FERIE PRECARI

FERIE PRECARI

Ancora una volta il Ministero dell’Economia gioca sulla pelle dei precari: rimandato a data da destinarsi il diritto del pagamento dei giorni di ferie non godute

 

Invece di procedere con sollecitudine al pagamento dei giorni di riposo non fruiti, il Tesoro incarica il Miur di svolgere cervellotiche verifiche.

 

Anief non ci sta: questi precari hanno già dovuto subire troppe lungaggini nei pagamenti. E una tassazione indebita: è giunto il momento di fare ricorso! Per ottenere un celere pagamento della mensilità dovuta, a cui vanno aggiunte le non trascurabili quote di tassazione indebita sulle ferie applicate negli ultimi 10 anni.

 

Sta diventando un vero percorso a ostacoli il pagamento delle ferie maturate dal personale precario della scuola nell’anno scolastico 2012/13, con contratto temporaneo o scaduto il 30 giugno 2013. Anief aveva più volte denunciato la testardaggine di diversi dirigenti scolastici, che per non monetizzare i giorni di ferie non fruite avevano posto il personale a riposo con provvedimenti d’ufficio: dopo che, grazie all’opera del giovane sindacato, si era superata questa problematica artificiosa, visto che la stessa spending review indicava esplicitamente il 1° settembre 2013 come avvio della nuova legge, ecco apparire improvvisamente un altro scoglio.

 

Le segreterie scolastiche, infatti, sono impossibilitate ad emettere i decreti di ferie non godute perché dal Ministero dell’Economia non perviene il tabulato con i nominativi del personale interessato. E il MEF che fa? Invece di fornire immediata soluzione, comunica di aver “chiesto al MIUR di fornire indicazioni alle scuole affinché provvedano, nei casi residuali di spettanza delle ferie non godute, con provvedimenti cartacei individuali sottoposti a controllo delle RTS”.

 

Si tratta di una decisione inattesa, visto che nei giorni scorsi proprio il MEF aveva provveduto a sbloccare il sistema informatico attraverso cui attivare i pagamenti per i precari. Ma il sindacato non può tollerare questo genere di ‘rimpalli’ tra comparti pubblici. Anche perché si va ad aggiungere ad un’altra questione irrisolta: quella della indebita tassazione, alla luce della natura risarcitoria dell’erogazione ricevuta.

 

Considerando che per i supplenti fino al 30 giugno – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – il pagamento delle ferie non fruite rappresenta una sorta di mensilità aggiuntiva, da percepire nel corso dell’estate per sopperire ai mancati stipendi sino alla prossima supplenza, la sua mancata somministrazione non è di poco conto. Anche perché bisogna ricordare che si va a cumulare con altri abusi che l’amministrazione attua nei confronti di questo personale“.

 

Gli stipendi dei precari – continua Pacifico – risultano infatti fermi, illegittimamente non adeguati, come avviene per il personale di ruolo, all’anzianità del dipendente. Nei mesi scorsi, inoltre, quelli della scuola hanno dovuto penare non poco per ricevere le buste paga spettanti a fine mese. Ora, quindi, la misura è colma“.

 

Anief, pertanto, annuncia che si è attivata per procedere con formale ricorso: per percepire le ferie non godute con sollecitudine e per recuperare le tassazioni indebite applicate agli stipendi dei precari degli ultimi 10 anni. Ai docenti precari sono state infatti sottratte parti stipendiali non indifferenti. Che, se l’azione del sindacato avrà effetto, verranno recuperate assieme agli interessi di legge derivanti dalle richieste risarcitorie avanzate al termine delle supplenze.

 

A tal fine, il sindacato metterà a disposizione, per tutti coloro che volessero aderire al ricorso, appositi modelli di domanda.