complessivamente il sistema d’istruzione.

I contenuti dei quiz devono avere stretta correlazione con le Indicazioni nazionali e non devono sembrare o diventare un sistema parallelo a cui, per necessità e per convenienza, le scuole finiscono per conformarsi.

Il mondo sindacale e associativo, da cui vengono oggi critiche o diffidenze, deve essere pienamente coinvolto soprattutto per quanto riguarda il riconoscimento degli oneri lavorativi derivanti dalle eventuali prestazioni aggiuntive degli insegnanti.

La cultura della rilevazione degli apprendimenti, consolidata in altri Paesi, può crescere anche nella scuola italiana se vi è partecipazione e condivisione. In proposito potrebbe essere opportuno che la restituzione delle prove avvenga in corso d’anno, consentendo ai docenti e agli studenti di riflettere direttamente sugli esiti delle performance.

In tal caso, la somministrazione dovrebbe essere anticipata all’autunno.